marezia
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mercoledì 13 aprile 2011
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pubblicità nemmeno occulta questa volta!
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Tra tutti gli attori protagonisti perché non sottolineare l'ottima prestazione della Telecom Italia? Uno spottone come questo non si era MAI visto sul grande schermo, MAI.
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(di simon1983)
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mammut
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mercoledì 13 aprile 2011
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idea buona sviluppo meno
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l'idea è buona ed è molto attuale, però a me non è scattata la scintilla, mi ha lasciato un non so che di incompiuto.Forse è la sceneggiatura, ma ero convinto di vedere un filmone
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giuliacanova
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martedì 12 aprile 2011
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io non ci sto!
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Io non ho molto da dire su questo filmetto appena sufficiente nella sceneggiatura ma decisamente mediocre nella realizzazione. E non è possibile che solo perchè tocca una piaga dolente della nostra società (meritocrazia e raccomandazioni) e solo qui sta il suo merito, si possa nobilitare un prodotto di cui sfido chiunque a ricordarne l'esistenza tra due annetti. L'unica parte de film che reputo riuscita nella sua sarcastica rappresentazione è quella della riunione dei cattedratici, capeggiata dal bel cameo di Giorgio Albertazzi, che preoccupati per gli eventi spulciano i documenti dei concorsi sino ad allora indetti da cui emerge amaramente che l'unico assunto per merito era anche l'unico presentatosi a quel concorso, e lì davvero viene viene fuori l'italia reale che tutti conosciamo.
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Io non ho molto da dire su questo filmetto appena sufficiente nella sceneggiatura ma decisamente mediocre nella realizzazione. E non è possibile che solo perchè tocca una piaga dolente della nostra società (meritocrazia e raccomandazioni) e solo qui sta il suo merito, si possa nobilitare un prodotto di cui sfido chiunque a ricordarne l'esistenza tra due annetti. L'unica parte de film che reputo riuscita nella sua sarcastica rappresentazione è quella della riunione dei cattedratici, capeggiata dal bel cameo di Giorgio Albertazzi, che preoccupati per gli eventi spulciano i documenti dei concorsi sino ad allora indetti da cui emerge amaramente che l'unico assunto per merito era anche l'unico presentatosi a quel concorso, e lì davvero viene viene fuori l'italia reale che tutti conosciamo. Un appunto sulla Cortellesi: come attrice di teatro e in televisione la trovo brava, ma nel grande schermo riduce la sua mimica facciale a due o tre smorfiette indentiche in ogni film in cui compare. Io mi colloco volentieri fuori dal coro di consensi verso questo film che ho visto comprende anche autorevoli critici verso cui nutro stima. Ma penso che la così bassa qualità degli ultimi film italiani usciti nelle sale porti inevitabilmente anche ad abbassare la soglia minima del gradimento.
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(di hollyver07)
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packy75
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domenica 10 aprile 2011
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ovvio
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il talento di argentero e cortellesi è evidente, nonostante sia difficile per loro inserirsi in un canavaccio dialettale in dialetto fiorentino, ci riescono alla grande, cose che solo i grandi attori sanno fare. Ad ogi modo il film potrebbe essere pue corretto nelle intenzioni, ma nella fattura alla fine risulta scontato e ovvio.
Ottimo per i contenuti da home video.
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riccardo76
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domenica 10 aprile 2011
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pirati del merito: l'italia delle raccomandazioni
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Pirati del merito: la maledizione del paese delle raccomandazioni: potrebbe essere questo il titolo in stile Disney dell'ultima pellicola di Giovanbattista Avellino, una commedia a toni amari sulla situazione attuale dei lavoratori italiani. Il film si presenta infatti come un'aperta denuncia alla condizione di perenne precariato che vige tra la maggior parte dei lavoratori, oltre al sistema ormai da tempo corrotto che predilige le assunzioni in virtù, anzichè del merito, delle raccomandazioni, o come vengono definite dagli interessati, "segnalazioni". E' proprio tale condizione che accomuna i tre protagonisti, Max, Irma e Samuele, rispettivamente, un giornalista di un quotidiano locale, un medico, e un ricercatore universitario in diritto penale, tutti e tre dotati di grandi competenze, ottenute con anni di studio e sacrifici, e tutti e tre prossimi all'occasione della loro vita, un assunzione a tempo indeterminato, che li riscatterebbe dai numerosi anni di sacrifici e soprusi del precariato.
