ilveroprincipenero
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sabato 13 aprile 2013
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coraggioso martinelli ! bravo !
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DA VEDERE AL CINEMA !
Martinelli ha, senza dubbio, il merito di aver portato sullo schermo un film di carattere storico - epico tutto italiano che narra di un evento storico importantissimo che, però, è spesso trascurato sui banchi di scuola.
Il regista è stato coraggioso nel portare avanti alcune tematiche "contro l'islam" che, in realtà, rappresentano il vero modo di pensare del tardo '600 e il carattere degli Ottomani.
Forse è mancato qualcosa nella psicologia dei personaggi, che sembrano troppo stereotipati (tuttavia, grande interpretazione di F. Murray Abrahams), ma il periodo storico è fin troppo complesso per essere facilmente spiegato a chi è digiuno di quel periodo storico; però, dal punto di vista didattico, credo che questa soluzione ideata da Martinelli sia sufficiente a far memorizzare tutti i personaggi principali: il frate Marco d'Aviano, l'imperatore Luopoldo, il visir Kara Mustapha, il sultano Maometto IV, il comandante di Vienna Starehmerg, Carlo di Lorena, il re polacco Jan Sobiezki.
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DA VEDERE AL CINEMA !
Martinelli ha, senza dubbio, il merito di aver portato sullo schermo un film di carattere storico - epico tutto italiano che narra di un evento storico importantissimo che, però, è spesso trascurato sui banchi di scuola.
Il regista è stato coraggioso nel portare avanti alcune tematiche "contro l'islam" che, in realtà, rappresentano il vero modo di pensare del tardo '600 e il carattere degli Ottomani.
Forse è mancato qualcosa nella psicologia dei personaggi, che sembrano troppo stereotipati (tuttavia, grande interpretazione di F. Murray Abrahams), ma il periodo storico è fin troppo complesso per essere facilmente spiegato a chi è digiuno di quel periodo storico; però, dal punto di vista didattico, credo che questa soluzione ideata da Martinelli sia sufficiente a far memorizzare tutti i personaggi principali: il frate Marco d'Aviano, l'imperatore Luopoldo, il visir Kara Mustapha, il sultano Maometto IV, il comandante di Vienna Starehmerg, Carlo di Lorena, il re polacco Jan Sobiezki. Ben rappresentate le motivazioni che hanno portato alla guerra ed il contrasto tra l'imperatore Leopoldo ed il re di Polonia, come la determinazione di quest'ultimo e la sua fede nella vittoria finale.
Alcuni personaggi decisivi nell'epica battaglia storica sono poco presenti (Starehmberg appare troppo poco, l'agente segreto Mikhaelowitz non appare per niente), mentre ad Eugenio di Savoia (che all'epoca non era quasi nessuno), viene dato fin troppo spazio...
I costumisti e gli scenografi hanno fatto uno sforzo notevole e perfettamente riuscito.
Gli effetti speciali sono molti (meravigliosa la ricostruzione della Costantinopoli ottomana) e, durante le battaglie, non sempre perfetti, ma rendono bene l'idea di come si visse l'eroica difesa di Vienna in quell'evento fatale (grande scena, quella nella quale i giannizzeri cercano di entrare nella breccia delle mura della città). Tuttavia, non ricordo alcun film italiano, in questi anni, con solo una parte di tanto vigore epico.
Per quanto le critiche saranno molte, soprattutto per via delle solite idologie, il film è un prodotto godibilissimo e, ripeto, da vedere al cinema !
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(di sorcinelli)
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kronos
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domenica 3 novembre 2013
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il miglior film di martinelli
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Rifiutato a priori per ragioni ideologiche, sbertucciato senza averlo visto e distribuito in una manciata di sale, è un film storico-epico rispettabile, senza dubbio il miglior lavoro di Martinelli.
La sceneggiatura si difende, i personaggi sono adeguati (in particolare Abraham e Lo Verso) mentre la regia appare assai più curata rispetto alle precedenti pessime performances del regista.
Certo si sente la mancanza di un budget hollywoodiano nella post-produzione: gli effetti in CGI sono improvvisati, a volte francamente ridicoli e le scenografie digitali hanno un'estetica da cartone animato.
