laurence316
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venerdì 23 giugno 2017
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streghe in salsa pulp-anarchico-demenziale
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Tra i maggiori successi cinematografici dell’anno in patria, scritto dallo stesso regista in compagnia del fido collaboratore Jorge Guerricaechevarría, Le streghe son tornate è un esagerato, iperbolico, grandguignolesco e divertentissimo mix di commedia nera, horror e azione. Demenziale, splatter, violento, ma di quel genere di violenza parossistica e comica che inizialmente ricorda Tarantino ma poi finisce per evolversi in una maniera del tutto personale e inclassificabile. E si finisce veramente per perdersi nel delirante vortice di sangue, sesso, violenza, azione, sprazzi gore e parentesi esilaranti (indimenticabile il prologo in cui il protagonista rapina un “compro oro” travestito da Gesù ed accompagnato dal figlioletto di neanche 10 anni).
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Tra i maggiori successi cinematografici dell’anno in patria, scritto dallo stesso regista in compagnia del fido collaboratore Jorge Guerricaechevarría, Le streghe son tornate è un esagerato, iperbolico, grandguignolesco e divertentissimo mix di commedia nera, horror e azione. Demenziale, splatter, violento, ma di quel genere di violenza parossistica e comica che inizialmente ricorda Tarantino ma poi finisce per evolversi in una maniera del tutto personale e inclassificabile. E si finisce veramente per perdersi nel delirante vortice di sangue, sesso, violenza, azione, sprazzi gore e parentesi esilaranti (indimenticabile il prologo in cui il protagonista rapina un “compro oro” travestito da Gesù ed accompagnato dal figlioletto di neanche 10 anni).
Se, nella prima parte, il mix funziona alla perfezione, regalando gag e battute riuscitissime a ripetizione, nella seconda, in cui prevale la componente horror ma soprattutto demenziale, finisce per perdersi un po’ per strada, tirandola per le lunghe, esasperando il racconto, facendo quasi un voto dell’accumulazione indiscriminata ed esagitata e, in particolare, ripetendosi più del necessario. E il finale non è all’altezza.
In ogni caso, per buona parte della sua durata, diverte e intrattiene, senza dimenticare anche di inserire alcuni, divertenti sprazzi satirici ed irriverenti circa la situazione sociale ed economica spagnola, e soprattutto circa le differenze e i difetti di ambo i sessi, con il maschio superficiale ed immaturo “succube” ed intimorito da tremende mogli, ex-mogli o fidanzate, “troppo privilegiate” dalle sentenze al momento del divorzio, e con terribili esponenti del gentil sesso autoritarie e “incomprensibili”, troppo severe, opprimenti e, probabilmente, “troppo” mature. Insomma, si ironizza, anche pesantemente, un po’ su tutti, evitando così la misoginia. Bravi gli interpreti, difficili da dimenticare la Bang e la “Grande Madre”. Nonostante il successo in patria, è passato piuttosto inosservato altrove, Italia compresa.
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andrea lade
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lunedì 18 novembre 2013
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voto: 9
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Alex De La Iglesia è un caposaldo del nuovo cinema spagnolo che tra umorismo nero, dialoghi surreali e sofisticati melodrammi, riesce ad assestarsi tra i protagonisti del grande schermo europeo. In Italia si era già notato per qualche thriller e un paio di commedie madrilene, sullo stile almodovariano, ma questa volta il regista fa molto di più e mi ha regalato un capolavoro che si svincola da un genere precostituito, riabilitando i temi cari della stregoneria. Da molti mesi oramai, non vedevo un film così appassionante, ma lasciatemi scrivere qualcosa sulla originalissima trama.
Quattro rapinatori improvvisati, mascherati in modo carnevalesco, sfuggono all’inseguimento della polizia e decidono di dirigersi verso la Francia per spendere al meglio il proprio bottino.
