gabriella
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lunedì 4 agosto 2014
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saving miss travel
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Quando Mary Poppins uscì al cinema negli anni 60, incassò solo nel nordamerica oltre 45 milioni di dollari, ma pochi sanno , io compresa , che per ottenere i diritti d'autore dalla scrittrice Pamela Lyndon Travers del famoso libro , fu necessaria una gestazione di circa un ventennio. Solo il calo di vendite con conseguente precarietà finanziarie, indusse la scrittrice angloaustraliana a recarsi in California negli studi di Walt Disney dove s'impose da subito pretendendo e dettando regole agli autori, ai compositori delle musiche e via dicendo dimostrando un carattere intrattabile e poco incline ai consigli. Non si piega nemmeno davanti all'affabilità tipicamente americana, dove tutti si chiamano per nome e si danno del tu, anzi dimostrando intolleranza e indisposizione in quelli che lei riteneva stucchevoli e inutili smancerie mantenendo una rigida posizione da lady di ferro , intransigente e acida.
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Quando Mary Poppins uscì al cinema negli anni 60, incassò solo nel nordamerica oltre 45 milioni di dollari, ma pochi sanno , io compresa , che per ottenere i diritti d'autore dalla scrittrice Pamela Lyndon Travers del famoso libro , fu necessaria una gestazione di circa un ventennio. Solo il calo di vendite con conseguente precarietà finanziarie, indusse la scrittrice angloaustraliana a recarsi in California negli studi di Walt Disney dove s'impose da subito pretendendo e dettando regole agli autori, ai compositori delle musiche e via dicendo dimostrando un carattere intrattabile e poco incline ai consigli. Non si piega nemmeno davanti all'affabilità tipicamente americana, dove tutti si chiamano per nome e si danno del tu, anzi dimostrando intolleranza e indisposizione in quelli che lei riteneva stucchevoli e inutili smancerie mantenendo una rigida posizione da lady di ferro , intransigente e acida. Tutto il film è una continua intermittenza tra presente e passato, passato nel quale vediamo in Pamela una deliziosa e fantasiosa bambina dai riccioli biondi, legatissima al padre il quale è un uomo depresso che odia il suo lavoro in banca e si rifugia nella bottiglia, dimostrando però uno sconfinato amore verso la figlia che incoraggia a non smettere mai di sognare. La madre è invece una donna debole e fragile che non riesce a gestire la famiglia e a spronare il marito alle sue responsabilità. Questo peso nel cuore accompagna la scrittrice nel corso della sua vita, indurendole il carattere , ma che conserva una ferita profonda che non vuole lasciar trapelare. Disney e la Travers sono accumunati da un'infanzia difficile e povera ed è proprio questo legame che il produttore statunitense intuisce nella donna e il suo desiderio di riabilitare il padre a convincerla a cedere finalmente i diritti che gli permetterà di girare uno dei film più amati di tutti i tempi. E' un film tenero e gradevolissimo quello di John Lee Hancock che sa mischiare molto bene i momenti drammatici e quelli più leggeri e sentimentali, senza scadere nel patetico o nello strappalacrime, anzi , a dare quel tocco di fantasia e di humor che è proprio di ogni film Disney che si rispetti e riesce a farci ingoiare la pillola amara con un poco di zucchero. In tutto questo è ovviamente supportato da un bravo Tom Hanks dal sorriso accattivante e da una bravissima Emma Thompson che dimostra ancora una volta di indossare perfettamente i panni di donne fredde e ingessate, come non ricordarla nei panni della rigorosa Lady Marchmain in “ Ritorno a Brideshead “ o in quelli della dispotica direttrice di una scuola inglese in “An education”? Da non dimenticare Paul Giamatti, autista a “Spasso con Pamela”, nel ruolo intenso e pacato di un padre di famiglia con una bambina “speciale”, ma che conserva bontà e ottimismo nonostante le avversità, l'unico a entrare in un contatto sincero e leale con la donna senza che vi siano interessi di nessun genere. Un film che consiglio a chi desidera una visione tenera e ricca di buoni sentimenti, che ci fa calare nella nostra infanzia, epoca in cui esiste una grande flessibilità, perchè i bambini non hanno ancora paura, e riescono ad amare in modo naturale solo che da grandi se lo dimenticano e diventano miopi e aridi. Solo la capacità di tornare ad amare, può riconciliarci con il nostro vissuto e liberarci dagli stretti lacci che impediscono ai nostri sogni di realizzarsi e realizzarci.