Ma la pellicola è godibile, non stanca, ha una progressione narrativa corretta e un finale notevole.
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Rifiutato a priori per ragioni ideologiche, sbertucciato senza averlo visto e distribuito in una manciata di sale, è un film storico-epico rispettabile, senza dubbio il miglior lavoro di Martinelli.
La sceneggiatura si difende, i personaggi sono adeguati (in particolare Abraham e Lo Verso) mentre la regia appare assai più curata rispetto alle precedenti pessime performances del regista.
Certo si sente la mancanza di un budget hollywoodiano nella post-produzione: gli effetti in CGI sono improvvisati, a volte francamente ridicoli e le scenografie digitali hanno un'estetica da cartone animato.
Ma la pellicola è godibile, non stanca, ha una progressione narrativa corretta e un finale notevole.
Si astengano i mangiapreti di razza, per tutti gli altri è una discreta visione.
Voto reale: due stelline e mezzo.
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poisonivy
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venerdì 12 aprile 2013
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da vedere!
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come al solito la critica italiana fa valere il suo poterino, abbattendosi compatta su tutto cià che sfugge alle direttive della parrocchia. che noia.
11 settembre 1683 è un film coraggioso, epico, forte. vorrei proprio sapere che film hanno visto gli intellettualoni radical chic che l'hanno definito anti-islamico.
la sceneggiatura è ben bilanciata, in equilibrio tra due mondi così distanti ma così simili. da una parte Marco d'Aviano. interpretato da un grande F. Murray Abraham, dall'altra Karà Mustafà, condottiero forte e carismatico, con il volto di un Enrico lo Verso potente, bello come non si era mai visto.
le musiche sono stupende, la regia aggressiva e coinvolgente, gli attori di altissimo livello.
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come al solito la critica italiana fa valere il suo poterino, abbattendosi compatta su tutto cià che sfugge alle direttive della parrocchia. che noia.
11 settembre 1683 è un film coraggioso, epico, forte. vorrei proprio sapere che film hanno visto gli intellettualoni radical chic che l'hanno definito anti-islamico.
la sceneggiatura è ben bilanciata, in equilibrio tra due mondi così distanti ma così simili. da una parte Marco d'Aviano. interpretato da un grande F. Murray Abraham, dall'altra Karà Mustafà, condottiero forte e carismatico, con il volto di un Enrico lo Verso potente, bello come non si era mai visto.
le musiche sono stupende, la regia aggressiva e coinvolgente, gli attori di altissimo livello.
l'unico limite del film è qualche effetto digitale poco riuscito sul finale, nota dolente che possiamo tranquillamente perdonare a questo grande film italiano.
11 settembre 1683 va visto per lanciare un messaggio: qualcosa di diverso può essere fatto, può avere successo, può essere esportato all'estero.
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[+] bravo!
(di carletta 53)
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gb49it
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martedì 28 gennaio 2014
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recensione pertinente
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SETTE IMPRECISIONI STORICHE DEL FILM SUL BEATO MARCO D'AVIANO
Un'occasione mancata per un film comunque da vedere
In questi giorni si sta proiettando in alcuni cinema italiani un film di Renzo Martinelli, 11 settembre 1683, dedicato al beato Marco d'Aviano e alla vittoria di Vienna, decisiva per il resto di tutta la storia del millenario scontro fra Cristianità e Islam. A nessuno può quindi sfuggire il fatto che un film sul trionfo militare della Cristianità sull'Islam è più che un semplice film, e merita attenzione, comunque sia fatto.
Sorvolo pienamente sugli aspetti tecnici: è ovvio che sarebbe dovuto essere un Kolossal, ma è altrettanto ovvio che i mezzi economici non ci sono, e in questo va dato atto a Martinelli di avere un certo "coraggio" nel "tuffarsi" in queste imprese, nonostante tutto.
