fefè22
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martedì 30 aprile 2013
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il talento di un regista visionario
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è sicuramente il piu personale film di Rob Zombie,il meno violento e quello che si basa piu sull'atmosfera e sul diffondere nell'animo del pubblico una profonda sensazione di angoscia. Nel suo sesto lungometraggio rob zombie innesta varie citazioni a Rosemary baby e Shining , presenta una bellissima direzione della fotografie ( Brandon Trost),delle musiche fantastiche ( tra le quali va citata quella che nel film è chiamata "la canzone del diavolo" che mi ha messo molto a disagio ) , gli attori nel bene e nel male se la cavano abbastanza bene. è sicuramente un film (come il gia citato Rosemery baby ) nel quale non avvengono eventi imprevedibile , tutto cio che accade puo essere facilmente intuibile,(ma io almeno per quanto riguarda questo tipo di film non lo trovo un difetto).
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è sicuramente il piu personale film di Rob Zombie,il meno violento e quello che si basa piu sull'atmosfera e sul diffondere nell'animo del pubblico una profonda sensazione di angoscia. Nel suo sesto lungometraggio rob zombie innesta varie citazioni a Rosemary baby e Shining , presenta una bellissima direzione della fotografie ( Brandon Trost),delle musiche fantastiche ( tra le quali va citata quella che nel film è chiamata "la canzone del diavolo" che mi ha messo molto a disagio ) , gli attori nel bene e nel male se la cavano abbastanza bene. è sicuramente un film (come il gia citato Rosemery baby ) nel quale non avvengono eventi imprevedibile , tutto cio che accade puo essere facilmente intuibile,(ma io almeno per quanto riguarda questo tipo di film non lo trovo un difetto).è un film che lavora il pubblico e potrei osar dire che lo cuoce a fuoco lento e che sfocia in un finale onirico e delirante che mostra tutto il talento visivo di Rob Zombie forse in questo momento il miglior regista horror in circolazione(anche se questo film proprio horror non è dal momento che presenta molti toni del genere drammatico ).Non è un film da consigliare a un pubblico vasto bensi soprattutto agli amanti di Rob e tutti coloro che hanno seguito la sua carriera registica nei quali film è stata sempre presente la lotta tra bene e male e che qui ha raggiunto il suo apice
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the adrenalin addict
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giovedì 25 aprile 2013
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più erotico che horror...
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Ogni volta che si va al cinema a vedere un film, generalmente, alla fine, si rimane soddisfatti o insoddisfatti. A conclusione di questo film, invece, io sono rimasto CONFUSO. La prima domanda che mi sono posto è stata: ma questo è un film horror??? La seconda: se qualcuno mi chiede qual'è la trama, cosa gli racconto???
Eh sì, perchè "Le streghe di Salem" è un film che eccelle sicuramente in effetti sonori e speciali, così come bisogna riconoscere che TUTTI i protagonisti (specialmente le 7 streghe) hanno interpretato davvero molto bene la loro parte. Il problema è che non si capisce qual'è la storia nel suo complesso (e forse era proprio questo l'obiettivo che il regista si era prefissato di raggiungere, dato che Satana rappresenta il Caos totale, specialmente quello mentale).
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Ogni volta che si va al cinema a vedere un film, generalmente, alla fine, si rimane soddisfatti o insoddisfatti. A conclusione di questo film, invece, io sono rimasto CONFUSO. La prima domanda che mi sono posto è stata: ma questo è un film horror??? La seconda: se qualcuno mi chiede qual'è la trama, cosa gli racconto???
