|
domenica 24 ottobre 2021
|
rivelare meno dettagli della trama pliiiiz
|
|
|
|
"L'ultimo prima di morire............... vogliamo rivelare altri dettagli della trama la prossima volta ???
Ma che modi sono?? Io non so.
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
riccardo tavani
|
venerdì 25 novembre 2016
|
un gino strada tra i mandarini dell'abcazia
|
|
|
|
Tangerines, ossia Mandarini è un piccolo imperdibile gioiello di film, il quale, però, rischia di essere visto da pochi. È programmato, infatti, solo in poche città e in poche sale italiane. Proprio per questo bisogna citare e ringraziare la P. F. A. che lo sta coraggiosamente distribuendo, dato che tutti hanno presto dimenticato che questo film estone di Zaza Urushadze è stato candidato agli Oscar come Miglior Film Straniero.
La vicenda è ambientata nel 1990 in Abcazia, territorio caucasico della vasta Russia, sconosciuto ai più, eppure ferocemente conteso dalla Georgia, soprattutto quando questo piccolo Stato, bagnato dal Mar Nero, proclama la propria indipendenza.
[+]
Tangerines, ossia Mandarini è un piccolo imperdibile gioiello di film, il quale, però, rischia di essere visto da pochi. È programmato, infatti, solo in poche città e in poche sale italiane. Proprio per questo bisogna citare e ringraziare la P. F. A. che lo sta coraggiosamente distribuendo, dato che tutti hanno presto dimenticato che questo film estone di Zaza Urushadze è stato candidato agli Oscar come Miglior Film Straniero.
La vicenda è ambientata nel 1990 in Abcazia, territorio caucasico della vasta Russia, sconosciuto ai più, eppure ferocemente conteso dalla Georgia, soprattutto quando questo piccolo Stato, bagnato dal Mar Nero, proclama la propria indipendenza. Per difendersi dal preponderante confinante invasore arruola anche contractors, ossia truppe mercenarie. E qui siamo subito al centro della geopolitica umana del film. Due mezzi militari belligeranti s’inseguono a colpi di mitragliatore pesante su una strada al limitare di un bosco abcaso. Uno dei due – una Jeep con a bordo due mercenari – finisce addosso alla siepe di una casa, l’altro mezzo – più grande – con tre soldati georgiani – si ribalta poco più avanti, crivellato dall’arma pesante di uno dei due contractors inseguitori. A pochi metri c’è la casa di Margus, non molto distante quella di Ivo. Il primo sta raccogliendo i mandarini dalla sua piantagione, l’altro gli sta fabbricando cassette di legno in cui metterli per poi trasportarli via. La loro è una corsa contro il tempo. Il tempo della guerra che avanza e rischia di mandare in malora i mandarini se resteranno a marcire sulle loro piante. Ma la guerra sembra arrivata prima. Quello scontro a fuoco davanti casa di Margus lo sta dicendo nella maniera più incontrovertibile. Ivo e Margus sono entrambi estoni, gli ultimi rimasti in quel lembo boschivo di terra, perché tutti i loro corregionali sono tornati in patria, cacciati dalle avanzanti ombre di piombo della imminente guerra.
Ci sono solo due superstiti nel conflitto. Un mercenario filo-abcaso, Ahmed, e un ragazzo georgiano, Niko. Quest’ultimo è quello ridotto peggio, con una brutta ferita sulla testa. Ivo, il vecchio falegname se li porta tutte due in casa. E li cura entrambi, facendosi portare medicine e un primo aiuto da un amico medico estone, in procinto di partire anche lui. Ahmed, il contractor, appena ritorna in sé e si rende conto che nella stanza a fianco c’è uno di quelli che ha ammazzato il suo amico d’infanzia alla guida della Jeep, dice a Ivo che è inutile curarlo, tanto lui lo scannerà.
