onufrio
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martedì 17 marzo 2015
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rapimenti "stupefacenti"
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Prosegue il filone di film d'azione per Liam Neeson, che dopo i due "Io Vi troverò" veste i panni di un ex agente adesso dedito all'investigazione privata; l'uomo, dopo un primo rifiuto, accetta d'indagare sullo strano rapimento di una donna che, dopo aver pagato regolarmente il riscatto dal marito, è stata brutalmente uccisa. Matt Scuder (L.Neeson), si mette cosi' sulle tracce di questi rapitori seriali, visto che lnon si tratta della loro prima vittima, indaga difatti su tre efferati omicidi di donne che, loro malgrado, hanno a che fare con il mondo della droga. Troppa carne al fuoco nella prima parte del film, dopo un'ora però tutto si riassesta e lì inizia la caccia ai killer.
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Prosegue il filone di film d'azione per Liam Neeson, che dopo i due "Io Vi troverò" veste i panni di un ex agente adesso dedito all'investigazione privata; l'uomo, dopo un primo rifiuto, accetta d'indagare sullo strano rapimento di una donna che, dopo aver pagato regolarmente il riscatto dal marito, è stata brutalmente uccisa. Matt Scuder (L.Neeson), si mette cosi' sulle tracce di questi rapitori seriali, visto che lnon si tratta della loro prima vittima, indaga difatti su tre efferati omicidi di donne che, loro malgrado, hanno a che fare con il mondo della droga. Troppa carne al fuoco nella prima parte del film, dopo un'ora però tutto si riassesta e lì inizia la caccia ai killer.
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kyotrix
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sabato 14 febbraio 2015
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carino
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Discreto thriller investigativo. Trama abbastanza lineare, ma fila liscio.
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pasquiota
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venerdì 6 febbraio 2015
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il già visto coniugato con l'inutile
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Psicopatici che torturano le donne, con la variante di sceglierle in famiglie di narcotrafficanti. Poliziotto privato senza licenza che s'incunea dentro la vicenda, facendosene coinvolgere sempre di più. New York noir e malfamata da sfondo alla storia, in quartieri e location degradati. Tutto già visto, anche la morale sottintesa che Legge e Giustizia non abitano più qui. Aggiungiamo la collaborazione affettuosa fra il detective (Liam Neeson) e TJ - un ragazzino di colore malato e senza famiglia: il quadro è completo. Nemmeno il modo di girare il film riscatta la banalità del male. Forse alla fin fine perfino Liam Neeson si sarà resoconto della fragilità della pellicola. Alla quale si regalano due stelle soltanto per l'interpretazione dolente del protagonista e per il memorabile suo doppiatore (Alessandro Rossi).
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Psicopatici che torturano le donne, con la variante di sceglierle in famiglie di narcotrafficanti. Poliziotto privato senza licenza che s'incunea dentro la vicenda, facendosene coinvolgere sempre di più. New York noir e malfamata da sfondo alla storia, in quartieri e location degradati. Tutto già visto, anche la morale sottintesa che Legge e Giustizia non abitano più qui. Aggiungiamo la collaborazione affettuosa fra il detective (Liam Neeson) e TJ - un ragazzino di colore malato e senza famiglia: il quadro è completo. Nemmeno il modo di girare il film riscatta la banalità del male. Forse alla fin fine perfino Liam Neeson si sarà resoconto della fragilità della pellicola. Alla quale si regalano due stelle soltanto per l'interpretazione dolente del protagonista e per il memorabile suo doppiatore (Alessandro Rossi). Inutile
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pier delmonte
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giovedì 29 gennaio 2015
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indecifrabile
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insomma! piu' che thriller, nero torbido strano, una recitazione cosi' cosi', ovviamente scontato nei vari epiloghi, comunque e' il classico film che si puo' vedere rumoreggiando con la cannuccia della coca cola tra una patata e un popcorn sprofondati nella comoda poltrona di un cinema, perche' la location new york funziona sempre e ti rapisce.
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ralphscott
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giovedì 2 ottobre 2014
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un noir facile da seguire
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I pregi che riconosco,alla luce del malcostume comune a molti thriller americani "post Seven" (che fece scuola),é una sceneggiatura asciutta,in tutti i sensi -le ambientazioni cupe hanno davvero stufato-,una trama semplice ed una durata più che tollerabile. Un film che non ha eccessive ambizioni,forse,ma funziona perché ha ciò che dovrebbe essere alla base di tutti i prodotti di genere,questo genere:un protagonista carismatico,ritmo incalzante ed immagini di effetto. Sul finale ci regalano anche del buon effetto gore. Ottimo il disegno e l'interpretazione del laido guardiano del cimitero. Neeson,superlativo investigatore,sembra anche ringiovanito.
