nanobrontolo
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giovedì 25 luglio 2024
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molto divertente
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Una sorpresa! Realistico, divertente, recitato benissimo. Consigliato
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great steven
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martedì 26 novembre 2019
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le "bizze" di una 50enne che aspira alla serenità.
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IL COMPLICATO MONDO DI NATHALIE (FR, 2018) di DAVID & STéPHANE FOENINKOS. Con KARIN VIARD, ANNE DORVAL, BRUNO TODESCHINI, ANAÏS DEMOUSTIER, THIBAULT DE MONTALEMBERT, DARA TOMBROFF
La velenosa Nathalie Pêcheux, professoressa di lettere cinquantenne e divorziata, è gelosa (come recita il titolo originale, Jalouse) della felicità altrui e dunque è anche pronta a seccare ogni entusiasmo con battute e perfide e zizzania. Ma questi turbamenti, autodistruttivi più che lesivi nei confronti degli altri, derivano da una sorta d’invidia malata che la donna matura partendo da tutt’altra condizione iniziale (in ottima forma e premurosa madre).
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IL COMPLICATO MONDO DI NATHALIE (FR, 2018) di DAVID & STéPHANE FOENINKOS. Con KARIN VIARD, ANNE DORVAL, BRUNO TODESCHINI, ANAÏS DEMOUSTIER, THIBAULT DE MONTALEMBERT, DARA TOMBROFF
La velenosa Nathalie Pêcheux, professoressa di lettere cinquantenne e divorziata, è gelosa (come recita il titolo originale, Jalouse) della felicità altrui e dunque è anche pronta a seccare ogni entusiasmo con battute e perfide e zizzania. Ma questi turbamenti, autodistruttivi più che lesivi nei confronti degli altri, derivano da una sorta d’invidia malata che la donna matura partendo da tutt’altra condizione iniziale (in ottima forma e premurosa madre). Se la prima vittima degli stessi è la figlia diciottenne Mathilde, incantevole ballerina di danza classica, il suo campo d’azione si estende successivamente ai colleghi, agli amici, fino ai vicini di casa. Il medico le spiega che il suo umore nero è da attribuire al periodo di transizione verso la menopausa, ma i registi non cercano spiegazioni e si limitano a osservare, a distanza e al contempo con solidarietà, gli imprevedibili moti d’animo di una donna che sta vivendo la sua seconda adolescenza. Coloro che hanno screditato il film bollandolo come un’ennesima commedia francese incentrata su una protagonista single e inacidita, di scrittura debole e confusionaria e con un titolo scopiazzato dal celebre film di Jeunet, hanno un paio di torti: primo, aver esagerato le pretese degli autori guardandole come chi giudica un testo con sufficienza proprio perché lo trova troppo intriso di psicoanalisi; secondo, non aver colto il messaggio che fin dalla prima sequenza i Foeninkos mandano al loro pubblico, ovvero un ritratto intimo ma non troppo della miseria umana. Mi spiego meglio: oltre al fatto che Il complicato mondo di Nathalie non si sogna neanche di risultare la rappresentazione del quadro clinico dello stato mentale che interessa le donne di oggigiorno, abbiamo a che fare con una deliziosa commedia il cui unico scopo è semmai quello di raccontare una storia di riconciliazione difficoltosa tra una madre e una figlia, e in essa l’accento veritiero di una fatica immensa che però al termine culmina in un esito favorevole tanto alla prima quanto alla seconda, costituisce il miglior approdo che i due registi avrebbero mai potuto riporre nei loro intenti artistici. Il bersaglio è pienamente centrato dal momento che l’ironia, il pathos e un pizzico di sarcasmo hanno trovato una felice espressione nell’interpretazione di K. Viard, bravissima attrice purtroppo molto sottovalutata che ci regala un personaggio la cui parabola non dipende dalla sua nevrosi (per altro superata in un inatteso finale), ma di come lei si rapporta al mondo seguendo il corso naturale di certi cambiamenti. Tornano al discorso della miseria umana sopra accennato, quest’opera, ben lungi dalle pretese di analisi sociale/psichiatrica che le sono state attribuite, ha il merito di raffigurare la vita di una donna qualunque alle prese con l’impresa più titanica che una persona debba affrontare: vivere la quotidianità. E ciò richiede molto coraggio, quindi sono in molti quelli che cedono alla svelta, ma Nathalie sa di combattere per una giusta causa e, malgrado le apparenze, non molla al primo tentativo fallito. Non vale la pena di vederlo solo per la protagonista la cui recitazione lascia strabiliati, ma anche per l’accurato disegno delle figure di contorno.