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elenaics
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lunedì 21 luglio 2014
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emozioni in un film
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per me è stato sottovalutato ,è un bel film ,divertente e commovente ,confesso che mi ha emozionato ,ed è tra i film che si fanno rivedere ,( in fondo non sono poi tanti ultimamente) mi è capitato solo per la trilogia del Signore degli anelli , di cui ormai ho perso il conto delle tante volte che l ho visto ed alcuni film di Johnny Depp.Trovo bravissimi tutti gli attori di questo bel film ,ed ognuno di loro riesce a lasciare qualcosa ,Bravissima Emma Thompson ,direi perfetta nella recitazione ,come perfetti sono stati sia Tom Hanks , Paul Giamatti un posto speciale per me se lo merita Colin Farrel .Consiglio di vederlo a chi non l ha già fatto ne vale davvero la pena
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sabry01
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giovedì 3 luglio 2014
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bellissimo e commovente
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film molto commovente, sopratutto la fine, consigliato!
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il beppe nazionale
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giovedì 22 maggio 2014
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ottime interpretazioni e buona introspezione
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Pamela Travers, autrice di Mary Poppins, da vent'anni rispedisce al mittente le lusinghe per la cessione dei diritti del suo capolavoro. Donna intrattabile, evidentemente turbata, viene impersonata da un'ottima Emma Thompson che nei primi minuti riesce a renderla odiabile al punto giusto. Altrettanto ottimo è Tom Hanks nei panni del magico Walt Disney, uomo affabile e risoluto che vuole mantenere una promessa fatta alle sue figlie: portare sul grande schermo Mary Poppins.
L'ultimo e decisivo attacco Disney lo porta negli anni '60 riuscendo a portare la Travers negli USA la quale, dopo infinite titubanze, decide di supervisionare ogni aspetto della pellicola. In questa prima parte del film il carattere aspro della protagonista la fa da padrone mentre a piccole dosi assistiamo ai flashback della sua vita in Australia.
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Pamela Travers, autrice di Mary Poppins, da vent'anni rispedisce al mittente le lusinghe per la cessione dei diritti del suo capolavoro. Donna intrattabile, evidentemente turbata, viene impersonata da un'ottima Emma Thompson che nei primi minuti riesce a renderla odiabile al punto giusto. Altrettanto ottimo è Tom Hanks nei panni del magico Walt Disney, uomo affabile e risoluto che vuole mantenere una promessa fatta alle sue figlie: portare sul grande schermo Mary Poppins.
L'ultimo e decisivo attacco Disney lo porta negli anni '60 riuscendo a portare la Travers negli USA la quale, dopo infinite titubanze, decide di supervisionare ogni aspetto della pellicola. In questa prima parte del film il carattere aspro della protagonista la fa da padrone mentre a piccole dosi assistiamo ai flashback della sua vita in Australia. Qui è un Colin Farrell da Mulino Bianco a dare un volto al personaggio per cui Mary Poppins è stato scritto, ovvero Travers Goff, padre dell'autrice spezzato tra alcool e fantasie.
Più il film procede più l'intrattabilità di Pamela viene sostituita dalle immagini del passato e da un'introspezione profonda che ne svela le debolezze. Grazie a questi elementi capiamo perchè Mary Poppins rappresenta la famiglia dell'autrice: lo sforzo immaginativo della Travers è scisso da un dualismo che contrappone le umiliazioni - procurate dal vizio del padre - a un amore profondo per un genitore che sa ancora sognare. Ecco allora che l'amore e un rancore inconscio formano i due poli tra i quali oscilla l'indecisione di Pamela e che tanto farà dannare Disney e il suo staff.
La catarsi arriverà nella parte finale attraverso due eventi: la confessione di Disney riguardo al suo passato sofferto e le lacrime durante la proiezione del film.