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SETTE IMPRECISIONI STORICHE DEL FILM SUL BEATO MARCO D'AVIANO
Un'occasione mancata per un film comunque da vedere
In questi giorni si sta proiettando in alcuni cinema italiani un film di Renzo Martinelli, 11 settembre 1683, dedicato al beato Marco d'Aviano e alla vittoria di Vienna, decisiva per il resto di tutta la storia del millenario scontro fra Cristianità e Islam. A nessuno può quindi sfuggire il fatto che un film sul trionfo militare della Cristianità sull'Islam è più che un semplice film, e merita attenzione, comunque sia fatto.
Sorvolo pienamente sugli aspetti tecnici: è ovvio che sarebbe dovuto essere un Kolossal, ma è altrettanto ovvio che i mezzi economici non ci sono, e in questo va dato atto a Martinelli di avere un certo "coraggio" nel "tuffarsi" in queste imprese, nonostante tutto.
Sorvoliamo sul fatto che la data della battaglia non è l'11 settembre, ma il 12 settembre 1683 (e, infatti, Papa Innocenzo XI stabilì in questo giorno, come ringraziamento a Dio per la vittoria, la festa del nome di Maria). Esigenze pubblicitarie...
Sorvoliamo che il consulente storico è stato Valerio Massimo Manfredi: i tuttologi non possono dare sempre il meglio, e Martinelli farebbe bene a guardare anche in altre direzioni, per il futuro: un nome meno altisonante ma più esperto della materia può essere di maggiore aiuto.
Detto questo, possiamo affermare che la figura di padre Marco è ben interpretata da un attore navigato e noto come F. Murray Abraham. In generale, il cappuccino è rappresentato in maniera abbastanza fedele nella sua umiltà, nella sua intelligenza e nella ferma volontà di salvare la Cristianità, eccetto che per un aspetto di cui dico in seguito.
Dal punto di vista più teologico, vi sono alcuni dialoghi interessanti sull'islam e sul rapporto fra le religioni: nella sostanza, si nota un certo "afflato ecumenico" ante litteram, o almeno un desiderio di esso, certamente assente in quei giorni, ma occorre dire che l'afflato si mantiene su una linea di moderata espressione (poteva andare molto peggio...). Inoltre, il fanatismo islamico e soprattutto la violenza ottomana viene ben rappresentata, almeno per quanto possibile oggi.
Più negativo il mio giudizio dal punto di vista storico. Si possono registrare varie mancanze, gravi perché non sono aspetti secondari, soprattutto se si tiene conto del fatto che la gente non sa nulla di nulla, e che quindi, in tal maniera, persiste nel rimanere del tutto ignorante. Le espongo in maniera molto sintetica:
1) MANCA PAPA INNOCENZO XI CHE FU IL PRIMO ARTEFICE DEL TRIONFO DI VIENNA
Il beato Innocenzo XI è il primo artefice del trionfo di Vienna. Possiamo dire che san Pio V sta a Lepanto come Innocenzo sta a Vienna, nel senso che senza di loro non v'era Lega cristiana, e senza lega cristiana non v'era crociata, e senza crociata non v'era vittoria né salvezza. Pertanto, la sua completa assenza dal film è molto grave. Inaccettabile.
2) L'IMPERATORE DESCRITTO CON STEREOTIPI
Altrettanto grave l'aver descritto l'Imperatore come uno tipo inetto e atterrito. In tal maniera, Martinelli è caduto banalmente in stereotipi del tutto avulsi dalla realtà tipici del cinema yankee o di quello ideologico di sinistra europeo. Ancora una volta... popolo ignorante...
3) NON CI FU SOLO IL RE POLACCO JAN SOBIESKI
La figura del Re polacco Jan Sobieski è trattata bene, ovviamente. E si capisce il perché: il film è finanziato dai polacchi... Però, per quanto sia, non si può falsificare la storia facendo apparire il re polacco come l'unico vero, non solo vincitore ma addirittura combattente, della battaglia. Questa è fantastoria, e pure gratuita. Si sarebbe potuto tranquillamente metterlo in risalto senza dover umiliare inutilmente gli altri artefici e protagonisti (Duca di Baviera, Duca del Baden-Wittenberg, e altri).
