jaylee
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martedì 25 settembre 2012
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dentro il pacco, niente
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Steven Soderbergh è uno dei registi più quotati di Hollywood,capace di sfornare tutta una serie di pellicole che spaziano dal commerciale puro ma di un certo livello (Ocean’s 11, 12 e 13, Erin Brockovich), fino al mainstream più raffinato (Traffic, Solaris, Contagion), ma anche qualche puntata nel decisamente impegnato (la biografia di El Che –Guevara ovviamente), o allo sperimentale (Bubble).
Eclettico, ma anche discontinuo, rimane comunque un nome di richiamo e in qualche modo di “garanzia” sul prodotto finale. Purtroppo Magic Mike, rimarrà, almeno sino al prossimo film, il punto più basso della carriera del regista originario di Atlanta.
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Steven Soderbergh è uno dei registi più quotati di Hollywood,capace di sfornare tutta una serie di pellicole che spaziano dal commerciale puro ma di un certo livello (Ocean’s 11, 12 e 13, Erin Brockovich), fino al mainstream più raffinato (Traffic, Solaris, Contagion), ma anche qualche puntata nel decisamente impegnato (la biografia di El Che –Guevara ovviamente), o allo sperimentale (Bubble).
Eclettico, ma anche discontinuo, rimane comunque un nome di richiamo e in qualche modo di “garanzia” sul prodotto finale. Purtroppo Magic Mike, rimarrà, almeno sino al prossimo film, il punto più basso della carriera del regista originario di Atlanta.
la trama è ambientata in Florida e ha come protagonista Mike (Channing Tatum) di giorno imprenditore ed artigiano e di notte stella dell’Exquisite, locale per sole donne dove si esibisce come spogliarellista e ballerino nel locale di Dallas (Matthew Mc Conaughey); accoglierà nella sua tribù di muscolosi adoni il giovane Adam (Alex Pettyfer) e conoscerà la sorella di lui Brooke (Cody Horn). Nell’arco di 3 mesi, il film ci mostra Mike che si esibisce per raccogliere abbastanza denaro per lanciare la sua impresa artigianale, ma nel frattempo succederanno contrattempi che incideranno pesantemente sul suo modo di pensare e sul suo stile di vita…
inutile aggiungere dettagli alla trama, perché ad essere sinceri, e tematiche “scabrose” a parte, si tratta di un percorso di “redenzione” scontato e anche moralisticheggiante. che più scontato non si può. Non c’è una sola sorpresa nel film, e tutto si sviluppa (storia romantica inclusa) come da copione standard di Hollywood.
Punto di forza del film sono senz’altro le coreografie di questi omaccioni in tanga che sono assolutamente ben fatte (davvero bravo Channing Tatum), ma purtroppo finiscono col diventare l’ossatura unica del film, patinate, ben dirette, ma non certo più di un qualunque Step Up. Soderbergh vuole evidenziare tutte le contraddizioni di un Sogno Americano che si nutre di illusioni temporanee, fino a che l’illusione sostituisce il sogno per permettere agli individui di sopravvivere, una gigantesca ruota del criceto dove per avere successo corri senza pensare dove o come o perché. In qualche modo lo fa, anche arricchendo il tutto con alcuni stilemi classici del suo repertorio, come la luce dorata di alcune scene o alcuni stacchi netti; ma la storia risulta così povera e le recitazioni così poco interessanti (tra un Tatum mono-espressione, una Horn perennemente ingrugnita, un Pettyfer piatto ed un McConaughey – il meno peggio del gruppo, il che è tutto dire- intento a fare il verso al Tom Cruise di Magnolia) da rendere incomprensibili le motivazioni per cui il regista abbia accettato di girare questo bel “pacco” (ogni doppio senso è puramente voluto).
In definitiva, Magic Mike è una buona alternativa economica per l'uscita tra amiche per La Festa delle Donne… forse il lancio del dvd cadrà proprio a pennello (www.versionekowalski.it).
