angelo umana
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martedì 21 luglio 2020
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la cena delle beffe
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Bisogna riconoscere a Paolo Genovese una buona capacità d'osservazione dei costumi sociali e qualcosa degli animi delle persone, o dei suoi protagonisti. Principalmente mi riferisco a The Place e a Perfetti sconosciuti, non avendo visto diversi altri suoi film. Con la sua cultura classica riesce a “sfruculiare” - termine volgare ma simpatico che può usarsi per stuzzicare, frugare - discussioni e punti di vista su comportamenti diffusi.
Qui, in Perfetti Sconosciuti, si dicono cose abbastanza conosciute ma che per timore perbenismo privacy o vizi privati (non tanto viziosi poi né giudicabili) non devono essere divulgate, soprattutto nella coppia.
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Bisogna riconoscere a Paolo Genovese una buona capacità d'osservazione dei costumi sociali e qualcosa degli animi delle persone, o dei suoi protagonisti. Principalmente mi riferisco a The Place e a Perfetti sconosciuti, non avendo visto diversi altri suoi film. Con la sua cultura classica riesce a “sfruculiare” - termine volgare ma simpatico che può usarsi per stuzzicare, frugare - discussioni e punti di vista su comportamenti diffusi.
Qui, in Perfetti Sconosciuti, si dicono cose abbastanza conosciute ma che per timore perbenismo privacy o vizi privati (non tanto viziosi poi né giudicabili) non devono essere divulgate, soprattutto nella coppia. Lo diceva anche Clint Eastwood nel suo Hereafter, ma in vicende ben diverse, che “non è bene sapere tutto dell'altro/a”. In fondo il “non detto”, i nostri piccoli segreti o passatempi, fan più bella la vita. E così, tra un “amore sbrigati” e un “tesoro spicciati” - gli amore-tesoro che dopo un anno di matrimonio al massimo diventano un intercalare, un'espressione vuota qualsiasi – tre coppie e un single si trovano a una cena a casa di un “lui” che ama cucinare.
Il ritrovo è un momento di bella atmosfera, scherzi tra amici maturi che si conoscono da tempo, pettegolezzi e ironie in relax, e il cibo è buono. E Battiston Mastandrea Giallini e la Rohrwacher, ma anche tutti gli altri, rendono benissimo l'idea e il piacere del ritrovo. Il regista-sceneggiatore ha voluto combinare uno scherzo a questi, o a noi tutti: ai convenuti ha fatto tirar fuori l'idea – dato che tra amici e in coppia ci conosciamo tutti a memoria e non abbiamo nulla da nascondere - di posare i propri telefonini sul tavolo e ascoltare o parlare col viva-voce nelle telefonate e messaggi che potrebbero arrivare. Una sfida affrontata con ostentata tranquillità da tutti. Così l'atmosfera si stravolge, vengono fuori verità nascoste e conflitti nelle coppie, i segreti vengono messi in “piazza”, la cena diventa delle “beffe”, non è violento come Carnage di Polanski ma poco ci manca. Il film è bello e terribile. La morale la dice il personaggio di Giallini, il cuoco padrone di casa, che ha l'aria molto assennata: siamo esseri frangibili, con queste “scatole nere” che contengono tutti i nostri segreti ci possiamo far del male (… o esse servono soprattutto nei rapporti clandestini, ndr). Eppure il recente ammogliato e in dolce attesa personaggio della Rohrwacher lo dice, i matrimoni mi fanno tristezza, non ci ho mai creduto.