Immediatamente – anche a causa dei tratti somatici e della barba bianca del falegname – noi capiamo come mai l’avevamo capita prima l’opera di Emergency e di Gino Strada che Ivo molto richiama. In una zona remota e spopolata del mondo, dentro la casa spoglia di un vecchio che vive solo, pure sotto la minaccia incombente delle armi e della follia della guerra, c’è chi applica un principio di razionalità contro ogni confine e pretesa di sopraffazione delle cose e dell’umano. Un principio di razionalità nella forma della cura e dell’offerta completamente gratuita non solo di salvezza ma anche di riscatto. La foto di Maria – la giovane bella nipote di Ivo – dentro una cornice su un mobile della casa, sembra essere l’immagine di una possibilità diversa, anche se lontana, da quella terra insanguinata sul bordo del cui mare fioriscono le tombe dei figli ammazzati. “Ha importanza da chi?”, domanda Ivo ad Ahmed.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a riccardo tavani »
[ - ] lascia un commento a riccardo tavani »
|
|
d'accordo? |
|
lbavassano
|
martedì 15 novembre 2016
|
un film bellissimo
|
|
|
|
Il cinema, per essere grande, non ha bisogno di star internazionali, non ha bisogno di megaproduzioni, men che meno di mirabolanti effetti speciali. Non può fare a meno però di grandi storie, di storie forti e ben raccontate, di volti intensamente credibili. Avrebbe bisogno però di distributori intelligenti, di sale capaci di rischiare, del tam-tam degli spettatori. Non dirò niente di questo film, perché vorrei che gli amici cinefili potessero apprezzarlo senza saperne nulla, come è capitato a me, ed esserne sorpresi, incantati. Dirò solo che è un film sulla guerra, sull'assurdità della guerra, e sugli eroismi quotidiani, alieno dalla retorica, senza nulla di scontato. Che è un film che parla della morte, che sa parlare della morte, donandoci, indelebile, il senso della bellezza della vita.
[+]
Il cinema, per essere grande, non ha bisogno di star internazionali, non ha bisogno di megaproduzioni, men che meno di mirabolanti effetti speciali. Non può fare a meno però di grandi storie, di storie forti e ben raccontate, di volti intensamente credibili. Avrebbe bisogno però di distributori intelligenti, di sale capaci di rischiare, del tam-tam degli spettatori. Non dirò niente di questo film, perché vorrei che gli amici cinefili potessero apprezzarlo senza saperne nulla, come è capitato a me, ed esserne sorpresi, incantati. Dirò solo che è un film sulla guerra, sull'assurdità della guerra, e sugli eroismi quotidiani, alieno dalla retorica, senza nulla di scontato. Che è un film che parla della morte, che sa parlare della morte, donandoci, indelebile, il senso della bellezza della vita. Che parla dell'odio, e della possibilità che a ciascuno è data di superarlo. Dirò solo che è un film bellissimo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lbavassano »
[ - ] lascia un commento a lbavassano »
|
|
d'accordo? |
|
giuliog02
|
venerdì 11 novembre 2016
|
90 minuti di piacevole tensione emotiva.
|
|
|
|
Un film tra i migliori che io abbia visto negli ultimi anni, profondo, umano, che dà speranza.
Scenografia perfetta, curata in ogni particolare, inclusa la qualità dei suoni. Tipi umani scelti con cura, recitazione di altissimo livello di Lembit Ulfsak nella parte di Ivo, il cui linguaggio del corpo anticipa la comprensione dello stato d'animo e delle parole. Esemplare una postura in cui, in casa e con i feriti in stanze diverse, si siede e la postura che assume ricorda quella del Pensatore di Rodin. Raramente mi sono goduto un film così esemplare nella narrazione degli eventi, nella scenografia, nelle metafore e nel messaggio trasmesso. Sono rimasto 90 minuti incollato con lo sguardo allo schermo e le orecchie tese a percepire ogni dettaglio di un sonoro di eccezionale livello nella resa di qualsiasi suono, naturale, umano, bellico, animale, musicale proveniente dall'ambiente e dai protagonisti della vicenda.
[+]
Un film tra i migliori che io abbia visto negli ultimi anni, profondo, umano, che dà speranza.