Saving Mr. Banks trae il suo punto di forza nel farsi sempre più profondo attraverso un clima che il fare di Disney tende a ovattare, in modo che il dramma non possa prendere il sopravvento e impadronirsi della scena. Abbiamo una storia vera contornata da tanti rimandi alla Mary Poppins del '64, abbiamo sentimenti forti covati e sul punto di esplodere. Abbiamo un'ottima pellicola insomma, veramente ben fatta a livello di sceneggiatura e con piccoli tocchi di dolcezza che fanno sempre bene (si veda l'autista della Travers).
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nino pell.
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domenica 30 marzo 2014
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la complessa personalità di pamela l. travers
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"Saving Mr. Banks" è sicuramente un film che reputo, nell'insieme, di ottimo livello. E questo grazie alla bravura interpretativa degli attori, alla scenografia ben dettagliata (stupende, tra l'altro, la sequenza del film in cui si evidenziano le belle immagini con cui il regista John Lee Hancock rende omaggio al famosissimo Parco di divertimenti Disneyland in America) ma soprattutto grazie alla oculata descrizione della trama circa la complessità psicologica della scrittrice Pamela Lyndon Travers, ideatrice del libro sul personaggio di Mary Poppins, di cui il produttore Walt Disney ne volle a tutti i costi la rispettiva trasposizione cinematografica. Un continuo rimando tra il presente ed il passato della protagonista ed ai suoi ricordi di infanzia in cui la stessa ci appare ossequiosamente legata alla figura del padre e dalla cui vicenda personale è scaturita la sua vena creativa circa la nascita del celebre romanzo di cui sopra.
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"Saving Mr. Banks" è sicuramente un film che reputo, nell'insieme, di ottimo livello. E questo grazie alla bravura interpretativa degli attori, alla scenografia ben dettagliata (stupende, tra l'altro, la sequenza del film in cui si evidenziano le belle immagini con cui il regista John Lee Hancock rende omaggio al famosissimo Parco di divertimenti Disneyland in America) ma soprattutto grazie alla oculata descrizione della trama circa la complessità psicologica della scrittrice Pamela Lyndon Travers, ideatrice del libro sul personaggio di Mary Poppins, di cui il produttore Walt Disney ne volle a tutti i costi la rispettiva trasposizione cinematografica. Un continuo rimando tra il presente ed il passato della protagonista ed ai suoi ricordi di infanzia in cui la stessa ci appare ossequiosamente legata alla figura del padre e dalla cui vicenda personale è scaturita la sua vena creativa circa la nascita del celebre romanzo di cui sopra. Quasi tutta la pellicola è incentrata sullo stato di diffidenza e di reticenza della famosa scrittrice riguardo la suindicata trasposizione e degli innumerevoli, inutili tentativi protratti negli anni da parte del sig. Disney, affinché ciò si concretizzasse in realtà. Ma alla fine, la complessa personalità della scrittrice sembra essere addolcita e piegata dallo stesso significato che il suo racconto ha trasmesso a migliaia di giovanissimi lettori di tutto il mondo e saranno proprio le significative parole che il sig. Walt Disney dirà, nelle sequenze finali di questo film, alla scrittrice, nel corso di una serale visita nella casa londinese di costei, che la indurranno a convertire il dramma della sua esperienza di vita in un infinito messaggio d'amore che solo un capolavoro come "Mary Poppins" ha potuto comunicare ai tantissimi bimbi di tutto il mondo. Gran bel film. Dolce, elegante e significativo.
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cine_debuttante
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sabato 22 marzo 2014
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piacevole
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Film gradevole.
E' curioso ripercorrere la strada che ha portato alla creazione del film "Mary Poppins"...
leggera commozione sul finale.
consigliato.
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catcarlo
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mercoledì 19 marzo 2014
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saving mr. banks
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La genesi di ‘Mary Poppins’, film amato da generazioni di ragazzi in tutto il mondo (ma non dal sottoscritto), fu lunga e travagliata: non tanto perchè fu il primo lungometraggio disneyano con attori in carne e ossa, quanto per i bastoni messi tra le ruote da P.L. Travers, la scrittrice britannica autrice dei libri dedicati alla supergovernante. Il corteggiamento per avere i diritti richiese molto tempo e i paletti messi dalla scrittrice per la trasposizione – no al musical, no all’animazione, no al rosso – furono infine forzati da Walt in persona vincendo la scommessa commerciale, ma assicurandosi il risentimento a vita della donna. Il film racconta questo lungo lavoro di convincimento (e un po’ di coercizione), concentrandosi principalmente sulla trasferta hollywoodiana di Travers, che si ritrova catapultata in un mondo che non capisce – o che si rifiuta di capire – con quasi solo l’eccezione del rapporto che nasce con l’occhialuto autista Ralph.
