derriev
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mercoledì 10 ottobre 2012
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indovinate chi sceglierà di essere?
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"Magic Mike" è un film che trae in inganno, almeno nella sua presentazione.
Dalle locandine ai trailers, è ovvio scambiarlo per una buffonata ammiccante a torbide storie di sesso oltraggioso, droga ed amorazzi tormentati.
Invece è un film in cui tutti questi elementi fanno solo da sfondo, e questo è un merito, dato che si poteva calcare su questi elementi per farne il solito polpettone.
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"Magic Mike" è un film che trae in inganno, almeno nella sua presentazione.
Dalle locandine ai trailers, è ovvio scambiarlo per una buffonata ammiccante a torbide storie di sesso oltraggioso, droga ed amorazzi tormentati.
Invece è un film in cui tutti questi elementi fanno solo da sfondo, e questo è un merito, dato che si poteva calcare su questi elementi per farne il solito polpettone. Impreziosito da un ottimo cast, con il protagonista eccezionalmente abile sulla pista, oltre che bravo interprete. E, oserei dire, l'unico personaggio che stona è il boss di McConaughey, sfrontato ed avido, come uno se lo immaginerebbe; troppo caratterizzato, stereotipato.
La vicenda è, nel suo nucleo, un romanzo di formazione; per Mike certamente, che fa lo stripper con il nome d'arte di "Magic Mike" per realizzare il suo sogno di aprire un mobilificio, e de-formazione per il suo pupillo Andy, questi forse troppo giovane per capire dove andrà a parare con la sua carriera di stripper.
In realtà il personaggio Mike è realistico perché è contraddittorio; ben concepito poiché ha giusto trent'anni: ha appena lasciato il decennio dei "venti", la stessa sceneggiatura sembra intimargli di divenire adulto.
Ragiona da adulto, accumulando capitale per il suo progetto aziendale, ma si comporta da ragazzino, con un lavoro che a fine serata lo porta da un letto all'altro.
Il film si condensa in due frasi: Andy che decide di proseguire con lo streap e dice a Mike: "Ti ringrazierò sempre. Prima ero nessuno, adesso ho soldi e tutte le donne che voglio", e Mike che sentenzia: " 'Io' non sono "Magic Mike", che sale sul palco a spogliarsi!".
La "formazione" di Mike avviene, in fondo in fondo, su questo sua affermazione: alcune cose sono semplicemente inconciliabili, l'una esclude l'altra.
Comprenderà che Mike e "Magic Mike" sono tra loro incompatibili.
E indovinate chi sceglierà di essere?
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flyanto
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lunedì 24 settembre 2012
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il mondo degli strippers maschili racc da soderber
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Basato sulla storia quasi autobiografica dello stesso protagonista (Tatum Channing) che agli esordi della sua carriera ha lavorato come sexy ballerino nei club di strip tease maschili, il film racconta questo ambiente border line fatto di sesso superficiale, cocaina e guadagni facili. Questa pellicola di Steven Soderbergh in realtà non dice nulla di nuovo e non si distacca neppure milto dai tanti precedenti films dello stesso genere riguardanti le storie di strippers per lo più di genere femminile. La trama risulta pertanto abbastanza banale ma il realismo con cui viene descritto questo particolare ambiente e soprattutto gli ottimi, coreograficamente parlando, numeri di balletto di genere esplicitamente sessuale, sono i due elementi di pregio del film (in aggiunta ovviamente alla ben nutrita schiera di ragazzi esteticamente al top per ciò che riguarda sia il fisico che i volti).
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johnny1988
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giovedì 27 settembre 2012
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meglio full monty
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Budget di 7 milioni di dollari, una misura giusta per illudere il pubblico che si tratti di un cosiddetto "indipendent movie", quando di dipendenze ne mostra parecchie, e senza veli! Una firma (quasi) sicura come quella di Soderbergh, figura ormai sul viale del tramonto, un uomo che come il capo dello strip clup si esibisce in un'ultima performance, ma se il personaggio di Matthew McConaughey sembra ancora non aver consumato le sue ultime cartucce, il regista in carne e ossa sembra aver gettato la spugna. La classicità latente a cui Soderbergh ci ha abituati ci è nota tanto quanto il successo che riscuote sempre e comunque fra i portafogli e nell'immaginario dello spettatore comune e velleitario, se non nostalgico del cinema di vecchio standard.
