Brutti e cattivi |
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Un film di Cosimo Gomez.
Con Claudio Santamaria, Marco D'Amore, Sara Serraiocco, Simoncino Martucci.
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Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 87 min.
- Italia, Belgio, Francia 2017.
- 01 Distribution
uscita giovedì 19 ottobre 2017.
- VM 14 -
MYMONETRO
Brutti e cattivi
valutazione media:
3,17
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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DIVERTIRSI A "fare cinema" NON BASTA.di SpettatoreFeedback: 100 |
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domenica 10 settembre 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Si presenta senza nessun freno inibitorio, ne in quel che è messo in bocca hai personaggi ne con la regia che si diverte con ogni mezzo fino però a diventare posticcio e ripetitivo. La cura dei costumi non ha minimi confronti con la scarsa eleganza della regia che si manifesta come un'accozzaglia di tentativi istintivi senza la minima razionalità, che se inizialmente sembra apprezzabile mano mano che il film va avanti diventa stucchevole e noioso. La sceneggiatura è quasi un gioco basilare alla ripetizione che diventa mano mano sempre più noioso e pieno di cliché quasi da subito, qualche battuta risulta brillante ma anche in quello, ma mano che va avanti, inizia a ripetersi fino alla nausea per non parlare della seconda metà dove tutto è scontato e inutilmente mostrato. Il regista fa un gioco allo shock tentando di scuotere lo spettatore senza porsi dei limiti, un gioco che però non risulta stimolante ma fine a se stesso. L'uso delle musiche è a dire poco imbarazzante ( credo non ci siano momenti senza temi musicali o sequenze che tentano di caricare l'atmosfera inutilmente). Le grafiche discutibili lasciano cogliere il mancato senno registico lasciando intuire che tutte le attenzioni sono unicamente dettate dalla messa in scena che risulta però originale e molto bella. Troviamo nuovamente un film che non ragiona sul mezzo, sul immagine stessa e La fotografia non sembra parlare dello stesso film, a volte naturalistica non carica mai come dovrebbe. Attori discertamente diretti (anche se il romano di Santamaria non è niente di speciale rispetto alle ultime sue interpretazioni) e il dialoghi romaneschi ricolmi delle solite battutaccie e stereotipi. Quando finisce resti con un senso di vuoto mai provato, come vedere un bel video su YouTube o Facebook. Non ha il benché minimo motivo di raccontare questa storia che viene giustificata in interviste legandosi a problemi di emarginati o disabili, pretesto pero davvero sciatto per raccontare una storia sopratutto se al termine della pellicola neppur la più lontana delle morali, sentimento o emozione viene portato a casa dallo spettatore. Un film che non ha senso di esistere se non impegnare, divertendo una troupe per 5 settimane.
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