Eh sì, perchè "Le streghe di Salem" è un film che eccelle sicuramente in effetti sonori e speciali, così come bisogna riconoscere che TUTTI i protagonisti (specialmente le 7 streghe) hanno interpretato davvero molto bene la loro parte. Il problema è che non si capisce qual'è la storia nel suo complesso (e forse era proprio questo l'obiettivo che il regista si era prefissato di raggiungere, dato che Satana rappresenta il Caos totale, specialmente quello mentale). In realtà si riesce a dare un senso soltanto a ciascuno dei vari spezzoni del film, senza però essere in grado di trovare il collegamento fondamentale che li unisce, sicchè tutto sembra una misera "sommatoria" di immagini messe lì a caso, in maniera caotica, senza un ordine ben preciso. Bisognerebbe rivedere il film 2, 3, 4 volte per capirlo meglio, ma chi è che avrebbe il coraggio di andare a spendere altri soldi per una simile opera cinematografica (fosse Avatar...!!!)??? A ciò bisogna aggiungere che NON si tratta di un normale film horror, come quelli che conosciamo tutti, ma di un film "misto" che mescola l'erotico con il giallo, con il religioso, con il thriller psicologico, con l'horror (non splatter) ed un pizzico di fantascienza. Quasi tutto è irreale e immaginifico (a parte quella scena in cui si vedono i corpi nudi, sessualmente eccitanti, di donne zombie incappucciate che avanzano verso l'occhio della telecamera), sicchè lo spettatore non riesce ad assaporare il vero gusto della paura e dell'adrenalina (come accade in Sinister, dove la maggior parte delle scene sono ambientate in un mondo realistico) perchè "capisce" che sta soltanto assistendo ad un film, senza sentirsi veramente compartecipe degli avvenimenti (e questo è un grande limite per i film horror). Mancano i veri colpi di scena, che fanno sobbalzare il cuore in gola. Soltanto alcuni momenti particolari sono in grado di far venire i brividi, ma il resto è solo follia e delirio che non riescono a trasmettere il pathos tipico dell'horror. Ammetto che c'è di peggio, ma sicuramente non andrei mai a rivederlo!
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larry king
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lunedì 2 dicembre 2013
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colto e corraggioso
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Il pluricontestato Rob partorisce, e'proprio il caso di dirlo, la sua opera piu'ambiziosa che raggiunge facilmente il suo scopo:esaltare pochi fan fedeli e schifare la maggior parte del pubblico.Sicuramente il divertissment maggiore sara'cogliere le infinite citazioni che il per niente volgare Rob dissemina, alcune telefonatissime, altre velate, ma per questo ancora piu'esaltanti. Si astengano coloro che cercano lo spavento o la classica ghost story, ma cio'distingue questo regista da un Von Trier o perche'no da un Lynch, e'solo l'amore smisurato che questo cineasta nutre nei confronti dei film di genere. La scena della chiesa rivela altresi anche il coraggio non e'proprio una dote comune e che spesso rischia di non essere ripagato.
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Il pluricontestato Rob partorisce, e'proprio il caso di dirlo, la sua opera piu'ambiziosa che raggiunge facilmente il suo scopo:esaltare pochi fan fedeli e schifare la maggior parte del pubblico.Sicuramente il divertissment maggiore sara'cogliere le infinite citazioni che il per niente volgare Rob dissemina, alcune telefonatissime, altre velate, ma per questo ancora piu'esaltanti. Si astengano coloro che cercano lo spavento o la classica ghost story, ma cio'distingue questo regista da un Von Trier o perche'no da un Lynch, e'solo l'amore smisurato che questo cineasta nutre nei confronti dei film di genere. La scena della chiesa rivela altresi anche il coraggio non e'proprio una dote comune e che spesso rischia di non essere ripagato. Speriamo solo che lo scontato flop commerciale non ci privi in futuro di altre sue opere. Gli anni 70 sono finiti da un bel po e c'e'il rischio che questo novello Jodoroski non ci regali altro.
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dandy
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mercoledì 2 aprile 2014
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le streghe di rob.
