zoom e controzoom
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mercoledì 3 ottobre 2012
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il problema qual'è ?
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Un film impostato prevalentemente su scene di strip maschile per tre quarti delle riprese, non ha la pretesa di far pensare alla
problematica di un giovanotto che per riuscire ad avere i soldi sufficienti per una sua attività, si adatta a fare lo stripper.
Al di là dei bei corpi, al di là degli accattivanti balletti maschili, al di là delle scene di allegra isteria femminile, c'è troppo poco spazio per le introspezioni di The Kid.
Una problematica che può essere reale, viene presentata in modo troppo fragile sia nella scelta del plot - del tutto prevedibile - che dovrebbe determinare la presa di coscienza di The Kid, sia nell'espressività dello stesso attore, sia nella sceneggiatura che gli viene cucita addosso.
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Un film impostato prevalentemente su scene di strip maschile per tre quarti delle riprese, non ha la pretesa di far pensare alla
problematica di un giovanotto che per riuscire ad avere i soldi sufficienti per una sua attività, si adatta a fare lo stripper.
Al di là dei bei corpi, al di là degli accattivanti balletti maschili, al di là delle scene di allegra isteria femminile, c'è troppo poco spazio per le introspezioni di The Kid.
Una problematica che può essere reale, viene presentata in modo troppo fragile sia nella scelta del plot - del tutto prevedibile - che dovrebbe determinare la presa di coscienza di The Kid, sia nell'espressività dello stesso attore, sia nella sceneggiatura che gli viene cucita addosso.
C'è uno scadimento compiacente della bella ripresa su dei bei corpi, un fatto epidermico che allontana dal contenuto che poteva essere interessante se trattato decisamente da "dietro le quinte".
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regi1991
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martedì 2 ottobre 2012
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il palco mette in ombra le vere potenzialità
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Mike è un ragazzo che sogna di aprire un'attività che gli permetta di vendere i mobili fatti da lui stesso, ma le banche non concedono prestiti facilmente. Per mantenersi esercita molteplici lavori, ma il principale impiego è quello di spogliarellista nel locale Xquisite di Tampa, dove Mike è Magic Mike, la star principale. Il titolare del locale è Dallas che punta ad espandere lo spettacolo fino a Miami, dove ha promesso che Mike che diventerà suo socio in affari.
Adam è invece un diciannovenne che vive a Tampa con la sorella maggiore Brooke, il ragazzo, con poca voglia di fare, non trova un lavoro stabile e, dopo aver conosciuto Mike, si ritrova nel locale di Dallas a dover improvvisare uno spogliarello che lo porterà ad entrare nel team dello Xquisite.
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Mike è un ragazzo che sogna di aprire un'attività che gli permetta di vendere i mobili fatti da lui stesso, ma le banche non concedono prestiti facilmente. Per mantenersi esercita molteplici lavori, ma il principale impiego è quello di spogliarellista nel locale Xquisite di Tampa, dove Mike è Magic Mike, la star principale. Il titolare del locale è Dallas che punta ad espandere lo spettacolo fino a Miami, dove ha promesso che Mike che diventerà suo socio in affari.
Adam è invece un diciannovenne che vive a Tampa con la sorella maggiore Brooke, il ragazzo, con poca voglia di fare, non trova un lavoro stabile e, dopo aver conosciuto Mike, si ritrova nel locale di Dallas a dover improvvisare uno spogliarello che lo porterà ad entrare nel team dello Xquisite.
Mike continua a cercare di realizzare il suo sogno di vendere mobili e nel frattempo promette a Brooke di prendersi cura di Adam, ma il giovane prende strade sempre più esagerate e pericolose. L'evolversi della vicenda porta Mike ad innamorarsi di Brooke ed essere sempre meno Magic, mentre Adam si fa sempre più coinvolgere dalla vita di divertimento sfrenato che conduce il gruppo dello Xquisite mettendosi spesso nei guai.
