ashtray_bliss
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sabato 17 settembre 2016
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un dramma storico epico e potente.
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'Lo stato libero di Jones' è uno di quei film che non passano inosservati, ti catturano, ti incuriosiscono e ti colpiscono e sul grande schemo l'impatto è garantito (visto in Grecia). Gary Ross dopo aver diretto Hunger Games decide di fare un salto nella storia americana e precisamente in quella moderna, indagando una figura poco nota (quasi sconosciuta in Europa) della guerra civile americana, quella del ex contadino Newton Knight che guidò un gruppo di ribelli contro la Confedeazione. L'esperimento storico risulta ampiamente riuscito e la pellicola che ci troviamo davanti risulta essere una vera epopea storica, ricca di drammaticità e pathos, che ripercorre fedelmente la voglia di riscatto e di ribellione ma anche l'amore per la libertà e l'uguaglianza degli abitanti più poveri del Sud americano.
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'Lo stato libero di Jones' è uno di quei film che non passano inosservati, ti catturano, ti incuriosiscono e ti colpiscono e sul grande schemo l'impatto è garantito (visto in Grecia). Gary Ross dopo aver diretto Hunger Games decide di fare un salto nella storia americana e precisamente in quella moderna, indagando una figura poco nota (quasi sconosciuta in Europa) della guerra civile americana, quella del ex contadino Newton Knight che guidò un gruppo di ribelli contro la Confedeazione. L'esperimento storico risulta ampiamente riuscito e la pellicola che ci troviamo davanti risulta essere una vera epopea storica, ricca di drammaticità e pathos, che ripercorre fedelmente la voglia di riscatto e di ribellione ma anche l'amore per la libertà e l'uguaglianza degli abitanti più poveri del Sud americano. Ross, non ha dubbi a inquadrare il suo Newt, interpretato magistralmente da un Matthew McConaughey sempre più impegnato, come un ribelle, un guerrigliero e un leader innato che riesce a schierare con lui interi eserciti di disertori ed ex schiavi, proponendosi come uno dei pochi (e dei primi in assoluto) leader di una nuova comunità multirazziale, dove neri e bianchi vivono tutti alla pari, dove è ampiamente abolito il concetto di schiavismo e tutti si spartiscono in modo equo le coltivazioni, gli alimenti che garantiscono la loro stessa sopravvivenza. Newt appare sin da subito un personaggio carismatico, forte e determinato, un antieroe per eccellenza, ed essendo anche una persona religiosa riuscirà avvalendosi dei suoi solidi principi e valori morali, a portare avanti una vera e propria rivolta che porteranno alla dichiarazione d'indipendenza dal resto della Confederazione, della contea di Jones.
Il film riesce così a coprire un lasso di tempo importante, dall'inizio alla fine della guerra civile e l'avvento delle prime elezioni presidenziali che vedevano il coinvolgimento e la partecipazione della comunità nera, dichiarata finalmente libera dal pesidente repubblicano Lincoln. In questo periodo assistiamo al progressivo cambiamento di Newton, da semplice infermiere durante i primi anni di guerra a disertore poco dopo la morte insensata di suo nipote appena ragazzino. L'evento segnerà definitivamente Knight il quale si ritirerà inizialmente a vivere con sua moglie e suo figlio nella propria fattoria. Una volta scoperto che gli stanno dando la caccia e su di lui pende una condanna a morte (per aver tradito e abbandonato la Confederazione) Newt con l'aiuto di una schiava e curatrice riuscirà a trovare rifugio all'interno di una palude. Questo elemento determinerà anche la svolta narrativa decisiva della pellicola in quanto Newt inizia ad organizzare e materializzare le sue intenzioni di ribellarsi grazie all'inconto con alcuni ex schiavi, anch'essi disertori e latitanti, formando un piccolo nucleo di ribelli. Ulteriormente sconvolto dall'atteggiamento opportunistico dei soldati della Confederazione nei confronti degli agricoltori più poveri della zona, costretti a cedere all'esercito abbondanti quantità del loro ricavato agricolo e pagando tasse eccessivamente alte per le loro disponibilità economiche, Newton riesce a convincere donne e uomini, schiavi ed ex soldati a ribellarsi tutti insieme contro il sistema oppressivo e discriminatorio. Grazie alla sua determinazione e lungimiranza il corpo capitanato da Knight riuscirà a dichiarare indipendenti un importante numero di contee che vengono unificate e ribattezzate come appunto, il Free State of Jones. La battaglia dell'uomo però non si fermò dopo la fine della guerra e l'ascesa al potere del presidente Lincoln, in quanto continuò a battersi per il riconoscimento dei diritti dei neri, da quello al voto a quello dell'autodeterminazione, continuando egli stesso a vivere e incoraggiare la prima comunità mista d'America in un contesto che si faceva via via sempre più teso data l'ascesa del KKK.