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Budget di 7 milioni di dollari, una misura giusta per illudere il pubblico che si tratti di un cosiddetto "indipendent movie", quando di dipendenze ne mostra parecchie, e senza veli! Una firma (quasi) sicura come quella di Soderbergh, figura ormai sul viale del tramonto, un uomo che come il capo dello strip clup si esibisce in un'ultima performance, ma se il personaggio di Matthew McConaughey sembra ancora non aver consumato le sue ultime cartucce, il regista in carne e ossa sembra aver gettato la spugna. La classicità latente a cui Soderbergh ci ha abituati ci è nota tanto quanto il successo che riscuote sempre e comunque fra i portafogli e nell'immaginario dello spettatore comune e velleitario, se non nostalgico del cinema di vecchio standard. Ma ben inteso, parliamo di quel vecchio cinema di belle maniere senza autocompiacimenti boriosi e tratti da sceneggiature piacevoli. E qui diamo merito al regista. Ma parliamo anche, ed è giusto metterlo alla berlina, di un cinema, quasi il più delle volte, senza arte nè parte. Lo vediamo bene in Solaris, Intrigo a Berlino, Erin Brokovich, Ocean's Eleven solo per citare degli esempi. Soderbergh sa sempre rinnovare ESTETICAMENTE storie intelligenti scritte prima di lui, e quello che può sembrare più personale si rivela non essere mai farina del suo sacco. E usciamo (almeno io) dalla sala con un senso incolmabile di vuoto, comprensibile solo alla luce della lettura generale della sua filmografia. E' innegabile anche stavolta il talento visivo della regia e dell'abilità di un uomo che sa sfruttare il mercato più diretto. La trama (ma poi, quale trama?!) punta vincente su stalloni più da monta occasionale che da "sussurri" eterni. Impressionanti le coreografie, le abilità pirotecniche di Tatum, la scultura degli stripper (che spinge semmai sempre più ad abbonarsi alle palestre per reggere il confronto col quotidiano sociale), ma imbarazzanti i tentativi fasulli di costruire una trama laddove ce n'era troppo bisogno per non dare solo l'illusione che si pagasse il biglietto per vedere un pubblico in calore. Certo, a ben riflettere, si nota facilmente l'analogia fra ciò che si vede e ciò che può davvero accadere in uno strip club, ma il cinema ci dà (e deve!) dare anche la possibilità di sognare e di avere dei modelli di riferimento, e non solo forse mettere a nudo (quasi letteralmente) tutta (quasi letteralmente) la frustrazione di un regista che sembra rassegnarsi all'idea di non avere nulla da dire, se non confessare la propria mediocrità artistica. E lo vediamo bene tra un autoburlesco McConaughey (già citazione di un altro precedente autoironico Brad Pitt per i più originali Coen), una confessione campata a forza di un bovino Tatum (che ricorda più Step Up o Zoolander!!), una materna quanto irritante "brava ragazza" (anni luce lontana dalla purezza della Fata Turchina) e di un altro manzo come Alex Pettyfer che pare fare il verso ai divi degli anni '50 o al dramma del Berry Lyndon dei poveri. Un film che non ha niente da dire e non ispira sensualità per le donne (se no, alzi la mano chi vuole mettere in discussione la propria intelligenza) nè provoca gli uomini più ostili. Quello che si vede è gente che ha imparato a fingersi un dio davanti a uno specchio. Un film impossibile da non sapere di già visto, dalla tv a Full Monty (un capolavoro al confronto!), sebbene si salvino chicche ironiche come gli stripper dietro le quinte che si pompano - proprio di tutto - o battute come "Quante bocche hai messo incinte?". Di spessore c'è solo l'addominale e il tanga. E il finale è troppo consolatorio e spiccio per non suscitare il dubbio che Soderbergh sia consapevole di tutto ciò o meno.
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johnny1988
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venerdì 28 settembre 2012
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meglio full monty
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Budget di 7 milioni di dollari, una cifra giusta per illudere il pubblico che si tratti del cosiddetto "indipendent movie", quando di dipendenze ne mostra parecchie! Una firma come quella di Soderbergh, figura ormai sul viale del tramonto, un uomo che come il capo dello strip clup si esibisce in un'ultima performance. Ma se Matthew McConaughey sembra ancora non aver consumato le sue ultime cartucce, il regista sembra aver gettato la spugna. La classicità latente a cui Soderbergh ci ha abituati ci è nota tanto quanto il successo che riscuote sempre nell'immaginario dello spettatore comune, nostalgico del cinema standard. Ma ben inteso, parliamo di quel vecchio cinema di belle maniere senza autocompiacimenti e tratti da sceneggiature piacevoli.
