felicity
|
venerdì 8 settembre 2023
|
la forza e lo spirito indomito di una donna
|
|
|
|
Una donna fantastica è un film importante. Non tanto perché celebra la forza e lo spirito indomito di una donna, ma perché lavora sul concetto stesso di donna, e lo amplia, rafforzato nell’intento fin dal titolo inequivocabile. È un passo in avanti nella narrativa trans, ben oltre lo stucchevole The Danish Girl o la proposta indie-camp di Transamerica, ma anche oltre la visione sessualizzante e tutta maschile del classico La moglie del soldato. Ma nonostante ciò, e nonostante l’afflato tutto almodovariano che fa spaziare il film dal noir al melodramma, passando per il dramma sociale e la commedia umana, alla fin dei conti Una donna fantastica sembra non centrare sempre appieno il mirino del coinvolgimento.
[+]
Una donna fantastica è un film importante. Non tanto perché celebra la forza e lo spirito indomito di una donna, ma perché lavora sul concetto stesso di donna, e lo amplia, rafforzato nell’intento fin dal titolo inequivocabile. È un passo in avanti nella narrativa trans, ben oltre lo stucchevole The Danish Girl o la proposta indie-camp di Transamerica, ma anche oltre la visione sessualizzante e tutta maschile del classico La moglie del soldato. Ma nonostante ciò, e nonostante l’afflato tutto almodovariano che fa spaziare il film dal noir al melodramma, passando per il dramma sociale e la commedia umana, alla fin dei conti Una donna fantastica sembra non centrare sempre appieno il mirino del coinvolgimento.
Compresso nel suo nucleo concettuale, Una donna fantastica risulta trattenuto, poco attento a restituirci dettagli e minuzie emotive della vita reale. I personaggi diventano quasi degli stereotipi: parteggiamo per Marina non tanto per condivisione emotiva quanto per adesione di principio; i famigliari di Orlando rappresentano certamente la violenza e l’omofobia insita nella società, ma la loro caratterizzazione schematica non invita ad indagarne ulteriori complessità.
Allo stesso modo, registriamo un abbondare di sottolineature didascaliche che fanno sospettare che, se concetto e posizione intellettuale sono solidi e chiari nella mente di Lelio, forse lo sono meno le modalità prettamente cinematografiche attraverso le quali potrebbe dare maggiore complessità e densità al racconto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a felicity »
[ - ] lascia un commento a felicity »
|
|
d'accordo? |
|
francesco2
|
domenica 13 ottobre 2019
|
un altro oscar al film straniero
|
|
|
|
Le motivazioni per l Oscar verso un film straniero risultano talora difficili da comprendere, indipendemente dall atteggiamento critico che bisognerebbe conservare riguardo ai premi, soprattutto certi premi. Bisognerebbe chiedersi se non siano legate alle caratteristiche cinematografiche, o se non vogliano ricompensare , come ha detto qualcuno, un idea di nazione-l Italia di Tornatore e Salvadores o l Olanda dell Albero di Antonia. O ancora, un opera che si distingua per una presunta sensibilita verso tematiche a sfondo sociale>. In questo caso, chiaramente, iintendasi intendasi forme di razzismo verso le minoranze o soggetti ufficialmente diversi, quanto piu in un contesto ove la cultura machista risulta tutt altro che sradicata.
[+]
Le motivazioni per l Oscar verso un film straniero risultano talora difficili da comprendere, indipendemente dall atteggiamento critico che bisognerebbe conservare riguardo ai premi, soprattutto certi premi. Bisognerebbe chiedersi se non siano legate alle caratteristiche cinematografiche, o se non vogliano ricompensare , come ha detto qualcuno, un idea di nazione-l Italia di Tornatore e Salvadores o l Olanda dell Albero di Antonia. O ancora, un opera che si distingua per una presunta sensibilita verso tematiche a sfondo sociale>. In questo caso, chiaramente, iintendasi intendasi forme di razzismo verso le minoranze o soggetti ufficialmente diversi, quanto piu in un contesto ove la cultura machista risulta tutt altro che sradicata.
