steffa
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martedì 30 maggio 2023
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noia mortale
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il film in assoluto più lento e noioso che vi possa capitare
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f.vassia 81
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venerdì 15 luglio 2022
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una metafora ipnotica
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Condotta magistralmente da un Shannon funzionalmente indecifrabile, un'ipnotica metafora sull'insicurezza e sul senso di minaccia incombente che l'uomo contemporaneo avverte nell'ambiente in cui vive, sia esso, in particolare, l'America delle guerre e delle bolle finanziarie, oppure sia esso, più in generale, una natura sempre più violentata e dunque sconvolta e sconvolgente.Davvero agghiaccianti, pur nella loro semplicità, le scene in cui il protagonista ha i presunti incubi ammonitori. Perfettamente in tono il lato sonoro.
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darkovic
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lunedì 20 settembre 2021
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film importante
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Un film bello ,girato bene, con degli attori veramente bravi . Toccando la tematica della possibile malattia mentale del protagonista, si sviluppa anche sulle problematiche degli Usa e sull'odierna incapacita' di vivere in equilibrio in quel paese. Il finale lascia in sospeso sul confine tra il dubbio che la possibile profezia si avveri .Michael Shannon bravissimo come del resto Jessica Chastain. Un grande Jeff Nichols
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carloalberto
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martedì 14 luglio 2020
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allungare il brodo, si ma la carne?
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La performance di Michael Shannon e Jessica Chastain, la coppia di attori protagonisti di Take Shelter, meriterebbe pure la visione di questo non Thriller, non Horror, non drammatico film di Jeff Nichols, se la pellicola non avesse una durata interminabile, ovvero se nei centoventi minuti di girato accadesse qualcosa. In realtà, non succede nulla o meglio quel poco che succede è il frutto di un’immaginazione malata. Fallito il tentativo di creare suspense basandosi esclusivamente sulla bravura indiscutibile di Shannon, su cui si regge la tensione del film e soltanto nelle prime scene perché poi si cade inevitabilmente nella noia all’ennesima ripetizione del sogno apocalittico, rimane una lentezza defatigante per lo spettatore, che si aspetta che da un momento all’altra ci sia la svolta che invece non ci sarà, se non nell’ultimissima inquadratura, peraltro a quel punto prevedibile perché largamente preannunciata sin dall’inizio e promessa per ben due ore.
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La performance di Michael Shannon e Jessica Chastain, la coppia di attori protagonisti di Take Shelter, meriterebbe pure la visione di questo non Thriller, non Horror, non drammatico film di Jeff Nichols, se la pellicola non avesse una durata interminabile, ovvero se nei centoventi minuti di girato accadesse qualcosa. In realtà, non succede nulla o meglio quel poco che succede è il frutto di un’immaginazione malata. Fallito il tentativo di creare suspense basandosi esclusivamente sulla bravura indiscutibile di Shannon, su cui si regge la tensione del film e soltanto nelle prime scene perché poi si cade inevitabilmente nella noia all’ennesima ripetizione del sogno apocalittico, rimane una lentezza defatigante per lo spettatore, che si aspetta che da un momento all’altra ci sia la svolta che invece non ci sarà, se non nell’ultimissima inquadratura, peraltro a quel punto prevedibile perché largamente preannunciata sin dall’inizio e promessa per ben due ore. Da vedere per la prova attoriale del cast e con la consapevolezza dell’estrema pesantezza di un mattone molto indigesto con sorpresa finale deludente.
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ashtray_bliss
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domenica 5 febbraio 2017
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addentrarsi nella psiche umana.
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Take Shelter fa parte di quelle pellicole memorabili, che ti segnano e ti restano impresse per molto tempo. E quando una pellicola riesce a risultare incisiva, sicuramente indica di essere di notevole fattura. L'opera scritta e diretta da Jeff Nichols risulta infatti contemporaneamente onirica e angosciante, magnetizzante e inquietante, calma ma anche violenta. Una pellicola immersiva che si addentra nella psicosi umana mettendo in evidenza tutte le paure recondite e le ansie della vita quotidiana che convergono e si manifestano sotto forma di disturbanti allucinazioni e incubi ricorrenti e inspiegabili. Incubi inerenti ad una violenta e devastante tempesta perfetta che si abbatte sulla città; coinvolgendo la famiglia di Curtis per prima.
