|
|
great steven
|
mercoledì 7 ottobre 2015
|
gf distrutto a colpi di meravigliosa recitazione.
|
|
|
|
REALITY (IT, 2012) diretto da MATTEO GARRONE. Interpretato da ANIELLO ARENA, LOREDANA SIMIOLI, GRAZIELLA MARINA, ANIELLO IORIO, NANDO PAONE, NUNZIA SCHIANO, ROSARIA D'URSO, GIUSEPPINA CERVIZZI, CLAUDIA GERINI, RAFFAELE FERRANTE, PAOLA MINACCIONI, CIRO PETRONE, SALVATORE MISTICONE
Luciano Ciotola è un gioviale e spiritoso pescivendolo napoletano che integra gli scarsi introiti lavorativi organizzando piccole truffe e furbeschi raggiri con la complicità della moglie Maria. Dotato di una travolgente e spontanea simpatia, si diverte a imbastire spettacolini domestici nei quali fa passare ore di autentico spasso ai numerosi parenti. Quando i suoi figli gli chiedono con insistenza di partecipare a un provino per "Il Grande Fratello", lui si dedica anima e corpo per accontentarli, ma da quel momento vivrà continuamente nell’ansia di aspettare che gli organizzatori della trasmissione lo chiamino per comunicargli la sua ammissione nel cast del reality show.
[+]
REALITY (IT, 2012) diretto da MATTEO GARRONE. Interpretato da ANIELLO ARENA, LOREDANA SIMIOLI, GRAZIELLA MARINA, ANIELLO IORIO, NANDO PAONE, NUNZIA SCHIANO, ROSARIA D'URSO, GIUSEPPINA CERVIZZI, CLAUDIA GERINI, RAFFAELE FERRANTE, PAOLA MINACCIONI, CIRO PETRONE, SALVATORE MISTICONE
Luciano Ciotola è un gioviale e spiritoso pescivendolo napoletano che integra gli scarsi introiti lavorativi organizzando piccole truffe e furbeschi raggiri con la complicità della moglie Maria. Dotato di una travolgente e spontanea simpatia, si diverte a imbastire spettacolini domestici nei quali fa passare ore di autentico spasso ai numerosi parenti. Quando i suoi figli gli chiedono con insistenza di partecipare a un provino per "Il Grande Fratello", lui si dedica anima e corpo per accontentarli, ma da quel momento vivrà continuamente nell’ansia di aspettare che gli organizzatori della trasmissione lo chiamino per comunicargli la sua ammissione nel cast del reality show. La sua percezione della realtà diventa distorta e falsificata: inebriato e annebbiato da sogni di futura gloria e ricchezza, Luciano comincia a regalare i propri mobili e beni personali, vende la pescheria e convince tutti gli amici e conoscenti che ben presto si presenterà a loro nella veste inedita di un personaggio famosissimo ed estremamente abbiente. Maria teme che il marito abbia perso definitivamente la testa, e poco a poco anche i famigliari e tutte le persone vicine a Luciano si dichiarano d’accordo con lei, e provano a farlo rinsavire con un consulto psichiatrico e portandolo a Roma per prender parte alla Via Crucis pasquale. Ma in quell’occasione un Luciano sempre più ossessionato da sogni impossibili che esistono solo nella sua mente, fugge alla chetichella e raggiunge gli studios dove il programma a cui ha tanto (inutilmente) aspirato è già cominciato. Ovviamente senza che nessuno degli autori televisivi abbia minimamente pensato a lui. Grottesco in chiave di apologo esplicativo sullo strapotere dei mass media sotto una spessa coltre di feroce ironia e dissacrante umorismo caustico, è un film che rivela fin dal principio le proprie intenzioni polemiche nei confronti della massificazione forzata e indiscriminata che il mondo reale sta subendo sempre più quotidianamente e inesorabilmente per effetto delle multiple realtà virtuali che contraffanno quella autentica convincendo le persone di tutto il mondo di cose che non corrispondono affatto ad eventi verosimili o a praticità tangibili. Garrone conosce a fondo la