felicity
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mercoledì 6 febbraio 2019
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un grande regista ed un cast strepitoso
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La lotta al cartello messicano della droga raccontata come un tempo si filmava la guerra in Vietnam: un conflitto brutto, sporco e cattivo, senza vincitori né vinti, senza eroi né martiri.
Emily Blunt, volto struccato e occhioni sgranati per tutto il film, è perfetta nel ruolo dell’agente orgogliosa, metodica eppure ingenua, vaso di coccio tra i vasi di ferro. E lo smarrimento del personaggio prosegue di pari passo con quello dello spettatore.
Rarefatto, ma esplicito nel rappresentare la violenza, sempre pronta ad esplodere in carneficina nelle zone di confine tra USA e Messico, Sicario più che un film d’azione è un accurato affondo nelle menti tormentate dei suoi personaggi.
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La lotta al cartello messicano della droga raccontata come un tempo si filmava la guerra in Vietnam: un conflitto brutto, sporco e cattivo, senza vincitori né vinti, senza eroi né martiri.
Emily Blunt, volto struccato e occhioni sgranati per tutto il film, è perfetta nel ruolo dell’agente orgogliosa, metodica eppure ingenua, vaso di coccio tra i vasi di ferro. E lo smarrimento del personaggio prosegue di pari passo con quello dello spettatore.
Rarefatto, ma esplicito nel rappresentare la violenza, sempre pronta ad esplodere in carneficina nelle zone di confine tra USA e Messico, Sicario più che un film d’azione è un accurato affondo nelle menti tormentate dei suoi personaggi.
Sebbene risultino impeccabili dal punto di vista registico, le sequenze action vengono diluite in una serie di momenti di stasi dove, dai ritratti insistiti dei volti e dei corpi dei protagonisti, emerge la loro profonda inquietudine, lo spaesamento, la paura della morte.
Da vedere.
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carloalberto
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venerdì 15 ottobre 2021
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vecchio e nuovo testamento a confronto
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Film d’azione di puro intrattenimento, ben realizzato allo scopo da Villeneuve, che non manca, come tutta la produzione hollywoodiana di genere, di un potente messaggio subliminale.
Plot scontato e già visto. Personaggi stereotipati e artificiosamente emblematici. Protagonisti l’eroina buona, la legalità, Emily Blunt, e l’eroe maledetto, Benicio Del Toro, la realpolitik, che si ritrovano a combattere lo stesso nemico, il diabolico boss messicano del solito cartello del narcotraffico.
Vecchio e nuovo testamento a confronto, il Dio terribile, che, citato da Del Toro in una scena clou, si manifesta nello sterminio dei malvagi fino alla settima generazione, ed il dio pietoso che vorrebbe salvare la pecorella smarrita ovvero il poliziotto corrotto ma anche amorevole padre nel privato.
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Film d’azione di puro intrattenimento, ben realizzato allo scopo da Villeneuve, che non manca, come tutta la produzione hollywoodiana di genere, di un potente messaggio subliminale.
Plot scontato e già visto. Personaggi stereotipati e artificiosamente emblematici. Protagonisti l’eroina buona, la legalità, Emily Blunt, e l’eroe maledetto, Benicio Del Toro, la realpolitik, che si ritrovano a combattere lo stesso nemico, il diabolico boss messicano del solito cartello del narcotraffico.
Vecchio e nuovo testamento a confronto, il Dio terribile, che, citato da Del Toro in una scena clou, si manifesta nello sterminio dei malvagi fino alla settima generazione, ed il dio pietoso che vorrebbe salvare la pecorella smarrita ovvero il poliziotto corrotto ma anche amorevole padre nel privato.
L’eterno dilemma della società moderna tra diritto e legge del taglione incarnato nel duello tra l’angelo pietoso della giustizia e l’arcangelo Gabriele della vendetta. Differenza di vedute sui metodi di lotta tra i due, ovviamente. Lei vorrebbe arrestarli. Lui li vuole massacrare.
Il motivo di tanta acrimonia di Benicio è sempre lo stesso, un torto indicibile subito nel passato, fondamento e topos della serie infinita dei film del fortunato filone Revenge. Segno che la gente razionalmente plaude alla legalità ma sogna di ripagare il prossimo con la sua stessa moneta.
