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pier71
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sabato 19 ottobre 2013
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non ci siamo. per niente!
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Quando un regista dichiara di aver affrontato i propri demoni del passato raccontando la sua famiglia, o è Fellini (che non l'ha mai detto!) o siamo davanti a un crollo. E così fu. Anni Felici è una fiction mediocre, con le parrucchette e le auto d'epoca lucidate ben bene per l'occasione. Eppure di solito Luchetti è un furbino, strano che abbia toppato così.
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diomede917
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martedì 15 ottobre 2013
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i bambini ci filmano
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CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917:
ANNI FELICI
Dopo Mio fratello è figlio unico e La nostra vita, Daniele Luchetti conclude la sua personale trilogia sulla famiglia italiana raccontando la famiglia che conosce meglio......la sua......firmando il suo film più intimo.
Al centro della storia ci sono Guido e Sandra una coppia che vive il proprio amore in maniera viscerale e contraddittoria......lui è un artista alternativo pieno del suo ego che lo fa saltare di fiore in fiore o meglio da modella a modella, lei una donna cresciuta a essere moglie e mamma un ruolo che sente un po' stretto per quei anni '70.
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CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917:
ANNI FELICI
Dopo Mio fratello è figlio unico e La nostra vita, Daniele Luchetti conclude la sua personale trilogia sulla famiglia italiana raccontando la famiglia che conosce meglio......la sua......firmando il suo film più intimo.
Al centro della storia ci sono Guido e Sandra una coppia che vive il proprio amore in maniera viscerale e contraddittoria......lui è un artista alternativo pieno del suo ego che lo fa saltare di fiore in fiore o meglio da modella a modella, lei una donna cresciuta a essere moglie e mamma un ruolo che sente un po' stretto per quei anni '70.
Luchetti parte timido e sbanda più volte all'inizio come se la materia trattata sia difficile da gestire.....i figli della coppia sono un po' troppo ai margini, il padre rischia più volte di strabordare e la Ramazzotti come madre ci mette un po' prima di trovare il personaggio ricalcando la madre de La prima cosa bella....
Poi all'improvviso arriva il regalo della cinepresa e il film decolla......la narrazione passa dall'alto verso il basso a quella ottimale del romanzo di formazione......a questo punto i bambini non solo ci guardando ma ci filmano, ci osservano, ci filtrano e poi ci giudicano.....
I filmini saranno rivelatori di verità, di sentimenti puri e repressi, di crisi e tensioni e l'alter ego del regista è bravissimo a guidarci nell'evolversi della vicenda.......
Bellissimo il suo sfogo al porto che fa prendere coscienza ai propri genitori, intenso il confronto tra Kim Rossi Stuart ( che ha avuto la capacità di vestirsi addosso il suo personaggio come un sarto) e Ramazzotti dopo il tradimento alternativo ma il pezzo migliore è l'auto citazione del mondo pubblicitario che è la premessa dello sfogo della artista che ha represso il proprio talento per il giudizio della madre.
Imperfetto ma sentito, irrisolto ma che secondo me si farà ricordare di più nella filmografia di Luchetti......Anni Felici è un film che va in crescendo e alla fine ci si sente come il critico d'arte che prima distrugge Rossi Stuart rimediando un cazzotto ma che alla fine sente dentro quello che l'opera vuole dire rimanendo toccato....
Voto 7+
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stellab
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martedì 15 ottobre 2013
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brutto film
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una saga familiare di cui non te ne frega nulla. Esci e dici: e allora?
I film è anche molto lento, Kim rossi stuart bravo, la ramazzotti sempre la stessa
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muttley72
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sabato 12 ottobre 2013
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per i nostalgici degli anni '70 (io non lo sono)
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Per accontentare le volontà altrui (...e non è la prima volta) mi sono recato al cinema per vedere un film ("Anni felici") che non rientra nel genere da me preferito...
La storia è presto detta... negli anni '70 (...di cui oggi alcuni hanno, per vari motivi, molta nostalgia) una famiglia (romana) è composta da uno "pseudo-artista d'avanguardia" (che odia l'arte "convenzionale", ovvero anche quella "classica" poichè banale), di quelli per capirci che "pugnalano" la tela con lame e pennelli da pittore edile (o che producono, per provocare, la c.d. "merda d'artista"). Poi c'è la moglie (una casalinga che bada ai due figli) che è (gustamente) gelosa del marito (che va di tanto in tanto con le "facili" modelle del suo studio artistico).