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martinagh
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lunedì 22 febbraio 2016
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perfetta interpretazione di umorismo
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Un film davvero di ottimo livello, da ogni punto di vista. Eccellente interpretazione da parte del cast, che contribuisce a coinvolgere il pubblico per tutta la durata del film, nonostante sia praticamente basato su un lungo dialogo tra amici seduti attorno ad un tavolo. Leggero e impegnato al tempo stesso, riesce a soddisfare le esigenze di tutte le categorie di spettatore. E' in grado di far ridere per tutta la durata il pubblico più superficiale, che si aspettava di vedere un film comico; e allo stesso tempo di divertire ed emozionare chi è in grado di cogliere gli spunti per riflessioni più profonde sui rapporti umani, sui pregiudizi e sugli effetti che lo sviluppo della tecnologia ha avuto su di essi.
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Un film davvero di ottimo livello, da ogni punto di vista. Eccellente interpretazione da parte del cast, che contribuisce a coinvolgere il pubblico per tutta la durata del film, nonostante sia praticamente basato su un lungo dialogo tra amici seduti attorno ad un tavolo. Leggero e impegnato al tempo stesso, riesce a soddisfare le esigenze di tutte le categorie di spettatore. E' in grado di far ridere per tutta la durata il pubblico più superficiale, che si aspettava di vedere un film comico; e allo stesso tempo di divertire ed emozionare chi è in grado di cogliere gli spunti per riflessioni più profonde sui rapporti umani, sui pregiudizi e sugli effetti che lo sviluppo della tecnologia ha avuto su di essi.
E' per questi motivi che ritengo "Perfetti Sconosciuti" un'ottima rivisitazione moderna dell'umorismo pirandelliano. Infatti, vedendo uomini e donne adulti, maturi, mentire e tentare di nascondere in modo buffo le proprie nefandezze, è impossibile trattenere la risata. Ma più passano i minuti, più si inserisce un crescendo di emozioni, in cui il comico lascia spazio al sentimento, alla riflessione, e non si può uscire dal cinema senza provare tristezza, per qualcosa che è così talmente assurdo quanto infinitamente vero.
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maggie69
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domenica 28 febbraio 2016
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analista e analisi... ?
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Il film per i primi 3/4 é scontato, poi ottimo. Tutti bravissimi, Giallini su tutti ermejo.. Una precisazione: gli analisti che fanno analisi sono i freudiani, le cui terapie durano anni e l'esito non é certo. Ad oggi esistono moooolte altre "terapie", di tipo cognitivo e/o comportamentale che sono brevi ed efficaci. Chi la pratica si chiama psicologo o psicoterapeuta e il percorso si chiama terapia. Il film fa fare una pessima figura a tutta la categoria - analistifreudiani e terapeutimoderni - mostrando scarsa capacitá della moglie di Giallini di essere psicologa di se stessa... come può essere brava con i suoi clienti? Chi ha un disagio psico-fisico oggi, con una terapia cognitivo-comportamentale - oggi, ripeto, in 6 mesi (un incontro a settimana) risolve.
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Il film per i primi 3/4 é scontato, poi ottimo. Tutti bravissimi, Giallini su tutti ermejo.. Una precisazione: gli analisti che fanno analisi sono i freudiani, le cui terapie durano anni e l'esito non é certo. Ad oggi esistono moooolte altre "terapie", di tipo cognitivo e/o comportamentale che sono brevi ed efficaci. Chi la pratica si chiama psicologo o psicoterapeuta e il percorso si chiama terapia. Il film fa fare una pessima figura a tutta la categoria - analistifreudiani e terapeutimoderni - mostrando scarsa capacitá della moglie di Giallini di essere psicologa di se stessa... come può essere brava con i suoi clienti? Chi ha un disagio psico-fisico oggi, con una terapia cognitivo-comportamentale - oggi, ripeto, in 6 mesi (un incontro a settimana) risolve. Se hai un disagio o un problema o una decisione da prendere o non sai come affrontare qualcosa.. rivolgiti ad uno psicologo cognitivo-comportamentale. Lo psicoterapeuta cura i disturbi veri e propri e ti assicuro che solo il 10% delle persone ha un vero e proprio disturbo. E se vedi che non vai avanti vattene. Rimarresti da un fentista che ti fa male?
