Amiche da morire |
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Un film di Giorgia Farina.
Con Vinicio Marchioni, Marina Confalone, Corrado Fortuna, Antonella Attili, Tommaso Ramenghi.
continua»
Commedia,
durata 103 min.
- Italia 2013.
- 01 Distribution
uscita giovedì 7 marzo 2013.
MYMONETRO
Amiche da morire
valutazione media:
2,85
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Isola in nero
di Roberto Escobar L'Espresso
È difficile scrivere una commedia, e lo è girarla. Se poi si tratta di una commedia cattiva, la difficoltà è ancora maggiore. E una commedia cattiva, qua e là proprio nera, è "Amiche da morire" (Italia, 2013, 103'). Ambientato in un'isoletta siciliana, il film dell'esordiente Giorgia Farina e del cosceneggiatore Fabio Bonifacci racconta una storia e un mondo su cui potrebbe abbattersi come un uragano tutta la somma dei luoghi comuni italici, insieme con un moralismo parrocchiale. Sullo sfondo della vicenda c'è una piccola comunità di uomini e donne tradizionali, per così dire. I primi frequentano di nascosto Gilda (Claudia Gerini), la prostituta bionda e vistosa venuta dal continente. Quanto alle seconde, fingono di non sapere, e intanto governano la vita quotidiana. Il loro potere, come vuole appunto la tradizione, sta nel controllo della rispettabilità erotica delle famiglie, e in specie delle giovani spose. Simbolo e strumento della loro politica è la statua di un Cristo che, a rotazione, viene affidato alle cure della più virtuosa. Per il resto, l'ipocrisia trionferebbe incontrastata, se non fosse per merito di Olivia (Cristiana Capotondi), stupida a sufficienza per esser la moglie ideale di un farabuttello di bell'aspetto, ma portata all'uso e all'abuso delle armi. Qualcosa di suo ci mette anche Crocetta (Sabrina Impacciatore), cocca di mamma e ragazza da marito ancora più vogliosa che stagionata. Fra l'una e l'altra, in lega con Gilda, saranno una bella zeppa nella tonda monotonia della comunità. Non c'è quasi ruolo per i maschi, nel film. Tutto accade fra donne, da una vera e propria caccia alla strega (Gilda) a una serie di incidenti sanguinosi, e spesso criminali. Il merito della sceneggiatura è di non preoccuparsi di ricondurre tutto all'ordine, magari escogitando edificanti soluzioni biografiche. Per fortuna, non ci sono amori risolutivi, sull'isola raccontata da Farina e Bonifacci. Né ci sono ravvedimenti finali. Quando una pistola spara, succede quello che deve succedere. Altrettanto accade quando una zitella stagionata scopre di non essere poi tanto stagionata, o quando una moglie ideale assapora i vantaggi della vedovanza. Poco conta che non tutto funzioni, in "Amiche da morire". Qualche raccordo narrativo è inutile, per esempio, così come qualche caratterizzazione di personaggio (soprattutto quello di Gilda). Conta invece che il racconto resti fedele fino in fondo alla propria cattiveria.
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