ralphscott
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martedì 31 ottobre 2017
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marina l'ostinata
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Tre stelle abbondanti. Una storia raccontata con linearità,dove regia e sceneggiatura sono funzionali ad ottime interpretazioni di personaggi empatici. Non mancano tuttavia momenti di estro,opportuni,come il balletto corale dove Marina buca lo schermo quasi fosse una soubrette. La protagonista è fiera e coraggiosa,forse incosciente. Pare non preoccuparsi troppo di difendersi dalle accuse di omicidio;è il rispetto dell'essere umano,di un amore sincero,ciò per cui vale la pena lottare.
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mariacristinanascosisandri
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domenica 29 ottobre 2017
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film d'amore e sul perbenismo della società d'oggi
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Una donna fantastica è un buon film, ben recitato, ben diretto, con ottima colonna sonora, sia originale che non - meravigliosi i pezzi di musica classica e leggera contestualizzati al plot, fra Haendel, Allan Parson Project ed Aretha Franklin - per non citarne che alcuni.
Eppure, a dispetto del premio alla sceneggiatura ottenuto alla Berlinale di quest'anno, è proprio quella che, a volte, pare 'sfrangiarsi' e 'disertare' un po' il filo rosso della narrazione.
La storia è interessante, viva, la tematica coinvolgente: è la fatica di vivere in una società come la nostra che ancora, nonostante i passi avanti fatti dal cosiddetto viver civile, non accetta il 'diverso', l'altro da sé che non sia etero e che viva e si riproduca secondo le regole canoniche della natura.
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Una donna fantastica è un buon film, ben recitato, ben diretto, con ottima colonna sonora, sia originale che non - meravigliosi i pezzi di musica classica e leggera contestualizzati al plot, fra Haendel, Allan Parson Project ed Aretha Franklin - per non citarne che alcuni.
Eppure, a dispetto del premio alla sceneggiatura ottenuto alla Berlinale di quest'anno, è proprio quella che, a volte, pare 'sfrangiarsi' e 'disertare' un po' il filo rosso della narrazione.
La storia è interessante, viva, la tematica coinvolgente: è la fatica di vivere in una società come la nostra che ancora, nonostante i passi avanti fatti dal cosiddetto viver civile, non accetta il 'diverso', l'altro da sé che non sia etero e che viva e si riproduca secondo le regole canoniche della natura.
Non ammette che un equilibrio affettivo possa esser trovato ( e goduto) da due persone lontane tra loro per età, sesso 'non classificato/non classificabile' come quello di un transgender: eppure appartiene ad un vecchissimo ed intelligente film ormai molto datato, il primo Cage au folles - Il Vizietto la frase che pronuncia il nostro Tognazzi:
Ebbene sì, sono un omosessuale ed ho trovato il mio equilibrio ed ho dato un senso alla mia vita, dopo tanto, vivendo con un altro omosessuale, Albain...
Ed anche in Una donna fantastica si coglie - anche se il momento dura poco - che il rapporto fra i due è vero, autentico, è vero amore, mentre la famiglia 'normale' riesce solo a spezzare un qualcosa che non era riuscita a creare...
Un po' di sfilacciamento, si diceva, nel racconto: la vita sembra riprendere per Marina, poi c'è un ritorno al dolore, al voler capire un dietro le quinte che non è dato di conoscere del tutto, se non vagamente intuendo una 'verità' che permetterà a Marina di ricominciare davvero a vivere, nel ricordo di Orlando con una corsa liberatoria finale insieme con Diabla, vecchio cane fedele, come un rimorso...
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angeloumana
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domenica 29 ottobre 2017
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blowing in the wind
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Non sento niente no, adesso niente no, nessun dolore, non c'è tensione, non c'è emozione, nessun dolo-o-re! Nessuna tensione, nessuna emozione stimola questo film, non fa innamorare nonostante i colpi di scena introdotti dalla colonna sonora, gli sforzi del regista (Sebastian Lelio) e la sceneggiatura, che a ogni buon conto ha avuto l'Orso d'Argento a Berlino 2017 e che dovrebbe rappresentare il Cile ai prossimi Oscar. E nonostante la co-produzione di Pablo Larraìn e Maren Ade (la tedesca di Vi presento Toni Erdmann), ma del resto i produttori cinematografici sono coloro che credono in un film e si occupano di trovare i finanziamenti.
