Più buio di mezzanotte |
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Un film di Sebastiano Riso.
Con Davide Capone, Vincenzo Amato, Lucia Sardo, Pippo Delbono, Micaela Ramazzotti.
continua»
Drammatico,
durata 94 min.
- Italia 2014.
- Cinecittà Luce
uscita giovedì 15 maggio 2014.
MYMONETRO
Più buio di mezzanotte
valutazione media:
2,82
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una Sicilia ancora legato ai tempi di Bell'Antoniodi Melvin IIFeedback: 12378 | altri commenti e recensioni di Melvin II |
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giovedì 7 agosto 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il biglietto d’acquistare per “Più buio di mezzanotte” è : 4)Ridotto
“Più buio di mezzanotte” è un film del 2014 diretto da Sebastiano Riso, scritto da Sebastiano Riso,Stefano Grasso e Andrea Cedrola, con:Davide Capone, Vincenzo Amato, Pippo DelBono, Micaela Ramazzotti,Lucia Sardo.
Catania è una città complessa, umorale e particolare. Al suo interno vivono varie anime in eterna lotta: Tolleranza, perbenismo, machismo, razzismo, ignoranza, allegria e indolenza e ipocrisia.
Mio padr, nato negli trenta e vissuto all’epoca del “Bell’Antonio” di Vitaliano Brancati non diceva neanche la parola “gay”, ma preferiva gridarmi contro che ero”strano” “asociale” e che non avrebbe mai cresciuto un figlio “anormale”. Mio padre sceglieva le ragazze con cui dovevo stare e mi imponeva le feste e seppure non sia mai stato un uomo violento, un paio di volte mi schiaffeggiò perché rifiutavo d’accettare i suoi”consigli”.
La generazione di mio padre misurava la virilità di un uomo e la sua forza dal numero di donne che si corteggiavano.
Nonostante mio padre, ho sempre amato le donne e la loro compagnia, ma chi ha altri inclinazioni come può reggere certi trattamenti?
I padri e le famiglie siciliane del 2014 sono pronte ad accettare la diversità sessuale dei propri figli?
Catania famosa nel resto d’Italia per la sua movida notturna è davvero cambiata rispetto ai tempi del “Bell’Antonio”?
L’esordiente Riso prova a rispondere a queste domande, raccontandoci la storia di Davide(Capone), un quattordicenne inquieto e alla ricerca della sua identità. Vive a Catania con la sua famiglia piccolo borghese e soprattutto tradizionalista. Il regista ci porta fin dalle prime sequenze dentro una Catania diversa dalle cartoline e dalle pagine dei giornali. Lo spettatore osserva come Davide cerchi e trovi la compagnia dei suoi “simili” e si trovi a vivere e poi sopravvivere per strada e nei giardini pubblici di Villa Bellini Si alternano scene molto crude e secche di un ambiente degradato, povero e dove la prostituzione diventa l’unico modo per mangiare. Incontri fugaci e occasionali nei vicoli più malfamati della città o nei cinema porno scandiscono la giornata di questa comunità. Sullo schermo vengono presentati una carrellata di personaggi, che se forse per un istante possono far nascere un sorriso allo spettatore, subito dopo non si può non provare malinconia e tristezza per la loro solitudine abbandonati da tutto e tutti. Davide preferisce la strada alla sua famiglia, dove il padre Massimo(Amato) bigotto e austero non lo accetta e vuole “guarirlo” dal suo stato anche a costo di fargli iniezioni di ormoni e la madre Rita dolce e affettuosa,ma non in grado però d’aiutarlo e proteggerlo Così Davide per strada ha la sua prima esperienza sessuale e dopo per fame, è costretto ad accettare “l’aiuto” di un pappone (DelBono).
La sceneggiatura, seppure semplice e scarna, riesce a descrivere con incisività ed efficacia la realtà e soprattutto i sentimenti del protagonista e le sfaccettature dei vari personaggi riuscendo a coinvolgere lo spettatore
La regia seppure di taglio più televisivo che cinematografico, si dimostra comunque di talento e capace dimostrare il lato nascosto e più oscuro di Catania grazie anche una fotografia degna di menzione
Il limite del film è in un ritmo non costante, discreto nella prima parte, lento e discontinuo nella seconda parte.
Il film si regge sull’intensa e convincente interpretazione di Davide Capone, capace di dare un’anima al suo personaggio e di trasmettere al pubblico la varietà dei sentimenti. Una nomination ai prossimi David, ci auguriamo che non manchi.
Belli e intensi sono i camei” della Ramazzotti e di DelBono.
Il finale anche se “aperto” è di buona intensità regalando emozione e complicità allo spettatore, unendosi alla voglia di libertà e indipendenza di Davide in una città e in un famiglia ancora in piena sindrome da”Bell’Antonio”.
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