ruger357mgm
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domenica 30 marzo 2014
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le lacrime di chi ci ha creduto
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Non si va per caso a vedere questo film.Ci si riconosce,alla vista,all'odore,all'affinità di abbigliamento e di delusa trasandatezza,anche se permeata di capì griffati.E' un rito collettivo,un tuffo nella memoria e nella sofferenza di chi ci ha creduto davvero,nella speranza di cambiarlo,questo paese.E ' un ritrovarsi, un sentirsi smarriti,ora come allora,orfani di una figura carismatica e trasparente,fedeli alla linea perché non si può non essere "comunisti dentro",avendo ideali comuni di equità sociale e tributaria,pacifismo intrinseco e voglia di lavoro,per tutti.Non ci si commuove,si ricorda e si rimpiange,si fa il tifo, si additano gli avversari di sempre,l'orrido Franceschini e l'untuoso Signorile,si apprezza addirittura Almirante,fascista ma leale , che va ai funerali e i comunisti lasciano che ci vada.
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Non si va per caso a vedere questo film.Ci si riconosce,alla vista,all'odore,all'affinità di abbigliamento e di delusa trasandatezza,anche se permeata di capì griffati.E' un rito collettivo,un tuffo nella memoria e nella sofferenza di chi ci ha creduto davvero,nella speranza di cambiarlo,questo paese.E ' un ritrovarsi, un sentirsi smarriti,ora come allora,orfani di una figura carismatica e trasparente,fedeli alla linea perché non si può non essere "comunisti dentro",avendo ideali comuni di equità sociale e tributaria,pacifismo intrinseco e voglia di lavoro,per tutti.Non ci si commuove,si ricorda e si rimpiange,si fa il tifo, si additano gli avversari di sempre,l'orrido Franceschini e l'untuoso Signorile,si apprezza addirittura Almirante,fascista ma leale , che va ai funerali e i comunisti lasciano che ci vada.Stringe il cuore il presidente Napolitano e fa tenerezza Ingrao.Per quanto attiene alla tecnica il buon Walter riassume,come sempre, i suoi punti fissi di riferimento: i fogli svolazzanti dell'unità a San Giovanni come la piuma di Forest Gump,campi lunghi alla Leone e spiagge alla sapore di mare.Toccante Mastroianni che parla della memoria, distanti un secolo i cineasti che si accordano per il documentario sul funerale, ci mancano già Gigi Magni,Lizzani, per tacere di Fellini....Un atto d'amore e un omaggio a chi ci ha creduto davvero.Grazie.
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orlandi
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martedì 1 aprile 2014
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chi era berlinguer?
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"Chi era Berlinguer? " Molti giovani in Italia non sanno dare una risposta a questa domanda, le interviste che danno inizio al documentario ne sono la prova .Il film è rivolto ai giovani in modo pedagogico e ai ,più "attempati", contemporanei di berlinguer in modo commemorativo.
Walter Veltroni, ex sindaco di Roma, segretario del PD e candidato premier, non è solo un politico, da anni scrive di cinema e con questo documentario debutta alla regia. Sembra che il regista si diverta a costruire "poesie" visive: è convincente la scena in cui fogli di giornale svolazzano in piazza San Giovanni e le immagini di repertorio si "amalgano" brillantemente a quelle girate da Veltroni, altre invece risultano troppo audaci e virtuose come quelle girate nel carcere.
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"Chi era Berlinguer? " Molti giovani in Italia non sanno dare una risposta a questa domanda, le interviste che danno inizio al documentario ne sono la prova .Il film è rivolto ai giovani in modo pedagogico e ai ,più "attempati", contemporanei di berlinguer in modo commemorativo.
Walter Veltroni, ex sindaco di Roma, segretario del PD e candidato premier, non è solo un politico, da anni scrive di cinema e con questo documentario debutta alla regia. Sembra che il regista si diverta a costruire "poesie" visive: è convincente la scena in cui fogli di giornale svolazzano in piazza San Giovanni e le immagini di repertorio si "amalgano" brillantemente a quelle girate da Veltroni, altre invece risultano troppo audaci e virtuose come quelle girate nel carcere.
Veltroni, grazie alla sua posizione, ha potuto raccogliere numerose testimonianze tra le persone che giravano attorno al segretario generale del Partito Comunista Italiano, delineandone un profilo completo dal punto di vista politico senza addentrarsi nella vita privata di Enrico Berlinguer.
Ne esce fuori un documentario completo è ben realizzato, in cui il peso del nome del regista non ha impedito la riuscita del prodotto finale.
