owlofminerva
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sabato 22 ottobre 2011
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una pellicola indigesta come la luisona
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Lento e soporifero, pervaso dall’ovvietà e costruito sull’ennesima ripetizione delle maschere del tirchio, del tuttologo che non sa niente , della vecchia pettegola e impicciona, del fanfarone cantastorie coi pantaloni a zampa d’elefante, del depresso che soffre pene d’amore, del misantropo lamentone e della bella col ‘culo grosso’ dietro cui piace sbavare sia al camionista da bar che al professore di lettere. E sarà pure fedele riproposizione del compendio narrativo degli anni 70 ma resta una pellicola di luoghi comuni che non riesci a digerire proprio come la luisona, quell’orribile pasta indigesta, dagli effetti lassativi.
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Lento e soporifero, pervaso dall’ovvietà e costruito sull’ennesima ripetizione delle maschere del tirchio, del tuttologo che non sa niente , della vecchia pettegola e impicciona, del fanfarone cantastorie coi pantaloni a zampa d’elefante, del depresso che soffre pene d’amore, del misantropo lamentone e della bella col ‘culo grosso’ dietro cui piace sbavare sia al camionista da bar che al professore di lettere. E sarà pure fedele riproposizione del compendio narrativo degli anni 70 ma resta una pellicola di luoghi comuni che non riesci a digerire proprio come la luisona, quell’orribile pasta indigesta, dagli effetti lassativi.
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[+] proprio un film indigesto!
(di cinemamania)
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celticpadriga
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domenica 23 ottobre 2011
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se fossi rimasta a casa....
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Un film che, visto il cast, mi aveva allettato, ma che delusione...
Film lento, noioso, frammentarioe anche banale.
Non traspariva nulla della gioisa ironica bolognesita' anni 60.
Alcune battute erano davvero da far gelare...aiuto fuori l'autore, ma certo non per applaudirlo.
Bisio, unico carattere forte della pellicola, ha fatto i salti mortali per resuscitare una sceneggiatura cosi' povera e banale.
Ho sentito poche risate intorno a me, e tutti eravamo li' per passare una serata spensierata.
La Finocchiaro e la Savino, messe all'angolo con una parte che avrebbe potuto essere speciale, ma che invece non sembrano altro che due donne giovani che giocano a fare le vecchie, peraltro truccate male.
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Un film che, visto il cast, mi aveva allettato, ma che delusione...
Film lento, noioso, frammentarioe anche banale.
Non traspariva nulla della gioisa ironica bolognesita' anni 60.
Alcune battute erano davvero da far gelare...aiuto fuori l'autore, ma certo non per applaudirlo.
Bisio, unico carattere forte della pellicola, ha fatto i salti mortali per resuscitare una sceneggiatura cosi' povera e banale.
Ho sentito poche risate intorno a me, e tutti eravamo li' per passare una serata spensierata.
La Finocchiaro e la Savino, messe all'angolo con una parte che avrebbe potuto essere speciale, ma che invece non sembrano altro che due donne giovani che giocano a fare le vecchie, peraltro truccate male.
Interessanti e surrealisti i deliziosi cartoni su Pozzi e Piva, in stile Pennac.L'unica cosa che mi e' piaciuta.
Inutili gli interventi di Comaschi e Amendola, piacevole la figura gigionesca di Teo Teocoli.
Sembra un film fatto da non italiani...mah...
ho perso un bel sabato sera...peccato...sarei uscita dopo i primi 20 minuti, ma faceva freddo e il ristorante ci aspettava alle 10.30.
Peccato!
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(di nafata81)
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mercoledì 25 marzo 2015
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ma per favore
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Una sola domanda: ma che roba è? Ma è un film o è una specie di reality show filmato? Posso pure accettare che si faccia un lungometraggio ispirato a un libro ma non sia attinente a questo, e ok. Ma almeno fate un film, non dico decente, ma perlomeno consistente.
Bar Sport è ispirato all'omonimo libro di Stefano Benni, ma del libro dello scrittore bolognese c'è ben poco: il film è solo un susseguirsi di storie, storie incentrate su tristi personaggi di provincia legati per l'appunto al bar dove si ritrovano. Lo stesso bar che fa da cornice a racconti di vita banali che trasmettono solo apatia. In teoria dovrebbe essere una commedia, eppure l'unico frangente in cui ho riso è la scena di Antonio Catania che cade sopra all'autobus in partenza.
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Una sola domanda: ma che roba è? Ma è un film o è una specie di reality show filmato? Posso pure accettare che si faccia un lungometraggio ispirato a un libro ma non sia attinente a questo, e ok. Ma almeno fate un film, non dico decente, ma perlomeno consistente.
Bar Sport è ispirato all'omonimo libro di Stefano Benni, ma del libro dello scrittore bolognese c'è ben poco: il film è solo un susseguirsi di storie, storie incentrate su tristi personaggi di provincia legati per l'appunto al bar dove si ritrovano. Lo stesso bar che fa da cornice a racconti di vita banali che trasmettono solo apatia. In teoria dovrebbe essere una commedia, eppure l'unico frangente in cui ho riso è la scena di Antonio Catania che cade sopra all'autobus in partenza. Per il resto è davvero faticoso seguirlo, perché non solo è noioso, ma è sterile, vuoto, insulso. Non c'è molto da dire, se non un film che non esiste dove le uniche cose rilevanti sono solo i nomi di Battiston, Bisio, Teocoli, Amendola e Cornacchione, che tra l'altro ci deliziano con una recitazione patetica, imbarazzante e inconsistente. Riconosciuto anche come film di interesse culturale dal Ministero per i Beni culturali: ma non vi vergognate?