materia da lui trattata e ne parla con lo sguardo lucido e disincantato di un regista ormai affermato che ha deciso di ritagliarsi un appartato ma pur sempre efficiente posto d’onore nel cinema d’autore italiano raccontando le verità nascoste di un’Italia che in pochi osservano con attenzione e che in molti preferirebbero dimenticare o, peggio ancora, ignorare con superbia. In un’intervista il regista ha rivelato un fatto che probabilmente è sfuggito ai più: il protagonista A. Arena è un ergastolano appassionato di recitazione che Garrone avrebbe voluto anche nella troupe di Gomorra, ma allora il giudice non gli diede il permesso, mentre per le riprese di Reality gli ha accordato la libertà vigilata per la partecipazione alla pellicola. Lui si fa valere grazie ad una performance indimenticabile che coniuga un’ammirevole sincerità espressiva con un savoir faire dal sapore gradevolmente verace e nostrano, ma anche gli altri interpreti sanno conquistarsi un ben meritato applauso appianando un perfetto gioco di squadra che non svantaggia nessuno e che costruisce un’ottima recitazione corale attorno alla figura del personaggio principale, vero e proprio outsider che sceglie inconsapevolmente di guardare in faccia la realtà per abbracciare un sogno che vedrà realizzato (o meglio, si illuderà di veder realizzato) in un fantasioso, per quanto disperato, finale nel mettersi seduto su una poltrona fluorescente e ammirare il variopinto mondo che lo circonda, senza comprenderne la dilagante falsità e l’orribile messinscena costruita solamente ai fini dell’audience e del successo per persone che non lo meritano neanche lontanamente. E finalmente era anche ora che qualcuno levasse una voce contro le assurdità de "Il Grande Fratello": il mondo dei reality shows viene letteralmente destrutturato e riportato di fronte alle sue originali contraddizioni, che ne smascherano a viso aperto le deprecabili magagne da pretese dittatoriali (parlando in termini di omologazione, s’intende) sulle quali ha edificato fin dal principio il suo motivo di esistere. Questo magnifico esempio di paradiso ineluttabilmente infelice e fittizio fa proprie anche le lezioni di due straordinari autori letterari, comunque molto lontani e diversi fra loro, ossia Luigi Pirandello e George Orwell, i quali han saputo per primi cogliere i mutamenti di una società che già alla loro epoca si avviava verso un villaggio globale dalla crescente generalizzazione che desidererebbe eliminare ogni sorta di distinzione sociale, economica, culturale e politica pur di ricondurre tutto il mondo sotto un’unica, deplorevole insegna.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a great steven »
[ - ] lascia un commento a great steven »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
alessietto78
|
domenica 7 ottobre 2012
|
garrone, sei stato "nominato"!
|
|
|
|
«Non abbandonate mai i vostri sogni!» recita Enzo, una creazione del "Grande Fratello" di Matteo Garrone, che con "Reality" realizza un film ricco di rimandi cinematografici oltre che televisivi, naturalmente, e tanto vero quanto simbolico.
In una Napoli non milionaria, Luciano Ciotola (interpretato da Aniello Arena, che ha mosso in carcere i primi passi d'attore) pescivendolo e compagno di truffe della moglie Maria, viene spinto dalle figlie a fare un provino per il "GF".
[+]
«Non abbandonate mai i vostri sogni!» recita Enzo, una creazione del "Grande Fratello" di Matteo Garrone, che con "Reality" realizza un film ricco di rimandi cinematografici oltre che televisivi, naturalmente, e tanto vero quanto simbolico.
