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no_data
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martedì 22 marzo 2016
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ma perchè cambiano cosi i titoli?
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la caccia era perfetto, il sospetto è un mezzo spoiler, banale, e fa perdere il senso metaforico del titolo. non si capisce veramente perchè si accaniscano cosi sui titoli, che poi si sa che dicono sempre la verità, non ho mai conosciuto un titolo che non dica la verità.
mi verrebbe anche da dire che la preside è esagerata, troppo oscena, senonchè personaggi cosi ce ne sono.
da discutere anche l'analisi profonda delle paranoie femminil/mammiste, ma qui si va in un campo spinoso, mi astengo...
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luca scial�
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lunedì 1 febbraio 2016
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una bugia che rovina una vita
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Vinterberg torna là dove ha cominciato, da quel tema delicato quale gli abusi sui minori affrontato nel primo film: Festen. Se lì il fatto era accaduto realmente, qui si tratta di una fantasia di una bambina innamorata del suo maestro ma sentitasi respinta. Il risultato però è lo stesso: vite sconvolte, equilibri spezzati.
Il quarantenne maestro Lucas si vede da un giorno all'altro sconvolgere la sua vita da un'accusa di una delle sue alunne. Il piccolo paese dove vive lo addita come pedofilo, gli amici di una vita gli voltano le spalle, arrivando pure ad uccidergli il cane. Unico appoggio è il figlio Marcus così faticosamente ritrovato dopo il divorzio dalla moglie.
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Vinterberg torna là dove ha cominciato, da quel tema delicato quale gli abusi sui minori affrontato nel primo film: Festen. Se lì il fatto era accaduto realmente, qui si tratta di una fantasia di una bambina innamorata del suo maestro ma sentitasi respinta. Il risultato però è lo stesso: vite sconvolte, equilibri spezzati.
Il quarantenne maestro Lucas si vede da un giorno all'altro sconvolgere la sua vita da un'accusa di una delle sue alunne. Il piccolo paese dove vive lo addita come pedofilo, gli amici di una vita gli voltano le spalle, arrivando pure ad uccidergli il cane. Unico appoggio è il figlio Marcus così faticosamente ritrovato dopo il divorzio dalla moglie. La sua vita diventa un incubo e anche quando tutto sembra finito il finale a sorpresa ci dimostra che non è così.
Dopo l'ottimo esordio col succitato Festen, tra i massimi esempi di quel movimento cinematografico chiamato Dogma 95, il regista ha diretto una serie di film definibili minori. Con Il sospetto torna su quei livelli e sebbene non si possa più parlare di Dogma, tutto sommato i principi di quell'esperimento restano tutti.
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jeff lebowsky
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lunedì 27 luglio 2015
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l' estenuante caccia
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Il film tratta una tematica a dire poco scottante, nefasta e senza dubbio attuale, in modo molto intelligente e impeccabile.
Racconta la storia di un uomo (Lucas) che lavora in un asilo che viene accusato ingiustamente dell’ incancellabile reato di molestie su una bimba, nonché figlia del suo migliore amico. Il protagonista dichiarerà quindi la propria innocenza di fronte all'accusa di avere compiuto questi atti di pedofilia, ma tutta la comunità (salvo pochissime eccezioni) vuole credere in ciò che viene più comodo: I bambini non mentono mai, bisogna sempre credere nella loro purezza e alla bontà.
Questo film ci fa capire invece che la frase indicata sopra, può essere un luogo comune, uno stereotipo.
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Il film tratta una tematica a dire poco scottante, nefasta e senza dubbio attuale, in modo molto intelligente e impeccabile.
Racconta la storia di un uomo (Lucas) che lavora in un asilo che viene accusato ingiustamente dell’ incancellabile reato di molestie su una bimba, nonché figlia del suo migliore amico. Il protagonista dichiarerà quindi la propria innocenza di fronte all'accusa di avere compiuto questi atti di pedofilia, ma tutta la comunità (salvo pochissime eccezioni) vuole credere in ciò che viene più comodo: I bambini non mentono mai, bisogna sempre credere nella loro purezza e alla bontà.