Il film di Villeneuve non delude le segrete aspettative di rivalsa del pubblico ed esalta l’occhio per occhio dente per dente fino al punto da rendere l’eroe negativo l’unico vero baluardo contro il male assoluto e addirittura lo erge a protettore di chi vuol proteggere la società civile secondo i dettami della legge salvaguardando i diritti civili dei criminali.
Intrattenimento assicurato e messaggio recepito. Botteghino contento e spettatore soddisfatto, almeno nella finzione è stato appagato. Missione compiuta per Villeneuve, obiettivo raggiunto per la produzione.
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samanta
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mercoledì 28 maggio 2025
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un incubo messicano
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E' un film uscito nel 2015, di produzione USA, la regia è di Denis Villeneuve regista canadese dal 2013 ad Hollywood dove ha diretto numerosi film anche di succcesso (Enemy, Arrival, Blad Runner 2049, Dune 1 e 2); il film ha avuto un sequel nel 2018 con Soldado (Regia di Sergio Sollima), si è in attesa (forse) di un sequel 3.
L'ambiente è quello della lotta al nacotraffico dal Messico agi USA gestito dai "cartelli " di Medellin e di Sonora. A seguito di un'operazione antidroga nel Texas dal FBI avviene un'esplosione in una casa, muoiono 2 agenti e ferita l''agente Kate Macer (Emily Blunt), nellla casa sono trovati nascosti 24 cadaveri.
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E' un film uscito nel 2015, di produzione USA, la regia è di Denis Villeneuve regista canadese dal 2013 ad Hollywood dove ha diretto numerosi film anche di succcesso (Enemy, Arrival, Blad Runner 2049, Dune 1 e 2); il film ha avuto un sequel nel 2018 con Soldado (Regia di Sergio Sollima), si è in attesa (forse) di un sequel 3.
L'ambiente è quello della lotta al nacotraffico dal Messico agi USA gestito dai "cartelli " di Medellin e di Sonora. A seguito di un'operazione antidroga nel Texas dal FBI avviene un'esplosione in una casa, muoiono 2 agenti e ferita l''agente Kate Macer (Emily Blunt), nellla casa sono trovati nascosti 24 cadaveri. Kate viene poi contattata dall'agente della CIA Matt Graver (Josh Brolin) e un gruppo di agenti speciali per partecipare ad una operazione contro i trafficanti, nella squadra fa parte il misterioso Alejandro colombiano, la quale deve estradare Diaz pericoloso delinquente, l'operazione tra diverse difficoltà e sparatorie riesce, Diaz torturato rivela l'esistenza di un tunnel al confine attraverso il quale avvengono i traffici, ci sono vari eventi e Kate vorrebbe il rispetto dele leggi palesemente violati da Grover, Kate comprende di essere stata usata come mezzo per rendere legale un'operazione, dal momento che la CIA non può operare in USA, scopre poi che Alejandro era stato un procuratore colombiano, a seguito dell'assassinio della moglie e della figlia per vendetta da parte del cartello di Sonora guidato dal misterioso capo Fausto Alarcon (Julio Cesar Cedillo), era diventato un sicario talvolta in proprio oppure utilizzato degli americani, il suo fine è la vendetta contro il mandante dell'assassinio dei suoi. Alejandro in un'occasione salva la vita a Kate che era caduta in una trappola da un poliziotto corrotto americano Ted, anche questa volta usata come esca per scoprire le "talpe" che Ted, sotto tortura, rivela i nomi. Nel finale Alejandro con Diaz prigioniero entra tramite il tunnel in messico e dopo avere ucciso un poliziotto messicano e 3 uomini di Alarcon, costringe Diaz a portarlo nella villa del boss, lì dopo avere ucciso Diaz e gli uomini della sicurezza, uccide davanti ad Alarcon la moglie e i suoi 2 figli e poi lo uccide. Alejandro ritorna in USa e la costringe a firmare una dichairazione circa la legalità dell'operazione, lei vorrebbe sparargli ma poi lo lascia andare.
