felicity
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giovedì 29 dicembre 2022
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capitalismo, la violenza, il potere
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Il segreto di A most violent year è tutto nella postura e nell’attitudine con cui gli interpreti caricano le minuzie di Chandor di spessore contemplativo.
È un esercizio che può infastidire gli spettatori meno inclini a questo tipo di sfalsamento tra l’apparente superficialità e un’obliqua indeterminata profondità. Certamente c’è un certo gusto formalistico, una sorta di virtuosismo del banale in cui Chandor evidentemente si diverte: un film su un venditore di oli combustibili per riscaldamento, minacciato dai concorrenti, che vuole difendere l’azienda senza commettere reati.
Chandor raggiunge il suo scopo grazie all'equilibrio tra scrittura, atmosfera, interpretazioni.
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Il segreto di A most violent year è tutto nella postura e nell’attitudine con cui gli interpreti caricano le minuzie di Chandor di spessore contemplativo.
È un esercizio che può infastidire gli spettatori meno inclini a questo tipo di sfalsamento tra l’apparente superficialità e un’obliqua indeterminata profondità. Certamente c’è un certo gusto formalistico, una sorta di virtuosismo del banale in cui Chandor evidentemente si diverte: un film su un venditore di oli combustibili per riscaldamento, minacciato dai concorrenti, che vuole difendere l’azienda senza commettere reati.
Chandor raggiunge il suo scopo grazie all'equilibrio tra scrittura, atmosfera, interpretazioni. La combinazione tra una sceneggiatura controllatissima e asciutta, lo sfondo di una New York periferica e minacciosa e l’equazione sottile tra capitalismo e criminalità, rimandano a James Gray, Sidney Lumet e Francis Coppola.
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plz
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lunedì 26 luglio 2021
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noiosetto ma non scontato
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Un film piuttosto piatto, parte molto bene, con un inizio decisamente intrignte, ma poi trscende nel troppo politicamente corretto.
Lui troppo buono, quache eccatoccio dovrà pur averlo.
Bellissima la scena della pistola in mano alla bambina, un vero colpo di scena, uno dei pochi.
Bello il finale anche se... Non spoilero.
Ma il finale riscatta l'ultima mezz'ora di nioa intensa, che arriva dopo un film con un unico vero colpo di scena già citato.
Sinceramente ci ho visto troppe citazioni di altre opere per dire che sia originale, ma la location a New York è più che degna.
Recitazione piatta coerente col film.
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lunedì 26 luglio 2021
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noiosetto ma non scontato
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Un film piuttosto piatto, parte molto bene, con un inizio decisamente intrignte, ma poi trscende nel troppo politicamente corretto.
Lui troppo buono, quache eccatoccio dovrà pur averlo.
Bellissima la scena della pistola in mano alla bambina, un vero colpo di scena, uno dei pochi.
Bello il finale anche se... Non spoilero.
Ma il finale riscatta l'ultima mezz'ora di nioa intensa, che arriva dopo un film con un unico vero colpo di scena già citato.
Sinceramente ci ho visto troppe citazioni di altre opere per dire che sia originale, ma la location a New York è più che degna.
Recitazione piatta coerente col film.
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rikitikitawi
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mercoledì 19 agosto 2020
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soporifero e noioso
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Non sono riuscito a vederlo tutto : film teatrale ,scontato , soporifero .
Tutto qui .....
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elgatoloco
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mercoledì 19 agosto 2020
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molto efficace, ma forse non per tutti...
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"A Most violent Year"(J.C.Chandor, anche autore dii soggetto e sceneggiatura, 2014)è un film che si può valutare in base alla proprie aspettative: se ci si aspetta un thriller violento e al"fulmicotone", forse si rimane delusi/e(c'è anche violenza e ci sono effetti"improvvisi", ma non è il nocciolo del film, certo), se invece si riflette sul titolo originale e non su quello, insignificante, proposto al distribuore italiano, si valterà con maggiore attenzione e competenza, pensando che in effetti il 1981 è un anno particolarmente violento negli States e soprattutto nelle metropoli, che è l'anno di esordio della presidenza di Ronald Reagan, con tutto quanto segue, che.
