84nemesis
|
lunedì 10 giugno 2013
|
violento, stilisticamente imponente (-tente)
|
|
|
|
Inutilmente violento, stilisticamente imponente (-tente), oggettivamente fittizio. A veder questo film, il primo pensiero e che dopo il successo di Drive, il regista abbia avuto una sorta di carta bianca per esprimere il suo cinema, con pochi freni produttivi. Di solito questo epilogo è positivo, ma in questo caso si fa fatica ad apprezzare. Il film è lento, privo di dialoghi e pieno di immagini che non sempre li sostituiscono. Qualcosa di buono c’è, ma a fine film fai difficoltà a ricordarti cosa. L’inespressività di Gosling, che spesso regge i suoi film, questa volta non basta. La trama è piuttosto semplice, anzi, fin troppo semplice, al punto che il regista cerca di variare i classici cliché con una buona dose di violenza spesso ingiustificata, inutile se non irragionevole.
[+]
Inutilmente violento, stilisticamente imponente (-tente), oggettivamente fittizio. A veder questo film, il primo pensiero e che dopo il successo di Drive, il regista abbia avuto una sorta di carta bianca per esprimere il suo cinema, con pochi freni produttivi. Di solito questo epilogo è positivo, ma in questo caso si fa fatica ad apprezzare. Il film è lento, privo di dialoghi e pieno di immagini che non sempre li sostituiscono. Qualcosa di buono c’è, ma a fine film fai difficoltà a ricordarti cosa. L’inespressività di Gosling, che spesso regge i suoi film, questa volta non basta. La trama è piuttosto semplice, anzi, fin troppo semplice, al punto che il regista cerca di variare i classici cliché con una buona dose di violenza spesso ingiustificata, inutile se non irragionevole. Apprezzabile la performance di Kristin Scott Thomas, piacevolmente ispirata, meno quella di Vithaya Pansringarm (il poliziotto Chang), che a mio avviso, non presenta né il carisma, né il fisico, né (volendo infierire) la voce per impersonare il gelido (ma canterino) giustiziere della notte, abile con le arti marziali e l’arte della spada, indifferente ad americani che spacciano eroina e cocaina nel suo distretto, ma pronto a vestire il colletto bianco della giustizia divina per mietere vittime a partire dall’omicidio di una minorenne. Irreale per l’appunto, come il film.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a 84nemesis »
[ - ] lascia un commento a 84nemesis »
|
|
d'accordo? |
|
glenn_glee
|
lunedì 10 giugno 2013
|
solo estetica (?)
|
|
|
|
Dopo il successo di critica di Drive, diventato in soli due anni un film cult, e la consacrazione a star del momento e sex symbol del protagonista Ryan Golsing le aspettative per il successivo film di Refn, che ripresenta la stessa formula del precedente, erano veramente alle stelle, quindi capisco anche la difficoltà del regista a dover affrontare un pubblico così entusiasta a priori. io ho assolutamente amato Drive, ma ammetto che questo film non mi è piaciuto. Sicuramente è un prodotto interessante, che ha diverse qualità, prima fra tutte la fotografia, poi la musica,che crea delle atmosfere suggestive e inquietanti, e la regia, ma questa solo a tratti, perchè in questo caso l'ho trovata esasperante e ho notato un certo autocompiacimento del regista.
