catcarlo
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mercoledì 6 maggio 2015
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se dio vuole
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Nella pletora di film italiani che ogni anno trovano la via delle sale malgrado i talenti veri siano pochi, questo esordio dietro la macchina da presa dello sceneggiatore romano Edoardo Falcone si fa notare certo come uno dei più riusciti. Per carità, non stiamo parlando di un capolavoro e lontani anni luce sono opere del livello di – tanto per far dei titoli - ‘Tutti a casa’ o ‘Il vedovo’, ma la scrittura del regista assieme a Marco Martani funziona: la vicenda mette in mostra una discreta compattezza e un buon ritmo, favoriti anche dall’assai opportuna concisione di una durata sotto i novanta minuti, riuscendo a regalare discrete quantità di divertimento mai volgare e qualche stilla di commozione.
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Nella pletora di film italiani che ogni anno trovano la via delle sale malgrado i talenti veri siano pochi, questo esordio dietro la macchina da presa dello sceneggiatore romano Edoardo Falcone si fa notare certo come uno dei più riusciti. Per carità, non stiamo parlando di un capolavoro e lontani anni luce sono opere del livello di – tanto per far dei titoli - ‘Tutti a casa’ o ‘Il vedovo’, ma la scrittura del regista assieme a Marco Martani funziona: la vicenda mette in mostra una discreta compattezza e un buon ritmo, favoriti anche dall’assai opportuna concisione di una durata sotto i novanta minuti, riuscendo a regalare discrete quantità di divertimento mai volgare e qualche stilla di commozione. Il risultato è, insomma, quel prodotto medio capace di intrattenere grandi e piccini – e infatti in sala il ventaglio di età era molto vasto - che abbiamo invidiato tante volte ai cuginastri francesi, tanto che si potrebbe ripetere qui quanto scritto per ‘La famiglia Bélier’ ovvero che si tratta di un’opera che non cambierà la (e neppure resterà nella) storia del cinema, ma ha comunque la capacità di rallegrare la giornata. Tommaso è un cardiochirurgo di fama che, pur pensando a se stesso come a una persona aperta e all’avanguardia, considera il prossimo dall’alto in basso, sia in clinica, dove si muove come Guido Tersilli dopo la nomina a primario, sia nel bell’attico a Prati dove vive con la famiglia: la moglie repressa (peccato che la sempre affascinante Laura Morante abbia il ruolo più superfluo e tirato via), la figlia considerata oca (Ilaria Spada) assieme al genero ignorante (Edoardo Pesce) e il figlio, che lo idolatra, visto come il suo erede (Enrico Oetiker). Quando quest’ultimo annuncia, a sorpresa, di volersi dare al sacerdozio, a lui, ateo, casca il mondo addosso: si mette così sulle tracce del prete che ha influenzato il pargolo, ma, dopo il confronto, risulterà cambiato sia nella persona, sia nei rapporti con gli altri. Niente di nuovo sotto il sole, come si vede, ma Falcone, mantenendo uno stile nel complesso sobrio e vicino ai personaggi, calibra le svolte a sorpresa e gli inevitabili equivoci in modo che l’attenzione dello spettatore rimanga sempre viva: lo scavo psicologico delle figure o del rapporto padri-figli non c’è, ma non è neppure richiesto e il fatto che nessuno dei personaggi sia davvero antipatico (con l’eccesso di piacioneria di Don Pietro) fa parte del gioco di quello che a lungo si presenta come un film che prova a farti star bene. Giunge così a sorpresa la sterzata finale verso un epilogo amarognolo – nel genere ci sono dei bei precedenti a partire da ‘Il sorpasso’ – che ha il pregio di evitare un esito troppo scontato e di mettere tutto quanto sotto una prospettiva almeno in parte diversa. La struttura stessa della vicenda fa sì che tutto il cast finisca per essere in una posizione secondaria rispetto ai due interpreti principali: Gassman si esprime in un romanesco depurato e riesce a tenere a freno quasi sempre la propria gigioneria mentre Giallini trova un nuovo ruolo da protagonista importante dopo ‘Tutta colpa di Freud’ (è in scena in pratica dall’inizio alla fine) e bene lo sfrutta seppure vada sottolineato che, forse anche per la voce non molto duttile, gli riesce meglio la parte del ruvido rispetto a quella del redento.
