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venerdì 19 marzo 2021
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il progetto
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La vita è un progetto già risolto, che va eseguito alla lettera nella esecuzione dello stesso , o si subiscono le conseguenze, per l'intervento dell'architetto al ripristinio del suo progetto originale .
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carloalberto
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domenica 8 novembre 2020
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se si confonde il fantastico con l''inverosimile
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I romanzi di Dan Brown, piacevolissimi da leggere, sono di difficile trasposizione filmica, soprattutto per la complessità della soluzione del mistero di turno, che esige un percorso logico fantasticato impossibile da tradurre in dialoghi esplicativi, compiuti ed esaustivi, senza il rischio, che si evidenzia in modo marchiano nell’Inferno di Ron Howard, di inflazionare a tratti il parlato a scapito dell’azione, oppure, viceversa, per esigenze di cassetta, in altre scene di trascurare parti importanti dello scritto per dare vita a sparatorie, inseguimenti, girando lunghe sequenze in esterni in città che, peraltro, vale la pena rendere nella loro bellezza, come Firenze, Venezia e Instanbul e le cui immagini contribuiscono a distrarre dalle complicate ed astruse, per non dire cervellotiche, deduzioni e controdeduzioni enigmistiche del professor Langdon, una via di mezzo tra Sherlock Holmes e Guglielmo da Baskerville.
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I romanzi di Dan Brown, piacevolissimi da leggere, sono di difficile trasposizione filmica, soprattutto per la complessità della soluzione del mistero di turno, che esige un percorso logico fantasticato impossibile da tradurre in dialoghi esplicativi, compiuti ed esaustivi, senza il rischio, che si evidenzia in modo marchiano nell’Inferno di Ron Howard, di inflazionare a tratti il parlato a scapito dell’azione, oppure, viceversa, per esigenze di cassetta, in altre scene di trascurare parti importanti dello scritto per dare vita a sparatorie, inseguimenti, girando lunghe sequenze in esterni in città che, peraltro, vale la pena rendere nella loro bellezza, come Firenze, Venezia e Instanbul e le cui immagini contribuiscono a distrarre dalle complicate ed astruse, per non dire cervellotiche, deduzioni e controdeduzioni enigmistiche del professor Langdon, una via di mezzo tra Sherlock Holmes e Guglielmo da Baskerville.
Il risultato è deludente, anche grazie all’espressione perennemente imbronciata ed inebetita di Tom Hanks, che ha fatto cose decisamente migliori di questa. Molto meglio Ben Foster, sebbene relegato in una parte secondaria, quella del miliardario folle che vuole sfoltire l’umanità con un virus pestilenziale per salvarla da un futuro disastro.
Il finale tutto giocato sulla suspense, nonostante l’esito del lieto fine sia scontato, potrebbe ancora funzionare, anche perché ambientato in una suggestiva cripta sotterranea immersa nell’acqua, il Palazzo sommerso di Instanbul, ma non produce l’effetto desiderato. L’inverosimiglianza dell’azione supera e di molto quella del plot, con la dirigente dell’OMS, non più giovane, che lotta da sola corpo a corpo con i terroristi pur essendo scortata da un plotone di agenti. Ridicola similmente è la figura del capo della potente agenzia internazionale di sicurezza, che offre i suoi servizi anche illeciti agli uomini più ricchi del mondo, che parte da solo e con un coltellino per sbaragliare una rete terroristica internazionale. Tuttavia non conoscendo il romanzo non è dato sapere se le incongruenze mastodontiche che rendono indigesta la pellicola siano da attribuire al suo autore o allo sceneggiatore. Perdibile.
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capawho
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domenica 22 luglio 2018
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uno schifo totale
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Questa è la prima volta che chiamo così un film che non sia un remake o un sequel (come gli ultimi Star Wars o Jurassic World). Sopratutto non mi aspettavo di dirlo su un film che teoricamente dovrebbe essere basato su uno dei capolavori di Dan Brown. In questo film ci sono scene e personaggi inutili aggiunti a caso, dettagli importanti trascurati e quasi completa assenza di trama. In parole povere: una tipica americanata che può piacere solo a chi non ha mai letto il libro o a chi non sa niente di trama o di evoluzione dei personaggi e guarda solo gli effetti speciali.
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elgatoloco
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lunedì 9 luglio 2018
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thriller onesto, ma...