Scenografia perfetta, curata in ogni particolare, inclusa la qualità dei suoni. Tipi umani scelti con cura, recitazione di altissimo livello di Lembit Ulfsak nella parte di Ivo, il cui linguaggio del corpo anticipa la comprensione dello stato d'animo e delle parole. Esemplare una postura in cui, in casa e con i feriti in stanze diverse, si siede e la postura che assume ricorda quella del Pensatore di Rodin. Raramente mi sono goduto un film così esemplare nella narrazione degli eventi, nella scenografia, nelle metafore e nel messaggio trasmesso. Sono rimasto 90 minuti incollato con lo sguardo allo schermo e le orecchie tese a percepire ogni dettaglio di un sonoro di eccezionale livello nella resa di qualsiasi suono, naturale, umano, bellico, animale, musicale proveniente dall'ambiente e dai protagonisti della vicenda.
Tra le molte scene dense di significato e metafore, che mi piace ricordare, c'è la professione di Ivo, che è un falegname. A mio avviso si ricollega alla figura di Giuseppe. La scena, poi, della sepoltura di Nika sulla cima dell'altura, in vista del mare, accanto alla tomba in cui è sepolto il figlio di Ivo, morto all'inizio della guerra, riporta anche all'importanza di una vetta di una montagna nell'antico testamento. Zaza Urushadze ha realizzato un capolavoro. Un incantevole film, da premio internazionale, assolutamente da vedere.
.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giuliog02 »
[ - ] lascia un commento a giuliog02 »
|
|
d'accordo? |
|
enrico danelli
|
lunedì 13 giugno 2016
|
dio abita in campagna e...
|
|
|
|
.. costruisce cassette di legno per mandarini. Ivo = divus = Dio, un "grande" e autorevole vecchio con occhi azzurri e barba bianca. La figlia Maria. Il figlio morto. Una natura rigogliosa e benevola verso gli uomini, un piccolo giardino dell'Eden. Le due religioni monoteiste (la terza sarebbe stata una forzatura nel contesto) che si fronteggiano in armi, ma alla fine si autodistruggono. L'individuo che solo nel momento del bisogno ritrova la calma e il rispetto del prossimo a prescidere dal suo credo religiso. La equivalenza delle religioni per Dio, stante la natura di figli. Tutto rinchiuso (e molto di più probabilmente) nel microcosmo di un film semplice e breve, umile e povero (fra l'altro mai noioso o superfluo).
[+]
.. costruisce cassette di legno per mandarini. Ivo = divus = Dio, un "grande" e autorevole vecchio con occhi azzurri e barba bianca. La figlia Maria. Il figlio morto. Una natura rigogliosa e benevola verso gli uomini, un piccolo giardino dell'Eden. Le due religioni monoteiste (la terza sarebbe stata una forzatura nel contesto) che si fronteggiano in armi, ma alla fine si autodistruggono. L'individuo che solo nel momento del bisogno ritrova la calma e il rispetto del prossimo a prescidere dal suo credo religiso. La equivalenza delle religioni per Dio, stante la natura di figli. Tutto rinchiuso (e molto di più probabilmente) nel microcosmo di un film semplice e breve, umile e povero (fra l'altro mai noioso o superfluo). Splendide scene : quella del dialogo finale fra Ivo (Dio compassionevole e amorevole) e Niko (figlio con una profonda umanità azzerata dalla guerra) e fra Ivo e Ahmed davanti a due tombe e ad un mare senza orizzonte, infinito come l'eternità.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a enrico danelli »
[ - ] lascia un commento a enrico danelli »
|
|
d'accordo? |
|
iocamille
|
domenica 12 giugno 2016
|
un inno alla pace
|
|
|
|
Un inno alla pace, senza luoghi comuni nè facili buonismi.
Da vedere e rivedere, soprattutto in un momento storico come questo in cui la guerra non è più considerata un assurdo, inutile e stupido dramma ma viene troppo spesso vista come una partita di calcetto.
Peccato solo che film come questi non abbiano la diffusione che meritano.
|
|
[+] lascia un commento a iocamille »
[ - ] lascia un commento a iocamille »
|
|
d'accordo? |
|
robroma66
|
lunedì 30 maggio 2016
|
una splendida utopia
|
|
|
|
La pace è possibile o è solo una "splendida utopia" (per dirla à la Guccini)? E' la domanda che continuavo a pormi quando sono uscita dal cinema.