In una Napoli non milionaria, Luciano Ciotola (interpretato da Aniello Arena, che ha mosso in carcere i primi passi d'attore) pescivendolo e compagno di truffe della moglie Maria, viene spinto dalle figlie a fare un provino per il "GF". Superato il primo step, sogna sempre più di essere "nominato" nella rosa dei nuovi concorrenti, fino a trasformare il suo sogno in un incubo; il contatto con la realtà è sempre più distante, come la possibilità di varcare quella porta rossa, simbolo di protagonismo esasperato. Neanche il grillo ha più la funzione di coscienza e quella che sembra una favola sfocia sempre più in una storia di povertà dai contorni grotteschi. Una pellicola quasi neorealista con persone "prelevate" dalla strada, vere, senza vergogna, coi loro difetti, forse i concorrenti più naturali ed espressivi che un vero "reality" avrebbe voluto, ma che solo Garrone riesce a mettere insieme, tra un "cameo famoso" e l'altro, regalandoci un film in cui ognuno possa esprimere la sua, come un concorrente fa nel "confessionale"!
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a alessietto78 »
[ - ] lascia un commento a alessietto78 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
nino pell.
|
venerdì 12 ottobre 2012
|
ottimo film
|
|
|
|
Nuova straordinaria prova del regista Garrone che ancora una volta conferma la sua bravura alla regia e che tiene costantemente alto il livello interpretativo degli attori per tutta la durata della pellicola. Sottile ma pungente satira sulla TV spazzatura e sui milioni di italiani che ne restano infettati. Un plauso speciale, infine, alla scena conclusiva del film che dimostra una grande vena poetica. Film assolutamente da collezionare in DVD
|
|
|
[+] lascia un commento a nino pell. »
[ - ] lascia un commento a nino pell. »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
g.trama
|
giovedì 16 maggio 2013
|
rappresentazione della rappresentazione: l'ironia.
|
|
|
|
Ecco che finalmente un regista italiano si misura con il complicato e complesso tema del voyerismo, base e motore del mezzo cinematografico dagli albori ad oggi. Matteo Garrone si confronta con Hitchcock, Kieslowski, Powell, per citarne solo alcuni e lo fa con il suo personalissimo stile che coincide con l’ampio utilizzo della camera a spalla, di piani sequenza dal ritmo disteso, ma dai movimenti di camera improvvisi, di una colonna sonora in netta contrapposizione con il realismo delle immagini, di scenografie ora decadenti ora sfarzose, ma in entrambi i casi barocche, di una recitazione del tutto naturale. Ancora una volta e fortunatamente si ragiona sulla forma in modo da plasmare, in un secondo luogo, i contenuti o il contenuto, già ben esplicitato nel titolo stesso della pellicola.
[+]
Ecco che finalmente un regista italiano si misura con il complicato e complesso tema del voyerismo, base e motore del mezzo cinematografico dagli albori ad oggi. Matteo Garrone si confronta con Hitchcock, Kieslowski, Powell, per citarne solo alcuni e lo fa con il suo personalissimo stile che coincide con l’ampio utilizzo della camera a spalla, di piani sequenza dal ritmo disteso, ma dai movimenti di camera improvvisi, di una colonna sonora in netta contrapposizione con il realismo delle immagini, di scenografie ora decadenti ora sfarzose, ma in entrambi i casi barocche, di una recitazione del tutto naturale. Ancora una volta e fortunatamente si ragiona sulla forma in modo da plasmare, in un secondo luogo, i contenuti o il contenuto, già ben esplicitato nel titolo stesso della pellicola. Reality contiene in sé una doppia accezione: la realtà del quotidiano (significato) rappresentata attraverso la finzione della messa in scena (significante) e la realtà del reality show, altro significato per citare ancora una volta il caro strutturalismo, filtrata dalla messa in scena cinematografica, significante