Ida

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barbyrosemarie sabato 30 aprile 2016
eppoi...come soddisfare la sete di infinito? Valutazione 4 stelle su cinque
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Alle domande  provocatorie dette dalla zia  a Ida "...non perdere la tua vita in un convento!" e ancora "...come puoi scegliere o pensare a di sacrificarti se non conosci la vita? Ida le concretizza dopo la morte della zia  e arriva ... al  "eppoi...eppoi cosa c'è, cosa facciamo insieme io e te..... Ida non sa trovare  in quella prosecuzione di quotidianità di vita,  che il ragazzo le propone, la sete di Infinito da cui si sente attratta e che le farà scegliere la vita conventuale.
Mi sono chiesta allora, ma la vita quotidiana spesa nelle sole opere,  avrà pure uno sbocco nello spirituale e nell'Infinito, servirà pure per farci raggiungere quel bisogno di senso e di Assoluto che c'è in ognuno di noi?
 Penso profondamente che tutto nella nostra vita è significativo e simbolico di senso e tutto è sempre legato a un  disegno e ad una trama di cui ognuno è inserito e partecipa come attore, per svolgere nel proprio piccolo, , quel mitico  "filo di Arianna" che si rivela nella  carità e nell'amore e  conduce alla Luce, fuori dal buio del labirinto. [+]

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flyanto venerdì 21 marzo 2014
due interessanti ritratti di donna Valutazione 4 stelle su cinque
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 Film in cui si racconta di una giovane donna di nome Anna la quale è fermamente decisa a prendere i voti presso il convento dove ha sempre vissuto in quanto allevata sin dalla nascita dalle suore lì residenti. Prima della cerimonia però ella ha l'obbligo di incontrare una sua zia, l'unica parente rimastale in vita che peraltro non ha mai conosciuto. Da questo incontro e dalle poche giornate trascorse insieme alla zia, Anna verrà a conoscenza di una cruda verità di cui mai avrebbe sospettato. Allevata e cresciuta in base ai principi della religione cattolica ella scoprirà invece di appartenere alla razza ebrea e che il suo vero nome non era Anna, bensì Ida. [+]

[+] o si racconta o si narra ... invariabile (di angelo umana)
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great steven martedì 13 dicembre 2016
una futura suora scopre le sue origini ebree. Valutazione 3 stelle su cinque
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IDA (POLONIA, 2014) diretto da PAWEL PAWLIKOWSKI. Interpretato da AGATA KULESZA, AGATA TRZEBUCHOWSKA, DAWID OGRODNIK, JOANNA JULIG, JERZY TRELA

Polonia, 1962. Negli anni del regime socialista, la giovane Anna Grusz, orfana e cresciuta in un convento di provincia, sta per prendere i voti e farsi definitivamente suora di clausura, quando la madre superiora la avverte che l'unica sua parente ancora in vita, l'ex procuratrice generale Wanda Grusz, sorella della sua defunta madre, desidera conoscerla e ha alcune cose importanti di cui metterla al corrente. [+]

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mtonino mercoledì 24 maggio 2017
la vita travolta dal passato che ritorna Valutazione 4 stelle su cinque
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Ida di Pawel Pawlikowski è un film polacco del 2013 pluripremiato che colpisce già dalle prime immagini: prima di tutto le inquadrature spesso fisse per quasi tutto il film e una composizione del quadro molto particolare, i personaggi e soprattutto la protagonista, infatti, si trovano i margini dell'inquadratura, il resto del quadro è occupato principalmente dal freddo è bellissimo paesaggio polacco. La storia, ambientata all’inizio degli anni sessanta, racconta di Anna una novizia, abbandonata in convento appena nata, che sta per pronunciare i voti, ma viene a sapere dell'esistenza di una zia e viene quasi costretta dalla madre superiora a farle visita prima di diventare suora. [+]

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catcarlo mercoledì 26 marzo 2014
ida Valutazione 4 stelle su cinque
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In un mondo dai gusti ciclici come quello della musica rock è capitato più volte che alcuni artisti si rifacessero a sonorità di un periodo precedente e vi applicassero una tale dedizione da essere pari (o anche meglio) rispetto agli originali: negli anni Ottanta, i Chesterfield Kings furono tra i migliori fra coloro che riportarono in vita – anche negli aspetti esteriori – il garage-rock di due decenni prima e, ai giorni nostri, uno come Jonathan Wilson dà l’impressione di essere in ritardo di almeno una trentina d’anni sul giusto momento storico. A considerazioni analoghe mi ha portato la visione del nuovo film del polacco Pawlikowski: sarà l’ambientazione nei primi anni Sessanta, sarà la fotografia in bianco e nero o magari il vecchio stile evocato dal formato ‘quadrato’, ma l’impressione è quella di trovarsi davanti a una pellicola che sta in un luogo ideale a mezza via tra la nouvelle vague e il primo Polanski, senza dimenticare l’immancabile tocco bergmaniano (non lascia spazio a dubbio alcuno l'inquadratura del mattino dopo la notte d'amore tra Ida e il sassofonista che la inizia, tra le altre cose, a Coltrane). [+]

