angelo umana
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sabato 3 marzo 2012
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se abbiamo sofferto sappiamo consolare gli altri
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Di “A simple life” resta appunto la semplicità del personaggio protagonista, la parsimonia nell’amministrare il niente che possiede, le poche pretese per sé. Una donna cinese che ha servito gli altri tutta la vita eppure sembra lei essere la padrona delle vie da percorrere, che non fa mai rumore ma di cui i compagni della casa di riposo notano la mancanza quando non c’è. La sua figura rammenta tanto la protagonista di “Poetry”, film sudcoreano ma accomunabile a questo per la grazia delle due donne. Ricorda anche il giapponese “Departures”, tutti film che contribuiscono a farci conoscere un continente diverso, una vita forse più osservativa e senza troppi clamori.
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Di “A simple life” resta appunto la semplicità del personaggio protagonista, la parsimonia nell’amministrare il niente che possiede, le poche pretese per sé. Una donna cinese che ha servito gli altri tutta la vita eppure sembra lei essere la padrona delle vie da percorrere, che non fa mai rumore ma di cui i compagni della casa di riposo notano la mancanza quando non c’è. La sua figura rammenta tanto la protagonista di “Poetry”, film sudcoreano ma accomunabile a questo per la grazia delle due donne. Ricorda anche il giapponese “Departures”, tutti film che contribuiscono a farci conoscere un continente diverso, una vita forse più osservativa e senza troppi clamori.
La particolarità coraggiosa della regista Ann Hui è nel fare di una casa di riposo, dell’ospedale, della morte e della sofferenza, il soggetto e l’ambientazione di un film, del resto “solo se abbiamo sofferto sappiamo come consolare gli altri” e, aggiungerei, sappiamo avere la pazienza di aspettare momenti migliori. Sono temi curativi anche per chi è ancora padrone di sé e non dipendente dalle cure altrui, finché non decida altrimenti “il supercomputer del padreterno per gestire il destino degli uomini”. Le riprese da camera fissa e la cura nelle immagini si addicono alla quiete del film, molto parco di forti emozioni.
Piccola nota a margine: i gesti di un’anziana “normale” come la protagonista di questo racconto di vita vissuta, Ah Thao (la bravissima attrice Deanie Ip), se fatti da un papa o da un’anziano famoso, sarebbero sufficienti per farlo santo.
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(di angelo umana)
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maria f.
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sabato 17 marzo 2012
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evviva i buoni film!
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E’ una storia che racconta della vita quotidiana di una colf.
Per godere e fruire del messaggio della semplicità che emana da questo film è necessario porsi come spettatori attentissimi, e noi grandi frequentatori di sale cinematografiche siamo i soggetti più idonei trovandoci inevitabilmente a rivestire il ruolo di osservatori della vita altrui.
Un film fin troppo semplice è stato uno dei giudizi, ma proprio in questo consiste la sua bellezza, il suo fascino.
La vita sempre uguale di Ah Tao, la sua dedizione alla famiglia di Roger e poi a Roger stesso la rendono insignificante, anonima.
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E’ una storia che racconta della vita quotidiana di una colf.
Per godere e fruire del messaggio della semplicità che emana da questo film è necessario porsi come spettatori attentissimi, e noi grandi frequentatori di sale cinematografiche siamo i soggetti più idonei trovandoci inevitabilmente a rivestire il ruolo di osservatori della vita altrui.
Un film fin troppo semplice è stato uno dei giudizi, ma proprio in questo consiste la sua bellezza, il suo fascino.
La vita sempre uguale di Ah Tao, la sua dedizione alla famiglia di Roger e poi a Roger stesso la rendono insignificante, anonima. E noi tutti che tendiamo a una vita di continue innovazioni non capiamo come possa essere soddisfacente e talora appagante una’esistenza fatta di piccole cose, gesti amorevoli ma timidi, pianificare la vita dei cari in punta di piedi, sempre, per 60 anni, con leggerezza, garbo, soavità ma al momento opportuno anche con fermezza e determinazione accompagnati dal suo eterno sorriso ingenuo, fresco, sincero .
