benedetti
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martedì 18 febbraio 2020
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il ns voto: 7
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Commenteremo prevalentemente film italiani, ed in particolare, film ambientati nell'area romana. fatta questa premessa:
CLORO a nostro umile giudizio è un buon film per aderenza alla realtà, immagini e dialoghi veri. la vita è questa, va affrontata senza piagnistei e ridicole teologie psicologiche. la forza di jennifer dovrebbe far vergognare molte donne cinquantenni di oggi. grazie,
viva il cinema. guido
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gianleo67
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martedì 30 agosto 2016
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quando il cinema d'autore fa un buco nell'acqua
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Costretta a trasferirsi in una baita tra i monti, per accudire il padre vedovo in stato depressivo e consentire al fratellino di frequentare la scuola, la giovane Jenny dovrà presto fare i conti con una realtà fatta di duro lavoro e di tristi privazioni, continuando comunque a coltivare la propria passione per il nuoto sincronizzato nella piscina dell'hotel in cui fa le pulizie. La prima occasione sarà quella buona per una scelta difficile e che vale il proprio futuro.
Dalla libertà di una finta prigionia suburbana sul litorale romano all'esilio sociale di una vita alpestre di premature responsabilità familiari, questo racconto di formazione ci parla della difficoltà di crescere al tempo della crisi economica del terzo millennio, quando cuffiette in piscina e cuffie nel dopo piscina ci avevano fatto credere di vivere la comoda normalità dei nostri giorni.
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Costretta a trasferirsi in una baita tra i monti, per accudire il padre vedovo in stato depressivo e consentire al fratellino di frequentare la scuola, la giovane Jenny dovrà presto fare i conti con una realtà fatta di duro lavoro e di tristi privazioni, continuando comunque a coltivare la propria passione per il nuoto sincronizzato nella piscina dell'hotel in cui fa le pulizie. La prima occasione sarà quella buona per una scelta difficile e che vale il proprio futuro.
Dalla libertà di una finta prigionia suburbana sul litorale romano all'esilio sociale di una vita alpestre di premature responsabilità familiari, questo racconto di formazione ci parla della difficoltà di crescere al tempo della crisi economica del terzo millennio, quando cuffiette in piscina e cuffie nel dopo piscina ci avevano fatto credere di vivere la comoda normalità dei nostri giorni.
Tra il suono in presa diretta e l'ellissi del montaggio alternato con cui si apre il film, tra paesaggi in campo lungo e la dialettica di un contro campo quasi sempre fuori fuoco (sai che vezzi!) l'autore introduce le forme un po' scontate del mesto realismo di un cinema nostrano pieno di buoni propositi ma decisamente carente sul versante della scrittura e della varietà degli snodi narrativi ( di scene al desco a mangiar spaghetti al sugo non se ne può piu!). Sembra la Archibugi ma assomiglia alla Comencini (Quando la Notte): una fiction televisiva di ragazzine belle e sfigate che sognano il nuoto sincronizzato ma si devono accontentare dell'acquagym di uno scalcagnato albergo a Capracotta non disdegnado compromessi sessuali dai quali trarre qualche piacere ed un insegnamento di vita. Il cloro serve a pulire e disinfettare, ma è anche la metafora di ciò che può inquinare i sogni e le speranze fino a bruciare gli occhi, aggiungendo le lacrime alle lacrime di una vita di stenti e di rinunce e relegando i sogni agonistici alle sconsolate fantasticherie del dopo-lavoro. Diversi i passaggi a vuoto che servono da riempitivi ma non apportano contributi per una maggiore vicinanza emotiva alla storia ed ai personaggi (il padre in stato catatonico condotto nell'eremo di un ritiro spirituale, lo straniero ombroso e irsuto che ne approfitta spesso e volentieri, le beghe di uno zio a cui scaricare il pupo, la dirigente scolastica accigliata ma comprensiva) ed il solito finale di sospensioni emotive ed interdizioni morali dove i silenzi della sceneggiatura e la simbologia di immagini riflesse allo specchio vorrebbero alludere alle inesorabili forze di un destino che trasformano volti e stravolgono vite, imponendo il tempo di una improrogabile scelta tra gli affetti familiari e le aspirazioni personali. Dagli edificanti esempi degli angeli delle favales di Rio approdati alle glorie di Copacabana a quelli di Ostia Lido che ambiscono agli assoluti italiani insomma il passo è breve; basta crederci almeno un pò e con il giusto anticipo sui tempi. Caruccia la giovane Serraiocco, già acclamata esordiente con Salvo di Grassadonia e Piazza, nel ruolo di affascinate nereide di vasche clorate nelle belle coreografie acquatiche al ritmo di note sincopate; ordinaria amministrazione per i veterani Colangelo e Degli Esposti. Presentato in concorso ufficiale al Sundance Film Festival ed alla 65ª Berlinale.
Quando il cinema d'autore fa un buco nell'acqua.