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paolice
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giovedì 27 settembre 2012
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e' una perdita di tempo e di soldi
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Non ci si attende molto da un film del genere, ma certamente mi sarei aspettata di passare un paio d'ore divertenti. Non è stato così. E' di una lentezza insostenibile, povero di dialoghi e contenuti. Non risulta avere una trama ben definita e i personaggi (soprattutto quelli secondari) sembrano essere poco collegati l'uno con l'altro. A tratti si ride per l'eccesso di volgarità delle scene, ma non vi aspettate di guardare un film piacevole. Il personaggio interpretato da matthew mcconaughey è veramente ben riuscito, ma per il resto, a mio avviso, è stato un flop. Ho avuto più volte la tentazione di abbandonare la sala e quando ho visto la fine... Bhe mi sono pentita di non averlo fatto!
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anna bells
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venerdì 28 settembre 2012
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di magico si è visto ben poco.
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Dopo aver concesso al mio respiro di tornare regolare, grazie a qualche balletto seducente, ben orchestrato e sul quale si è basato praticamente tutto il film, cercherò di analizzare a mente lucida, senza quei fisici statuari e decisamente idonei al compito a loro assegnato, a distrarmi dal mio arduo compito di smontare e distruggere uno dei film più attesi di questo settembre cinematografico. Se Matthew McConaughey si stesse ancora chiedendo come sia possibile “Farsi lasciare in 10 giorni” dopo questa sua performance da attore in declino (il suo fondoschiena regge bene l’età comunque) lo saprà sicuramente presto, con la differenza che ha scaricarlo saranno probabilmente produttori seri e registi di spessore.
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Dopo aver concesso al mio respiro di tornare regolare, grazie a qualche balletto seducente, ben orchestrato e sul quale si è basato praticamente tutto il film, cercherò di analizzare a mente lucida, senza quei fisici statuari e decisamente idonei al compito a loro assegnato, a distrarmi dal mio arduo compito di smontare e distruggere uno dei film più attesi di questo settembre cinematografico. Se Matthew McConaughey si stesse ancora chiedendo come sia possibile “Farsi lasciare in 10 giorni” dopo questa sua performance da attore in declino (il suo fondoschiena regge bene l’età comunque) lo saprà sicuramente presto, con la differenza che ha scaricarlo saranno probabilmente produttori seri e registi di spessore.
Peccato, l’idea era di per se molto azzeccata, così come la scelta degli attori, indubbiamente sexy. Il film però ha perso attrattiva già dopo il primo balletto, quando si è capito che l’unica cosa che una spettatrice poteva fare era attendere con ansia il balletto successivo, con la speranza che le scene, dove non si spogliavano, durassero meno di un minuto (forse un minuto era troppo lungo da sopportare). Questo perché i dialoghi sembrano scritti da un ragazzino delle elementari e l’espressività con cui vengono recitati è ancora peggio dei dialoghi stessi.
D’accordo non mi aspettavo di vedere un film candidato all’oscar, ma a livello di storia e di trama: si pretendevo qualcosa in più, si poteva indubbiamente fare meglio. Come ho detto però , tutto ciò che questo film fa non è altro che farti desiderare di vedere i protagonisti in mutande, con la bocca ben chiusa, evitando così di sentirli dire emerite stupidaggini. Non sono ipocrita, è stato un bel vedere ma come sappiamo bene, noi donne vogliamo anche l’amore nei film e in “Magic Mike” la storia d’amore tra Mike e la biondina svampita (sorella di Adam)… di cui non ricordo il nome ma so che inizia per B è stata noiosa, piatta e senza emozione, un po’ come le storie che nascono sul trono di Uomini e Donne, per capirci. Lei che non ha sorriso mezza volta in tutto il film e che non ha cambiato sguardo o espressione per tutta la sua durata, non riuscivo a capire se stesse recitando o stesse comprando frutta in un negozio sotto casa, nessuna differenza a mio avviso. Una storia correlata da un ex ancora più noioso della sorella di Adam e che sparisce dalle scene senza spiegazione alcuna, un ruolo più insulso non potevano trovarlo,forse un riempitivo?.
Sorvoliamo su come si sia cercato di affrontare temi attuali e sociali come la droga, una decisione presa come se mancasse qualcosa, come se il film dovesse obbligatoriamente, per un istante, tornare serio, come se volesse passare il messaggio : <>. Altro esempio: il tema dell’amicizia, un’amicizia che ancora non riesco a capire dove sia nata e come (tra Mike e Adam). Il messaggio che è arrivato a me personalmente è stato soltanto uno : Non vogliamo solo farli spogliare, vogliamo anche dare un senso a questo film: Mi dispiace non ci siete riusciti. L’unica cosa decente in un film che non consiglio sono stati gli spogliarelli e per vedere quelli basta andare su Youtube e non spendere 8 euro per un biglietto del cinema.
