giusepped88
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martedì 10 febbraio 2015
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mi è entrato nella testa!
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Avevo seguito tutta la serie di Mario su MTV e mi ero divertito tanto con le interpretazioni non solo di Maccio ma anche degli altri, Herbert Ballerina su tutti.
Quando è stato annunciato il film non vedevo l'ora che arrivasse il 29 gennaio.
Non sono rimasto deluso.
Credo che in ognuno di noi ci sia una parte trasgressiva e un'altra più attenta alle problematiche sociali, ognuno di noi è un pochino Giulio Verme, soprattutto chi è nato nell'epoca della televisione commerciale.
Il film proietta una versione caricaturale della realtà in cui viviamo:
imprenditori senza scrupoli che vogliono cementificare le città come Cartelloni, calciatori osannati anche se come persone alcuni di loro sono degli emeriti "pirla" come Alessandro Del Pirlo, le zoccolone , i precari che si arrangiano per arrivare a fine mese come Alfonzo, il voler diventare famosi ad ogni costo(questo anche leitmotiv del Partito Tutti Famosi della serie tv), i complottisti, gli idealisti etc.
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Avevo seguito tutta la serie di Mario su MTV e mi ero divertito tanto con le interpretazioni non solo di Maccio ma anche degli altri, Herbert Ballerina su tutti.
Quando è stato annunciato il film non vedevo l'ora che arrivasse il 29 gennaio.
Non sono rimasto deluso.
Credo che in ognuno di noi ci sia una parte trasgressiva e un'altra più attenta alle problematiche sociali, ognuno di noi è un pochino Giulio Verme, soprattutto chi è nato nell'epoca della televisione commerciale.
Il film proietta una versione caricaturale della realtà in cui viviamo:
imprenditori senza scrupoli che vogliono cementificare le città come Cartelloni, calciatori osannati anche se come persone alcuni di loro sono degli emeriti "pirla" come Alessandro Del Pirlo, le zoccolone , i precari che si arrangiano per arrivare a fine mese come Alfonzo, il voler diventare famosi ad ogni costo(questo anche leitmotiv del Partito Tutti Famosi della serie tv), i complottisti, gli idealisti etc...
Citazioni di altri film in chiave di parodia, tanta ironia... E anche alla fine un po' di ottimismo:
Giulio Verme può contare sul fidato amico Alfonzo e ancora di più sulla ragazza Franca Solidale oltre che nello scalcinato gruppo dei Mobbasta.
Maccio inoltre non scade mai nel "predicozzo", quando rischia di diventare troppo serio inserisce la battuta che non ti aspetti.
Maccio Capatonda il nuovo Fantozzi?
Perchè no?
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[+] ciao
(di simone.s86)
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aristoteles
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mercoledì 14 ottobre 2015
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l'italiano medio che non c'è più
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Rispetto le opinioni di tutti,pertanto anche di chi ha scritto la recensione,tuttavia mi trovo in totale disaccordo,con ogni parola,ed è la prima volta.
Secondo me questo tipo di film fa molto male al cinema italiano ed alla rappresentazione assolutamente FALSA dell' Italia.
Noi non siamo questo "Italiano Medio" e qualora qualcuno lo fosse, stiamo parlando dell'un percento della popolazione.
Ci sono una quantità di stereotipi che infadiscono veramente,temi già abbondantemente trattati e superati come il Grande Fratello,il calciatore e la velina,persone che devono identificarsinecessariamente in qualche gruppo per sentirsi importanti,approfittatrici di turno,etc.
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Rispetto le opinioni di tutti,pertanto anche di chi ha scritto la recensione,tuttavia mi trovo in totale disaccordo,con ogni parola,ed è la prima volta.
Secondo me questo tipo di film fa molto male al cinema italiano ed alla rappresentazione assolutamente FALSA dell' Italia.
Noi non siamo questo "Italiano Medio" e qualora qualcuno lo fosse, stiamo parlando dell'un percento della popolazione.
Ci sono una quantità di stereotipi che infadiscono veramente,temi già abbondantemente trattati e superati come il Grande Fratello,il calciatore e la velina,persone che devono identificarsinecessariamente in qualche gruppo per sentirsi importanti,approfittatrici di turno,etc.etc.
Il buon Macchia,perchè non voglio disprezzarlo,con la scusa della droga assunta vorrebbe farci credere che questi uomini intellettualmente mancanti siamo noi.