Non perdete questo film -piccolo tesoro prezioso-, ammesso che voi riusciate a trovarlo in qualche sala. Dirò solo, per dare un'idea di quanto sia bello e coinvolgente, che a fine proiezione il pubblico ha applaudito.
Non lasciatevi fuorviare dall'idea di un film di nicchia e un po' pesante, per di più in versione originale sottotitolata: si vede volentieri e senza attimi di noia né cali di tensione.
[+]
La pace è possibile o è solo una "splendida utopia" (per dirla à la Guccini)? E' la domanda che continuavo a pormi quando sono uscita dal cinema.
Non perdete questo film -piccolo tesoro prezioso-, ammesso che voi riusciate a trovarlo in qualche sala. Dirò solo, per dare un'idea di quanto sia bello e coinvolgente, che a fine proiezione il pubblico ha applaudito.
Non lasciatevi fuorviare dall'idea di un film di nicchia e un po' pesante, per di più in versione originale sottotitolata: si vede volentieri e senza attimi di noia né cali di tensione. Commuove senza essere retorico, anzi commuove per la sua assoluta semplicità oltre che per le vicende che narra. Sublime l'interpretazione del leggendario attore estone Lembit Ulfsak nel ruolo di Ivo, il protagonista.
Al culmine del conflitto del 1991/93 tra la Georgia e la repubblica separatista di Abkhazia, una piccola enclave di estoni stanziati lì da cent'anni è quasi vuota. Sono rimasti soltanto Ivo e Margus. Ivo costruisce cassette in cui sistemare i mandarini del frutteto di Margus, in occasione dell'anelato raccolto. Un giorno la guerra giunge sull'uscio di casa, lasciandovi due soldati gravemente feriti. Ivo decide di portarli dentro e di curarli, sebbene i due appartengano a fazioni opposte del conflitto. Gradualmente e tra mille ostilità reciproche i due trovano un terreno comune di incontro -essenzialmente, recuperano l'umanità e la purezza incrostate dal delirio della guerra- ma un epilogo tragico porrà fine a questo impensabile percorso.
Essenziale e rigoroso, il film apre comunque uno spiraglio alla possibilità di restare umani e di superare l'odio. Ha avuto un ottimo successo internazionale per via, soprattutto, del tema universale che veicola; peccato che in Italia la distribuzione non abbia ritenuto che valesse la pena spendersi di più per un prodotto di cotanta scintillante bellezza.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a robroma66 »
[ - ] lascia un commento a robroma66 »
|
|
d'accordo? |
|
vanessa zarastro
|
domenica 29 maggio 2016
|
l’assurdità della guerra
|
|
|
|
Un film che dimostra pienamente l’assurdità della guerra, l’idiozia dei militari, la precarietà della vita, specialmente in tempo di battaglie. Ivo, un anziano estone, vive isolato lavorando il legno in uno sperduto villaggio dell’Abcasia, una zona caucasica rivendicata dai Georgiani, durante il conflitto dell’inizio degli anni ’90. Nella regione vivevano parecchi estoni che sono tornati in patria all’inizio delle ostilità belliche. Unico contatto sociale di Ivo è il connazionale Margus, che produce mandarini, e con il quale ha avviato un’attività commerciale: soci in affari, Ivo costruisce le cassette per inserirci la grande quantità di mandarini raccolti da Margus.