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Alla sua sesta opera cinematografica(coincidenza?),Zombie(che firma anche la sceneggiatura)riprende la componente onirica solo accennata in "Halloween 2".E la libera,la scatena,prendendo le distanze da qualsiasi regola o convenzione di questo genere di film.Ma anche dell'horror in generale:non c'è nessun interesse a raccontare una vicenda precisa,tantomeno a soddisfare qualsivoglia esigenza del pubblico(compreso chi è già iniziato al regista).Partendo dai pochi elementi narrativi concreti,Zombie elabora un flusso vertiginoso di visioni statiche,caotiche,allucinanti e provocatoriamente blasfeme in certi casi,nonostante il gore sia limitato.Lasciando sempre aleggiare un velo di inquietudine in cui è perennemente avvolta la protagonista(una bravissima Sheri Moon,compagna del regista),che attraversa il film come una novella Rosemary,sempre più distaccata,arrancante,svuotata.
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Alla sua sesta opera cinematografica(coincidenza?),Zombie(che firma anche la sceneggiatura)riprende la componente onirica solo accennata in "Halloween 2".E la libera,la scatena,prendendo le distanze da qualsiasi regola o convenzione di questo genere di film.Ma anche dell'horror in generale:non c'è nessun interesse a raccontare una vicenda precisa,tantomeno a soddisfare qualsivoglia esigenza del pubblico(compreso chi è già iniziato al regista).Partendo dai pochi elementi narrativi concreti,Zombie elabora un flusso vertiginoso di visioni statiche,caotiche,allucinanti e provocatoriamente blasfeme in certi casi,nonostante il gore sia limitato.Lasciando sempre aleggiare un velo di inquietudine in cui è perennemente avvolta la protagonista(una bravissima Sheri Moon,compagna del regista),che attraversa il film come una novella Rosemary,sempre più distaccata,arrancante,svuotata.Per poi ribadire una(possibile)spiegazione razionale nel finale.Il cast come sempre è zeppo di vecchie glorie horror e non,ma alle citazioni "classiche"(George Romero,John Carpenter,David Lynch,Mario Bava,Lucio Fulci,Roman Polanski)se ne aggiungono altre più insolite e ammirevoli(Stanley Kubrick,Ken Russell,Kenneth Anger,Alejandro Jodorowsky),quindi mirate a chi realmente ama e conosce il cinema.Per ora è indubbiamente il miglior film di Zombie,nel bene e (in tutti i sensi)nel male.Ambizioso e autocompiaciuto,perfetto per scontentare chiunque.Ma indubbiamente riuscito,suggestivo e coraggioso.Diverso da tutto ciò che è stato girato da parecchi anni a questa parte.Musiche del chitarrista della band di Zombie John 5,cui si uniscono i "Velvet Underground",il "Requiem" di Mozart e "Sei gergubet,Jesu guting" di Bach.
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noia1
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martedì 13 maggio 2014
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le vie di zombie
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Una ragazza ascolta un vinile che le è stato inviato da un gruppo musicale sconosciuto, da quel momento visioni angoscianti la perseguiteranno ed accompagneranno il suo degrado fisico e psicologico in un delirio incomprensibile.
Rob Zombie come sempre enigmatico, non si capisce se i suoi prodotti siano prodigi di un modo di esprimersi innovativo o incommensurabili ciofeche da buttare nel cesso. Posso solo dare un giudizio personalissimo e sicuramente discutibile.
Fin dall’inizio l’atmosfera inquietante che attornia la protagonista si fa sentire ed è ampliata dai rilassatissimi momenti che passa con i suoi amici e, inevitabilmente, nel passaggio tra questi ultimi e il ritorno ai momenti più paurosi i secondi sono resi ancora di più.
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Una ragazza ascolta un vinile che le è stato inviato da un gruppo musicale sconosciuto, da quel momento visioni angoscianti la perseguiteranno ed accompagneranno il suo degrado fisico e psicologico in un delirio incomprensibile.
Rob Zombie come sempre enigmatico, non si capisce se i suoi prodotti siano prodigi di un modo di esprimersi innovativo o incommensurabili ciofeche da buttare nel cesso. Posso solo dare un giudizio personalissimo e sicuramente discutibile.