La pellicolla in questione è dunque un ottimo esempio tra dramma storico e biografico che getta luce su un personaggio poco noto della storia americana moderna che nonostante ciò ebbe un notevole impatto sociale. Ross, supportato da un ottima sceneggiatura, riesce a descivere in maniera meticolosa e bilanciata il personaggio ambiguo e provato di N. Knight e della sua lotta sociale. Grazie all'interpretazione intensa e verosimile di McConnaisance ne esce un ritratto complesso ma accurato di una figura in perenne bilico tra luce e ombra, un ribelle che non esita ad usare la violenza ma che al tempo stesso crede nel Vangelo e si fà guidare dalla parola di Dio. Un antieroe guerrigliero che per primo oso ribellarsi ad un sistema basato sull'oppressione del prossimo, dove gli schiavi non erano minimamente considerati persone ma oggetti di compra-vendita volti a far accumulare potere e denaro alle famiglie benestanti del Sud.
Con i termini di oggi potremmo dire che Knight è stato uno dei primi giustizieri sociali e grazie alla sua ferrea volontà e senso di uguaglianza riuscì a mettere le basi alla società multirazziale che conosciamo oggi.
Ross riesce così indiscutibilmente a mettere in piedi un solido dramma storico che risulta più che mai attuale data l'insorgenza di tensioni tra le comunità di neri e bianchi in America e non solo. Un film letterario e delicato, crudo e poetico al contempo, scandito da un tempo narrativo lento ma scorrevole e mai noioso che riesce ottimamente a rappresentare le diverse fasi di vita ed evoluzione del movimento rivoluzionario nel durante e nel dopo guerra. Inframezzato da una storia parallela più recente che si estende circa agli anni '40, e riguarda un discendente di Knight, ma anche da autenttiche fotografie d'epoca questo film riesce indubbiamente a catturare e mantenere vivo l'interesse dello spettatore, appassionarlo ai personaggi principali (Knight, Moses, Rachel) e risultare convincente.
Ornato da una fotografia, anche naturale, eccellente, sempre attenta ai dettagli e ai colori quest'opera si pone facilmente tra i migliori film del 2016. Restano particolarmente impresse le scene ambientate nella palude dove ruba la scena lo spettacolo naturale della morfologia tipica del Sud degli States (l'ambientazione riguarda il Mississipi). Altrettanto curata è la scenografia, la ricostruzione storica di abiti e architettura del posto. Supportato da interpretazioni di ottimo livello le quali vengono affidate ad attori che più volte hanno dato prova di sè, quali l'ipnotico e determinato Matthew McConaughey, la talentuosa e dammatica Gugu Mbatha-Raw ma anche lo stoico Mahersala Ali che incarna la sofferenza e il riscatto degli schiavi neri nei panni di Moses, uomo segnato dalla privazione e dolore. Non mancano dunque le giuste introspezioni psicologiche e lo spessore emotivo dei personaggi, principali e secondari.
Privo di retorica o didatticismo gratuito il film si propone non solo come opera storica di indubbia qualità e valore ma come opera sociale più che mai attuale e preziosa. Da vedere assolutamente 4,5/5.
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[+] una cupa parabola per l’america odierna
(di antonio montefalcone)
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fight_club
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sabato 3 dicembre 2016
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la liberta' che viene da dentro di noi
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solido e potente questo nuovo film di Gary Ross dove il protagonista, disertore dell'esercito sudista durante la guerra di secessione americana, combatte la sua battaglia contro le ingiustizie insieme a un manipolo di schiavi di colore fuggiti dai loro padroni. Accampato in una palude quasi fosse una prigione a cielo aperto Newt Knight è bravo a rovesciare e a imporre il suo punto di vista ai suoi compagni di sventura, infatti non sono loro ad essere succubi di quel luogo perchè è proprio lì che sono finalmente liberi da tutte le oppressioni e padroni di sentirsi finalmente normali e uguali a tutti gli altri. Un sentimento di libertà che travalica quel piccolo spazio che occupano e che in seguito cercheranno di espandere e che, con il passare degli anni, aiuterà un discendente dello stesso Knight a combattere egli stesso per la libertà di amare chi si vuole.