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olipi
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martedì 28 aprile 2015
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giovani motociclisti, usate il casco!!
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Però, dobbiamo ringraziare anche il casco da motociclista...... Dopo, si può sperare anche nei miracoli.....
Poteva essere un'altro importante messaggio su cui riflettere fra i tanti di questo bellissimo film!
N.B.: avrei potuto essere più chiaro, ma, volutamente, ho usato i puntini per non rovinare ai futuri spettatori, il gusto di vedere il film senza conoscere il finale.
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amgiad
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martedì 28 aprile 2015
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la commedia italiana mostra qualcosa di nuovo
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Ho visto volentieri questo agile film di Falcone. Reduce dalla visione di altre più blasonate commedie la cui tristezza avvolgeva come miele, ho
ritrovato il piacere di sorridere pensando. La migliore dote della migliore commedia all' italiana. Intendiamoci non è un capolavoro E' un buon film e se il regista affinerà le sue doti sono convinto che potrà fornirci opere ancora migliori. Intelligente la trovata base della scelta controcorrente del figlio (ma non quella ormai ovvia dell' omossesualità). Bravo Giannini , ormai perfettamente calato nel personaggio del professore (psicologo, chirurgo. ecc), discreto Gassman (e non è poco), bravissima Morante (lo confesso ho una forte predilezione per lei e mi piacerebbe anche se recitasse le previsioni del tempo), il resto del cast all' altezza.
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Ho visto volentieri questo agile film di Falcone. Reduce dalla visione di altre più blasonate commedie la cui tristezza avvolgeva come miele, ho
ritrovato il piacere di sorridere pensando. La migliore dote della migliore commedia all' italiana. Intendiamoci non è un capolavoro E' un buon film e se il regista affinerà le sue doti sono convinto che potrà fornirci opere ancora migliori. Intelligente la trovata base della scelta controcorrente del figlio (ma non quella ormai ovvia dell' omossesualità). Bravo Giannini , ormai perfettamente calato nel personaggio del professore (psicologo, chirurgo. ecc), discreto Gassman (e non è poco), bravissima Morante (lo confesso ho una forte predilezione per lei e mi piacerebbe anche se recitasse le previsioni del tempo), il resto del cast all' altezza. Una piccola nota stonata nella sceneggiatura si avverte quando per sostituire la moglie nella casa trucida chiede aiuto all' assistente cicciottella. Un uomo come il grande primario non coinvolgerebbe mai in questa storia una persona del suo ambiente di lavoro.
Bellissimo il finale. Finalmente ci è stato evitato l' ovvio lieto fine. Resta aperto, ma in quella pera che casca si può leggere il senso della fine. Verrebbe voglia di dire che forse se il personaggio di Pietro avesse avuto 33 anni ..... . Comunque ci vuole indicare che su questa pietra si fonda la rinascita di un sano sentimento religioso.
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erinna78
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lunedì 27 aprile 2015
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solito filmetto
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Niente di nuovo all'orizzonte.
Storiella banale.
Qualche risata.
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maumauroma
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domenica 26 aprile 2015
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non ci resta che (sor)ridere
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i grandi tormenti esistenziali filtrati in una commediola degli equivoci.Famoso cardiochirurgo ateo,antipapa,omofobo e in crisi coniugale incontra un prete santone ex galeotto e ,catalizzatori un incidente,un bel panorama e una pera matura che cade da un albero per ricordarci dell'effimero,pare ritrovare l'equilibrio interiore.in mezzo un figlio che vuole farsi prete e creduto omosessuale,un genero cinico agente immobiliare,una moglie insegnante trascurata che preferisce scendere in piazza con gli studenti contestatori piuttosto che godersi l'attico con vista del marito.Giallini bravo nel ruolo del primario anche se con una voce non adatta al ruolo;Gasmann anche egli convincente anche se il suo romanesco depurato di parolacce appare improbabile,Morante fuori ruolo e avulsa dal contesto del film.