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Per accontentare le volontà altrui (...e non è la prima volta) mi sono recato al cinema per vedere un film ("Anni felici") che non rientra nel genere da me preferito...
La storia è presto detta... negli anni '70 (...di cui oggi alcuni hanno, per vari motivi, molta nostalgia) una famiglia (romana) è composta da uno "pseudo-artista d'avanguardia" (che odia l'arte "convenzionale", ovvero anche quella "classica" poichè banale), di quelli per capirci che "pugnalano" la tela con lame e pennelli da pittore edile (o che producono, per provocare, la c.d. "merda d'artista"). Poi c'è la moglie (una casalinga che bada ai due figli) che è (gustamente) gelosa del marito (che va di tanto in tanto con le "facili" modelle del suo studio artistico). L'artista cerca (inizialmente invano) di affermarsi e di farsi apprezzare dalla critica.
Succede poi che la moglie, gelosa e stanca dei tradimenti, ceda alle "lusighe" di una "gallestica femminista e lesbica" (sembra un pò un clichè) durate un viaggio in Francia (per sole donne femministe e loro figli) e poi si separi dal marito per i giusti motivi (detti prima). Il tutto è visto e descritto dagli occhi di uno dei 2 figli (il più grande dei 2 figli piccoli della coppia), che è anche il "narratore fuori campo" durante il film. Nel film ci sono vari episodi di "vita vissuta" della famiglia ed alcuni momenti di ironia. gli attori sono in linea con quanto richiesto dal ruolo, sono sicuramente almeno discreti se non bravini.
Ora però mi chiedo il "senso" del film in questione...... E' forse quello di far rivivere ai "nostalgici" il (meraviglioso?) clima degli anni '70 italiani? E' il voler descrivere, attraverso gli occhi di un bambino, la "crisi" della propria famiglia (simile a quella di tante altre)? O è quello di voler ritrarre l'ambiente artistico d'avanguardia (con i famosi "capolavori d'arte moderna" presi in giro anche in celebri commedie da Totò e da Alberto Sordi...)?
Questo film non mi ha colpito, nè ha solleticato nulla in me... forse, perchè descrive tempi, movimenti artistici e situazioni che non mi piacciono e di cui dunque non ho affatto nostalgia, ma è solo un parere personale ed il mio voto di 2 stelle è quindi "di parte"...perchè il film in sè è realizzato decentemente, ma non mi piace il tema e non ne vedo la necessità. Infine alcune situazioni o personaggi come "la gallerista lesbica femminista straniera" (....che magari sarà anche esistita) sembrano un pò troppo ricadenti in un "clichè" scontato.
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daniela romani
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venerdì 11 ottobre 2013
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il dolore capace di creare
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11-10-13 Daniela Romani
Finalmente un film italiano che trionfa oltreoceano in modo più che meritato. E'un film che in maniera fluida analizza i dolori, i dubbi, i cambiamenti di una famiglia, considerando la diversità di ogni singolo personaggio e di come ciascuno influenzi e cambi l'altro per sempre. Superbo Kim Rossi Stuart. Bellissime e potenti le immagini, ma ciò che più avvicina è da un lato il mostrare in maniera chiara e semplice il vissuto di una famiglia ma soprattutto coglie senza facili soluzioni, come quando si soffre davvero nell'anima allora sì che si è veramente capaci attraverso l'arte di arrivare al cuore ed ai sentimenti propri ed altrui.
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rita branca
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venerdì 11 ottobre 2013
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tra il dire e il fare c’è l’accettare
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Anni felici, film (2013) diDaniele Luchetti, con Kim Rossi Stewart, Micaela Ramazzotti, Samuel Garofalo, Niccolò Calvagna, Martina Gedeck
Poetico film autobiografico, coinvolgente dalla prima all’ultima sequenza perché, attraverso la bella fotografia, colonna sonora, e narrazione sincera e mai affettata o sentimentale, e soprattutto magnifica, ammirevole recitazione, trasporta nel cuore del vissuto di tutti.
