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gpistoia39
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giovedì 3 novembre 2016
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un bel romanzo rovinato dal film
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Anche io sono d'accordo con quelli che dicono bel romanzo, film appena sufficiente. Fra parentesi io trovo che il romanzo Inferno di Dan Brown, sia il migliore fra i tre, Codice Vinci, Angeli e Demoni. Il film migliore invece resta Codice Vinci.
Non mi è piaciuto soprattutto per le scene che avrebbero dovuto essere girate veramente all'esterno, quelle cioè di Firenze e di Venezia, che invece sembrano fatte di cartapesta. La luce in quelle città che conosco bene, non è assolutamente quella, così come certe strade di Firenze, che non sono quelle. Tutto sembra di cartapesta. Io conosco bene anche Istambul, ci sono state cinque volte, ma anche certi scorsi mi sembrano fasulli, tutto ricostruito negli studios.
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Anche io sono d'accordo con quelli che dicono bel romanzo, film appena sufficiente. Fra parentesi io trovo che il romanzo Inferno di Dan Brown, sia il migliore fra i tre, Codice Vinci, Angeli e Demoni. Il film migliore invece resta Codice Vinci.
Non mi è piaciuto soprattutto per le scene che avrebbero dovuto essere girate veramente all'esterno, quelle cioè di Firenze e di Venezia, che invece sembrano fatte di cartapesta. La luce in quelle città che conosco bene, non è assolutamente quella, così come certe strade di Firenze, che non sono quelle. Tutto sembra di cartapesta. Io conosco bene anche Istambul, ci sono state cinque volte, ma anche certi scorsi mi sembrano fasulli, tutto ricostruito negli studios. Il romanzo invece mi è piaciuto molto perché ogni luogo d'arte è descritto in modo mirabile, da una persona che ci è stata e che ne parla come se fosse un critico d'arte, nel libro durante la lettura, si immaginano tutti gli sfondi e i luoghi. E' tanto vero quello che dico, che alla prima edizione di qualche hanno fa, dopo la seconda edizione economica, la casa editrice ha pensato bene di ristampare il libro con delle illustrazioni. Oggi fra i romanzi thriller ce ne è una grande fetta che è ambientata a Roma, con descrizioni di varie chiese, ponti, strade famose e comunque monumentali, e non solo viene ambientato nella città di Roma, ma in Francia, presso siti e chiese particolari, a Ferrara e tra Le nostre belle città d'arte italiane e la Francia.
Questo modo di scrivere vorrà pur dire che ai lettori e amatori di Thriller non bastano più gli omicidi efferati, il sangue ecc. ma vuole qualcosa di più, vuole il mistero, le descrizioni di siti artistici. Il pubblico del thriller si è evoluto, è interessato al "romanzo ben scritto", il thriller non è più un genere da sotto l'ombrellone in estate, ma occupa la cultura, la letteratura. Come del resto i film, quelli scadenti, anche se dietro hanno un buon romanzo, restano scadenti.
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nino pell.
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mercoledì 2 novembre 2016
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azione e dinamismo
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Una grande produzione fa di questo film un prodotto di puro intrattenimento adrenalinico e ricco di azioni dinamiche per un risultato complessivo più che discreto
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eva
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martedì 1 novembre 2016
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non male
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se non hai letto il libro e ottimo film per passare due ore in cinema !
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filippo catani
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martedì 1 novembre 2016
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obbiettivo fallito
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Il professor Langdon si risveglia in un pronto soccorso di Firenze con un trauma cranico e una leggera forma di amnesia. Dovrà quindi cercare di riaggiustare gli avvenimenti che lo hanno portato a finire in ospedale.
L'obbiettivo di film di questo genere dovrebbe essere quello di farti sgranocchiare popcorn intrattenendoti in maniera abbastanza decente. Ecco purtroppo in questo caso non ci siamo mentre era stato così per esempio con il precedente Angeli e Demoni. L'Inferno di Dante è praticamente buttato in caciara. Una serie di improbabili colpi di scena ed eccessivi doppi giochi rendono il film difficilmente godibile rendendolo decisamente troppo inverosimile.
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Il professor Langdon si risveglia in un pronto soccorso di Firenze con un trauma cranico e una leggera forma di amnesia. Dovrà quindi cercare di riaggiustare gli avvenimenti che lo hanno portato a finire in ospedale.