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La genesi di ‘Mary Poppins’, film amato da generazioni di ragazzi in tutto il mondo (ma non dal sottoscritto), fu lunga e travagliata: non tanto perchè fu il primo lungometraggio disneyano con attori in carne e ossa, quanto per i bastoni messi tra le ruote da P.L. Travers, la scrittrice britannica autrice dei libri dedicati alla supergovernante. Il corteggiamento per avere i diritti richiese molto tempo e i paletti messi dalla scrittrice per la trasposizione – no al musical, no all’animazione, no al rosso – furono infine forzati da Walt in persona vincendo la scommessa commerciale, ma assicurandosi il risentimento a vita della donna. Il film racconta questo lungo lavoro di convincimento (e un po’ di coercizione), concentrandosi principalmente sulla trasferta hollywoodiana di Travers, che si ritrova catapultata in un mondo che non capisce – o che si rifiuta di capire – con quasi solo l’eccezione del rapporto che nasce con l’occhialuto autista Ralph. In parallelo, c’è la narrazione della genesi autobiografica di ‘Mary Poppins’ attraverso i flashback che illustrano il tenero rapporto dell’autrice con il padre durante la di lui discesa verso la rovina e la morte nell’Outback australiano: la rivolta del signor Banks – il padre dei ragazzi affidati a Mary – è la rivincita regalata al proprio genitore per interposto personaggio. Questo doppio binario è il punto debole più evidente della pellicola: il dramma che si svolge nei ricordi mal si combina con il tono in prevalenza di commedia del filone principale anche perché la rappresentazione è di maniera, malgrado la fotografia da cartolina (John Schwartzman è il responsabile della parte visiva) e le sentite interpretazioni di Colin Farrell e della giovane Annie Rose Buckley. Lascia poi perplessi che la sceneggiatura (di Kelly Marcel e Sue Smith) tratti in modo così frettoloso la figura di zia Ellie (Rachel Griffiths), che sta alla base della figura di Mary Poppins, anche se non riesce a ‘mettere a posto le cose’: ben diversi sono il ritmo e la godibilità della narrazione al ‘presente’, dove la bravura degli attori e la possibilità di giocare con le situazioni più contrastate aiutano ad alzare il livello in modo considerevole. Il lavoro quotidiano della costruzione del film – le musiche, l’animazione, le caratteristiche dei personaggi (dal signor Banks alla discussione sul nome da dare a sua moglie) – si scontra con i dubbi di Travers, ma è costantemente supportato dall’incoraggiamento e dalla partecipazione di Walt in persona. Ovviamente il tutto è edulcorato, ma sarebbe anche stato difficile pretendere che un film disneyano parlasse male del padre fondatore, e c’è qualche forzatura che però migliora la resa drammatica (Disney non andò mai in Inghilterra per convincere la riottosa controparte, ma la telefonata reale avrebbe avuto molta meno efficacia sullo schermo), ma in questa parte il film sa coinvolgere fino a culminare nella scena madre della prima proiezione. Lo stesso Hancock che filma in modo abbastanza banale il segmento australiano sembra trovare qui un’altra sensibilità, come se fosse più in sintonia con questi momenti: di certo, come già detto, lo aiutano una scrittura più serrata e un cast di notevole sicurezza. Circondati da impeccabili professionisti fra i quali spicca l’umanità dolente che Paul Giamatti regala a Ralph, Thompson e Hanks interpretano con grande finezza i personaggi principali interagendo con classe ed evitando di prevaricare. L’attrice inglese riesce a restituire appieno la figura di una donna scorbutica e fragile (scorbutica perché fragile), mentre Hanks si cala a fondo nei panni di un Walt non si sa quanto vicino a quello reale – l’attore è riuscito però a imporre un accenno al fumo che il vero Disney negò sempre in pubblico – ma che, con quella voce calda e suadente, avrebbe convinto anche i sassi.