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abigeil
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domenica 23 settembre 2012
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non staccare gli occhi dallo schermo
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Beh, un film così ci voleva!Non facevano un film sullo streep maschile dall'anno di "Squattrinati organizzati".Questo film io, al posto del produttore lo avrei portato al cinema il giorno della festa della donna. Mike è un poco più che trentenne, che di giorno costruisce mobili e tetti, ma di notte si trasforma in "Magic Mike" il mago delle eccita passere!!Notevoli i movimenti del Tatum le cui doti ballerine avevamo già avuto modo di notare in Step up (magica la performance in cui dalla tuta si intravede un perizoma rosso)muovendosi come un serpente fa venire quasi un infarto alle spettatrici.Al gruppo formato da cinque spogliarellisti, che ogni sera si trasformano in Ken, Tarzan, sexy marinai, esibendosi in un locale di Tampa(gestito da Matthew McConaughey formidabile, un pò fuori dalle righe) si agguige Adam un bel pezzo di ragazzo, che conosce Mike di giorno, quindi quando costruisce tetti.
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Beh, un film così ci voleva!Non facevano un film sullo streep maschile dall'anno di "Squattrinati organizzati".Questo film io, al posto del produttore lo avrei portato al cinema il giorno della festa della donna. Mike è un poco più che trentenne, che di giorno costruisce mobili e tetti, ma di notte si trasforma in "Magic Mike" il mago delle eccita passere!!Notevoli i movimenti del Tatum le cui doti ballerine avevamo già avuto modo di notare in Step up (magica la performance in cui dalla tuta si intravede un perizoma rosso)muovendosi come un serpente fa venire quasi un infarto alle spettatrici.Al gruppo formato da cinque spogliarellisti, che ogni sera si trasformano in Ken, Tarzan, sexy marinai, esibendosi in un locale di Tampa(gestito da Matthew McConaughey formidabile, un pò fuori dalle righe) si agguige Adam un bel pezzo di ragazzo, che conosce Mike di giorno, quindi quando costruisce tetti. Adam è un ragazzo semplice che desidera guadagnare un pò di soldi facili e divertirsi contemporaneamente, Mike lo indirizza al mestiere di spogliarellista. Chi va al cinema per guardare questo film, certo non aspetti solo di vedere bei ragazzi che ballano mezzi nudi, non c'è solo fisicità, ma anche sentimenti che vanno interpetrati, ad esempio il senso di solitudine di Mike che si avverte quando cerca di avere una conversazione con Joanna, che invece lei liquida con la scusa di andarsene. Il finale non è proprio un happy ending, Mike probabilmente inizia una storia con la sorella di Adam decidendo di lasciare il lavoro di spogliarellista, Adam continua con il suo spogliarello e probabilmente anche a drogarsi. In un mondo di alternativo di lustrini e trasformisti l'unico personaggio più vicino alla realtà è proprio la sorella di Adam, che alla fine riuscirà a far entrare nel mondo della normalità anche Mike che diventa semplicemente Mike, non più Magic.
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marcocremona
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lunedì 24 settembre 2012
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anche l'uomo ha un corpo
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In una sala completamente invasa da ragazze (anche sopra i 50 anni) urlanti e anche un pò sboccate mi sono goduto un film davvero piacevole. Come sempre Soderberg non promette mari e monti ma porta a termine il compitino cercando cmq di aggiungere ad una storia banalotta (l'alievo supera il maestro ma non è sempre un bene) alcune sottotrame interessanti (ad esempio la crisi del capitalismo o la quotidianità delle sostanze stupefacenti). Bravo Tatum. Mefistofelico McConaughey. Bellissima la fotografia soprattutto nelle scene di "mare" con una luce quasi granata. Davvero pessimo il doppiaggio: non so se era un problema della mia sala ma era tutto fuori sincro (credo si dica così).