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"A Most violent Year"(J.C.Chandor, anche autore dii soggetto e sceneggiatura, 2014)è un film che si può valutare in base alla proprie aspettative: se ci si aspetta un thriller violento e al"fulmicotone", forse si rimane delusi/e(c'è anche violenza e ci sono effetti"improvvisi", ma non è il nocciolo del film, certo), se invece si riflette sul titolo originale e non su quello, insignificante, proposto al distribuore italiano, si valterà con maggiore attenzione e competenza, pensando che in effetti il 1981 è un anno particolarmente violento negli States e soprattutto nelle metropoli, che è l'anno di esordio della presidenza di Ronald Reagan, con tutto quanto segue, che... e via dicendo. Le contraddizioni di una grande città non in un affresco"epico", ossia focalizzato su situazioni diverse, ma invece"lirico", che mostra come un medio imprenditore, immigrato ri origini latinoamericane , attivo nel settore delle distribuzione di petrolio, per colpa di avvversari spietati, della concorrenza, di una moglie avida(figlia tra l'altro, come detto esplicitamente nel film, di un mafioso di Brooklyn)che lo deruba, del sistema bancario, di un ispettore alle imposte(ricordiamo che negli States Al Capone fu "preso"originariamente solo per evasione fiscale...)forse più "bieco"che onesto, di varie circostanze, possa arrivare quasi alla rovina... Alcune situazioni terribili, come quando un suo dipendente, quasi nel finale, si suicida davanti ai suoi occhi, coinvolgono particolarmente, ma di per sè non è un film"violento", ossia volutamente tale-una conferma del fatto che il"fantasma filmico"agisce anche in virtù delle aspettative di chi guarda il film e proietta propri fantasmi sullo schermo... Oscar Isaac e Jessica Chastain sono due protagonisti credibili, gli altri comprimari di notevole livello. El Gato
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onufrio
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martedì 24 luglio 2018
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a most violent year
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Il titolo originale rende meglio l'idea rispetto al titolo italiano "Indagine a New YOrk". Film dal ritmo volutamente lento, ma tecnicamente e stilisticamente perfetto e con una fotografia ed una cura dei dettagli molto particolare. il regista Chandor ci offre una visione differente di ciò che potrebbe essere la classica storia stereotipata fatta di violenza, corruzione e lotta al potere.
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elgatoloco
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lunedì 31 luglio 2017
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a most violent year più che notevole
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Questo"A most violent year"di Chandor(2014)si può intendere come riferito a un anno specifico(1981), nel quale la violenza gangsteristica esplode in modo violento-eclatante, ma anche come riferito a sempre, dove il capitalismo estremo(personalmente estenderei il concetto al capitalismo tout court, ma mi astengo da questa generalizzazione)la fa da padrone, costringendo gli imprenditori onesti a mezzi estremi oppure, come in questo caso, ad affermarsi con molte ddificoltà. finendo con l'apparire come una sorta di Don Quijote che si batte contro gli"squali", che però(a differenza che nel capolavoro di Cervantes)non sono mulini a vento... Che Oscar Isaac sia interprete straordinario, per la sua recitazione/interpretazione apparentemente "en souplesse"è vero, che sia contornato da altri/e interpreti di ottimo livello anche, ma ciò che fa la forza del film è la capacità di usare la vilolenza e i momenti di puro"thrilling"non a casaccio, ossia non come fini in sè, ma come al servizio non di un'argomentazione/tesi astratta, ma della rappresentazione, certo non documentaristica ma"fantastica", ossia filtrata dalla rappresentazione filmica(il"fantasma filmico", se si vuole, ma.
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Questo"A most violent year"di Chandor(2014)si può intendere come riferito a un anno specifico(1981), nel quale la violenza gangsteristica esplode in modo violento-eclatante, ma anche come riferito a sempre, dove il capitalismo estremo(personalmente estenderei il concetto al capitalismo tout court, ma mi astengo da questa generalizzazione)la fa da padrone, costringendo gli imprenditori onesti a mezzi estremi oppure, come in questo caso, ad affermarsi con molte ddificoltà. finendo con l'apparire come una sorta di Don Quijote che si batte contro gli"squali", che però(a differenza che nel capolavoro di Cervantes)non sono mulini a vento... Che Oscar Isaac sia interprete straordinario, per la sua recitazione/interpretazione apparentemente "en souplesse"è vero, che sia contornato da altri/e interpreti di ottimo livello anche, ma ciò che fa la forza del film è la capacità di usare la vilolenza e i momenti di puro"thrilling"non a casaccio, ossia non come fini in sè, ma come al servizio non di un'argomentazione/tesi astratta, ma della rappresentazione, certo non documentaristica ma"fantastica", ossia filtrata dalla rappresentazione filmica(il"fantasma filmico", se si vuole, ma...) di una realtà che è ben più che solamente"inquietante",che sprizza violenmza da ogni poro, per esrpimere la cosa con un'immagine fin troppo colorita-e lo stile che veicola tale esplosione(anzi soprattutto implosione)di violenza è dimesso, dove ogni minaccia(penso all'incidente stradale con il cervo ferito e la sequenza successiva, dove è la moglie dell'uomo-imprenditore protagonsita a finirlo, quasi ad affermare una volontà di dominio-di prelazione rispetto al marito, in quel momento considerato"imbelle", incapace, con l'equivoco per cui invece l'incidente portrebbe essere scambiato per un'aggressione, almeno inizialmente). Una scelta intelligente, anche servendosi di una fotografia che rifiuta i colori, anzi meglio le tonalità di colore"gridate", forti, per servirsi dei"mezzi toni", delle tonalità grigie, per nulla"gridate", appunto. In complesso un'opera importante, di quelle che farebbe piacere vedere maggiormente, in un panorama filmico basato invece su quanto è solamente"spettacolare"e"grida"..., quasi una rivendicazione di quella maniera di fare cinema che sembra dimessa ma invece veicola moltissimo... El Gato
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mencio
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domenica 30 luglio 2017
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non è un paese per persone oneste
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Il film è ottimo. La sua lentezza è giustificata (chi ha detto che un film debba esser sempre scorrevole e veloce?). Sorge qualche perplessità sul protagonista: non è solo una persona onesta, è eroico nella sua onestà, un santo. Il personaggio però non ha lo spessore nè dell'eroe, nè del santo e la sua perseveranza oltre ogni limite manca di adeguata spiegazione. Guardando il film si ha infatti la sgradevole impressione che l'America sia un Paese di delinquenti, appoggiati dalla Giustizia e che la mafia sia pienamente giustificata e l'onestà una sorta di bizzarria. Solo questo mi impedisce di giudicare un capolavoro il film, che resta comunque di altissimo livello.