Neanche un infarto le toglie la voglia di vivere in modo inconsapevolmente puro ma autonomo.
E Roger si accorge di questa seconda ma vera madre e le dedica le proprie attenzioni in modo semplice e naturale da vero figlio proprio come lei si era dedicata restando nell’ombra alla sua famiglia e a lui.
La figura di Roger può apparire anacronistica, fuori tempo se si pensa al rapporto di lavoro com’è concepito normalmente in tutto il mondo fra il datore di lavoro e i collaboratori, ma qui si tratta di tutt’altro : Ah Tao è la sua famiglia!
Altro che film sulla condizione della vecchiaia, questo è un film poetico che parla di un amore durato per Ah Tao durante tutta la vita, e Roger che quest’amore lo ha scoperto dentro di sé in modo consapevole da pochissimo , comprende di essere giunto appena in tempo per afferrarlo e tenerselo ben stretto .
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numenoreano
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lunedì 19 marzo 2012
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come un fiore di loto bianco
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E’ la storia della vita semplice di Ah Tao, domestica al servizio della stessa famiglia per più di sessant’anni.
Ann hui la racconta in maniera più che essenziale, e mette le cose in chiaro sin dall’inizio: i tempi sono lunghi, le parole spesso lasciano spazio agli sguardi e le concessioni ad atmosfere da colonna sonora si limitano allo stretto necessario. In totale controtendenza alla generazione del cinema duemiladieci del 3d: i cronici dello sbadiglio facile sono avvisati.
Ah Tao è un’eroina della vita di ogni giorno, maestra di una dignità quasi lirica che la porta all’accettazione dell’inevitabile senza concedere nulla al dramma ed alla disperazione.
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E’ la storia della vita semplice di Ah Tao, domestica al servizio della stessa famiglia per più di sessant’anni.
Ann hui la racconta in maniera più che essenziale, e mette le cose in chiaro sin dall’inizio: i tempi sono lunghi, le parole spesso lasciano spazio agli sguardi e le concessioni ad atmosfere da colonna sonora si limitano allo stretto necessario. In totale controtendenza alla generazione del cinema duemiladieci del 3d: i cronici dello sbadiglio facile sono avvisati.
Ah Tao è un’eroina della vita di ogni giorno, maestra di una dignità quasi lirica che la porta all’accettazione dell’inevitabile senza concedere nulla al dramma ed alla disperazione. Con la sua leggerezza lascia il segno sulle persone che le stanno intorno senza fare rumore, senza farsi notare troppo. E, come i suoi preferiti fiori di loto, può riuscire a conferire anche al grigiore di uno stagno (o di una alloggio per anziani) genuini momenti di luce e nobiltà.
Questo film non è un capolavoro che fa parlare di se, perché è uscito in silenzio e non sono stati abbastanza quelli che l’hanno notato. E’ piuttosto una perla, che sale di diritto sul palcoscenico del cinema neo-realista.
Nel silenzio del cinema, pur non essendo un tipo dalla lacrima facile, ammetto di essermi quasi commosso nonostante il film non si lasci andare a scene singhiozzose. Vedere invece il pianto disperato di una minuta settantenne, all’uscita, quello si che è stata una scena drammatica. L’unica della serata.
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[+] un film semplicemente meraviglioso
(di no_data)
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oldboy muzza
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lunedì 11 aprile 2016
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incantevole lezione di stile (e di vita)
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Splendido, struggente nella sua semplicità e stilisticamente perfetto. Film che narra della vecchiaia, della gratitudine e della malattia.
La difficoltà del distacco, il sentimento celato nella compostezza tipicamente orientale, l'amore del protagonista per la donna che ha accudito lui ed è stata vicina alla sua famiglia per decine di anni, tutto questo mescolato al romanticismo pacato, quasi educato nei gesti e nelle parole di un uomo di successo che si ritrova investito di una responsabilità di cui si dimostra degno. Misurato e coerente racconto fatto di memorie, di affetto sincero. Commovente la tenacia della donna nel non voler recare disturbo a colui che ha sempre servito sin da quando era bambino, tenacia che fa il paio con quella di lui che non vuole rassegnarsi a perderla.