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In una sala completamente invasa da ragazze (anche sopra i 50 anni) urlanti e anche un pò sboccate mi sono goduto un film davvero piacevole. Come sempre Soderberg non promette mari e monti ma porta a termine il compitino cercando cmq di aggiungere ad una storia banalotta (l'alievo supera il maestro ma non è sempre un bene) alcune sottotrame interessanti (ad esempio la crisi del capitalismo o la quotidianità delle sostanze stupefacenti). Bravo Tatum. Mefistofelico McConaughey. Bellissima la fotografia soprattutto nelle scene di "mare" con una luce quasi granata. Davvero pessimo il doppiaggio: non so se era un problema della mia sala ma era tutto fuori sincro (credo si dica così). C'è pure un pò di fantascienza: uno stripper fisicatissimo e curatissimo pure nelle sopracciaglia con la passione dell'arredamento e dei mobili ricilati non può essere eterosessuale! Come sempre penso che Tatum abbia un paio d'orecchie troppo piccole su un collo troppo grosso. Dannata invidia.
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[+] esperienza diversa
(di sessantasette)
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[+] bravo tatum??
(di johnny1988)
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gabriele.vertullo
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martedì 25 settembre 2012
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luci ed ombre nel mondo dello strip maschile
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I vibranti spogliarellisti di “Magic Mike” arrivano sui nostri schermi (dopo lo straordinario successo al box office americano e con la promozione strappata alla critica d’oltreoceano) per eccitare tutte le donne del mondo e suscitare l’invidia dei comuni mortali con i loro corpi scultorei; perché quando lo strip club Xquisite apre le sue porte, il palco si trasforma nell’Olimpo, e la deificazione degli aitanti ragazzoni appare evidente dalle urla entusiaste delle spettatrici (di tutte le età).
La storia esplicitamente strizza l’occhio alla biografia dell’attore protagonista Channing Tatum, che a 19 anni lavorò come spogliarellista proprio a Tampa (stessa ambientazione del film).
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I vibranti spogliarellisti di “Magic Mike” arrivano sui nostri schermi (dopo lo straordinario successo al box office americano e con la promozione strappata alla critica d’oltreoceano) per eccitare tutte le donne del mondo e suscitare l’invidia dei comuni mortali con i loro corpi scultorei; perché quando lo strip club Xquisite apre le sue porte, il palco si trasforma nell’Olimpo, e la deificazione degli aitanti ragazzoni appare evidente dalle urla entusiaste delle spettatrici (di tutte le età).
La storia esplicitamente strizza l’occhio alla biografia dell’attore protagonista Channing Tatum, che a 19 anni lavorò come spogliarellista proprio a Tampa (stessa ambientazione del film). Che Tatum sia a “casa” si sente e ce lo trasmette, probabilmente mai così irresistibile nella sua carriera cinematografica.
Nel film Mike è un artista che costruisce mobili con oggetti destinati alla discarica, con il grande sogno di aprirsi un’ attività commerciale propria; per ottenere i mezzi economici sufficienti si improvvisa stripper e muratore, e proprio in cantiere Mike incontra Adam, un ragazzo senza prospettive e senza speranze espulso dal college. Da questo momento si instaura tra i due un rapporto che riecheggia la vicenda wildiana di Dorian Gray e il suo precettore; perché sì, Mike, da mentore, suffraga per l’iniziazione, l’apoteosi e l’inevitabile caduta del giovane neofita, in un mondo in cui l’estetica e l’edonismo appaiono gli unici traguardi desiderabili.
“Magic Mike” non si limita solo ad intrattenere lo spettatore (come fanno invece gli spogliarellisti tutti ormoni e steroidi del club), ma indaga e si insinua come una telecamera dietro le quinte per svelare uno scenario e una realtà spesso fatua ed effimera, evidenziando luci ed ombre di un mondo affogato negli eccessi.
Così Mike diventa emblema e sintomo di una realtà controversa: nello scorrere della storia un focolaio di coscienza si accende in lui che cresce e si alimenta anche (e soprattutto) per gli errori commessi, per la delusione di chi in lui aveva posto fiducia, la Brooke, sorella del giovane Adam, il personaggio più integro e incorrotto della storia; e di chi lui si fidava, Dallas, proprietario del club, interpretato da un egocentrico e vanesio Matthew McConaughey. Negli occhi e nei suoi sguardi vuoti Mike tradisce una forte solitudine e un profondo bisogno di affetti veri e puri, unica soluzione per colmare i vuoti esistenziali solo apparentemente sopperiti nel letto da ragazze di cui non conosceva neanche il nome.