[+]
Un film che dimostra pienamente l’assurdità della guerra, l’idiozia dei militari, la precarietà della vita, specialmente in tempo di battaglie. Ivo, un anziano estone, vive isolato lavorando il legno in uno sperduto villaggio dell’Abcasia, una zona caucasica rivendicata dai Georgiani, durante il conflitto dell’inizio degli anni ’90. Nella regione vivevano parecchi estoni che sono tornati in patria all’inizio delle ostilità belliche. Unico contatto sociale di Ivo è il connazionale Margus, che produce mandarini, e con il quale ha avviato un’attività commerciale: soci in affari, Ivo costruisce le cassette per inserirci la grande quantità di mandarini raccolti da Margus. Ma il destino vuole che proprio vicino alla casa dell’amico scoppino alcuni colpi di mitra e uno di bazooka. Ivo, aiutato da Margus, seppellise i morti e salva due feriti gravi di parti avverse: Amhed è un mercenario ceceno e Nika un giovane idealista georgiano. Il vecchio ma infaticabile Ivo li cura amorevolmente - aiutato anche da un altro connazionale medico in via di partenza per l’Estonia - e in particolare riesce a tenere testa agli attriti e battibecchi tra i due “nemici” che, all’inizio recalcitranti, pian piano superano i pregiudizi e razzismi reciproci. Attaccata la casa di Ivo da una pattuglia di balordi, il ceceno e il georgiano si troveranno dalla stessa parte a proteggersi a vicenda e a proteggere il loro salvatore. Purtroppo Margus – che stava anche lui per partire e raggiungere la sua patria – non ce la fa così come il giovane aspirante attore di teatro georgiano che verrà sepolto vicino al figlio di Ivo su una collina che guarda il Mar Nero.
Il film è duro ma anche poetico e di grande sensibilità umana. Non c’è neanche una donna, solo una fotografia incorniciata della giovane nipote di Ivo quasi simbolo di un mondo felice, di una speranza di futuro migliore. Il regista ci presenta un mondo di uomini con l’irrazionalità della violenza ma anche con un desiderio represso di affetto che si aprono pian piano da maschi forti ad amici affettuosi sempre con un grande senso del pudore dei propri sentimenti e con un forte senso dell’onore. “Tangerines” è veramente un’opera meritevole, girata con rigore ed essenzialità. Il film ha avuto la nomination come miglior film straniero sia agli Oscar sia ai Golden Globe del 2015.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a vanessa zarastro »
[ - ] lascia un commento a vanessa zarastro »
|
|
d'accordo? |
|
fabiofeli
|
domenica 29 maggio 2016
|
diverso da chi?
|
|
|
|
Come le umili piante selvatiche abbarbicate alle scogliere, quasi senza terra, flagellate da sole, acqua salata e vento, che riescono a produrre miriadi di fiori azzurri, Ivo (Lembit Ulfsak) e Margus ( Elmo Nuganen) – emigrati in Georgia dalla lontana Estonia -, due anziani contadini attaccati alla loro terra, sembrano incuranti della guerra che si avvicina; vogliono restare in Abcasia per concludere il raccolto di mandarini che si annucia copioso. Il clima nei pressi del Mar Nero nelle zone protette dai venti gelidi del nord dal Caucaso è, infatti, sorprendentemente mite ed adatto agli agrumi: Ivo prepara le cassette per la raccolta e Margus cerca di affrettare il lavoro che necessiterebbe della robusta manovalanza promessa dai militari.