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Splendido, struggente nella sua semplicità e stilisticamente perfetto. Film che narra della vecchiaia, della gratitudine e della malattia.
La difficoltà del distacco, il sentimento celato nella compostezza tipicamente orientale, l'amore del protagonista per la donna che ha accudito lui ed è stata vicina alla sua famiglia per decine di anni, tutto questo mescolato al romanticismo pacato, quasi educato nei gesti e nelle parole di un uomo di successo che si ritrova investito di una responsabilità di cui si dimostra degno. Misurato e coerente racconto fatto di memorie, di affetto sincero. Commovente la tenacia della donna nel non voler recare disturbo a colui che ha sempre servito sin da quando era bambino, tenacia che fa il paio con quella di lui che non vuole rassegnarsi a perderla. Bellissimo il contrappasso che vede il giovane occuparsi dell'anziana ormai disabile, portarla a spasso in carrozzina, pulirla e prendersi cura di lei. Un film, insomma, da vedere assolutamente, trasmette un senso di pace sin dalle prime battute. Ci sono storie che parlano alla gente, e questa (almeno in parte realmente vissuta dal regista) rientra di diritto in tale categoria.
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molenga
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sabato 5 gennaio 2013
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un'amore semplice.
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Ah Tao ha servito per 60 anni la stessa famiglia di Honk Kong. Adesso si occupa dell'ultimo esponente del casato rimasto nella città, il produttore cinemtografico Roger. Un giorno la donna ha un infarto e, una ripresasi, decide che ciò che le resta da vivere debba essere in una casa di riposo. roger le trova un posto nel ricovero di proprietà di un amico, ma proprio a partire dal distacco quotidiano inizia a riconsiderare l'importanza del rapporto con questa donna, più una madre che una domestica.
i due attori principali creano un duetto a distanza che , senza mai scadere nel mieloso, commuove e fa riflettere ottima e "dal sapore antico"-riferendoci a cderto cinema orientale- la regia, semplice la scelta stilistica e grande la sceneggiatura.
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Ah Tao ha servito per 60 anni la stessa famiglia di Honk Kong. Adesso si occupa dell'ultimo esponente del casato rimasto nella città, il produttore cinemtografico Roger. Un giorno la donna ha un infarto e, una ripresasi, decide che ciò che le resta da vivere debba essere in una casa di riposo. roger le trova un posto nel ricovero di proprietà di un amico, ma proprio a partire dal distacco quotidiano inizia a riconsiderare l'importanza del rapporto con questa donna, più una madre che una domestica.
i due attori principali creano un duetto a distanza che , senza mai scadere nel mieloso, commuove e fa riflettere ottima e "dal sapore antico"-riferendoci a cderto cinema orientale- la regia, semplice la scelta stilistica e grande la sceneggiatura. un film da vedere.
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filippo catani
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lunedì 4 marzo 2013
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delicato racconto sulla vecchiaia
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Un'anziana governante di Hong Kong si è presa cura per circa 60 anni dei membri della famiglia per cui presta servizio. Una sera è colpita da infarto e il giovane e scapolo membro rimasto a Hong Kong si prenderà cura di lei. Tratto da una storia vera.
Davvero toccante e delicato questo film che ci fa riflettere sull'inesorabile arrivo della vecchiaia, su come cercare di affrontarlo e soprattutto una riflessione su come si comportano le persone che stanno attorno all'anziano che necessita di aiuto. In questo caso l'affermato produttore cinematografico decide di affidare la donna (con il consenso di lei) alle cure di un centro per anziani gestito da un amico e lui si farà carico di ogni spesa.
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Un'anziana governante di Hong Kong si è presa cura per circa 60 anni dei membri della famiglia per cui presta servizio. Una sera è colpita da infarto e il giovane e scapolo membro rimasto a Hong Kong si prenderà cura di lei. Tratto da una storia vera.