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emanuele1968
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domenica 4 novembre 2018
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consolante
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Fortunatamente "tutto mondo e paese"
penso pure io che siamo un po tutti Nathalie.
buono nei cineforum over 50 con dibattito finale.
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kimkiduk
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lunedì 22 ottobre 2018
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piacevolissimo
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Commedia piacevolissima che, come spesso riescono in Francia, coniuga perfettamente in modo ironico, accattivante, piacevole, ma anche intenso, un argomento che dal modo in cui viene trattato può essere drammatico, noioso e anche pesante.
La donna (ma spesso anche l'uomo) nel momento in cui sa che svanisce l'età giovanile e anche quella della maturità e si avvicina l'anzianità, che spesso viene vista come vecchiaia (parola evitata anche ad 80 anni ormai) può vivere in modo "drammatico" il passaggio del tempo.
Il problema qui è evidentemente a volte raccontato in maniera accentuata, ma osservandolo bene nemmeno più di tanto.
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Commedia piacevolissima che, come spesso riescono in Francia, coniuga perfettamente in modo ironico, accattivante, piacevole, ma anche intenso, un argomento che dal modo in cui viene trattato può essere drammatico, noioso e anche pesante.
La donna (ma spesso anche l'uomo) nel momento in cui sa che svanisce l'età giovanile e anche quella della maturità e si avvicina l'anzianità, che spesso viene vista come vecchiaia (parola evitata anche ad 80 anni ormai) può vivere in modo "drammatico" il passaggio del tempo.
Il problema qui è evidentemente a volte raccontato in maniera accentuata, ma osservandolo bene nemmeno più di tanto.
La gelosia verso la figlia, rivedendo in lei la sua giovinezza e dando la colpa della sua ormai perduta immagine alla figlia stessa; la fine del ciclo lavorativo,contemporaneamente, che avvicina mentalmente ancora di più l'arrivo del periodo anziano; il confronto con sempre più numerosi giovani accattivanti, pimpanti, volenterosi e pieni di idee e futuro, che rispecchiano quello che eri forse te stessa alla loro età ma che non sei più.
Sono temi che vivremo, viviamo o abbiamo vissuto tutti noi. In modo differente, ciascuno con le proprie sensazioni e reazioni, sicuramente motivate da eventi o positivi o negativi che ne creano più o meno uno stato di angoscia, a volte solitudine fino , nei casi drammatici a declinarsi in depressione.
Questo film rappresenta benissimo questa situazione, certo con qualche pecca, ma con un grande pregio .... quello di non elevarsi ad un tono drammatico del problema ma bensì di accostarsi ad esso con la classe della commedia francese.
Buonissima l'interpretazione della protagonista e molte buone idee di sceneggiatura, superiori sicuramente alle poche parti forse risultanti inutili.
Decisamente film da vedere, con qualche risata ed un pizzico di inevitabile commozione.
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francescoizzo
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domenica 21 ottobre 2018
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molto molto carino (ma a volte un pò sovraccarico)
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La protagonista è eccellente nell'interpretare il ruolo della cinquantenne in crisi, e tutto il suo ritratto è quasi sempre molto realistico, fatta eccezione, a mio avviso,per qualche forzatura alla fine del film. L'intento tragi-comico è raggiunto egregiamente, con momenti di puro divertimento alternati a momenti drammatici o che portano lo spettatore quantomeno a riflettere. Ma tutto si svolge con leggerezza e leggiadrìa, quasi seguendo i balletti di danza classica della figlia diciottenne.La vita segue il suo corso, ed è inutile impuntarsi e pretendere troppo per sé; questa è l'amara lezione che trae Nathalie dalla sua iniziale sciocca intransigenza verso il suo nuovo corteggiatore, che finirà poi per tornare brevemente prima di partire per il Giappone.
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La protagonista è eccellente nell'interpretare il ruolo della cinquantenne in crisi, e tutto il suo ritratto è quasi sempre molto realistico, fatta eccezione, a mio avviso,per qualche forzatura alla fine del film. L'intento tragi-comico è raggiunto egregiamente, con momenti di puro divertimento alternati a momenti drammatici o che portano lo spettatore quantomeno a riflettere. Ma tutto si svolge con leggerezza e leggiadrìa, quasi seguendo i balletti di danza classica della figlia diciottenne.La vita segue il suo corso, ed è inutile impuntarsi e pretendere troppo per sé; questa è l'amara lezione che trae Nathalie dalla sua iniziale sciocca intransigenza verso il suo nuovo corteggiatore, che finirà poi per tornare brevemente prima di partire per il Giappone. Anche la sua amica più intima capirà benissimo -quando lei vorrà rivelarle la da lei presunta relazione extraconiugale del marito- che fosse mossa più da energia distruttiva che da intenti solidaristici.E la figlia -vittima di una sua grave disattenzione (si spera da lei non voluta nemmeno inconsciamente)- finirà addirittura all'ospedale e perderà l'occasione della sua vita di diventare ballerina dell'Opera. Nathalie si rende invisa nella Scuola in cui insegna, ai vicini,all'ex marito con nuova compagna ed infine anche alla figlia.Che probabilmente non recupererà più, nemmeno dopo l'istintivo sfogo in sua difesa fatto davanti alla giurìa che l'ha appena respinta.