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Take Shelter fa parte di quelle pellicole memorabili, che ti segnano e ti restano impresse per molto tempo. E quando una pellicola riesce a risultare incisiva, sicuramente indica di essere di notevole fattura. L'opera scritta e diretta da Jeff Nichols risulta infatti contemporaneamente onirica e angosciante, magnetizzante e inquietante, calma ma anche violenta. Una pellicola immersiva che si addentra nella psicosi umana mettendo in evidenza tutte le paure recondite e le ansie della vita quotidiana che convergono e si manifestano sotto forma di disturbanti allucinazioni e incubi ricorrenti e inspiegabili. Incubi inerenti ad una violenta e devastante tempesta perfetta che si abbatte sulla città; coinvolgendo la famiglia di Curtis per prima. Cosi', lo stress poco a poco si impadronisce del protagonista, il quale già carico dei problemi della vita quotidiana, dati da un lavoro impegnativo e monotono, e da una figlia sordomuta bisognosa di cure costose e di una educazione speciale, rimane Impantanato tra la realtà e l'incubo, tra la sanità mentale e la malattia psichica. Avendo una madre affetta da schizofrenia dall'età di 30anni, il protagonista decide di tenere la moglie (una perfetta Chastain) all'oscuro di tutto ciò che gli sta accadendo trovando come unica via di fuga, sia mentale che fisica, la costruzione di un rifugio anti-tornado. Curtis, impegnerà nel progetto tutti i risparmi famigliari e dedicherà alla costruzione della struttura tutto se stesso, trascurando la propria famigliae il proprio lavoro. Incapace ormai di tracciare un confine tra l'immaginario e il reale, tra l'onirico e il concreto, Curtis appare sempre più turbato dalle visioni e dai segni premonitori che annunciano una tempesta imminente e devastante. Supportato dalla moglie, amorevole e costante, provera' a risollevarsi chiedendo aiuto agli specialisti per comprendere finalmente che l'unico pericolo concreto non e'dato da una tempesta imminente ma da se stesso.
Nichols mette in scena in modo assolutamente Impeccabile ed indelebile un dramma psicologico con sfumature Hitchcockiane una vicenda terribilmente umana che avvinghia lo spettatore rendendolo partecipe del dramma umano che si consuma sullo schermo. Con un Michael Shannon più impegnato che mai, che rende in modo assolutamente convincente e verosimile la turbe mentale che vive il suo protagonista, e la spirale di paura, ansia e stress nella quale viene risucchiato. Nichols dirige una pellicola particolarissima, curata nei minimi dettagli: dalla fotografia alla scenografia, minimaliste e spartane, che riescono a risultare ansiogene e claustrofobiche al punto giusto anche grazie alle locationscelte. Il vasto campo di grano, la casa isolata dal resto delle abitazioni, la strada deserta.
Nichols poi con grande maestria riesce a costruire una storia dove man mano che si evolve il reale e l'immaginifico si fondono e si confondono, i taselli del puzle si completano fino ad arrivare ad un vero e proprio finale spiazzante e incisivo che ci costringe a riscrive l'intera interpretazione del film. Abbiamo forse assistito alla progressiva perdita di lucidità, e della stessa identità, di Curtis o forse i suoi sogni e le sue visioni erano veramente dei segnali d'allarme? Basandosi su questa ambiguità strutturale, Nichols riesce a toccare attraverso Take Shelter un'intera gamma di problemi esistenziali e sociali, che interessano ognuno di noi: dai problemi economici che si ripercuotono nei rapporti lavorativi e famigliari, ai problemi personali che portano ad unprogressivo isolamento, fisico e mentale, e nel cercare un rifugio (allegorico e materiale) per fuggire dal resto del mondo. Take Shelter
è dunque un viaggio, profondo, toccante e incisivo nella psiche umana supportato da un finale assolutamente originale e memorabile. Oltre al bravissimo Shannon, ormai affermato nei ruoli di soggetto mentalmente instabile, vi troviamo anche una bravissima e convincente Jessica Chastain che se pur in ruolo secondario e stereotipato riesce a far emergere talentoe bravura. La costruzione della storia segue un ritmo lento, ma mai noioso, volto proprio a costruire un crescendo di suspense e mistero che avvolge le vicende di Curtis e della sua famiglia.