Questo film ci fa capire invece che la frase indicata sopra, può essere un luogo comune, uno stereotipo.
Certo, la maggior parte delle volte è indiscutibile la purezza del bambino, ma quando si presenta un’ oggettività tanto esasperante, quanto può essere quella del protagonista di questo magnifico film, non siamo disposti a credere in una realtà più complicata e oscura, come dimostrano i personaggi (amici/conoscenti) che girano intorno a Lucas.
Ecco così che il protagonista cade in un baratro senza fine, lasciato solo, umiliato sbeffeggiato e aggredito dall’intera comunità. Con la poca forza e l’orgoglio che gli rimane, cerca in tutti i modi di riprendersi la dignità che gli spetta, e a seguito di incredibili peripezie, ecco così che il finale a dir poco eccezionale, ci fa capire il destino del personaggio principale: nonostante sembra esser riuscito a recuperare il rispetto che senza dubbio gli spetta, arriva un colpo di fucile che mette in discussione ancora tutto…
non si è mai liberi da una simile calunnia.
Per ultima cosa vorrei far presente la strepitosa interpretazione di uno degli attori più eccezionali di questi ultimi tempi: Mads Mikkelsen, premiato con "Prix d'interprétation masculine” a Cannes.
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gabriella
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mercoledì 10 settembre 2014
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dramma di un uomo perbene
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I bambini non mentono mai, si dice, invece mentono, solo che non sono capaci di controllare il loro comportamento e non si rendono conto del peso delle loro parole, né tantomeno delle conseguenze delle loro azioni. Accade quindi che Lucas, maestro d'asilo, divorziato e con un figlio adolescente che spera vada a vivere con lui, viene accusato ( per ripicca) dalla piccola Klara di “ attenzioni particolari” nei suoi confronti, raccontandone i dettagli alla direttrice della scuola. Immediatamente si scatena una vera e propria caccia alle streghe nel paesino danese dove è ambientata la vicenda, a nulla servono le spiegazioni di Lucas a sua discolpa, eppure Klara, ( come sottolinea la direttrice) è una bambina dalla fervida immaginazione, ma come può competere un adulto, seppur stimato e e benvoluto ,con un innocente angioletto biondo figlia del suo migliore amico? La comunità ha decretato il suo verdetto senza appello, Lucas è colpevole, si è macchiato dell'infamante colpa di pedofilia, di fronte a un paese in delirio, inizia una vera e propria caccia all'uomo, nulla viene risparmiato a Lucas, l'allontanamento sociale, brutture fisiche e disprezzo.
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I bambini non mentono mai, si dice, invece mentono, solo che non sono capaci di controllare il loro comportamento e non si rendono conto del peso delle loro parole, né tantomeno delle conseguenze delle loro azioni. Accade quindi che Lucas, maestro d'asilo, divorziato e con un figlio adolescente che spera vada a vivere con lui, viene accusato ( per ripicca) dalla piccola Klara di “ attenzioni particolari” nei suoi confronti, raccontandone i dettagli alla direttrice della scuola. Immediatamente si scatena una vera e propria caccia alle streghe nel paesino danese dove è ambientata la vicenda, a nulla servono le spiegazioni di Lucas a sua discolpa, eppure Klara, ( come sottolinea la direttrice) è una bambina dalla fervida immaginazione, ma come può competere un adulto, seppur stimato e e benvoluto ,con un innocente angioletto biondo figlia del suo migliore amico? La comunità ha decretato il suo verdetto senza appello, Lucas è colpevole, si è macchiato dell'infamante colpa di pedofilia, di fronte a un paese in delirio, inizia una vera e propria caccia all'uomo, nulla viene risparmiato a Lucas, l'allontanamento sociale, brutture fisiche e disprezzo. A differenza di “Il dubbio” di Shanley in cui padre Flynn ( Philip Seymour Hoffman) è circondato da un sospetto di pedofilia, ma non viene svelato se sia vero o presunto, qui invece sappiamo perfettamente che Lucas è innocente e assistiamo inerti e impotenti al suo inferno, alla demolizione di un uomo, con l'animo angosciato e arrabbiato nella ricerca di una verità che non vuole