[+]
Dopo il successo di critica di Drive, diventato in soli due anni un film cult, e la consacrazione a star del momento e sex symbol del protagonista Ryan Golsing le aspettative per il successivo film di Refn, che ripresenta la stessa formula del precedente, erano veramente alle stelle, quindi capisco anche la difficoltà del regista a dover affrontare un pubblico così entusiasta a priori. io ho assolutamente amato Drive, ma ammetto che questo film non mi è piaciuto. Sicuramente è un prodotto interessante, che ha diverse qualità, prima fra tutte la fotografia, poi la musica,che crea delle atmosfere suggestive e inquietanti, e la regia, ma questa solo a tratti, perchè in questo caso l'ho trovata esasperante e ho notato un certo autocompiacimento del regista. Quello, però, che non mi è piaciuto di Solo Dio Perdona è la trama che è in sostanza banale e priva di originalità. Il film è fatto soprattutto di fermi immagine e le scene d'azioni, in cui i personaggi si muovono, sono rare. La regia si concentra sui movimenti lenti e impercettibili dei personaggi, sul respiro pesante di Julian, sulle mani come mezzo con cui vengono compiuti atti violenti, sugli sguardi. E questo non deve essere per forza un difetto, ma quello che mi è rimasto dopo il film è la sensazione di aver visto in due ore una storia che poteva essere raccontata in dieci minuti. La sceneggiatura è praticamente inesistente, il contenuto non è niente di sensazionale, senza'altro il film si basa più sulle sensazioni e sulle emozioni che su temi profondi che possono dare spunti di riflessione, ma l'esasperazione dei modi con cui cerca di suggerire gli stati d'animo de personaggi risultano alla lunga pesanti e inefficaci. I personaggi sembrano usciti da un fumetto, piatti, inespressivi, stereotipati. Quello che mi chiedo allora è: Solo Dio perdona è un prodotto il cui metro di giudizio è principalmente l'estetica, e la trama è solo funzionale all'uso di un certo tipo di regia?
[-]
|
|
[+] lascia un commento a glenn_glee »
[ - ] lascia un commento a glenn_glee »
|
|
d'accordo? |
|
filippo catani
|
domenica 9 giugno 2013
|
se dio perdona chi paga il biglietto del film no
|
|
|
|
Bangkok. Un giovane americano gestisce una palestra di boxe thailandese e fa soldi con la droga. Il ragazzo infatti è parte di una rete di trafficanti coordinati dagli USA dalla madre. In Thailandia con lui c'è il fratello che una sera decide di massacrare una giovane ragazza dando il via ad una spirale di violenza e vendette senza fine.
Fischiatissimo a Cannes, il nuovo film di Refn ha sì qualche aspetto valido ma davvero troppo poco anche rispetto ad altre sue pellicole con Bronsom e Drive. Di valido ci sono sicuramente le atmosfere e la colonna sonora. Di quasi salvabile c'è parte della trama in quanto la storia in se potrebbe anche contenere dei risvolti interessanti.
[+]
Bangkok. Un giovane americano gestisce una palestra di boxe thailandese e fa soldi con la droga. Il ragazzo infatti è parte di una rete di trafficanti coordinati dagli USA dalla madre. In Thailandia con lui c'è il fratello che una sera decide di massacrare una giovane ragazza dando il via ad una spirale di violenza e vendette senza fine.
Fischiatissimo a Cannes, il nuovo film di Refn ha sì qualche aspetto valido ma davvero troppo poco anche rispetto ad altre sue pellicole con Bronsom e Drive. Di valido ci sono sicuramente le atmosfere e la colonna sonora. Di quasi salvabile c'è parte della trama in quanto la storia in se potrebbe anche contenere dei risvolti interessanti. Lo svolgimento è però terribile e ai limiti del paradossale con lo spettatore che in certi momenti è preso anche dall'ilarità. Questo per vari motivi. Intanto abbiamo un cast dove le parti chiave sono affidate ad attori fuori contesto. Gosling rischia di buttare via un indiscutibile talento continuando a proporre sullo schermo le solite parti tormentate dove non spiccica una parola ed è uno sbandato quasi sempre sofferente (basti citare nell'ortdine Drive, Come un tuono e questo). Poi la Scott Thomas (bionda come non mai) è proprio un pesce fuor d'acqua in un ruolo assolutamente non suo a parlare delle dimensioni anatomiche dei figli a cena o a organizzare il giro delle vendette. Poi arriva il personaggio più tragicomico di tutti; un poliziotto in pensione che appena ne ha la possibilità sfodera la spada con le movenze di una tartaruga ninja mista a Ghemon (all'ennesima spada sfoderata la sala non ha potuto trattenere una sonora risata). Violenza spruzzata quà e là, il solito combattimento visto da varie angolature per un film che forse ha nella scarsa durata il suo pregio maggiore. Se ne poteva fare tranquillamente a meno e, per una volta, i fischi di Cannes erano un segno premonitore.
[-]
[+] se fosse un tarantino...
