La pelle che abito

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Un film di Pedro Almodóvar. Con Antonio Banderas, Elena Anaya, Marisa Paredes, Jan Cornet, Roberto Álamo.
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Titolo originale La piel que habito. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 120 min. - Spagna 2011. - Warner Bros Italia uscita venerdì 23 settembre 2011. - VM 14 - MYMONETRO La pelle che abito * * * - - valutazione media: 3,12 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
annamaria vergara mercoledì 5 ottobre 2011
grottesco sì, ma eccellente Valutazione 4 stelle su cinque
57%
No
43%

L'esteriorità è solamente un abito. Spesso si sceglie un bell'abito per sopperire ad una mancanza interiore, ma non è il caso trattato in questa stupefacente pellicola di Almodovar. Il ragazzo è stato - contro sua volontà, sottoposto ad un cambiamento radicale della sua esteriorità che col passare degli anni lo ha portato ad accettarla, a conviverci, ma solo esteriormente e questo è palesemente dimostrato dal fatto che continuasse a disegnare sul muro il corpo di una donna la cui testa era stata imprigionata in una casa; una metafora, questa, che lascia spazio a diverse interpretazioni, e che a mio avviso si potrebbe tradurre in: un cervello e un'anima di uomo costretti in un corpo di una donna, e per quanto quel corpo perfetto abbia represso la mascolinità del protagonista, non è certamente stato lo stesso per ciò che davvero Vicente era: nient'altro che un uomo che ha affondato le radici nel suo essere per sopravvivere in un contesto (interiore ed esteriore) che non gli apparteneva e il finale è stato magistrale, per quanto un pizzico scontato, ma complicare ulteriormente l'intreccio della trama avrebbe - secondo me, reso il film eccessivo sotto ogni aspetto. [+]

[+] ottima lettura, ma contiene spoiler (di riccardo76)
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annamaria vergara mercoledì 5 ottobre 2011
l'ambiguità che rende eccellente una pellicola Valutazione 4 stelle su cinque
45%
No
55%

L'esteriorità è solamente un abito. Spesso si sceglie un bell'abito per sopperire ad una mancanza interiore, ma non è il caso trattato in questa stupefacente pellicola di Almodovar. Il ragazzo è stato - contro sua volontà, sottoposto ad un cambiamento radicale della sua esteriorità che col passare degli anni lo ha portato ad accettarla, a conviverci, ma solo esteriormente e questo è palesemente dimostrato dal fatto che continuasse a disegnare sul muro il corpo di una donna la cui testa era stata imprigionata in una casa; una metafora, questa, che lascia spazio a diverse interpretazioni, e che a mio avviso si potrebbe tradurre in: un cervello e un'anima di uomo costretti in un corpo di una donna, e per quanto quel corpo perfetto abbia represso la mascolinità del protagonista, non è certamente stato lo stesso per ciò che davvero Vicente era: nient'altro che un uomo che ha affondato le radici nel suo essere per sopravvivere in un contesto (interiore ed esteriore) che non gli apparteneva e il finale è stato magistrale, per quanto un pizzico scontato, ma complicare ulteriormente l'intreccio della trama avrebbe - secondo me, reso il film eccessivo sotto ogni aspetto. [+]

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gnr451 martedì 4 ottobre 2011
evitatelo Valutazione 1 stelle su cinque
34%
No
66%

Con Otto euro andatevi a mangiare una pizza ma evitate questo film assolutamente pessimo. Il soggetto aveva delle potenzialità ma non sono state correttamente sviluppate, la sceneggiatura è pessima senza altro aggiungere, Banderas è uno stoccafisso, sono presenti le solite scene di volgarità gratuita che non apportano nulla al film.

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orazio maione lunedì 3 ottobre 2011
fantascienza, il livello di pedro Valutazione 4 stelle su cinque
38%
No
62%

grande film. ci siamo tutti, gli orrori delle nostre società opulente con le figlie-amanti recluse, il corpo che si può trasformare/ricostruire a piacimento/oltre ogni limite, i confini labili tra identità di genere, i limiti dell'etica con la scienza. epperò il potere salvifico dell'arte, come alcune frasi gettate quasi subliminarmente (nello yoga la forma è per l'essenza) a farci sperare che nonostante la caverna in cui siamo incatenati dentro di noi c'è ancora la possibilità di salvarci. e che musica: classicheggiante e intensa, o unita a sonorità techno. e che arredamenti, e che festa sublime con cantante altrettanto. stile assoluto, per qno maniera, quella di un maestro del nostro tempo.

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alex2044 lunedì 3 ottobre 2011
se ami il cinema Valutazione 4 stelle su cinque
67%
No
33%

Non amo particolarmente Almodovar ma amo il cinema e non si può negare che i suoi film hanno sempre qualcosa di accattivante e di nuovo . In questo caso una prima parte molto buona poi qualche freanata ed un finale travolgente. Un piccolo tesoro di citazioni per i cinefili. Fra gli attori Banderas è molto bravo .Ce ne fossero di film così.

