liuk!
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sabato 9 novembre 2013
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impossibile arrivare alla fine
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Quasi solo immagini e violenza per questo lavoro del giovane regista danese che ben mi aveva impressionato con Drive, sempre con il bravo Ryan Gosling. Questa volta purtroppo la pellicola è gravemente insufficiente, con ben poca trama ed ancor meno senso. Onestamente non sono riuscito ad arrivare alla fine.
Lo sconsiglio vivamente.
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kyotrix
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lunedì 4 novembre 2013
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film artistico
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Ho retto solo 45m. Potra' essere anche un'opera d'arte per come e' stato montato, ma visto cosi' non e' un film guardabile dal comune spettatore...
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acciaio73
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domenica 3 novembre 2013
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vergogna
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Il coreano con lo spadone in primo piano su sfondo rosso che prima amputa arti e poi se ne va a cantare al karaoke? questo non è cinema d'autore è una schifezza senza se e senza ma. La violenza fine a se stessa non significa proprio niente! Il cinema d'autore non è quello noioso, pesante che fa dormire! E smettetela di pensare che il film d'autore debba essere incomprensibile come una tela sporcata o tagliata da Schifani. il cinema che fa crescere non è vuoto di significato, il buon cinema è quello che ha un contenuto e che lo sa esprimere compiutamente. Qui tutto è inconcludente, ridicolo, assurdo con una trama inesistente e dialoghi al limite del comico, il protagonista maschile manca di ogni espressività, la protagonista femminile è assolutamente priva di talento anzi repellente.
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Il coreano con lo spadone in primo piano su sfondo rosso che prima amputa arti e poi se ne va a cantare al karaoke? questo non è cinema d'autore è una schifezza senza se e senza ma. La violenza fine a se stessa non significa proprio niente! Il cinema d'autore non è quello noioso, pesante che fa dormire! E smettetela di pensare che il film d'autore debba essere incomprensibile come una tela sporcata o tagliata da Schifani. il cinema che fa crescere non è vuoto di significato, il buon cinema è quello che ha un contenuto e che lo sa esprimere compiutamente. Qui tutto è inconcludente, ridicolo, assurdo con una trama inesistente e dialoghi al limite del comico, il protagonista maschile manca di ogni espressività, la protagonista femminile è assolutamente priva di talento anzi repellente. Alla fine anche in sala il film è stato giustamente deriso, il pubblico fischiava, la gente se ne andava. Questo non è buon cinema, non è neanche cinema.
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(di bebarenzimonini)
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_oldboy_
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mercoledì 25 settembre 2013
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tanto cinema poca sostanza
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Only God Forgives propone uno stile visivo così riuscito, che a fine visione sembra quasi che ti sia piaciuto, o che sia un bel film. Ma non lo è. Nicolas Winding Refn (regista più sopravvalutato della storia) infarcisce la (pseudo) trama del film con uno stile che ricorda un (bel) pò Park Chan Wook, Jodorowski e Micheal Mann. Ma a differenza del regista danese questi tre maestri non sono solo grandi creatori di stili cinematografiche. Ma di storie e contenuti. Due cose completamente assenti da questa noiosissima pellicola. Refn spinge questo stile così tanto che a tratti copre bene l'assoluta inconsistenza del film. A tratti, appunto. Salva tutto Kristin Scott Thomas che tra Ryan Gosling (attore più sopravvalutato di sempre, guarda un pò) e altri perfetti (e inespressivi) sconosciuti ci ricorda cosa vuol dire essere un attrice.
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Only God Forgives propone uno stile visivo così riuscito, che a fine visione sembra quasi che ti sia piaciuto, o che sia un bel film. Ma non lo è. Nicolas Winding Refn (regista più sopravvalutato della storia) infarcisce la (pseudo) trama del film con uno stile che ricorda un (bel) pò Park Chan Wook, Jodorowski e Micheal Mann. Ma a differenza del regista danese questi tre maestri non sono solo grandi creatori di stili cinematografiche. Ma di storie e contenuti. Due cose completamente assenti da questa noiosissima pellicola. Refn spinge questo stile così tanto che a tratti copre bene l'assoluta inconsistenza del film. A tratti, appunto. Salva tutto Kristin Scott Thomas che tra Ryan Gosling (attore più sopravvalutato di sempre, guarda un pò) e altri perfetti (e inespressivi) sconosciuti ci ricorda cosa vuol dire essere un attrice.Persino come esercizio di stile lascia l'amaro in bocca: non è tutto un pò derivato?
