siebenzwerg
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giovedì 18 aprile 2013
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incerta scoperta della propria libertà
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Quattro stelle per l'originalità e l'intelligenza. L'idea che anima la storia ha quel tanto di surreale da commedia napoletana che rende i personaggi degli anziani, centenari, "immortali", un po' incantati e proprio come nelle vecchie commedie di Eduardo il messaggio è più profondo di quel che sembra. Il personaggio di Brignano (chiamato col nome felliniano di Marcello) scopre una visione esistenziale della vita che contrasta i valori della scalata sociale e del successo di cui siamo dipendenti e che anche lui all'inizio persegue, anche se senza molto successo. Nel paesino di Pietrafrisca scopre l'eternità del giorno per giorno, il vivere senza rimpianti, una vita di comunità, il preservarsi dalle pretese della società ma anche l'essere disposti a giocarsi tutto in una volta.
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Quattro stelle per l'originalità e l'intelligenza. L'idea che anima la storia ha quel tanto di surreale da commedia napoletana che rende i personaggi degli anziani, centenari, "immortali", un po' incantati e proprio come nelle vecchie commedie di Eduardo il messaggio è più profondo di quel che sembra. Il personaggio di Brignano (chiamato col nome felliniano di Marcello) scopre una visione esistenziale della vita che contrasta i valori della scalata sociale e del successo di cui siamo dipendenti e che anche lui all'inizio persegue, anche se senza molto successo. Nel paesino di Pietrafrisca scopre l'eternità del giorno per giorno, il vivere senza rimpianti, una vita di comunità, il preservarsi dalle pretese della società ma anche l'essere disposti a giocarsi tutto in una volta. Il segreto, come dice in una battuta, è che "voi vecchi non avete niente da perdere" ed è ciò che lui impara. Anche se è una commedia, m sento di avvisare che non è un film comico anche se Brignano riesce sempre a far ridere. Anche gli attori che interpretano i centenari sono deliziosi. In qualche momento in cui sarebbe necessaria una corda più drammatica, Brignano difetta un po', cosa che non fa invece Young. Anche la tensione del film in qualche momento centrale ha un po' di calo, quando non succede niente e invece Marcello aspetta che accada. Lì forse un regista più esperto avrebbe trovato il modo di rendere la stranezza di questa sospensione con soluzioni filmiche, mentre qui il regista si limita a far giocare Brignano con la clessidra o lo tiene una volta di più al cellulare con il suo strozzino. Qualche banalità nella trama è compensata dalla sua originalità nel complesso. Più che altro si sorride con divertimento lungo questa incerta scoperta della propria libertà.
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renato volpone
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venerdì 12 aprile 2013
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in attesa di un funerale
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Definito come una commedia malinconica, questo film racconta di Marcello, un romano fallito negli affetti e nell'amore, che tenta di recuperare terreno e denaro aprendo una ditta di pompe funebri in un paesino abitato solo da anziani e centenari, ma gli abitanti del luogo, oltre che essere longevi, sono anche resistentissimi alle malattie e alla depressione. Il film si apre con un tocco di comicità amara, ma sono lontanissimi i tempi in cui Alberto Sordi impersonava perfettamente l'italiano medio con i suoi difetti e le sue miserie, ma i tempi sono passati e ci vuole spessore artistico oltre che idee per parlare di dabbenaggine e raggiri senza cadere nel banale. Brignano, sicuramente più adatto al teatro e al confronto diretto col pubblico, sul grande schermo è inefficace, logorroico e davvero improbabile come personaggio.
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Definito come una commedia malinconica, questo film racconta di Marcello, un romano fallito negli affetti e nell'amore, che tenta di recuperare terreno e denaro aprendo una ditta di pompe funebri in un paesino abitato solo da anziani e centenari, ma gli abitanti del luogo, oltre che essere longevi, sono anche resistentissimi alle malattie e alla depressione. Il film si apre con un tocco di comicità amara, ma sono lontanissimi i tempi in cui Alberto Sordi impersonava perfettamente l'italiano medio con i suoi difetti e le sue miserie, ma i tempi sono passati e ci vuole spessore artistico oltre che idee per parlare di dabbenaggine e raggiri senza cadere nel banale. Brignano, sicuramente più adatto al teatro e al confronto diretto col pubblico, sul grande schermo è inefficace, logorroico e davvero improbabile come personaggio. A fargli da spalla c'è Burt Young, doppiato, ma ci si domanda: non ci sono attori italiani da far recitare in una commedia così elementare? Sorprende anche la presenza di Francesca Inaudi che c'è l'aspettiamo in ruoli più impegnati e adatti alla sua personalità. Il film è un crescendo di banalità scontate tanto che quando arriva alla parte più drammatica non emoziona più nessuno. Il finale mieloso poi è la ciliegina su di una torta indigeribile.
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(di vincenzo pirozzi)
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(di gnoma)
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