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rongiu
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giovedì 10 marzo 2016
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il tempo di un eclissi
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Il regista Paolo Genovese con gli altri sceneggiatori \ Filippo Bologna, Paola Mammini, Paolo Costella e Rolando Ravello / hanno dato vita ad una scrittura intrigante ed avvincente oltre che appassionante; per i contenuti proposti ed il modo. Un lavoro del genere, come tanti altri, non nasce all’improvviso. Ma, è frutto di una ricerca più o meno lunga, associata all’azione. Quindi, ricerca-azione. E, sicuramente, lo strumento utilizzato per proporre l’/gli argomento/i trattati non sono inseriti in un ambiente, come dire “neutro” e compagnia bella. Nel senso che, il cinema e questo film possono produrre o no, “cambiamenti” in base alle riflessioni che esso stimola.
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Il regista Paolo Genovese con gli altri sceneggiatori \ Filippo Bologna, Paola Mammini, Paolo Costella e Rolando Ravello / hanno dato vita ad una scrittura intrigante ed avvincente oltre che appassionante; per i contenuti proposti ed il modo. Un lavoro del genere, come tanti altri, non nasce all’improvviso. Ma, è frutto di una ricerca più o meno lunga, associata all’azione. Quindi, ricerca-azione. E, sicuramente, lo strumento utilizzato per proporre l’/gli argomento/i trattati non sono inseriti in un ambiente, come dire “neutro” e compagnia bella. Nel senso che, il cinema e questo film possono produrre o no, “cambiamenti” in base alle riflessioni che esso stimola. I temi trattati, devono essere captati non solo nel loro valore informativo, ma anche come “situazione lampo” per un avvio di discussione sul “cosa ne pensi se…?” Quindi, la ricerca-azione si tramuta in riflessione-discussione-rielaborazione. E, scusate, se è poco.
Di Paolo Genovese, dei suoi lavori, dei suoi premi e compagnia bella si conosce tanto; chi desidera, può approfondire. Ma di questi “sconosciuti”, per giunta “perfetti” cosa si sa? Si sa che, sono un gruppo di “amici” forse, che si riuniscono, in casa di uno di loro, del dott. Rocco \ Marco Giallini / chirurgo plastico, (non figlio di medici) e sposato con la dott.ssa Eva \ Kasia Smutniak / figlia di medici (questo è un particolare interessante, da non sottovalutare, mi par di capire e suggerire). I due, hanno una figliola 17enne che quando ha da “comunicare” con i genitori, lo fa solo con uno dei due. Banale? Forse, ma non tanto.
La seconda coppia presente alla incredibile cena, è formata da Bianca e Cosimo \ Alba Rohrwacher (futuro premio Oscar) – Edoardo Leo /. Una veterinaria preparata, innamorata del proprio lavoro e del marito. La sua concezione lineare del tempo, è rappresentata da un freccia che corre impetuosamente verso il futuro ed un futuro sereno (importantissimo, è appena sposata). Il marito Cosimo, attualmente tassista, “probabilmente” in un prossimo futuro coglierà l’occasione per un “salto di qualità”. Le idee, nella sua mente, si muovono veloci come gli atomi. Quando ha conosciuto Bianca, (che proprio non ne voleva sapere di altre storie, matrimonio e compagnia bella) il salto, quello di qualità ha pensato di farlo per d’avvero. Ma poi?
La terza coppia, è formata da Lele e da Carlotta \ Valerio Mastrandrea e Anna Foglietta /. Funzionario lui, casalinga a tempo pieno lei. Probabilmente il loro è un matrimonio come dire, “part-time”, (interessantissima coppia).
Beppe, è l’unico presente alla cena da single, ma perché? Perché la nuova fidanzata che in questo contesto sarebbe stata presentata agli amici, è a letto con la febbre. Dimenticavo, Beppe è un docente di ginnastica e “per motivi a non tutti noti” è alla ricerca di un nuovo lavoro.
