jujitsu
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sabato 30 aprile 2016
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inpiegabile critica verso un bel film
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Sinceramente non riesco a capire per quale motivo il film sia stato criticato cosi aspramente da tutti questi bravi giornalisti cinematografici!
Ho visto pellicole ben peggiori e "La foresta dei sogni" non si avvicina nemmeno lontanamente alle suddette.
La storia si svolge in un posto mistico e misterioso sul quale finalmente qualcuno ha dedicato del tempo per farci un film. Narra di un argomento che è attuale e reale, il suicidio, i problemi di coppia,cose che accadono tutti i giorni. Cio che avviene poi nella foresta fa parte di quel mondo paranormale che, non si può negarlo, pervade la nostra Terra e ci coinvolge tutti quanti.
La recitazione è ottima, la scenografia, la foresta, i critici l'hanno trovata noiosa, ma forse perchè non hanno capito che il senso di perdersi in un mare di alberi è proprio quello di farti disorientare e non farti più trovare la strada per l'uscita.
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Sinceramente non riesco a capire per quale motivo il film sia stato criticato cosi aspramente da tutti questi bravi giornalisti cinematografici!
Ho visto pellicole ben peggiori e "La foresta dei sogni" non si avvicina nemmeno lontanamente alle suddette.
La storia si svolge in un posto mistico e misterioso sul quale finalmente qualcuno ha dedicato del tempo per farci un film. Narra di un argomento che è attuale e reale, il suicidio, i problemi di coppia,cose che accadono tutti i giorni. Cio che avviene poi nella foresta fa parte di quel mondo paranormale che, non si può negarlo, pervade la nostra Terra e ci coinvolge tutti quanti.
La recitazione è ottima, la scenografia, la foresta, i critici l'hanno trovata noiosa, ma forse perchè non hanno capito che il senso di perdersi in un mare di alberi è proprio quello di farti disorientare e non farti più trovare la strada per l'uscita.
Io do 4 stelle perchè a mio parere, merita!
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pao_1093
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sabato 30 aprile 2016
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alberi, purgatorio e riflessioni
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Può essere odiato come amato. Film che annoia o prende e non ti molla più. Personalmente l'ho trovato diverso da tutti gli altri generi che vogliono a loro modo raccontare una storia d'amore in difficoltà e la relazione che c'è con la vita. Forse un po' onnipresente la figura di Matthew che oscura il grande Watanabe ma di sicuro non sfigura l'attore americano. Frasi ad effetto e dettagli che lasciano presagire qualcos altro oltre alla semplice apparenza. Buon film, non un capolavoro ma se riesce a prendere quella parte di voi che è al di là della ragione è un'ora e 45 di intensità e concentrazione.
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marco michielis
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sabato 30 aprile 2016
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non imperdibile, ma bistrattato eccessivamente
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Se Gus Van Sant e il suo cinema sono di vostro gradimento, vi consiglio di andarlo a vedere. Vi ritroverete alcuni dei suoi temi e molti dei suoi stilemi e situazioni preferite (su tutte, l'errare senza meta dei due protagonisti e i dialoghi decisivi davanti al fuoco), seppur privi del vigore e dello spessore che assumono nei suoi film precedenti.
In caso contrario, invece, "La foresta dei sogni" è certamente un film non indimenticabile, con una sceneggiatura assai povera e scarna la cui intrinseca debolezza è tale da non poter essere riscattata dalla pur valida regia del cineasta statunitense.
I fasti di Van Sant sono lontani e anche un attore oramai lanciato come McConaughey, con i suoi monologhi spinti verso un tentativo di esasperazione emotiva, non cattura lo spettatore e crea poca empatia.
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Se Gus Van Sant e il suo cinema sono di vostro gradimento, vi consiglio di andarlo a vedere. Vi ritroverete alcuni dei suoi temi e molti dei suoi stilemi e situazioni preferite (su tutte, l'errare senza meta dei due protagonisti e i dialoghi decisivi davanti al fuoco), seppur privi del vigore e dello spessore che assumono nei suoi film precedenti.