essere presa in considerazione. L'unico a credere nella sua innocenza è il figlio Markus, che funge da cassa di risonanza, infatti attraverso di lui lo spettatore può trovare uno sfogo, una rivendicazione in ciò che appare terribilmente ingiusto, anche quando urla alla piccola Klara, siamo con lui, sosteniamo la sua ribellione e lo incitiamo. Eppure non possiamo non prendere in considerazione le preoccupazioni del padre della bambina che intende proteggere sua figlia da qualsiasi cosa possa farle del male, ed è combattuto nel dare fiducia all'amico di sempre , persona che ha sempre ritenuto corretta. Lucas viene travolto da una comunità chiusa, ne porterà il peso negli affetti, nel lavoro, anche quando verrà scagionato dalle accuse, niente tornerà mai più come prima, l'alone del sospetto graverà sempre su di lui, sentirà sempre echeggiare uno sparo quando meno se lo aspetta, non ci sarà una riabilitazione totale che gli consentirà di ritornare pulito di fronte alla società. E noi lo sappiamo, siamo in ansia quando alla fine prende in braccio Klara, come se quei gesti abituali, affettuosi e paterni gli fossero ormai preclusi, invece lui lo fa con naturalezza, come chi giustamente ha la coscienza pulita e non deve vergognarsi di nulla. Un ottimo film che le atmosfere nebbiose del gelido inverno scandinavo rendono ancora più intenso, un film che fa riflettere sull'opacità dell'essere umano e dei suoi limiti. Ottimi tutti gli interpreti, da segnalare il giovane Lasse Fogelstrom.
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alexander 1986
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mercoledì 9 luglio 2014
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noi, i carnefici di lucas
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Lucas (Mads Mikkelsen) è un uomo gentile e riservato, separato e con un figlio, Markus, che vede saltuariamente. Vive in una comunità medio-piccola, ha molti amici e lavora con passione presso un orfanotrofio. La sua vita tranquilla viene rivoltata come un calzino quando uno dei bambini rivela - a modo suo, s'intende - di avere subito abusi sessuali da parte sua. ''I bambini non mentono mai, soprattutto su queste cose'' è il mantra ripetuto da tutti; sicché Lucas, bollato come 'colpevole' da tutti o quasi senza che gli sia concessa la facoltà di difendersi, diventa un mostro, anzi 'il' mostro par excellence, quello che incarna le paure più segrete di ogni genitore.
'Il sospetto' (il titolo originale, 'Jangten', significa 'Caccia') illustra in modo straordinariamente fedele le dinamiche che normalmente si sprigionano in corrispondenza di vicende del genere (comprese le violenze psicologiche sui minori da parte dei grandi) e non sarebbe un caso se a qualcuno ricordasse alcune vicende di cronaca nera.
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Lucas (Mads Mikkelsen) è un uomo gentile e riservato, separato e con un figlio, Markus, che vede saltuariamente. Vive in una comunità medio-piccola, ha molti amici e lavora con passione presso un orfanotrofio. La sua vita tranquilla viene rivoltata come un calzino quando uno dei bambini rivela - a modo suo, s'intende - di avere subito abusi sessuali da parte sua. ''I bambini non mentono mai, soprattutto su queste cose'' è il mantra ripetuto da tutti; sicché Lucas, bollato come 'colpevole' da tutti o quasi senza che gli sia concessa la facoltà di difendersi, diventa un mostro, anzi 'il' mostro par excellence, quello che incarna le paure più segrete di ogni genitore.
'Il sospetto' (il titolo originale, 'Jangten', significa 'Caccia') illustra in modo straordinariamente fedele le dinamiche che normalmente si sprigionano in corrispondenza di vicende del genere (comprese le violenze psicologiche sui minori da parte dei grandi) e non sarebbe un caso se a qualcuno ricordasse alcune vicende di cronaca nera. L'aspetto più agghiacciante di eventi simili consiste nel fatto che, a prescindere dalla colpevolezza o meno dell'accusato e in assenza di prove tangibili, non sembra mai possibile giungere alla verità. L'assoluzione in sede penale - per insussistenza del fatto, per insufficienza di prove, fate voi - non si traduce mai nella riabilitazione sociale; l'ombra del sospetto resterà sempre lì, sullo sfondo.