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cassandra88
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lunedì 17 marzo 2014
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il lavoro nobilita l'essere umano, guarendo ferite
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Un film non ha bisogno di essere datato, ipertecnologico, in bianco e nero e/o premiato agli Oscar per risultare un capolavoro: Saving Mr. Banks ne è la prova vivente.
Qui il cattivo di Daredevil (Colin Farrell) fa commuovere, anche nei giorni successivi alla visione del film, nell'interpretare un padre scisso fra ideale e realtà in un'epoca dove la posizione delle banche si faceva sempre più predominante su tutto il resto.
Qui la moglie di costui (Ruth Wilson) è una donna che ama troppo, il che racchiude tutti i sentimenti di rabbia, frustrazione, delusione, amarezza che prova verso il proprio marito.
Qui l'imbranata Sibilla Cooman della celeberrima saga Harry Potter (Emma Thompson) è una donna apparentemente acida, ma in realtà ha tutto un fascino, tutto un bagaglio di dolori che l'hanno portata a scrivere il suo romanzo da cui è tratto il film Mary Poppins (di cui Saving Mr.
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Un film non ha bisogno di essere datato, ipertecnologico, in bianco e nero e/o premiato agli Oscar per risultare un capolavoro: Saving Mr. Banks ne è la prova vivente.
Qui il cattivo di Daredevil (Colin Farrell) fa commuovere, anche nei giorni successivi alla visione del film, nell'interpretare un padre scisso fra ideale e realtà in un'epoca dove la posizione delle banche si faceva sempre più predominante su tutto il resto.
Qui la moglie di costui (Ruth Wilson) è una donna che ama troppo, il che racchiude tutti i sentimenti di rabbia, frustrazione, delusione, amarezza che prova verso il proprio marito.
Qui l'imbranata Sibilla Cooman della celeberrima saga Harry Potter (Emma Thompson) è una donna apparentemente acida, ma in realtà ha tutto un fascino, tutto un bagaglio di dolori che l'hanno portata a scrivere il suo romanzo da cui è tratto il film Mary Poppins (di cui Saving Mr. Banks costituisce il prologo) e che l'hanno portata a costruirsi un muro che solo in pochi vogliono e riescono a superare.
Il primo che prova a scavalcare e infine ad abbattere il muro è il mitico Forrest Gump (Tom Hanks): non è solo il datore di lavoro Walt Disney, ma soprattutto un uomo che mette al primo posto le persone con la loro fantasia e la loro dedizione al lavoro, un uomo che ha scelto i cartoni animati come modo per superare i propri turbamenti interiori dati da esperienze spiacevoli dell'infanzia. Chiama per ben 18 anni la scrittrice e attende la sua risposta di collaborazione. Quale datore o datrice di lavoro lo farebbero mai oggigiorno?
Fra coloro che prendono gli scaletti per andare oltre il muro ci sono anche il dolcissimo autista Ralph (Paul Giamatti), che nonostante l'esperienza di prole con handicap riesce a trovare la forza di guardare positivo, di cercare il sole per portare la figlia a passeggio.
I collaboratori e le collaboratrici per il futuro film Mary Poppins sono testardi, simpatici, allegri e riescono, anche se con non poca difficoltà, a riportare un po' di allegria nel cuore della scrittrice.
Perché il lavoro vero non è grigiore, ma fra le cose che nobilitano l'essere umano e che guariscono le ferite.
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ilaria pasqua
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venerdì 14 marzo 2014
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magico
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Pamela Travers è una scrittrice di libri per bambini in ristrettezze economiche. Il suo avvocato tenta da vent’anni di convincerla a vendere i diritti del suo libro più famoso, Mary Poppins, per un film che Walt Disney vuole produrre a ogni costo, senza riuscirci. Stavolta però si rivela necessario e la donna si decide finalmente a partire per la California per sentire cosa quel cocciuto di Walt Disney abbia da dirle.
Quando se la ritrovano davanti però rimangono spiazzati e non sanno assolutamente a cosa vanno incontro. Lei non è per nulla malleabile, è cocciuta, testarda e odia l’affabilità, quei modi gentili e ossequiosi mostrati da Walt Disney e dai suoi lavoratori che appaiono tutti sorridenti e disponibili, si chiamano per nome, e lavorano in un'atmosfera gioiosa e rilassata, circondati da cibo come se non ci fosse un domani.