che si assume anche il compito di scarnificare e smascherare i meccanismi della messa in scena di un altro mezzo ancora, quello televisivo. Siamo nel pieno della finzione, poichè nient’altro che rappresentazione della rappresentazione, e Garrone non nasconde ma mostra ampiamente, non ci prende per semplici incassi da cosiddetto cinema mainstream, ma per esseri pensanti e soprattutto, aggiungerei, fruitori di un testo da leggere e interpretare. Per cui non ha senso denigrare il cinema in favore della letteratura, perchè un testo da leggere o analizzare lo possiamo trovare anche in un film, spetta a noi farlo e spetta anche a noi cogliere tutta la carica ironica contenuta in primo luogo nel titolo stesso della pellicola (siamo nel pieno della finzione, ovvero della rappresentazione) e poi e, volendo anche più esplicitamente, nella pellicola stessa e nel suo esemplare finale aperto, finale in cui Luciano, reso magistralmente dalla faccia beffarda e tragicomica di Aniello Arena, riesce a raggiungere la casa del Grande Fratello da voyeur e non da partecipante, concedendosi una continua risata beffarda e liberatoria, apparentemente ingiustificata - anche perchè lo spettatore televisivo è oramai abituato a fruire delle immagini della trasmissone in questione già ampiamente codificate, senza avere alcuna reazione emotiva - ma piena di senso proprio perchè immotivata, soggettiva, arbitraria: rende esplicita ancora una volta quella che è l’ironia del titolo e del testo e, soprattutto, sospende finalmente il giudizio. Grande merito questo di Garrone e sua invidiabile finezza in un Paese in cui non è solo lo spettatore prima e il cittadino poi a giudicare, ma anche e soprattutto l’arte e chi la produce.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a g.trama »
[ - ] lascia un commento a g.trama »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
gianleo67
|
martedì 3 settembre 2013
|
i paradisi artificiali della medialità
|
|
|
|
Fruttivendolo napoletano con moglie e 3 figli a carico nutre una passione istintiva per il mondo dello spettacolo e della televisione e nel frattempo sbarca il lunario con il suo mestiere e piccole truffe che ruotano attorno al mondo degli acquisti rateali di robot per cucina. Spinto dalla famiglia e aiutato da un suo conterraneo che ha vinto un famoso reality, partecipa alle selezioni per il 'Grande Fratello' sviluppando progressivamente una psicosi dissociativa legata alle immaginarie aspettative sulla sua partecipazione al programma fino a perdere il lavoro e la tranquillità familiare. Quando,supportato dalla moglie e dagli amici,sembra essersi ripreso...
Puntando sul dualismo tra mondo reale e la sua fittizia rappresentazione (riproduzione) televisiva e tra la percezione obiettiva della realtà e una sua deriva psicotica e irrealistica, Matteo Garrone costruisce con una infallibile progressione geometrica la lenta ed inesorabile (impercettibile) discesa agli inferi di un uomo qualunque stritolato da un meccanismo di suggestione collettiva che sembra sublimare e condensare le teorie popperiane sul potere di suggestione e coercizione del mezzo televisivo e sulla sua inesorabile pervasività.
[+]
Fruttivendolo napoletano con moglie e 3 figli a carico nutre una passione istintiva per il mondo dello spettacolo e della televisione e nel frattempo sbarca il lunario con il suo mestiere e piccole truffe che ruotano attorno al mondo degli acquisti rateali di robot per cucina. Spinto dalla famiglia e aiutato da un suo conterraneo che ha vinto un famoso reality, partecipa alle selezioni per il 'Grande Fratello' sviluppando progressivamente una psicosi dissociativa legata alle immaginarie aspettative sulla sua partecipazione al programma fino a perdere il lavoro e la tranquillità familiare. Quando,supportato dalla moglie e dagli amici,sembra essersi ripreso...