Il film mostra la vita degli spogliarellisti da ottiche diverse, Mike si esibisce per un umile ed apprezzabile futuro, mentre Adam lo fa per guadagnare soldi divertendosi, senza preoccuparsi del domani. In mezzo poi c'è Brooke, una sorella che non vuole accettare di vedere il fratello rovinarsi la vita, ma che allo stesso tempo capisce che Mike fa di tutto per aiutarlo, anche più del dovuto. I temi che ci racconta la pellicola di Steven Soderbergh sono sviluppati in modo chiaro e ben rispecchiati nelle vite dei 2 amici spogliarellisti. Temi che però sono poco approfonditi, lasciando spazio allo spettacolo e alle esibizioni sul palco che faranno sicuramente piacere alle donne, ma che fanno perdere spessore al film. Channing Tatum, dopo Step Up, dimostra ancora una volta la sua bravura nel ballo che rende Mike davvero Magic e si fa apprezzare anche nell'interpretazione del personaggio, grandissimo Matthew McConaughey/Dallas, meno brillante Alex Pettyfer/Adam, che comunque non se la cava affatto male, come pure Cody Horn/Brooke. Film discreto, dalle potenzialità grandi ma decisamente poco sfruttate, se non ai fini del botteghino.
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paolorol
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martedì 2 ottobre 2012
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50 sfumature di poco & niente
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Come l'ignobile ma milionaria trilogia pseudo-para-pornografica della James il sottoprodotto di Soderbergh è stato forse pensato per un pubblico femminile molto contemporaneo, che da un lato continua ad essere attratto ed eccitato dagli stereotipi più scontati del romanticismo decadente e fiabesco e dall'altro da modelli più prettamente maschili di piacere, basato sui sensi più che sulle fantasie.
E' ,in altre parole, un filmetto rosa della peggior specie dove il moralismo pare assente ma in realtà regna sovrano. Il protagonista è una specie di santo laico che attraversa indenne un percorso ad ostacoli per poi raggiungere il suo obiettivo: trovare il vero amore in una insignificante ragazza senza qualità e iniziare una vita finalmente pulita ed onesta.
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Come l'ignobile ma milionaria trilogia pseudo-para-pornografica della James il sottoprodotto di Soderbergh è stato forse pensato per un pubblico femminile molto contemporaneo, che da un lato continua ad essere attratto ed eccitato dagli stereotipi più scontati del romanticismo decadente e fiabesco e dall'altro da modelli più prettamente maschili di piacere, basato sui sensi più che sulle fantasie.
E' ,in altre parole, un filmetto rosa della peggior specie dove il moralismo pare assente ma in realtà regna sovrano. Il protagonista è una specie di santo laico che attraversa indenne un percorso ad ostacoli per poi raggiungere il suo obiettivo: trovare il vero amore in una insignificante ragazza senza qualità e iniziare una vita finalmente pulita ed onesta. Chi glielo fa fare? A questa domanda il film non da risposte, è peggio di Formicone e Berlusconi messi assieme.
Si salvano alcune scene di ballo, ma sono pochi minuti. Il resto è un ritratto a tinte neanche tanto forti di un mondo che il film non riesce a rappresentare.
Soderbergh non era mai sceso così in basso.
Il raffronto con Full Monty non ha senso, sono due cose completamente diverse, prodotti accomunati solo dal fatto di essere due totali idiozie per le quali non vale la pena spendere nè tempo nè denaro.
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robypisanu89
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martedì 2 ottobre 2012
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originale
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Film guardabile e originale...
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brian77
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lunedì 1 ottobre 2012
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questo è cinema, full monty no
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Niente male, Soderbergh ormai si diverte a svariare, prendere i progetti e i personaggi più svariati e farci sopra il suo film con libertà e piacere di filmare. Ma per favore, non paragoniamolo a Full Monty!!!! Questo è un film di un regista, ogni scena ha un senso cinematografico, Full Monty era una sciocchezzuola per un pubblico salottiero! Soderbergh fa parte della storia del cinema, Full Monty al massimo fa parte della storia del costume.
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(di johnny1988)
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[+] soderbergh resterà, peter cattaneo non è nessuno
(di brian77)
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ashtray_bliss
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domenica 30 settembre 2012
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magic mike tra splendore e sconforti.
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Il nostro eroe MIKE cosi eroe non e' e questo perche', in fin dei conti, e' il solito bravo ragazzo americano che pensa al futuro e alla famiglia .Chi andra a vedere questo film deve sapere che non contiene ne scene di sesso ne volgarita' gratuite. A me e piaciuto perche mi ha permesso di curiosare in un certo tipo di spettacolo per signore sole o variamente deluse dal loro maschietto dove forse non avrei coraggio di entrare .Tutto sommato mi e sembrato un bel esercizio di ginnastica a corpo libero con buoni sentimenti rifiuto di droghe e facili fallimenti futuri [ per cedimento del fisico ] con un finale scontato ma voluto e inseguito dal ns. MIKE. Gli attori reggono bene e con spontaneita i rispettivi ruoli bravi nei movimenti sexy e veloci mai volgari .