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solido e potente questo nuovo film di Gary Ross dove il protagonista, disertore dell'esercito sudista durante la guerra di secessione americana, combatte la sua battaglia contro le ingiustizie insieme a un manipolo di schiavi di colore fuggiti dai loro padroni. Accampato in una palude quasi fosse una prigione a cielo aperto Newt Knight è bravo a rovesciare e a imporre il suo punto di vista ai suoi compagni di sventura, infatti non sono loro ad essere succubi di quel luogo perchè è proprio lì che sono finalmente liberi da tutte le oppressioni e padroni di sentirsi finalmente normali e uguali a tutti gli altri. Un sentimento di libertà che travalica quel piccolo spazio che occupano e che in seguito cercheranno di espandere e che, con il passare degli anni, aiuterà un discendente dello stesso Knight a combattere egli stesso per la libertà di amare chi si vuole. Come in Pleasantville, Hunger games e, in parte, Dave - presidente per un giorno il regista pone in primo piano i sentimenti di una persona, sentimenti talmente forti da spezzare e forgiare un nuovo mondo ribaltando i vecchi concetti e i vecchi "guardiani" dello stato delle cose. Matthew McConaughey si conferma attore di fortissima personalità e bravura, non da meno sono i personaggi di contorno dove si nota con piacere Mahershala Ali già visto in House of cards. voto finale 8+
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loland10
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martedì 20 dicembre 2016
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desiderata libertà
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"Free State of Jones" ( id., 2016) è il quarto lungometraggio del regista di Los Angeles Gary Ross.
La storia al cinema, la storia sconosciuta sul grande schermo, la piccola storia di uomini e donne ( con ragazzi) che per vivere liberi rischiano tutto, casa, figli d cibo per sfamarsi. Siamo nel 1862, durante la sanguinosa guerra civile americana , e Newton Knight, lascia l'esercito per diventare un 'capo banda armato' di disertori guidando la rivolta contro la Confederazione e fondando uno 'Stato libero di Jones' dove prevalgono i valori essenziali della condivisione, del lavoro e il rifiuto di ogni forma di schiavismo.
Gli eventi particolareggiati negli incontri, scontri, battaglie, rivalità, fatti, volti e politica spicciola riguardano la civiltà e il poter vivere con dignità il proprio destino.
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"Free State of Jones" ( id., 2016) è il quarto lungometraggio del regista di Los Angeles Gary Ross.
La storia al cinema, la storia sconosciuta sul grande schermo, la piccola storia di uomini e donne ( con ragazzi) che per vivere liberi rischiano tutto, casa, figli d cibo per sfamarsi. Siamo nel 1862, durante la sanguinosa guerra civile americana , e Newton Knight, lascia l'esercito per diventare un 'capo banda armato' di disertori guidando la rivolta contro la Confederazione e fondando uno 'Stato libero di Jones' dove prevalgono i valori essenziali della condivisione, del lavoro e il rifiuto di ogni forma di schiavismo.
Gli eventi particolareggiati negli incontri, scontri, battaglie, rivalità, fatti, volti e politica spicciola riguardano la civiltà e il poter vivere con dignità il proprio destino. Un racconto quasi oscuro quello del disertore, lontano da ogni roboante dichiarazione, che si rifugia in un bosco limitato da paludi e fiumi dove regna la fratellanza di facce diverse e vicine negli intenti. Una storia minima che viene alla ribalta dentro l'evento della Guerra Civile e della centralità politica.
Il racconto, seppur didascalico e alquanto sentito, è poco incline allo sconguasso eroico fino a se stesso; ci offre un'interpretazione di Matthew McConaughey convincente e sincera conquistando lo schermo e tenendo il film per tutta la sua durata ( per oltre centoquaranta minuti): sempre in prima fila, combattivo, in parte, incisivo e decisivo fino all'epilogo finale.