Ognuno di questi personaggi, attraverso il gioco (si fa’ per dire) in cui è coinvolto, tirerà fuori da se stesso un segreto importante, un “non detto” ma anche, la consapevolezza che pur conoscendosi da tempo, si ritroveranno ad essere dei “perfetti sconosciuti”.
Ricordate “Il cilindro” di Eduardo de Filippo? In via dei Cristallini, a Napoli, dove la commedia è ambientata , Agostino Muscariello \ Eduardo De Filippo / presenta un personaggio, Agostino, appunto, come una sorta di “maschera pirandelliana”. Ma perché? Perché Agostino vuole difendersi da qualche cosa o vuole “essere qualche cosa?” AGOSTINO: Non si parte dal cappello a cilindro, ci si arriva. [...] Prima di tutto, la potenza di questo cappello la potranno capire solamente gli uomini istruiti. Gli analfabeti lo troveranno esagerato per la loro condizione, e non si permetteranno mai, non dico di portarlo abitualmente, ma neppure di metterselo in testa per un solo momento. [...] Insomma, caro Rodolfo questo è un cappello eterno e miracoloso. E ogni famiglia bisognosa ne dovrebbe tenere uno, sempre pronto, appeso alla cappelliera. Io me lo tengo geloso, e lo porto sempre in testa, perché mi ha salvato in diverse occasioni.
Ed oggi, cosa può sostituire il cappello eterno e miracoloso? A voi la risposta. Alcune cose sono certe: - il rapporto di coppia è sempre più difficile da gestire. Si litiga, si urla, l’incomprensione è a “portata di mano”. Ed allora, c’è un analfabetismo emotivo-relazionale? Si educa alla buona comunicazione? Costruire una relazione non è cosa facile, nessuno è maestro in questo. Qual è la funzione sociale del matrimonio, oggi? Le domande sono tante, tantissime ed altrettanto le risposte degli studiosi. Vedi letteratura sul tema (miliardi di pagine). Ma cosa centra il cappello a cilindro. C’entra perché come per magia ne escono fuori uno dietro l’altro, quelli che nel 1965 non esistevano.
I cellulari.
I cellulari con i loro contenuti che nascondono, come in un cappello magico, tantissime cose belle, buone, brutte, dolci, raccapriccianti, affascinanti, ammalianti, rimbombanti, amare e compagnia bella. E…
e vengono messi lì sul tavolo; dove insieme alle portate per la cena dove ognuno può esprimere il - mi piace o no- del piatto servito e nessuno ne fa un dramma; diversa cosa avviene se… nel mentre gusto un vinello bianco arriva un SMS. Allora le cose cambiano, diventano serie. Gli animi, gli umori diventati ormai veementi, fanno i conti con realtà fino ad allora “perfettamente sconosciute” ed il tutto, giusto il tempo di un’eclissi. Giusto il tempo di vedere, affacciati ad un balcone, come un cono d’ombra nasconda tantissime fragilità.
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redrose
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giovedì 31 marzo 2016
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perfetti italiani
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Campione d’incassi dopo Checco Zalone. Eccoci qua. “Perfetti Italiani direi”. Commediola brillante, simpatica, qualche buona battuta, risate (molto) amare. Un cast di tutto rispetto che tiene alta l’attenzione. Ah c’è anche lo sliding doors. Probabilmente il segreto di tanto successo è che si sono tutti immedesimati e l’effetto catartico ha fatto una scia di proseliti bisognosi di fare outing…o semplicemente era tanto tempo che non si vedeva una valida commedia all’italiana, con qualche riflessione degna di una buona sceneggiatura. In ogni caso i film che si svolgono tutto il tempo seduti a tavola, mi sanno tanto di terapia di gruppo e allora non lo so, mi annoio.