In caso contrario, invece, "La foresta dei sogni" è certamente un film non indimenticabile, con una sceneggiatura assai povera e scarna la cui intrinseca debolezza è tale da non poter essere riscattata dalla pur valida regia del cineasta statunitense.
I fasti di Van Sant sono lontani e anche un attore oramai lanciato come McConaughey, con i suoi monologhi spinti verso un tentativo di esasperazione emotiva, non cattura lo spettatore e crea poca empatia. Fischiato sonoramente a Cannes, in maniera forse un po' troppo ingenerosa, se non altro per rispetto alla carriera del regista.
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fabio
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lunedì 17 giugno 2019
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una riflessione sull'esistenza
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Una riflessione sulla vita e i passaggi che attraversiamo: la foresta come purgatorio e specchio della nostra vita. Solitudine, incomprensione, meschinità; l'amore, il matrimonio e quella senzazione che succeda sempre tutto troppo tardi.
Un film che cerca l'intensita anche a rischio di sfiorare il melodramma.
Bella fotografia e bravi interpreti per un opera non semplice.
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flyanto
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venerdì 6 maggio 2016
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una foresta con un ruolo importante
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ll regista Gus Vas Sant firma l' ultima sua opera, "La Foresta dei Sogni", presentando il percorso di rinascita, dopo la ricerca esasperata della morte, che un uomo percorre faticosamente dopo un grave ed improvviso lutto.
Il protagonista (Matthew Mc Conaughey), a seguito della morte inaspettata della moglie (Naomi Watts), soffre profondamente, preso anche dai molteplici sensi di colpa per il loro rapporto fortemente in crisi negli ultimi tempi, e pertanto decide di porre fine alla propria esistenza andando a morire nella foresta giapponese ai piedi del monte Fuji. Qui, deciso ad ingoiare l'intero tubetto di barbiturici, nel frattempo incontra un uomo giapponese che cerca come lui di porre fine alla propria esistenza in quanto disonoratosi con la retrocessione della sua posizione lavorativa.
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ll regista Gus Vas Sant firma l' ultima sua opera, "La Foresta dei Sogni", presentando il percorso di rinascita, dopo la ricerca esasperata della morte, che un uomo percorre faticosamente dopo un grave ed improvviso lutto.
Il protagonista (Matthew Mc Conaughey), a seguito della morte inaspettata della moglie (Naomi Watts), soffre profondamente, preso anche dai molteplici sensi di colpa per il loro rapporto fortemente in crisi negli ultimi tempi, e pertanto decide di porre fine alla propria esistenza andando a morire nella foresta giapponese ai piedi del monte Fuji. Qui, deciso ad ingoiare l'intero tubetto di barbiturici, nel frattempo incontra un uomo giapponese che cerca come lui di porre fine alla propria esistenza in quanto disonoratosi con la retrocessione della sua posizione lavorativa. La foresta in questione, molto affascinante ma ben fitta e facile a perdervisi dentro, è ormai diventato il luogo dove molti individui scelgono di morire, eleggendola come luogo ideale della propria morte. Ma nella giornata e nottata che i due suddetti uomini trascorrono insieme cercando alla fine di salvarsi e di uscire così dall' intricata foresta, il loro legame si salda sempre di più ed il protagonista ripercorre mentalmente l' ultimo periodo di crisi e non trascorso con l'amata moglie finchè, in qualche modo riesce a chiamare i soccorsi ed a venire finalmente salvato per tornare alla vita di sempre, seppure cambiato nel profondo ma ben disposto positivamente verso il futuro.