Una fotografia efficace, una buona ambientazione e un cast che riesce bene a ruotare attorno al personaggio di Knight danno alla pellicola una giusta riuscita con una convinzione di aver assistito ad una proiezione misurata, lineare ma certamente con un tono convincente.
La regia risulta abbastanza ammorbidita sul volto dell'attore in primo piano e non dà mai la sensazione di vera inventiva: ma il film merita un giusto riconoscimento. Gli intermezzi fermo-immagini danno risalto alle intenzioni di un documento- film.
Voto: 7,5/10.
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enzo70
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lunedì 5 dicembre 2016
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ross racconta una storia sconosciuta con intensità
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Gary Ross racconta uno stralcio della guerra civile americana; il protagonista è Newt Knight, un soldato della confederazione che diserta per ortare a casa il cadavere del nipote; e che una volta tornato a casa non riesce a tollerare le angherie nei confronti della sua gente da parte dell’esercito; e così si ritira in una palude insieme a dei negri fuggiaschi per creare una sorta di terra libera ed avviare una guerra civile nella guerra civile.
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Gary Ross racconta uno stralcio della guerra civile americana; il protagonista è Newt Knight, un soldato della confederazione che diserta per ortare a casa il cadavere del nipote; e che una volta tornato a casa non riesce a tollerare le angherie nei confronti della sua gente da parte dell’esercito; e così si ritira in una palude insieme a dei negri fuggiaschi per creare una sorta di terra libera ed avviare una guerra civile nella guerra civile. E man mano le fila del piccolo esercito di Newt si incrementano con l’arrivo di diseredati, negri e disillusi. Uno dei problemi del gruppo della palude è l’integrazione tra bianchi e neri, ma Newt è inflessibile nel garantire la parità sociale, nel Missisipi, nella terra libera di Jones. Storia vera, quella portata sul grande schermo da Ross che al tono romanzesco preferisce quello del racconto storico. E sicuramente la scelta di Matthew McConaughey per interpretare il ruolo del protagonista è perfetta, per un film intenso serve un attore intenso. Ross indugia sui particolari ed il risultato è un film lento, per amatori, qualche mugugno nella sala, una multisala da blockbuster, però, l’ho sentito. Ma per lo spettatore più esigente e disposto a sentirsi raccontare questo sconosciuto spaccato di storia americano in oltre due ore è in programmazione un film da non perdere. E McConaughey potrebbere bissare quella statuetta.
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alex62
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sabato 17 settembre 2016
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eroismo
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Matthew McConaughey è un attore molto poliedrico, che ha lasciato tracce del suo lavoro nella nostra memoria emotiva, di multiforme segno e caratura. Indimenticabile nel visionario e profetico EDTV, dove si ritrova 24 ore su 24 sotto il freddo occhio della telecamera di un Grande Fratello ante litteram (o forse post - visto che il Grande Fratello lo inventò George Orwell nel 1949 (compare nell'ultimo romanzo di questo straordinario scrittore inglese, “1984”). Ma altrettanto inevitabile è il ricordo nel ruolo del cacciatore di draghi, accanto a un'altra star che come lui ama tormentare il suo corpo per trasformarlo, senza ritegno, nel personaggio che è chiamato a interpretare, Christian Bale, il film era: Il regno del fuoco.
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Matthew McConaughey è un attore molto poliedrico, che ha lasciato tracce del suo lavoro nella nostra memoria emotiva, di multiforme segno e caratura. Indimenticabile nel visionario e profetico EDTV, dove si ritrova 24 ore su 24 sotto il freddo occhio della telecamera di un Grande Fratello ante litteram (o forse post - visto che il Grande Fratello lo inventò George Orwell nel 1949 (compare nell'ultimo romanzo di questo straordinario scrittore inglese, “1984”). Ma altrettanto inevitabile è il ricordo nel ruolo del cacciatore di draghi, accanto a un'altra star che come lui ama tormentare il suo corpo per trasformarlo, senza ritegno, nel personaggio che è chiamato a interpretare, Christian Bale, il film era: Il regno del fuoco. Non citerò i più recenti e autoriali successi di questo ottimo attore, che sono più che evidenti ed anche troppo sottolineati.
Questa volta veste i panni lerci e consumati di Newton Knight (nomen omen: un vero cavaliere moderno!), che, quasi da solo, riuscì a liberare 3 Stati dai Confederati schiavisti per unirli, ancor prima della fine della grande guerra civile americana al Nord già libero.