Puntando sul dualismo tra mondo reale e la sua fittizia rappresentazione (riproduzione) televisiva e tra la percezione obiettiva della realtà e una sua deriva psicotica e irrealistica, Matteo Garrone costruisce con una infallibile progressione geometrica la lenta ed inesorabile (impercettibile) discesa agli inferi di un uomo qualunque stritolato da un meccanismo di suggestione collettiva che sembra sublimare e condensare le teorie popperiane sul potere di suggestione e coercizione del mezzo televisivo e sulla sua inesorabile pervasività. Grazie al meccanismo di precisione meccanica di una studiata sceneggiatura e alla naturale elaborazione di uno stile di realismo 'in presa diretta' (camera mobilissima, veloci stacchi in primo piano, lunghe carrellate orizzontali) l'occhio del regista sembra mostrare gli effetti (insinuandone nel contempo il sospetto) di una edulcorazione della realtà prodotta dal potere di deformazione del mezzo di registrazione (cinematografico, televisivo, letterario) trasformando i personaggi da soggetti attivi e consapevoli del loro destino agli oggetti passivi di un arcano e imponderabile disegno demiurgico; un piccolo laboratorio sociologico di una delle possibili derive di questo imperio mediatico (quello del regista? quello della televisione? quello dello scrittore?) fino al sospetto insinuante di una ineludibile manipolazione della realtà (ricordate il miraggio del 'cinema verità' degli anni '60?). Costruito come un piccolo apologo sul mondo artificioso della televisione e attraversato dalla ipnotica melodia di una fiabesca colonna sonora (che introduce con il lungo piano sequenza iniziale la megalomane e pacchiana ricostruzione di un matrimonio da fiaba) è un film di amara ironia che non sembra avere sbavature o attimi di cedimento nel portare alle estreme conseguenze il suo discorso sociale, non mancando tuttavia di manifestare apertamente i propri intendimenti teorici attraverso una sarcastico riferimento alla irrilevante influenza di suggestione del potere religioso ai tempi 'dell'altare catodico' (il discorso del prete, gli effetti involontari di un indotto solidarismo umano, il pretesto della via crucis nella fuga finale del protagonista verso un paradiso artificiale). Folgorante il finale dove il protagonista si aggira come un fantasma mediatico tra gli indaffarati ospiti della 'casa': delirio dissociativo o realtà? Attori non professionisti diretti magistralmente ed uno straordinario protagonista maschile per uno dei migliori film italiani dell'ultimo ventennio. Grand Prix Speciale della Giuria a Matteo Garrone al Festival di Cannes 2012 e un'incetta di premi nazionali.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a gianleo67 »
[ - ] lascia un commento a gianleo67 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
homer52
|
sabato 16 novembre 2013
|
la vita è uno stato mentale
|
|
|
|
Fantastica rappresentazione di quel dramma esistenziale che può essere la ricerca d'una scorciatoia per il "paradiso" (ammesso e non concesso che il benessere economico e la notorietà siano il paradiso) attraverso la speranza d'un premio in alternativa ad una vita di duro lavoro. Il film si snoda attraverso un delicato intreccio fra umorismo e disperazione, con tinte felliniane, in una bellissima Napoli tanto aristocratica quanto decadente e termina con un'ostentata risata: ritrovata consapevolezza o irreversibile pazzia? Sì, perché in fondo, come dice il giardiniere del film "Oltre il giardino", la vita è uno stato mentale.
|
|
|
[+] lascia un commento a homer52 »
[ - ] lascia un commento a homer52 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
giorpost
|
venerdì 21 novembre 2014
|
non reality show ma dissociazione dalla reality
|
|
|
|
Luciano è un pescivendolo napoletano con moglie, 3 figli piccoli e familiari a carico. Campa anche di espedienti, essendo l’ esecutore di piccole truffe ai danni di un’ azienda che produce robot da cucina, “attività” che svolge insieme al fidato Michele. Il suo carattere istrionico gli vale la nomea di pagliaccetto di quartiere, caratteristica che lo spinge anche a travestirsi da drag queen ai matrimoni. Proprio durante un ricevimento incontra la guest star Enzo, appena uscito dal reality show del Grande Fratello, pressandolo in ogni modo per carpire le modalità di avvicinamento a quel mondo dello spettacolo che tanto lo affascina. Dopo alcuni giorni, in un noto centro commerciale dell’ area vesuviana, iniziano i casting per la nuova edizione del medesimo programma e Luciano, su pressione dei 3 figlioletti, raggiunge la famiglia sul luogo quando oramai i provini sono ampiamente terminati.