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Budget di 7 milioni di dollari, una cifra giusta per illudere il pubblico che si tratti del cosiddetto "indipendent movie", quando di dipendenze ne mostra parecchie! Una firma come quella di Soderbergh, figura ormai sul viale del tramonto, un uomo che come il capo dello strip clup si esibisce in un'ultima performance. Ma se Matthew McConaughey sembra ancora non aver consumato le sue ultime cartucce, il regista sembra aver gettato la spugna. La classicità latente a cui Soderbergh ci ha abituati ci è nota tanto quanto il successo che riscuote sempre nell'immaginario dello spettatore comune, nostalgico del cinema standard. Ma ben inteso, parliamo di quel vecchio cinema di belle maniere senza autocompiacimenti e tratti da sceneggiature piacevoli. E qui dobbiamo dar merito al regista. Ma parliamo anche - ed è giusto metterlo alla berlina - di un cinema, quasi il più delle volte, senza arte nè parte. Lo vediamo bene in Solaris, Intrigo a Berlino, Erin Brokovich, Ocean solo per citare esempi. Soderbergh sa sempre rinnovare ESTETICAMENTE storie intelligenti scritte prima di lui, e ciò che può sembrare più personale non si rivela mai farina del suo sacco. E usciamo dalla sala con un vuoto incolmabile, comprensibile solo alla luce della lettura generale della sua filmografia. E' sempre innegabile il talento visivo della regia e dell'abilità di un uomo che sa sfruttare il mercato più diretto. La trama (ma poi, quale trama?!) punta vincente su stalloni più da monta veloce che da "sussurri" eterni. Sorprendenti i pirotecnicismi di Tatum, la scultura degli stripper (che spinge semmai sempre più ad abbonarsi alle palestre per reggere il confronto col quotidiano sociale), ma imbarazzanti i tentativi fasulli di costruire una trama laddove ce n'era troppo bisogno per non dare solo l'impressione che si pagasse il biglietto per sentire il sudore del pubblico. A ben riflettere si nota facilmente l'analogia fra l'immagine e la possibile realtà di uno strip club, ma il cinema ci deve dare anche la possibilità di sognare su dei modelli di riferimento, e non solo forse mettere a nudo (quasi letteralmente) tutta (quasi letteralmente) la frustrazione di un regista che sembra rassegnarsi all'idea di non avere nulla da dire o confessare la propria mediocrità artistica. E lo vediamo bene: da un autoburlesco McConaughey (già citazione di un altro precedente autoironico Brad Pitt per i più originali Coen) a una confessione campata a forza di un bovino Tatum (che ricorda più Step Up o Zoolander!!), da una materna quanto irritante "brava ragazza" (anni luce lontana dalla purezza della Fata Turchina) a un altro manzo come Alex Pettyfer che pare fare il verso ai divi degli anni '50 o al dramma del Berry Lyndon dei poveri. Un film che non ha niente da dire e non ispira sensualità nelle donne (alzi la mano chi vuole invece mettere in discussione la propria intelligenza) nè provoca gli uomini più ostili. Quello che si vede è gente che ha imparato a fingersi un dio davanti a uno specchio. Ottimo spunto, per quanto abusato, ma qui è fallimentare. Un film impossibile da non sapere di già visto, dalla tv a Full Monty (un capolavoro al confronto!), sebbene si salvino chicche ironiche come gli stripper dietro le quinte che si pompano proprio di tutto o battute come "Quante bocche hai messo incinte?". Di spessore c'è solo l'addominale e il tanga. E il finale è troppo consolatorio e spiccio per non alimentare il dubbio che Soderbergh sia consapevole di tutto ciò o meno.
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brian77
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lunedì 1 ottobre 2012
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questo è cinema, full monty no
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Niente male, Soderbergh ormai si diverte a svariare, prendere i progetti e i personaggi più svariati e farci sopra il suo film con libertà e piacere di filmare. Ma per favore, non paragoniamolo a Full Monty!!!! Questo è un film di un regista, ogni scena ha un senso cinematografico, Full Monty era una sciocchezzuola per un pubblico salottiero! Soderbergh fa parte della storia del cinema, Full Monty al massimo fa parte della storia del costume.
[+] ma che film hai visto?
(di johnny1988)
[ - ] ma che film hai visto?
[+] soderbergh resterà, peter cattaneo non è nessuno
(di brian77)
[ - ] soderbergh resterà, peter cattaneo non è nessuno
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(di a2006j)
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(di brian77)
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