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Pamela Travers è una scrittrice di libri per bambini in ristrettezze economiche. Il suo avvocato tenta da vent’anni di convincerla a vendere i diritti del suo libro più famoso, Mary Poppins, per un film che Walt Disney vuole produrre a ogni costo, senza riuscirci. Stavolta però si rivela necessario e la donna si decide finalmente a partire per la California per sentire cosa quel cocciuto di Walt Disney abbia da dirle.
Quando se la ritrovano davanti però rimangono spiazzati e non sanno assolutamente a cosa vanno incontro. Lei non è per nulla malleabile, è cocciuta, testarda e odia l’affabilità, quei modi gentili e ossequiosi mostrati da Walt Disney e dai suoi lavoratori che appaiono tutti sorridenti e disponibili, si chiamano per nome, e lavorano in un'atmosfera gioiosa e rilassata, circondati da cibo come se non ci fosse un domani.
Inizierà così una collaborazione difficile, faticosa, perché la signora Travers sembra davvero impossibile da accontentare, fino alla fine. Fino all’ultimo momento non ha nessuna intenzione di cedere, va lì già prevenuta, perché Mary Poppins è importante per lei, è la sua famiglia. E non vuole che venga maltrattata, tantomeno trasformata in un musical cartoon ridicolo. Perché non c’è nulla da ridere, quella è la sua storia.
Da quando Pamela Travers si troverà rinchiusa negli studios cercherà di sopportare tutto perché ha fatto una promessa a suo padre, così come Walt Disney l’ha fatta alle sue figlie. Ma non sarà facile andare avanti, la scrittrice si ritroverà infatti assediata dai ricordi che romperanno lentamente la sua maschera rigida, ironica e tutta d’un pezzo, mettendo a nudo il viso di una donna che non ha mai potuto superare un trauma della sua infanzia legato a suo padre. Il libro è un tentativo di salvataggio, il suo modo di salvare suo padre, interpretato da Colin Farrell, e il film rispecchierà questo proposito. Ma finirà per salvare anche lei, liberandola da un enorme peso che le impediva di vivere.
Saving Mr. Banks è una bella storia da vedere. Ricca di sentimento ma anche di ironia. La signora Travers è insopportabile quanto divertente, tutto il cast di contorno è magnifico nel suo modo di interagire con lei e con il suo carattere aspro. Tom Hanks è bravissimo come sempre, anche se forse troppo giovane per il ruolo del Walt Disney di quegli anni, stessa cosa Emma Thompson, ma è un dettaglio trascurabile alla fine, lei è stata splendida nel ruolo, e mi stupisco che sia stata ignorata completamente dall’Academy.
Ritroviamo anche un Paul Giamatti in un ruolo insolito ma adorabile, quello dell’autista, e una tripla ben miscelata formata da Jason Schwartzman, Bradley Whitford e B. J. Novak.
Il film è poi costruito alternando il presente, le avventure della Travers in California, al passato, continui flashback interrompono la narrazione ma non infastidiscono perché sono ben amalgamati, e poi anche perché sono necessari, si vuole sapere di più sul motivo per cui questa donna è così. Vengono lanciati molti ami nel presente che si ricollegano al passato in modo da desiderare che avvengano quei passaggi per avere più informazioni.
Ciò che va detto è che è un film zuccheroso, ma necessariamente, vista la storia che racconta, alla fine è un prodotto Disney che parla di una storia della Disney. A me personalmente non ha infastidito, anche perché è stato sapientemente intervallato a situazioni comiche che spezzano la tristezza. Ho visto tantissime famiglie con bambini in sala, un errore. Questo non è un film per bambini anche se può apparire tale. Assolutamente sconsigliato portare i bambini in sala, sia perché si annoierebbero, le battute ironiche e taglienti della Travers giusto gli adulti potrebbero comprenderle, sia perché tutta la serie di flashback è molto drammatica.
Il film è in conclusione coinvolgente e piacevole, un po’ magico. Lo consiglio a chi non si lascia spaventare dalla dolcezza e anche a chi non odia i lieti fine al 100%.
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