Per cortesia ,lo sarai tu o lo saranno state generazioni passate,non la quasi totalità del popolo odierno.
Già all'estero sono anni che ci dobbiamo sorbire stereotipi come pizza,mandolino e mafia e non abbiamo bisogno di questa rappresentazione in chiave comica,che al massimo fa sorridere,neanche ridere.
Con toni ,non grevi,mi sento quasi offeso come Italiano.
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andrejuve
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lunedì 28 dicembre 2015
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l'amaro ritratto di una società superficiale
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“Italiano Medio” è un film del 2015 diretto da Marcello Macchia, piò comunemente conosciuto come Maccio Capatonda. Giulio Verme è un bambino nato all’interno di una modesta famiglia che lo trascura. I genitori infatti sono interessati esclusivamente alla televisione e ne sono attratti in maniera talmente morbosa da emarginare Giulio. Crescendo Giulio nutre una sorta di repulsione nei confronti dei genitori e del mondo televisivo, sviluppando invece una grande sensibilità in relazione ai problemi del mondo, con particolare riferimento alla disoccupazione e alla salvaguardia dell’ambiente e degli animali, cercando di affrontarli per migliorarlo.
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“Italiano Medio” è un film del 2015 diretto da Marcello Macchia, piò comunemente conosciuto come Maccio Capatonda. Giulio Verme è un bambino nato all’interno di una modesta famiglia che lo trascura. I genitori infatti sono interessati esclusivamente alla televisione e ne sono attratti in maniera talmente morbosa da emarginare Giulio. Crescendo Giulio nutre una sorta di repulsione nei confronti dei genitori e del mondo televisivo, sviluppando invece una grande sensibilità in relazione ai problemi del mondo, con particolare riferimento alla disoccupazione e alla salvaguardia dell’ambiente e degli animali, cercando di affrontarli per migliorarlo. Raggiunta la maggiore età decide di andare a vivere da solo e di frequentare l’Università. In quel periodo conosce Franca, una ragazza che, come Giulio, è molto impegnata socialmente. I due si innamorano, si sposano e Giulio riuscirà a conseguire la laurea. Nonostante i suoi propositi di cambiare il mondo Giulio si ritroverà a lavorare in una fabbrica di smaltimento dei rifiuti. Giulio è insoddisfatto della vita che conduce e soprattutto è disgustato dalla realtà circostante, composta da persone insensibili alle vere problematiche della società a causa di una cultura basata sul puro consumismo e sulla superficialità. Questa situazione lo ossessiona e lo rende irascibile e scontroso. Franca non riesce più a sostenere la relazione con Giulio e quando, il giorno prima di partire in Africa per un’attività di volontariato, sottolinea al marito il fatto che abbia sempre saputo solo lamentarsi senza agire concretamente per migliorare il mondo circostante, Giulio decide di lasciarla. Giulio riesce casualmente a venire a conoscenza di un momento attivista di nome “I Salmoni”, i quali hanno come obiettivo quello di aprire gli occhi ad una popolazione cieca, influenzata e condizionata negativamente dai mass media. Giulio decide di far parte di questa associazione e il primo obiettivo è quello di impedire allo spietato imprenditore Cartelloni di cementare la zona verde del bio parco per costruire edifici dedicati esclusivamente alla fascia sociale più agiata. Giulio, a causa dell’infruttuosità delle sue azioni, è depresso e sconfortato. Un giorno si presenta alla porta di casa sua un testimone di Geova: è Alfonzo, un suo vecchio amico di scuola. Giulio lo fa entrare e gli esprime tutti i suoi disagi. A un certo punto Alfonzo propone a Giulio di prendere una pastiglia la quale quest’ultimo erroneamente pensa possa aumentare le capacità cerebrali. Invece le diminuisce drasticamente consentendogli di utilizzare solo il due per cento del suo cervello. Giulio allora subisce una trasformazione, conformandosi alla generale mediocrità che lo circonda. La pillola però ha effetti temporanei ma Giulio comincia a diventarne dipendente abusandone e compiendo azioni meschine e illogiche. La pellicola, attraverso la storia di Giulio Verme, effettua una feroce critica nei confronti della società odierna. Una società che innanzitutto è impregnata dal forte egoismo che ha come effetto un’incapacità di comprendere le esigenze e i bisogni altrui. La solidarietà e l’altruismo sono valori ormai perduti e quello che conta è il