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i grandi tormenti esistenziali filtrati in una commediola degli equivoci.Famoso cardiochirurgo ateo,antipapa,omofobo e in crisi coniugale incontra un prete santone ex galeotto e ,catalizzatori un incidente,un bel panorama e una pera matura che cade da un albero per ricordarci dell'effimero,pare ritrovare l'equilibrio interiore.in mezzo un figlio che vuole farsi prete e creduto omosessuale,un genero cinico agente immobiliare,una moglie insegnante trascurata che preferisce scendere in piazza con gli studenti contestatori piuttosto che godersi l'attico con vista del marito.Giallini bravo nel ruolo del primario anche se con una voce non adatta al ruolo;Gasmann anche egli convincente anche se il suo romanesco depurato di parolacce appare improbabile,Morante fuori ruolo e avulsa dal contesto del film.spesso si (sor)ride ma con scenette che ricordano quelle dell'avanspettacolo.imperdonabile poi ridere delle disabilita',non e' cosa buona e giusta.
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[+] perdonare è divino..
(di vapor)
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[+] forse non hai capito
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nino pell.
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lunedì 20 aprile 2015
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ottima prova del regista edoardo falcone
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Indubbiamente questo film rappresenta un'ottima prova del regista Edoardo Falcone che riesce a disimpegnarsi ottimamente nel tessere una sceneggiatura perfetta a supporto di una trama già di per se consistente e solida. E poi naturalmente da evidenziare la bravura e l'esperienza degli attori. Marco Giallini, ad esempio, qui si cimenta nella sua seconda prova cinematografica in qualità di attore protagonista (dopo la fortunata e riuscita pellicola "Tutta colpa di Freud") e ci riesce magnificamente, interpretando un personaggio dallo spessore forte e assolutamente convincente, capace di catalizzare su di se tutta l'essenza e la consistenza narrativa di questo film. Difatti egli interpreta la parte di un medico dalla mentalità piuttosto scettica nei riguardi dell'esistenza di Dio e capace di pensare solo alla sua carriera e di un adeguato avvenire dei propri figli, senza tener conto delle loro reali aspirazioni.
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Indubbiamente questo film rappresenta un'ottima prova del regista Edoardo Falcone che riesce a disimpegnarsi ottimamente nel tessere una sceneggiatura perfetta a supporto di una trama già di per se consistente e solida. E poi naturalmente da evidenziare la bravura e l'esperienza degli attori. Marco Giallini, ad esempio, qui si cimenta nella sua seconda prova cinematografica in qualità di attore protagonista (dopo la fortunata e riuscita pellicola "Tutta colpa di Freud") e ci riesce magnificamente, interpretando un personaggio dallo spessore forte e assolutamente convincente, capace di catalizzare su di se tutta l'essenza e la consistenza narrativa di questo film. Difatti egli interpreta la parte di un medico dalla mentalità piuttosto scettica nei riguardi dell'esistenza di Dio e capace di pensare solo alla sua carriera e di un adeguato avvenire dei propri figli, senza tener conto delle loro reali aspirazioni. Eppure, nel corso della trama, sarà proprio il suo lento avvicinarsi alla Fede che gli farà capire che non tutto in questa vita può essere raggiunto mediante la logica della fredda razionalità e dell'ipocrisia. Alessandro Gassman invece è praticamente perfetto nel ruolo affidatogli, interpretando un prete dal passato non propriamente pulito, ma capace di insegnare la dottrina del Cattolicesimo alle nuove generazioni in maniera pratica e persuasiva e soprattutto capace di ammorbidire il carattere algido e calcolatore appunto del personaggio interpretato da Giallini. Da mettere infine in evidenza lo stupendo finale (forse aperto) dove, a seguito di un episodio improvviso che non sto qui a svelare, il film decanta la sublime forza della Fede che va oltre ogni tipo di ragionamento materiale e terreno di questa nostra vita: commovente
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miraobottu
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venerdì 17 aprile 2015
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se dio vuole : bisogna vedere!