In definitiva, si tratta di un vero e proprio gioiello del cinema indipendente americano. Un piccolo capolavoro premiato a Cannes nel 2011 che non risente del tempo che passa e resta un prodotto assolutamente memorabile e convincente. Da vedere assolutamente, 4.5/5.
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rafsiano
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giovedì 26 febbraio 2015
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"la paranoia è una forma di consapevolezza..."
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"La paranoia è una forma di consapevolezza, e la consapevolezza è una forma di amore".
Questa frase attribuita a Charles Manson (una delle menti criminali più efferate del XX secolo) appare tanto affascinante quanto criptica. Ma dopo aver aver visto “Take Shelter” se ne può afferrare il significato.
Curtis LaForche (Michael Shannon) è un marito amorevole, un operaio che profonde tutte le sue energie per prendersi cura di sua moglie Samantha (Jessica Chastaine) e della figlioletta sordomuta Hannah (Tova Stewart). La vita di questo perfetto americano medio, seppur tra difficoltà economiche e preoccupazioni per il futuro, sembra scorrere serena, almeno fino al momento in cui gli appare in sogno una spaventosa tempesta.
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"La paranoia è una forma di consapevolezza, e la consapevolezza è una forma di amore".
Questa frase attribuita a Charles Manson (una delle menti criminali più efferate del XX secolo) appare tanto affascinante quanto criptica. Ma dopo aver aver visto “Take Shelter” se ne può afferrare il significato.
Curtis LaForche (Michael Shannon) è un marito amorevole, un operaio che profonde tutte le sue energie per prendersi cura di sua moglie Samantha (Jessica Chastaine) e della figlioletta sordomuta Hannah (Tova Stewart). La vita di questo perfetto americano medio, seppur tra difficoltà economiche e preoccupazioni per il futuro, sembra scorrere serena, almeno fino al momento in cui gli appare in sogno una spaventosa tempesta. Con il passar del tempo, l’incubo si ripresenta sempre più frequentemente, fino a divenire una visione ricorrente anche durante il giorno. Michael si rende conto che ciò al quale assiste durante i suoi presagi non è un semplice fenomeno atmosferico, ma l’inizio di una vera e propria apocalisse: dal cielo nero grondano pesanti gocce oleose, tutto l’orizzonte visibile si oscura all’improvviso, persone ed animali sembrano colti da una devastante furia omicida.
L'uomo cercherà la risposta più razionale a questo suo improvviso delirio allucinatorio, rivolgendosi a medici specialisti, confrontandosi con la schizofrenia di sua madre, cercando di rimanere il più possibile aggrappato al reale. Ma sentendosi sempre più minacciato da ciò che percepisce come un’ecatombe imminente, reagisce come farebbe qualsiasi buon padre di famiglia ovvero cercando di mettere al sicuro la propria famiglia. All’insaputa di tutti, e sacrificando il denaro che avrebbe permesso alla sua bambina di sottoporsi ad un intervento per riacquistare l’udito, Michael inizia a costruire un rifugio sotteraneo. La situazione inizia a precipitare, la sua ossessione gli fa perdere lavoro, gli mette contro il suo migliore amico (Shea Whigham) e getta nell’angoscia sua moglie. Nonostante tutto Samantha resta accanto al marito, cercando di asisterlo come meglio può, sempre più convinta che Michael abbia bisogno di urgenti cure psichiatriche. Finchè una notte , mentre la famiglia LaForche dorme, un allarme anti uragano entra in funzione e violente raffiche di pioggia iniziano a cadere dal cielo senza stelle.