In conclusione “Magic Mike” è un film schietto, che evita ogni via traversa, mostrando una realtà, e raccontando una storia, senza pudore, ma senza volgarità. Il regista Steven Soderbergh ci dimostra ancora una volta di sapere come “muovere” un gruppo di prestanti uomini, dopo la trilogia dei divissimi ladri di “Ocean’s”.
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babagi
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venerdì 28 settembre 2012
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...perchè io valgo!il film invece...
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Mike ha un lavoro, Mike ha tante donne, Mike si diverte. E questo, beh, lo rende davvero magico e soprattutto un soggetto “forte” (anche al botteghino!). Ma siamo in tempi di crisi e tutto va riletto sotto altre prospettive. Muratore di giorno e spogliarellista di notte, vuole racimolare abbastanza soldi da aprire un’attività in proprio di mobili. Diciamo che l’idea iniziale è un lavoro un po’ “speciale” e temporaneo che gli permetta di realizzare il suo sogno. Ma su quel palco non è uno dei tanti, Mike è la star del locale e il braccio destro del proprietario. Tutti sanno perché è li, ma tutti, sembrano convinti che tanto non se ne andrà mai, che non ha alternative e che il sogno è quello che sta vivendo.
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Mike ha un lavoro, Mike ha tante donne, Mike si diverte. E questo, beh, lo rende davvero magico e soprattutto un soggetto “forte” (anche al botteghino!). Ma siamo in tempi di crisi e tutto va riletto sotto altre prospettive. Muratore di giorno e spogliarellista di notte, vuole racimolare abbastanza soldi da aprire un’attività in proprio di mobili. Diciamo che l’idea iniziale è un lavoro un po’ “speciale” e temporaneo che gli permetta di realizzare il suo sogno. Ma su quel palco non è uno dei tanti, Mike è la star del locale e il braccio destro del proprietario. Tutti sanno perché è li, ma tutti, sembrano convinti che tanto non se ne andrà mai, che non ha alternative e che il sogno è quello che sta vivendo. Mike non fa un percorso di redenzione perché è ben cosciente di che cosa fa in quel locale e di che cosa rappresenta per le donne che assistono e partecipano ai suoi show. Per tutto il film pensa di poter Essere e di poter Avere senza che le due sfere di azione possano in qualche modo confondersi e questo è lo sbaglio/abbaglio che lo porterà, però, alla fine sulla retta via. Non c’è pentimento, ma la constatazione di non riuscire a mantenere separato ciò che è da ciò che fa e nonostante ribadisca più volte “io non sono il mio lavoro”, finisce per rendersi conto di dover scegliere per non rischiare di perdere tutto, dimostrando che forse vale più dei soldi che fa uscire dalle borsette delle donne.
Film che non ha deluso le (poche) aspettative: contenuti frivoli adatti ad un pubblico femminile in aria di “festa della donna”, un Matthew McConaughey che alza la media voto degli attori e qualche trovata e carrellata registica che rialza il morale.
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paolorol
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martedì 2 ottobre 2012
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50 sfumature di poco & niente
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Come l'ignobile ma milionaria trilogia pseudo-para-pornografica della James il sottoprodotto di Soderbergh è stato forse pensato per un pubblico femminile molto contemporaneo, che da un lato continua ad essere attratto ed eccitato dagli stereotipi più scontati del romanticismo decadente e fiabesco e dall'altro da modelli più prettamente maschili di piacere, basato sui sensi più che sulle fantasie.
E' ,in altre parole, un filmetto rosa della peggior specie dove il moralismo pare assente ma in realtà regna sovrano. Il protagonista è una specie di santo laico che attraversa indenne un percorso ad ostacoli per poi raggiungere il suo obiettivo: trovare il vero amore in una insignificante ragazza senza qualità e iniziare una vita finalmente pulita ed onesta.