L'obbiettivo di film di questo genere dovrebbe essere quello di farti sgranocchiare popcorn intrattenendoti in maniera abbastanza decente. Ecco purtroppo in questo caso non ci siamo mentre era stato così per esempio con il precedente Angeli e Demoni. L'Inferno di Dante è praticamente buttato in caciara. Una serie di improbabili colpi di scena ed eccessivi doppi giochi rendono il film difficilmente godibile rendendolo decisamente troppo inverosimile. I protagonisti corrono e scappano di continuo per sventare un pericoloso attentato e di Firenze, Venezia e Istanbul vediamo solamente degli scorci. Peccato. Stavolta Ron Howard ha toppato.
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thecooler
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martedì 1 novembre 2016
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il girone dantesco della noia!!!
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rischiare di addormentarsi al cinema è grave. Se il tuo vicino di posto invece già dorme è ancora più grave!. Film lento, senza verve, noioso, ricerca forzata di collegamenti e intrighi. Ero un appassionato di questo genere ma sta volta hanno toppato alla grande.
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alex2044
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domenica 30 ottobre 2016
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non è un inferno ma il paradiso può attendere
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Ron Howard e Tom Hanks sono due ottimi professionisti reduci da una regia ,carica di pathos e partecipazione per "hearth of the sea" per il primo ed un'interpretazione , particolarmente intensa e convincente nel "ponte delle spie " per il secondo . Purtroppo non è così per questo film . La regia è senza guizzi e piuttosto di routine e l'interpretazione altrettanto . Insomma , si doveva fare il terzo sequel e si è fatto ma il risultato è mediocre . Nessuno mette in dubbio le loro capacità tecnniche e professionali . Però è particolarmente chiaro che ci sono film che si fanno perchè si vuole farli , come i due citati sopra , e film che servono a mantenere il tenore di vita ed è questo il caso .
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Ron Howard e Tom Hanks sono due ottimi professionisti reduci da una regia ,carica di pathos e partecipazione per "hearth of the sea" per il primo ed un'interpretazione , particolarmente intensa e convincente nel "ponte delle spie " per il secondo . Purtroppo non è così per questo film . La regia è senza guizzi e piuttosto di routine e l'interpretazione altrettanto . Insomma , si doveva fare il terzo sequel e si è fatto ma il risultato è mediocre . Nessuno mette in dubbio le loro capacità tecnniche e professionali . Però è particolarmente chiaro che ci sono film che si fanno perchè si vuole farli , come i due citati sopra , e film che servono a mantenere il tenore di vita ed è questo il caso . Per il resto gli attori di contorno ed in particolare , Omar Sy e Sisde Babet Knudsen , sembrano capitati li per caso e gli altri sono totalmente indifferenti . Naturalmente il film è girato bene , montaggio e fotografia sono inappuntabili e le musiche , forse banali ma pertinenti . Il momento più spettacolare è una ripresa dall'alto di una Firenze meravigliosa seppur troppo di cartolina e questo dice tutto su questo lavoro . Per concludere quest'opera si può vedere ma anche non vedere e non cambia nulla . Alla prossima miei cari eroi , un po' più d'impegno e non mi deluderete .
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florentin
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mercoledì 26 ottobre 2016
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un'occasione persa. per ron howard.
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Non c'è pathos.
Non c'è thrilling.
Inizio lento con audio pessimo (che viene solo dallo schermo); non prende, Hanks-Langdon un po' bolso, correre non gli si attaglia più parrucchino a parte ben impiantato comunque. Aspetti il 'botto'...che non arriva mai. Certo Dan Brown non è Le Carré e nemmeno Grisham...
Buona la fotografia in cui Firenze è lasciata com'è, almeno dall'alto: si vede solo una gru, quella ormai storica degli Uffizi (forse la leveranno nel 2030 chissà-,e nella skyline c'è però un errore: le gru sono molte di più).
Venezia è a volo d'uccello, quasi insignificante, solo marketing.
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Non c'è pathos.
Non c'è thrilling.
Inizio lento con audio pessimo (che viene solo dallo schermo); non prende, Hanks-Langdon un po' bolso, correre non gli si attaglia più parrucchino a parte ben impiantato comunque. Aspetti il 'botto'...che non arriva mai. Certo Dan Brown non è Le Carré e nemmeno Grisham...