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torpehedoscloud
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mercoledì 18 settembre 2013
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un film di pura estetica
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La regia del film è a dir poco strepitosa, la fotografia anche, gli scenari suggestivi ed il tutto è condito da un sapiente uso della musica, apparentemente inappropriata e fortemente destabilizzante nelle sue melodie baldanzose e vicaci a contorno di immagini atroci. Kubrick insegna. Dovrete però accontentarvi di questo e delle poche anche se suggestive immagini evocative che illuminano un film che per quanto riguarda trama, dialoghi e meaning costituisce un'ombra scura sul cammino di Refn. Figlio d'arte, padre regista e madre fotografa, non riesce a regalarci altro se non la consapevolezza di aver ereditato grandi doti dai genitori. In ultima analisi, dunque, film insoddisfacente.
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gclaudio
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lunedì 16 settembre 2013
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un film di pura estetica
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La regia è perfetta, sconvolgente e destabilizzante nelle immagini e nelle musiche. Il film in se, tuttavia, è decisamente sotto tono. Quasi privo di trama e di dialoghi, risulta ,in ultima analisi, insoddisfacente.
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tarantinofan96
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lunedì 2 settembre 2013
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la summa di n.w. refn
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L'ultimo film di Nicolas Winding Refn parte da una trama piuttosto tipica dei B-Movies anni 70 - 80, infatti parla di Julian (Ryan Gosling) che deve vendicare la morte del fratello con l'aiuto della madre (Kristin Scotto Thomas), ma non è così semplice quando Julian scopre che il fratello ha violentato e ucciso una prostituta. Dopo essersi conquistato il pubblico con Drive, Refn dirige questo film il cui tema principale è la vendetta. Si può quasi dire che sia stato un'azzardo, infatti molti suoi fan sono rimasti delusi sperando di vedere un sequel prolifico del suo precedente film (probabilmente ingannati dal fatto che anche qui il protagonista è Ryan Gosling).
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L'ultimo film di Nicolas Winding Refn parte da una trama piuttosto tipica dei B-Movies anni 70 - 80, infatti parla di Julian (Ryan Gosling) che deve vendicare la morte del fratello con l'aiuto della madre (Kristin Scotto Thomas), ma non è così semplice quando Julian scopre che il fratello ha violentato e ucciso una prostituta. Dopo essersi conquistato il pubblico con Drive, Refn dirige questo film il cui tema principale è la vendetta. Si può quasi dire che sia stato un'azzardo, infatti molti suoi fan sono rimasti delusi sperando di vedere un sequel prolifico del suo precedente film (probabilmente ingannati dal fatto che anche qui il protagonista è Ryan Gosling). Non fatevi ingannare quindi perchè Solo Dio Perdona è un film lento quasi privo di azione e silenzioso: i dialoghi sono pochi e la trama va avanti soprattutto con le azioni dei protagonisti. Ma non si tratta assolutamente di un brutto film, anzi ci troviamo davanti a quello che si può considerare la summa del cinema di Refn ovvero la maturazione definitiva di un regista innovativo, vilento, onirico. La fotografia è uno dei punti di forza del film, prevale il colore rosso scelto non a caso dal regista infatti in questo film quasi tutto è rosso, a partire dalle scritte dei titoli di testa. La regia e le inquadrature sono perfette. Non aspettatevi un film semplice e di facile visione: "Se via spettate film di facile viosione evivtate pure il mio cinema. O con me o contro di me" ha detto Nicolas Winding Refn. Qundi sta a voi decidere se stare dalla sua parte oppure no. Io sto decisamente dalla sua.