Gus Van Sant filma filma un'opera assai melodrammatica ed altamente suggestiva, un poco lontano dalle tematiche da lui trattate solitamente nelle sue pellicole precedenti. Il tema della morte, sia pure in forma completamente diversa, era stato in realtà già da lui affrontato nei films, per esempio, "Elephant" e "L'Amore che Resta", ma qui acquista una dimensione completamente diversa, quasi ultraterrena o, per lo meno, fantastica, molto vicino al concetto di morte degli orientali. In tutto ciò però, purtroppo, non spicca nulla di veramente eclatante ed originale: la crisi molto profonda sofferta dal protagonista viene ben rappresentata da Van Sant, e così pure il suo enorme senso di colpa, ma nell'insieme l'opera non riesce a comunicare nulla di nuovo ed a distaccarsi dalla struttura di un film puramente melodrammatico ed intriso di eccessivo sentimentalismo. L'unico elemento che colpisce e che sicuramente rimarrà impresso nella mente dello spettatore, diventando in pratica il vero protagonista della pellicola, è proprio la foresta che ha il potere di indurre il protagonista ad una profonda presa di coscienza di sè coem se fosse una sorta di purificazione: una foresta fitta, piena di alberi che a mala pena lasciano trasparire i raggi del sole, dal colore verde intenso, affascinante, misteriosa e nello stesso tempo anche un poco inquietante per la sua valenza di luogo di trapasso e di non ritorno.
In generale, abbastanza mediocre, sebbene in alcune sue parti suggestivo ed intenso.
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peer gynt
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sabato 12 novembre 2016
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film banale e pieno di difetti...ma piace!
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Assai difficile valutare un film come questo. Non crediamo che meriti i fischi che gli sono piovuti addosso quando è stato proiettato a Cannes, eppure è infarcito di banalità e luoghi comuni da regista alle prime armi (con ingenuità che non ti aspetteresti da Van Sant). Un'atmosfera intrigante riesce a crearla e il racconto, che alterna il vagabondare dell'aspirante suicida Arthur nella famosa foresta giapponese e i flash-back che ci raccontano la sua vita di coppia con Joan, non è sviluppato male, non annoia e si lascia vedere, eppure alla fine in parte ti commuovi e in parte ti arrabbi, per come tutta la vicenda è stata condotta. E ancora, da una parte siamo di fronte ad un dramma metafisico che non scivola mai nell'horror (e questo è un bene), dall'altra ad un film che spesso precipita nel melodramma sentimentale (e questo è un male).
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Assai difficile valutare un film come questo. Non crediamo che meriti i fischi che gli sono piovuti addosso quando è stato proiettato a Cannes, eppure è infarcito di banalità e luoghi comuni da regista alle prime armi (con ingenuità che non ti aspetteresti da Van Sant). Un'atmosfera intrigante riesce a crearla e il racconto, che alterna il vagabondare dell'aspirante suicida Arthur nella famosa foresta giapponese e i flash-back che ci raccontano la sua vita di coppia con Joan, non è sviluppato male, non annoia e si lascia vedere, eppure alla fine in parte ti commuovi e in parte ti arrabbi, per come tutta la vicenda è stata condotta. E ancora, da una parte siamo di fronte ad un dramma metafisico che non scivola mai nell'horror (e questo è un bene), dall'altra ad un film che spesso precipita nel melodramma sentimentale (e questo è un male).
Insomma, un film controverso, che ti fa pensare ma che ti lascia anche l'amaro in bocca. La valutazione è più generosa di quanto in realtà il film meriterebbe per una ragione che siamo costretti a confessare: scene strappalacrime, un misticismo non approfondito ma superficialmente new age, una sceneggiatura che cerca la frase poetica ma che non sembra del tutto riuscita, una recitazione alle volte troppo scopertamente soffert, aeppure il film non ci è dispiaciuto. Perché? Misteri insondabili del cinema. A raccontarlo, soprattutto in certi dettagli, sembra risibile, eppure... eppure...quella foresta di silenzi, quel mare di alberi...