perseguimento di specifici e personali interessi. L’uomo ormai pensa a coltivare il suo “piccolo orticello” perdendo totalmente la cognizione di quanto avviene esternamente e di come le problematiche che ci circondano in realtà ci coinvolgano in prima persona. Questo mondo ormai è malato ed è paragonabile all’immondizia che con cura Giulio cerca di smaltire e differenziare. Siamo come dei rifiuti ammassati e collocati senza una logica precisa e senza un’organizzazione. Attivarsi in prima persona per un tentativo di cambiamento per molti viene visto come un passo troppo rischioso e che potrebbe far emergere responsabilità che non vogliono essere assunte. Il problema è proprio questo senso di immaturità e pigrizia generale che prevale su qualsiasi intento volto al mutamento dell’attuale condizione sociale. Coloro che provano ad affrontare i problemi e a portarli a conoscenza del popolo vengono additati come rivoluzionari, ribelli e complottisti. Quando rispetto ai problemi legati alla criminalità organizzata, alla corruzione, alle continue crisi di Governo, alla disoccupazione, alla crisi finanziaria e all’ambiente, è più importante preoccuparsi di aggiornare lo stato di Facebook, organizzare serate nei locali più in vista oppure essere informati sul reality show più in voga al momento, allora è inevitabile che prevalga un senso di rassegnazione. Questa ovviamente è una provocazione per sottolineare come ognuno di noi è bravo ad autocommiserarsi e a lamentarsi della sua condizione di vita senza poi concretamente operarsi per migliorarla. L’apparenza ormai prevale su tutto e il timore di giudizi negativi da parte di chi ci circonda rende l’uomo un essere inanimato, insensibile e incapace di provare emozioni sincere. Qualsiasi evento che non ci coinvolga in prima persona viene accantonato e considerato superfluo. Il disinteresse verso gli altri porterà l’uomo ad un’incapacità di relazionarsi e di socializzare. L’essere umano sta diventando sempre più una macchina priva di sentimenti, apatica e statica. Siamo ormai alienati dai cellulari e da qualsiasi mezzo tecnologico che comporti una diminuzione della capacità di mettersi in gioco e di confrontarsi con gli altri. Bisogna a tutti i costi perseguire la perfezione ed essere posti al centro dell’attenzione. E’ solo instaurando determinate conoscenze che si possono ottenere favori e diventa più semplice intraprendere corsie preferenziali per ottenere i propri scopi. L’opportunismo prevale a discapito di coloro che onestamente e con fatica cercano di ritagliarsi un ruolo dignitoso all’interno della società. Un’altra malattia della nostra epoca è il pregiudizio nei confronti di coloro che sono considerati “diversi” a fronte di una nazionalità diversa, di determinati orientamenti sessuali o addirittura di modi di pensare differenti. Il processo di civilizzazione sembra aver subito un rallentamento, anzi un peggioramento drastico e inquietante. Questa preoccupante realtà è frutto soprattutto dell’attività dei mezzi di comunicazione, con particolare riferimento alla televisione, i quali delineano modelli e punti di riferimento ai quali dover ambire, creando illusioni e utopie. Viene presentato agli occhi della popolazione un mondo perfetto, privo di difetti e intriso di positività. La gente si fa plasmare e manovrare dalla televisione, la quale diventa mezzo e strumento per controllare il popolo che diventa incapace di formulare propri pensieri e di esprimere punti di vista che siano difformi e si discostino da quelli imposti e preconfezionati dai mass media. La disinformazione è causa dell’ignoranza che ci attanaglia e che ci rende facilmente controllabili dai Governi, i quali sono consci del fatto che qualsiasi realtà che venga raccontata sarà considerata come quella assoluta. Questo perché nessuno mette in discussione o si pone dei dubbi su ciò che viene trasmesso sullo schermo. E’ solo quando i programmi televisivi o i telegiornali pongono l’attenzione su un determinato evento che tutti si mobilitano a favore di una causa che molto probabilmente prima era ignorata o sconosciuta. E’ troppo semplice assumere il controllo di un popolo cosi ingenuo e infantile. Ogni giorno assistiamo a distorsioni della realtà che ci condizionano nella capacità di discernere la verità dalla menzogna, la sincerità dall’inganno. Siamo costantemente distratti da trasmissioni di intrattenimento che pongono in primo piano il materialismo e la ricerca della notorietà. Questa società del consumismo perde di vista ogni più nobile valore e cosi facendo ci