Contesto in cui poco sa[ppiamo della protagonista, prescindendo dall amore che viveva con un uomo molto piu grande, stroncato da un avvenimento -fin troppo- improvviso e repentino< Li comincia la sua lotta contro I pregiudizi annidati in quella societa, = e non solo=sul piano delle relazioni che gli altri personaggi NON costruiscono con lei, come anche su quello burocratico.
Come aveva fatto nel suo Gloria -parlo del primo-, che gode di una fama secondo me immeritata, Lelio insiste molto sui primi piani, aggiungendo parentesi surreali5stiche- che alcuni hanno trovato significative, ma io solo estetizzanti. Manca un approfondimento sul disagio dei cosiddetti diversi , e su un radicamento di una mentalita machista, proposta peraltro con atteggiamenti mafosieggianti notati anche in Aquarius, piccolo film comunque superiore a questo.
Per il resto, mi pare rimanga poco. Il rifiuto, da parte della protagonista, di dare del Tu alla moglie del compagno defunto tradisce =probabilmente- una forma di rispetto, piu che un desiderio di mantenere le distanze. Sensibilita manifestata anche nel pervicace attaccamento verso il cane dell uomo defunto, fonte di ulteriori scontri con il suo nucleo familiare. Al punto da ipotizzare che manifesti un senso di giustizia, oltre che l attaccamento verso un animale domestico che non era neanche suo, e le aveva tenuto compagnia per poco tempo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a francesco2 »
[ - ] lascia un commento a francesco2 »
|
|
d'accordo? |
|
paola rapetti
|
domenica 17 marzo 2019
|
quasi d'accordo
|
|
|
|
Vorrei dissentire su ciò che scrivi in merito alla frequentazione del locale LGBT ed al canto finale. Io li ho trovati azzeccati:
il locale LGBTQ+ è stato un modo, a mio avviso, per sottolineare la necessità di essere riconosciuti e solo in quel luogo Marina si poteva sentire, purtroppo, tale. Ho però sentito anche un secondo messaggio: Marina, come quasi la maggior parte di persone transgender finiscono per avere il loro momento di "gloria" come oggetto del desiderio trasgressivo e questo è molto triste. Nessuno, se non il fratello del defunto, ha pensato che tra lei ed Orlando potesse esserci una vera relazione affettiva.
Il canto finale mi ha dato speranza e mi ha comunicato la forza di andare avanti
|
|
[+] lascia un commento a paola rapetti »
[ - ] lascia un commento a paola rapetti »
|
|
d'accordo? |
|
fabio
|
venerdì 3 agosto 2018
|
manca il coraggio di andare in fondo.
|
|
|
|
E' da vedere questo film. Belle le scelte musicali e bella la fotografia.
Una Santiago dai colori cangianti in una storia che sa' reggersi bene anche se manca l'approfondimento vero.
Da apprezzare il pudore con cui viene raccontata la storia tuttavia mi sembra che tutto rimanga su un piano troppo superficiale.
Peccano i dialoghi, manca la voce dei protagonisti; così il tema dell'identità, l'amore, i rapporti con la famiglia, il ruolo dell'autorità sfilano via appena accennati.
|
|
[+] lascia un commento a fabio »
[ - ] lascia un commento a fabio »
|
|
d'accordo? |
|
ellebi
|
sabato 2 dicembre 2017
|
non so cosa sei... sono come te ! ...
|
|
|
|
" -Ma ti sei fatta operare ?
"- Non sono domande da fare...
"- Non so cosa sei...
"- Sono come te...
In questo lapidario scambio di battute per me si racchiude l'essenza di un film che mi ha conquistata fino in fondo, come non accadeva da tempo.
Un racconto intensamente stratificato: commovente, poetico, ipnotico, tenero, ma anche spietato, lucido e allo stesso tempo immaginifico.
Ancora una volta, come succede solo quando una pellicola è di livello superiore, accanto ad un'onda di profonde emozioni, mi ha suscitato riflessioni importanti.
L'amore, quando è autentico, è amore e basta !
Come tale deve essere rispettato, al di là dell'identità "fisica" più o meno definitita di chi lo prova.