Take Shelter, opera seconda del quasi esordiente Jeff Nichols, è una raffinata sinfonia visiva di quei lati oscuri che covano subdolamente in ognuno di noi. Grazie ad una strepitosa recitazione, Michael Shannon da vita ad un personaggio indimenticabile, un uomo straordinariamente comune, angosciato dalla paura di essere pazzo e straziato dall’idea di non esserlo. Ed ecco che la frase che ho riportato all’inizio di questa recensione acquista significato: per Curtis LaForche la paranoia rapresenta la sicura consapevolezza di un imminente disastro; ma tale delirante consapevolezza non è, forse, una forma di disperato amore nei confronti della sua famiglia? E quanto può essere appagante, per l’inconscio di noi uomini mediocri, sentirsi profeti di una immane apocalisse, alzare il dito al cielo ed urlare, appunto: “Take shelter!” – “Correte al riparo!”.
Giustamente pluripremiato dalla critica, ma tutto sommato poco conosciuto dal grande pubblico questo bellissimo lungometraggio, sarà tra qualche anno ricordato come uno dei grandi film del passato. L’interpretazione di Jessica Chastaine, seppur in alcuni momenti eccessivamente enfatica, è comunque ad altissimi livelli, la piccola Tova Stewart (sordomuta anche nella vita reale) risulta perfettamente convincente mentre Shea Whigham si cala perfettamente nei panni del classico worker americano. Su tutti giganteggia Shannon, incredibilmente espressivo, una sorta di lucido titano, fragile e commovente.
E l’epico finale è destinato a diventare un classico della cinematografia di ogni tempo.
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ledyna
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sabato 8 febbraio 2014
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rovinato dal finale
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Stupendo film che comunica angoscia e una lettura psicologica notevole, peccato che il finale smonta tutta l'atmosfera che lo spettatore si era preparata. Quella lettura di introspezione nella psiche del protagonista, a volte ambigua tra premonizione e lento declino verso la paranoia, viene distrutta in poche scene al concludersi del film, che assume improvvisamente un'accellerazione nel finere e peggio ancora nel modo più banale possibile. Ottimo l'attore ma non basta.
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paride86
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lunedì 9 dicembre 2013
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indefinibile
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E' difficile valutare film come "Take Shelter", soprattutto perché alla fine della storia ci si chiede cosa volesse dire il regista, di cosa sia metafora tutto ciò e spesso si rimane senza una risposta definita.
Vale una visione sicuramente per la splendida performance di Michael Shannon e perché, in ogni caso, Jeff Nichols dimostra di essere un regista di talento girando un film che tiene sempre sulle spine, commuove e spaventa con una facilità impressionante.
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E' difficile valutare film come "Take Shelter", soprattutto perché alla fine della storia ci si chiede cosa volesse dire il regista, di cosa sia metafora tutto ciò e spesso si rimane senza una risposta definita.
Vale una visione sicuramente per la splendida performance di Michael Shannon e perché, in ogni caso, Jeff Nichols dimostra di essere un regista di talento girando un film che tiene sempre sulle spine, commuove e spaventa con una facilità impressionante.
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kondor17
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giovedì 31 ottobre 2013
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combatti il mostro che è dentro di te.
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Curtis di mestiere fa il trivellatore, abita con Jessica e sua figlia Hannah, sordomuta, in una bella casa in campagna. Nella sua vita però si presenta una cosa inaspettata: incubi e visioni, inizialmente limitati al sonno, si manifestano sempre più frequentemente anche di giorno, ad occhi aperti, mettendo a repentaglio la sua vita sociale, il suo lavoro, la sua famiglia. Il primo a farne le spese è l'amato cane, prima rinchiuso in un recinto e poi addirittura donato al fratello. Preoccupato ed allo stesso tempo determinato a fare qualcosa, Curtis va a trovare la madre, affetta da anni da psicosi simile, per chiederle come la patologia le si fosse presentata. Poi legge libri, fa test sul progresso del male ed infine si decide ad andare da una psicoterapeuta e da un famoso psichiatra.