ritroveremo a vivere in un mondo privo di unità, di coesione e di capacità critica, perché oggi viene accettata qualsiasi tipo di ingiustizia o di meschinità senza effettuare alcun tipo di opposizione. Tutti noi siamo coinvolti e dobbiamo autocondannarci per il degrado all’interno del quale noi stessi paradossalmente ci stiamo affossando, diminuendo gradualmente ogni minima speranza di ripresa. E’ fondamentale, come per ogni cosa, trovare un punto di equilibrio tra gli interessi e le necessità personali e quelle di chi ci circonda. E’ solo tentando di reagire e sviluppando un sentimento di denuncia e di sdegno che qualcosa si può smuovere, non rassegnandosi o deprimendosi. Giulio rappresenta gli eccessi opposti che, sia da un lato che dall’altro, possono risultare negativi e controproducenti. In ognuno di noi c’è una parte di “italiano medio” che è giusto che ci sia e fa parte della nostra cultura e delle nostre tradizioni, ma che non deve prendere il sopravvento sul senso di umanità che ci contraddistingue rispetto agli oggetti, e non deve essere utilizzato come espediente per aggirare situazioni che possono risultare complesse e problematiche. Queste tematiche sono delineate grazie ad una commedia esilarante e ben diretta da Marcello Macchia, al suo convincente esordio alla regia. Attraverso l’utilizzo di figure eccentriche e caricaturali lo spettatore riflette sui paradossi negativi che caratterizzano la nostra epoca. Una bella commedia allo stesso tempo divertente e amara, che convince grazie anche alle originali e iperboliche interpretazioni degli attori, calatisi perfettamente nei rispettivi ruoli. Un film che consiglio vivamente di vedere perché riesce ad esulare dai soliti canoni del cinema italiano, proponendo qualcosa di innovativo e coinvolgente.
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pilota54
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martedì 8 novembre 2016
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apparantemente demenziale, in realtà vero
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Ho visto il film in TV, su Sky. Inizialmente mi è parso di un umorismo demenziale e poco divertente. Ma poi, man mano che il film scorre, diventa "vero", un quadro di un'Italia e di un'italiano diviso tra la bontà assoluta e la trasgressione più becera e menefreghista. E c'è anche una quota di humor in bilico tra Benigni e Zalone, con tratti per la verità anche molto personali, inediti.
Soprattutto emerge la qualità recitativa di un comico che è anche attore credibile e naturale, così come alcuni importanti personaggi del film come la fidanzata, la vicina (la regina dei cinepanettoni Barbara Tabita) e l'amico ex compagno di classe un po' sciocco ma buono.
La parte finale è a mio avviso la più riuscita, con uno struggente, dilaniante contrasto tra la volontà di essere un perfetto paladino del "politically correct" e la voglia trasgressiva di indulgere all'egoismo e il divertimento.
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Ho visto il film in TV, su Sky. Inizialmente mi è parso di un umorismo demenziale e poco divertente. Ma poi, man mano che il film scorre, diventa "vero", un quadro di un'Italia e di un'italiano diviso tra la bontà assoluta e la trasgressione più becera e menefreghista. E c'è anche una quota di humor in bilico tra Benigni e Zalone, con tratti per la verità anche molto personali, inediti.
Soprattutto emerge la qualità recitativa di un comico che è anche attore credibile e naturale, così come alcuni importanti personaggi del film come la fidanzata, la vicina (la regina dei cinepanettoni Barbara Tabita) e l'amico ex compagno di classe un po' sciocco ma buono.
La parte finale è a mio avviso la più riuscita, con uno struggente, dilaniante contrasto tra la volontà di essere un perfetto paladino del "politically correct" e la voglia trasgressiva di indulgere all'egoismo e il divertimento.
La chiosa finale è esilarante. In definitiva un film originale, davvero diverso dalla scontata commedia comica che ci viene di solito proposta.
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giacomo95
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domenica 1 febbraio 2015
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commedia di grande coraggio
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Non è semplice recensire un film come Italiano medio, specie dopo aver conosciuto Maccio e il suo tipo di comicità. Chi (come me) si aspettava un film basato solo ed esclusivamente sulle gag assortite dovrà ricredersi.