4) MANCANZA DEL RE SOLE
Meno importante, ma comunque significativo: mancanza del Re Sole. È vero che nel film si fa capire l'idiozia e l'infamia della sua politica filoturca, ma si poteva fare anche una sola scena con lui presente: in fondo, è il grande assente della vittoria, e in quanto tale protagonista anch'egli, al negativo. Magari lo si poteva rappresentare con l'attacco di colite acuta che realmente gli venne alla notizia del trionfo asburgico!
5) PADRE MARCO IN LACRIME PER IL TURCO? RIDICOLO
Riguardo Padre Marco, il giudizio come già detto è positivo in generale. Occorre però evidenziare questo: la storiella "d'amore" ridicola e patetica fra il turco e la cristiana muta si poteva evitare, o, almeno, si poteva certamente evitare la scena finale di padre Marco che urla di dolore per la morte del turco (il quale peraltro aiuta il suo mondo nella guerra alla Cristianità)... Francamente, questa è un'idiozia bella e buona. Far apparire – pure come ultima scena – padre Marco in lacrime per il turco non ha alcun valore di nessun genere, eccetto il ridicolo.
6) NESSUNO SPAZIO AL TRIONFO CRISTIANO
Altra grave mancanza a mio avviso: nessuno spazio finale al trionfo cristiano. Martinelli ha perso così un'occasione d'oro per avallare – e oggi ve n'è più che mai bisogno – un necessario trionfalismo di cui abbiamo perso ogni traccia. Il pubblico così non si rende conto della portata epocale della vittoria, non si rende conto della gioia immensa della Cristianità (in una lettera alla regina, Sobieski rivela che lui e padre Marco si abbracciarono "un milione di volte saltando per la gioia"... In altre testimonianze si parla dell'incontenibile gioia di Vienna liberata...). Sembra un aspetto secondario, ma non lo è.
7) FINALE CARENTE
In tal senso, ancora più grave appare il fatto che padre Marco esca di scena nel modo suddetto. Martinelli avrebbe avuto mille maniere per rappresentarlo come il vero vincitore spirituale dello scontro epocale: avrebbe potuto rappresentare tutti i grandi sovrani e principi, a partire dall'Imperatore, in processione a Vienna, al seguito di padre Marco, per ringraziare Dio della vittoria fra il popolo in festa (solo per fare un esempio); avrebbe potuto concludere con l'invito di padre Marco a continuare la Crociata per liberare tutti i Balcani, come di fatto poi egli tentò di fare per i successivi 19 anni, fino alla morte. Oppure, come sarebbe stato bello vedere la gioia di Innocenzo XI al momento di ricevere la notizia del trionfo. Invece, nulla di tutto questo. Quasi come si fosse trattato di uno scontro qualsiasi, vinto solo grazie all'abilità del re polacco e al sostegno spirituale del beato.
Ma la storia è tutta un'altra.
Non voglio ipotizzare che le note simpatie politiche di Martinelli lo abbiano portato a voler cancellare o ridicolizzare volutamente le due forze che unite hanno permesso il trionfo di Vienna: la Chiesa di Roma e il Sacro Romano Impero. Però resta il fatto che dal film non traspare per nulla il vero messaggio storico e metastorico dell'evento, che è fra i più grandiosi di tutti i tempi: il trionfo – forse l'ultimo – dell'universalismo cristiano sull'omologazione totalitaria islamico-ottomana. Il trionfo di Vienna, come quello di Lepanto, non appartiene a questo o a quel popolo, ma alla Cristianità tutta (eccetto la Francia), che unita per l'ultima volta sotto le bandiere della Chiesa e dell'Impero ha sconfitto per sempre la tracotanza militare della mezzaluna.
Almeno fino a oggi.
Concludo, comunque, con l'aspetto che secondo me è il più positivo: ed è quello dei turchi, paradossalmente. Martinelli ha ben descritto, almeno con i limitati mezzi finanziari a disposizione, il loro mondo, e Karà Mustafà è ben rappresentato da Enrico Lo Verso, anche e soprattutto nella morte.
Un film che, dati i tempi, è meglio che ci sia e che comunque consiglio di vedere. Allo stesso tempo, però, una grande occasione mancata. L'ennesima.