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aleluk
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venerdì 1 gennaio 2016
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fastidio
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Sempre piu' spesso mi sento ripetere questa frase: "...ma dopo decenni di Berlusconi come potevamo pensare di uscirne indenni?!" E le conferme sono quotidiane. Ad esempio questo film. Il senso è racchiuso in una sola parola: fastidio, e non credo minimamente sia il senso cercato. Qualcuno dovrebbe dire al "regista" che l'abuso dello sfocato su uno schermo cinematografico non è "poesia" ma "fastidio". Ma la cosa piu' importante da riferigli è che se si parla di minori bisognerebbe avere un minimo di conoscenze sociali e non credere di poter forzare la mano solo per raccontare una storia, perchè così si scivola facilmente nel fantasy, o forse meglio: fantascienza.
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Sempre piu' spesso mi sento ripetere questa frase: "...ma dopo decenni di Berlusconi come potevamo pensare di uscirne indenni?!" E le conferme sono quotidiane. Ad esempio questo film. Il senso è racchiuso in una sola parola: fastidio, e non credo minimamente sia il senso cercato. Qualcuno dovrebbe dire al "regista" che l'abuso dello sfocato su uno schermo cinematografico non è "poesia" ma "fastidio". Ma la cosa piu' importante da riferigli è che se si parla di minori bisognerebbe avere un minimo di conoscenze sociali e non credere di poter forzare la mano solo per raccontare una storia, perchè così si scivola facilmente nel fantasy, o forse meglio: fantascienza. Perchè è fantascienza credere che due minori possano essere abbandonati a se stessi in questo modo. E' fantascienza credere che una preside se ne lavi le mani così come narrato. E' solo dopo decenni di Berlusconi un rapporto sessuale tra un adulto e una minore può essere spacciato per relazione adulta e consapevole. Quindi il fastidio che procura questo film scivola velocemente in rabbia. Sono arrivata alla fine semplicemente per sapere il brano musicale base dell'allenamento in acqua e colmo dei colmi è stato impossibile capirlo...Consiglierei al regista di tornare al matrimonialismo, credo sia questa la sua base ed è meglio che resti nel suo ambito...
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flyanto
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venerdì 13 marzo 2015
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come crescere in fretta e rinunciare ai propri sog
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Film in cui si racconta di una ragazza di diciassette anni la quale ha la passione per il nuoto sincronizzato a cui peraltro si dedica con ardore al fine anche di partecipare ad un'importante gara nazionale. In seguito all'improvvisa morte della madre la protagonista è costretta a trasferirsi con il fratellino in una località di montagna dove vive il padre psicologicamente instabile. Qui dovrà trascorrere un periodo non ben precisato di permanenza per accudire sia il padre instabile che il fratellino, abbandonando così la sua preparazione atletica per le gare di nuoto. Nel corso di questo suo forzato soggiorno ella vivrà delle esperienze del tutto nuove per lei, come impiegarsi presso un hotel locale come donna delle pulizie, conoscere uno strano individuo con cui avrà le sue prime esperienze sessuali ed in pratica assumersi delle grandi responsabilità in generale poco adatte alla sua giovane età.
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Film in cui si racconta di una ragazza di diciassette anni la quale ha la passione per il nuoto sincronizzato a cui peraltro si dedica con ardore al fine anche di partecipare ad un'importante gara nazionale. In seguito all'improvvisa morte della madre la protagonista è costretta a trasferirsi con il fratellino in una località di montagna dove vive il padre psicologicamente instabile. Qui dovrà trascorrere un periodo non ben precisato di permanenza per accudire sia il padre instabile che il fratellino, abbandonando così la sua preparazione atletica per le gare di nuoto. Nel corso di questo suo forzato soggiorno ella vivrà delle esperienze del tutto nuove per lei, come impiegarsi presso un hotel locale come donna delle pulizie, conoscere uno strano individuo con cui avrà le sue prime esperienze sessuali ed in pratica assumersi delle grandi responsabilità in generale poco adatte alla sua giovane età. Ma in lei perdurerà sempre il desiderio di ritornare quanto prima nuovamente in città e riprendere gli allenamenti per le tanto agognate gare sino, però, al duro scontro con la realtà.
Questa delicata, toccante ed amara pellicola in una maniera quanto mai diretta e realistica descrive la condizione di una ragazza a cui improvvisamente cambia l'intera esistenza in peggio in quanto ella si deve accollare delle responsabilità troppo grandi per la sua giovane età, facendola crescere prematuramente ed in fretta. Il regista Lamberto Sanfelice mette bene a fuoco questa condizione nuova ed inusuale per la ragazza e sicuramente da lei mal sopportata e vissuta e vi riesce attraverso il racconto delle sue giornate lunghe e monotone in una località montana nel corso di una stagione di bassa affluenza turistica che sottolinea ed amplifica lo squallore e la durezza della situazione. Da segnalare l'espressività del volto e degli occhi della giovane attrice Sara Serraiocco (già apprezzata nel suo precedente "Salvo" dove interpretava la parte di una ragazza cieca) scelta per il ruolo della protagonista da cui traspare una profonda malinconia nonchè sfiducia e rasseganzione.
Insomma, un film molto ben diretto (si consideri anche che è un'opera prima del regista) e commovente che non cade in una possibile sdolcinatura e pertanto vivamente da consigliare, sebbene certa che sia riservato ad un pubblico di nicchia e dunque di scarso successo per ciò che concerne la sua distribuzione.
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