Preliminarmente un breve accenno alla colonna che ebbe la nomination all'Oscar, francamente l'ho trovata più che terrificante orribile, l'autore: Jòhann Jòhannson
ha un curriculum controverso un Golden Globe per La teoria del tutto, ma poi venne squalificato dalla cinquina dei candidati all'Oscar per Arrival in quanto avrebbe copiata la colonna sonora, a 49 anni nel 2018 morì per un'overdose; l'autore descrive la colonna sonora come l'urlo di una bestia feroce imprigionata nella terra, ma a mio avvisa pio che acccrescere la tensione infastidisce. La pellicola comunque è più che discreta, la vicenda non è originale innumerevoli sono i film sul traffico di droga dal Messico anche con toni farseschi (Machete), però la storia scorre facilmente con la giusta tensione, con colpi di scena azzeccati (l'arresto di Ted), alcune scene sono terribili come la mattanza finale anche se la strage della famiglia di Alarcon è descritta in modo più che misurato, le sparatorie sono realizzate in modo efficace senza ricorrere a effetti speciali digitali. Certamente le colonne del film sono: Josh Brolin uno dei migliori attori di Hollywood (Non è un paese per vecchi; Dune 1 e 2, American Gangster) cinico commandante di una squadra di killer governativi sotto copertura, e Benicio del Toro crudele, implacabile sicario che vive solo per la vendetta; trovo invece discreta la prestazione di Emily Blunt star di Hollywood (Il diavolo veste Prada, Openheimer) solo che le è stata assegnata una parte un pò amorfa, priva di spessore psicologico, Conclusivamente il film affronta l'eterno problema della linea di confine tra il bene e il male, tra la legge e l'illegalità, si possono commettere delitti per fine buono? Talvolta si cerca di giustificare che tutto è lecito ma la giustizia forse non deve essere vendetta.
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fabiofeli
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mercoledì 7 ottobre 2015
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alla fine capirai!
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SICARIO di Denis Villeneuve. Kate (Emily Blunt) e un'agente dell'F.B.I. con i fiocchi: con l'aiuto di Reggie (Daniel Kaluuya) guida una operazione anticrimine non chiara che riserva macabre sorprese. La casa, nella zona americana al confine con il Messico, è una base, un avamposto dei narcos in uno stato USA: nelle pareti della casa c'è un cimitero di uomini e donne, sgozzati e messi in involucri di plastica trasparente; un doppio fondo di cadaveri in posizione verticale, che non può non provocare il vomito. Cercare nella rimessa per scoprire altri segreti è un pericolo mortale. Kate è il suo vice vengono convocati da un superiore per un vertice con la CIA per partecipare ad una operazione contro i narcotrafficanti della quale sanno poco o nulla, nonostante le continue richieste di chiarimento al responsabile della CIA, Matt (uno scanzonato e pericoloso Josh Brolin).
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SICARIO di Denis Villeneuve. Kate (Emily Blunt) e un'agente dell'F.B.I. con i fiocchi: con l'aiuto di Reggie (Daniel Kaluuya) guida una operazione anticrimine non chiara che riserva macabre sorprese. La casa, nella zona americana al confine con il Messico, è una base, un avamposto dei narcos in uno stato USA: nelle pareti della casa c'è un cimitero di uomini e donne, sgozzati e messi in involucri di plastica trasparente; un doppio fondo di cadaveri in posizione verticale, che non può non provocare il vomito. Cercare nella rimessa per scoprire altri segreti è un pericolo mortale. Kate è il suo vice vengono convocati da un superiore per un vertice con la CIA per partecipare ad una operazione contro i narcotrafficanti della quale sanno poco o nulla, nonostante le continue richieste di chiarimento al responsabile della CIA, Matt (uno scanzonato e pericoloso Josh Brolin). Alla missione partecipa anche un sudamericano, Alejandro (l'inquietante Benicio Del Toro), un tipo taciturno ed ermetico tormentato da sogni spaventosi, ma che si rivela determinato e spietato. I delinquenti del cartello corrompono poliziotti messicani e statunitensi violando il confine a loro piacimento. Ma anche la CIA e Alejandro saltano regole e violano confini dai quelli non si sa se e come si tornerà indietro. Alla fine Kate capirà a cosa serve la sua presenza ...