Massimo Viglione
Fonte: Il Giudizio Cattolico, 18 aprile 2013
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sibeker
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martedì 13 ottobre 2015
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peccato me lo sono perso
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Peccato mi sono perso il film quando è uscito. Ora anche se in ritardo vorrei dire le mia. Ma perchè in Italia si devono sempre trovare significati reconditi anche sui film storici, sopratutto a trovarli sono quelli appartenenti al "gotha" dei critici d'arte. Intanto fatto storico realmente accaduto, ma perchè deve essere evidenziato il parallelo con l'islam di oggi con quello che è e con quello che combina. Io invece vorrei porre l'accento, come succede nel film , come è successo anche prima ed è continuato a succedere poi, la divisione dei vari regni e regnanti europei che per questioni di potere e prestigio non si trovano mai daccordo a che deve comandare la coalizione. Bella la figura di Eugenio di Savoia anche se poco consederata, biasimo per Leopoldo D'Austia timoroso, quasi impaurito.
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Peccato mi sono perso il film quando è uscito. Ora anche se in ritardo vorrei dire le mia. Ma perchè in Italia si devono sempre trovare significati reconditi anche sui film storici, sopratutto a trovarli sono quelli appartenenti al "gotha" dei critici d'arte. Intanto fatto storico realmente accaduto, ma perchè deve essere evidenziato il parallelo con l'islam di oggi con quello che è e con quello che combina. Io invece vorrei porre l'accento, come succede nel film , come è successo anche prima ed è continuato a succedere poi, la divisione dei vari regni e regnanti europei che per questioni di potere e prestigio non si trovano mai daccordo a che deve comandare la coalizione. Bella la figura di Eugenio di Savoia anche se poco consederata, biasimo per Leopoldo D'Austia timoroso, quasi impaurito. Toccherà al vecchio Sobieski
con i suoi cavalieri e non ussari polacchi, a volgere la sorte a favore dei difensori di Vienna. Da rievocatore storico quale sono un plauso al regista e alla sua troupe per i costumi militari sia turchi, mongoli,asburgici e polacchi direi niente male davvero. Si sono viste ricostruzioni storiche ben più orrende. Unico appunto il finale del film, mi ha lasciato la sensazione di lavoro terminato affrettatamentre. Nel complesso film interessante.
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the lonely dolphin
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mercoledì 21 gennaio 2015
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le solite stroncatue dei politically correct !
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Ero in dubbio se vederlo, avendo letto le critiche NEGATIVE dei soliti soloni, partigiani islamofili...
Ho goduto invece un ottimo film, veramente epico, alla Ridley Scott, se pur realizzato con un budget enormemente più modesto. Molto ben ambientato e sufficientemente rispettoso della Storia. curati e significativi i dialoghi, che in molte occasioni offrono "messaggi" sui quali dovrebbe ben riflettere la critica politicamente corretta, in particolare alla luce della continua recrudescenza dell'aggressione all'occidente da parte del terrorismo islamico.
Un film quindi anche, purtroppo, estremamente attuale, il cui significato vuole appare allarmante: se non bastasse l'11 Settembre 2001 e quant'altro sta continuando ad accadere ! Unica stonatura, a mio modesto parere, la scelta di Lo Verso per interpretare il gran Visir Mustafà: non dimostra la presenza scenica sufficiente per quel ruolo e sopratutto la sua voce.
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Ero in dubbio se vederlo, avendo letto le critiche NEGATIVE dei soliti soloni, partigiani islamofili...
Ho goduto invece un ottimo film, veramente epico, alla Ridley Scott, se pur realizzato con un budget enormemente più modesto. Molto ben ambientato e sufficientemente rispettoso della Storia. curati e significativi i dialoghi, che in molte occasioni offrono "messaggi" sui quali dovrebbe ben riflettere la critica politicamente corretta, in particolare alla luce della continua recrudescenza dell'aggressione all'occidente da parte del terrorismo islamico.