E' bella la conclusione, in cui il vicino - anche lui appena lasciato dalla moglie- la porta ad una estrema negazione che riassume tutta la sua incapacità di vera autocritica, il suo orgoglio mai sopito o forse solamente il suo essere solo e sempre tremendamente umana. Jalouse appunto.
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flyanto
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giovedì 18 ottobre 2018
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una donna profondamente insicura
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“Nathalie” è la protagonista della pellicola girata dai due fratelli David e Stéphane Foenkinos ed è una donna di circa 50 anni profondamente in crisi e molto insicura. Ella è una donna divorziata che però non ha più, od ancora, trovato un nuovo amore a differenza dell’ex-marito che invece si è felicemente risposato con una donna più giovane, ha una figlia di 18 anni, molto bella, educata e che studia danza classica nella speranza di entrare a far parte del corpo di ballo dell’Opera di Parigi, ha svariati e cari amici ed un lavoro di insegnate di lettere presso un prestigioso liceo, ma alla soglia dei cinquanta’anni e con la menopausa incalzante ella si trova nella condizione di fare un bilancio della propria vita.
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“Nathalie” è la protagonista della pellicola girata dai due fratelli David e Stéphane Foenkinos ed è una donna di circa 50 anni profondamente in crisi e molto insicura. Ella è una donna divorziata che però non ha più, od ancora, trovato un nuovo amore a differenza dell’ex-marito che invece si è felicemente risposato con una donna più giovane, ha una figlia di 18 anni, molto bella, educata e che studia danza classica nella speranza di entrare a far parte del corpo di ballo dell’Opera di Parigi, ha svariati e cari amici ed un lavoro di insegnate di lettere presso un prestigioso liceo, ma alla soglia dei cinquanta’anni e con la menopausa incalzante ella si trova nella condizione di fare un bilancio della propria vita. Un bilancio che alla donna risulta quanto mai negativo ed inconcludente e ciò la conduce in uno stato di apprensione e nervosismo tali da renderla litigiosa con tutti gli amici, i colleghi, le persone in generale ma soprattutto con la figlia con cui ormai ha instaurato un rapporto di assurda competizione, di gelosia e, dunque, di odio-amore. Anche l’incontro con un uomo a lei fortemente interessato viene negativamente compromesso dallo stato psicologico alterato in cui Nathalie si trova. Riuscirà piano piano e con tanta buona volontà ad uscirne fuori.
Un ritratto di una donna di mezz’età nevrotica molto ben centrato che ben rappresenta le paure, le insicurezze e gli umori instabili delle donne. Non tutte loro, fortunatamente, sono strutturate così ma, sebbene Nathalie possa sembrare un poco esagerata, molte delle sue caratteristiche e delle sue reazioni sono senza alcun dubbio rintracciabili e comuni all genere femminile. La regia è nitida, scorrevole e briosa grazie anche ai divertenti ed intelligenti dialoghi che vantano un sceneggiatura solida e nello stesso tempo atta a stemperare le situazioni drammatiche, volgendole quasi all’assurdo o, in ogni caso, all’ironia. Vi è anche da sottolineare che la riuscita del film e del personaggio stesso di Nathalie dipende anche, e non soprattutto, alla presenza dell’ attrice Karin Viard che, molto efficacemente e brillantemente interpreta la protagonista, rendendo così la commedia, già di per sé gradevole, molto divertente.
Del tutto consigliabile.
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livia
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mercoledì 17 ottobre 2018
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un personaggio originale, una donna vera
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Negli ultimi anni il cinema francese è tornato a dare voce a personaggi femminili maturi, alla prese con problematiche quotidiane ma spesso sottovalutate. Questo è uno degli esempi migliori di questa new wave d’oltralpe. Una scrittura veloce e sincera, che cambia più volte registro senza mai uscire dai binari, una protagonista formidabile e una regia pulita ma attenta a cogliere ogni dettaglio fanno di Jalouse una delle migliori commedie drammatiche femminili degli ultimi anni.