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Il nostro eroe MIKE cosi eroe non e' e questo perche', in fin dei conti, e' il solito bravo ragazzo americano che pensa al futuro e alla famiglia .Chi andra a vedere questo film deve sapere che non contiene ne scene di sesso ne volgarita' gratuite. A me e piaciuto perche mi ha permesso di curiosare in un certo tipo di spettacolo per signore sole o variamente deluse dal loro maschietto dove forse non avrei coraggio di entrare .Tutto sommato mi e sembrato un bel esercizio di ginnastica a corpo libero con buoni sentimenti rifiuto di droghe e facili fallimenti futuri [ per cedimento del fisico ] con un finale scontato ma voluto e inseguito dal ns. MIKE. Gli attori reggono bene e con spontaneita i rispettivi ruoli bravi nei movimenti sexy e veloci mai volgari .Si merita un buon voto, ma non andiamo oltre.
Consigliato.
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johnny1988
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venerdì 28 settembre 2012
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meglio full monty
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Budget di 7 milioni di dollari, una cifra giusta per illudere il pubblico che si tratti del cosiddetto "indipendent movie", quando di dipendenze ne mostra parecchie! Una firma come quella di Soderbergh, figura ormai sul viale del tramonto, un uomo che come il capo dello strip clup si esibisce in un'ultima performance. Ma se Matthew McConaughey sembra ancora non aver consumato le sue ultime cartucce, il regista sembra aver gettato la spugna. La classicità latente a cui Soderbergh ci ha abituati ci è nota tanto quanto il successo che riscuote sempre nell'immaginario dello spettatore comune, nostalgico del cinema standard. Ma ben inteso, parliamo di quel vecchio cinema di belle maniere senza autocompiacimenti e tratti da sceneggiature piacevoli.
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Budget di 7 milioni di dollari, una cifra giusta per illudere il pubblico che si tratti del cosiddetto "indipendent movie", quando di dipendenze ne mostra parecchie! Una firma come quella di Soderbergh, figura ormai sul viale del tramonto, un uomo che come il capo dello strip clup si esibisce in un'ultima performance. Ma se Matthew McConaughey sembra ancora non aver consumato le sue ultime cartucce, il regista sembra aver gettato la spugna. La classicità latente a cui Soderbergh ci ha abituati ci è nota tanto quanto il successo che riscuote sempre nell'immaginario dello spettatore comune, nostalgico del cinema standard. Ma ben inteso, parliamo di quel vecchio cinema di belle maniere senza autocompiacimenti e tratti da sceneggiature piacevoli. E qui dobbiamo dar merito al regista. Ma parliamo anche - ed è giusto metterlo alla berlina - di un cinema, quasi il più delle volte, senza arte nè parte. Lo vediamo bene in Solaris, Intrigo a Berlino, Erin Brokovich, Ocean solo per citare esempi. Soderbergh sa sempre rinnovare ESTETICAMENTE storie intelligenti scritte prima di lui, e ciò che può sembrare più personale non si rivela mai farina del suo sacco. E usciamo dalla sala con un vuoto incolmabile, comprensibile solo alla luce della lettura generale della sua filmografia. E' sempre innegabile il talento visivo della regia e dell'abilità di un uomo che sa sfruttare il mercato più diretto. La trama (ma poi, quale trama?!) punta vincente su stalloni più da monta veloce che da "sussurri" eterni. Sorprendenti i pirotecnicismi di Tatum, la scultura degli stripper (che spinge semmai sempre più ad abbonarsi alle palestre per reggere il confronto col quotidiano sociale), ma imbarazzanti i tentativi fasulli di costruire una trama laddove ce n'era troppo bisogno per non dare solo l'impressione che si pagasse il biglietto per sentire il sudore del pubblico. A ben riflettere si nota facilmente l'analogia fra l'immagine e la possibile realtà di uno strip club, ma il cinema ci deve dare anche la possibilità di sognare su dei modelli di riferimento, e non solo forse mettere a nudo (quasi letteralmente) tutta (quasi letteralmente) la frustrazione di un regista che sembra rassegnarsi all'idea di non avere nulla da dire o confessare la propria mediocrità artistica. E lo vediamo bene: da un autoburlesco McConaughey (già citazione di un altro precedente autoironico Brad Pitt per i più originali Coen) a una confessione campata a forza di un bovino Tatum (che ricorda più Step Up o Zoolander!!), da una materna quanto irritante "brava ragazza" (anni luce lontana dalla purezza della Fata Turchina) a un altro manzo come Alex Pettyfer che pare fare il verso ai divi degli anni '50 o al dramma del Berry Lyndon dei poveri. Un film che non ha niente da dire e non ispira sensualità nelle donne (alzi la mano chi vuole invece mettere in discussione la propria intelligenza) nè provoca gli uomini più ostili. Quello che si vede è gente che ha imparato a fingersi un dio davanti a uno specchio. Ottimo spunto, per quanto abusato, ma qui è fallimentare. Un film impossibile da non sapere di già visto, dalla tv a Full Monty (un capolavoro al confronto!), sebbene si salvino chicche ironiche come gli stripper dietro le quinte che si pompano proprio di tutto o battute come "Quante bocche hai messo incinte?". Di spessore c'è solo l'addominale e il tanga. E il finale è troppo consolatorio e spiccio per non alimentare il dubbio che Soderbergh sia consapevole di tutto ciò o meno.