Davvero toccante e delicato questo film che ci fa riflettere sull'inesorabile arrivo della vecchiaia, su come cercare di affrontarlo e soprattutto una riflessione su come si comportano le persone che stanno attorno all'anziano che necessita di aiuto. In questo caso l'affermato produttore cinematografico decide di affidare la donna (con il consenso di lei) alle cure di un centro per anziani gestito da un amico e lui si farà carico di ogni spesa. Oltre a ciò l'uomo si impegna ad andarla a trovare ogni settimana e a portarla un po' in giro o a sistemare le sue vecchie cose (stupenda la scena in cui viene ritrovata la banconota da 500 dollari perfettamente conservata e che era stato il primo stipendio dell'anziana signora). Ecco però che al centro per anziani la sua storia si intreccia con quella di vecchietti ancora arzilli (come il signore che cerca sempre di farsi prestare soldi per andare con una prostituta), altri che vedono accentuato il loro brusco carattere (è il caso del maestro) ed altri che o non possono più provvedere a se stessi oppure sono stati letteralmente abbandonati lì al loro destino.E questo è il tragico ritratto che si presenta agli occhi di chi è abituato a frequentare le case di riposo. Troppo spesso coloro che sono stati i nostri genitori o persone che hanno avuto una valenza speciale (in questo caso la governante ha fatto da vera madre in quanto "l'originale" pare decisamente noiosa e pedante) vengono abbandonati ad un triste destino in quanto considerati ormai ingombranti come un peso da portare. Certo non si vuole quì generalizzare in quanto c'è caso e caso ma molto spesso leggiamo nelle cronache di persone che ormai vivono in isolamento da tutto e tutti. Insomma un film pregevole e con ottimi attori e che fa riflettere sul fatto che la ruota della vita gira per tutti e quindi anche noi prima o poi dovremo fare i conti con la vecchiaia e non vorremmo certo essere abbandonati da tutti coloro a cui vogliamo bene.
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donni romani
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mercoledì 19 settembre 2012
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l'essenza della vita
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Semplice e toccante, semplice e profondo, semplice e struggente, semplice e straziante. Semplice nell'accezione in cui semplice vuol dire lineare, senza orpelli e senza ipocrisie, capace di lasciar parlare le immagini, anche crudeli a volte, e di accompagnare la protagonista verso la morte senza pietismi o falsi moralismi. La storia di Ah Tao, domestica per più di sessant'anni presso la stessa famiglia di Hong Kong è semplice come lo scorrere della vita quando si arriva all'essenza delle cose: ha cresciuto i bambini come se fossero suoi, ha fatto la spesa con cura e preparato pranzi e cene con maestria e pignoleria, ha accudito il gatto e stirato le camicie e dopo aver avuto un infarto viene ricoverata presso una casa per anziani, luogo descritto da Ann Hui con coraggio ed eleganza, perchè mostra gli orrori della decadenza senza mai scivolare nel voyeurismo, perchè c'è la morte in quell'istituto dove anche la privacy è negata e dove nei bagni ci si deve chiudere il naso per la puzza, ma c'è anche poesia nei sorrisi stentati e nello sforzo di amare la vita anche nelle sue ultime pagine.
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Semplice e toccante, semplice e profondo, semplice e struggente, semplice e straziante. Semplice nell'accezione in cui semplice vuol dire lineare, senza orpelli e senza ipocrisie, capace di lasciar parlare le immagini, anche crudeli a volte, e di accompagnare la protagonista verso la morte senza pietismi o falsi moralismi. La storia di Ah Tao, domestica per più di sessant'anni presso la stessa famiglia di Hong Kong è semplice come lo scorrere della vita quando si arriva all'essenza delle cose: ha cresciuto i bambini come se fossero suoi, ha fatto la spesa con cura e preparato pranzi e cene con maestria e pignoleria, ha accudito il gatto e stirato le camicie e dopo aver avuto un infarto viene ricoverata presso una casa per anziani, luogo descritto da Ann Hui con coraggio ed eleganza, perchè mostra gli orrori della decadenza senza mai scivolare nel voyeurismo, perchè c'è la morte in quell'istituto dove anche la privacy è negata e dove nei bagni ci si deve chiudere il naso per la puzza, ma c'è anche poesia nei sorrisi stentati e nello sforzo di amare la vita anche nelle sue ultime pagine. Il giovane che Ah Tao ha cresciuto è ora un produttore cinematografico affermato, ma l'affetto che li lega è profondo, anche se mai esageratamente manifesto come del resto tipico della cultura orientale, e le scene fra i due sono di una tenerezza profonda e concreta, in cui le sorti sono accettate ma non per questo banalizzate, e in cui il dolore della perdita è sempre latente, e sempre cosciente. Estetico e vibrante, capace di emozionare e anche di inorridire, pacato - e forse per questo a volte un po' distante - resta un gioiello di equilibrio dei sentimenti e di espressività microscopica, che attraversa il volto di Deanie Ip, Coppa Volpi a Venezia come miglior attrice.