Questo film di intensa drammaticità non manca tuttavia di una componente ironica, e anzi è proprio questa a impreziosirlo. Il regista di 'Festen' (1998), più che con la fragilità delle convenzioni borghesi (aspetto comunque sempre presente) preferisce stavolta giocare con l'ipocrisia del pubblico. Sì, del pubblico. Perché noi spettatori simpatizziamo col povero Lucas solo ed esclusivamente in quanto messi al corrente della verità dall'occhio della telecamera. Se così non fosse stato, ovvero se Vinterberg avesse deciso di raccontare la storia da un punto di vista differente, la nostra reazione emotiva alla vicenda narrata avrebbe senz'altro avuto una connotazione simile a quella della comunità di Lucas, ovvero a quella che qui invece detestiamo. La maggior parte di noi avrebbe tifato per la condanna del pedofilo, mentre qualcuno dall'angelica coscienza avrebbe sospeso il giudizio. Per fortuna non veniamo costretti a tanto, altrimenti 'Il sospetto' avrebbe assunto una componente più noir perdendo un po' della sua forza corrosiva.
Mads Mikkelsen straordinario, premiato come migliore attore al festival di Cannes.
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stefanocapasso
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lunedì 19 maggio 2014
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le diverse verità
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Il sospetto affronta un tema estremamente delicato, quello dell'abuso sui minori.
In un piccolo villaggio danese, Lucas maestro d'asilo, uomo timido e gentile, viene accusato da una bambina, indispettita per le mancate attenzioni che lei aveva richiesto, di avere abusato di lei. Il sospetto diviene velocemente una valanga che porterà tuti gli altri bambini dell’asilo ad affermare di aver subito abusi. Uno ad uno tutti gli amici lo abbandonano e Lucas diviene il mostro del paese. Nonostante dopo l'arresto venga rimesso in libertà per mancanza di indizi, la comunità inscena una vera e propria caccia all’uomo. Una caccia che è più che simbolica perché, come vediamo sin dalle prime battute del film, è una comunità che si dedica alla caccia al cervo per tradizione.
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Il sospetto affronta un tema estremamente delicato, quello dell'abuso sui minori.
In un piccolo villaggio danese, Lucas maestro d'asilo, uomo timido e gentile, viene accusato da una bambina, indispettita per le mancate attenzioni che lei aveva richiesto, di avere abusato di lei. Il sospetto diviene velocemente una valanga che porterà tuti gli altri bambini dell’asilo ad affermare di aver subito abusi. Uno ad uno tutti gli amici lo abbandonano e Lucas diviene il mostro del paese. Nonostante dopo l'arresto venga rimesso in libertà per mancanza di indizi, la comunità inscena una vera e propria caccia all’uomo. Una caccia che è più che simbolica perché, come vediamo sin dalle prime battute del film, è una comunità che si dedica alla caccia al cervo per tradizione. E quando il cervo rimane solo, lontano dal branco non ha scampo. Lucas, rimasto solo, trova la forza di reagire e di essere ascoltato nella sua pulizia interiore riuscendo finalmente a ristabilire un equilibrio. Di facciata, perché pur essendo riaccolto nella comunità per molti i conti non sono chiusi.
Il regista mette subito al corrente lo spettatore su come sono i fatti e l’empatia che si prova per Lucas coinvolge immediatamente e con grande forza nella visione del film. Che per una meta è un film che tratta di un caso di abuso e sulla difficoltà di comprendere dove sia la verità in casi di questo tipo, e poi si apre verso una tematica molto più ampia.