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Ron Howard, con questo"INferno"(2016)tratto da Dan Brown è alla sua terza trasposizione dei"thriller pseudo-molte cose"(storici, simbologici, letterari etc.)dello scrittore USA. Lontani per lui i tempi in cui era attore in"Happy Days", da molto tempo è regista e regista di notevoli capacità, che qui si vedono, in specie quando si confronta con le scene d'azione(Felicity Jones, vista la freschezza dell'età , è piacevole da vedere, mentre più appannato è ormai Tom Hanks, bravo ma routinario, ormai), ma anche nell'effetto sorpresa, in netto vantaggio rispetto alla suspense, dove ci si domanda sempre"come sia veramente", dato il continuo play"nulla è come sembra", dove ogni fenomeno viene soppiantato non dalla"realtà vera", dal noumeno-cosa in sé(Ding an sich)ma da un altro fenomeno, che domina imperturbato e immarscebile.
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Ron Howard, con questo"INferno"(2016)tratto da Dan Brown è alla sua terza trasposizione dei"thriller pseudo-molte cose"(storici, simbologici, letterari etc.)dello scrittore USA. Lontani per lui i tempi in cui era attore in"Happy Days", da molto tempo è regista e regista di notevoli capacità, che qui si vedono, in specie quando si confronta con le scene d'azione(Felicity Jones, vista la freschezza dell'età , è piacevole da vedere, mentre più appannato è ormai Tom Hanks, bravo ma routinario, ormai), ma anche nell'effetto sorpresa, in netto vantaggio rispetto alla suspense, dove ci si domanda sempre"come sia veramente", dato il continuo play"nulla è come sembra", dove ogni fenomeno viene soppiantato non dalla"realtà vera", dal noumeno-cosa in sé(Ding an sich)ma da un altro fenomeno, che domina imperturbato e immarscebile. Certo che: la catastrofe ecologica oltre alla tragedia della sovrappopolazione(pur la continua lamentatio dell'Occidente per cui"non si farebbero più figli", una vera sciocchezza, inr realtà)è francamente troppo, sia per un romanzo sia per un film, per non dire dei riferimenti a messer Dante Alighieri(Alligheri, in altri codici, in altte"lezioni"). Troppo, un po'di modestia in più non stonerebbe, ma conosciamo la nota bulimia pseudoculturale che domina imperterrita in molte parti degli States.... El Gato
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sora97
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martedì 12 settembre 2017
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troppo poco curata la trama e gli enigmi
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Inferno è un film che può essere visto in maniera diversa a seconda di chi lo guarda:
Risulterà scontato e anche deludente per coloro che hanno già letto il libro, e che quindi sono appassionati del genere, della serie e della narrazione di Dan Brown, principalmente perché non si può condensare un libro di quelle dimensioni in 2 ore di film senza perdere qualcosa per strada;
Dal punto di vista di chi ha scelto di vedere il film in sé per passare una serata tranquilla invece ci può stare, gli enigmi e la costante fuga lasceranno una certa curiosità nello spettatore senza mettere troppa tensione o incertezza nel finale, e i colpi di scena manterranno L'attenzione centrata sugli sviluppi veri della trama;
Per chi invece ha visto gli altri 2 film ("Il codice Da Vinci" e "Angeli e demoni") e ha quindi un paragone con cui confrontare il film allora consiglio di non avere troppe aspettative, perché questo film, pur restando in tema, è molto diverso dalle atmosfere del primo e dal senso di mistero che lo circondava, si avvicina di più al secondo film nella tipologia "trova la bomba prima che sia troppo tardi", ma non c'è più nulla di mistico e gli indovinelli del passato (motivo per cui Langdon è lì) non sono altro che il gioco di un miliardario psicopatico, mentre il protagonista viene braccato e incanalato da potenti agenzie di ogni tipo.