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Campione d’incassi dopo Checco Zalone. Eccoci qua. “Perfetti Italiani direi”. Commediola brillante, simpatica, qualche buona battuta, risate (molto) amare. Un cast di tutto rispetto che tiene alta l’attenzione. Ah c’è anche lo sliding doors. Probabilmente il segreto di tanto successo è che si sono tutti immedesimati e l’effetto catartico ha fatto una scia di proseliti bisognosi di fare outing…o semplicemente era tanto tempo che non si vedeva una valida commedia all’italiana, con qualche riflessione degna di una buona sceneggiatura. In ogni caso i film che si svolgono tutto il tempo seduti a tavola, mi sanno tanto di terapia di gruppo e allora non lo so, mi annoio. In ogni caso non c'è molto da dire e quindi non saprei cosa scrivere. Tutto quello c’è da sapere nella scatola nera dello Smartphone è assolutamente attuale, ma ahimè poco originale. E molto lontano dai film francesi da cui si cerca maldestramente di scopiazzare. Potete tranquillamente aspettare di vederlo in TV. Se poi volete cogliere l’occasione per rivelare la vostra doppia vita, allora è un altro discorso.
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sev7en
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venerdì 8 aprile 2016
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spumeggiante!
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Ognuno di noi vive tre vite contemporaneamente: una pubblica, una privita ed… una segreta ma e’ proprio quando quest’ultima diventa di pubblico dominio che si scopre la nostra reale personalita’
La commedia italiana torna finalmente alla ribalta, lontano dai grassi saturi dei cinepanettoni o delle sguaiate e scurrili-produzioni fagioli-basate, con la regia di Paolo Genovese ed un cast convincente seppur non stellato.
La classica cena “tra amici” si trasforma in un girone dantesco verso l’inferno delle proprie intimita’ perche’ e’ proprio nel momento in cui la maschera pubblica scompare, che ci si trova come il re nudo, in imbarazzo per i propri “segreti” e quelle concessioni verso le quali si cercano le valvole di sfogo alla routine quotidiana.
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Ognuno di noi vive tre vite contemporaneamente: una pubblica, una privita ed… una segreta ma e’ proprio quando quest’ultima diventa di pubblico dominio che si scopre la nostra reale personalita’
La commedia italiana torna finalmente alla ribalta, lontano dai grassi saturi dei cinepanettoni o delle sguaiate e scurrili-produzioni fagioli-basate, con la regia di Paolo Genovese ed un cast convincente seppur non stellato.
La classica cena “tra amici” si trasforma in un girone dantesco verso l’inferno delle proprie intimita’ perche’ e’ proprio nel momento in cui la maschera pubblica scompare, che ci si trova come il re nudo, in imbarazzo per i propri “segreti” e quelle concessioni verso le quali si cercano le valvole di sfogo alla routine quotidiana.
Fattor comune a storie e personalita’ differenti e’ il cellulare, la SIM card, vero e proprio simulacro della societa’ moderna, con quei nomi in rubrica che possono essere associati a chiunque, quegli SMS o messaggini multimediali con immagini talvolta dalle curve pericolose, o quelle stesse telefonate che sarebbe il caso di ascoltare rigorosamente con gli auricolari… un gioco della bottiglia in cui a chiedere penitenza non sono gli stessi carnefici bensi’ la coscienza di ciascuno di loro che scoperto, si vergogna per la falsita’ con cui mente a se’ stesso e alla propra meta’ che si ama alla follia.
Uomini o donne non c’e’ differenza ed e’ proprio qui che la bravura di registra e, complessivamente, attori riesce a coinvolgere empaticamente lo spettatore, lasciandolo in balia degli eventi, dell’imprevedibilita’ di cosa possa accedere quando tutto inizia a sfaldarsi, la nebia a diradarsi, le mura erette dietro un codice PIN a franare una dopo l’altra come le tessere di un domino.
Ci si sente costantemente tirati in ballo perche’ si finisce con l’immedesimarsi in una delle personalita’ caratterizze, con momenti di riflessione su tematiche attuali benche’ forse il regista per dare un’immagine didascalica alla storia, conduca su binari prevedibili l’intero menu.