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filippo catani
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mercoledì 8 giugno 2016
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etica ed onestà
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New York 1981. Un imprenditore che gestisce un impresa di trasporto di olio combustibile si ritrova a che fare con la presa d'assalto dei suoi mezzi, un'indagine della procura sul suo conto e sulla sua azienda e con l'acquisto di un terreno che gli permetterebbe di ampliare il suo giro d'affari.
E' possibile fare successo senza sporcarsi le mani? E' possibile farsi largo tra concorrenti spietati senza regolare i propri conti con la violenza? Queste le principali domande che si affollano nella mente del nostro protagonista alle prese con la New York dei palazzi sullo sfondo e le lotte del mercato. Allo stesso tempo l'uomo dovrà fare fronte ad emergenze economiche senza voler chiedere aiuto al suocero notissimo gangster.
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New York 1981. Un imprenditore che gestisce un impresa di trasporto di olio combustibile si ritrova a che fare con la presa d'assalto dei suoi mezzi, un'indagine della procura sul suo conto e sulla sua azienda e con l'acquisto di un terreno che gli permetterebbe di ampliare il suo giro d'affari.
E' possibile fare successo senza sporcarsi le mani? E' possibile farsi largo tra concorrenti spietati senza regolare i propri conti con la violenza? Queste le principali domande che si affollano nella mente del nostro protagonista alle prese con la New York dei palazzi sullo sfondo e le lotte del mercato. Allo stesso tempo l'uomo dovrà fare fronte ad emergenze economiche senza voler chiedere aiuto al suocero notissimo gangster. Il film è molto bello e ha ottime ambientazioni e diciamo che mette nitidamente in scena il lato oscuro del sogno americano e di quanto si è disposti a fare per perseguirlo. Ottimo Isaac nella parte del protagonista coadiuvato dalla sempre brava Chastain moglie e madre che vede dibattere il marito tra lavoro ed etica. Da non perdere.
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luca1968
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mercoledì 8 giugno 2016
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noia mortale
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Leggendo i commenti mi aspettavo un film quantomeno interessante. Invece il regista ha rovinato tutto. Raramente mi è capitato di vedere una regia così piatta, monocorde, lenta, con inquadrature bruttissime. La scelta di fare un "film d'altri tempi" non significa che il ritmo debba essere quello di un ospedale geriatrico. Anzi, i film d'altri tempi sembravano una ferrari in confronto a un monociclo. Mi chiedo dove sia la "mano sicura" e la padronanza del genere di cui parla il commento di mymovies. E la recitazione non è da meno. A un certo punto pensavo fosse copia del doppiaggio (davvero pessimo, in un paese come il nostro che produce da sempre grandissimi doppiatori) e ho provato a vederlo in lingua originale: non è cambiato nulla.
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Leggendo i commenti mi aspettavo un film quantomeno interessante. Invece il regista ha rovinato tutto. Raramente mi è capitato di vedere una regia così piatta, monocorde, lenta, con inquadrature bruttissime. La scelta di fare un "film d'altri tempi" non significa che il ritmo debba essere quello di un ospedale geriatrico. Anzi, i film d'altri tempi sembravano una ferrari in confronto a un monociclo. Mi chiedo dove sia la "mano sicura" e la padronanza del genere di cui parla il commento di mymovies. E la recitazione non è da meno. A un certo punto pensavo fosse copia del doppiaggio (davvero pessimo, in un paese come il nostro che produce da sempre grandissimi doppiatori) e ho provato a vederlo in lingua originale: non è cambiato nulla. I toni piatti del doppiaggio sono assolutamente gli stessi delle voci originali. E devo dire che Oscar Isaac, che mi piaceva nei primi ruoli della sua carriera, con questo film e A proposito di Davis (altro mattone di pesantezza inenarrabile) è colato a picco ed è diventato una garanzia al contrario: d'ora in poi ci penserò su bene prima di andare a vedere un suo film (fortunatamente ho visto questo su sky e non ho buttato via i miei soldi al cinema o comprando il dvd, che avrei prontamente regalato o comunque buttato nella spazzatura). Si salva (raggiungendo comunque a malapena la sufficienza) solo una odiosa Jessica Chastain. Raramente mi spingo a fare commenti così negativi, ma questo per i miei gusti è davvero una porcheria
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