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Pirati del merito: la maledizione del paese delle raccomandazioni: potrebbe essere questo il titolo in stile Disney dell'ultima pellicola di Giovanbattista Avellino, una commedia a toni amari sulla situazione attuale dei lavoratori italiani. Il film si presenta infatti come un'aperta denuncia alla condizione di perenne precariato che vige tra la maggior parte dei lavoratori, oltre al sistema ormai da tempo corrotto che predilige le assunzioni in virtù, anzichè del merito, delle raccomandazioni, o come vengono definite dagli interessati, "segnalazioni". E' proprio tale condizione che accomuna i tre protagonisti, Max, Irma e Samuele, rispettivamente, un giornalista di un quotidiano locale, un medico, e un ricercatore universitario in diritto penale, tutti e tre dotati di grandi competenze, ottenute con anni di studio e sacrifici, e tutti e tre prossimi all'occasione della loro vita, un assunzione a tempo indeterminato, che li riscatterebbe dai numerosi anni di sacrifici e soprusi del precariato. Essi vedono però calpestare i loro diritti da dei raccomandati, che strappano loro il posto di lavoro tanto meritato. Ma i tre non restano a subire passivi questo ulteriore sopruso e, una volta rincontratisi ad una cena di ex compagni di classe, decidono di vendicarsi, formando l'associazione segreta "Pirati del merito", con l'intento di far passare dei brutti momenti ai raccomandati usurpatori, attraverso molestie e dispetti di vario genere. Il film si presenta ben costruito, mai scontato - apparte la previdibile storia d'amore tra due protagonisti - e gli attori risultano sempre all'altezza, soprattutto Paola Cortellesi, che diventa sempre più brava di film in film, ma anche Luca Argentero ( qui alle prese per la prima volta con il dialetto fiorentino) e Paolo Ruffini riescono a tenerle il passo. Gli ingegnosi tentativi di sabotaggio suscitano nel pubblico sane risate, tuttavia, sempre limitate da quel senso di amarezza di fondo, dovuta alla riflessione sulla realtà, unito ad una sensazione di impotenza nei confronti di un sistema che sembra ormai insovvertibile. Tale sensazione cresce nello spettatore nel momento in cui uno dei tre ragazzi (Max) subisce il fascino delo stesso sistema che stava combattendo e finisce per essere raccomandato a sua volta. Sarà l'amore per la vecchia compagna di liceo Irma, ma soprattutto la drammatica scoperta della condizione di un personaggio fino ad allora rimasto in silenzio in secondo piano, vittima per eccellenza, che farà rinascere in lui il desiderio di combattere, rischiando tutto, licenziamento e persino il carcere. Tuttavia, anche allora, la sensazione d'impotenza che pervade tutto il film non svanisce, piantandosi dritto nel cuore dello spettatore, il quale esce dalla sala amareggiato e disilluso.
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[+] ottima recenzione
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il brandani
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domenica 10 aprile 2011
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w i pirati di avellino!
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Tre giovani professionalmente brillanti si vedono soffiar via il posto di lavoro ed il contratto ad esso annesso da tre incapaci. Ritrovatisi ad una cena di classe, in quanto ex compagni di liceo, discutono tra di loro scoprendo che la causa dei loro problemi è la medesima: il maledetto regime della raccomandazione. A fregar loro il posto sono stati infatti tre raccomandati: la figlia di papà, la donna del capo e il moroso della figlia di papà. Decidono dunque di allearsi e di render loro la vita impossibile tramite un’efficace serie di scherzi e leggeri atti vandalici. Eliminato uno dei tre, vedendo che la cosa funziona, decidono di creare un vero e proprio movimento: “i pirati del merito”.