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lalla
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giovedì 11 maggio 2017
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un film pieno di significato
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Ottimo Film, sicuramente per la morale e che ti fa riflettere sullo stile di vita che viviamo. Il regista per me è stato geniale perchè ti mette davanti un film che scorre senza grandi colpi di scena ma che ti permetti di analizzare e analizzarti come una seduta dal psicoterapeuta. Inoltre lancia dei messaggi di Amore senza confini, amore che va oltre la morte, la moglie si presenta sotto le spoglie di un uomo, e l'ostacolo a non vedere i segni che la vita tutti i giorni di offre, il vivere accanto ad una persona e non rendersi conto che in realtà è una sconosciuta e il rendersi conto che solo quando si perde, quando il dolore ci investe ci rende anche più sensibili e più propensi a liberarci di tutto ciò che è supeficiale.
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Ottimo Film, sicuramente per la morale e che ti fa riflettere sullo stile di vita che viviamo. Il regista per me è stato geniale perchè ti mette davanti un film che scorre senza grandi colpi di scena ma che ti permetti di analizzare e analizzarti come una seduta dal psicoterapeuta. Inoltre lancia dei messaggi di Amore senza confini, amore che va oltre la morte, la moglie si presenta sotto le spoglie di un uomo, e l'ostacolo a non vedere i segni che la vita tutti i giorni di offre, il vivere accanto ad una persona e non rendersi conto che in realtà è una sconosciuta e il rendersi conto che solo quando si perde, quando il dolore ci investe ci rende anche più sensibili e più propensi a liberarci di tutto ciò che è supeficiale. Lo sconosciuto (la moglie) incontrato nella foresta sicuramente aiuta il protagonista a liberarsi del suo grande senso di colpa e lo porta a ragionare con il cuore aperto e non come aveva sempre fatto solo con la ragione.
Per me è stato un bellissimo film
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astromelia
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domenica 2 ottobre 2016
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bello....e impossibile
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questo è un bel film,al di là delle critiche fuorvianti e di qualche imperfezione narrativa e stilistica,è un film che si gode sopratutto per la fotografia bellissima, girato ad alta definizione,con maestria,ottimi dialoghi e qualche riflessione su vita/morte il che non guasta mai,sempre ottimo mc conaughey, e direi anche la colonna sonora
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filippo catani
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martedì 3 maggio 2016
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van sant delude
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Un professore di scienze sconvolto dalle ultime vicende familiari si reca in Giappone in una foresta in cui solitamente si ritirano coloro che vogliono suicidarsi.
Allora cerchiamo di non buttare via il bambino con l'acqua sporca anche se il giudizio rimane piuttosto negativo. La trama in se sarebbe anche accattivante e resa ancor più migliore dalla presenza del solito ottimo McCounaghly coadiuvato da Watanabe e Watts. L'ambientazione nella foresta giapponese è molto forte ed evocativa così come ben calibrati appaiono i flashback. Cos'è allora che non funziona? Chiamiamolo il messaggio misto di filosofia orientale e new age. Lo spettatore più attento infatti inizia già a drizzare le orecchie quando il protagonista fa una dichiarazione forte sulla scienza che spiega tutto.
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Un professore di scienze sconvolto dalle ultime vicende familiari si reca in Giappone in una foresta in cui solitamente si ritirano coloro che vogliono suicidarsi.
Allora cerchiamo di non buttare via il bambino con l'acqua sporca anche se il giudizio rimane piuttosto negativo. La trama in se sarebbe anche accattivante e resa ancor più migliore dalla presenza del solito ottimo McCounaghly coadiuvato da Watanabe e Watts. L'ambientazione nella foresta giapponese è molto forte ed evocativa così come ben calibrati appaiono i flashback. Cos'è allora che non funziona? Chiamiamolo il messaggio misto di filosofia orientale e new age. Lo spettatore più attento infatti inizia già a drizzare le orecchie quando il protagonista fa una dichiarazione forte sulla scienza che spiega tutto. Inevitabile pensare che il soggetto avrà dei ripensamenti arrivando ad un finale che lascia letteralmente di sasso. Insomma da una sceneggiatura e un regista di calibro era davvero lecito aspettarsi qualcosa di più e meglio.
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