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flaw54
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domenica 14 ottobre 2018
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una delusione
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Mi aspettavo un film brillante e anche profondo viste le recensioni e mi sono trovato davanti una commediola sciatta, banale che tenta disperatamente di far sorridere sfruttando il comportamento ironicamente schizofrenico della protagonista. Il tutto però porta ad una forte monotonia e si sviluppa nei confronti della protagonista una crescente antipatia e tanto che personalmente non vedevo l'ora che il film finisse. Il montaggio è poi indecente con un cambio continuo di scene senza alcun collegamento. Una nuova occasione mancata.
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cardclau
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sabato 13 ottobre 2018
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attenzione, non è una commedia,
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Il film Il complicato mondo di Nathalie dei registi David Foenkinos e Stéphane Foenkinos vorrebbe farci ridere mostrandoci le “scempiaggini” della protagonista, in fase pre menopausale, con tutti i dubbi di una donna non più giovane, che si sente incapace di una relazione adulta con l’altro sesso, che è disturbata dal fatto che il suo ex-marito si è rifatto la vita con una donna che inizialmente sembra l’oca giuliva ma che poi appare piena di umanità, che è fondamentalmente terribilmente sola con una irrisolta competizione edipica con la figlia diciottenne (il suo edipo, non quella della figlia), con una gelosia sui “suoi” scolari che sono solo suoi, con la sua incapacità di amare, … Ma il film non riesce, non fa ridere, per niente.
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Il film Il complicato mondo di Nathalie dei registi David Foenkinos e Stéphane Foenkinos vorrebbe farci ridere mostrandoci le “scempiaggini” della protagonista, in fase pre menopausale, con tutti i dubbi di una donna non più giovane, che si sente incapace di una relazione adulta con l’altro sesso, che è disturbata dal fatto che il suo ex-marito si è rifatto la vita con una donna che inizialmente sembra l’oca giuliva ma che poi appare piena di umanità, che è fondamentalmente terribilmente sola con una irrisolta competizione edipica con la figlia diciottenne (il suo edipo, non quella della figlia), con una gelosia sui “suoi” scolari che sono solo suoi, con la sua incapacità di amare, … Ma il film non riesce, non fa ridere, per niente. Ma, attenzione, un film che butteresti rapidamente dalla porta, perché poco stimolante, sebbene francese, rientra dalla finestra, per le riflessioni su quello che succede. Non siamo nel mondo delle fantasie, ma degli agiti. Non si sogna di amazzare il capoufficio, lo si ammazza e basta. La protagonista si permette di cancellare il viaggio dell’ex-marito con nuova compagna, alle Mauritius; semplicemente una vendetta veniale e comprensibile? No, un attentato grave all’altrui diritto alla libertà (e poi se l’ex marito l’avesse per questo “ammazzata” avrebbero parlato di femminicidio). La protagonista si permette di sbattere fuori di casa come pervertito alla ricerca di facili soluzioni Sébastien Corti nel suo primo incontro casalingo, per verificare la sua irrisolta astinenza. Un comportamento veniale e comprensibile? Certo che no nel tentativo comunque di massacrare l’altro sesso sebbene innocente, vissuto sempre come persecutorio. L’ambiguità continua nei confronti della figlia si concretizza nel tentativo di omicidio preparandole la cena, alla vigilia del saggio di danza, mettendo nella pietanza l’olio di noci verso cui la figlia è gravemente allergica. Una svista banale e veniale? Mi fermo qua. La protagonista è in realtà una paranoica grave, e come tale va maneggiata. Crede sempre che siano gli altri che devono essere raddrizzati. Non c’è niente da ridere. La psicosi di cui lei è affetta, che fa sorridere alla figura della regina, in Biancaneve e i sette nani, perché poteva finire in modo irreversibile, non è una barzelletta. Non siamo di fronte a una commedia, bensì a una tragedia.
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susy64
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sabato 13 ottobre 2018
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interessante e originale, da non perdere!
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Le situazioni vissute da Nathalie, magnificamente interpretata da Karin Viard, rappresentano quelle che spesso molte donne vivono a un certo punto della loro vita. Qui sono amplificate da una particolare forma di gelosia della protagonista verso il mondo che la circonda, in un’interessante alternanza tra dramma e commedia. I momenti difficili scatenati dalle insicurezze di Nathalie vengono ben rappresentati da un’ottima sceneggiatura, punteggiata da dialoghi originali e divertenti. L’amabile incontro che a un certo punto Nathalie ha con un’adorabile vecchina è uno dei momenti più belli e dolci del film, che è ricco di colpi di scena. Assolutamente da vedere!
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