Un uomo disperato, quello che interpreta Maccio, che cerca in tutti i modi di ottenere l'attenzione da parte degli altri su quelli che sono i veri problemi della vita, dall'inquinamento alla vita sedentaria, la salvaguardia degli animali o il buco nell'ozono. Ma senza successo.
Un uomo cresciuto da genitori capaci solo di stare continuamente davanti alla tv, e circondato di persone capaci di fregarsene di una persona che si sente male all'improvviso solo per controllare le ultime info sul mondo del calcio.
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Non è semplice recensire un film come Italiano medio, specie dopo aver conosciuto Maccio e il suo tipo di comicità. Chi (come me) si aspettava un film basato solo ed esclusivamente sulle gag assortite dovrà ricredersi.
Un uomo disperato, quello che interpreta Maccio, che cerca in tutti i modi di ottenere l'attenzione da parte degli altri su quelli che sono i veri problemi della vita, dall'inquinamento alla vita sedentaria, la salvaguardia degli animali o il buco nell'ozono. Ma senza successo.
Un uomo cresciuto da genitori capaci solo di stare continuamente davanti alla tv, e circondato di persone capaci di fregarsene di una persona che si sente male all'improvviso solo per controllare le ultime info sul mondo del calcio. Ed è solo l'inizio... Dovrà trovare il modo di farsi sentire, di poter fare qualcosa, di fermare tutto questo. Ma come farsi notare, in un mondo che sembra fregarsene solo di chi vincerà il reality show di turno, o di chi è stato squalificato nell'ultima partita?
Un film, dicevamo, non semplice da giudicare. Qui vengono prese scelte di grande coraggio, si osa andare oltre ciò che ci aspetteremmo di vedere in una commedia del 2015. Qui non si tratta di ridere e basta. Si tratta di prendere atto di come vanno veramente le cose nel mondo odierno, raggrupparle e fonderle insieme in 90 minuti di spettacolo. Aggiungendo al tutto una trama che, seppur con qualche tempo morto, riesce a farsi largo tra gag ben pensate, personaggi discretamente riusciti ed eventi e fatti verosimili; il tutto, per dar vita a una completa critica verso la società di oggi, quella società fin troppo discutibile in cui siamo immersi. E, se da una parte il film ha momenti ben realizzati insieme ad altri un po' meno riusciti, riesce comunque ad andare oltre la commedia odierna, raccontando un mondo contorto, per molti versi assurdo, ma in fin dei conti credibile e (amaramente) reale.
Chi cercava un film in cui ridere e divertirsi in maniera spensierata, si rivolga altrove. Chi invece vuole vedere il ritratto della società contemporanea, prenderne atto con un po' di ironia e godersi la strampalata storia di un uomo che cerca di essere alternativo a tutto ciò...vada diretto al cinema a vedere Italiano medio. La prima, vera opera di Maccio Capatonda si è presa tanti rischi, ma ne è uscita vincitrice. Ciò fan ben sperare per il futuro.
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enrico danelli
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giovedì 20 agosto 2015
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l'arte delle mediazione e di vivere bene
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Un film divertente e molto significativo. In alcune occasioni il regista-attore, Marcello Macchia, è eccessivo per non tradire il personaggio che l'ha lanciato in orbita sul piccolo schermo: altrimenti questo film poteva essere un capolavoro. C'è molto: a livello individuale la classica schizofrenia fra l'io buono e l'io cattivo presente in ognuno di noi, tema già trattato in mille modi dalla letteratura e cinematografia (dottor Jekill e mister Hyde), tema che Macchia però rielabora con verve e gusto e (quello che è il suo merito maggiore) calandolo molto efficamente nel contesto sociale italiano attuale. Qui il personaggio di Giulio Verme, prima intransigente ecologista, poi spregiudicato menefreghista, diventa veramente il prototipo e l'emblema del popolo italiano quando riesce a conivere con le sue due opposte personalità.