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Alex De La Iglesia è un caposaldo del nuovo cinema spagnolo che tra umorismo nero, dialoghi surreali e sofisticati melodrammi, riesce ad assestarsi tra i protagonisti del grande schermo europeo. In Italia si era già notato per qualche thriller e un paio di commedie madrilene, sullo stile almodovariano, ma questa volta il regista fa molto di più e mi ha regalato un capolavoro che si svincola da un genere precostituito, riabilitando i temi cari della stregoneria. Da molti mesi oramai, non vedevo un film così appassionante, ma lasciatemi scrivere qualcosa sulla originalissima trama.
Quattro rapinatori improvvisati, mascherati in modo carnevalesco, sfuggono all’inseguimento della polizia e decidono di dirigersi verso la Francia per spendere al meglio il proprio bottino. Ma nel cammino avranno la sfortuna di imbattersi in una famiglia di streghe, intente a celebrare un rito per propiziare la Grande strega madre.
Il regista affronta il delicato compito, e lo fa a mio avviso egregiamente, di far ridere il pubblico, sul canovaccio di una horror story , amplificata da situazioni psicologicamente forti ed intense. I luoghi grotteschi e i dialoghi esilaranti non tolgono spazio alla costruzione profonda e vera dei personaggi e delle loro relazioni che aumentano lo spessore del film: da una parte abbiamo uomini impacciati e privi di organizzazione, annichiliti e sottomessi dalle proprie mogli, le streghe che si nascondono tra le pareti domestiche; dall’altra le donne sicure di sé, padrone del destino e fortificate da una struttura gerarchica e militaresca che non perdona, le streghe quelle vere, quelle che si alimentano del sangue degli uomini. L’incontro- scontro tra queste due realtà genera un’esplosione bizarra di situazioni, tutte connesse dalla sapiente mano del regista e sempre con un potente risultato estetico e fotografico. Un film unico che viene ulteriormente impreziosito dalla bravura indiscutibile degli attori, in ottima forma, sia fisica che interpretativa.
Carmen Maura, già notissima al pubblico europeo è veramente magnifica, ma anche il resto del cast, meno conosciuto dal pubblico italiano merita di essere tenuto sotto osservazione
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flyanto
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lunedì 11 maggio 2015
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attenti alle donne....
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Ancora una volta, e maggiormente che nelle sue pellicole precedenti, il regista spagnolo Alex De la Iglesia in "Le Streghe son Tornate" parla dei due sessi, soprattutto quello femminile, in maniera quanto mai aperta ed esagerata.
La storia parte dalla rapina che due giovani uomini disperati compiono in un banco di compra-vendita di oro nel centro di Madrid ed uno dei due, separato e con un figlio piccolo, è arrivato persino a portarsi quest'ultimo con sè nel corso dello svolgimento di quest' operazione. Inseguiti dalla polizia, iprotagonisti costringono un tassista a condurli in Francia ma per un insieme di circostanze essi finiscono col giungere a Zugarramurdi, un paese nel territorio basco famoso sin dai tempi dell'Inquisizione per essere abitato dalle streghe.
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Ancora una volta, e maggiormente che nelle sue pellicole precedenti, il regista spagnolo Alex De la Iglesia in "Le Streghe son Tornate" parla dei due sessi, soprattutto quello femminile, in maniera quanto mai aperta ed esagerata.
La storia parte dalla rapina che due giovani uomini disperati compiono in un banco di compra-vendita di oro nel centro di Madrid ed uno dei due, separato e con un figlio piccolo, è arrivato persino a portarsi quest'ultimo con sè nel corso dello svolgimento di quest' operazione. Inseguiti dalla polizia, iprotagonisti costringono un tassista a condurli in Francia ma per un insieme di circostanze essi finiscono col giungere a Zugarramurdi, un paese nel territorio basco famoso sin dai tempi dell'Inquisizione per essere abitato dalle streghe. Qui essi vengono a contatto con tre donne, rispettivamente madre, figlia e nipote, che sono in realtà delle streghe e che, vedendo il bambino, vogliono subito sacrificarlo in uno dei loro riti. Dopo il susseguirsi di numerose vicende e l'alternarsi di personaggi alquanto strani e bizzarri con cui i tre uomini ed il bimbo vengono a contatto di volta in volta, la situazione riuscirà a risolversi per tutti nel migliore dei modi possibile ma, ovviamente, non distruggendo del tutto l'immenso potere delle donne dotate di straordinari poteri.