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Tre giovani professionalmente brillanti si vedono soffiar via il posto di lavoro ed il contratto ad esso annesso da tre incapaci. Ritrovatisi ad una cena di classe, in quanto ex compagni di liceo, discutono tra di loro scoprendo che la causa dei loro problemi è la medesima: il maledetto regime della raccomandazione. A fregar loro il posto sono stati infatti tre raccomandati: la figlia di papà, la donna del capo e il moroso della figlia di papà. Decidono dunque di allearsi e di render loro la vita impossibile tramite un’efficace serie di scherzi e leggeri atti vandalici. Eliminato uno dei tre, vedendo che la cosa funziona, decidono di creare un vero e proprio movimento: “i pirati del merito”. Da quel momento in poi la faccenda diventa cosa assai più grande della semplice questione personale perché si rendono conto di essere solo tre delle tante vittime di una autentica piaga dei nostri tempi. Da quel momento in poi c’è chi dice no.
Dopo anni di gavetta a sceneggiare puntate di programmi e serie tv come Casa Vianello, Quelli che il calcio e Le Iene, Giambattista Avellino approdò sul grande schermo nel 2001 sceneggiando Nati stanchi, il primo film di Ficarra e Picone. In seguito sceneggiò e diresse anche i seguenti film del duo comico, ottenendo nel 2007 una nomination ai David di Donatello come miglior regista esordiente. L’impressione che suscita il curriculum vitae di Avellino è che si sia fatto le ossa negli ultimi dieci anni e C’è chi dice no rappresenta finora la sua prova più grande e matura. Scritto insieme a Fabio Bonifacci, la pellicola è una meravigliosa commedia che si lascia intelligentemente pungere dall’ago di una siringa imbevuta di dramma sociale. Si ride tanto ma si rimane anche colpiti in egual misura dai dialoghi stupendi e si piange dalla rabbia e dall’indignazione per un finale che se ne frega magnificamente di concederci il lieto fine solo perché di commedia si tratta. Oso dire che questo è uno dei pochi esempi contemporanei di degno proseguimento, con le sue ovvie peculiarità e differenze, di quella che veniva un tempo chiamata commedia all’italiana, dove dramma e commedia, comico e tragico si intrecciavano con maestria. Oso dire che Monicelli, Risi e Comencini sarebbero orgogliosi di questo film.
La regia di Avellino è sobria, determinata, sa con precisione come agire (tra le tante soluzioni adottate, da quanto tempo non si vedeva in un film italiano un prologo con un ritmo così funzionale al trionfante ingresso del titolo?). La sceneggiatura offre un intrattenimento di alto livello e una lodevole caratterizzazione dei personaggi. Infine la colonna sonora, curata da Pivio e Aldo De Scalzi, sa spaziare con efficacia da sonorità decisamente underground a musiche più popolari, tra le quali per fortuna manca l’omonima canzone di Vasco Rossi. Critiche molto positive vanno fatte obbligatoriamente agli attori: convince la dottoressa toscana di Paola Cortellesi, la quale passa dalle braccia robuste di Raoul Bova (Nessuno mi può giudicare è uscito da poco) a quelle più minute di Luca Argentero, anche lui molto bravo nella parlata toscana e sorprendente nella mimica facciale. A completare il trio ci pensa un Paolo Ruffini perfetto nel suo ruolo, il quale si spera abbia preso definitivamente le distanze dai cinepanettoni. La pellicola è inoltre disseminata di personaggi secondari caratterizzati e recitati egregiamente. Per fare solo alcuni nomi: Max Mazzotta, di nuovo nei panni di un carabiniere dopo il bellissimo Lavorare con lentezza; Marco Bocci, che passa dal serissimo commissario Scialoja della serie tv Romanzo Criminale a un personaggio decisamente faceto; Massimo De Lorenzo, che mantiene la sua verve comica portata alla fama grazie al ruolo nella serie tv Boris; e Giorgio Albertazzi, al quale non si può che fare i complimenti per quella voce così intensa e cavernosa, frutto di anni di prosa teatrale, con la quale ha saputo dare particolare dimensione al personaggio del rettore. È con le parole tratte da una sua intervista sul film che vorrei concludere questa recensione: “All’epoca queste cose accadevano, ma i potenti erano di meno. Oggi la politica ha annacquato tutto, moltiplicando i posti di potere dove ognuno esercita la propria facoltà di raccomandare qualcuno”. A proiezione ultimata, un’unica frase rimbomberà nelle vostre orecchie e avrà la voce di Giorgio Albertazzi: “Dove andrà a finire questo Paese? Nessuno studia più un cazzo”.