[+]
Luciano è un pescivendolo napoletano con moglie, 3 figli piccoli e familiari a carico. Campa anche di espedienti, essendo l’ esecutore di piccole truffe ai danni di un’ azienda che produce robot da cucina, “attività” che svolge insieme al fidato Michele. Il suo carattere istrionico gli vale la nomea di pagliaccetto di quartiere, caratteristica che lo spinge anche a travestirsi da drag queen ai matrimoni. Proprio durante un ricevimento incontra la guest star Enzo, appena uscito dal reality show del Grande Fratello, pressandolo in ogni modo per carpire le modalità di avvicinamento a quel mondo dello spettacolo che tanto lo affascina. Dopo alcuni giorni, in un noto centro commerciale dell’ area vesuviana, iniziano i casting per la nuova edizione del medesimo programma e Luciano, su pressione dei 3 figlioletti, raggiunge la famiglia sul luogo quando oramai i provini sono ampiamente terminati. Marcando stretto proprio Enzo (lì presente come promoter), riesce a farsi provinare fuori orario. Uscito dalla struttura, inizia per lui una lenta ma inesorabile escalation che lo porterà ad entrare in un convulso vortice di illusioni che provocheranno anche scelte avventate che cambieranno (in peggio?) la sua vita. A fare la propria parte in questo decadimento psichico ci penserà altresì, se non soprattutto, l’ organizzazione stessa del famoso programma televisivo, in quanto direttamente responsabile di quell’ attivazione della molla inarrestabile fatta di speranze e sogni. Luciano viene infatti convocato a Cinecittà per tenere ulteriori colloqui in quanto ha superato la prima prova (non si sa bene basata su cosa) ed ora viene addirittura intervistato dallo psicologo della trasmissione, circostanza che fa capire molto sui criteri di scelta dei personaggi da far entrare nella famigerata casa, quella vera (o meglio, quella della trasmissione reale, va bè ci siamo capiti…). Tornato da Roma Luciano ha ormai raggiunto la consapevolezza di essere entrato a far parte di quel cerchio magico dal quale solo chi è fesso ne esce, tra guadagni facili realizzati con le repentine ospitate in discoteche, matrimoni e talk show, pubblicizzando un gommista di periferia o lanciando un profumo col proprio nome. Queste “certezze” inducono Luciano nientemeno che a vendere la propria attività, frettoloso di lasciarsi alle spalle una mediocrità fino a quel momento cavalcata senza indugi. La moglie Maria inizia ad avere sentore che qualcosa si è inceppato nel meccanismo cerebrale e cognitivo del coniuge, una situazione che peggiora quando l’ edizione del GF inizia senza la sua chiamata, portandolo in uno stato depressivo aggravato da una dissociazione dalla realtà (da cui, forse, la vera intenzione del titolo) che lo spinge anche a regalare tutti i suoi averi materiali ad un gruppo di senzatetto, con il solo scopo di compiacere “quelli della televisione”.
Straordinario interprete di questo personaggio a metà strada tra una macchietta Eduardiana ed un clown circense in pensione, è un certo sig. Arena, galeotto formatosi artisticamente proprio nelle patrie galere. Nulla di strano, il Cinema spesso offre una seconda possibilità; ciò che colpisce è la perfetta sincronia tra l’ attore esordiente, calatosi nel personaggio in modo quasi ossessivo, ed il resto del cast formato invece da caratteristi più o meno noti nella sfera artistica partenopea.
Matteo Garrone mette in scena una farsa di tipo teatrale facendo azionare, nello spettatore, quel meccanismo di compassione nei confronti di un uomo devastato dai suoi stessi sogni. Ambientare tale opera in un quartiere popolare di Napoli è stato non solo lungimirante (dove sarebbe riuscita meglio?) ma quasi obbligante volendo, il regista romano, trattare di un argomento importante come quello dell’ arte dell’ illusione che la TV e lo spettacolo sanno provocare nell’ uomo medio, allorquando dietro c’ è una macchina da soldi molto ben oleata.