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salvatore marfella
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mercoledì 16 maggio 2012
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a simple life o della delicatezza
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Film sublime, pieno di candore nell'analisi dei sentimenti e di pudicizia nell'osservazione dei corpi, è attraversato da una straordinaria delicatezza nel narrare, appunto, una storia semplice. Un film che vuole accompagnarci indietro nel tempo per dirci tutta la necessità della memoria, l'importanza dei "vecchi" valori e soprattutto delle vecchie cose (conservare una vecchia macchina per cucire anche se "non si trovano più i pezzi", un vecchio frigorifero), come esplicita bene la splendida scena del baule nel quale c'è tutta la vita della protagonista ma anche quella dei tanti cui lei ha saputo donare amore. Certo, bisogna tenere conto che è un film dell'Estremo Oriente (Hong Kong) e fare quindi i conti con la diversità dei tempi (il cosiddetto "ritmo" del film) e anche degli spazi (alternanza di macchina a mano e movimenti "meccanici", inquadrature sghembe, corpi senza testa), che possono creare un effetto un po' straniante.
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Film sublime, pieno di candore nell'analisi dei sentimenti e di pudicizia nell'osservazione dei corpi, è attraversato da una straordinaria delicatezza nel narrare, appunto, una storia semplice. Un film che vuole accompagnarci indietro nel tempo per dirci tutta la necessità della memoria, l'importanza dei "vecchi" valori e soprattutto delle vecchie cose (conservare una vecchia macchina per cucire anche se "non si trovano più i pezzi", un vecchio frigorifero), come esplicita bene la splendida scena del baule nel quale c'è tutta la vita della protagonista ma anche quella dei tanti cui lei ha saputo donare amore. Certo, bisogna tenere conto che è un film dell'Estremo Oriente (Hong Kong) e fare quindi i conti con la diversità dei tempi (il cosiddetto "ritmo" del film) e anche degli spazi (alternanza di macchina a mano e movimenti "meccanici", inquadrature sghembe, corpi senza testa), che possono creare un effetto un po' straniante. Bravissima la protagonista Deanie Yip (meritata Coppa Volpi a Venezia 2011), meravigliosi gli ultimi 15 minuti al termine dei quali il vostro Marf si è commosso (ebbene sì, "anche il Marfella ha uno stomaco...ehm un cuore...un cuore nello stomaco" vedi "MISERIA E NOBILTA'). Una lezione di cinema. E di vita.
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zoom e controzoom
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sabato 7 aprile 2012
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la devozione e la desolazione
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La lettura impossibile a non farsi per questa pellicola, è quella relativa alla tristezza mortifera della vecchiaia e con essa tutto quanto di più degradante in essa ci sia. Non ci viene risparmiato nulla di questo aspetto della vita umana e alla fine del film, non ci si riesce a liberare dell’odore sgradevole di questa parte della vita.
A poco valgono le situazioni di un’ affetto riconoscente del giovane protagonista, l’attore Roger, nei confronti della donna che l’ha allevato: questo è il tempo della nostra realtà sociale per la quale da vecchi siamo un peso ad occidente come ad oriente. La città con la sua vitalità non appare se non per squarci molto poco consolatori e a poco serve sapere che queste situazioni non appartengono alla nostra cultura perché dobbiamo riconoscerne inesorabilmente la realtà anche se con apparenze diverse.