La sceneggiatura e’ semplice per questo funziona ed il film scorre rapidamente come un cenone natalizio nonostante la risata sia perlopiu’ dello spettatore e non degli invitati con una sorpresa finale che guardando alla luna fa capire come spesso le cose a noi vicine risultino essere perfettamente… sconosciute.
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robi14
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giovedì 9 giugno 2016
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carino, bello il finale.
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Trovo che il film sia molto ben recitato, ben diretto, sono state create delle situazioni che trasformano il sorriso in amarezza. L'argomento che da il "la" al film, il gioco di telefonini è scontato, non avebbe potuto portare ad altro che ad una situazione tale, tra l'altro, paradossalmente, l'unico che, alla fine, risolve il film è proprio colui che non ha nulla da nascondere, che, anzi, dimostra di essere una persona saggia, profonda e di buoni principi. Si, il bello è quello di sottolineare una situazione becera nella quale si rischia spesso di incappare per la voglia di provocare dei soliti petulanti. In effetti ci sono alcune situazioni che catturano di più l'attenzione, soprattutto, per quanto mi riguarda, il finale.
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Trovo che il film sia molto ben recitato, ben diretto, sono state create delle situazioni che trasformano il sorriso in amarezza. L'argomento che da il "la" al film, il gioco di telefonini è scontato, non avebbe potuto portare ad altro che ad una situazione tale, tra l'altro, paradossalmente, l'unico che, alla fine, risolve il film è proprio colui che non ha nulla da nascondere, che, anzi, dimostra di essere una persona saggia, profonda e di buoni principi. Si, il bello è quello di sottolineare una situazione becera nella quale si rischia spesso di incappare per la voglia di provocare dei soliti petulanti. In effetti ci sono alcune situazioni che catturano di più l'attenzione, soprattutto, per quanto mi riguarda, il finale....molto carino...con il fermarsi sul ponte che lascia con il fiato sospeso.
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stefanocapasso
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mercoledì 17 gennaio 2018
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quando la verità non fa crescere
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Tre coppie e un single si incontrano a cena per il consueto ritrovo tra amici. E’ prevista l’eclissi di luna per quella sera e c’è attesa per l’evento. Quando il discorso cade sulle identità che ognuno può nascondere viene proposto di fare un gioco; condividere con tutti ogni messaggio, notizia e notifica che arriva sul proprio telefono. Col passare della serata le cose prendono una piega drammatica.
Film corale di Paolo Genovese che riflette sulla verità, e sui modi che ognuno usa per costruire la propria. In un crescendo di rivelazioni chi più, chi meno, dimostra di avere un territorio personale che vuole proteggere. E dovrebbe essere un territorio invalicabile, perché è quello che assicura protezione alla persona… Probabilmente proprio la persona che più di tutti è consapevole dei bisogni dell’uomo, Rocco che sta seguendo un percorso psicoterapeutico, ha il buonsenso di interrompere il gioco prima che inizi.
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Tre coppie e un single si incontrano a cena per il consueto ritrovo tra amici. E’ prevista l’eclissi di luna per quella sera e c’è attesa per l’evento. Quando il discorso cade sulle identità che ognuno può nascondere viene proposto di fare un gioco; condividere con tutti ogni messaggio, notizia e notifica che arriva sul proprio telefono. Col passare della serata le cose prendono una piega drammatica.