Sulla sua tomba l'epitaffio recita: “visse per gli altri”; e quello che si narra nel film è praticamente verità storica.
Gli occhi da invasato di McConaughey, la voce roca, i denti rotti, le movenze da ubriaco disegnano un personaggio a tutto tondo, senza la minima sbavatura, - la cosa che sorprende di più, senza il minimo narcisismo - un personaggio, dicevo, capace di uccidere a mani nude e con le stesse mani di accarezzare timidamente un neonato.
Si tratta di un film da 50 milioni di dollari, non tanto piccolo, soprattutto a causa di alcune scene di battaglia, non memorabili, ma estremamente realistiche.
Tratta di argomenti durissimi, amcora di dolorosa attualità…e non solo in USA…la segregazione razziale, protrattasi dalle perfide e vigliacche imprese del Ku-Klux-Klan fino agli anni 60 dello scorso secolo hanno lasciato profonde cicatrici, molte delle quali non ancora rimarginate se si guarda agli omicidi di neri (spesso disarmati) di cui è responsabile la polizia statunitense, quasi ogni giorno.
Knight fondò uno Stato libero che aveva come sua carta costituzionale solo l'uguaglianza fra tutti gli esseri umani; forse il principio dei diritti umani naturali più difficile da attuare e mantenere, anche oggigiorno.
È un film splendido, teso e diretto come la traiettoria di una freccia tesa al bersaglio, il bersaglio della vergogna e della disperazione di chi, per secoli si è visto negare i diritti più elementari. Come direbbe la filosofa spagnola, Maria Zambrano, di un intero popolo, che dal margine della strada della storia, continua a chiamare le nostre coscienze, con una voce flebile, ma ineludibile, alla resa dei conti.
Non c'è differenza di colore, di religione, di stato, di censo, di PRESUNTA “razza” che possa giustificare la violenza, la tratta, la prigionia, la vendita e lo scambio di un solo essere umano.
L'unica legge eterna, tatuata sul cuore di ogni uomo e donna dal dito stesso di Dio, è LIBERTÀ!
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gianleo67
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lunedì 2 gennaio 2017
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o masaniello...ro mississipi
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Dopo aver disertato dalle fila delle truppe confederate in seguito alla morte del giovane nipote, il fabbro e contadino Newton Knight ritorna nella natia contea di Jones, dove si oppone alle regolari confische operate dall'esercito sudista ai danni della popolazione civile ridotta in miseria. Entrato in clandestinità, costituirà un esercito irregolare di schiavi fuggitivi e contadini ribelli che proclamerà un proprio stato indipendente fino alla fine della guerra civile ed alla vittoria dell'Unione con la promulgazione del XIII Emendamento che abolisce la schiavitù. Unitosi ad una ex schiava liberata, si batterà anche dopo la fine della guerra per l'applicazione del diritto voto della popolazione nera già vessata dal nascente Ku Klux Klan.
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Dopo aver disertato dalle fila delle truppe confederate in seguito alla morte del giovane nipote, il fabbro e contadino Newton Knight ritorna nella natia contea di Jones, dove si oppone alle regolari confische operate dall'esercito sudista ai danni della popolazione civile ridotta in miseria. Entrato in clandestinità, costituirà un esercito irregolare di schiavi fuggitivi e contadini ribelli che proclamerà un proprio stato indipendente fino alla fine della guerra civile ed alla vittoria dell'Unione con la promulgazione del XIII Emendamento che abolisce la schiavitù. Unitosi ad una ex schiava liberata, si batterà anche dopo la fine della guerra per l'applicazione del diritto voto della popolazione nera già vessata dal nascente Ku Klux Klan.
