dandy
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giovedì 29 marzo 2018
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assai tosto.
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Al secondo capitolo,il regista(sempre produttore con la moglie Ilona),forte di un budget più cospicuo,alza il livello di orrore stomachevole.Ciò che nel primo film era solo accennato,qui viene esasperato,e mostrato senza remore.Il numero di vittime sale a 12(anche se all'operazione arrivano in 10)e non comprende solo gente innocente...Il protagonista è più repellente e schizzato del dott.Heiter,merito dell'ottimo Harvey.Sorta di Peter Lorre con reminiscenze del Kopfrkingl de "Il bruciacadaveri".Nanetto panciuto muto per tutto il film,minato dalla tosse asmatica,dedito all'automutilazione genitale,sconvolto nella testa dal padre stupratore defunto che lo perseguita negli incubi e da una madre oppressiva.
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Al secondo capitolo,il regista(sempre produttore con la moglie Ilona),forte di un budget più cospicuo,alza il livello di orrore stomachevole.Ciò che nel primo film era solo accennato,qui viene esasperato,e mostrato senza remore.Il numero di vittime sale a 12(anche se all'operazione arrivano in 10)e non comprende solo gente innocente...Il protagonista è più repellente e schizzato del dott.Heiter,merito dell'ottimo Harvey.Sorta di Peter Lorre con reminiscenze del Kopfrkingl de "Il bruciacadaveri".Nanetto panciuto muto per tutto il film,minato dalla tosse asmatica,dedito all'automutilazione genitale,sconvolto nella testa dal padre stupratore defunto che lo perseguita negli incubi e da una madre oppressiva.A tratti si prova(quasi)copassione per lui.L'impassibile glacialità del primo capitolo qui si perde nell'accumulo di efferatezze,e il realismo è messo un pò troppo da parte:aldilà dell'operazione(qui svolta senza l'ausilio di un'adeguata preparazione chirurgica e di strumenti adatti)Martin cattura le vittime nel parcheggio dove lavora un pò troppo facilmente.Ma è chiaro che a Six interessava ben altro:le sequenze dell'operazione,l'ingozzamento forzato,la defecazione e il successivo stupro sono di una sgradevolezza estrema.E ciò che segue,con la fuga della donna incinta è anche peggio,forse troppo.Sempre nei limiti del genere,un film di indubbia competenza tecnica,disturbante non poco e con qualche tocco di umorismo perfido(l'uccisione dello psichiatra pervertito;la catarsi finale col centopiedi infilato dove non batte il sole;la cattura della protagonista del primo film,attirata con la scsa di un provino per Tarantino).Il finale enigmatico dovrebbe trovare spiegazione nel terzo capitolo.Ufficialmente è in b/n ma esiste anche la versione colorizzata(quella che ho visto io).Come il primo film,non ha ottenuto la distribuzione in nessun paese,uscendo in dvd solo in parte d'europa(Italia esclusa naturalmente).
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giovedì 29 marzo 2018
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Al secondo capitolo,il regista(sempre produttore con la moglie Ilona),forte di un budget più cospicuo,alza il livello di orrore stomachevole.Ciò che nel primo film era solo accennato,qui viene esasperato,e mostrato senza remore.Il numero di vittime sale a 12(anche se all'operazione arrivano in 10)e non comprende solo gente innocente...Il protagonista è più repellente e schizzato del dott.Heiter,merito dell'ottimo Harvey.Sorta di Peter Lorre con reminiscenze del Kopfrkingl de "Il bruciacadaveri".Nanetto panciuto muto per tutto il film,minato dalla tosse asmatica,dedito all'automutilazione genitale,sconvolto nella testa dal padre stupratore defunto che lo perseguita negli incubi e da una madre oppressiva.