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metamax
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giovedì 22 agosto 2013
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semplicemente inguardabile, insignificante,orrendo
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Ripeto: Semplicemente inguardabile, insignificante, orrendo!!
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molenga
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venerdì 2 agosto 2013
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è ora di incontrare il diavolo
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Nel giudicare questo film sento la necessità di scindere due livelli di giudizio. la storia è molto semplice, una coppia di fratelli gestisce una palestra a bangkok, copertura per un remunerativo giro di droga; uno dei due ha il vizietto delle prostitute minorenni e, una sera, divorato dal "demonio" che è in lui e lo circonda, ne uccide una. il poliziotto che la ritrova lo lascia nelle mani del padre di lei, che lo fa a pezzi: parte la vendetta della madre dei due fratelli, laquale non si accontenta di far punire l'esecutore materiale del delitto e ingaggia un killer per uccidere il poliziotto che ha avallato la "giustizia privata". fallirà, condannando anche il figlio superstite a una terribile punizione e se stessa alla morte.
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Nel giudicare questo film sento la necessità di scindere due livelli di giudizio. la storia è molto semplice, una coppia di fratelli gestisce una palestra a bangkok, copertura per un remunerativo giro di droga; uno dei due ha il vizietto delle prostitute minorenni e, una sera, divorato dal "demonio" che è in lui e lo circonda, ne uccide una. il poliziotto che la ritrova lo lascia nelle mani del padre di lei, che lo fa a pezzi: parte la vendetta della madre dei due fratelli, laquale non si accontenta di far punire l'esecutore materiale del delitto e ingaggia un killer per uccidere il poliziotto che ha avallato la "giustizia privata". fallirà, condannando anche il figlio superstite a una terribile punizione e se stessa alla morte.
Da una parte la bocciatura sarebbe assoluta: personaggi scritti male(eccezion fatta per il poliziotto), cast sfruttato malissimo, dall'altra è innegabile un ottimo uso delle luci, una fantastica fotografia e una certa sensibilità per alcune caratteristiche( il sogno, le apparizioni, la lentezza) del cinema thailandese. un film breve che risulta un po' pesante, bello da vedere ma poco gustoso e potente. Refn da rivedere.
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ilmengoli
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venerdì 26 luglio 2013
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solo dio perdona (2013)
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Julien (Ryan Gosling), trasferitosi a Bangkok in seguito all'uccisione del padre, gestisce una palestra di pugili tailandesi assieme al fratello Billy (Tom Burke). Una sera Billy, dopo aver violentato e ucciso una prostituta, viene anch'esso ucciso dal padre della ragazza. Dietro l'omicidio si cela anche un silenzioso ma pratico poliziotto, Chang (Vithaya Pansringam) un giustiziere dei peccatori, una sorta di Angelo della Vendetta. Crystal (Kristin Scott Thomas) , madre dei due fratelli, venuta a conoscenza dell'omicidio del primogenito, si reca immediatamente a Bangkok e chiede a Julien di vendicare il fratello.
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Julien (Ryan Gosling), trasferitosi a Bangkok in seguito all'uccisione del padre, gestisce una palestra di pugili tailandesi assieme al fratello Billy (Tom Burke). Una sera Billy, dopo aver violentato e ucciso una prostituta, viene anch'esso ucciso dal padre della ragazza. Dietro l'omicidio si cela anche un silenzioso ma pratico poliziotto, Chang (Vithaya Pansringam) un giustiziere dei peccatori, una sorta di Angelo della Vendetta. Crystal (Kristin Scott Thomas) , madre dei due fratelli, venuta a conoscenza dell'omicidio del primogenito, si reca immediatamente a Bangkok e chiede a Julien di vendicare il fratello. A causa dell'eccessivo rancore di Julien nei suoi confronti, è la madre a dover organizzare l'uccisione dell'assassino di suo figlio che, una volta attuata, innesta una catena infinita di sangue e omicidi per tutta la violenta capitale tailandese.