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Inferno è un film che può essere visto in maniera diversa a seconda di chi lo guarda:
Risulterà scontato e anche deludente per coloro che hanno già letto il libro, e che quindi sono appassionati del genere, della serie e della narrazione di Dan Brown, principalmente perché non si può condensare un libro di quelle dimensioni in 2 ore di film senza perdere qualcosa per strada;
Dal punto di vista di chi ha scelto di vedere il film in sé per passare una serata tranquilla invece ci può stare, gli enigmi e la costante fuga lasceranno una certa curiosità nello spettatore senza mettere troppa tensione o incertezza nel finale, e i colpi di scena manterranno L'attenzione centrata sugli sviluppi veri della trama;
Per chi invece ha visto gli altri 2 film ("Il codice Da Vinci" e "Angeli e demoni") e ha quindi un paragone con cui confrontare il film allora consiglio di non avere troppe aspettative, perché questo film, pur restando in tema, è molto diverso dalle atmosfere del primo e dal senso di mistero che lo circondava, si avvicina di più al secondo film nella tipologia "trova la bomba prima che sia troppo tardi", ma non c'è più nulla di mistico e gli indovinelli del passato (motivo per cui Langdon è lì) non sono altro che il gioco di un miliardario psicopatico, mentre il protagonista viene braccato e incanalato da potenti agenzie di ogni tipo. Insomma questo film non regge il confronto e sembra molto più finto dei primi 2 pur essendo potenzialmente il più realistico e attuale (o forse è proprio questo che lo rende meno bello). Conclusione un po' affrettata e non tutto si incastra alla perfezione, durante tutto il film senti che c'è qualcosa che non va e solo quando senti la colonna sonora durante i titoli di coda capisci cos'è: Ti è venuta voglia di rivedere Il codice Da Vinci.
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roby82
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domenica 3 settembre 2017
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inferno ...ma quello di dan brown
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Questo film tutto è tranne "Inferno" di Dan Brown. Se avete letto il libro e a parte il finale dal sapore amaro, evitate di vedere il film, totalmente diverso dal libro. E non si parla di una semplice "riadattazione", qui cambiano proprio tutto, arrivano a far sparire i personaggi "Ferris", e a cambiare destini e finali di tutto il libro (Sienna).
Bene, da dove cominciare. Co protagonista degna di un film di serie C, recitazione assurda, una sceneggiatura scritta con i piedi e con il solo intento di incassare al botteghino. Questa volta Tom Hanks e la sola cosa che spinge lo spettatore a guardare il film. Ciò che ne esce fuori è un prodotto che sembra mandato su Canale 5 d'estate in prima serata tanto per riempire il palinsesto.
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Questo film tutto è tranne "Inferno" di Dan Brown. Se avete letto il libro e a parte il finale dal sapore amaro, evitate di vedere il film, totalmente diverso dal libro. E non si parla di una semplice "riadattazione", qui cambiano proprio tutto, arrivano a far sparire i personaggi "Ferris", e a cambiare destini e finali di tutto il libro (Sienna).
Bene, da dove cominciare. Co protagonista degna di un film di serie C, recitazione assurda, una sceneggiatura scritta con i piedi e con il solo intento di incassare al botteghino. Questa volta Tom Hanks e la sola cosa che spinge lo spettatore a guardare il film. Ciò che ne esce fuori è un prodotto che sembra mandato su Canale 5 d'estate in prima serata tanto per riempire il palinsesto. Ciò che il lettore ha trovato il 522 pagine, qui viene fatto in 2 ore di film che non lascia NIENTE da ricordare, due ore letteralmente sprecate per arrivare al NIENTE. Alla fine del film vi sorge il dubbio che abbiate sbagliatro sala.
Voto a Tom Hanks 7, Felicity Jones....ma da dove salta fuori?? 2!!! Ron Howard...ma che diavolo hai combinato? Il film è si un inferno....ma per noi che lo guardiamo.
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elgatoloco
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domenica 30 luglio 2017
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un po'thriller catastrofico-esoteric, molta azione
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Dan Brown è uno scrittore abile(non un"grande scrittore", che è altro...), capace di interagire abilmente con le aspettative e le paure(certo, anche)del pubblico, catturando l'attenzione anche con il richiamo, piiù o meno insistito a tematiche, anzi più che altro a spunti-elementi di carattere genericamente definibili come "esoterici"-qui un ricchissimo"predicatore", convinto dei disastri della sovrappopolazione(argomentazione di per sé non peregrina)ma decciso a lottare in ogni modo contro questo disastro, anche con la violenza di un attacco biochimico in piena regola, inducendo una contaminazione di tipo medievale... Ron Howard, ormai "trascrittore filmico"di Brown ne ricava un film che contiene molta azione, parecchia suspense, PIù efficaci le immagini di una ventura o meglio futuribile-quanto auspicata dal "folle"esecutore di un assurdo progetto, apocalisse, con le deformazioni di copri, che ricordano suppllizi medievali-infernali, con il ricordo-calco dell'"Inferno"della"Divina Commedia"dantesca, dove Dante è in auge per Dan Brown e Ron Howard almeno per sccheggiarlo mediaticamente(già buona cosa, in un tempo nel quale lo studio di Dante è ormai ristretto nelle scuole ma anche all'università, divenendo uno spauracchio per chi studia senza molto criterio o invece vivacchia pseudo-studiando.