Fin dall’inizio l’atmosfera inquietante che attornia la protagonista si fa sentire ed è ampliata dai rilassatissimi momenti che passa con i suoi amici e, inevitabilmente, nel passaggio tra questi ultimi e il ritorno ai momenti più paurosi i secondi sono resi ancora di più. Inquietudine e cupezza delineano la prima parte del film calandosi sempre di più in un mondo estraneo sia a noi che alla povera Heidi, in tutta la seconda parte invece delirio ed estraniamento fanno da padroni, forse diventa meno horror perdendo scene di paura come nella prima parte e lasciando spazio più che altro ad un senso macabro trasmesso con sequenze che tendono a rendere lo spaesamento che dalla ragazza si tende anche a trasmettere a chi sta guardando.
La vera chicca del film però è l’importanza che si dà alle immagini e ai suoni, non si prosegue mediante dialoghi che servono solamente a rendere le situazioni più credibili o a specificare cose che comunque si capiscono già, i risvolti della vicenda proseguono per immagini oniriche e folli che forse non centrano in pieno lo scopo della paura ma che comunque trasmettono un delirio esagerato e straniante. Le musiche poi sono perfette, cupe, folli, strane a seconda che la situazione lo richieda, sempre e comunque efficaci e mai banali.
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gianleo67
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domenica 5 maggio 2013
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il satanismo rock di rob zombi
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Speaker radiofonica di Salem ed ex tossicodipendente , Heidi riceve in dono una misteriosa scatola lignea contenente il vinile del misconosciuto gruppo rock dei 'Lords' che annuncia a breve un concerto in città. Strane e inquietanti visioni, indotte dall'ascolto del disco, sconvolgono la vita di Heidi e sembrano preludere all'avvento del maligno attraverso l'antica maledizione delle streghe che perirono per mano dei vecchi coloni della cittadina.
Rock horror low budget che si sviluppa lungo il solco di una tradizione classica e abusata, il film di Rob Zombi cerca di riproporre le contaminazioni stilistiche ed espressive che ne hanno decretato il discreto successo di pubblico (e di critica) e rielaborando i clichè del genere quali elementi strutturali di un collaudato meccanismo della rappresentazione scenica in grado di generare le prevedibili aspettative per un finale visionario e cruento (apparizioni fantasmatiche, piani sequenza lungo corridoi in penombra, lampari che oscillano misteriosamente, oscuri richiami subliminali di una presenza oscura e minacciosa).
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Speaker radiofonica di Salem ed ex tossicodipendente , Heidi riceve in dono una misteriosa scatola lignea contenente il vinile del misconosciuto gruppo rock dei 'Lords' che annuncia a breve un concerto in città. Strane e inquietanti visioni, indotte dall'ascolto del disco, sconvolgono la vita di Heidi e sembrano preludere all'avvento del maligno attraverso l'antica maledizione delle streghe che perirono per mano dei vecchi coloni della cittadina.
Rock horror low budget che si sviluppa lungo il solco di una tradizione classica e abusata, il film di Rob Zombi cerca di riproporre le contaminazioni stilistiche ed espressive che ne hanno decretato il discreto successo di pubblico (e di critica) e rielaborando i clichè del genere quali elementi strutturali di un collaudato meccanismo della rappresentazione scenica in grado di generare le prevedibili aspettative per un finale visionario e cruento (apparizioni fantasmatiche, piani sequenza lungo corridoi in penombra, lampari che oscillano misteriosamente, oscuri richiami subliminali di una presenza oscura e minacciosa). Ne risulta film che si avviluppa su se stesso confondendo il piano di una realtà lisergica e allucinata con quello di una dimensione magica e positivista quale oscuro retaggio di un livore antico che cova sotto le ceneri del più tradizionale e famigerato degli 'Auto da fè' in terra d'America. Lo script è come d'uso terreno di coltura per l'esibizione di una cultura cinematografica che pesca a piene mani nei classici del genere (da 'Rosmary's baby' a 'L'Esorcista' a 'Shining') manipolando la struttura dell'horror verso gli esiti di un involontario surrealismo espressivo ma arricchito di citazioni 'en passant' venate da una sottile e macabra ironia cinefila (le immagini di vecchi film che passano sul piccolo schermo rielaborate dalla fantasia malata della protagonista nelle figure travisate di una minaccia incombente ed il poster di 'Le voyage dans la Lune' di Georges Méliès che campeggia sul capezzale del letto come dotto riferimento all'imprescindibile lezione dello 'specifico cinematografico').