[+]
" -Ma ti sei fatta operare ?
"- Non sono domande da fare...
"- Non so cosa sei...
"- Sono come te...
In questo lapidario scambio di battute per me si racchiude l'essenza di un film che mi ha conquistata fino in fondo, come non accadeva da tempo.
Un racconto intensamente stratificato: commovente, poetico, ipnotico, tenero, ma anche spietato, lucido e allo stesso tempo immaginifico.
Ancora una volta, come succede solo quando una pellicola è di livello superiore, accanto ad un'onda di profonde emozioni, mi ha suscitato riflessioni importanti.
L'amore, quando è autentico, è amore e basta !
Come tale deve essere rispettato, al di là dell'identità "fisica" più o meno definitita di chi lo prova...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ellebi »
[ - ] lascia un commento a ellebi »
|
|
d'accordo? |
|
manuelazarattini
|
sabato 25 novembre 2017
|
da non perdere
|
|
|
|
Film stupendo, commovente, delicato, profondo. Dopo che il regista Lelio aveva già tratteggiato magistralmente un ritratto di donna in Gloria, ecco un altro suo affresco. Questa volta si tratta di Marina: sensibile, mite e intelligente e di cui mai si mette in discussione il sesso. Perché credo che essere donna non sia tanto una questione fisica ma soprattutto un atteggiamento morale. E Marina allora è, in questo, una ragazza al cento per cento. E' una di quelle storie che, quando finiscono, rimani lì e pensi: vorrei che continuasse ancora...
|
|
[+] lascia un commento a manuelazarattini »
[ - ] lascia un commento a manuelazarattini »
|
|
d'accordo? |
|
vale72
|
venerdì 10 novembre 2017
|
bello !!!
|
|
|
|
Un film importante, in grado di unire diversi registri: ironia, tenerezza, emozione
|
|
[+] lascia un commento a vale72 »
[ - ] lascia un commento a vale72 »
|
|
d'accordo? |
|
writer58
|
giovedì 2 novembre 2017
|
la chimera
|
|
|
|
Il film "una donna fantastica" di Sebastian Lelio, autore dell'ottimo "Gloria", è una buona proposta che contiene al suo interno, tuttavia, alcune debolezze nell'impianto.Non è un film di denuncia (non solo), ma neanche un dramma borghese sui nuovi confini delle relazioni amorose. E' un'opera che tratta di diritti negati e rifiuti, di discriminazioni feroci perché attingono al campo delle pulsioni (la paura del diverso) ancor prima che a quello della ristrettezza culturale e dell'ipocrisia, di violenza (anche delle istituzioni) nei confronti di coloro che negano, nel loro corpo e nella propria vita, l'appartenenza a un genere.
La narrazione si svolge nell'epoca attuale, a Santiago del Cile, Marina e Orlando si amano, convivono nell'appartamento di lui, hanno una relazione affettiva intensa.
[+]
Il film "una donna fantastica" di Sebastian Lelio, autore dell'ottimo "Gloria", è una buona proposta che contiene al suo interno, tuttavia, alcune debolezze nell'impianto.Non è un film di denuncia (non solo), ma neanche un dramma borghese sui nuovi confini delle relazioni amorose. E' un'opera che tratta di diritti negati e rifiuti, di discriminazioni feroci perché attingono al campo delle pulsioni (la paura del diverso) ancor prima che a quello della ristrettezza culturale e dell'ipocrisia, di violenza (anche delle istituzioni) nei confronti di coloro che negano, nel loro corpo e nella propria vita, l'appartenenza a un genere.
La narrazione si svolge nell'epoca attuale, a Santiago del Cile, Marina e Orlando si amano, convivono nell'appartamento di lui, hanno una relazione affettiva intensa.. Una sera, Orlando si sente male, cade dalle scale, viene accompagnato in ospedale da Marina, ma muore subito dopo per un aneurisma. Marina avvisa la famiglia di Orlando che le intima di scomparire, di non farsi vedere al funerale, di restituire l'automobile e l'appartamento di Orlando.Marina è una transgender e la ex moglie di Orlando considera il loro rapporto una pura e semplice perversione. Al rifiuto famigliare occorre aggiungere l'atteggiamento dei personale sanitario e della polizia che oscilla tra l'inquisitorio e il sospettoso e che culmina in una visita medica disposta da una funzionaria al solo scopo di umiliarla. Il disprezzo della famiglia cresce al punto che Marina, presentatasi in chiesa per rendere l'estremo saluto al suo ex partner, viene brutalizzata da alcuni membri del clan famigliare.