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I pregi che riconosco,alla luce del malcostume comune a molti thriller americani "post Seven" (che fece scuola),é una sceneggiatura asciutta,in tutti i sensi -le ambientazioni cupe hanno davvero stufato-,una trama semplice ed una durata più che tollerabile. Un film che non ha eccessive ambizioni,forse,ma funziona perché ha ciò che dovrebbe essere alla base di tutti i prodotti di genere,questo genere:un protagonista carismatico,ritmo incalzante ed immagini di effetto. Sul finale ci regalano anche del buon effetto gore. Ottimo il disegno e l'interpretazione del laido guardiano del cimitero. Neeson,superlativo investigatore,sembra anche ringiovanito.
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caravella
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venerdì 26 settembre 2014
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l'ennesimo neeson giustiziere funziona ancora
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Si è quasi perso il conto dei cattivi spediti all'altro mondo da Liam Neeson negli ultimi anni.
Stavolta veste i panni di un tutt'altro che invincibile ex-poliziotto che, senza licenza, si arrabatta come investigatore privato fra un incontro degli alcolisti anonimi e un altro.
Finsce col trovarsi alle prese con due serial killer brutali e cattivi quanto basta che prendono di mira le mogli (ma senza disdegnare le figlie) di narcotrafficanti di medio cabotaggio.
La Preda Perfetta è tutt'altro che un film impeccabile, soprattutto sul lato della scrittura che inciampa su elementi inverosimili (delitti efferati commessi senza che nessuno sembri mostrare particolare interesse) e un finale che non brilla per originalità.
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Si è quasi perso il conto dei cattivi spediti all'altro mondo da Liam Neeson negli ultimi anni.
Stavolta veste i panni di un tutt'altro che invincibile ex-poliziotto che, senza licenza, si arrabatta come investigatore privato fra un incontro degli alcolisti anonimi e un altro.
Finsce col trovarsi alle prese con due serial killer brutali e cattivi quanto basta che prendono di mira le mogli (ma senza disdegnare le figlie) di narcotrafficanti di medio cabotaggio.
La Preda Perfetta è tutt'altro che un film impeccabile, soprattutto sul lato della scrittura che inciampa su elementi inverosimili (delitti efferati commessi senza che nessuno sembri mostrare particolare interesse) e un finale che non brilla per originalità.
Ha però dalla sua diversi pregi che lo rendono godibile e interessante.
Scott Frank dirige con buon mestiere, senza cali di tensione e con alcuni spunti interessanti; il rapporto fra il protagonista e il ragazzino dei bassifondi evita i patetismi e funziona sorprendentemente bene; la fotografia è fredda il giusto, immergendo il film in un'atmosfera livida perfetta per lo svolgimento della trama; alcuni personaggi di contorno - su tutti, il guardiano del cimitero, inquietante e fragile allo stesso tempo - sono tratteggiati con pochi ma efficaci elementi e si fanno ricordare.
Liam Neeson si cala alla perfezione nella parte dell'investigatore solitario che decide di affrontare - prima per soldi, poi per principio - un caso di violenza molto, forse troppo brutale.
Peccato che i cattivi siano del tutto privi sia di complessità che di grandezza: non sono nemmeno abbastanza "persone comuni" da rappresentare la famosa "banalità del male".
Ottimi invece i titoli di testa, ed è un piacere vedere che c'è ancora qualcuno che ci si dedica.
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victor von doom
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giovedì 25 settembre 2014
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film discreto che poteva essere ottimo
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questo film mi ha lasciato l'amaro in bocca.non perchè mi aspettassi di più durante l'attesa di andare a vederlo ma perchè l'ottimismo è salito proprio durante la visione del film .il primo tempo del film è ottimo.ottima fotografia che dona la giusta cupezza metropolitana alla new york che fa da sfondo all'opera del regista scott frank.liam neeson ci si sposa bene e regala una buona interpretazione e la costruzione della trama è ben congeniata.crea attesa,pathos e cresce lentamente ma in modo costante.a fine primo tempo si è entusiasti e frementi...poi però qualcosa non và.il meccanismo perde la suo oleatura.