(di looeejy)
[ - ] se fosse un tarantino...
|
|
[+] lascia un commento a filippo catani »
[ - ] lascia un commento a filippo catani »
|
|
d'accordo? |
|
marinabelinda
|
sabato 8 giugno 2013
|
un'occasione mancata
|
|
|
|
Ho appena finito di vedere quasi l'intera filmografia di Refn, ad esclusione di Drive (che mi sono appena procurata in dvd, ma che un po' mi intimorisce, vista la fama che davvero lo precede).
Uscita dal cinema mi sono chiesta se avessi appena visto un capolavoro assoluto o una 'boiata pazzesca'. Né uno, né l'altro, ma un film che si può (o si deve) vedere. C'è un evidente filo conduttore con tutta la filmografia di Refn, che, almeno a mio parere, non è comunque immediatamente accostabile a Tarantino. Il film ricorda, per certi versi, la trilogia di Pusher e per altri Walhalla Rising. Ma, nonostante, l'uso del colore rosso, come nelle scene più disturbanti del bellissimo Pusher II, e delle premonizioni (in rosso) come in Walhalla Rising (altro film con un dialogo ridotto ai minimi termini e una carica simbolica che addirittura commuove), questi modelli restano, comunque, ineguagliati.
[+]
Ho appena finito di vedere quasi l'intera filmografia di Refn, ad esclusione di Drive (che mi sono appena procurata in dvd, ma che un po' mi intimorisce, vista la fama che davvero lo precede).
Uscita dal cinema mi sono chiesta se avessi appena visto un capolavoro assoluto o una 'boiata pazzesca'. Né uno, né l'altro, ma un film che si può (o si deve) vedere. C'è un evidente filo conduttore con tutta la filmografia di Refn, che, almeno a mio parere, non è comunque immediatamente accostabile a Tarantino. Il film ricorda, per certi versi, la trilogia di Pusher e per altri Walhalla Rising. Ma, nonostante, l'uso del colore rosso, come nelle scene più disturbanti del bellissimo Pusher II, e delle premonizioni (in rosso) come in Walhalla Rising (altro film con un dialogo ridotto ai minimi termini e una carica simbolica che addirittura commuove), questi modelli restano, comunque, ineguagliati.
Il film scorre in modo un po' incoerente. Come One Eye, il poliziotto in pensione cerca di ridare logica ad una storia tristissima di prostituzione e droga, in cui davvero nessuno viene perdonato. Ma proprio Julian rappresenta l'incoerenza: ha ucciso il padre? Oppure è una bugia vergognosa della madre per giustificare la propria spietatezza? Gestisce una palestra di boxe thailandese, pur zoppicando nella tecnica, vista la (strepitosa) scena di lotta con il poliziotto, oppure la palestra è una mera copertura, per sé e non solo per il fratello, per lo spaccio di droga, così come il circolo di Milo (soprattutto) in Pusher III? La trama ridotta all'osso avrebbe meritato qualche approfondimento, quanto meno per dare una logica ai rapporti tra madre e figli, che lasciano intendere sia la strumentalizzazione di Lady Macbeth, sia l'incesto, senza appesantire o troppo confondere l'intreccio, perché quando il film finisce si ha la sensazione che qualche cosa manchi. Peccato, anche se è un film da vedere, con un'accuratezza estetica fatta di piani lunghi e studiati, sguardi e, soprattutto, i riferimenti alle mani fa pensare a un'occasione mancata.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a marinabelinda »
[ - ] lascia un commento a marinabelinda »
|
|
d'accordo? |
|
miroforti
|
venerdì 7 giugno 2013
|
solo dio perdona di nicolas winding refn
|
|
|
|
«Vado a incontrare il diavolo»; queste sono le ultime parole di Billy al fratello Julian (Ryan Gosling), in una palestra di thai-box, a Bangkok, gestita dai due per coprire la loro attività più redditizia, lo spaccio di droga. Nonostante l’inferno di disperazione nel quale è calato, Billy non incontrerà il diavolo, ma un Dio punitore che non è incline al perdonare, come invece il titolo sembrerebbe suggerire. Il Far East di Refn si fa anche Far West nell’affrontare la tematica della vendetta e del regolamento dei conti e in questa fusione di atmosfere e suoni, di orgoglio e di machismo, il gangster movie orientale si accosta al western.