Affresco storico-biografico su di un personaggio apparentemente marginale della Storia Americana, il film di Gary Ross esalta l'epica antieroica di un masaniello d'oltreoceano che tenta di promuovere le istanze di un libertarismo popolare contro le vessazioni del potere e le sperequazioni economiche alla base del conflitto civile. Nelle more di una rappresentazione romanzata che sembra dimenticare il solito, noioso realismo di una attendibile ricostruzione storiografica, si infila dritto dritto il discorso sulle motivazioni personali (il nipote morto) e ideologiche (la difesa classista e atirazziale) che consente di uscire dalla palude della semplice agiografia per farsi narrazione di più ampio respiro su di una pagina misconosciuta della guerra civile: attraverso le gesta di un novello Robin Hood del Mississippi che sottrae ai ricchi impedendo allo stesso tempo di rubare ai poveri e sfruttando la naturale protezione di una foresta di mangrovie al posto delle betulle e dei querceti delle più famose lande Nord Europee. Insomma, la storia si ripete quale inusuale variante del dramma storico sulle nefandezze del conflitto civile americano, non senza concessioni alla solita retorica buonista di un misconosciuto antesisgnano dei diritti civili e le necessarie semplificazioni sulle contraddizioni di un faticoso e lungo processo di emancipazione che ancora 80 anni dopo impediva ad un discendente bianco con un ottavo di sangue negro di contrarre matrimonio con una pulzella ariana degli stati del sud. Sebbene shematico nel comporre il quadro di un estenunate conflitto giocato sulle opposte sponde di uno spartiacque paludoso tra i latifondi coltivati a cotone e i campi di mais della povera gente, riesce a trovare un buon equilibrio narrativo tra scorribande banditesche e conflitti personali, puntando sulla correttezza di una messa in scena comunque priva di guizzi particolari o di memorabili scene madri. Abbastanza disomogenei invece appaioni gli inserti dei flashforward che ci riportano alle campanilistiche resistenze giuridiche e legislative allo spirito costituzionale federale e libertario che si accaniscono giustappunto sullo sfortunato discendente dell'indomito avo dedito ad una insana promiscuità razziale. Matthew McConaughey perfettamente in parte nel ruolo del barbuto cavaliere senza macchia di un Newton 'Knight' con cui condivide impressionanti affinità fisiognomiche.
Da vedere rigorosamente in lingua originale, per apprezzare lo slang razzista che appella gli adulti liberti con il dispregiatito termine 'boy' ed associa l'aggettivo 'nigger' ad un sinonimo comunemente usato come estensione per il più generale termine 'schiavo'.
Je so' pazzo je so' pazzo
si se 'ntosta 'a nervatura
metto a tutti 'nfaccia o muro
je so' pazzo je so' pazzo
e chi dice che Masaniello
poi negro non sia più bello?
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paolp78
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sabato 25 giugno 2022
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storia minore, ma significativa
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Nella storia degli Stati Uniti d’America un posto di preminenza deve essere certamente riservato alla guerra di secessione (12 aprile 1861 - 23 giugno 1865)
Hollywood ha ambientato tante pellicole di successo in questo particolare periodo storico, molte tratte da romanzi ed opere letterarie (“Via col vento” di Victor Fleming resta ancora oggi la più celebre di queste) ed altrettante che invece hanno portato sul grande schermo ricostruzioni di reale valore storiografico (tra le altre si ricordano le pellicole biografiche del presidente Linconl): questo film diretto e sceneggiato da Gary Ross si iscrive al secondo dei due filoni.
Rispetto agli altri film del genere, questo di Ross si distingue in quanto prende ad oggetto uno scorcio del tutto originale della guerra tra l’Unione e gli Stati Confederati, offrendo al grande pubblico la possibilità di apprendere ed approfondire eventi storici meno noti, ma assolutamente interessanti.
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Nella storia degli Stati Uniti d’America un posto di preminenza deve essere certamente riservato alla guerra di secessione (12 aprile 1861 - 23 giugno 1865)
Hollywood ha ambientato tante pellicole di successo in questo particolare periodo storico, molte tratte da romanzi ed opere letterarie (“Via col vento” di Victor Fleming resta ancora oggi la più celebre di queste) ed altrettante che invece hanno portato sul grande schermo ricostruzioni di reale valore storiografico (tra le altre si ricordano le pellicole biografiche del presidente Linconl): questo film diretto e sceneggiato da Gary Ross si iscrive al secondo dei due filoni.
Rispetto agli altri film del genere, questo di Ross si distingue in quanto prende ad oggetto uno scorcio del tutto originale della guerra tra l’Unione e gli Stati Confederati, offrendo al grande pubblico la possibilità di apprendere ed approfondire eventi storici meno noti, ma assolutamente interessanti. Peccato l’eccesso di retorica perbenista, in linea con la visione moderna.