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Curtis di mestiere fa il trivellatore, abita con Jessica e sua figlia Hannah, sordomuta, in una bella casa in campagna. Nella sua vita però si presenta una cosa inaspettata: incubi e visioni, inizialmente limitati al sonno, si manifestano sempre più frequentemente anche di giorno, ad occhi aperti, mettendo a repentaglio la sua vita sociale, il suo lavoro, la sua famiglia. Il primo a farne le spese è l'amato cane, prima rinchiuso in un recinto e poi addirittura donato al fratello. Preoccupato ed allo stesso tempo determinato a fare qualcosa, Curtis va a trovare la madre, affetta da anni da psicosi simile, per chiederle come la patologia le si fosse presentata. Poi legge libri, fa test sul progresso del male ed infine si decide ad andare da una psicoterapeuta e da un famoso psichiatra. Ad un passo dal baratro, Curtis troverà in Jessica ed Hannah lo stimolo e la forza per aprire la porta che lo separa dalla speranza, dalla volontà, dal primo gradino verso una possibile guarigione.
Il film è un pò lento, ma estremamente ben fatto. Il fondersi di allucinazioni e realtà è reso con assoluta maestria, come pure l'angoscioso silenzio di un uomo intento a combattere un mostro invisibile ma inarrestabile, che pervade ogni suo singolo pensiero. Bravi gli attori ed ottima la fotografia. Da vedere.
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filippo catani
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lunedì 27 maggio 2013
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un film apocalittico e visionario
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Un uomo vive tranquillamente e onestamente la propria vita. Ha un buon lavoro che gli permette un buon redditto e un'ottima assicurazione sanitaria, ha una moglie amorevole e una figlia sordomuta che ama. La tranquillità della famiglia viene improvvisamente sconvolta dalle visioni dell'uomo riguardo ad un imminente tornado capace di creare un disastro senza precedenti.
Un film cupo, visionario e insieme apocalittico quello che sforna Nichols. La malattia mentale di un uomo apparentemente felice e appagato ma con una madre già afflitta in passato da schizzofrenia paranoide fa da sfondo a una vicenda in cui gli incubi del protagonista finiscono per trascinare a fondo l'intera famiglia.
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Un uomo vive tranquillamente e onestamente la propria vita. Ha un buon lavoro che gli permette un buon redditto e un'ottima assicurazione sanitaria, ha una moglie amorevole e una figlia sordomuta che ama. La tranquillità della famiglia viene improvvisamente sconvolta dalle visioni dell'uomo riguardo ad un imminente tornado capace di creare un disastro senza precedenti.
Un film cupo, visionario e insieme apocalittico quello che sforna Nichols. La malattia mentale di un uomo apparentemente felice e appagato ma con una madre già afflitta in passato da schizzofrenia paranoide fa da sfondo a una vicenda in cui gli incubi del protagonista finiscono per trascinare a fondo l'intera famiglia. Non solo infatti l'uomo perderà il lavoro ma l'intera comunità finirà con l'isolare i tre. A portare i segni maggiori di questa disfatta sarà la piccola figlia della coppia che, oltre alle difficoltà dovute alle sue problematiche, assiste impotente alla crisi dei suoi genitori. Il film è quasi interamente sulle spalle di uno straordinario Shannon che avrebbe sicuramente meritato la nomination all'oscar e non nuovo ad interpretazioni simili (ad esempio nel fortunato telefilm Broadwaick Empire ma un'ottima prova era stata offerta anche in Revolutionary Road). L'attore è perfetto a calarsi nella parte del personaggio tormentato che non solo è sconvolto dalle sue stesse visioni ma nei momenti di lucidità è ulteriormente affranto nel vedere che quello che aveva passato lui con la madre potrebbe ora ripetersi. Al suo fianco c'è la Chastain alle prese con un non facile ruolo di supporto in cui riesce a cavarsela più che egregiamente. Insomma un film che scuote lo spettatore anche e soprattutto attraverso una bella fotografia e una colonna sonora che si adatta molto bene alla sceneggiatura.
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