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Non sento niente no, adesso niente no, nessun dolore, non c'è tensione, non c'è emozione, nessun dolo-o-re! Nessuna tensione, nessuna emozione stimola questo film, non fa innamorare nonostante i colpi di scena introdotti dalla colonna sonora, gli sforzi del regista (Sebastian Lelio) e la sceneggiatura, che a ogni buon conto ha avuto l'Orso d'Argento a Berlino 2017 e che dovrebbe rappresentare il Cile ai prossimi Oscar. E nonostante la co-produzione di Pablo Larraìn e Maren Ade (la tedesca di Vi presento Toni Erdmann), ma del resto i produttori cinematografici sono coloro che credono in un film e si occupano di trovare i finanziamenti. Un film giocato sull'ambiguità, fin dal titolo Una mujer fantàstica: il personaggio di Marina che conosciamo, donna dolce e bella, innamorata di un compagno più anziano con cui serenamente ad una cena programma un viaggio alle cascate di Iguazù, è nei fatti un Daniel interpretato dal-la 27enne Daniela Vega, nella vita reale ottimo cantante che ha avuto il coraggio di cambiare sesso. Può essere considerato un film di testimonianza su questo coraggio, che comporta anche quello di farsi riconoscere donna nella società, la quale invece avversa o disprezza una donna ex uomo, almeno in segmenti sociali incolti e ottusi. Queste reazioni sociali avrebbero potuto essere più profondamente affrontate. I limiti però di questo film (trattasi di opinioni da non esperto ovviamente) stanno in certe incongruenze, successione di scene che non paiono collegate tra loro o accadono in modo inverosimile: Marina che accompagna al pronto soccorso il compagno con l'auto ma poi se ne va a piedi, salvo rivederla nella stessa auto successivamente; Marina che sembra voler vivere una vita nuova dopo la morte di lui dimenticandolo e, pur contrita, si butta in una discoteca alla rozza ricerca di qualcuno con cui avere un rapporto sessuale. Le immagini sembrano poi la celebrazione di questo corpo e di questo volto maschile o femminile, la macchina da presa è instancabilmente su di lei. I giudizi di stampa esperta sulla locandina del film appaiono osannanti e naturalmente positivi (nel marketing il prodotto và promosso), l'immagine in essa riassume bene, forse, la posizione in cui può trovarsi una persona che ha desiderato e deciso di cambiar sesso, “sospesa nel vento”. Una cosa che trovo inspiegabile è come il dolore per la morte del suo compagno Marina debba mostrarlo volendo partecipare per forza al funerale, a dispetto dei parenti di lui – ex moglie inclusa – che non la vogliono, o volendone vedere la salma all'obitorio prima della cremazione, quasi indagando o cercandone inutili oggetti: il dolore per una perdita sarebbe cosa molto personale, da vivere con sé stessi e in silenzio, senza rappresentazioni esteriori. Non sembra esserci dolore nell'indagine di Marina, solo imporsi ex-post come unica vera compagna. Transamerica fu molto migliore e coinvolgente.
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maumauroma
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sabato 28 ottobre 2017
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una donna fantastica
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Bel film sulla discriminazione di genere nel Cile di oggi. La storia d' amore tra l ' ultracinquantenne industriale tessile Orlando e la giovane transgender Marina si interrompe drammaticamente quando l ' imprenditore, durante una notte trascorsa in hotel con la compagna, viene colto da malore, cade dalle scale dell' albergo, e muore poco dopo al pronto soccorso dell' ospedale dove Marina lo aveva accompagnato. La morte di Orlando rappresentera' per la giovane transessuale il fattore catalizzante di un susseguirsi di umiliazioni e sospetti da parte della polizia e di disprezzo nei suoi confronti da parte dei familiari del defunto solo a causa della sua indefinita identita' sessuale.