Che il film sia un racconto misogino è evidente sin dal titolo dove le donne vengono considerate e descritte, sia dagli uomini che dalle donne in generale nel corso della vicenda, che dalle streghe stesse, come degli esseri capricciosi, difficili a trattare, vendicativi, scaltri e soprattutto in costante guerra con il sesso opposto di cui si serve solo per procreare o soddisfarsi sessualmente. All'opposto, De la Iglesia non risparmia però neppure il genere maschile, come è già stato rimarcato sopra, che viene da lui descritto senza troppe edulcorazioni e buonismi, e dunque come ingenuo, vile, sempre pronto a tradire ed inaffidabile. E tutto ciò viene rappresentato in una maniera quanto mai diretta ed esagerata, per non dire addirittura grottesca, ma anche fortemente ed acutamente ironica e pertanto l'intera opera diventa una rappresentazione divertente, un poco vera pur nella sua assurdità ed esasperazione, e comunque molto originale e soprattutto molto ben diretta dal regista spagnolo che ben è padrone della sua materia.
Consigliabile a chi ne apprezza il genere.
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mauribianu
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martedì 17 novembre 2015
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la guerra dei sessi e per la sopravvivenza
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Da diversi anni ormai i registi spagnoli ci hanno abituato ad una alta qualità intellettuale nei loro film, al di là del genere usato e personale di ogni regista. De la Iglesia non è da meno. Il film in due ore analizza e racconta, forse con troppa iconografia, il rapporto uomo donna nella coppia. La guerra dei sessi, ma anche la guerra del predominio di una specie su l'altra, la guerra delle classi sociali, insomma la sopravvivenza! Pellicola godibilissima e non priva di ironia e metafora. Consigliatissimo il film, prende spunto da altri registi spagnoli ma anche da Rodriguez di "Dal tramonto all'Alba" e soprattutto dal Polanski di "Per favore non mordermi sul collo".
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Da diversi anni ormai i registi spagnoli ci hanno abituato ad una alta qualità intellettuale nei loro film, al di là del genere usato e personale di ogni regista. De la Iglesia non è da meno. Il film in due ore analizza e racconta, forse con troppa iconografia, il rapporto uomo donna nella coppia. La guerra dei sessi, ma anche la guerra del predominio di una specie su l'altra, la guerra delle classi sociali, insomma la sopravvivenza! Pellicola godibilissima e non priva di ironia e metafora. Consigliatissimo il film, prende spunto da altri registi spagnoli ma anche da Rodriguez di "Dal tramonto all'Alba" e soprattutto dal Polanski di "Per favore non mordermi sul collo".
Il coraggio caratterizza il cinema spagnolo oramai da un po' di tempo e mi auguro che presto pellicole così potranno essere prodotte in Italia e soprattutto che presto ci sia in Italia un pubblico per film così.
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stramonio70
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domenica 13 agosto 2017
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delirante ma divertente
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Film molto difficile da catalogare perchè abbraccia molti generi: action, commedia, horror, trash, grottesco, ecc... L'inizio è veramente grandioso, da lasciare spiazzati nella sua (quasi) blasfemia. Purtroppo però il ritmo si mantiene alto solo per metà del film, poi nella seconda parte si scivola lentamente dal grottesco alla buffonata, con un generale rallentamento della trama. Sarebbe bastato accorciare un po' in fase di montaggio, riducendo la durata di una quindicina di minuti, per migliorare anche la parte finale. Per il resto la regia è ottima, gli attori sono molto bravi e in parte e i dialoghi sono cinici e divertenti quanto basta. Male invece gli effetti speciali di cui si sarebbe potuto tranquillamente fare a meno (il mostro nudo con le tette al vento è quanto di più stupido e di cattivo gusto mi sia capitato di vedere in CGI).