Film corale di Paolo Genovese che riflette sulla verità, e sui modi che ognuno usa per costruire la propria. In un crescendo di rivelazioni chi più, chi meno, dimostra di avere un territorio personale che vuole proteggere. E dovrebbe essere un territorio invalicabile, perché è quello che assicura protezione alla persona… Probabilmente proprio la persona che più di tutti è consapevole dei bisogni dell’uomo, Rocco che sta seguendo un percorso psicoterapeutico, ha il buonsenso di interrompere il gioco prima che inizi. Le conseguenze della verità che ognuno di noi può rivelare non sono gestibili fintanto che non si è pronti a farlo. Ogni cosa che viene scoperta forzatamente in realtà non produce quella che è la cosa più importante per l’essere umano: il cambiamento evolutivo. Il percorso dello svelamento forzato non si adatta ad una giusta evoluzione della persona
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fabrizio friuli
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giovedì 7 luglio 2022
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l'' uso non idoneo del cellulare genera guai.
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Durante una semplice cena tra amici , i personaggi che appaiono differenti tra di loro prendono ( l' insana ) decisione di condividere i messaggi e le telefonate dei loro cellulari e durante il gioco , dei segreti anche perversi , vengono svelati , e questi segreti rendono la cena tra amici un disastro epocale , i rapporti vengono contaminati ( forse ) permanentemente , ed è possibile capire che solo pochi personaggi sono dotati della coscienza pulita , ma verso la fine , si scopre che il gioco con i cellulari non si è mai verificato, e i segreti sono rimasti nascosti nei cellulari.
Perfetti Sconosciuti è un lungometraggio italiano del regista italiano il cui nome corrisponde a Paolo Genovese , e vanta un cast attoriale di prim' ordine : Anna Foglietta , Edoardo Leo , Marco Giallini, Valerio Mastrandrea , Giuseppe Battiston , Kasia Smutniak e infine Alba Rohrwacher , e tutti loro interpretano dei personaggi che si trovano all ' interno di un appartamento, e ciò rende il film simile ad una rappresentazione teatrale, come Carnage di Roman Polansky, ed ovviamente, le differenze tra i lungometraggi sono numerose, ma entrambi sono dei film leggendari , Perfetti Sconosciuti dimostra quanto possa essere pericoloso utilizzare il cellulare in maniera sbagliata , poiché, quel che fa parte del cellulare, non dovrebbe essere mai conosciuto , e invece i personaggi dimostrano di essere delle persone marce, ma non tutti lo sono , pochi di loro hanno la coscienza pulita , gli altri personaggi sono delle persone fetide, dato che nelle loro vite sono presenti delle relazioni segrete , ed uno di loro nasconde la sua omosessualità, ed è Peppe a confessare che lui ha una storia con un uomo , e non ha rivelato nulla per il bene del suo compagno, per proteggerlo da loro , il personaggio di Peppe è interpretato dall' attore Giuseppe Battiston , ed è stato veramente sublime quando ha interpretato il suo personaggio nel momento in cui Peppw rivela di essere lui il " frocio " , ed è lui uno dei pochi personaggi ad avere la coscienza pulita , come Rocco ( Marco Giallini ) e Bianca ( Alba Rohrwacher ) .
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Durante una semplice cena tra amici , i personaggi che appaiono differenti tra di loro prendono ( l' insana ) decisione di condividere i messaggi e le telefonate dei loro cellulari e durante il gioco , dei segreti anche perversi , vengono svelati , e questi segreti rendono la cena tra amici un disastro epocale , i rapporti vengono contaminati ( forse ) permanentemente , ed è possibile capire che solo pochi personaggi sono dotati della coscienza pulita , ma verso la fine , si scopre che il gioco con i cellulari non si è mai verificato, e i segreti sono rimasti nascosti nei cellulari.