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Bel film sulla discriminazione di genere nel Cile di oggi. La storia d' amore tra l ' ultracinquantenne industriale tessile Orlando e la giovane transgender Marina si interrompe drammaticamente quando l ' imprenditore, durante una notte trascorsa in hotel con la compagna, viene colto da malore, cade dalle scale dell' albergo, e muore poco dopo al pronto soccorso dell' ospedale dove Marina lo aveva accompagnato. La morte di Orlando rappresentera' per la giovane transessuale il fattore catalizzante di un susseguirsi di umiliazioni e sospetti da parte della polizia e di disprezzo nei suoi confronti da parte dei familiari del defunto solo a causa della sua indefinita identita' sessuale. E dire che Marina non ostenta la sua " diversita", non la rende caricaturale agli occhi degli altri, non si e' " rifatta" il corpo, non assume atteggiamenti provocatori. E' semplicemente una " chimera", Daniel- Marina, e' solo il risultato di un beffardo caleidoscopio genetico. Il suo unico " sbaglio" e' quello di essere nata cosi' e questo basta per condannarla agli occhi della societa' cosiddetta " normale". Il tutto avviene nella cattolicissima Santiago, ma potrebbe succedere in qualsiasi altra parte del mondo.
Una donna fantastica si apprezza per la bella sceneggiatura, solida e piana, che condanna le coscienze senza banalizzarsi nel pietismo o indugiare nella morbosita'. La regia di Sebastian Lelio risulta precisa, essenziale, quasi scarnificata. L' interpretazione di Daniela Vega restera' a lungo nella memoria di chi vedra' questo film per la dolce fierezza dello sguardo, per l' intensita' delle sue espressioni, per quel fascino sottile e ambiguo che la sua incertezza sessuale suscita
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vincenzoambriola
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sabato 28 ottobre 2017
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un gioco di prestigio senza misteri
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Perché un maturo signore, ultracinquantenne, decide di rompere con la sua famiglia per vivere con un transgender? Perché un ragazzo decide di cambiare sesso, diventare donna e vivere con un maturo signore, ultracinquantenne? E se poi lui muore, cosa succede? Francamente rispondere a queste domande non è semplice e in questo, Sebastian Leilo raggiunge il suo scopo, quello di farci pensare e riflettere su temi complessi e intriganti. Ma proprio Leilo sembra non avere risposte, incapace di trovare le parole che esprimano la sua posizione, la sua visione del mondo, lasciando che siano solo le immagini e le espressioni dei suoi attori a fornire una chiave interpretativa. E quando le immagini si indeboliscono, si affievoliscono, ecco che interviene uno specchio per moltiplicarle, in un gioco di prestigio in cui tutti sanno qual è il prodigio.
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Perché un maturo signore, ultracinquantenne, decide di rompere con la sua famiglia per vivere con un transgender? Perché un ragazzo decide di cambiare sesso, diventare donna e vivere con un maturo signore, ultracinquantenne? E se poi lui muore, cosa succede? Francamente rispondere a queste domande non è semplice e in questo, Sebastian Leilo raggiunge il suo scopo, quello di farci pensare e riflettere su temi complessi e intriganti. Ma proprio Leilo sembra non avere risposte, incapace di trovare le parole che esprimano la sua posizione, la sua visione del mondo, lasciando che siano solo le immagini e le espressioni dei suoi attori a fornire una chiave interpretativa. E quando le immagini si indeboliscono, si affievoliscono, ecco che interviene uno specchio per moltiplicarle, in un gioco di prestigio in cui tutti sanno qual è il prodigio. Virtù o debolezza, libertà data allo spettatore di ritrovare dentro di se elementi e tracce o, semplicemente, incapacità di prendere posizione. Per il resto niente da dire, un bel film con qualche ingenuità e tante buone intenzioni.