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Film molto difficile da catalogare perchè abbraccia molti generi: action, commedia, horror, trash, grottesco, ecc... L'inizio è veramente grandioso, da lasciare spiazzati nella sua (quasi) blasfemia. Purtroppo però il ritmo si mantiene alto solo per metà del film, poi nella seconda parte si scivola lentamente dal grottesco alla buffonata, con un generale rallentamento della trama. Sarebbe bastato accorciare un po' in fase di montaggio, riducendo la durata di una quindicina di minuti, per migliorare anche la parte finale. Per il resto la regia è ottima, gli attori sono molto bravi e in parte e i dialoghi sono cinici e divertenti quanto basta. Male invece gli effetti speciali di cui si sarebbe potuto tranquillamente fare a meno (il mostro nudo con le tette al vento è quanto di più stupido e di cattivo gusto mi sia capitato di vedere in CGI). Comunque Alex De La Iglesia è un regista di talento e direi che la sufficenza è comunque raggiunta...
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miguel angel tarditti
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giovedì 30 aprile 2015
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mujeres brujas, quizas exageradamente brujas?!
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“Las brujas de Zagarramurdi” de Alex De la Iglesia (España)
(Le streghe son tornate)
Podemos decir que LAS BRUJAS DE ZAGARRAMURDI es una metàfora que nos habla de dos crisis: una la crisis econòmica que se expande por el mundo, y otra, menos nueva quizas, la crisis de las relaciones amorosas.
En el primer caso un “Cristo” dorado (como escapado del Giotto, pero que es solo un camuflage del ladròn), asalta una casa de compra-venta de oro, llevàndose un botin formado primariamente de anillos, alianzas de oro, provenientes seguramanente de compromisos matrimoniales fallidos que parecen haber terminado en ser solo una compensaciòn econòmica.
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“Las brujas de Zagarramurdi” de Alex De la Iglesia (España)
(Le streghe son tornate)
Podemos decir que LAS BRUJAS DE ZAGARRAMURDI es una metàfora que nos habla de dos crisis: una la crisis econòmica que se expande por el mundo, y otra, menos nueva quizas, la crisis de las relaciones amorosas.
En el primer caso un “Cristo” dorado (como escapado del Giotto, pero que es solo un camuflage del ladròn), asalta una casa de compra-venta de oro, llevàndose un botin formado primariamente de anillos, alianzas de oro, provenientes seguramanente de compromisos matrimoniales fallidos que parecen haber terminado en ser solo una compensaciòn econòmica.
Es este film una lectura casi misogina de la relaciòn del hombre con la mujer?
Es este film una àcida observaciòn de los valores materiales contrapuestos a los valores espirituales?
Las mujeres son “brujas”, tanto sea en el rito de maldad que profesan, el rito del sacrificio humano, como en su relaciòn con el hombre.
Todos ellos tiene relaciones frustradas y conflictivas con sus mujeres, no dejando muy bien parada la fràgil condiciòn femenina, a mi parecer.
Podriamos encontrar una contraposiciòn de la materialidad, (el oro que roba una figura llamada Cristo, simbolo de lo espiritual), con el difìcil mundo de los sentimientos.
Muchas veces contraponemos la materia con los sentimientos.
Pero De la Iglesia como regista, es algo despiadado con las mujeres, y tambièn con nosotros los espectadores.
Su film en realidad es atrapante, en particular en la primera parte en que ese Cristo dorado asalta el negozio de oro, porque eso desencadena disparos, fantasticas persecuciones en medio a multitudes aterradas, y llevando en brazos no solo el motin, sino a su hijo de unos 8 años che habia participado en el robo.
Un Cristo dorado, ladròn, que se confunde con un caotico infierno desordenado, el mundo.