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Un film divertente e molto significativo. In alcune occasioni il regista-attore, Marcello Macchia, è eccessivo per non tradire il personaggio che l'ha lanciato in orbita sul piccolo schermo: altrimenti questo film poteva essere un capolavoro. C'è molto: a livello individuale la classica schizofrenia fra l'io buono e l'io cattivo presente in ognuno di noi, tema già trattato in mille modi dalla letteratura e cinematografia (dottor Jekill e mister Hyde), tema che Macchia però rielabora con verve e gusto e (quello che è il suo merito maggiore) calandolo molto efficamente nel contesto sociale italiano attuale. Qui il personaggio di Giulio Verme, prima intransigente ecologista, poi spregiudicato menefreghista, diventa veramente il prototipo e l'emblema del popolo italiano quando riesce a conivere con le sue due opposte personalità. Opportunismo e incoerenza diventano il collante di due opposti modus vivendi, altrimenti difficlmente conciliabili. Facendosi andare bene tutto si arriva al completo appagamento dei sensi. L'italiano medio del titolo del film è quindi sì medio in quanto l'esempio dell'individuo italiano di oggi, ma anche e soprattutto mediatore in quanto capace di dare un colpo al cerchio e alla botte, mediando appunto l'impossibile (Giulio Verme alla fine riesce perfino a crearsi un piccolo harem evidentemente convincendo e mediando fra le due donne che lo accompagnano nel film). Citazioni dotte non mancano: chiusura del film con morale alla Kubrik (Eyes wide shut) : l'unica cosa importante è "copulare / scopare". Un film poco visto dai palati sopraffini, ma sicuramente degno di molto rispetto. Forza Macchia, fanne un altro !
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enzo70
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lunedì 28 dicembre 2015
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film inguardabile
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Nel manicheismo della cultura italiana, da un lato il bene, dall’altro il male, ci mancava solo un film come questo che molto più di qualunquemente, e ho detto tutto, arraffa dal populismo imperante. Il risultato è un film, a mio avviso, imbarazzante, cerca di essere comico, ma comico non è, ma null’altro potrebbe essere.
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Nel manicheismo della cultura italiana, da un lato il bene, dall’altro il male, ci mancava solo un film come questo che molto più di qualunquemente, e ho detto tutto, arraffa dal populismo imperante. Il risultato è un film, a mio avviso, imbarazzante, cerca di essere comico, ma comico non è, ma null’altro potrebbe essere. Il protagonista Giulio Verme, interpretato da Macchia, che è anche il regista, è un integralista di un certo tipo di cultura, vegano, ambientalista, antesignano del più profondo grillismo, dove per cultura per fare bene basta non fare. Una pillola che riduce le capacità neurologiche lo trasforma, quindi, nell’italiano medio, un Cetto laqualunque estremo, ma quello che dilaga da questo film è il qualunquismo del soggetto, che va oltre ogni ipotesi di ricerca di normalità. E parlare di un film eccessivo, non mi sembra corretto, perché l’eccesso non c’è, alla fine si vede sempre, e con puntualità, quel richiamo etico ad una cultura massimalista che nega ogni possibilità di riscatto al consumismo, che ha preso il posto della religione nella percezione degli oppiacei della dignità dei popoli. Un film sconsigliato vivamente.
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noa84
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domenica 1 febbraio 2015
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realismo paradossale
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Il piccolo Giulio Verme cresce in una famiglia arida di lavori e completamente ipnotizzata dal pericoloso "totem" della televisione, lui già dotato di una coscienza morale sviluppata cerca in tutti i modi di far contro a questi non valori da cui è circondato.Il suo atteggiamento idealista e integralista con cui lui è convinto di poter fare la differenza lo porterà tragicomicamente a fare la differenziata, lavorando per una compagnia di smistamento rifiuti passando le giornate in mezzo al lerciume snocciolando valori a colleghi totalmente insensibili e ad una compagna il cui rapporto un tempo fatto di complicità e condivisione degli stessi ideali è oramai sfinito a causa del suo continuo e inconcludente lamentarsi.
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Il piccolo Giulio Verme cresce in una famiglia arida di lavori e completamente ipnotizzata dal pericoloso "totem" della televisione, lui già dotato di una coscienza morale sviluppata cerca in tutti i modi di far contro a questi non valori da cui è circondato.Il suo atteggiamento idealista e integralista con cui lui è convinto di poter fare la differenza lo porterà tragicomicamente a fare la differenziata, lavorando per una compagnia di smistamento rifiuti passando le giornate in mezzo al lerciume snocciolando valori a colleghi totalmente insensibili e ad una compagna il cui rapporto un tempo fatto di complicità e condivisione degli stessi ideali è oramai sfinito a causa del suo continuo e inconcludente lamentarsi.