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udiego
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mercoledì 25 ottobre 2017
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un'interpretazione fantastica
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Marina e Orlando si amano. Come si amano molte coppie nel mondo, nel modo più vero, nel modo più normale. E come a volte succede, un imprevisto, un battito di ali, un colpo di vento e dal nulla tutto si spezza e uno dei due improvvisamente se ne va, ci lascia, muore. Per chi resta oltre al dolore ed alla sofferenza non resta altro da fare che la cosa più naturale di questo mondo, portare l'ultimo saluto alla persone tanto amata, ma non per tutti è una cosa così facile. Sebastian Lelio con "Una donna fantastica" ci racconta una storia di intolleranza di non accettazione e per certi versi di odio. Di odio verso il diverso verso quello che non capiamo è quello che non accettiamo.
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Marina e Orlando si amano. Come si amano molte coppie nel mondo, nel modo più vero, nel modo più normale. E come a volte succede, un imprevisto, un battito di ali, un colpo di vento e dal nulla tutto si spezza e uno dei due improvvisamente se ne va, ci lascia, muore. Per chi resta oltre al dolore ed alla sofferenza non resta altro da fare che la cosa più naturale di questo mondo, portare l'ultimo saluto alla persone tanto amata, ma non per tutti è una cosa così facile. Sebastian Lelio con "Una donna fantastica" ci racconta una storia di intolleranza di non accettazione e per certi versi di odio. Di odio verso il diverso verso quello che non capiamo è quello che non accettiamo. E lo fa in modo semplice asciutto e lineare mettendoci in faccia i pensieri, i sentimenti dei vari personaggi in modo diretto, senza troppi giri di parole, senza voler eccedere nella retorica e nel melodramma. La sceneggiatura è lineare, senza particolari sconvolgimenti nel suo sviluppo. Tutto ruota intorno al personaggio di Marina, magistralmente interpretato da una fantastica Daniela Vega, costruito in modo vero, in modo "normale" come normale è lei è come veri erano i suoi sentimenti. L'opera alla fine scivola via in modo schietto senza mai appesantirsi e senza mai appesantire lo spettatore, regalando spunti e riflessioni su di una società non semplice, a volte non pronta ma che dovrà accettare è che dovrà capire che prima dell'egoismo e prima della vergogna ci sono i sentimenti delle persone che amano altre persone.
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flyanto
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martedì 24 ottobre 2017
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quando la società non ti accetta
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Dopo "Gloria", il regista Sebastian Lelio presenta un altro interessante ritratto di donna nella sua ultima opera cinematografica "Una Donna Fantastica". In questa pellicola la donna in questione è molto "particolare" perchè è un transgender che, dopo la morte improvvisa del suo compagno, rimane completamente sola ed, anzi, invisa e rifiutata da tutti i componenti della famiglia a cui il proprio amante apparteneva prima della loro relazione sentimentale. Pertanto, alla protagonista ciò comporta una serie di discussioni e di attacchi verbali molto offensivi, a volte persino violenti, da parte degli ex-familiari che ella deve affrontare con coraggio e determinazione, insieme anche a svariate questioni pratiche, quali l'abbandono immediato dell'appartamento dove il defunto amante le permetteva di abitare e l'abbandono del cane, che le rendono ovviamente più difficile la sua condizione di profondo e sincero dolore.
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Dopo "Gloria", il regista Sebastian Lelio presenta un altro interessante ritratto di donna nella sua ultima opera cinematografica "Una Donna Fantastica". In questa pellicola la donna in questione è molto "particolare" perchè è un transgender che, dopo la morte improvvisa del suo compagno, rimane completamente sola ed, anzi, invisa e rifiutata da tutti i componenti della famiglia a cui il proprio amante apparteneva prima della loro relazione sentimentale. Pertanto, alla protagonista ciò comporta una serie di discussioni e di attacchi verbali molto offensivi, a volte persino violenti, da parte degli ex-familiari che ella deve affrontare con coraggio e determinazione, insieme anche a svariate questioni pratiche, quali l'abbandono immediato dell'appartamento dove il defunto amante le permetteva di abitare e l'abbandono del cane, che le rendono ovviamente più difficile la sua condizione di profondo e sincero dolore. Dall'ex famiglia le viene, inoltre, negata la possibilità di partecipare alle onoranze funebri dell'amante data la sua particolare condizione sessuale ritenuta disdicevole ed imbarazzante e, pertanto, totalmente vergognosa. Dopo innumerevoli "battaglie", affrontate sia prima che dopo la morte del suo compagno, la protagonista riuscirà ancora una volta a non soccombere ed a volgersi verso il proprio futuro nuovamente con estremo coraggio e forza interiore.