All'inizio del film una scritta spiega che i Sicari erano gli Zeloti, agenti speciali in Giudea, incaricati di uccidere i soldati romani occupanti . La storia è costruita con una escalation dell'orrore , profondo come quello visto dall'agente impersonato da Sheen incaricato di porre fino al comando del colonnello impazzito (Marlon Brando) nel Vietnam di Apocalypse now di Coppola. Scene di calma apparente, come l'avvicinarsi di un ciclone, sono alternate a sequenze di azione secche e velocissime; la sequenza notturna con i visori a raggi infrarossi ricorda l'angosciosa scena de Il silenzio degli innocenti, quando la protagonista penetra nel covo dell'assassino. Una storia nella quale c'è una guerra non dichiarata, nella quale si torturano i prigionieri e la sola regola di ingaggio è "Fuoco libero e buona fortuna". Vale a dire nessuna regola, con tanti saluti a Legalità e Diritto. il film è un urlo contro i giustizieri che si arrogano il diritto di ergersi a giudici divini. Calibrate le interpretazioni. Buona la fotografia, mai sprecata. Da non mancare.
Valutazione *** e 1/2
FabioFeli
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elibook
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domenica 3 dicembre 2017
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la terra dei lupi.
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Benicio Del Toro da solo e' gia' una garanzia, non e' tipo da accettare ruoli scipiti in film insipidi. La tv e le serie televisive, hanno saturato questo genere tanto da renderlo scontato. Ma davanti alla verita' di quelle terre non si puo' restare insensibili. Broline' privo di magnetismo, ma e' un buon attore, quanto basta per ricoprire questo ruolo comunque importante. La Blunt e' invece una grande, e lo dimostra anche qui con una interpretazione che apporta qualcosa che altrimenti sarebbe mancato assolutamente alla pellicola. L'apparente fragilita' di kate si sposa alla perfezione con il lupo Del Toro. Una scena su tutte, quando uscita dal tunnel cerca di riportare legalita' la dove viene pesantemente calpestata ogni minuto che passa.
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Benicio Del Toro da solo e' gia' una garanzia, non e' tipo da accettare ruoli scipiti in film insipidi. La tv e le serie televisive, hanno saturato questo genere tanto da renderlo scontato. Ma davanti alla verita' di quelle terre non si puo' restare insensibili. Broline' privo di magnetismo, ma e' un buon attore, quanto basta per ricoprire questo ruolo comunque importante. La Blunt e' invece una grande, e lo dimostra anche qui con una interpretazione che apporta qualcosa che altrimenti sarebbe mancato assolutamente alla pellicola. L'apparente fragilita' di kate si sposa alla perfezione con il lupo Del Toro. Una scena su tutte, quando uscita dal tunnel cerca di riportare legalita' la dove viene pesantemente calpestata ogni minuto che passa. Due colpi da cecchino dritti alla piastra in acciaio, poi "..prendi fiato e seguimi..". Gli ultimi 30 minuti valgono abbondantemente da soli il biglietto d'ingresso se di sala cinematografica parliamo .. I 10 minuti finali valgono invece una seconda visione del film per meglio comprendere chi e cosa e' il sicario. Del Toro ?, immenso ..
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vincenzo ambriola
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lunedì 5 ottobre 2015
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all'inferno e ritorno
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Una squadra dei servizi segreti americani ha bisogno di un agente federale, una donna in questo caso, per operare sul suolo nazionale in un'azione di contrasto ai narcotrafficanti messicani. Film violento e crudo, rappresenta ancora una volta le missioni incredibili delle squadre SWAT, questa volta anche in territorio messicano. La variante è costituita dalla presenza di un sicario, membro clandestino della squadra, che si occupa di torturare, interrogare, uccidere mentre gli altri si preoccupano del rispetto delle regole di ingaggio. In tutto questo inferno un briciolo di legalità, non di umanità, nell'agente dell'FBI che cerca di capire, chiede e ottiene risposte sprezzanti e maschiliste. Ottima la sceneggiatura e la fotografia, con stupende immagini del deserto messicano ma anche della desolazione e della povertà delle città di frontiera.