[+] non basta il bianco e nero a rievocare il dramma (di delcastillo)
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alexander 1986 martedì 20 gennaio 2015
un volto, un programma. Valutazione 3 stelle su cinque
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Film candidato e forse favorito agli Oscar 2015 nella categoria di Miglior film straniero. Polonia, 1962. La giovane Anna è cresciuta in convento e come molte orfane viene indirizzata alla vita monastica. Prima di prendere i voti però viene a sapere dalla madre superiora dell'esistenza di una parente ancora in vita. Trova quindi opportuno andare a trovarla. La visita però avrà delle conseguenze sconvolgenti. Facile capire come mai la critica internazionale si sia innamorata di questo film polacco. Al di là della scelta del bianco e nero, diversi tratti stilistici avvicinano questa pellicola a esempi di un cinema che non c'è più. Il registro quasi minimalista della narrazione riportano la mente al ricordo del cinema di Bresson. [+]

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jack beauregard mercoledì 24 febbraio 2016
tra materialità e spiritualità Valutazione 4 stelle su cinque
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Polonia primi anni 60. Anna, giovane novizia, orfana senza aver mai conosciuto i propri genitori, è stata allevata in un convento e pochi giorni prima di prendere i voti per diventare suora, viene informata dalla madre superiora, che in realtà ha una zia, che non si era mai presa cura di lei. 
La zia, sorella di sua madre, è una cinquantenne ex-procuratore, colta, comunista, atea, alcolizzata e con una vita sessuale molto movimentata. La informa che il suo vero nome è Ida e che i suoi genitori erano ebrei e furono uccisi durante l'occupazione nazista della Polonia. 
Da lì, con lo scopo di fare luce sulla fine dei propri genitori, inizia un breve viaggio di ricerca, attraverso la misera realtà della Polonia di quegli anni, oppressa da un regime autoritario e con ancora presenti rigurgiti di antisemitismo. [+]

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lamoreaitempidelcolera sabato 27 agosto 2016
dio attraverso un sassofono Valutazione 5 stelle su cinque
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La storia travagliata della Polonia si intreccia con quella delle due donne, protagoniste intense del film.
Un Paese martoriato prima dal regime nazista e poi da quello sovietico fa da sfondo alla vita di Anna, giovanissima e verginale suora, e alla vita di Wanda, rigido magistrato nei suoi tempi migliori e disillusa cinquantenne dopo.
Tre sono i Massimi Sistemi che circoscrivono le vite delle persone: il Pregiudizio antisemita - lo Statalismo comunista - la Chiesa cattolica.
Tutti e tre succhiano sangue e vita, energia e individualità.
Un sassofono e il suo suono sensuale e maschile fa da contraltare ai tre "Massimi Sistemi": la musica jazz rappresenta il pensiero divergente, la via traversa, la tangente alla parabola della vita. [+]

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onufrio mercoledì 25 ottobre 2017
anna, le origini di una suora Valutazione 3 stelle su cinque
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Oscar al miglior film straniero nel 2015, il film racconta la storia di Anna, una giovane ragazza pronta a prendere i voti, ma invitata dalla madre superiora, prima di compiere la propria scelta, ad andare in visita dall'unica parente: la zia Wanda, magistrato con un passato da combattente nella resistenza antinazista, ormai 50enne caduta fra i vizi dell'alcol e dei piaceri carnali, la quale racconta ad Anna le sue vere origini, Anna in verità è Ida, ed è di origini ebree, ed i suoi genitori sono morti durante il secondo conflitto mondiale. Inizierà così un viaggio alla ricerca dei compianti genitori, un viaggio che porterà Ida a riflettere anche sul proprio futuro. [+]

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ennio giovedì 26 ottobre 2017
ritorno al passato, anche cinematografico Valutazione 4 stelle su cinque
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Molto bello. Le atmosfere, i dialoghi, i paesaggi non solo ci riportano negli anni '60, ma la stessa tecnica cinematografica lo fa risultare un film DEGLI anni '60, nella sua migliore accezione. Il dualismo virtù/vizio-Narciso/Boccadoro è disegnato in modo molto efficace: la zia amante di tutti i vizi e la ragazza che vuol farsi suora. Alla fine entrambe si avvicineranno al proprio opposto, ma sarà la zia a perdere l'occasione di amare qualcosa che va al di là dei propri vizi carnali, e non sarà in grado di sopportarlo, mentre la ragazza conoscerà l'amore di un uomo, seppur per un solo giorno.

Ho imprecato un pò per il bianco e nero, che secondo me non dovrebbe MAI esistere nel cinema moderno, ma in questo contesto ci può stare. [+]

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