Il titolo del film ricorda il libro di Céline "Viaggio al termine della notte", nel suo raccontare i meandri, apparentemente incomprensibili, di quell'animo umano caratterizzato dal raggiungere una momentanea pacificazione interiore solo con la distruzione della felicità altrui, sia essa, la pacificazione, assolutamente anaffettiva o di un godimento necrofilo, ma essenzialmente maligna. Condivisa e difesa da ampie componenti della società, di cui lo squallido teatrino della corte di giustizia non è che un esempio lampante , sempre di non credere alla barzelletta che "la legge è uguale per tutti". La poesia di Jacques Prévert, "I ragazzi che si amano", esprime lo stesso concetto in un modo differente.
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Il titolo del film ricorda il libro di Céline "Viaggio al termine della notte", nel suo raccontare i meandri, apparentemente incomprensibili, di quell'animo umano caratterizzato dal raggiungere una momentanea pacificazione interiore solo con la distruzione della felicità altrui, sia essa, la pacificazione, assolutamente anaffettiva o di un godimento necrofilo, ma essenzialmente maligna. Condivisa e difesa da ampie componenti della società, di cui lo squallido teatrino della corte di giustizia non è che un esempio lampante , sempre di non credere alla barzelletta che "la legge è uguale per tutti". La poesia di Jacques Prévert, "I ragazzi che si amano", esprime lo stesso concetto in un modo differente.
La regia di Fatih Akin e la sceneggiatura sono veramente efficaci ed equilibrate, sondando differenti aspetti dell'animo umano, che ruotano su quel terribile fatto di cronaca. Il marito sempre colpevole per la sua colpa pregessa. L'ambiguità dei familiari nell'attribuire motivazioni e comportamenti colpevolizzanti alla protagonista offesa da un inelaborabile lutto, in quello che dice incautamente, ma con cattiveria, sua madre o sua suocera. Non c'é posto per una inappropriato e facile sentimentalismo. Ognuno porta il suo vissuto interiore, a pochi è concessa la compassione. La solitudine della protagonista è assoluta. Nessuno riesce a comprendere il baratro in cui è precipitata la protagonista, la cui sua unica colpa è di amare, ricambiata. Diane Kruger è grande. Il film non può che terminare così.
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