Perfetti Sconosciuti è un lungometraggio italiano del regista italiano il cui nome corrisponde a Paolo Genovese , e vanta un cast attoriale di prim' ordine : Anna Foglietta , Edoardo Leo , Marco Giallini, Valerio Mastrandrea , Giuseppe Battiston , Kasia Smutniak e infine Alba Rohrwacher , e tutti loro interpretano dei personaggi che si trovano all ' interno di un appartamento, e ciò rende il film simile ad una rappresentazione teatrale, come Carnage di Roman Polansky, ed ovviamente, le differenze tra i lungometraggi sono numerose, ma entrambi sono dei film leggendari , Perfetti Sconosciuti dimostra quanto possa essere pericoloso utilizzare il cellulare in maniera sbagliata , poiché, quel che fa parte del cellulare, non dovrebbe essere mai conosciuto , e invece i personaggi dimostrano di essere delle persone marce, ma non tutti lo sono , pochi di loro hanno la coscienza pulita , gli altri personaggi sono delle persone fetide, dato che nelle loro vite sono presenti delle relazioni segrete , ed uno di loro nasconde la sua omosessualità, ed è Peppe a confessare che lui ha una storia con un uomo , e non ha rivelato nulla per il bene del suo compagno, per proteggerlo da loro , il personaggio di Peppe è interpretato dall' attore Giuseppe Battiston , ed è stato veramente sublime quando ha interpretato il suo personaggio nel momento in cui Peppw rivela di essere lui il " frocio " , ed è lui uno dei pochi personaggi ad avere la coscienza pulita , come Rocco ( Marco Giallini ) e Bianca ( Alba Rohrwacher ) .la sceneggiatura del film è del regista stesso ed ha ricevuto il supporto di altri quattro sceneggiatori ed hanno permesso l' esistenza di una valida sceneggiatura è il film , nel complesso, è assolutamente degno di essere visto , partendo dal principio fino alla sua conclusione ed essere non apprezzato , bensì amato , dato che Perfetti Sconosciuti è uno dei pochi film italiani di valore , in questa lunga fase di decadimento cinematografico.
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filippo catani
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martedì 16 febbraio 2016
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tra smartphone e amarezze coniugali
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Un gruppo di amici si ritrova per una cena in compagnia. Si decide di fare un gioco: si mettono tutti i telefonini sul tavolo e si risponde in vivavoce alle chiamate e si leggono ad alta voce i messaggi su whatsup. Il gioco non produrrà niente di buono.
Dopo l'americano Carnage e il francese Cena tra amici e il successo del remake italiano Il nome del figlio, ecco un'altra pellicola che si svolge interamente a tavola o comunque entro uno spazio ben circoscritto. I protagonisti sono alcuni amici che hanno scheletri nell'armadio di vario genere e che verranno più o meno tutti svelati nel corso della serata. Durante il film si ride molto (e spesso amaramente) ma c'è anche modo di riflettere sulle ipocrisie della vita di tutti i giorni nel nostro rapporto con amici e familiari e del peso sempre più imperante che i cellulari stanno assumendo nel corso della nostra vita.
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Un gruppo di amici si ritrova per una cena in compagnia. Si decide di fare un gioco: si mettono tutti i telefonini sul tavolo e si risponde in vivavoce alle chiamate e si leggono ad alta voce i messaggi su whatsup. Il gioco non produrrà niente di buono.
Dopo l'americano Carnage e il francese Cena tra amici e il successo del remake italiano Il nome del figlio, ecco un'altra pellicola che si svolge interamente a tavola o comunque entro uno spazio ben circoscritto. I protagonisti sono alcuni amici che hanno scheletri nell'armadio di vario genere e che verranno più o meno tutti svelati nel corso della serata. Durante il film si ride molto (e spesso amaramente) ma c'è anche modo di riflettere sulle ipocrisie della vita di tutti i giorni nel nostro rapporto con amici e familiari e del peso sempre più imperante che i cellulari stanno assumendo nel corso della nostra vita. Si arriverà quindi, in un crescendo di disvelamenti, ad un finale decisamente spiazzante. Ottima la regia di Genovese capace di mettere a tavola un cast di tutto rispetto che ruota attorno al triangolo Giallini-Mastandrea-Battiston e le donne capitanate dalla coppia Smutniak-Foglietta. Insomma una bella e intelligente commedia italiana che fa respirare un po' di aria fresca al cinema nostrano di genere.
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