Fotografia bellissima, alcune sequenze risultano efficacemente e volutamente imbarazzanti, buono il cast, buoni i dialoghi per i quali, mai come in questo caso, risultano davvero superflui i sottotitoli (peraltro inseriti inspiegabilmente solo in alcuni passaggi).
La discesa nell’ oblio dell’ irrealtà e delle insicurezze di Luciano è sublimemente raccontata in quella sequenza finale nella quale il protagonista prima si intrufola nella casa tanto desiderata (realtà o sogno?), finendo poi con lo sdraiarsi su di un lettino illuminato nel giardino, parabola del successo che, in un modo o nell’ altro, egli crede di aver raggiunto.
Voto: 8
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a giorpost »
[ - ] lascia un commento a giorpost »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
enzo70
|
giovedì 20 agosto 2015
|
un intelligente film sopra le righe
|
|
|
|
Garrone torna sulla realtà napoletana, ma questa volta lo fa in maniera intelligente, abbandonando le mezze verità del troppo idolatrato Saviano. Luciano è un pescivendolo, uomo comune, uomo dabbene, con una bella famiglia ed una vita semplice. Ma il miraggio di partecipare al grande fratello gli fa perdere di vista i suoi valori che si deteriorerà in una folle spirale. Un film che denuncia le false illusione della televisione e del successo facile e, come detto, lo fa in maniera intelligente, partendo dalla facile presa che questo tipo di format hanno sulla fascia meno attrezzata culturalmente della popolazione. I dialoghi tra i familiari di Luciano sono la sintesi del modo popolare di vedere fenomeni commerciali come rimedi alla povertà, le contraddizioni del disagio emergono con forza in questo bel film del regista romano.
[+]
Garrone torna sulla realtà napoletana, ma questa volta lo fa in maniera intelligente, abbandonando le mezze verità del troppo idolatrato Saviano. Luciano è un pescivendolo, uomo comune, uomo dabbene, con una bella famiglia ed una vita semplice. Ma il miraggio di partecipare al grande fratello gli fa perdere di vista i suoi valori che si deteriorerà in una folle spirale. Un film che denuncia le false illusione della televisione e del successo facile e, come detto, lo fa in maniera intelligente, partendo dalla facile presa che questo tipo di format hanno sulla fascia meno attrezzata culturalmente della popolazione. I dialoghi tra i familiari di Luciano sono la sintesi del modo popolare di vedere fenomeni commerciali come rimedi alla povertà, le contraddizioni del disagio emergono con forza in questo bel film del regista romano. Anche perché anche la solidità della famiglia di Luciano non basta a impedire che il promesso attore faccia della sua vita un falò, senza tenere in minima considerazione anche le giuste indicazioni della moglie. Buone idee, geniale quella della truffa del robottello, un sistema per campare, per un popolo che da sempre si deve arrangiare. Finalmente Garrone fa pace con Napoli.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a enzo70 »
[ - ] lascia un commento a enzo70 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
gioygio
|
martedì 5 febbraio 2013
|
una bella critica ai falsi valori
|
|
|
|
Garrone non delude soprattutto nella regia e nella scelta degli attori. La prima parte del film somiglia ad una giostra colorata e colorita di personaggi, situazioni, dialoghi e location che scorrono a ritmo serrato catapultandoci in una realtà caratteristica e ben orchestrata. L'uso della macchina da presa è perfetto, la costruzione dei personaggi ben realizzata e la scelta delle location eccellente. Se da una parte REALITY sembra un film concentrato su uno spaccato di un piccolo quartiere di Napoli, di una famiglia e relativi amici del protagonista che hanno come unico sogno andare in televisione, conseguire un successo facile, popolare e popolano, dall'altra Garrone ci da molti spunti di riflessione su una tematica molto attuale: la dilagante mediocrità culturale che ci offrono i media.