Anche in altre opere i due interpreti principali avevano dato prova di maestria nell’assumere il ruolo di genitori e qui il miracolo si ripete, sembra non abbiano fatto altro in tutta la loro esistenza….
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Anni felici, film (2013) diDaniele Luchetti, con Kim Rossi Stewart, Micaela Ramazzotti, Samuel Garofalo, Niccolò Calvagna, Martina Gedeck
Poetico film autobiografico, coinvolgente dalla prima all’ultima sequenza perché, attraverso la bella fotografia, colonna sonora, e narrazione sincera e mai affettata o sentimentale, e soprattutto magnifica, ammirevole recitazione, trasporta nel cuore del vissuto di tutti.
Anche in altre opere i due interpreti principali avevano dato prova di maestria nell’assumere il ruolo di genitori e qui il miracolo si ripete, sembra non abbiano fatto altro in tutta la loro esistenza…. Sono veri! Sono i genitori che tutti vorrebbero avere: pieni di garbo e infinita tenerezza, pronti all’ascolto, alla consolazione e all’incoraggiamento, ma anche alla correzione, le rare volte, che questi si comportano male. Comunque Anni felicitratta anche e, con delicatezza e profondità, dell’amore di coppia, quello appassionato, che deve fare anche i conti con la gelosia, legittimamente sofferta da chi si sente tradito.
Interessante l’analisi di questo rapporto, apparentemente non conformista, soprattutto da parte di LUI, che, nasconde le sue brevi relazioni, definite solo fisiche, con le modelle che lo ispirano durante la creazione delle sue sculture, fin quando non è scoperto, scatenando le comprensibili reazioni della meravigliosa moglie innamorata. Ma il vero giudizio universale comincia quando è lui a sentirsi tradito, mentre inaspettatamente scopre, attraverso un video girato dal loro bambino, le sconvolgenti effusioni che la moglie ha scambiato in vacanza con una donna che lui ha conosciuto anche in senso biblico.
Molto interessanti anche le diverse caratterizzazioni delle due nonne che offrono buoni spunti di riflessione sugli errori che genitori inconsapevoli compiono non di rado.
Esperienza intensa a non mancare!
Rita Branca
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linodig
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venerdì 11 ottobre 2013
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una biografia e basta
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Se voleva evocare la sua biografia, liberissimo di farlo, daparte del regista.
Ma non si venga a dire che era un 'operazione per narrare anche gli anni 70.
Ci sono le infinite discussioni, il ruolo dell'arte e dell'artista, delle coppie
e della gelosia dei figli e genitori, del femminismo e della sessualita.
Ma affrontate di striscio, come se l'uregenza fosse un 'altra: liberarsi
dal peso dei ricordi.
Non mi è piaciuto,brava la Ramazzotti.
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daniele frantellizzi
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venerdì 11 ottobre 2013
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ritratto (eccentrico) di famiglia
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Gli eccessi dell’ambiziosa Italia degli anni ’70...i turbamenti sociali derivanti dall’avvento della legge sul divorzio a scuotere le solide architravi familiari,e dalla straripante dirompenza del femminismo...la smisurata voglia di trasgressione che si impossessa dell’Arte,alla ricerca di una sempre maggior provocazione nei confronti dei pudici e morigerati dogmi sociali...il progressivo ampliamento degli orizzonti socio-culturali...il vissuto quotidiano di una Roma popolare,tra notti d’amore consumate in auto e passioni bruciate sul mare di Fregene.
Anni felici vuole mostrarci tutto questo,e se ci riesce è soprattutto grazie alle splendide,penetranti,vivide interpretazioni dei due protagonisti: Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti.
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Gli eccessi dell’ambiziosa Italia degli anni ’70...i turbamenti sociali derivanti dall’avvento della legge sul divorzio a scuotere le solide architravi familiari,e dalla straripante dirompenza del femminismo...la smisurata voglia di trasgressione che si impossessa dell’Arte,alla ricerca di una sempre maggior provocazione nei confronti dei pudici e morigerati dogmi sociali...il progressivo ampliamento degli orizzonti socio-culturali...il vissuto quotidiano di una Roma popolare,tra notti d’amore consumate in auto e passioni bruciate sul mare di Fregene.