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achab50
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giovedì 12 novembre 2015
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basta il trailer
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E' il classico film che è tutto nel trailer; i restanti 90 minuti sono di "recitativo" se fosse un'opera lirica!
Inizia già male con un imbarazzante prologo ambientato nella preistoria e poi procede ambientato negli anni '70 (in realtà senza motivo visto che di quel periodo nulla viene citato). In effetti il film non c'è perchè qui siamo di fronte ad una serie di scenette che vorrebbero essere comiche ma nella loro frammentarietà sono come un pugno di sabbia negli occhi.
Eppure il cast prometteva bene, anzi benissimo.
Battiston, Bisio, Cornacchione ci mettono l'anima ma i personaggi, a causa di una sceneggiatura di fatto inesistente, sono in realtà delle figurine a due dimensioni ritagliate nel cartone; non pervenuti gli altri, che pure in precedenti occasioni hanno dimostrato doti non comuni.
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E' il classico film che è tutto nel trailer; i restanti 90 minuti sono di "recitativo" se fosse un'opera lirica!
Inizia già male con un imbarazzante prologo ambientato nella preistoria e poi procede ambientato negli anni '70 (in realtà senza motivo visto che di quel periodo nulla viene citato). In effetti il film non c'è perchè qui siamo di fronte ad una serie di scenette che vorrebbero essere comiche ma nella loro frammentarietà sono come un pugno di sabbia negli occhi.
Eppure il cast prometteva bene, anzi benissimo.
Battiston, Bisio, Cornacchione ci mettono l'anima ma i personaggi, a causa di una sceneggiatura di fatto inesistente, sono in realtà delle figurine a due dimensioni ritagliate nel cartone; non pervenuti gli altri, che pure in precedenti occasioni hanno dimostrato doti non comuni. Molto simpatiche le due "vecchie" che fanno da scombiccherato fil rouge.
Inqualificabile la regia, pasticciona, disattenta, che non riesce a proseguire cinque minuti senza infilarci un errore.
Simpatici invece gli intermezzi affidati ai cartoni animati. L'unica cosa che funziona.
Film da dimenticare, purtroppo non è possibile dare zero stelle, per cui gliene appiccico una, di malavoglia.
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jonnylogan
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giovedì 11 settembre 2025
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momenti di sbandamento
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Cosa accade se si prende un classico della letteratura umoristica e lo si trasloca sul grande schermo? Probabilmente quello che è accaduto nel 2011 al Bar Sport di Stefano Benni, autore umoristico, e non solo, che sulla metà degli anni ‘70 esordì con una raccolta di aneddoti, luoghi comuni, personaggi, soprannomi che popolavano i bar della penisola. Bar dove c'era una squadra del cuore. Un meccanico e un playboy, un gommista e uno scapolo. Il caffè macchiato nei mesi freddi e quello col ghiaccio in quelli caldi, o simil tiepidi. Il Biliardo con il panno verde più o meno consunto e il Biliardino, o Calcio Balilla nei Bar d'estrema destra.
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Cosa accade se si prende un classico della letteratura umoristica e lo si trasloca sul grande schermo? Probabilmente quello che è accaduto nel 2011 al Bar Sport di Stefano Benni, autore umoristico, e non solo, che sulla metà degli anni ‘70 esordì con una raccolta di aneddoti, luoghi comuni, personaggi, soprannomi che popolavano i bar della penisola. Bar dove c'era una squadra del cuore. Un meccanico e un playboy, un gommista e uno scapolo. Il caffè macchiato nei mesi freddi e quello col ghiaccio in quelli caldi, o simil tiepidi. Il Biliardo con il panno verde più o meno consunto e il Biliardino, o Calcio Balilla nei Bar d'estrema destra. La cassiera avvenente e le pensionate perennemente in un angolo. Ma se sulla carta narrazioni e personaggi, gli uni slegati dagli altri, funzionavano egregiamente, perché dotati di un surrealismo inadatto a essere portato su celluloide, sul grande schermo non riescono né a far sorridere né riflettere.
Al contrario sono altri i luoghi di ritrovo che sono stati incasellati in maniera decisamente più efficace sul grande schermo. Basti pensare a Gli amici del bar Margherita (id.; 2009) di Pupi Avati, o ancor prima a Radio Freccia (id.; 1998) firmato dal cantautore Luciano Ligabue. Pellicole dalle narrazioni più concrete, che non avevano velleità umoristiche. Nelle quali i bar diventavano luoghi di un ritrovo necessario per spiccare il volo e raccontare altro. Nella trasposizione firmata dal regista Massimo Martelli al contrario il Bar è il luogo nel quale si racchiude “il tutto", ma un tutto che non impensierisce minimamente la bellezza di un romanzo immerso in un tempo passato, che trasuda di dopo guerra, e di pantaloni a zampa d’elefante del Cynar e delle tv in bianco e nero. Non riuscendo a ricrearne minimamente la medesima cornice.
Un cast di primissimo livello, nel quale Claudio Bisio, nel ruolo di un cliente stanziale del Bar Sport, spicca per presenza e battute, e Giuseppe Battiston nella parte di Onassis, proprietario del Bar e voce narrante fuori campo, non bastano a salvare un film al quale lo stesso Benni, pur co - firmando la sceneggiatura, non è riuscito a dare una forma narrativa accettabile.
Consigliamo quindi di recuperare il Bar Sport su carta e tutto lo scibile vergato da Benni. Cercando di dimenticarsi quest'uscita di strada decisamente trascurabile.
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