[+]
Garrone non delude soprattutto nella regia e nella scelta degli attori. La prima parte del film somiglia ad una giostra colorata e colorita di personaggi, situazioni, dialoghi e location che scorrono a ritmo serrato catapultandoci in una realtà caratteristica e ben orchestrata. L'uso della macchina da presa è perfetto, la costruzione dei personaggi ben realizzata e la scelta delle location eccellente. Se da una parte REALITY sembra un film concentrato su uno spaccato di un piccolo quartiere di Napoli, di una famiglia e relativi amici del protagonista che hanno come unico sogno andare in televisione, conseguire un successo facile, popolare e popolano, dall'altra Garrone ci da molti spunti di riflessione su una tematica molto attuale: la dilagante mediocrità culturale che ci offrono i media.
Sicuramente non c'era bisogno di Garrone per fare una riflessione sul Grande Fratello (tra l'altro arrivata un pò in ritardo) ma certo è che meglio avere nel panorama del cinema italiano un film che con la sua leggerezza tratti argomenti di grande attualità, piuttosto di averne altri che putano solo al successo di botteghino e non trattano di nulla.
La difficoltà di Luciano, il perfetto protagonista del film, di discernere la realtà dalla finzione che lo spinge in una lenta follia, in una depressione provocata dal non essere entrato nel Grande Fratello, è relaizzata egregiamente e spinge il pubblico in una lenta e triste sensazione di pena nei confronti del protagonista e di tutta quella categoria di persone che esso rappresenta.
Purtroppo esistono persone che come Luciano non distinguono la realtà dalla finzione, che si emozionano, si impersonificano ed invidiano questi falsi miti che i media ci propinano da 10 anni a questa parte e purtroppo non si tratta solo del Grande Fratello... Garrone potrebbe vincere altri Grand Prix speciali della giuria a Cannes se prendesse spunto dai tristi e mediocri programmi tv italiani.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a gioygio »
[ - ] lascia un commento a gioygio »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
fabio1957
|
venerdì 26 giugno 2015
|
realistico
|
|
|
|
Garrone ci regala un'altra chicca di genialità cinematografica.L'avvento dei reality, come Il grande fratello e non solo, ha cambiato,in peggio il modo di guardare la televisione.Qualche anno fa sarebbe stato impensabile immaginare un programma ,dove un gruppo di persone che non si conoscono vengono tenute insieme in una "casa" sotto l'occhio fisso delle telecamere h24, senza che succeda praticamente niente,se non qualche scazzo,qualche lazzo, un pò di amena conversazione,furiosi litigi e strambe confessioni.Ma dopo questa esperienzai i protagonisti diventano tutti divi, anche e soprattutto se non sanno fare niente.
[+]
Garrone ci regala un'altra chicca di genialità cinematografica.L'avvento dei reality, come Il grande fratello e non solo, ha cambiato,in peggio il modo di guardare la televisione.Qualche anno fa sarebbe stato impensabile immaginare un programma ,dove un gruppo di persone che non si conoscono vengono tenute insieme in una "casa" sotto l'occhio fisso delle telecamere h24, senza che succeda praticamente niente,se non qualche scazzo,qualche lazzo, un pò di amena conversazione,furiosi litigi e strambe confessioni.Ma dopo questa esperienzai i protagonisti diventano tutti divi, anche e soprattutto se non sanno fare niente.La chiamerei l'abberrazione della tv e il lavoro del regista è questo,dimostrare come questa televisione ottenebri le coscienze,crea falsi miti,fa perdere di vista i veri valori della vita.l'interpretazione di Arena è strepitosa ma Loredana Simioli non è da meno.
Ancora una volta Garrone ha fatto centro
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a fabio1957 »
[ - ] lascia un commento a fabio1957 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|