Un film quindi anche, purtroppo, estremamente attuale, il cui significato vuole appare allarmante: se non bastasse l'11 Settembre 2001 e quant'altro sta continuando ad accadere ! Unica stonatura, a mio modesto parere, la scelta di Lo Verso per interpretare il gran Visir Mustafà: non dimostra la presenza scenica sufficiente per quel ruolo e sopratutto la sua voce...non convince...(minimo doppiarlo). Comunque senzaltro DA VEDERE !
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lucavaddu
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domenica 27 ottobre 2013
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...e qualcuno l'ha pure paragonato a le crociate!
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Nonostante già dal trailer si capisse parecchio, ho comunque deciso di dare il beneficio del dubbio e vedere questo film.
La prima caratteristica di questo """kolossal""" nostrano è sicuramente la lentezza... una noia mortale insomma.
All'inizio del film è emblematica la pausa che fa lo speaker tra 11 settembre e l'anno in cui è ambientato il film (primo indizio), poi però il regista tenta di dirottare la sceneggiatura verso un'ottica più equilibrata, cercando di far apparire il protagonista tollerante verso gli infedeli e gli infedeli stessi non troppo cattivi(TENTATIVO FALLITO). In realtà questi elementi politically correct sono così goffi e stentati da far venire in mente, come unica spiegazione possibile, un tentativo della sceneggiatura di sottrarsi a quasi certe accuse di xenofobia.
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Nonostante già dal trailer si capisse parecchio, ho comunque deciso di dare il beneficio del dubbio e vedere questo film.
La prima caratteristica di questo """kolossal""" nostrano è sicuramente la lentezza... una noia mortale insomma.
All'inizio del film è emblematica la pausa che fa lo speaker tra 11 settembre e l'anno in cui è ambientato il film (primo indizio), poi però il regista tenta di dirottare la sceneggiatura verso un'ottica più equilibrata, cercando di far apparire il protagonista tollerante verso gli infedeli e gli infedeli stessi non troppo cattivi(TENTATIVO FALLITO). In realtà questi elementi politically correct sono così goffi e stentati da far venire in mente, come unica spiegazione possibile, un tentativo della sceneggiatura di sottrarsi a quasi certe accuse di xenofobia.
Il parallelismo con l'antagonista non migliora le cose... l'immagine che ne esce fuori è quella di due fanatici religiosi e penso che questo sia innegabile. Il discorso del monaco prima della battaglia è l'esatto opposto di quello di Baliano di Ibelin, interpretato da Orlando Bloom in "Le Crociate" di Ridley Scott. Se Baliano infatti sorprende tutti affermando la necessità di lottare per gli inermi dentro le mura di Gerusalemme, il buon frate sembra preoccupato solo della sorte del suo credo!
Forse il paragone con Le Crociate è un colpo basso... paragonare una regia magistrale, un cast stellare e un approccio veramente maturo a questa tematica, con la sagra dei clichè (cioè questo """kolossal""" nostrano) forse è un po' troppo.
Magari la sceneggiatura è stata consapevolmente intrinsa di tutto questo fanatismo religioso proprio perchè vuole porsi come film storico, dunque fedele alla realtà dei fatti così come ci sono stati tramandati (non credo). Sicuramente nel XVII secolo ne giravano tanti di tipi un tantino fumati, ma sono proprio (e scusate se mi ripermetto di fare il paragone) Le Crociate di Ridley Scott a smentire questa necessità!
Sarebbe stato possibile inquadrare la guerra per quello che è (devastazione che bisognerebbe evitare) e non come l'inevitabile scontra fra culture diverse.
Sarebbe stato apprezzabile far trapelare che il credo religioso era (ed è) usato più come un pretesto che come la vera ragione dello scontro.
Sarebbe stato DOVEROSO non gettare benzina sul fuoco sottolineando un presunto collegamento con quanto avvenuto a New York pochi anni addietro.
Ma anche senza tutta questa m***a, sarebbe stato comunque un film meno che mediocre per i suoi dialoghi scontati e la sua trama superficiale. Peccato... sarebbe stato interessante approfondire sul grande schermo un periodo storico così poco conosciuto.
In definitiva: bocciato!
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(di feral)
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