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hulk1 domenica 2 ottobre 2011
la fine Valutazione 2 stelle su cinque
38%
No
62%

Gran battage, gran parlare intorno ad un cineasta che 'Solo' sessantenne non ha più nulla da dire , da anni gira attorno al cinema dei maestri, illudendo con iniezioni di altri autori di rinnovarsi.  Quali affinità mi domando con occhi senza volto,  con Jess Franco ed i suoi vampiri della notte, film anonimo nonostante il budget notevole e le star presenti? Nel film francese' Capostipite con Psyco del gore', 'Film del quale Truffaut disse, stavo montando i 400 colpi e Freju il suo film, è stato praticamente l'unico mio lavoro da assistente'. Franco girerà con i suoi mad doctor diversi film ispirati , ad occhi senza volto. [+]

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andyzerosettesette domenica 2 ottobre 2011
dilemmi bioetici per un almodovar "freddo" Valutazione 4 stelle su cinque
63%
No
38%

L'ossessione contemporanea per la perfezione estetica, il superamento del confine "sacro" fra naturale e artificiale, il rapporto controverso con un corpo che non si accetta ma in cui si è imprigionati, la difficoltà di affrontare un lutto, la malattia mentale, la vendetta: questi alcuni dei temi, impagnativi, che Almodovar combina in modo originale in un melodramma dall'intreccio ben dipanato, dai toni e dall'atmosfera volutamente "fredda" (e dunque poco "almodovariana"), e dal genere più noir che tendente all'horror (come invece è stato singolarmente etichettato La pelle che abito da molti mass media italiani). In estrema sintesi, senza rivelare nulla di specifico perchè i numerosi colpi di scena possono rendere poco piacevole conoscere prima della visione i particolari della trama, e perchè già hanno rivelato tutto i critici di professione, è la storia di un chirurgo estetico di successo (un Antonio Banderas molto bravo anche in un ruolo "algido") che, distrutto da drammi che hanno colpito le persone a lui più care, sublima il dolore trasformandolo in energia creativa al servizio della scienza, e si dedica in segreto a un suo progetto personale che mescola vendetta e delirio di onnipotenza, non sempre riuscendo a controllarne gli esiti pericolosi. [+]

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stefano73 sabato 1 ottobre 2011
valido,perverso...in linea almodovar...ma lento Valutazione 3 stelle su cinque
23%
No
77%

in piena linea perversa tipica di Almodovar. Anche sta volta alle prese con sessualità ambigua e indeterminata. Purtroppo si dilunga troppo tra le varie vicende calcando la mano su perversioni e sessualità ripetutamente consumata. Anche Antonio Banderas ha conosciuto ruoli più riusciti e più espressivi. Un film che lo si apprezza leggermente di più sul finale. Fosse stato tagliato di almeno 20 minuti avrebbe funzionato di più.

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lucia g.binetti sabato 1 ottobre 2011
non sono tua madre, ti ho solo partorito! Valutazione 4 stelle su cinque
36%
No
64%


Un cerchio in cui ogni scena, simbolo, frase, abito indossato, sono un richiamo a qualcosa che avverrà o che è già avvenuto. Perché il film vive di un lungo flash back che ti fa ritornare all'inizio della storia. La pelle "abitata" è quella cucita addosso alla vittima dal folle chirurgo ma è anche quella in cui la giovane figlia non si riconosce, anche lei vittima della stessa follia. "Non riusciamo a farle indossare abiti attillati", dice lo psichiatra che l'ha in cura. Abiti che si fanno stracci, quelli sparsi per terra nella prigione dorata della vittima, ma sono anche quelli che compongono il manichino della vetrina nel negozio di abiti, appunto, luogo e snodo cruciale del film. [+]

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guillermo sabato 1 ottobre 2011
almodovar grande come sempre Valutazione 5 stelle su cinque
50%
No
50%

Pedro Almodóvar non si smentisce e ci regala un altro piccolo gioiello da aggiungere a una lunga collezione di capolavori. La sola cosa pessima del film è la traduzione del titolo, ma non è colpa del regista se l’edizione italiana non ha conservato l’originale spagnolo che possiede ben altra forza evocativa. Il regista costruisce un melodramma con atmosfere thriller (stile Legami, sempre interpretato da Banderas), sconfina persino nell’horror, ma conserva il suo tratto inconfondibili d’autore, uno stile trasgressivo che l’ha reso famoso nel mondo. I personaggi sono almodovariani fino in fondo, perché in un modo o nell’altro sono tutti segnati dalla follia e dal dolore. [+]

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