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Daniela Vega, una donna da Oscar

Con Una donna fantastica l'artista potrebbe ottenere una nomination agli Oscar. Dal 19 ottobre al cinema.
di Ilaria Ravarino

Una donna fantastica

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Daniela Vega . Interpreta Marina nel film di Sebastián Lelio Una donna fantastica.
martedì 17 ottobre 2017 - Focus

Niente funerale per Marina, lei non può entrare. Se ne vada anche fuori di casa, perché non ha diritto di abitarci. Anzi, che le si levi tutto, ogni affetto: incluso il cane. Marina è una transgender, il suo compagno è morto fra le sue braccia e la famiglia di lui non riesce ad accettarla: su queste premesse nasce il film di Sebastian Lelio, Una donna fantastica, dal 19 ottobre in sala.

Premiato con l'Orso d'argento per la migliore sceneggiatura alla Berlinale, e interpretato magnificamente dalla 28enne Daniela Vega, il film potrebbe permettere alla sua interprete di ottenere una nomination agli Oscar.
Ilaria Ravarino

Impresa non scontata per un'attrice transgender, visto che anche il cinema - che pure spesso ha raccontato la transizione sessuale in pellicole profonde e toccanti - qualche problema di trans-genere ce l'ha.


IL TABÙ TRANS NEL CINEMA ITALIANO

Il cinema italiano, in materia, di problemi ne ha più d'uno. A partire dalle basi: il riconoscimento dell'identità del/della performer. Come racconta l'attrice e conduttrice Vittoria Schisano, che nel 2011 ha affrontato la transizione di genere, "il mio è un caso fortunato, perché per me l'accesso alla professione non è stato un problema: prima ero un attore, adesso sono un'attrice. Anzi, come Vittoria lavoro di più. Del resto prima dovevo fare due lavori: entrare in un mondo che non mi apparteneva, cioè quello maschile, e poi interpretare un personaggio. Ma non è così per tutte. Cominciamo col dire che si è transessuali nel momento in cui si transita da un genere all'altro. Terminato il processo, si è donna o uomo per legge, etica, morale".
Spesso, tuttavia, non lo si è per i casting. Se una performer transgender viene convocata a un provino, essenzialmente non è per interpretare un ruolo ma un genere: quello, appunto, del trans.

Io oggi sono una donna a tutti gli effetti, nella testa, nel corpo, nel modo di pensare. Quindi se mi chiamano per un ruolo da transgender non mi fa piacere, specialmente se poi il regista chiede di involgarirmi o indurire i miei tratti perché non corrispondo al cliché che ha in mente. Altre attrici hanno scelto diversamente, ne hanno fatto una professione: guadagnano interpretando la trans, portano quella bandiera, e va bene così. C'è però chi, come me, vorrebbe essere chiamata anche per ruoli da donna, da madre, da santa, da suora.

Anche perché quando una trans appare in un film italiano, "di solito sei la bella di turno di cui si innamora il protagonista, almeno finché non scopre che...", oppure "nove volte su dieci il trans è una prostituta. Sarebbe il caso che cominciassimo a renderci conto in Italia che a transitare sono anche dentisti, avvocati e professionisti. Ma mi rendo conto che sia molto meno pruriginoso parlarne".
Al momento non esiste nel mondo dello spettacolo italiano un'associazione in grado di difendere gli artisti transessuali dalle discriminazioni di genere: "Ma va bene così, non dobbiamo essere i primi a ghettizzarci. Io sono un'attrice, chiedo solo di fare un percorso come quello delle altre. Vorrei essere valutata per la qualità della mia arte, essere scelta solo se sono giusta per il personaggio".


In foto Laverne Cox.
In foto Jamie Clayton (a destra) insieme a Freema Agyeman in una scena di Sense8.
In foto la regista Lana Wachowski.
LE DIVE

Se in Italia Vittoria Schisano e Alessandra Langella (Gomorra - La serie) sono le più famose attrici ad aver transitato, altrove i nomi si moltiplicano. In prima linea quello di Daniela Vega, protagonista del film di Lelio, attrice ma anche cantante nata a Santiago del Cile: oggi volto di Apumanque, brand di moda indipendente, è stata la prima artista cilena a dichiarare apertamente la propria transizione.

Impossibile non ricordare Alexis Arquette, sorella d'arte di Patricia, scomparsa nel 2016 (tra i suoi film Pulp Fiction, Amici per gioco, amici per sesso, persino una puntata del telefilm Xena), e Laverne Cox, attrice (Orange is the new black) e produttrice, prima performer transgender a essere candidata per un Emmy Award, ad apparire sulla copertina di TIME e a ricevere nel 2015 una statua di cera al museo Madame Tussauds.
Ilaria Ravarino

Californiana, Jamie Clayton è stata lanciata dalla serie Netflix Sense8 (diretta dalla regista transgender Lana Wachowski) dopo numerose esperienze in tv come conduttrice e dopo l'esperienza da protagonista della web serie Dirty Works: nel cast di The Neon Demon di Nicolas Winding Refn è al cinema con L'uomo di neve di Tomas Alfredson.


Una scena di Priscilla, la regina del deserto (1994).
In foto Felicity Huffman in una scena di Transamerica (2005).
In foto una scena di Tutto su mia madre.
TRANS CINEMA

Il tema della transizione di genere affonda le sue radici nella storia del cinema, fin dal 1927, quando, con Ecco mia moglie, Stan Laurel e Oliver Hardy portano il tema del travestimento femminile al centro della loro comica.

In una veloce carrellata di titoli, la cultura transgender entra di diritto in film come La moglie del soldato di Neil Jordan, Priscilla, la regina del deserto di Stephan Elliott, Tutto su mia madre di Pedro Almodovar e ancora Transamerica di Duncan Tucker, Dallas Buyers Club di Jean Marc Vallée e The Danish Girl di Tom Hooper.
Ilaria Ravarino

E se in tv l'identità trans è stata raccontata con successo dalla serie Transparent diretta per Amazon Studios da Jill Soloway, in Italia la cultura transgender è stata rappresentata negli ultimi anni al cinema da due film: Più buio di mezzanotte di Sebastiano Riso e Rito di primavera di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini.


In foto Vittoria Schisano sul red carpet della Festa del Cinema di Roma.
In foto Alessandra Langella in una scena di Gomorra - La serie.
In foto Daniela Vega durante la conferenza stampa di presentazione del film alla Berlinale.

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