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Come l'ignobile ma milionaria trilogia pseudo-para-pornografica della James il sottoprodotto di Soderbergh è stato forse pensato per un pubblico femminile molto contemporaneo, che da un lato continua ad essere attratto ed eccitato dagli stereotipi più scontati del romanticismo decadente e fiabesco e dall'altro da modelli più prettamente maschili di piacere, basato sui sensi più che sulle fantasie.
E' ,in altre parole, un filmetto rosa della peggior specie dove il moralismo pare assente ma in realtà regna sovrano. Il protagonista è una specie di santo laico che attraversa indenne un percorso ad ostacoli per poi raggiungere il suo obiettivo: trovare il vero amore in una insignificante ragazza senza qualità e iniziare una vita finalmente pulita ed onesta. Chi glielo fa fare? A questa domanda il film non da risposte, è peggio di Formicone e Berlusconi messi assieme.
Si salvano alcune scene di ballo, ma sono pochi minuti. Il resto è un ritratto a tinte neanche tanto forti di un mondo che il film non riesce a rappresentare.
Soderbergh non era mai sceso così in basso.
Il raffronto con Full Monty non ha senso, sono due cose completamente diverse, prodotti accomunati solo dal fatto di essere due totali idiozie per le quali non vale la pena spendere nè tempo nè denaro.
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(di paolorol)
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donni romani
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lunedì 24 settembre 2012
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una trasgressione all'acqua di rose
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Tu quoque Sodebergh? Dopo le delusioni stagionali di Peter Weir e Ridley Scott anche Sodebergh ci lascia un po' d'amaro in bocca. Perchè l'impianto narrativo di Magic Mike - dietro l'apparente trasgressione di nudi maschili e ambienti "facili" in cui circola droga e si fa sesso occasionale - è di quelli classici che più classici non si può: ragazzo dalla vita dissoluta incontra una brava ragazza che gli fa capire il vuoto di una vita notturna e superficiale e lascia tutto per lei. Tutto qua? Quasi, perchè nel raccontare la storia di Mike - uno statuario Channing Tatum molto disinvolto in un ruolo sulla carta ostico - che lavora in cantiere di giorno e fa lo spogliarellista di notte per mettere da parte i soldi necessari a finanziare il suo sogno imprenditoriale di creatore di mobili, Sodebergh ci mette sicuramente la sua perizia registica, con scene molto ben coreografate, ma non inventa nulla, non provoca, non graffia e non fa neanche analisi o satira sociale, perchè la favola morale, a lieto fine ovviamente, segue le tappe del film di genere senza scartare mai.
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Tu quoque Sodebergh? Dopo le delusioni stagionali di Peter Weir e Ridley Scott anche Sodebergh ci lascia un po' d'amaro in bocca. Perchè l'impianto narrativo di Magic Mike - dietro l'apparente trasgressione di nudi maschili e ambienti "facili" in cui circola droga e si fa sesso occasionale - è di quelli classici che più classici non si può: ragazzo dalla vita dissoluta incontra una brava ragazza che gli fa capire il vuoto di una vita notturna e superficiale e lascia tutto per lei. Tutto qua? Quasi, perchè nel raccontare la storia di Mike - uno statuario Channing Tatum molto disinvolto in un ruolo sulla carta ostico - che lavora in cantiere di giorno e fa lo spogliarellista di notte per mettere da parte i soldi necessari a finanziare il suo sogno imprenditoriale di creatore di mobili, Sodebergh ci mette sicuramente la sua perizia registica, con scene molto ben coreografate, ma non inventa nulla, non provoca, non graffia e non fa neanche analisi o satira sociale, perchè la favola morale, a lieto fine ovviamente, segue le tappe del film di genere senza scartare mai. Le note positive sono le performance dei protagonisti, Mc Conaughey su tutti, che esibiscono muscoli e fragilità caratteriali con uguale bravura, e la figura di Kid, ragazzo timido all'inizio e sempre più oscuro man mano che prende consapevolezza delle possibilità che si aprono a chi è disposto ad infrangere le regole, paradigma di una società sempre più sbilenca ed incapace di offrire modelli positivi ai giovani. La figura di Brooke, sorella di Kid che aprirà gli occhi a Mike è talmente abbozzata da risultare inconsistente, ed è un peccato, perchè i confronti fra Mike e Brooke avrebbero potuto avere uno spessore ben maggiore, una tensione sessuale ed un'urgenza che avrebbero giustificato la scelta finale di Mike, ma forse Sodebergh ha avuto paura di aggiungere una nota troppo romantica ad un film dove la sessualità è esplicita in ogni scena ma la sensualità latita. Con una sceneggiatura più accurata e più coraggiosa si sarebbe potuto mettere in scena una realtà complessa e sfaccettata - perchè non analizzare cosa spinge valanghe di donne ad entusiasmarsi per un corpo maschile palesemente lontano ed asettico per esempio? - mentre Sodebergh si limita a declinare una trama da manuale della cinematografia hollywoodiana in un contesto antitetico ma edulcorato per l'occasione.