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anna bells
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venerdì 28 settembre 2012
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di magico si è visto ben poco.
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Dopo aver concesso al mio respiro di tornare regolare, grazie a qualche balletto seducente, ben orchestrato e sul quale si è basato praticamente tutto il film, cercherò di analizzare a mente lucida, senza quei fisici statuari e decisamente idonei al compito a loro assegnato, a distrarmi dal mio arduo compito di smontare e distruggere uno dei film più attesi di questo settembre cinematografico. Se Matthew McConaughey si stesse ancora chiedendo come sia possibile “Farsi lasciare in 10 giorni” dopo questa sua performance da attore in declino (il suo fondoschiena regge bene l’età comunque) lo saprà sicuramente presto, con la differenza che ha scaricarlo saranno probabilmente produttori seri e registi di spessore.
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Dopo aver concesso al mio respiro di tornare regolare, grazie a qualche balletto seducente, ben orchestrato e sul quale si è basato praticamente tutto il film, cercherò di analizzare a mente lucida, senza quei fisici statuari e decisamente idonei al compito a loro assegnato, a distrarmi dal mio arduo compito di smontare e distruggere uno dei film più attesi di questo settembre cinematografico. Se Matthew McConaughey si stesse ancora chiedendo come sia possibile “Farsi lasciare in 10 giorni” dopo questa sua performance da attore in declino (il suo fondoschiena regge bene l’età comunque) lo saprà sicuramente presto, con la differenza che ha scaricarlo saranno probabilmente produttori seri e registi di spessore.
Peccato, l’idea era di per se molto azzeccata, così come la scelta degli attori, indubbiamente sexy. Il film però ha perso attrattiva già dopo il primo balletto, quando si è capito che l’unica cosa che una spettatrice poteva fare era attendere con ansia il balletto successivo, con la speranza che le scene, dove non si spogliavano, durassero meno di un minuto (forse un minuto era troppo lungo da sopportare). Questo perché i dialoghi sembrano scritti da un ragazzino delle elementari e l’espressività con cui vengono recitati è ancora peggio dei dialoghi stessi.
D’accordo non mi aspettavo di vedere un film candidato all’oscar, ma a livello di storia e di trama: si pretendevo qualcosa in più, si poteva indubbiamente fare meglio. Come ho detto però , tutto ciò che questo film fa non è altro che farti desiderare di vedere i protagonisti in mutande, con la bocca ben chiusa, evitando così di sentirli dire emerite stupidaggini. Non sono ipocrita, è stato un bel vedere ma come sappiamo bene, noi donne vogliamo anche l’amore nei film e in “Magic Mike” la storia d’amore tra Mike e la biondina svampita (sorella di Adam)… di cui non ricordo il nome ma so che inizia per B è stata noiosa, piatta e senza emozione, un po’ come le storie che nascono sul trono di Uomini e Donne, per capirci. Lei che non ha sorriso mezza volta in tutto il film e che non ha cambiato sguardo o espressione per tutta la sua durata, non riuscivo a capire se stesse recitando o stesse comprando frutta in un negozio sotto casa, nessuna differenza a mio avviso. Una storia correlata da un ex ancora più noioso della sorella di Adam e che sparisce dalle scene senza spiegazione alcuna, un ruolo più insulso non potevano trovarlo,forse un riempitivo?.