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Al secondo capitolo,il regista(sempre produttore con la moglie Ilona),forte di un budget più cospicuo,alza il livello di orrore stomachevole.Ciò che nel primo film era solo accennato,qui viene esasperato,e mostrato senza remore.Il numero di vittime sale a 12(anche se all'operazione arrivano in 10)e non comprende solo gente innocente...Il protagonista è più repellente e schizzato del dott.Heiter,merito dell'ottimo Harvey.Sorta di Peter Lorre con reminiscenze del Kopfrkingl de "Il bruciacadaveri".Nanetto panciuto muto per tutto il film,minato dalla tosse asmatica,dedito all'automutilazione genitale,sconvolto nella testa dal padre stupratore defunto che lo perseguita negli incubi e da una madre oppressiva.A tratti si prova(quasi)copassione per lui.L'impassibile glacialità del primo capitolo qui si perde nell'accumulo di efferatezze,e il realismo è messo un pò troppo da parte:aldilà dell'operazione(qui svolta senza l'ausilio di un'adeguata preparazione chirurgica e di strumenti adatti)Martin cattura le vittime nel parcheggio dove lavora un pò troppo facilmente.Ma è chiaro che a Six interessava ben altro:le sequenze dell'operazione,l'ingozzamento forzato,la defecazione e il successivo stupro sono di una sgradevolezza estrema.E ciò che segue,con la fuga della donna incinta è anche peggio,forse troppo.Sempre nei limiti del genere,un film di indubbia competenza tecnica,disturbante non poco e con qualche tocco di umorismo perfido(l'uccisione dello psichiatra pervertito;la catarsi finale col centopiedi infilato dove non batte il sole;la cattura della protagonista del primo film,attirata con la scsa di un provino per Tarantino).Il finale enigmatico dovrebbe trovare spiegazione nel terzo capitolo.Ufficialmente è in b/n ma esiste anche la versione colorizzata(quella che ho visto io).Come il primo film,non ha ottenuto la distribuzione in nessun paese,uscendo in dvd solo in parte d'europa(Italia esclusa naturalmente).
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michelangelo scali
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domenica 10 aprile 2016
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grandguignol in bianco e nero
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Un'immersione nella violenza. Tom Six torna sul centopiedi umano ribaltando tutto quanto fatto nel precedente capitolo. Se lì era uno scienziato a realizzare l'abominio, qui è un goffo e raffazzonato emulo a prendersi carico dell'impresa; se il primo film era girato con una maestria fra l'espressionismo e il manierismo più pulito, qui tutto punta al gore più carnale e visionario.
Partiamo dal punto di vista, che non è quello delle vittime (che sono quasi sconosciute allo spettatore) o di puri osservatori, ma quello di un assassino fra i più brutali e innocenti allo stesso tempo. Si potrebbe anche assolverlo, e per tanti motivi: per le disgrazie che lo hanno braccato fin dalla famiglia, luogo di violenza quando non di pura rassegnazione e sporcizia; per il contesto sociale, abitato da mostri postmoderni; per il suo lavoro di invisibile, fantozziano custode di un parcheggio, in una Londra che non vediamo mai (o che forse vediamo per la prima volta: non è la cartolina col Big Ben e la regina, ma una periferia reale e conturbante, in cui si aggira un moderno Jack lo Squartatore); per le interessate attenzioni del Dottor Sebring, psichiatra che sguazza con disinvoltura nel fango metropolitano; per le urla di spregio, gli sguardi indifferenti, le (finte) preghiere di pietà che lo accolgono ad ogni contatto umano.
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Un'immersione nella violenza. Tom Six torna sul centopiedi umano ribaltando tutto quanto fatto nel precedente capitolo. Se lì era uno scienziato a realizzare l'abominio, qui è un goffo e raffazzonato emulo a prendersi carico dell'impresa; se il primo film era girato con una maestria fra l'espressionismo e il manierismo più pulito, qui tutto punta al gore più carnale e visionario.
Partiamo dal punto di vista, che non è quello delle vittime (che sono quasi sconosciute allo spettatore) o di puri osservatori, ma quello di un assassino fra i più brutali e innocenti allo stesso tempo. Si potrebbe anche assolverlo, e per tanti motivi: per le disgrazie che lo hanno braccato fin dalla famiglia, luogo di violenza quando non di pura rassegnazione e sporcizia; per il contesto sociale, abitato da mostri postmoderni; per il suo lavoro di invisibile, fantozziano custode di un parcheggio, in una Londra che non vediamo mai (o che forse vediamo per la prima volta: non è la cartolina col Big Ben e la regina, ma una periferia reale e conturbante, in cui si aggira un moderno Jack lo Squartatore); per le interessate attenzioni del Dottor Sebring, psichiatra che sguazza con disinvoltura nel fango metropolitano; per le urla di spregio, gli sguardi indifferenti, le (finte) preghiere di pietà che lo accolgono ad ogni contatto umano.