Interessante comunque il climax di un film che si accresce sul cupo livore di un atmosfera malsana e sulla claustrofobica teatralità scenografica entro il perimetro circoscritto di una location posticcia (una ghost city deserta e plumbea da cui sembra bandita la presenza di ogni attività umana) e dal ritmo lento e ipnotico scandito da una colonna sonora che spazia programmaticamente dalle litanie originali di un tema rock satanico e maledetto alla solennità ieratica e potente del Requiem di Mozart. Decisamente più riuscito il simbolismo magico tra l'elaborazione di un occultismo in chiave pop rock e la folgorante blasfemia di alcune soluzioni figurative (i simboli esoterici che imbasticono il rituale anti-messianico, l'immagine deforme e repellente del maligno, le sordide manifestazioni di una sessualità esibita ) nella rappresentazione di una sacrilega e beffarda parodia cristologica ove alla immacolata concezione di una vergine prescelta si sostituisce la immonda concezione di una impura gestante dell'Anticristo (la tatuata e irriverente compagna del regista Sheri Moon Zombie) accudita dalle tre laide e infingarde balie di Satana; l'inarrestabile escalation di una visionarietà anarchica e libertaria . Il film tuttavia abbandona intenzionalmente una sua coerenza narrativa verso il finale che culmina in una allucinata sequenza orgiastica e nella fredda e sgomenta radiocronaca di un massacro annunciato, senza concessioni alla virulenza sanguinaria delle altre opere del regista ma con qualche ingenuità di troppo nel precipitare degli eventi verso un epilogo irrisolto e che sembra girare a vuoto nel piano sequenza circolare di un senso unico (one way). Soggetto meritevole di una ri-scrittura cinematografica più attenta e competente.
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shagrath
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martedì 12 maggio 2015
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film coraggioso ma non abbastanza
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"Bellezza o monnezza?" è questa la domanda che viene posta nel film. Una questione che sembra adattarsi perfettamente a tutta la pellicola, non solo al disco delle streghe di Salem. Chi si approccia a questo film non può non farsi tale domanda, che probabilmente non ha risposta. Di certo un lavoro sopra le righe quello di Rob Zombie, atipico, concentrato sul rendere raffinata la dissacrazione, colta la tamarraggine, inquietante ciò che è mostrato esplicitamente. Zombie ha sempre infarcito la sua arte di una certa ostentazione di "ricercatezza-pop-fumettistica-d'autore", un vero maestro in questo, infatti la parte meglio riuscita del film è quella in cui questo tratto si è chiaramente sfogato: gli arredi delle location stranianti, la musica angosciante, le scene oniriche deliranti e malate.