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[+] non si cerca la trasgressione!
(di derriev)
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regi1991
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martedì 2 ottobre 2012
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il palco mette in ombra le vere potenzialità
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Mike è un ragazzo che sogna di aprire un'attività che gli permetta di vendere i mobili fatti da lui stesso, ma le banche non concedono prestiti facilmente. Per mantenersi esercita molteplici lavori, ma il principale impiego è quello di spogliarellista nel locale Xquisite di Tampa, dove Mike è Magic Mike, la star principale. Il titolare del locale è Dallas che punta ad espandere lo spettacolo fino a Miami, dove ha promesso che Mike che diventerà suo socio in affari.
Adam è invece un diciannovenne che vive a Tampa con la sorella maggiore Brooke, il ragazzo, con poca voglia di fare, non trova un lavoro stabile e, dopo aver conosciuto Mike, si ritrova nel locale di Dallas a dover improvvisare uno spogliarello che lo porterà ad entrare nel team dello Xquisite.
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Mike è un ragazzo che sogna di aprire un'attività che gli permetta di vendere i mobili fatti da lui stesso, ma le banche non concedono prestiti facilmente. Per mantenersi esercita molteplici lavori, ma il principale impiego è quello di spogliarellista nel locale Xquisite di Tampa, dove Mike è Magic Mike, la star principale. Il titolare del locale è Dallas che punta ad espandere lo spettacolo fino a Miami, dove ha promesso che Mike che diventerà suo socio in affari.
Adam è invece un diciannovenne che vive a Tampa con la sorella maggiore Brooke, il ragazzo, con poca voglia di fare, non trova un lavoro stabile e, dopo aver conosciuto Mike, si ritrova nel locale di Dallas a dover improvvisare uno spogliarello che lo porterà ad entrare nel team dello Xquisite.
Mike continua a cercare di realizzare il suo sogno di vendere mobili e nel frattempo promette a Brooke di prendersi cura di Adam, ma il giovane prende strade sempre più esagerate e pericolose. L'evolversi della vicenda porta Mike ad innamorarsi di Brooke ed essere sempre meno Magic, mentre Adam si fa sempre più coinvolgere dalla vita di divertimento sfrenato che conduce il gruppo dello Xquisite mettendosi spesso nei guai.
Il film mostra la vita degli spogliarellisti da ottiche diverse, Mike si esibisce per un umile ed apprezzabile futuro, mentre Adam lo fa per guadagnare soldi divertendosi, senza preoccuparsi del domani. In mezzo poi c'è Brooke, una sorella che non vuole accettare di vedere il fratello rovinarsi la vita, ma che allo stesso tempo capisce che Mike fa di tutto per aiutarlo, anche più del dovuto. I temi che ci racconta la pellicola di Steven Soderbergh sono sviluppati in modo chiaro e ben rispecchiati nelle vite dei 2 amici spogliarellisti. Temi che però sono poco approfonditi, lasciando spazio allo spettacolo e alle esibizioni sul palco che faranno sicuramente piacere alle donne, ma che fanno perdere spessore al film. Channing Tatum, dopo Step Up, dimostra ancora una volta la sua bravura nel ballo che rende Mike davvero Magic e si fa apprezzare anche nell'interpretazione del personaggio, grandissimo Matthew McConaughey/Dallas, meno brillante Alex Pettyfer/Adam, che comunque non se la cava affatto male, come pure Cody Horn/Brooke. Film discreto, dalle potenzialità grandi ma decisamente poco sfruttate, se non ai fini del botteghino.
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