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filippo catani
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lunedì 16 giugno 2014
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un ritratto lucido e nostalgico
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A trent'anni dalla sua scomparsa, Walter Veltroni realizza un documentario sullo storico segretario del PCI Enrico Berlinguer alternando immagini di repertorio ad interviste ai testimoni di allora.
Davvero ben realizzato questo documentario che restituisce, specialmente alle giovani generazioni, il ritratto di un uomo politico onesto e appassionato alle sue idee e battaglie che non ha avuto paura di nuotare anche controcorrente. E forse questo documentario farà bene proprio a quei giovani intervistati inizialmente e che in maggioranza non avevano idea di chi fosse Berlinguer (qualcuno addirittura si spinge a dire che fosse il presidente di un fantomatico stato europeo coreano).
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A trent'anni dalla sua scomparsa, Walter Veltroni realizza un documentario sullo storico segretario del PCI Enrico Berlinguer alternando immagini di repertorio ad interviste ai testimoni di allora.
Davvero ben realizzato questo documentario che restituisce, specialmente alle giovani generazioni, il ritratto di un uomo politico onesto e appassionato alle sue idee e battaglie che non ha avuto paura di nuotare anche controcorrente. E forse questo documentario farà bene proprio a quei giovani intervistati inizialmente e che in maggioranza non avevano idea di chi fosse Berlinguer (qualcuno addirittura si spinge a dire che fosse il presidente di un fantomatico stato europeo coreano). Gli amici e compagni del tempo e la figlia corroborano le immagini di repertorio che ci restituiscono le immagini di un uomo lucido e integerrimo (forse da lì nasceva l'idea che fosse un uomo triste e che Berlinguer smentisce in una intervista a Mixer quì riportata). Il segretario da una parte sarà artefice di grandi successi elettorali mentre dall'altra subirà la freddezza dei sovietici per il suo essere fieramente democratico ma soprattutto si troverà a fronteggiare la fine degli anni '70 con il loro carico di morti e il definitivo naufragio del compromesso storico con Moro. Bellissime anche le immagini delle vecchie tribune politiche che ci offrono l'idea di una politica si combattuta ma senza urli e con schieramenti ben delineati al contrario di quanto spesso accade oggi. Un ritratto che non lascerà indifferenti nemmeno coloro che, pur non essendo di quella parte politica, ne hanno apprezzato la levatura morale e intellettuale.
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great steven
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domenica 4 settembre 2016
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la politica di un tempo fa scuola a quella di oggi
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QUANDO C'ERA BERLINGUER {2014} diretto da WALTER VELTRONI
Ritratto del piu' celebre e amato segretario del Partito Comunista Italiano, ruolo che ricopri' dal1972 al1984, anno della morte, che creo' un commosso cordoglio nel mondo politico nostrano e apri' alla comprensione i cuori del popolo.Lontano dal volerlo trasformare in un'agiografia con toni deliberatamente demagogici, l'ex soindaco di Roma e segretario {2007-2009} del Partito Democratico realizza un documentario schietto ed efficace, magari celebrando iun tantino di troppo se' stesso a causa di un affetto parzialmente eccessivo, ma ottenendo senza dubbio il soddisfacente esito di un grandissimo omaggio che rende gifrustizia alla figura di un uomo mingherlino e parco, ma incredibilmente determinato nei suoi scopi, coerente nelle sue decisioni, spietato coi nemici e lungimirante negli obiettivi.