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"Bellezza o monnezza?" è questa la domanda che viene posta nel film. Una questione che sembra adattarsi perfettamente a tutta la pellicola, non solo al disco delle streghe di Salem. Chi si approccia a questo film non può non farsi tale domanda, che probabilmente non ha risposta. Di certo un lavoro sopra le righe quello di Rob Zombie, atipico, concentrato sul rendere raffinata la dissacrazione, colta la tamarraggine, inquietante ciò che è mostrato esplicitamente. Zombie ha sempre infarcito la sua arte di una certa ostentazione di "ricercatezza-pop-fumettistica-d'autore", un vero maestro in questo, infatti la parte meglio riuscita del film è quella in cui questo tratto si è chiaramente sfogato: gli arredi delle location stranianti, la musica angosciante, le scene oniriche deliranti e malate. Purtroppo sembra che tolto questo non rimanga granché, dialoghi sciapi, una trama banale e una caratterizzazione dei personaggi quasi comica. Le streghe sono rappresentate in maniera infantile, inutilmente ridondanti nelle loro dichiarazioni di malvagità prive di movente. Ci mancava solo che si mettessero a svolazzare sulle scope e avrebbero uguagliato in cattiveria il Dottor Male di Austin Powers. Figure ridicolmente stereotipate, senza spessore che non si riesce a prendere sul serio. A me fanno ridere. Discorso analogo vale per la figura stessa del maligno, che dovrebbe essere un antagonista carismatico quanto inquietante in questo film, invece viene rappresentato prima come un uomo-scimmione visto di profilo che sembra Chewbecca, poi come un nano deforme sorridente che sembra un altro politico che non dico. Il figlio di satana fa scompisciare dalle risate da quanto è pacchianamente brutto, sembra uscito dal libro degli esorcismi di Vanna Marchi destinato a spaventare le casalinghe di Voghera. Boh. Sembra che da un lato Zombie abbia osato, osato anche molto e travalicato importanti linee di confine, dall'altro sia rimasto fermamente fisso sull'idea di "streghe" e di "diavolo" più conformista e tradizionale, idea che francamente non spavanta nessuno nel terzo millennio, neppure i bambini al catechismo. Questo è il motivo per cui il film, di fatto, non decolla. Il paragone corre a film come Shining, a cui Zombie sembra volersi ispirare nella tecnica registica con richiami insistenti alla camera 237 e a scena di orrore oniriche; eppure quel film è inquietante perché al di là del sangue che inonda i corridoi il male vi abitava in maniera concreta, fisica, nella persona del padre psicopatico armato di ascia. Nel film di Zombi tolte le croci al neon e i caproni cosa rimane invece, delle vecchiette armate di padelle e con le pocce all'aria. No, non convince fino in fondo. Anche se c'è molto di buono ed è un film da vedere.
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no_data
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domenica 8 novembre 2015
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film senza capo nè coda
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troppo lento. di una noia mortale.
sembrava promettere bene.
vecchie pazze che invocano Satana per tre quarti del film e alla fine ottengono un neonato-blatta.
Musica del vinile oscena e ripetitiva. Rumore del vinile.
Unica scena che mi ha turbato: Madonna inversa.
Fastidioso, ma non pruriginoso.
Effetti speciali squallidi, scene senza un senso logico.
droghe a caso senza un perchè.
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emanuelemarchetto
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sabato 18 marzo 2017
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un atto d'amore
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La rocker Heidi lavora come DJ per un'emittente radio locale e forma il Big H Radio insieme a Whitey e Munster Herman. Un giorno arriva in sede un misterioso disco in vinile spedito dai "Lord". La ragazza pensa si tratti di una nuova rock band in cerca di visibilità, ma appena trasmette il disco tutte le donne in ascolto ne vengono influenzate rimanendo immobili.
Difficile raccontare la trama di un film totalmente anarchico.
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La rocker Heidi lavora come DJ per un'emittente radio locale e forma il Big H Radio insieme a Whitey e Munster Herman. Un giorno arriva in sede un misterioso disco in vinile spedito dai "Lord". La ragazza pensa si tratti di una nuova rock band in cerca di visibilità, ma appena trasmette il disco tutte le donne in ascolto ne vengono influenzate rimanendo immobili.