Nicholas Winding Refn, come da lui affermato, è un feticista della violenza, per cui prova una passione quasi carnale. Ce lo aveva dimostrato nel 2011 con Drive, e ce lo mostra di nuovo due anni dopo con "Solo Dio Perdona". Se nel primo la violenza era solo condimento della storia, in quest'ultimo film essa diventa sicuramente la portata principale, il piatto forte di una cena che, senza la sua esagerazione, risulterebbe probabilmente perfetta.
Infatti "Solo Dio Perdona" pecca solo di essere violento. E la domanda che mi sorge spontanea è: che bisogno c'era di rappresentare tutta questa violenza? Perché, perché, perché? Caro Nicholas, ma non potevi risparmiarteli quei 10 minuti osceni in cui Chang strappa via l'occhio e una parte di faccia a uno degli scagnozzi di Crystal?
A mio giudizio, il film risulta perfetto per circa 80 minuti dei 90 complessivi, in particolare nelle stanze oniriche rivestite da carta da parati dragonesca, illuminate da luce rossa accecante, volta quasi a significare un contatto più diabolico che divino, come invece potrebbe suggerire il titolo del film. Oppure la bellissima scena in cui Julien, dopo aver aperto con la sciabola la madre, le tocca l'utero in virtù di un forte e profondo amore edipico. O ancora, le molteplici sequenze dall'alto raffiguranti le mani, simbolo prima di virilità, poi di affetto e grazia materna e infine tagliate inesorabilmente.
Inoltre, sebbene non li avessi apprezzati in Drive, mi sono piaciuti particolarmente i muti dialoghi tra i vari personaggi, scanditi da rigide espressioni e da occhi penetranti, parlanti più di quanto lo siano le parole stesse. I dolci sguardi di Gosling, mai così emblema di tristezza, mai così silenzioso e pensieroso, nemmeno nelle misere 57 battute di Drive (in questo film 12). Per poi non parlare delle inesorabili sciabolate di Chang, l'Angelo della Vendetta, il Dio Vendicatore, che si fa giustizia da solo in una realtà socio-urbanistica caotica e violenta, abitata da luridi stupratori e violentatori e da assetati di vendetta, privi di ogni valore morale.
Ho apprezzato, se non amato, il film sotto questi aspetti, e mi è molto dispiaciuto vedere come un'opera così preziosa possa essere facilmente e rapidamente sminuita attraverso l'uso di quello che dovrebbe invece esserne il capo saldo, ossia la violenza. Nelle molte scene in cui compare questo sgradito protagonista, fatta eccezione per alcune splendide di Chang, essa appare quasi gratuita, senza un vero fine alle sue spalle. Io so che Refn non è uno sciatto e non farebbe mai nulla casualmente, ma in questo caso la sua idea di violenza, come d'altronde era già accaduto in Drive, non mi ha per nulla colpito, anzi, come già detto, avrei preferito di gran lunga un film ancora più statico e lento in cui fossero solo le psichedeliche colonne sonore e le immagini e foto quasi oniricamente ipnotiche a regnare.
Molto interessante , anche dal punto di vista letterale, è sicuramente il complesso rapporto edipico tra madre-figlio, riprendendo quello che è uno dei capolavori della letteratura greca dell'antichità. Julien nutre quasi un amore carnale per la madre, e viceversa, e ciò, a mio giudizio, è ben espresso nella divertente battuta della madre al ristorante con Julien e la falsa fidanzata, in cui dice che quest'ultimo ha sempre nutrito rancore per il fratello anche a causa della lunghezza del pene. Essa, ripensandoci, rimane come compiaciuta dal ricordo della notevole lunghezza del pene di Billy, come se tra lei e suo figlio ci fosse stato un rapporto fisico e sessuale.
"Solo Dio Perdona" di Nicholas Winding Refn è un film estremamente particolare che coniuga fotografie ed immagini ipnotiche e angustianti a musiche psichedeliche, che, purtroppo, pecca solo in violenza, componente esagerata. Un ottimo film , che ho amato, seppur non totalmente, e gustato e che, se me lo chiedessero, riguarderei volentieri. Molto meglio di Drive.
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