Sorvoliamo su come si sia cercato di affrontare temi attuali e sociali come la droga, una decisione presa come se mancasse qualcosa, come se il film dovesse obbligatoriamente, per un istante, tornare serio, come se volesse passare il messaggio : <>. Altro esempio: il tema dell’amicizia, un’amicizia che ancora non riesco a capire dove sia nata e come (tra Mike e Adam). Il messaggio che è arrivato a me personalmente è stato soltanto uno : Non vogliamo solo farli spogliare, vogliamo anche dare un senso a questo film: Mi dispiace non ci siete riusciti. L’unica cosa decente in un film che non consiglio sono stati gli spogliarelli e per vedere quelli basta andare su Youtube e non spendere 8 euro per un biglietto del cinema.
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babagi
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venerdì 28 settembre 2012
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...perchè io valgo!il film invece...
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Mike ha un lavoro, Mike ha tante donne, Mike si diverte. E questo, beh, lo rende davvero magico e soprattutto un soggetto “forte” (anche al botteghino!). Ma siamo in tempi di crisi e tutto va riletto sotto altre prospettive. Muratore di giorno e spogliarellista di notte, vuole racimolare abbastanza soldi da aprire un’attività in proprio di mobili. Diciamo che l’idea iniziale è un lavoro un po’ “speciale” e temporaneo che gli permetta di realizzare il suo sogno. Ma su quel palco non è uno dei tanti, Mike è la star del locale e il braccio destro del proprietario. Tutti sanno perché è li, ma tutti, sembrano convinti che tanto non se ne andrà mai, che non ha alternative e che il sogno è quello che sta vivendo.
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Mike ha un lavoro, Mike ha tante donne, Mike si diverte. E questo, beh, lo rende davvero magico e soprattutto un soggetto “forte” (anche al botteghino!). Ma siamo in tempi di crisi e tutto va riletto sotto altre prospettive. Muratore di giorno e spogliarellista di notte, vuole racimolare abbastanza soldi da aprire un’attività in proprio di mobili. Diciamo che l’idea iniziale è un lavoro un po’ “speciale” e temporaneo che gli permetta di realizzare il suo sogno. Ma su quel palco non è uno dei tanti, Mike è la star del locale e il braccio destro del proprietario. Tutti sanno perché è li, ma tutti, sembrano convinti che tanto non se ne andrà mai, che non ha alternative e che il sogno è quello che sta vivendo. Mike non fa un percorso di redenzione perché è ben cosciente di che cosa fa in quel locale e di che cosa rappresenta per le donne che assistono e partecipano ai suoi show. Per tutto il film pensa di poter Essere e di poter Avere senza che le due sfere di azione possano in qualche modo confondersi e questo è lo sbaglio/abbaglio che lo porterà, però, alla fine sulla retta via. Non c’è pentimento, ma la constatazione di non riuscire a mantenere separato ciò che è da ciò che fa e nonostante ribadisca più volte “io non sono il mio lavoro”, finisce per rendersi conto di dover scegliere per non rischiare di perdere tutto, dimostrando che forse vale più dei soldi che fa uscire dalle borsette delle donne.
Film che non ha deluso le (poche) aspettative: contenuti frivoli adatti ad un pubblico femminile in aria di “festa della donna”, un Matthew McConaughey che alza la media voto degli attori e qualche trovata e carrellata registica che rialza il morale.
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paolice
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giovedì 27 settembre 2012
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e' una perdita di tempo e di soldi
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Non ci si attende molto da un film del genere, ma certamente mi sarei aspettata di passare un paio d'ore divertenti. Non è stato così. E' di una lentezza insostenibile, povero di dialoghi e contenuti. Non risulta avere una trama ben definita e i personaggi (soprattutto quelli secondari) sembrano essere poco collegati l'uno con l'altro. A tratti si ride per l'eccesso di volgarità delle scene, ma non vi aspettate di guardare un film piacevole. Il personaggio interpretato da matthew mcconaughey è veramente ben riuscito, ma per il resto, a mio avviso, è stato un flop. Ho avuto più volte la tentazione di abbandonare la sala e quando ho visto la fine... Bhe mi sono pentita di non averlo fatto!
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