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La lettura impossibile a non farsi per questa pellicola, è quella relativa alla tristezza mortifera della vecchiaia e con essa tutto quanto di più degradante in essa ci sia. Non ci viene risparmiato nulla di questo aspetto della vita umana e alla fine del film, non ci si riesce a liberare dell’odore sgradevole di questa parte della vita.
A poco valgono le situazioni di un’ affetto riconoscente del giovane protagonista, l’attore Roger, nei confronti della donna che l’ha allevato: questo è il tempo della nostra realtà sociale per la quale da vecchi siamo un peso ad occidente come ad oriente. La città con la sua vitalità non appare se non per squarci molto poco consolatori e a poco serve sapere che queste situazioni non appartengono alla nostra cultura perché dobbiamo riconoscerne inesorabilmente la realtà anche se con apparenze diverse. In questo rapporto fisico con la città e l’ambiente che accoglie l’ anziana domestica, c’è una parità scenografica: nessuna delle due incombe sull’altra, è un procedere con pari peso e valore verso un destino che è comunque segnato dalla fine.
La protagonista procede con la sua devozione con un senso del legame che esclude ogni possesso materiale, un legame più costante e forte di quello materno che appare tiepido e limitato. Il legame è ricambiato e nei loro incontri parchi di parole: è più il non detto che crea quel poco di magia che rischiara il film. Le situazioni drammatiche o felici, si inseriscono come grumi a sé, come la telefonata alla donna da parte degli amici del protagonista, che l’hanno conosciuta e frequentata da ragazzini, pagina molto bella nella vivezza del racconto; di contro gli eventi negativi sono lanciati in quel mare piatto che procede verso la riva che è la vita di Ah Tao, sprofondando pesantemente senza lasciare conseguenze (come la morte di una delle ricoverate nell’ospizio).
Se nel doppiaggio si perdono probabilmente le espressioni tipiche del linguaggio cinese, un momento poetico si può trovare nella gestualità di questa piccola donna e proprio quando per rispondere ad una domanda scherzosamente provocatoria del suo padrone : “hai intenzione di sposarti”, emerge l’orientalità di lei che si schernisce con un indietreggiare fatto di passi che sono movimenti di danza, respingendo con le mani un argomento che pudicamente, appunto in modo orientale si affronta così.
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rampante
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giovedì 1 novembre 2012
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un giovane e la sua anziana donna di servizio
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Ah Tao è costretta dalla necessità ad andare , ancora fanciulla, a servizio presso la famiglia Leung.
Lì, trascorre tutta la vita aiutando nelle faccende domestiche ma anche a crescere i figli.
Con il passare degli anni, i componenti della famiglia emigrati, Ah Tao è sola a Hong Kong con l'unico Leung.
Un bel giovanotto che ha bisogno di Lei ma, è molto impegnato e sempre in giro per il mondo.
Tornando a casa, una sera, Roger trova l'anziana domestica in grave pericolo.
La porta in ospedale, la va a trovare, la segue durante la degenza e tra loro si instaura un forte legame affettivo che si intensifica col passare dei giorni.
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Ah Tao è costretta dalla necessità ad andare , ancora fanciulla, a servizio presso la famiglia Leung.
Lì, trascorre tutta la vita aiutando nelle faccende domestiche ma anche a crescere i figli.
Con il passare degli anni, i componenti della famiglia emigrati, Ah Tao è sola a Hong Kong con l'unico Leung.
Un bel giovanotto che ha bisogno di Lei ma, è molto impegnato e sempre in giro per il mondo.
Tornando a casa, una sera, Roger trova l'anziana domestica in grave pericolo.
La porta in ospedale, la va a trovare, la segue durante la degenza e tra loro si instaura un forte legame affettivo che si intensifica col passare dei giorni.
Roger e l'anziana domestica si capiscono con uno sguardo, non occorrono parole per comunicare il reciproco affetto.
Ah Tao è una persona semplice che ha saputo infondere alle sue umili condizioni dignità e passione.
Noi tutti vorremmo avere vicino una Ah Tao d'aiutare poichè tutto quello che noi diamo è nulla in confronto all'infinito amore che Lei ci ha dato.
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