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Dan Brown è uno scrittore abile(non un"grande scrittore", che è altro...), capace di interagire abilmente con le aspettative e le paure(certo, anche)del pubblico, catturando l'attenzione anche con il richiamo, piiù o meno insistito a tematiche, anzi più che altro a spunti-elementi di carattere genericamente definibili come "esoterici"-qui un ricchissimo"predicatore", convinto dei disastri della sovrappopolazione(argomentazione di per sé non peregrina)ma decciso a lottare in ogni modo contro questo disastro, anche con la violenza di un attacco biochimico in piena regola, inducendo una contaminazione di tipo medievale... Ron Howard, ormai "trascrittore filmico"di Brown ne ricava un film che contiene molta azione, parecchia suspense, PIù efficaci le immagini di una ventura o meglio futuribile-quanto auspicata dal "folle"esecutore di un assurdo progetto, apocalisse, con le deformazioni di copri, che ricordano suppllizi medievali-infernali, con il ricordo-calco dell'"Inferno"della"Divina Commedia"dantesca, dove Dante è in auge per Dan Brown e Ron Howard almeno per sccheggiarlo mediaticamente(già buona cosa, in un tempo nel quale lo studio di Dante è ormai ristretto nelle scuole ma anche all'università, divenendo uno spauracchio per chi studia senza molto criterio o invece vivacchia pseudo-studiando..., ma certo in una prospettiva fortemente riduzionista), notevoli varie scene d'azione, mentre l'interpretazione di Tom Hanks a tratti appare ripetitiva e "legnosa", quasi che l'attore, nei panni del prof.di simobologia alla conclusione della trilogia browniana fosse stanco, Un'impressione, forse, anche perché riferita solo ad alcuni momenti del film, non solo quelli in cui la parte richiede questo atteggiamento in effetti, pur se la sinergia-interscambio con Felicity Jones risulta dialettticamente credibile. In complesso si può dire che "Inferno"funzioni, almeno per quanto voleva dimostrare(i pericoli legati a tesi estreme, quando esse vengano"inverate")e per la volontà di colpire con immagini "forti", al limite dello shock. Poi c'è qualcosa di più classico, il meccanismo di sempre, inseguimento-fuga, pur se riproposto con teeniche e impostazioni nuove.... E infine, last but not least, il fascino di città "magiche"coem Firenze(al top, visto che vi si sono realizzate più sequenze che altrove), Venezia, Istanbul, Budapest, comunque nella volontà quasi"ecumenica"di non deludere nessuna di queste grandi e"magiche"(ut supra)città... El Gato
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shingotamai
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domenica 16 luglio 2017
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dante langdon
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Sostanzialmente un lungo film di azione,con qualche piccolo enigma,un ritmo frenetico ed un paio di spunti interessanti.
Molti intrallazzi,forse troppi,tra storie di spionaggio,camuffamenti vari e virus letali pronti ad eliminare metà della popolazione del nostro pianeta.
L'unica vera certezza rimane sempre il mitico Tom Hanks,che a parte l'affascinante cultura di fondo,trova anche il tempo di regalarci un paio di motivi di riflessione.
Il primo sulle risorse oggettive del nostro mondo che sono in sofferenza,il secondo sulla responsabilità civili di ognuno di noi.
Alla fine la parte "Action" prende nettamente il sopravvento su ogni cosa,ma attenti al "Girone dell'indifferenza " che ai giorni d'oggi e' pieno di anime perdute.
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Sostanzialmente un lungo film di azione,con qualche piccolo enigma,un ritmo frenetico ed un paio di spunti interessanti.
Molti intrallazzi,forse troppi,tra storie di spionaggio,camuffamenti vari e virus letali pronti ad eliminare metà della popolazione del nostro pianeta.