[+]
Come le umili piante selvatiche abbarbicate alle scogliere, quasi senza terra, flagellate da sole, acqua salata e vento, che riescono a produrre miriadi di fiori azzurri, Ivo (Lembit Ulfsak) e Margus ( Elmo Nuganen) – emigrati in Georgia dalla lontana Estonia -, due anziani contadini attaccati alla loro terra, sembrano incuranti della guerra che si avvicina; vogliono restare in Abcasia per concludere il raccolto di mandarini che si annucia copioso. Il clima nei pressi del Mar Nero nelle zone protette dai venti gelidi del nord dal Caucaso è, infatti, sorprendentemente mite ed adatto agli agrumi: Ivo prepara le cassette per la raccolta e Margus cerca di affrettare il lavoro che necessiterebbe della robusta manovalanza promessa dai militari. Ma la guerra irrompe davanti alle loro case: sono costretti a seppellire i morti e Ivo ospita due feriti gravi delle opposte fazioni. Li fa curare dal medico del paese ed ottiene dai due, Ahmed (Giorgi Nakashidze), un rozzo mercenario, violento e risoluto, e Nika ( Misha Meskhi), un giovane colto che fa l’attore di teatro, non si spingano ad un duello mortale. Poco per volta, nonostante inevitabili screzi e digrignamento di denti tra i due giovani, la coabitazione forzata imposta dall’autorevole Ivo li costringe a dismettere l’atteggiamento da cani ringhiosi: comunicano e mangiano insieme; la reciproca conoscenza li aiuta a superare l’ostilità. Quando la guerra si avvicina di nuovo come un temporale furioso, distruggendo la casa di Margus e scatenando la violenza dei mitragliatori, il quadro è radicalmente cambiato. Non più cassette di legno da fabbricare per Ivo, ma raggelanti bare, perché la raccolta di mandarini forse resterà una utopia …
Un bel film sulla barbarie della guerra che disumanizza le persone e fa loro dimenticare cosa conta nell’esistenza: il rispetto del prossimo, il riconoscere se stesso in chi ci sembra diverso e come tale nemico. Nel profondo chi coltiva non lo fa solo per sé, ma per dividere quello che raccoglierà con la sua fatica con gli altri, nonostante sappia che i suoi frutti, come i suoi figli, sono appesi a un filo che il destino può crudelmente recidere. Una lezione di vita che lo ieratico Ivo impartisce ai due giovani e a noi stessi: tutto il resto non conta, guerra o non guerra; la diversità può diventare somiglianza, perché ogni uomo è simile, anzi uguale ad ogni altro uomo. Un bel film da proporre a bambini e ragazzi in età scolare, purtroppo precipitato nelle ultime sale dei cinema.
Valutazione *** ½
FabioFeli
[-]
[+] barbarie della guerra
(di vanessa zarastro)
[ - ] barbarie della guerra
|
|
[+] lascia un commento a fabiofeli »
[ - ] lascia un commento a fabiofeli »
|
|
d'accordo? |
|
kimkiduk
|
domenica 22 novembre 2015
|
da vedere mille volte
|
|
|
|
In un momento così in cui tutti odiano tutti, vedere questo film mi ha fatto piangere (e non me ne vergogno) e mi ha dato una speranza.
Come un piccolo film fatto di 4 scene due case un bosco e 4 attori e 10 comprimari possa essere un VERO CAPOLAVORO.
La figura di Ivo è letteralmente mostruosa. Se il mondo fosse come Ivo sarebbe bellissimo, ma è come Ahmed e Niko.
Un Estone che non riesce a lasciare l'amata terra di Abcasia difesa dai ceceni contro i georgiani. La pecca della ripetizione dei due nemici che si rispettano poteva essere la nota dolente del film, ma non lo è. Tutto è assolutamente semplice e perfetto. Anche le poche frasi dette sono banali ma arrivano dove devono arrivare.
[+]
In un momento così in cui tutti odiano tutti, vedere questo film mi ha fatto piangere (e non me ne vergogno) e mi ha dato una speranza.
Come un piccolo film fatto di 4 scene due case un bosco e 4 attori e 10 comprimari possa essere un VERO CAPOLAVORO.
La figura di Ivo è letteralmente mostruosa. Se il mondo fosse come Ivo sarebbe bellissimo, ma è come Ahmed e Niko.
Un Estone che non riesce a lasciare l'amata terra di Abcasia difesa dai ceceni contro i georgiani. La pecca della ripetizione dei due nemici che si rispettano poteva essere la nota dolente del film, ma non lo è. Tutto è assolutamente semplice e perfetto. Anche le poche frasi dette sono banali ma arrivano dove devono arrivare. Ho pensato per tutto il film se a volte è meglio la semplicità nel dire le cose rispetto alla retorica e la dialettica forbita. Vista la mia reazione al film penso la semplicità.
Il finale, che non racconto, anche se penso che questo film lo vedranno pochissimi, è veramente bello.
Candidato all'Oscar per miglior film straniero, ed avendo visto gli altri, per me lo avrebbe vinto a mani basse.
Non verrà mai distribuito penso in Italia ed è un vero peccato. Andrebbe fatto vedere nelle scuole.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a kimkiduk »
[ - ] lascia un commento a kimkiduk »
|
|
d'accordo? |
|
|