Siamo immersi in questa atmosfera mentre il film scorre in un bianco e nero infernale ed espressionista: le luci intermittenti e fioche all'interno del capannone sembrano formare mascherini da cinema muto, e anzi Six ne usa perfino esplicitamente (come da manuale) per guidarci nella follia del centopiedi umano.
I paralleli col primo capitolo tendono tutti alla divergenza: lì vedevamo un chirurgo, un barone della medicina, con i suoi sieri e i suoi bisturi; qui, per costruire il centopiedi Martin si avvarrà di martelli, tronchesi, spillatrici, nastro isolante. E al massimo (solo per un istante) quasi si trasformerà in un domatore da circo, dove il leone è ovviamente la patetica e terribile creatura. E lo splatter è esplicito in ogni occasione, mentre, dove si è voluto, si cede alle tendenze del momento (schizzi sulla telecamera, uno su un muro dopo un colpo in testa).
Arrivati in fondo al girone infernale, ammiriamo l'ultima inquadratura dell'interno del capannone, un vero e proprio dipinto su pellicola.
Concludendo, Tom Six conosce il cinema. Originale, scioccante, violento e carnale. Consigliato a chiunque.
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lalli
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lunedì 12 marzo 2012
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il più folle
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ho visto tanti film ma qst è sicuramente il personaggio più folle più assurdo...nessuno lo batte...nemmeno il dottore del primo film. eccessivo (in alcune scene ho avuto difficoltà a guardare) e grande pena x i malcapitati... a me è piaciuto... aspetto il terzo...
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g.nobile
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venerdì 18 novembre 2011
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troppa voglia di scioccare non rende...
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Spingere oltre un'idea già di per se al limite non rende. Nulla di nuovo per questo sequel se non il girato in bianco e nero, che a dire il vero con quegli sprazzi di rosso, rende la violenza totalmente irrealistica. Lo sforzo del regista nel rendere il film più sconvolgente, lo si vede tutto, e peggio ancora si vede come non vi riesca. La continua ricerca di situazioni abberranti, si trasforma in qualcosa di ridicolo e troppo fuori dalla realtà. Nel primo si vede cosa è in grado di concepire la malata mente umana, qui si cerca di mostrare come il cinema sia in grado di influenzare a tal punto da spingere qualcuno a provare di persona ciò che ha visto.E questo di per se potrebbe anche starci, ma poi perde totalmente credibilita con il comportamento del protagonista: a nessuno verrebbe in mente di masturbarsi con la carta vetrata!La poca credibilità dei comportamenti del protagonista rende poco credibile l'idea di fondo, e quindi lo spettatore, passato lo shock iniziale, si rende conto di star guardando la brutta copia del primo film .
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Spingere oltre un'idea già di per se al limite non rende. Nulla di nuovo per questo sequel se non il girato in bianco e nero, che a dire il vero con quegli sprazzi di rosso, rende la violenza totalmente irrealistica. Lo sforzo del regista nel rendere il film più sconvolgente, lo si vede tutto, e peggio ancora si vede come non vi riesca. La continua ricerca di situazioni abberranti, si trasforma in qualcosa di ridicolo e troppo fuori dalla realtà. Nel primo si vede cosa è in grado di concepire la malata mente umana, qui si cerca di mostrare come il cinema sia in grado di influenzare a tal punto da spingere qualcuno a provare di persona ciò che ha visto.E questo di per se potrebbe anche starci, ma poi perde totalmente credibilita con il comportamento del protagonista: a nessuno verrebbe in mente di masturbarsi con la carta vetrata!La poca credibilità dei comportamenti del protagonista rende poco credibile l'idea di fondo, e quindi lo spettatore, passato lo shock iniziale, si rende conto di star guardando la brutta copia del primo film . L'eccesso non giova e lo si vede sin dalle prime battute, per concludersi con quella scena, a mio avviso orrenda, del feto sciacciato sotto i pedali dell'auto. Vorrebbe far capire che l'uomo per salvarsi è disposto a tutto o cosa??? Il regista mostra solo di essere a corto di idee e nel cercane di nuove finisce per essere volgare e al quanto prevedibile.
Speriamo che Tom Six abbia per ol terzo episodio qualche asso nella manica, anche perchè l'effetto sorpresa ormai è svanito è non credo che l'aggiunta di altri piedi al suo mostro risolverebbe qualcosa.
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