Anni felici vuole mostrarci tutto questo,e se ci riesce è soprattutto grazie alle splendide,penetranti,vivide interpretazioni dei due protagonisti: Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti.
Il personaggio di Guido rischiava,sulla carta,di essere abbastanza banale,confinato nell’abusatissimo cliché dell’aspirante artista genio e sregolatezza,bello e dannato...senonché Rossi Stuart,calato in pieno nel personaggio,lo pervade della sua personalità,lo solleva dalla banalità e lo rende vivo,denso di profondità e di spessore. L’attore romano prosegue nella sua crescita interpretative,e ci regala una nuova prova d’autore.
La Ramazzotti è ancor più sorprendente: a lei toccava infatti il compito più arduo,quello di interpretare un personaggio caratterizzato da un’evoluzione pazzesca,intriso di diverse sfaccettature e ricco di contraddizioni,che da perfetto alter-ego del protagonista si erge al suo pari tramutandosi via via nel suo antagonista ed infine addirittura nel suo eccesso,superandolo sia in sregolatezza che in dannazione (dell’animo).
Bellissima e seducente,profonda e brillante,l’attrice romana ci regala una performance da urlo nel dar vita all’intima fragilità di Serena,una ragazza semplice ed ingenua che improvvisamente decide di prendere in mano il proprio destino e vede la sua vita cambiare radicalmente,piegando tutte le barriere dogmatiche alla ricerca del proprio io sconosciuto,inseguendo un sogno ed un desiderio di autoaffermazione...
La nota curiosa è che dopo aver impersonato la giovane Anna Michelucci de “La prima cosa bella” la Ramazzotti si trova di nuovo ad interpretare una ragazza degli anni ’70: sembra ormai specializzata nel ruolo,perfettamente a suo agio tra acconciature e costumi d’antan. Va detto che i due personaggi non potrebbero essere più diversi:la giovane Anna partiva da una frivolezza di base alla ricerca della stabilità affettiva e familiare,mentre Serena percorre il sentiero opposto,annientando tutte le certezze della sua ingenua semplicità iniziale in favore della continua scoperta di nuovi orizzonti,decisa ad oltrepassare tutti i confini.
Sottolineata la magistrale opera dei due protagonisti,meritano una menzione d’onore i piccoli interpreti di Dario e Paolo,davvero abili a condurre lo spettatore nei meandri della pellicola. Dario incarna in realtà la figura del giovane Daniele (Luchetti),essendo il film una dichiarata espressione autobiografica del suo direttore. Probabilmente,più che di una vera autobiografia si tratta di un’autoanalisi,magari un pò romanzata ed accentuata come d’altronde è normale succeda nello sguardo di un bambino,ancor di più se tale sguardo nel frattempo è divenuto quello di un adulto che si volge indietro cercando di decifrare la propria infanzia.
Nel complesso,Anni felici si rivela un buon prodotto,delineato da una linearità di base scontornata qui e là dallo zelo emotivo dei vari interpreti e da sprazzi di eccentrica passionalità.
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pressa catozzo
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venerdì 11 ottobre 2013
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memory stick
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Lo ho visto e mi è piaciuto. Forse perchè mi ha portato indietro negli anni, ne avevo trenta. Come nel racconto eravamo pieni di idee pieni di aspettative ma molto ben confuse. Film onesto ma fragile come lo eravamo noi . Ancora oggi sento l'eco di genitori che dicono ai loro figlio....Ho fatto il 68 per poi ritrovarci come ci troviamo. Avrei preferito dare un voto tra discreto e ottimo ma non è possibile . Un poco statico nelle riprese eun montaggio non all'attezza dell'opera.
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pressa catozzo
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giovedì 10 ottobre 2013
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ieri e' sempre bello
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Capisco e non giustifico il veleno su questa opera da parte di spettatori che fanno la fila per emerite Ka .....gate americane. D'altronde se non hai vissuto quel periodo c'è poco da discutere. Avevamo tante idee, belle ma confuse. Film veritiero di un periodo che non c'è più e che mai tornerà. Bravo Lucchetti e mitico Kim. W IL CINEMA SEMPRE anche quando è di annata.
[+] non faccio la fila per le ka...
(di rosalba22)
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