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questo film mi ha lasciato l'amaro in bocca.non perchè mi aspettassi di più durante l'attesa di andare a vederlo ma perchè l'ottimismo è salito proprio durante la visione del film .il primo tempo del film è ottimo.ottima fotografia che dona la giusta cupezza metropolitana alla new york che fa da sfondo all'opera del regista scott frank.liam neeson ci si sposa bene e regala una buona interpretazione e la costruzione della trama è ben congeniata.crea attesa,pathos e cresce lentamente ma in modo costante.a fine primo tempo si è entusiasti e frementi...poi però qualcosa non và.il meccanismo perde la suo oleatura.certe cose cominciano a non tornare.la semplicità con cui vengono ingannati e ragirati i famigerati trafficanti e la semplicità con cui vanno in porto i grossolani piani dei due rapitori nn sono credibili.inoltre,comincia a intravedersi l'idea di un finale benale,poco esaltante e poco curato che purtroppo risulta essere una visione azzeccata di quel che sarà. nella seconda parte neeson stesso sembra stancarsi nonostante sia li che aumentano le scene d'azione.i due criminali,a loro modo affascinanti fin quando pervasi da un aria di mistero,perdono.con il loro smascheramento.tutta la diabolica e carismatica aura precedentemente accumulata.queste colpe risultano più gravi proprio per il fatto che sembrava davvero filare tutto liscio.di trovarsi di fronte a un thriller solido e di ottima caratura.e invece lo è a metà.la seconda parte non è brutta,rimane comunque,come minimo,sufficiente ma è un peccato veder sprecata un occasione che aveva bisogno semplicemente di qualche cura e accorgimento in più per risultare un ottima occasione colta invece che sprecata a metà...è un film che comunque consiglio per le buone cose che possiede a dispetto di tanti altri film dello stesso genere che non hanno meno difetti pur non possedendo tutti i suoi pregi.
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pressa catozzo
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mercoledì 24 settembre 2014
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coroner
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Le pompe funebri hanno incassato di più che il film al botteghino. La condanna a morte è stata garantita.
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flyanto
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mercoledì 24 settembre 2014
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la figura di un uomo tormentato in una città da in
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Film in cui si racconta dell'e-poliziotto Matt Scudder, ora diventato un detective privato però senza licenza, che deve risolvere un complicato e perverso caso di due killers i quali "si divertono" a rapire e seviziare le giovani mogli e figlie di svariati narcotrafficanti. Ovviamente egli riuscirà a risolvere brillantemente il caso non senza aver affrontato momenti difficili e pericoli vari.
Questa pellicola è tratta direttamente da uno dei romanzi di Lawrence Block che fa parte della serie di best sellers dedicati alla figura di questo ex-poliziotto di nome Matt Scudder. ed ovviamente è tutta incentrata principalmente sulla figura di questo personaggio più che sulla vicenda in sè che, per quanto estremamente interessante e ben costruita, è posta in secondo piano.
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Film in cui si racconta dell'e-poliziotto Matt Scudder, ora diventato un detective privato però senza licenza, che deve risolvere un complicato e perverso caso di due killers i quali "si divertono" a rapire e seviziare le giovani mogli e figlie di svariati narcotrafficanti. Ovviamente egli riuscirà a risolvere brillantemente il caso non senza aver affrontato momenti difficili e pericoli vari.
Questa pellicola è tratta direttamente da uno dei romanzi di Lawrence Block che fa parte della serie di best sellers dedicati alla figura di questo ex-poliziotto di nome Matt Scudder. ed ovviamente è tutta incentrata principalmente sulla figura di questo personaggio più che sulla vicenda in sè che, per quanto estremamente interessante e ben costruita, è posta in secondo piano. Il valore di questo film è determinato da molteplici e svariati elementi: la regia innanzitutto che risulta altamente equilibrata e ben girata, la trama in sè, avvincente e costruita con un ritmo sempre più incalzante, la presentazione stessa della figura del protagonista Matt, una figura cioè di un uomo molto carismatico, coraggioso, ma fondamentalmente solo e dal buon cuore e che ha tanto sofferto in passato sino a ricostruirsi, grazie alla forza del suo carattere, una vita daccapo sconfiggendo la criminalità e la violenza di ogni tipo. Si aggiungano, inoltre, i dialoghi asciutti, serrati e ben congegnati che contribuiscono ad aumentare senza alcun dubbio l'interesse per la vicenda arricchendone l'atmosfera in generale e la fotografia di New York che regala allo spettatore un'immagine della città di fine millennio ma anche da profondo incubo.
Infine, sono da menzionare tutti gli attori, anche quelli di contorno, i quali aderiscono perfettamente ai propri ruoli sebbene, ovviamente, sia quasi inutile rimarcare che fra tutti spicca in maniera distinta Liam Neeson nella parte dell'ex-poliziotto Matt tormentato dai rimorsi del passato, che qui, quanto mai in un singolare stato di grazia, dà un'eccellente prova di attore consegnando allo spettatore una figura umana affascinante, carismatica ed assai dolente.
Forse, l'unico limite del film sta in certe assurde e poco credibili situazioni rappresentate ma nel complesso esso è sicuramente assai valido e pertanto da non perdere. Sarebbe proprio un peccato!