Un ritratto femminile molto delicato ed allo stesso tempo anche crudo e quanto mai realistico: la donna in questione, infatti, data la sua particolare natura fisica, è una donna "provata" profondamente, prima già da innumerevoli battaglie interiori personali, poi anche da quelle "esterne" legate ai pregiudizi delle persone che non l'accettano oltre che dal profondo dolore per la dipartita del suo compagno, unico individuo che l' ha compresa. Sebastiano Lelio, riesce appieno nella presentazione di questo "atipico" personaggio femminile e crea un'opera tanto toccante quanto interessante da risultare un vero piccolo gioiello.
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[+] ritratto femminile di poetico umanesimo
(di antoniomontefalcone)
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evak.
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lunedì 23 ottobre 2017
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la lirica del personaggio
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"Una Mujer Fantástica" è una lirica del sentimento, del silenzio, della solitudine. Dell'amore.
Lirica è Marina, la protagonista.
Risulta difficile raccontare di questo film, perchè da qualunque angolatura lo si guardi, gli sconfitti restano sempre gli stessi. Gli ipocriti, i "filosofi" dei luoghi comuni, i timorosi.
Marina è una donna innamorata, a sua volta riamata da Orlando. Un evento tragico la costringe a ritornare in ciò che non è mai stata (Daniel). In questa costrizione la protagonista ci porta dai margini al centro di sè senza strazi o mutuati dolori. Una fotografia eccellente racconta laddove le parole sono trattenute.
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"Una Mujer Fantástica" è una lirica del sentimento, del silenzio, della solitudine. Dell'amore.
Lirica è Marina, la protagonista.
Risulta difficile raccontare di questo film, perchè da qualunque angolatura lo si guardi, gli sconfitti restano sempre gli stessi. Gli ipocriti, i "filosofi" dei luoghi comuni, i timorosi.
Marina è una donna innamorata, a sua volta riamata da Orlando. Un evento tragico la costringe a ritornare in ciò che non è mai stata (Daniel). In questa costrizione la protagonista ci porta dai margini al centro di sè senza strazi o mutuati dolori. Una fotografia eccellente racconta laddove le parole sono trattenute.
Quello che per altri è lo smascheramento, per lei è la diaspora di quanto negli anni ha costruito. Ma le maschere sono gli altri, con il pensier borghese del buono e del cattivo, del bello e del brutto. Dell'uomo e della donna. Del giusto e dello sbagliato. Marina invece è la vita.
Sebastian Lelio è molto bravo nel creare empatia con lo spettatore attraverso immagini simboliche urgenti.
Non ho mai apprezzato i film di genere, dove trasuda sofferenza ostentata, parzialità ricamata, dolore evitabile, rivendicazioni sociali. Questo film non lo è. Il regista mette a nudo l'ignoranza delle stigmatizzazioni precostruite. Che sono poi trasversali. Di fronte all'amore il diverso è chi non sa amare con libertà.
Daniela Vega da Oscar.
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lbavassano
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domenica 22 ottobre 2017
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meno riuscito
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Dopo l'ottimo "Gloria", Sebastian Lelio prosegue la propria indagine sulla fragilità dei sentimenti violati, sulla capacità degli esseri umani di rialzarsi, sulla dignità, con esiti però meno pienamente convincenti a mio parere. Resta comunque di grande forza espressiva e narrativa il colpo di scena di quel vuoto e quel buio che nega le attese dello spettatore (vietato dirne di più).
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emanuele1968
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domenica 22 ottobre 2017
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bello
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Ci sono dei maschi che sembrano veramente delle donne, anzi alcuni sono veramente belle/i, comunque dubito che la moglie di Orlando non sapesse della sua bisessualità, penso che pure Marina abbia sbagliato, bello come viene narrato la reazione del figlio di Orlando e la famiglia, in sostanza anno tutti ragione e contemporaneamente sbagliano tutti, vere storie di miserie quotidiane.
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