Diviene un film sulla verità e su come gli esseri umani e le comunità si relazionano ad essa. La verità spesso è quella che si costruisce sulle suggestione e alla quale si aderisce in modo automatico. Perdendo il contato col proprio se più autentico si perde il contatto con l'altro e tutto diventa possibile, ogni riferimento è perso. E' proprio Theo, il suo miglior amico e papa della bambina che dà il via al caso, che nella sua saldezza d’animo riconosce negli occhi di Lucas la verità e può riabilitarlo. Ora la comunità aderirà alla nuova verità, anche questa volta in modo automatico. Per questo le cose non saranno più come prima. Laddove si insinua un sospetto, un grande dubbio la riparazione è possibile cercandola nella propria integrità; perché la legge e il senso comune non sono sufficienti.
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folgore94
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martedì 6 maggio 2014
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ottimo
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film splendido ed emozionante
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rampante
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mercoledì 16 aprile 2014
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una semplice bugia
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Thomas Interberg, uno dei migliori cineasta europei racconta la storia di una moderna caccia alle streghe
la storia di un uomo sospettato di essere pedofilo che diventa il bersaglio di una caccia al mostro
La piccola, angelica Klara, per ripicca, confida alla direttrice dell'asilo che il maestro Lucas è brutto e cattivo e l'accusa di averla molestata sessualmente
una semplice bugia detta casualmente che scatenerà il panico nella piccola comunità in cui Lucas vive
I bimbi non sempre sono innocenti, hanno immaginazione e a volte diventano dispettosi Lucas dovrà combattere una solitaria lotta per la sua vita e la sua dignità.
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Thomas Interberg, uno dei migliori cineasta europei racconta la storia di una moderna caccia alle streghe
la storia di un uomo sospettato di essere pedofilo che diventa il bersaglio di una caccia al mostro
La piccola, angelica Klara, per ripicca, confida alla direttrice dell'asilo che il maestro Lucas è brutto e cattivo e l'accusa di averla molestata sessualmente
una semplice bugia detta casualmente che scatenerà il panico nella piccola comunità in cui Lucas vive
I bimbi non sempre sono innocenti, hanno immaginazione e a volte diventano dispettosi Lucas dovrà combattere una solitaria lotta per la sua vita e la sua dignità.
La parola di una bambina, che mente contro quella di un uomo innocente una intera comunità che si chiude a riccio contro una presunta minaccia
Una storia sulla pericolosità degli umori giustizialisti a difesa di principi condivisibili all'interno di società grette e chiuse
Un dramma ben scritto e ben recitato
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niky140278
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domenica 2 febbraio 2014
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come la vita può cambiare in un giorno
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Che dire di questo Film............da vedere sicuramente......commovente....ti fa pensare: Come la vita può cambiare in un giorno e come non potrà mai ritornare come era prima. A volte i bambini tanto ingenui ("I bambini non mentono"....) possono rovinare la vita di una persona, ma in particolare l'amicizia che esiste tra le persone.
Basta poco per avere tutti contro e basta poco per dire basta alla vita, ma solo la tua forza può aiutarti a superare qualsiasi ostacolo e difficoltà. Lucas è riuscito a riprendersi la propria vita. Ma poi quando tutto sembra risolto....invece ti rendi conto che non potrà mai ritornare come prima. da Vedere.
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ilaria pasqua
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lunedì 20 gennaio 2014
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magnifico
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Ne Il sospetto di Thomas Vinterberg, candidato agli Oscar come miglior film straniero, il protagonista è Lucas, maestro divorziato che lavora in un asilo di un piccolo paese del nord.
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Ne Il sospetto di Thomas Vinterberg, candidato agli Oscar come miglior film straniero, il protagonista è Lucas, maestro divorziato che lavora in un asilo di un piccolo paese del nord. Un giorno viene ingiustamente accusato di molestie da una bambina di nome Klara, figlia di un amico fraterno. Giusto una piccola vendetta da parte della bambina, una bugia che diventa sempre più radicata scatenando un vero e proprio allarmismo collettivo tra i genitori dell’asilo e poi in tutta la cittadina. L’uomo viene man mano allontanato e diviene vittima a sua volta di molestie, picchiato, cacciato, braccato, isolato sempre più.
Il postulato è che un bambino non dice mai bugie. Come si può non dare retta a un bambino? I bambini sono puri, innocenti, ma a volte anche loro posso mentire. La piccola lo fa, poi si pente ma ormai la catena di eventi che ha preso piede non può più tirar fuori Lucas dai guai, è irrimediabilmente compromesso. Gli adulti non ascoltano, e la bambina finisce solo per diventare più confusa, il peso della bugia raccontata acquista sostanza grazie alla forza con cui i genitori non la negano.