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catcarlo
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mercoledì 24 settembre 2014
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la preda perfetta
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Abbandonate la polizia di New York e la bottiglia dopo che la combinazione delle due ha causato un danno collaterale, Matt Scudder si è riciclato come detective privato, per dipiù senza licenza. E’ questo il motivo per cui si rivolge a lui un trafficante di droga al quale hanno fatto a pezzi la moglie anche se ha pagato il riscatto: di fronte all’efferatezza del delitto, l’investigatore mette da parte i dubbi e inizia l’indagine che lo porta, ovviamente, a scovare gli assassini (che lo spettatore conosce quasi da subito). Tratto dal decimo romanzo dedicato a Scudder da Lawrence Block, il film – scritto dal regista Scott Frank – si rivela un buon thriller che tutto sommato tiene avvinghiato lo spettatore e sarà apprezzato dagli amanti del genere, ma va anche sottolineato che il risultato è molto lontano dalle migliori pellicole della categoria.
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Abbandonate la polizia di New York e la bottiglia dopo che la combinazione delle due ha causato un danno collaterale, Matt Scudder si è riciclato come detective privato, per dipiù senza licenza. E’ questo il motivo per cui si rivolge a lui un trafficante di droga al quale hanno fatto a pezzi la moglie anche se ha pagato il riscatto: di fronte all’efferatezza del delitto, l’investigatore mette da parte i dubbi e inizia l’indagine che lo porta, ovviamente, a scovare gli assassini (che lo spettatore conosce quasi da subito). Tratto dal decimo romanzo dedicato a Scudder da Lawrence Block, il film – scritto dal regista Scott Frank – si rivela un buon thriller che tutto sommato tiene avvinghiato lo spettatore e sarà apprezzato dagli amanti del genere, ma va anche sottolineato che il risultato è molto lontano dalle migliori pellicole della categoria. La carta vincente è certamente l’interpretazione di Neeson, che impersona con efficacia un uomo segnato dalla vita e dalla solitudine grazie a una faccia stropicciata e a una faticosa e dondolante andatura (lo si definirebbe un cavaliere solitario se il nostro non fosse un infaticabile camminatore). Non è da meno, però, l’accurata ambientazione in una New York periferica dove piove spesso e i colori sono sempre spenti, ad eccezione della scena iniziale e nei brevi flash che raccontano i rapimenti delle vittime (la fotografia e del rumeno Mihai Malaimare Jr.): un po’ ovunque è diffusa un’atmosfera da anni Settanta anche se la storia è ambientata alla fine del secolo scorso, con tanto di timore per il millenium bug. In fondo, funziona anche il rapporto di Scudder con il giovane nero TJ (Brian ‘Astro’ Bradley), quando in un primo momento si poteva temere il contrario, perché il racconto mette in pratica quello che i due continuano a chiedersi a vicenda e cioè di evitare i compatimenti: peccato allora che il film risulti indebolito da due cattivi tanto perversi quanto bidimensionali, oltre che da alcuni passaggi di trama parecchio forzati. Già non si capisce come gli inquirenti ufficiali possano ignorare delle morti così violente senza essere travolti dall’opinione pubblica, ma il progredire di Scudder è a volte forzato mentre non viene sfruttato a dovere il contrasto creato dall’essere comunque al servizio di criminali: del tutto campato in aria pare poi il contrappunto dei Dodici Punti degli Alcolisti Anonimi in un finale che già da parte sua poteva essere risolto in maniera più brillante. Così, lo svolgersi della narrazione si snoda irregolare con le mancanze che si alternano a una serie di momenti davvero riusciti che, assieme all’ambientazione sopra descritta, colpiscono l’attenzione e contribuiscono ad alzare la media: vanno almeno citati l’indovinata figura del custode del cimitero – il Loogan tra l’ingenuo e l’inquietante di un bravo Olafur Darri Olafsson – e i dialoghi opportunamente ispirati alla scuola dei duri (per bocca di TJ ci sono esplicite nonché multiple citazioni di Sam Spade e Philip Marlowe) con menzione speciale per i contatti telefonici tra l’investigatore e il truce Ray (David Harbour) che finiscono per incrinare la sicurezza di quest’ultimo. Attorno al mattatore Neeson, si muove un cast di attori (tutti maschi) in media giovani e poco conosciuti che offrono un insieme di interpretazioni senza sbavature che stanno dentro le righe in personaggi e situazioni a volte estremi: li accompagna la colonna sonora un po’ ansiogena di Carlos Rafael Rivera alla quale, sui titoli di coda, si aggiunge una bella versione di ‘Black hole sun’ dei Soundgarden ad opera di Swann e Nouela. A proposito di titoli, belli e disturbanti sono quelli di testa (incredibile, questa volta ci sono) con il loro giocare tra realtà e apparenza: molto meno bello, invece, risulta un titolo italiano quanto mai generico quando non ci voleva molto a tradurre in modo efficace il ben più evocativo originale.
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