[+]
«Vado a incontrare il diavolo»; queste sono le ultime parole di Billy al fratello Julian (Ryan Gosling), in una palestra di thai-box, a Bangkok, gestita dai due per coprire la loro attività più redditizia, lo spaccio di droga. Nonostante l’inferno di disperazione nel quale è calato, Billy non incontrerà il diavolo, ma un Dio punitore che non è incline al perdonare, come invece il titolo sembrerebbe suggerire. Il Far East di Refn si fa anche Far West nell’affrontare la tematica della vendetta e del regolamento dei conti e in questa fusione di atmosfere e suoni, di orgoglio e di machismo, il gangster movie orientale si accosta al western. La vicenda è raccontata e mostrata in un film prosciugato, che esprime l’essenziale e forse anche meno: lunghe e penetranti sacche di silenzio sono interrotte da guizzi di sangue o da brevi dialoghi evanescenti. La narrazione procede attraverso intrecci di sguardi e di espressioni, con movimenti e gesti pesati e attenti; in Solo Dio perdona non si parla inutilmente come non ci si muove inutilmente, e ciò che viene mostrato merita attenzione, la macchina da presa ci lascia assaporare le inquadrature, ci fa indagare i volti dei personaggi e si sofferma naturalmente sulle numerose violenze messe in atto. È proprio la violenza, qui sotto forma di vendetta, a fare da leitmotiv dell’intera opera; fa parte di quasi ogni uomo o donna nella pellicola ma come si accennava prima c’è un Dio della violenza che coagula il tutto, un poliziotto in pensione, dalle movenze asciutte e dallo sguardo severo e inespressivo, protagonista di alcune bellissime sequenze canore che sottolineano per contrasto il suo modo di elargire la giustizia agli uomini, sempre rigorosamente fisico e carnale. Il contatto e il corpo sono altri due elementi fondamentali della poetica di Refn, che esibisce una prosa mimica e gestuale molto suggestiva; in questo muto fraseggiare si distingue il ruolo predominante delle mani, attraverso le quali l’uomo (anche se a ragion del vero, l’uomo in questione sembra essere declinato al maschile) esprime al meglio la sua essenza. Con le mani un uomo lotta, si difende e aggredisce; strumento di vendetta la mano si fa anche organo sessuale, che tocca e assapora il proprio e l’altrui corpo. Con esse Julian tenterà di ritornare a – o di (ri)trovare – un’origine perduta o strappata via, penetrando nel ventre della madre. In questa dialettica l’ultima “punizione” di Chang ai danni del protagonista acquista un significato aggiunto; è il tentativo di privare la vittima di tutto ciò che è o che potrà essere, di privarla della sua stessa umanità perché, per usare le parole dello stesso Refn, «Togli a un uomo le mani e gli porti via tutto».
In conclusione però, c’è da dire che a monte di tutte le speculazioni interpretative che si possono fare, il film conquista grazie ad atmosfere molto evocative e a un elevata dose di ricerca estetica, che comprende musiche, scenografie, inquadrature e luci, che spesso immergono la pellicola in un rosso sanguigno che domina incontrastato. L’estetizzazione pervade anche le scene più cruente e nella lotta che è danza della violenza, coreografata a ritmo di musica elettronica, sotto il feroce sguardo di un dragone rosso e nero, si consuma il confronto disperato tra un uomo e un Dio giustiziere; e sappiamo già come andrà a finire, ma non distogliamo lo sguardo, rapiti da questa bellezza.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a miroforti »
[ - ] lascia un commento a miroforti »
|
|
d'accordo? |
|
simone magli
|
venerdì 7 giugno 2013
|
deludente
|
|
|
|
Film deludente. La regia gioca sull'immobilità di Julian (Ryan Gosling), succube della madre (Kristin Scott Thomas), personaggio ben caratterizzato; sul ritmo alienante; sulla fredda lucida follia del poliziotto e sul suo rapporto con la spada; infine sullo splatter.