Difficile raccontare la trama di un film totalmente anarchico. Rob Zombie recupera una sua vecchia sceneggiatura per realizzare una pellicola che si rifà, come sempre nei suoi film, all'estetica del cinema horror anni '70, ma senza una struttura narrativa rigida. I pochi spunti di trama, che il regista ci concede nei primi minuti, vengono via via abbandonati per lasciare spazio ad una narrazione sempre in bilico tra sogno, realtà ed allucinazione, dove la tensione stringe sempre di più il cappio intorno al collo della protagonista e, di conseguenza, anche allo spettatore, il quale non ha più certezze. Le tematiche affrontate sono tante, come la satira verso il genere metal, che poi si trasforma in omaggio quando scopriamo che il concerto finale si terrà in un teatro lirico; oppure i continui riferimenti blasfemi alla religione, dove trova spazio anche un prete maniaco. Tutto questo sfocia in una sequenza psichedelica dove simboli satanici e cristiani si mescolano fino a trasformare la protagonista in una vergine Maria dal velo rosso, posta sopra un cumulo di cadaveri. Questa sequenza inizia con un'inquadratura che ho personalmente trovato geniale: il faccione di Gesù ripreso in primo piano contornato da colori fluo; l'inquadratura si allarga lentamente mostrando che in realtà l'icona cristiana fa parte di una lampada kitsch realmente in commercio. In questa immagine il regista sembra voler ironizzare sull'ipocrisia della chiesa e sui sui adepti, che "crocifiggono" chiunque si prenda gioco dei loro simboli, quando in realtà sono loro i primi ad averli svenduti e ridicolizzati.
A tutti coloro che, dopo aver letto questa piccola recensione pensino "non è il mio genere", si ricredano. The Lords of Salem è un'opera unica e irripetibile che merita di essere vista e rivista.
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elray
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domenica 29 settembre 2013
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all tomorrow's parties
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Un film clamoroso, ibrido, derivativo e nello stesso tempo unico e originale. Un accumulo di nefandezze sparse e simbologie sinistre incanalano il film verso un baratro morale che coincide con un climax videoclip-arty eccentrico e geniale.
La pellicola è pervasa da un senso di allucinata follia che trasmuta la protagonista da voce ispirante ad angelo della morte, crudele e vendicativo. A scene di vita ordinaria si alternano momenti di lirismo blasfemo, iconoclasta e provocatorio. Potenti come un caprone che non può essere domato.
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Un film clamoroso, ibrido, derivativo e nello stesso tempo unico e originale. Un accumulo di nefandezze sparse e simbologie sinistre incanalano il film verso un baratro morale che coincide con un climax videoclip-arty eccentrico e geniale.
La pellicola è pervasa da un senso di allucinata follia che trasmuta la protagonista da voce ispirante ad angelo della morte, crudele e vendicativo. A scene di vita ordinaria si alternano momenti di lirismo blasfemo, iconoclasta e provocatorio. Potenti come un caprone che non può essere domato. Estetiche e perfette come una messa senza contenuto nella quale un coro di morti ammazzati canta ispirato All Tomorrow's Parties.
Eccentrico, contemporaneo, meta-cinematografico il film di Rob Zombie rappresenta la voglia di uscire dai dogmi del cinema classico, abbattere le barriere del senso comunemente accettato di rappresentazione per avvicinarsi ad un linguaggio ed un ritmo personale e anarchico. Rappresenta l'amore verso una materia, quella artistica, che non può essere recintata e censurata ma al contrario ha bisogno di sperimentazioni e spazi vuoti per aprire le sue immense ali.
Un senso d'angoscia crescente accompagna la visione del film. Creature Faustiane immonde e strane appaiono come presenze mimetizzate del quotidiano. La porta fisica del pianerottolo diventa porta della mente capace di viaggi temporali e semantici. Illuminante o corrotta, liberatrice o folle a seconda della prospettiva e della distanza.
The Lord of Salem è un film su se stesso. Autocelebrativo ed estetico. Che in una cavalcata barocca e trashcore da valore morale alla forma e ne decreta la vittoria su ogni tipo di contenuto. Amen.
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