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QUANDO C'ERA BERLINGUER {2014} diretto da WALTER VELTRONI
Ritratto del piu' celebre e amato segretario del Partito Comunista Italiano, ruolo che ricopri' dal1972 al1984, anno della morte, che creo' un commosso cordoglio nel mondo politico nostrano e apri' alla comprensione i cuori del popolo.Lontano dal volerlo trasformare in un'agiografia con toni deliberatamente demagogici, l'ex soindaco di Roma e segretario {2007-2009} del Partito Democratico realizza un documentario schietto ed efficace, magari celebrando iun tantino di troppo se' stesso a causa di un affetto parzialmente eccessivo, ma ottenendo senza dubbio il soddisfacente esito di un grandissimo omaggio che rende gifrustizia alla figura di un uomo mingherlino e parco, ma incredibilmente determinato nei suoi scopi, coerente nelle sue decisioni, spietato coi nemici e lungimirante negli obiettivi. Il film di Veltroni - che si sta facendo sempre piu' apprezzare, negli ultimi anni, come artista, soprattutto in veste di scrittore grazie ai riusciti esperimenti di L'isola e le rose e Ciao, libro autobiografico in cui immagina un dialogo col padre defunto - ridisegna il percorso politico di Berlinguer, dagli inizi negli anni 1940, quando, sedicenne, si avvicino' al mondo operaio sassarese guadagnandosi un piccolo ruolo direttivo e trascorse addirittura un centinaio di giorni in galera per una manifestazione di protesta, passando poi per l'abbraccio alla fede del comunismo sovietico, le vittorie elettorsali ai numerosi referendum proposti e attuati, il compromesso storico, le delusioni intestine al PCI, i comizi, il plauso delle folle oceaniche ai raduni coi cittadini italiani, fino all'ultima appariizone pubblica, quattro giorni prima della morte, in cui sfido' la malattia che gia' lo stava divorando per rivolgere parole di speranza all'Italia che usciva faticosamente dalla fase terroristica e dagli anni di piombo per avviarsi alla scandalosa epoca di Tangentopoli. Emerge dalle testimonianze di tutti i personaggi di rilievo che lo conobbero, che con lui tramonto' un'epoca, e insieme un modo di fare politica, modo che si traduceva in impegno accorato al fianco dei lavoratori, interesse alle tematiche e sofferenze popolari, lotta alla corruzione, accortezza nello scegliere i collaboratori e questioni di principio nello stabilire a quali credi politici affidarsi, senza badare allo strapotere delle potenze straniere che infervorava nel clima della Guerra Fredda. Grande attenzione e' dedicata al segmento del compromesso storico, da lui fortemente voluto iniseme ad Aldo Moro, e il film ne esplicita le ragioni analizzando non tanto il sequestro dell'Onorevole in via Fani del 16 marzo 1978, quanto piuttosto i dissapori avuti all'interno della direzione del partito per le correnti contrarie al suddetto provvedimento. Il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano si commuove al pensiero del futuro politico per il Paese che lui e Berlinguer, compagni di partito, sognavano di effettuare insieme. L'operaio di Padova Silvio Finesso non riesce nemmeno lui a trattenere le lacrime mentre rievoca il suo ultimo, straziante comizio. La figlia Bianca rammenta dell'ultima volta che lo vide e delle vicende famigliari che la spinsero a seguire le orme paterne. Il capo della sua scorta Alberto Menichelli parla della forza d'animpo che sempre dimostro' nei momenti difficili e della perseveranza che adotto' immancabilmente quando si trattava di rilanciare il movimento per sfoderare il ripiego risolutivo ai problemi della Nazione. Non lesina parole di ammirazione neppure Alberto Franceschini, fondatore delle Brigate Rosse. Spendono poarole sul personaggio addirittura personalita' politiche non italiane come Mikhail Gorbaciov e Richard Gardner, ambasciatore italiano negli USA. Comincia con le imbarazzanti risposte errate dei giovani d'oggi che lo credono un commissario o un mafioso, e allora e' necessario che intervenga Marcello Mastroianni a rendergli giustizia rievocandone la memoria insieme ad un antico proverbio Navajo che tira in ballo il vento per parlare dei ricordi che fuggono, da quest'ultimo trascinati, se non vengono saldamente fissati nella mente; finisce con la foto di Enrico bambino in piedi su una spiaggia della Sardegna, dopo che la sua carriera e la sua parabola di vita sono state descritte senza soluzione di continuitia' e con accenti che sanno di irrimediabile, ma pur sempre piacevole, nostalgia. Non ha ottenuto, da parte della critica, l'attenzione e l'appoggio che avrebbe meritato; lungi dall'essere un bio-pic che si autocompiace di fungere da panegirico, rivela la sua natura di documento storico e storiograico in particolar modo in una ricostruzione che grida a gran voce il tramonto di un'intera epoca e di uno specifico modus operandi, incarnati vivamente nella persona di Berlinguer e ormai irrecuperabili nel momento attuale. Con la voce di Toni Servillo per Berlinguer e quella di Sergio Rubini per doppiare l'unico intervento di Pier Paolo Pasolini. Distribuisce Bim.
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rita branca
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lunedì 16 giugno 2014
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“quando si poneva ancora la questione morale”
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Quando c’era Berlinguer (2014) bel film documentario di Walter Veltroni, basato sulla sua omonima opera e in cui egli stesso commenta, parlando in prima persona, e collega i fatti e gli avvenimenti storici relativi alla vita del grande protagonista del comunismo italiano.
Viene tracciata, con rigore storico e talvolta con forte commozione la biografia di Enrico Berlinguer dall’infanzia non facile a Sassari, per la grave malattia di sua madre, la sua perdita in fase adolescenziale e la gioventù e la maturità intensamente impegnate al fine ottimistico di riformare la società italiana per renderla più equa e felice.