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Una squadra dei servizi segreti americani ha bisogno di un agente federale, una donna in questo caso, per operare sul suolo nazionale in un'azione di contrasto ai narcotrafficanti messicani. Film violento e crudo, rappresenta ancora una volta le missioni incredibili delle squadre SWAT, questa volta anche in territorio messicano. La variante è costituita dalla presenza di un sicario, membro clandestino della squadra, che si occupa di torturare, interrogare, uccidere mentre gli altri si preoccupano del rispetto delle regole di ingaggio. In tutto questo inferno un briciolo di legalità, non di umanità, nell'agente dell'FBI che cerca di capire, chiede e ottiene risposte sprezzanti e maschiliste. Ottima la sceneggiatura e la fotografia, con stupende immagini del deserto messicano ma anche della desolazione e della povertà delle città di frontiera. La morale, ben nascosta in una battuta di Matt (il leader della squadra, ben interpretato da Josh Brolin), è l'uso e l'abuso di stupefacenti: se i nostri cittadini ne facessero a meno, tutto questo non accadrebbe.
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nanni
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giovedì 8 ottobre 2015
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sicario
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Il confine Messicano, uno dei più caldi del pianeta, è il set ideale per raccontarci la guerra senza esclusione di colpi tra narcos e polizia.
il ritmo e l'espediente narrativo creano subito un clima ad alta tensione.
Nella prima scena, durante la quale la polizia, intervenendo,pronuncia,risultando incongrua rispetto al contesto, la frase "abbiamo un mandato di perquisizione" si intuisce subito che avremo a che fare con una sorta di doppio livello di intervento poliziesco.
Quello legale ma inefficace e quello illegale, dove mercenari contractors si mescolano disinvoltamente agli agenti della CIA, ma anche l'unico in grado di un certo contrasto.
Josh Brolin e Benicio Del Toro (irresistibile) a capo di quel gruppo misto di "secondo livello" si scontreranno con un'altrettanto agguerrita banda di narcos.
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Il confine Messicano, uno dei più caldi del pianeta, è il set ideale per raccontarci la guerra senza esclusione di colpi tra narcos e polizia.
il ritmo e l'espediente narrativo creano subito un clima ad alta tensione.
Nella prima scena, durante la quale la polizia, intervenendo,pronuncia,risultando incongrua rispetto al contesto, la frase "abbiamo un mandato di perquisizione" si intuisce subito che avremo a che fare con una sorta di doppio livello di intervento poliziesco.
Quello legale ma inefficace e quello illegale, dove mercenari contractors si mescolano disinvoltamente agli agenti della CIA, ma anche l'unico in grado di un certo contrasto.
Josh Brolin e Benicio Del Toro (irresistibile) a capo di quel gruppo misto di "secondo livello" si scontreranno con un'altrettanto agguerrita banda di narcos.
l'operazione sarà seguita dalla poliziotta Emily Blunt che sarà costretta a misurersi con la "disinvoltura",ingenuamente imprevista e per lei inaccettabile, con la quale il gruppo evita pastoie burocratiche per muoversi sul territorio , stabilisce autonomamente regole d'ingaggio.....etc.....etc....
Il bel film d'azione di Villeneuve ci ripropone (in un momento storico disseminato significativamente da innumerevoli microconflitti con ripercussioni globali e che per questo ci riguardano) l'importante riflessione intorno all'inevitabile imbarbarimento che quei conflitti producono su tutti quelli che ne sono coinvolti.
Non importa essere dalla parte "giusta" della Storia, perchè la griglia di convenzioni con cui cospargiamo il campo di battaglia per proteggerci è solo una formalità, mentre è l'abomio che il pragmatismo feroce della guerra ci impone, pena la sopravvivenza stessa.
Insomma, la guerra fa schifo e quando ci sei dentro la perdita dell'anima è il prezzo da pagare per tutti, nessuno escluso.
IMPERDIBILE per tutti quelli che pensano di potersi misurare con lo scontro senza sporcarsi le mani e tantomeno la coscienza.
Ciao Nanni
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carlo02
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domenica 4 ottobre 2015
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occhio al regista
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Ammiro il regista dai tempi della donna di canta , un vero gioiello , e lo aspettavo al varco con una grossa produzione : non sono rimasto deluso. Film teso che non ricorre all'action forse deludendo gli amanti del genere . Benicio una spanna sopra gli altri e Josh Brolin in una parte fotocopia di quella di Everest . Emilia Blunt non convincentissima
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flyanto
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mercoledì 7 ottobre 2015
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quando il male governa tutto
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Ennesima pellicola sulla questione dei cartelli della droga che regolano la vita ai confini tra Stati Uniti e Messico, "Sicario" si distingue però per la sua resa e per un cast di tutto rispetto assai preparato.