L'unica vera certezza rimane sempre il mitico Tom Hanks,che a parte l'affascinante cultura di fondo,trova anche il tempo di regalarci un paio di motivi di riflessione.
Il primo sulle risorse oggettive del nostro mondo che sono in sofferenza,il secondo sulla responsabilità civili di ognuno di noi.
Alla fine la parte "Action" prende nettamente il sopravvento su ogni cosa,ma attenti al "Girone dell'indifferenza " che ai giorni d'oggi e' pieno di anime perdute.
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fabal
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venerdì 14 luglio 2017
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giochino collaudato ma stancante
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Non c'è pace per il professor Langdon. Questa volta si risveglia in un ospedale di Firenze, dopo aver subito un trauma cranico gli ha causato una temporanea perdita di memoria. Il contenuto dei suoi ultimi ricordi deve essere importante, perché dopo pochi minuti qualcuno sembra già intenzionato ad ucciderlo. Il professore, aiutato dalla bella Sienna, fugge per le strade di Firenze, in una sorta di caccia al tesoro che contempla citazioni dantesche, una maschera del Vate e un clan di invasati che vuole sterminare l'umanità.
La versione semplificata e corretta del primo Codice da Vinci segnava una difficoltà di fondo nel condensare in un solo film le affascinanti e contorte trame dei libri di Dan Brown.
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Non c'è pace per il professor Langdon. Questa volta si risveglia in un ospedale di Firenze, dopo aver subito un trauma cranico gli ha causato una temporanea perdita di memoria. Il contenuto dei suoi ultimi ricordi deve essere importante, perché dopo pochi minuti qualcuno sembra già intenzionato ad ucciderlo. Il professore, aiutato dalla bella Sienna, fugge per le strade di Firenze, in una sorta di caccia al tesoro che contempla citazioni dantesche, una maschera del Vate e un clan di invasati che vuole sterminare l'umanità.
La versione semplificata e corretta del primo Codice da Vinci segnava una difficoltà di fondo nel condensare in un solo film le affascinanti e contorte trame dei libri di Dan Brown. Con Inferno siamo giunti ormai alla terza trasposizione, avvalendosi della sola arma che ha reso discreto anche il secondo capitolo diretto da Ron Howard, Angeli e Demoni: il ritmo. Anche stavolta lo spettatore si trova alle prese con una trama briosa, avvincente, che ha il pregio di catapultarlo immediatamente nel film già dalle prime scene e renderlo avido di risposte. Ma ha il difetto di concentrare nell'ennesima caccia al tesoro l'unico nucleo di interesse di Inferno, sacrificando la fotografia delle pur bellissime location d'arte (non solo Firenze ma Venezia e persino Santa Sofia) e purtroppo anche lo spessore di Tom Hanks, sempre più di routine nel ruolo di Robert Langdon.
Nella prima metà, comunque, il film si gode perché cattura l'attenzione con i soliti indizi semiesoterici, poi si ingarbuglia con le stesse mani diventando un giochino ipercollaudato ma ripetitivo: i colpi di scena provengono ancora dal tradimento di alcuni personaggi chiave, secondo uno schema già visto e per nulla imprevedibile. Quello che è l'unico mordente di Inferno scema nella seconda parte, svuotando di qualsiasi senso "spirituale" la ricerca e senza nemmeno offrire contenuti culturali (anche sbagliati) che rimangano impressi e smuovano un qualche interesse nello spettatore. Le riflessioni di Dan Brown sul Cenacolo di Leonardo, ne Il Codice da Vinci, avevano comunque introdotto una qualche convinzione diffusa, seppur errata, nei lettori, mantenendo qualcosa anche nel film. Ma ora manca anche questo genere di speculazione fantasiosa, e di certo non esce potenziata la conoscenza dell'Inferno dantesco, citato veramente poco, né la conoscenza del patrimonio artistico fiorentino.
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shannon
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sabato 3 giugno 2017
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inferno
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Il film è un po' lunghino 121 min. Poco cinematografico, più letterario più simile ad un libro. Molto discorsivo, con dialoghi molto spesso difficili da seguire con nomi e fatti da tenere a mente per seguire la trama. Mi è piaciuta molto Felicity Jones alcune sue espressioni fanno rabbrividire. Tutto sommato il film è passabile. La sacca contenente il virus è davvero inquietante!
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