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Quando c’era Berlinguer (2014) bel film documentario di Walter Veltroni, basato sulla sua omonima opera e in cui egli stesso commenta, parlando in prima persona, e collega i fatti e gli avvenimenti storici relativi alla vita del grande protagonista del comunismo italiano.
Viene tracciata, con rigore storico e talvolta con forte commozione la biografia di Enrico Berlinguer dall’infanzia non facile a Sassari, per la grave malattia di sua madre, la sua perdita in fase adolescenziale e la gioventù e la maturità intensamente impegnate al fine ottimistico di riformare la società italiana per renderla più equa e felice.
Attraverso la testimonianza di molte voci contemporanee (fra cui l’attuale presidente della repubblica Napolitano, Ingrao, Eugenio Scalfari, tanti artisti, uomini della scorta e gente comune) e in un collage di numerosi video in cui lo si vede in azione, nel corso di interviste televisive, comizi, manifestazioni pubbliche, si delinea la figura di un uomo non comune, mite, ma profondamente ostinato e fermo nella difesa dei diritti della classe operaia e non solo, dotato di grande intelligenza, apertura mentale e flessibilità, rispettoso delle differenze ma strenuamente combattivo e fiero e onesto come pochi. Un grande sardo, un grande italiano, il cui nome riempie di orgoglio e costituisce un incoraggiamento per chiunque creda nella giustizia e intenda battersi perché trionfi.
Davvero un lavoro utile questo di Veltroni, perché aiuta a continuare a credere che non tutto è marcio, che ancora si possa sperare nella politica volta al bene comune, rinforzando il messaggio che il giovane governo Renzi lancia, non solo, ma Quando c’era Berlinguer sembra indispensabile a colmare un’incredibile lacuna nella preparazione delle giovani attuali generazioni, come sottolineano le prime sequenze, che rivelano, con sorpresa dello spettatore di mezza età, che il nome di Enrico Berlinguer è sconosciuto alla maggior parte…
Il film si chiude poeticamente con l’immagine di una barca a Stintino a cui il regista ipotizza che Enrico possa aver fatto ritorno e che lo spettatore vuole fare sua.
Consigliato anche al triennio degli istituti superiori.
Rita Branca
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francesco2
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venerdì 12 giugno 2015
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quando c'era (il) veltroni (critico)
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C'era una volta il Veltroni politico ed al contempo innamorato del cinema, che scriveva belle recensioni sul supplemento di un importante quotidiano nazionale.
Ci fu poi ( E forse c'è anche adesso) il Veltroni scrittore, da cui sono state tratte brutte e pretenziose trasposizioni cinematografiche "La scoperta dell'alba").
C'è oggi un regista, anzi un documentarista, che appare ben distante da personaggi irriverenti come Michael Moore. Ma che lo è sino aun certo punto.
Perché ciò che si contesta al regista di "Bowling for a Colombine" è la sua serie di domande e risposte in cui non si ascoltano mai voci contrarie.
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C'era una volta il Veltroni politico ed al contempo innamorato del cinema, che scriveva belle recensioni sul supplemento di un importante quotidiano nazionale.
Ci fu poi ( E forse c'è anche adesso) il Veltroni scrittore, da cui sono state tratte brutte e pretenziose trasposizioni cinematografiche "La scoperta dell'alba").
C'è oggi un regista, anzi un documentarista, che appare ben distante da personaggi irriverenti come Michael Moore. Ma che lo è sino aun certo punto.
Perché ciò che si contesta al regista di "Bowling for a Colombine" è la sua serie di domande e risposte in cui non si ascoltano mai voci contrarie. Ma ammesso
che sia così, Veltroni prende il peggio dell (Ex)ragazzaccio per costruire un santino, per quanto forse meritato, sull'ex leader del PCI. Né lesina interventi autobiografici, che rendono l'opera ancora meno "Documentaristica".
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onufrio
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sabato 13 giugno 2015
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ritratto di un vero uomo politico
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Walter Veltroni realizza un documentario raccontandoci chi fosse Enrico Berlinguer, narrandone le gesta nel periodo in cui portò il Partito Comunista Italiano come secondo partito della Nazione dietro soltanto alla Democrazia Cristiana. Il Tutto viene rivisitato attraverso vecchi amici di Berlinguer con una visione nostalgica; lo sguardo "giovane" viene dato da Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, che pur non conoscendo il politico, ricorda l'uomo con profonda stima e affetto, e così è per tutti, come lo testimoniarono i funerali del 1984, con una folla immensa ad acclamare l'ultimo vero grande uomo politico italiano, o almeno: secondo loro.
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