La vicenda ruota intorno ad una poliziotta dell'FBI (Emily Blunt) molto abile e ben addestrata che viene scelta da alcuni suoi superiori (Josh Brolin) al fine di prendere parte ad una difficile e pericolosa operazione in cui deve essere arrestato un potente e temibile boss messicano il quale regola la maggior parte del traffico di droga al confine tra Stati Uniti e Messico e che semina morte ovunque vada, anche e soprattutto attraverso i propri sicari.
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Ennesima pellicola sulla questione dei cartelli della droga che regolano la vita ai confini tra Stati Uniti e Messico, "Sicario" si distingue però per la sua resa e per un cast di tutto rispetto assai preparato.
La vicenda ruota intorno ad una poliziotta dell'FBI (Emily Blunt) molto abile e ben addestrata che viene scelta da alcuni suoi superiori (Josh Brolin) al fine di prendere parte ad una difficile e pericolosa operazione in cui deve essere arrestato un potente e temibile boss messicano il quale regola la maggior parte del traffico di droga al confine tra Stati Uniti e Messico e che semina morte ovunque vada, anche e soprattutto attraverso i propri sicari. In un mondo del tutto nuovo e costituito da agenti e vari personaggi corrotti e violenti ed uno stile di vita dove non esiste alcuna regola, se non quella della prevaricazione e della violenza, la giovane poliziotta assoldata dovrà fare i conti con la propria inesperienza ed ingenuità e soprattutto con la propria retta morale che si discosta ampiamente da quella vigente e con cui si trova ora in contatto. Nel corso delle giornate che la impiegheranno nell'operazione di cattura del potente boss, ella si renderà anche conto che non tutti gli individui affiancati a lei nel compito di arresto appaiono come sembrano (ben presto scoprirà il vero ruolo assunto da un abile consulente dell'operazione) e di essere stata lei stessa manovrata come una semplice pedina dell'operazione. Quest'ultima sarà brillantemente portata a termine non senza però lo sconcerto, il disgusto e la profonda delusione da parte della protagonista.
Ciò che viene maggiormente apprezzato in "Sicario" è, ripeto, la sua regia che è all'insegna di un ritmo sferrato ed incalzante e pertanto sempre più avvincente. Inoltre, la scelta di bravi protagonisti, quali Emily Blunt, Josh Brolin e soprattutto Benicio Del Toro nella parte dell'ambiguo consulente dell'operazione, contribuisce in maniera notevole alla resa ed al successo del film che, al di là di una trama sicuramente già trattata in molte opere cinematografiche precedenti e dunque non troppo originale, possiede tutti i numeri ed una direzione di tutto rispetto.Insomma un'incursione ed un'analisi del mondo del male che qui ancora una volta il regista canadese Denis Villeneuve fa, analizzandolo a fondo ed in tutte le sue sfaccettature come, del resto, aveva già compiuto nelle sue precedenti e riuscitissime opere"La Donna che Canta" e "Prisoner" , sebebne in una forma più privata ed in un contesto più contenuto.
Avvincente ed altamente consigliabile.
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jaylee
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domenica 4 ottobre 2015
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oltre ogni confine
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Benicio Del Toro in una storia di Messico & Droga? impossibile non pensare a quel gioiello che fu Traffic di Steven Soderbergh ormai 15 anni fa, in un’interpretazione a dir poco monumentale del grandissimo attore portoricano.
Kate Macer (E. Blunt), agente FBI prestato in un’operazione anti-droga, ben presto si scoprirà sconfinare in ambiti molto ambigui, e non solo perché si tratta del confine tra USA e Messico. Kate è affidata a Matt Graver (Brolin) e appunto Alejandro (Del Toro), Influenti, misteriosi e poco ortodossi, la scorteranno in angoli molto oscuri della giustizia e della ragion di stato: obiettivo snidare il potentissimo capo del Cartello di Juarez. Ma chi sono veramente questi due?