Il film ricostruisce questa via crucis in modo sostanzialmente sobrio e con poca enfasi, anche grazie alla eccellente performance di Daniela Vega che conferisce spessore e credibilità al personaggio. Purtroppo però, in alcuni momenti, il film scade nel melodramma, rendendo la narrazione meno rigorosa e incisiva. Ad esempio, la scena finale del canto, alcuni intermezzi coreografici o la frequentazione di un locale LGBT da parte della protagonista dopo essere stata abusata in macchina, mi sono parsi fuori registro e mal amalgamati.
Il film, invece, è apprezzabile quando mostra l'atteggiamento di chiusura (emotiva, prima che mentale) della buona borghesia nei confronti dell'alterità che Marina incarna: gli schizzi di odio nei suoi confronti ("non so cosa tu sia", "pura perversione", "vattene via, frocio schifoso") nascono dalla paura nei confronti dell' "altro da sé", dal rifiuto a considerare l'amore come motore della relazione e dall'emergere di pulsioni aggressive appena temperate da un velo di squallida ipocrisia.
In sintesi. una proposta più che discreta e interessante, un po' appesantita da alcune digressioni stridenti con l'impianto complessivo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a writer58 »
[ - ] lascia un commento a writer58 »
|
|
d'accordo? |
|
vanessa zarastro
|
mercoledì 1 novembre 2017
|
una scomoda amante
|
|
|
|
Una donna fantastica racconta la storia di Marina (la bravissima Daniela Vega), una trans e cantante lirica, che per sopravvivere lavora come cameriera in un ristorante. Ha una storia d’amore con un Orlando (Francisco Reyes), un imprenditore tessile di almeno vent’anni più grande di lei, con cui convive. Una sera dopo aver fatto l’amore lui si sveglia di soprassalto e fa fatica a respirare; lei capisce che si tratta una cosa seria e lo vuole portare di corsa in ospedale. Lui scendendo le scale cade, ma lei, con grande determinazione, lo aiuta e arriverà al pronto soccorso dove però non ci sarà nulla da fare. Da qui nasce l’odissea di Marina cui non è permesso mostrare e vivere il lutto.
[+]
Una donna fantastica racconta la storia di Marina (la bravissima Daniela Vega), una trans e cantante lirica, che per sopravvivere lavora come cameriera in un ristorante. Ha una storia d’amore con un Orlando (Francisco Reyes), un imprenditore tessile di almeno vent’anni più grande di lei, con cui convive. Una sera dopo aver fatto l’amore lui si sveglia di soprassalto e fa fatica a respirare; lei capisce che si tratta una cosa seria e lo vuole portare di corsa in ospedale. Lui scendendo le scale cade, ma lei, con grande determinazione, lo aiuta e arriverà al pronto soccorso dove però non ci sarà nulla da fare. Da qui nasce l’odissea di Marina cui non è permesso mostrare e vivere il lutto. Marina vuole salutare per l’ultima volta quello che per lei stato un grande amore, un uomo che l’ha trattata bene e che l’ha amata come una persona “normale”, aggettivo che molto difficilmente le viene attribuito. Sarà maltrattata da Gaston (Néstor Cantillana), il figlio di Orlando, e dai suoi omofobici amici, allontanata da Sonia (Aline Küppenheim), l’arcigna moglie di Orlando, che rivuole subito l’automobile e l’appartamento, così a Marina verrà portata via anche la vecchia cagna del suo compagno, che le era stata affidata. I diritti umani sono del tutto ignorati e il film lo sottolinea con coraggio portando lo spettatore a empatizzare fortemente con la giovane trans umiliata in più occasioni.
il film narra una Santiago che raramente si vede al cinema. Sebastián Lelio fa camminare la sua protagonista, stordita dal dolore della perdita e umiliata dalla famiglia di lui, in lunghi percorsi in una città che appare piena di grattacieli, con edifici molto recenti, in pieno sviluppo e soprattutto pulitissima. Solo per un istante il regista ci mostra un altro lato della città, dove presumibilmente vivono gli emarginati e i drogati.
