"La paranoia è una forma di consapevolezza, e la consapevolezza è una forma di amore".
Questa frase attribuita a Charles Manson (una delle menti criminali più efferate del XX secolo) appare tanto affascinante quanto criptica. Ma dopo aver aver visto “Take Shelter” se ne può afferrare il significato.
Curtis LaForche (Michael Shannon) è un marito amorevole, un operaio che profonde tutte le sue energie per prendersi cura di sua moglie Samantha (Jessica Chastaine) e della figlioletta sordomuta Hannah (Tova Stewart). La vita di questo perfetto americano medio, seppur tra difficoltà economiche e preoccupazioni per il futuro, sembra scorrere serena, almeno fino al momento in cui gli appare in sogno una spaventosa tempesta. Con il passar del tempo, l’incubo si ripresenta sempre più frequentemente, fino a divenire una visione ricorrente anche durante il giorno. Michael si rende conto che ciò al quale assiste durante i suoi presagi non è un semplice fenomeno atmosferico, ma l’inizio di una vera e propria apocalisse: dal cielo nero grondano pesanti gocce oleose, tutto l’orizzonte visibile si oscura all’improvviso, persone ed animali sembrano colti da una devastante furia omicida.
L'uomo cercherà la risposta più razionale a questo suo improvviso delirio allucinatorio, rivolgendosi a medici specialisti, confrontandosi con la schizofrenia di sua madre, cercando di rimanere il più possibile aggrappato al reale. Ma sentendosi sempre più minacciato da ciò che percepisce come un’ecatombe imminente, reagisce come farebbe qualsiasi buon padre di famiglia ovvero cercando di mettere al sicuro la propria famiglia. All’insaputa di tutti, e sacrificando il denaro che avrebbe permesso alla sua bambina di sottoporsi ad un intervento per riacquistare l’udito, Michael inizia a costruire un rifugio sotteraneo. La situazione inizia a precipitare, la sua ossessione gli fa perdere lavoro, gli mette contro il suo migliore amico (Shea Whigham) e getta nell’angoscia sua moglie. Nonostante tutto Samantha resta accanto al marito, cercando di asisterlo come meglio può, sempre più convinta che Michael abbia bisogno di urgenti cure psichiatriche. Finchè una notte , mentre la famiglia LaForche dorme, un allarme anti uragano entra in funzione e violente raffiche di pioggia iniziano a cadere dal cielo senza stelle.
Take Shelter, opera seconda del quasi esordiente Jeff Nichols, è una raffinata sinfonia visiva di quei lati oscuri che covano subdolamente in ognuno di noi. Grazie ad una strepitosa recitazione, Michael Shannon da vita ad un personaggio indimenticabile, un uomo straordinariamente comune, angosciato dalla paura di essere pazzo e straziato dall’idea di non esserlo. Ed ecco che la frase che ho riportato all’inizio di questa recensione acquista significato: per Curtis LaForche la paranoia rapresenta la sicura consapevolezza di un imminente disastro; ma tale delirante consapevolezza non è, forse, una forma di disperato amore nei confronti della sua famiglia? E quanto può essere appagante, per l’inconscio di noi uomini mediocri, sentirsi profeti di una immane apocalisse, alzare il dito al cielo ed urlare, appunto: “Take shelter!” – “Correte al riparo!”.
Giustamente pluripremiato dalla critica, ma tutto sommato poco conosciuto dal grande pubblico questo bellissimo lungometraggio, sarà tra qualche anno ricordato come uno dei grandi film del passato. L’interpretazione di Jessica Chastaine, seppur in alcuni momenti eccessivamente enfatica, è comunque ad altissimi livelli, la piccola Tova Stewart (sordomuta anche nella vita reale) risulta perfettamente convincente mentre Shea Whigham si cala perfettamente nei panni del classico worker americano. Su tutti giganteggia Shannon, incredibilmente espressivo, una sorta di lucido titano, fragile e commovente.
E l’epico finale è destinato a diventare un classico della cinematografia di ogni tempo.
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