Es lo que yo llamo el capìtulo sobre nuestra necesidad de la materia, del dinero.
Al llegar, en la huida, al pueblo de las brujas, o sea a Zugarramurdi, el tema pasa a ser mas efectista; sangre, y efectos que no dejan igualmente de atrapar al espectador, entrando asi en un segundo juego que considero relacionado con la incomprensiòn, el fracaso del mundo de los afectos.
Mujeres brujas, quizas exageradamente brujas.
Claro, està la siempre magnìfica Càrmen Maura, y la excelente direcciòn de Alex De la Iglesia, para justificar el Premio Goya, y para convencernos que, a pesar de ciertas exageraciones efectistas, y de ser algo largo en su segunda parte, el producto de todos modos logra tenernos en suspenso.
Una metàfora dificil de congeniar en esa mezcla de thriller, horror y comedia.
Seguiremos los hombres engañandonos con el brillo del oro, màs que con el esplendor de los autènticos afectos?
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sasa83
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lunedì 15 giugno 2015
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un mix di generi ci racconta la guerra dei sessi
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La battaglia dei sessi raccontata in maniera divertente e atipica dal regista spagnolo, a modo suo: una commedia che parte come un action movie, e si trasforma un poco in thriller e un poco in splatter, narrandoci in maniera assurda e grottesca come e perchè gli uomini e le donne sono agli antipodi. Un film che diverte e che ha un suo significato ben preciso nonostante possa sembrare una sagra dell'assurdità ad uno sguardo poco attento.
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(di cinefilo)
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dandy
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giovedì 6 aprile 2017
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il villaggio delle streghe.
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Dopo i vari fiaschi,De la Iglesia(che sceneggia col fedele Jorge Guerricaechevarrìa)prende spunto dalla storia spagnola(il villaggio di Zugarramundi fu protagonista di un processo per stregoneria nel 1610)e imbastisce una commedia nera irriverente e frenetica,caratterizzata da un ritmo vorticoso,dialoghi spassosi,e gag a raffica(anche visive).La misoginia di fondo è bilanciata da una simpatica riflessione sul maschio iberico maldestro e sessista.Non mancano frecciatine sulla Spagna contemporanea illusa dal governo Zapatero e minata dalla crisi.Nella seconda parte si gira un pò a vuoto,ma il cast sta al gioco e il finale "lieto" è spassoso.Divertenti certe trovate(i rapinatori vestiti come mimi,il fratello di Eva che spia dal buco della toilette)e le citazioni(da "Machbeth" alla Venere di Willendorf).
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Dopo i vari fiaschi,De la Iglesia(che sceneggia col fedele Jorge Guerricaechevarrìa)prende spunto dalla storia spagnola(il villaggio di Zugarramundi fu protagonista di un processo per stregoneria nel 1610)e imbastisce una commedia nera irriverente e frenetica,caratterizzata da un ritmo vorticoso,dialoghi spassosi,e gag a raffica(anche visive).La misoginia di fondo è bilanciata da una simpatica riflessione sul maschio iberico maldestro e sessista.Non mancano frecciatine sulla Spagna contemporanea illusa dal governo Zapatero e minata dalla crisi.Nella seconda parte si gira un pò a vuoto,ma il cast sta al gioco e il finale "lieto" è spassoso.Divertenti certe trovate(i rapinatori vestiti come mimi,il fratello di Eva che spia dal buco della toilette)e le citazioni(da "Machbeth" alla Venere di Willendorf).Santiago Segura e Carlos Areces sono due streghe.Successone in patria,da noi non se l'è filato nessuno.
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dario
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venerdì 14 agosto 2015
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scombinato
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Prima parte buona, la seconda problematica. Significato finale misterioso. Un gioco a capocchia con tanto divertimento per gli attori e gli scenografi, meno per gli spettatori. Battute scontate e novità esasperate quanto prive di sugo. Frenetica la recitazione. Da buon mestierante la regia.
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