Sicario è un film che, pur nei canoni del police movie, fa della tensione più che dell'azione il suo vero punto di forza: impossibile non rimanere incollati allo schermo, anche perché le soluzioni narrative scelte da Villeneuve sono spesso imprevedibili e sempre inquadrate da un punto di vista anomalo, visto che la protagonista, pur essendo un’ottimo poliziotto, spesso si trova in vere e proprie situazioni di guerra urbana dove è realmente un pesce fuor d’acqua (in mezzo ai “lupi” parafrasando Alejandro).
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Benicio Del Toro in una storia di Messico & Droga? impossibile non pensare a quel gioiello che fu Traffic di Steven Soderbergh ormai 15 anni fa, in un’interpretazione a dir poco monumentale del grandissimo attore portoricano.
Kate Macer (E. Blunt), agente FBI prestato in un’operazione anti-droga, ben presto si scoprirà sconfinare in ambiti molto ambigui, e non solo perché si tratta del confine tra USA e Messico. Kate è affidata a Matt Graver (Brolin) e appunto Alejandro (Del Toro), Influenti, misteriosi e poco ortodossi, la scorteranno in angoli molto oscuri della giustizia e della ragion di stato: obiettivo snidare il potentissimo capo del Cartello di Juarez. Ma chi sono veramente questi due?
Sicario è un film che, pur nei canoni del police movie, fa della tensione più che dell'azione il suo vero punto di forza: impossibile non rimanere incollati allo schermo, anche perché le soluzioni narrative scelte da Villeneuve sono spesso imprevedibili e sempre inquadrate da un punto di vista anomalo, visto che la protagonista, pur essendo un’ottimo poliziotto, spesso si trova in vere e proprie situazioni di guerra urbana dove è realmente un pesce fuor d’acqua (in mezzo ai “lupi” parafrasando Alejandro). La lunga sequenza del primo viaggio a Juarez, in mezzo a corpi mutilati esposti nelle strade, un traffico perennemente congestionato e che si conclude con uno scontro (incredibilmente chirurgico) proprio alla frontiera è assolutamente straordinaria e fa intuire in quale abisso Kate sta per immergersi.
Tutto davvero di alto livello in Sicario: trama, interpretazioni, fotografia (alcune davvero di pregio… i soldati che si immergono nell’oscurità del crepuscolo sono un gioiellino) e musica (tesissima, appropriata e mai invadente). Insomma, Villeneuve fa ancora centro.
Ancora monumentale la prestazione di Benicio Del Toro, che riempie piano piano il film fino a diventarne il protagonista: bello come parta come figura di contorno ( la prima inquadratura sembra casuale, semplicemente di sbieco), poi via via cresce, occupa lo spazio anche emotivo della storia ed infine ne diviene sempre più la colonna portante fino a diventarne l’elemento risolutore. Quando arriverà allo scontro finale la pistola sarà appoggiata un ultimo secondo sul cuore per sentirne il rinculo, prima di un sospiro quasi definitivo. Ancora un oscar in arrivo?
Proprio l’orrore della normalità in cui si muove Kate è la cifra stilistica scelta dal regista per connotare Sicario: soldati che combattono una guerra dove la guerra non è mai stata dichiarata, poliziotti che lottano o a volte lavorano a fianco di quelli con cui dovrebbero lottare, potenti boss che vivono, ammazzano e vengono ammazzati in tranquillità, persone che vivono la loro vita in mezzo al traffico di auto e proiettili come se fossero la stessa cosa. Non a caso, Villeneuve sceglie un fil rouge molto particolare nel film, il poliziotto corrotto Silvio che alterna il servizio (dall’una e dell’altra parte) con le partite di calcio del figlio, e una scena finale di questa partita tra bambini in un campetto polveroso (e la polvere permea tutto il film sporcando la luce del sole ovunque, chissà forse un riferimento a quella polvere per cui si combatte in queste terre di confini piuttosto selettivi) che in qualche modo richiama proprio quello di Traffic. Solo che li, negli Stati Uniti, al di là del confine, era tutto bello, di qua, in Messico, ci si ferma un attimo quando si sentono gli spari. (www.versionekowalski.it)
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