L’attrice che impersona Marina è veramente brava ed espressiva ma anche con una bella voce. Sebastian Lelio, argentino di origine ma trapiantato in Cile, aveva già girato nel 2013 un film incentrato sulla “impossibilità a sentirsi normale” di Gloria, una donna di mezza età insoddisfatta, che non riesce a invecchiare di una fascia sociale media e benestante, lo si intravede dal portiere del condominio, ma senza particolari lussi né gusti - i vestiti e gli interni sono modesti. Paulina Garcìa nella parte di Gloria era riuscita a trasmettere tutta l’inquietudine di una persona di un’età in cui si diventa demotivati, e cerca di riempire i vuoti della solitudine. I figli, ormai cresciuti, hanno fatto le loro scelte e il lavoro costituisce una routine di scarso interesse. Fra le varie attività che colleziona nel tempo libero, la danza è quella che privilegia e frequenta i luoghi di ballo come luoghi d’incontro tra singles. Lo spettatore segue questo film come l’altro con un’angoscia profonda partecipando a tutte le sue scelte sbagliate che le protagonista fanno una dopo l’altra.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a vanessa zarastro »
[ - ] lascia un commento a vanessa zarastro »
|
|
d'accordo? |
|
roberteroica
|
mercoledì 1 novembre 2017
|
...
|
|
|
|
Santiago del Cile. Un imprenditore tessile non più giovane si sente male mentre sta dormendo con la sua amante dopo averle promesso, la sera prima, di portarla con sé verso una vacanza esotica. Muore poco dopo in ospedale. Il problema è che la sua partner non è proprio quello che sembra e sulla carta di identità è segnato il nome di un uomo….La trovata più originale di questo fresco e potente “Una donna fantastica”, opera del cileno Sebastian Lelio, prodotto da Pablo Larrain e premiato al festival di Berlino per la miglior sceneggiatura, è la sua struttura. Che procede come una lunga carrellata all’indietro, dispiegando il filo della narrazione partendo da un punto focale (la cena, la notte, la morte) per poi allontanarsi da esso svelando un orizzonte ben più vasto e complesso di relazioni umane.
[+]
Santiago del Cile. Un imprenditore tessile non più giovane si sente male mentre sta dormendo con la sua amante dopo averle promesso, la sera prima, di portarla con sé verso una vacanza esotica. Muore poco dopo in ospedale. Il problema è che la sua partner non è proprio quello che sembra e sulla carta di identità è segnato il nome di un uomo….La trovata più originale di questo fresco e potente “Una donna fantastica”, opera del cileno Sebastian Lelio, prodotto da Pablo Larrain e premiato al festival di Berlino per la miglior sceneggiatura, è la sua struttura. Che procede come una lunga carrellata all’indietro, dispiegando il filo della narrazione partendo da un punto focale (la cena, la notte, la morte) per poi allontanarsi da esso svelando un orizzonte ben più vasto e complesso di relazioni umane. Come se da un primo piano si arrivasse ad un totale. Ed è importante e bello il messaggio diretto, frontale, a volte greve nella sua insistita intollerabilità contro ogni forma di omofobia e intolleranza. Qualche scena metaforica (Marina che cammina controvento, la sua immagine riflessa nel pannello portato dagli operai) e le digressioni oniriche (Marina che vede il defunto perfino in discoteca, come se autorizzasse la liceità di nuovi incontri) andavano tolti, ma è uno spettacolo seguire le orme di Daniela Vega contro tutti e tutto.
[-]
[+] \non condivido
(di francesco2)
[ - ] \non condivido
|
|
[+] lascia un commento a roberteroica »
[ - ] lascia un commento a roberteroica »
|
|
d'accordo? |
|
|