Buona la fotografia in cui Firenze è lasciata com'è, almeno dall'alto: si vede solo una gru, quella ormai storica degli Uffizi (forse la leveranno nel 2030 chissà-,e nella skyline c'è però un errore: le gru sono molte di più).
Venezia è a volo d'uccello, quasi insignificante, solo marketing.
Si ...affonda (laddove possibile, le sale sono quelle che sono) nella poltroncina, e ci si abbiocca pure (io tre volte, e avevo mangiato leggero).
La parte un po'...mossa è quella nella Cisterna (Istambul), quasi tutta però di post produzione e dove la fotografia è però sballata.
Si 'sente' che qualcosa non quadra, certo la regia.
E anche Tom Hanks visto per esempio in Il Ponte delle Spie (e in Capitan Phillips) è super, mentre invece qui....
Occasione persa. Per Ron Howard. Per Firenze no, una cartolina in più. La prossima volta però starei più attento nell'organizzare prima e red carpet.
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guazza da semifonte
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mercoledì 26 ottobre 2016
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la mistica del cazzotto
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Sono andato a vedere "Inferno", mosso dalla curiosità di scoprire come le bellezze dell'ambientazione del narrato, la vicenda si snoda fra Firenze, Venezia e Costantinopoli, sarebbero state trattate, come e se vi avrebbero inciso. Di sicuro non hanno prevaricato il ritmo degli svolgimenti inducendo gli spettatori in voli pindarici sull'architettura o in considerazioni estatiche sugli artisti artefici di tanto splendore. Le immagini scorrono, dall'inizio alla fine, a perdifiato come gli interpreti, da far invidia ad un Bordin o ad un Baldini, senza un attimo di tregua, senza la men che minima sosta e tutto quello che sta d'intorno ai protagonisti scivola via come un'umbratile parvenza, una corsia qualunque del cammino verso l'arrivo.
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Sono andato a vedere "Inferno", mosso dalla curiosità di scoprire come le bellezze dell'ambientazione del narrato, la vicenda si snoda fra Firenze, Venezia e Costantinopoli, sarebbero state trattate, come e se vi avrebbero inciso. Di sicuro non hanno prevaricato il ritmo degli svolgimenti inducendo gli spettatori in voli pindarici sull'architettura o in considerazioni estatiche sugli artisti artefici di tanto splendore. Le immagini scorrono, dall'inizio alla fine, a perdifiato come gli interpreti, da far invidia ad un Bordin o ad un Baldini, senza un attimo di tregua, senza la men che minima sosta e tutto quello che sta d'intorno ai protagonisti scivola via come un'umbratile parvenza, una corsia qualunque del cammino verso l'arrivo. Cosi' piazza della Signoria, gli Uffizi, il giardino di Boboli, palazzo Pitti, la galleria vasariana, ponte Vecchio, piazza S.Marco, S.Sofia li riconosci en passant o perche' ci sei stato o per averli ben presenti da immagini librarie o televisive, altrimenti non te ne accorgeresti nemmeno. Non bastano le solite riprese dall'elicottero che da un pezzo a questa parte imperversano in qualsiasi film a riscattarli anche perché la prospettive di chi li ha realizzati erano soltanto terrene, a quei tempi non si volava ancora. E pensare che sarebbe bastata da sola una bella zoomata da piazzale della chiesa di S. Miniato per rendere degno omaggio alle glorie di Firenze. Soltanto il palazzo della Signoria si merita qualcosa di più meditato e fruibile in forza della circostanza che nell'economia del narrato c'e' da raggiungere la Sala dei Cinquecento per decifrare certe scritte nell'affresco del Vasari: i presunti misteri del passato che si devono consertare con le più avanzate scoperte delle neotecnologie, la peste nera del trecento e il supervirus degli anni 2000, la Divina Provvidenza e il desiderio di un arcimiliardario di volerla sostituire. I finali di questi intrighi, assai poco probabili ma che fanno presa su tanto pubblico desideroso di evadere dal tran tra quotidiano rifugiandosi nel mito, dove il Bene ed il Male corrono fianco a fianco, in un continuo alternarsi al comando, raggiungono a poco a poco il pathos di una tragedia greca dove il groviglio della matassa si fa tale che solo l'intervento del divino riesce a districarla. Qua, pero',come nella migliore delle tradizioni hollywoodiane, l'intervento