Il turbamento che suscita il concentrato di violenza della pellicola supera la curiosità di guardarlo fino in fondo.
|
|
[+] lascia un commento a simone magli »
[ - ] lascia un commento a simone magli »
|
|
d'accordo? |
|
ultimo inquisitore
|
mercoledì 5 giugno 2013
|
bangkok, purgatorio per americani
|
|
|
|
Solo Dio Perdona - Only God Forviges (2013)
L'ulitma opera di Refn è un manifesto sulla violenza e sulla giustizia ambientato in una Bangkok/Purgatorio, dove un misterioso poliziotto veglia e abbassa la sua lama affilatissima per mutilare corpi e combattere. Il tempo è sospeso, lo spettatore non riesce a cogliere immediatamente il gioco d'illusione temporale per via della sofisticata e potente regia visiva che fa calare il peso della recitazione (assente) e della storia. Ma le immagini parlano da sole, le allucinazioni sembrano vere quanto la realtà, ma è un gioco di personaggi e figure mistiche, dove il Golia mutilato muore come il più infimo traditore. Il giustiziere è silenzioso, calmo, superiore, addirittura canta, ed è invincibile.
[+]
Solo Dio Perdona - Only God Forviges (2013)
L'ulitma opera di Refn è un manifesto sulla violenza e sulla giustizia ambientato in una Bangkok/Purgatorio, dove un misterioso poliziotto veglia e abbassa la sua lama affilatissima per mutilare corpi e combattere. Il tempo è sospeso, lo spettatore non riesce a cogliere immediatamente il gioco d'illusione temporale per via della sofisticata e potente regia visiva che fa calare il peso della recitazione (assente) e della storia. Ma le immagini parlano da sole, le allucinazioni sembrano vere quanto la realtà, ma è un gioco di personaggi e figure mistiche, dove il Golia mutilato muore come il più infimo traditore. Il giustiziere è silenzioso, calmo, superiore, addirittura canta, ed è invincibile. Bangkok contro l'America, un delizioso cocktail di sangue, dove ogni carta svelata porta a un'altra e così via, in un vortice di violenza epica. Immagini meravigliose, fotografia eccezionale, sbalorditiva. Montaggio azzeccatissimo, quasi "danzante" a ritmo di una musica elettronica che ourtroppo fa rimpiangere quella di Drive e Bronson.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ultimo inquisitore »
[ - ] lascia un commento a ultimo inquisitore »
|
|
d'accordo? |
|
gio1893
|
mercoledì 5 giugno 2013
|
risparmiate il biglietto
|
|
|
|
Film incredibilmente mollo e senza senso. In Drive, la mancanza di ritmo era comunque bilanciata da una trama coinvolgente e sensata, questa volta sono uscito dal cinema senza averci capito nulla, e non ero l'unico. Raramente ho visto un film così brutto.
|
|
[+] lascia un commento a gio1893 »
[ - ] lascia un commento a gio1893 »
|
|
d'accordo? |
|
telespallabob
|
martedì 4 giugno 2013
|
pessimo
|
|
|
|
Uno dei peggiori film che abbia mai visto, all'uscita dal cinema volevo andare in cassa a farmi risarcire il biglietto. L'unica cosa che mi ha tenuto sveglio durante la proiezione, a tratti molto violenta ma a tratti totalmente ferma, sono state le colonne sonore.
|
|
[+] lascia un commento a telespallabob »
[ - ] lascia un commento a telespallabob »
|
|
d'accordo? |
|
gabrielebaldin
|
martedì 4 giugno 2013
|
... ma gli spettatori non perdonano !
|
|
|
|
questo film è decisamente pesantissimo da vedere (ho pensato seriamente più volte di alzarmi e uscire dalla sala) e francamente anche con scene di violenza eccessive, esasperate, di cattivo gusto e diciamo pure anche kitsch.
Ryan al solito dimostra di essere un'ottimo attore, solo che mi chiedo perchè abbia scelto (e pure la Kristin Scott Thomas) di recitare in questo film.
|
|
[+] lascia un commento a gabrielebaldin »
[ - ] lascia un commento a gabrielebaldin »
|
|
d'accordo? |
|
|