Personalmente devo confessare che non conoscevo le vicende della contea di Jones e la proclamazione dell’omonimo stato, né avevo mai sentito parlare del protagonista di tali eventi, il ribelle Newton Knight apprezzabilmente interpretato da Matthew McConaughey, che aveva interpretato una parte molto diversa ma con alcuni elementi in comune nell'ottimo "Amistad" di Steven Spielberg.
Si ritrovano anche alcuni aspetti più noti, ma non molto rappresentati nella cinematografia, quali lo scarso impatto che ebbe inizialmente l’abolizione della schiavitù nella società degli stati sudisti, dove di fatto non si ebbe un cambiamento tangibile nelle vite delle popolazioni di colore.
Le persecuzioni razziali, la nascita del Ku Klux Klan, le problematiche derivanti dal riconoscimento del diritto di voto ai neri, sono tutte tematiche trattate in modo narrativamente convincente, sebbene si debba ritenere che per la migliore riuscita di tale aspetto si sia sacrificato quello prettamente storiografico.
Tra gli interpreti, oltre a McConaughey si ricordano Gugu Mbatha-Raw nella parte femminile di maggior rilievo, l’ottimo comprimario Mahershala Ali ed infine l’attrice Keri Russell, più nota per le sue apparizioni televisive che cinematografiche.
Buona l’opera di Ross anche nella sceneggiatura. Le scorribande dei ribelli capeggiati da Newton Knight, sono descritte in modo cinematograficamente efficace, tanto che richiamano quelle di Robin Hood e della sua banda contro lo sceriffo di Nottingham, ruolo quest’ultimo che nella pellicola di Ross sembra attagliarsi al tenente confederato dedito a vessare la povera gente requisendo loro ogni mezzo di sostentamento.
Ottimi costumi e scenografie, cosa che non stupisce vista la capacità delle moderne produzioni hollywoodiane di ricreare gli ambienti delle epoche passate sin nei minimi dettagli.
Accanto alla storia principale ce ne è un’altra che in qualche modo vi è collegata ed alla quale è riservato un minutaggio minimo, ma che ciò nonostante è capace di indurre profonde riflessioni e suggestioni su quello che è stato il lungo e faticoso percorso per l’affermazione dei diritti civili della minoranza nera negli Stati Uniti.
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filippo catani
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martedì 6 dicembre 2016
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niente di nuovo al fronte
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Il film narra le gesta di Newt Knight infermiere dell'esercito sudista e poi disertore a seguito dell'uccisione del nipote. L'uomo negli anni seguenti combatterà una serie di battaglie in favore dell'egualitarismo.
Senza girarci troppo intorno è bene raccontarsi le cose subito come stanno; certamente questa pellicola fa luce su una vicenda non troppo nota della storia americana ma poco aggiunge al filone sulle battaglie razziali e per l'uguaglianza. Due ore un quarto dove un buon McCounaghly passa il tempo tra fucili, paludi e rivendicazioni decisamente sacrosante ma insomma di cui abbiamo già discusso abbondantemente. La sensazione finale è quella di aver visto un fritto misto composto da 12 Anni schiavo, Amistad e altri film di genere.
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Il film narra le gesta di Newt Knight infermiere dell'esercito sudista e poi disertore a seguito dell'uccisione del nipote. L'uomo negli anni seguenti combatterà una serie di battaglie in favore dell'egualitarismo.
Senza girarci troppo intorno è bene raccontarsi le cose subito come stanno; certamente questa pellicola fa luce su una vicenda non troppo nota della storia americana ma poco aggiunge al filone sulle battaglie razziali e per l'uguaglianza. Due ore un quarto dove un buon McCounaghly passa il tempo tra fucili, paludi e rivendicazioni decisamente sacrosante ma insomma di cui abbiamo già discusso abbondantemente. La sensazione finale è quella di aver visto un fritto misto composto da 12 Anni schiavo, Amistad e altri film di genere. Peccato perchè in questi tempi bui dove gli uomini incappucciati del KKK tornano a far sentire la propria voce, si poteva fare un tantinello di meglio di un film che vive di frasi a effetto stile action e un ritmo troppo blando per non parlare del pedissequo parallelismo tra passato e processo nel "presente". No questa volta usciamo delusi e anche un po' annoiati.
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