risolutore a lieto fine, anziché' al deus ex machina d'ordinanza, e' demandato alla solita salvifica, taumaturgica scazzottata: nelle acque sottostanti S.Sofia i nostri eroi , professori universitari, agenti segreti, funzionari dell'Oms, fidanzate di ricconi si accapigliano in apnea in lotte titaniche a l'ultimo sangue sino al trionfo del bene per l'umanità'. Noi europei, padri dello ius, continuiamo ad infervorarci in sottili disquisizioni dottrinali sulla natura e l'efficacia delle norme, sul loro aspetto formale e sostanziale, sui rapporti fra i medesimi, sulla loro interpretazione ed applicazione da parte dei giudici e spesso e volentieri ci sperdiamo nei meandri del diritto. Di la' dall'oceano si e' piu' pragmatici e ci si affida ad una sorta di giudizio di Dio, il cazzotto: la risoluzione di ogni disputa, la panacea ad ogni male. Mi aspetto, prima o poi, un film escatologico in cui una folla di beati si accalchi alle porte del Paradiso e che quando tocchi agli americani, l'ordine d'ingresso, anziché attenersi a quello dì S.Pietro, se lo scelgano da soli con una santa ed angelica scazzottata.
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dinoroar
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lunedì 24 ottobre 2016
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notevole promozione turistica
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Due chiavi di lettura:se nell'intento del regista c'era di realizzare un altro bel film,questa volta non ci siamo.Se invece guardiamo il film come fossimo il direttore della pro loco dei luoghi coinvolti, possiamo ritenerci soddisfatti.Droni a più non posso ed immagini promozionali che toccano tutti i tratti salienti, scontati, cartolineschi riducendo Firenze a le altre città a "Disneyland di cartone" appetibili per vacanze low cost. Il film in realtà è superficiale e quel che è peggio a tratti noioso, non tanto per i temi trattati ma per come questi vengono trattati.Nessun coinvolgimento dello spettatore che rimane intontito come il Prof.Langdon nel vederlo ridotto al peggior 007.Nessuno spessore ne' riflessione sui temi cari ai film precedenti.
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Due chiavi di lettura:se nell'intento del regista c'era di realizzare un altro bel film,questa volta non ci siamo.Se invece guardiamo il film come fossimo il direttore della pro loco dei luoghi coinvolti, possiamo ritenerci soddisfatti.Droni a più non posso ed immagini promozionali che toccano tutti i tratti salienti, scontati, cartolineschi riducendo Firenze a le altre città a "Disneyland di cartone" appetibili per vacanze low cost. Il film in realtà è superficiale e quel che è peggio a tratti noioso, non tanto per i temi trattati ma per come questi vengono trattati.Nessun coinvolgimento dello spettatore che rimane intontito come il Prof.Langdon nel vederlo ridotto al peggior 007.Nessuno spessore ne' riflessione sui temi cari ai film precedenti.Neanche la tensione amorosa tra il Prof e la vecchia "rosa che non colsi" raggiunge livelli utili allo svolgimento della storia che resta banale e scontata anche nell'epilogo.Anche la recitazione è tutto sommato da "minimo sindacale" e la bella Felicity Jones monoespressiva gioca un po' troppo su primipiani del suo incantevole viso, forse per allinearsi ad un Tom Hanks molto sotto tono.Insomma una parabola discendente che ha sprecato una grande occasione visti i mezzi a disposizione.
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[+] giusto.. dimenticavo la scenografia photoshoppata
(di aldebaran79)
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pier delmonte
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sabato 22 ottobre 2016
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due americani a firenze
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In questa pellicola c’è da una parte l’inverosimiglianza delle sequenze, un po’ tutte quelle che si svolgono a firenze, da una parte il fascino delle sequenze stesse (voglio dire un italiano questo film lo deve vedere per forza), “questo palazzo ha più di 700 anni… “ e gli enigmi, e dante, e il mistero e i cattivi e finti cattivi. E poi sapere che Tom Hanks e alla regia Ricky Cunningam che scompigliano firenze,,, suvvia, il film bisogna vederlo.
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