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Tra i pochi film italiani da gustare rilassati. Il trio Giallini. Gassman, Spada ha fatto centro, Giallini poi, sembra che abbia fatto il Primario da sempre. Non sono misogino, comunque brave anche le donne. Insomma un film per chi piace andare al Cinema.
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mario nitti
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giovedì 16 aprile 2015
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abbastanza divertente e nulla più
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Un affermato chirurgo ha un figlio un po’ riservato che dichiara di dover fare un annuncio. Convinto che dichiarerà di essere gay prepara la famiglia a reagire in modo civile e a accogliere la novità senza clamori e con la massima tolleranza.
Il figlio però deve annunciare la decisione di farsi prete e questo spiazza il padre, animato da spirito laico e illuminista. Gay passi, ma prete no! Non potendo opporsi in modo frontale cerca di screditare il sacerdote che ha ispirato la vocazione.
Da questo punto di partenza si sviluppa la trama, giocata sul genere della commedia leggera, ma che vorrebbe dire anche qualche cosa di più. Non ci riesce.
Nel primo tempo si ride abbastanza, ma poi i personaggi restano troppo poco definiti, stereotipati, e quando si schiaccia sull’acceleratore, cercando di dire qualche cosa di più, è come se il motore del racconto girasse a vuoto.
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Un affermato chirurgo ha un figlio un po’ riservato che dichiara di dover fare un annuncio. Convinto che dichiarerà di essere gay prepara la famiglia a reagire in modo civile e a accogliere la novità senza clamori e con la massima tolleranza.
Il figlio però deve annunciare la decisione di farsi prete e questo spiazza il padre, animato da spirito laico e illuminista. Gay passi, ma prete no! Non potendo opporsi in modo frontale cerca di screditare il sacerdote che ha ispirato la vocazione.
Da questo punto di partenza si sviluppa la trama, giocata sul genere della commedia leggera, ma che vorrebbe dire anche qualche cosa di più. Non ci riesce.
Nel primo tempo si ride abbastanza, ma poi i personaggi restano troppo poco definiti, stereotipati, e quando si schiaccia sull’acceleratore, cercando di dire qualche cosa di più, è come se il motore del racconto girasse a vuoto. Alla fine si esce, quando si esce dalla sala, ci si è divertiti, ma solo abbastanza.
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erinna78
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mercoledì 15 aprile 2015
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solita roba !!!
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solito filmetto poco credibile e fasrcito di gag !
Giallini un po' macchietta.
peccato
[+] per quale società di produzione lavori?
(di lolly pop)
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[+] hai ragione erinna..
(di etabeta)
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francesca50
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martedì 14 aprile 2015
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veramente divertente e nuovo
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Ripeto quello già detto da molti, cioè che finalmente si esce dal solito film italiano superficiale e condito di stereotipi.
Il film infatti esce dal consueto perchè non tratta i soliti temi dei nostri intellettualoidi con sfigati e problemi sociali, ma abbiamo una sceneggiatura leggera con la quale si tocca un tema universale, quello di Dio, forse suscettibile di approfondimento, ma il quale viene inserito in un mondo (quello dei ricchi) che sembra da invidiare quando invece si scopre che non lo è.
Non può essere soddisfatto chi rinuncia all'amore e alla famiglia! Questo è il piccolo e grande messaggio del film.
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Ripeto quello già detto da molti, cioè che finalmente si esce dal solito film italiano superficiale e condito di stereotipi.
Il film infatti esce dal consueto perchè non tratta i soliti temi dei nostri intellettualoidi con sfigati e problemi sociali, ma abbiamo una sceneggiatura leggera con la quale si tocca un tema universale, quello di Dio, forse suscettibile di approfondimento, ma il quale viene inserito in un mondo (quello dei ricchi) che sembra da invidiare quando invece si scopre che non lo è.
Non può essere soddisfatto chi rinuncia all'amore e alla famiglia! Questo è il piccolo e grande messaggio del film. In una società in sfacelo come quella italiana questo è un messaggio veramente nuovo...
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