Il sospetto non è un thriller, noi spettatori sappiamo che Lucas non è colpevole. Lo sappiamo sin da subito e questa è una mossa vincente del regista, fa immedesimare nel personaggio all’istante, crea un’empatia che non è mai stata così facile e fa seguire la storia con un’angoscia e un crescendo d’ansia che quasi non fa respirare.
È un film sconvolgente, non solo i bambini vengono mostrati come esseri umani che possono mentire come qualsiasi altro adulto (si vedrà l’allarmismo a cosa porterà durante il film… denunce che sbucano come funghi e bugie che si susseguono) ma quanto sia rapido il cambiamento, il rovesciamento di una vita. Lucas è inserito, ha un gruppo d’amici con cui si ritrova la sera a bere un bicchierino, ha una ragazza che sta iniziando a frequentare, i bambini lo adorano e lui adora loro. È una persona pura, buona, benvoluta, tutti lo conoscono così bene… eppure di colpo nessuno gli crede più e comincia la discesa all’inferno.
L’uomo inizialmente è ignaro, non si difende, non parla quasi per quanto è sconvolto, e questo viene subito considerato un segno di colpevolezza. Poi, di fronte al muro che si è innalzato, la sua dignità lo porterà a una forte ribellione, ciò che colpisce è proprio questo: l’evoluzione del suo comportamento di fronte a questo dramma. Nonostante la terribile situazione Lucas non abbasserà mai la testa, andrà avanti con dignità, senza cedere alle minacce, senza darla vinta a nessuno, in un certo senso senza punire nemmeno chi ha raccontato la bugia.
Ho apprezzato molto il film perché non si sofferma su morbosità, su pietismi, va avanti per la sua strada parlando di un’ingiustizia, di come le bugie possano ingigantirsi in pochissimo tempo arrivando a distruggere del tutto la vita di un uomo. Lo fa con forza, con una sceneggiatura praticamente perfetta, fatta di dialoghi incisivi e scene esatte, non una di troppo, non una in meno. E con dei personaggi di una caratterizzazione sottile, su tutti l’amico Theo, interpretato magistralmente. Un film di un’atmosfera cupa (non a caso Vinterberg è stato il fondatore, insieme a Lars Von Trier, del movimento Dogma 95 e si vede) che regala delle sequenze indimenticabili.
Due scene in particolare fanno venire i brividi: quella del supermercato e quella della Chiesa, le scene del cambiamento, della ribalta del personaggio, di un’intensità che non capita spesso. Insieme alla visita che il figlio di Lucas fa a Theo…
Mads Mikkelsen è stato incredibile in questo ruolo scomodo, è intenso e l’empatia è subito forte. Devo dire che il film mi ha scossa per il suo forte realismo, l’ho seguito con un groppo in gola e un nodo allo stomaco, e nonostante tutto la colpa riesco a darla solo agli adulti e non a quella bambina dal volto angelico. Può una responsabilità così grande ricadere sulla testa di una bambina pur colpevole? Vedo anche negli adulti i colpevoli, incapaci di ascoltare con attenzione, di approfondire, di svelare la bugia, dovrebbe essere loro il compito di capire dov’è la verità e dove la menzogna. E Lucas sembra pensarla nella stessa maniera, ce l’ha con gli adulti, con gli amici di sempre che dovrebbero saper giudicare, e passato il terribile momento neanche più con loro.
Il film poteva finire due scene prima, forse anche tre, sarebbe andata bene, e io ogni volta ho atteso i titoli di coda, convintissima, ma arrivata all’ultima…
Dopo un anno di tutto quello che è accaduto che ne resta? Bugia cancellata, equilibrio ristabilito, vita tornata forse normale? Ma il marchio sull’uomo innocente non si cancella, l'incubo continuerà a inseguirlo, per sempre.
Recensione pubblicata originariamente su: www.ilariapasqua.net
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