Senza speranze Giulio, cederà alla tentazione di assumere una pastiglia datagli dall' amico Alfonzo con cui le sue facoltà mentali scenderanno dal 20% al 2% e diventerà il classico italiano medio superficiale e legato ai valori imposti dai relity show.
Per chi apprezza la tragicomicità di Maccio non mancano certo delle sane ghignate davanti lo schermo, evidenti i riferimenti/caricature a film come Limitless, Arancia meccanica e Fight club, una trasposizione cinematografica per alcuni tratti un pò grezza (ma forse tale per renderla appetibile al grande pubblico), ma proprio quando stava per scadermi al pari di una delle tante commerciali commedie attuali, il buon Maccio è riuscito a stupire con un uscita estremamente sarcastica, paradossale e piena dal feroce spirito critico.
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evildevin87
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lunedì 2 febbraio 2015
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un filmaccio riuscito
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Ebbene, mr. Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda, dopo anni di clip brevi e finti trailer approda al cinema con il suo primo lungometraggio il cui soggetto si basa su uno dei sui finti trailer più celebri: Italiano Medio, appunto.
Facendosi forte della satira pungente il buon Maccio mette in piedi un universo completamente sopra le righe, grottesco e che porta all'eccesso ogni caratteristica tipica della nostra società. Il tutto in maniera abbastanza coerente, e il film infatti riesce a far ridere di gusto per tutta la sua durata. Alla base vi è un forte spirito critico, e Maccio riesce a dare in pasto alla folle un film in cui ci ritroviamo a ridere di noi stessi.
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Ebbene, mr. Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda, dopo anni di clip brevi e finti trailer approda al cinema con il suo primo lungometraggio il cui soggetto si basa su uno dei sui finti trailer più celebri: Italiano Medio, appunto.
Facendosi forte della satira pungente il buon Maccio mette in piedi un universo completamente sopra le righe, grottesco e che porta all'eccesso ogni caratteristica tipica della nostra società. Il tutto in maniera abbastanza coerente, e il film infatti riesce a far ridere di gusto per tutta la sua durata. Alla base vi è un forte spirito critico, e Maccio riesce a dare in pasto alla folle un film in cui ci ritroviamo a ridere di noi stessi. Sulla critica il film non risparmia nessuno: dall'idealista che in fondo si lamenta e basta al menefreghista, dal personaggio famoso ignorante e sgrammaticato all'estremista, dal popolino ignorante che il giorno prima si indigna per una cosa e il giorno dopo se la dimentica totalmente in favore di un'altra ancora alla casta fatta di uomini il cui valore è dato solo dai soldi e dal potere che possiedono, il film fa una vera e propria strage di ogni figura che caratterizza il mondo di oggi a colpi di risate. I richiami agli altri celebri spot di Maccio sono presenti e non risultano essere troppo forzati come temevo sarebbero stati. Una trama di fondo c'è, e riesce a farsi seguire e risultare bella solida.
Certo il film è tutt'altro che perfetto: registicamente parlando si vede che Maccio non è a suo agio con i lungometraggi, la recitazione è abbastanza scadente e ogni tanto c'è qualche caduta di tono. Tuttavia il film funziona e diverte da morire, e dubito che verrà dimenticato tanto in fretta. Era tanto che non si vedeva in Italia un film comico che lasciasse davvero qualcosa alla fine, che non si reggesse solo sugli intenti e, diaciamolo pure, che facesse almeno ridere, e ci è voluto Maccio Capatonda per darci qualcosa che dovrebbe essere nella media. Non un capolavoro, certo non arriva ai livelli di un Fantozzi o de I Soliti Ignoti, ma probabilmente destinato a diventare un piccolo cult.
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nunzietta
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mercoledì 4 febbraio 2015
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perchè?
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Cosa c'era da aggiungere ad un geniale cortometraggio che già descriveva perfettamente ed esaustivamente, in chiave ironica, con personaggi grotteschi e dialoghi paradossali, la misera condizione di un essere umano combattuto tra impegno sociale e menefreghismo, desiderio di cambiare il mondo e voglia di abbandonarsi ai peggiori istinti? Nulla. Il film è un susseguirsi di gag scontate e volgari, superflue rispetto ad un cortometraggio che aveva la propria forza nel delineare in pochi minuti, e con sguardo acuto, quello che rappresenta l'"uomo medio" italiano.
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