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micio 95
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domenica 10 aprile 2011
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c'è chi dice si.....
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Credo che questo sia l'unico film che tocca questo Tema .....un film bello la Cortellesi sempre più Bravaaaaaaa
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martalari
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venerdì 8 aprile 2011
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molto leggero
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"C'e' chi dice no" molto leggero 6
Visto "C'e' chi dice no" leggerisssssssssssssima "commedia manifesto" contro ogni raccomandazione.....una sorta di "amici miei" universitario, cortellesi(ultimamente sempre più brava+argentero+ruffini giusti...un film per chi ama luca e paola e per chi ama le storie semplici senza pretese. Simpatici,gradevoli e giusti anche myriam catania,marco bocci, claudio bigagli,giorgio albertazzi e chiara francini
Complimenti vanno alla cattleya per una cosa, curano sempre le musiche dei loro film.
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"C'e' chi dice no" molto leggero 6
Visto "C'e' chi dice no" leggerisssssssssssssima "commedia manifesto" contro ogni raccomandazione.....una sorta di "amici miei" universitario, cortellesi(ultimamente sempre più brava+argentero+ruffini giusti...un film per chi ama luca e paola e per chi ama le storie semplici senza pretese. Simpatici,gradevoli e giusti anche myriam catania,marco bocci, claudio bigagli,giorgio albertazzi e chiara francini
Complimenti vanno alla cattleya per una cosa, curano sempre le musiche dei loro film. Sempre azzeccate
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contestadores
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giovedì 7 aprile 2011
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da vedere... uscite 15 min prima della fine!
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C'è chi esprime un giudizio (?????) senza aver visto il film e sulla base di amorevoli commenti sulle doti attoriali della (meravigliosa... chi ha potuto apprezzare le enormi capacità interpretative di Paola Cortellesi a teatro, vedi "Yarda gal", "L'iradiddio" o "Gli ultimi saranno ultimi", lo sa benissimo) Cortellesi e biascicando frasi senza nè capo nè coda s'illude di poter fare critica da provetta cinefila (senza sapere cos'è il cinema, senza aver avuto il piacere di accomodare le proprie ingombranti pudenda su di una poltroncina nel buio della sala)! Io il film ho avuto il piacere di vederlo e come accade per tutte le commedie che trattano temi sociali anche questa porta con se i pro ed contro della leggerezza dei toni.
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C'è chi esprime un giudizio (?????) senza aver visto il film e sulla base di amorevoli commenti sulle doti attoriali della (meravigliosa... chi ha potuto apprezzare le enormi capacità interpretative di Paola Cortellesi a teatro, vedi "Yarda gal", "L'iradiddio" o "Gli ultimi saranno ultimi", lo sa benissimo) Cortellesi e biascicando frasi senza nè capo nè coda s'illude di poter fare critica da provetta cinefila (senza sapere cos'è il cinema, senza aver avuto il piacere di accomodare le proprie ingombranti pudenda su di una poltroncina nel buio della sala)! Io il film ho avuto il piacere di vederlo e come accade per tutte le commedie che trattano temi sociali anche questa porta con se i pro ed contro della leggerezza dei toni. Sia ben chiaro, trattare un argomento attualissimo con tono scherzoso e leggero non fa perdere di vista le problematiche affrontate nella narrazione della storia ma far passare il messaggio che, purtroppo, i mali della società non si possono curare perchè siamo in pochi, nessuno ci ascolta, ed alla fine è meglio avere 1000 euro in tasca piuttosto che nulla (rinunciando a ciò che appartiene di diritto... dopo anni di studio, di fatica e di concorsi) non mi ha entusiasmato... m'ha lasciato quella brutta sensazione di "volemose bene lo stesso"! Il film pur avendo un gran potenziale, una bella storia e dei bravissimi attori, merita di esser visto fino ad un quarto d'ora dalla fine.... perchè gli ultimi 15 minuti sono veramente una schifezza. Quindi, 5 stelle agli attori, 5 stelle al regista, 5 stelle alla troupe in toto... e 2 palle al soggetto ed agli sceneggiatori... ve le meritate per il finale!!!
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[+] che succede nei 15 minuti?
(di luciano46)
[ - ] che succede nei 15 minuti?
[+] sì
(di sergio3190)
[ - ] sì
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