Film per pochi, ma buoni però!
Vicenda intensa e drammatica, ma anche romantica, raccontata molto bene. Recitazione impeccabile di tutti, in particolare Richard Sammel (non per niente scelto anche dal sig.Tarantino).
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Un film toccante, denso, pieno di suspense, commovente e anche ironico. Ho visto il film al Centrale di Milano, consigliato da una mia amica che aveva letto il libro da cui è tratto.
Gli attori sono tutti bravissimi, su tutti spicca Laura Morante in un ruolo per lei inedito, madre di famiglia e donna di casa forte, protettiva e tenace.
La sorpresa è che si tratta di un esordio e non sembra affatto un'opera prima. Fotografia, scenografia e musica (Enzo Pietropaoli) di alto livello.
Il film mi ha tenuto incollato allo schermo dall'inizio alla fine. Magnetico come pochi altri film italiani negli ultimi 10 anni.
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Film in cui vengono descritti i diversi stati d'animo nonchè le reazioni suscitate nei vari componenti di una famiglia greca in occasione della convivenza forzata nella propria casa con un austero capitano tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale. Dalla rassegnazione rispettosa del padre, alla forzata sottomissione della madre, all'ammirazione ed al fascino suscitati nella bambina sino alla ribellione manifesta del figlio piccolo (che potrebbe essere l'autore stesso del romanzo da cui è tratto il film), il regista descrive molto accuratamente l'evolversi delle dinamiche relazionali che via via si instaurano. Film sicuramente di nicchia, rivolto a quel ristretto pubblico che predilige l'introspezione psicologica ed il loro dispiegarsi piuttosto che i grandi avvenimenti.
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buona analisi psicologica dei sottomessi per una ragione di vita e della ferocia di chi opprime perchè più forte usando prima l'arma della umiliazione e poi quella finale. La guerra non entra nella quotidianità di questa famiglia se non per le circostanze evidenti: le ristrettezze ecinomiche e il sangue sparso attorno (mercato).
Ingenuo e umano il padre, Elianos, uomo di cultura, il quale crede che il grande dolore subito dal suo oppressore per la guerra (perdita di tutta la famiglia) lo abbia reso una persona meno arrogante e padrone. Non è così: appena dichara, quasi in confidenza, che l'orrore della guerra è stato deciso soltanto da due uomini scatena l'odio e la ferocia del tedesco che sta per ucciderlo con le sue mani poi lo manda in carcere come sovversivo dove viene ucciso.
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buona analisi psicologica dei sottomessi per una ragione di vita e della ferocia di chi opprime perchè più forte usando prima l'arma della umiliazione e poi quella finale. La guerra non entra nella quotidianità di questa famiglia se non per le circostanze evidenti: le ristrettezze ecinomiche e il sangue sparso attorno (mercato).
Ingenuo e umano il padre, Elianos, uomo di cultura, il quale crede che il grande dolore subito dal suo oppressore per la guerra (perdita di tutta la famiglia) lo abbia reso una persona meno arrogante e padrone. Non è così: appena dichara, quasi in confidenza, che l'orrore della guerra è stato deciso soltanto da due uomini scatena l'odio e la ferocia del tedesco che sta per ucciderlo con le sue mani poi lo manda in carcere come sovversivo dove viene ucciso. Neppure la cultura e la musica di cui il tedesco fa sfoggio possono salvare un soggetto di tal fatta. FRancesca saveria
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Mi è piaciuto questo film dell'esordiente Dipaola. Tema molto complicato, anzi, doppiamente complicato; non solo la guerra, terribile, dei nazisti ma anche l'invadenza di un "ospite" che forzatamente invade la vita di una famiglia già provata da una perdita e che ne aumenta il disagio creando separazione, contrasti e altre perdite. Quando il male si pensa scalfito e più avvicinabile, ecco che nuovamente si sprigiona improvviso e più forte di prima, sorprendendo la buona fede e la bontà d'animo di chi si illude di un cambio di registro. Il film non si basa su una sceneggiatura molto solida ma sulla recitazione, intensa ma leggera di tutti i protagonisti.
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Mi è piaciuto questo film dell'esordiente Dipaola. Tema molto complicato, anzi, doppiamente complicato; non solo la guerra, terribile, dei nazisti ma anche l'invadenza di un "ospite" che forzatamente invade la vita di una famiglia già provata da una perdita e che ne aumenta il disagio creando separazione, contrasti e altre perdite. Quando il male si pensa scalfito e più avvicinabile, ecco che nuovamente si sprigiona improvviso e più forte di prima, sorprendendo la buona fede e la bontà d'animo di chi si illude di un cambio di registro. Il film non si basa su una sceneggiatura molto solida ma sulla recitazione, intensa ma leggera di tutti i protagonisti. Con piacere ho ritrovato una Laura Morante che, lontana dalle esagerazioni nevrotiche del suo Ciliegine, torna ad un'interpretazione tenue e misurata, molto in linea col personaggio. Notevole anche Richard Sammel, molto bravo a calibrare l'alternanza di umore del gerarca nazista che interpreta. Nel complesso un film molto godibile che avrebbe meritato maggior visibilità.
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Ai tempi nostri la trojka finanziaria teleguidata dai tedeschi costringe la Grecia – e altri stati dell’unione europea un po’ pigri - a “fare i compiti a casa”, nella seconda guerra mondiale gli ufficiali tedeschi si installavano nelle abitazioni dei greci sottomessi e diventavano padroni a casa d’altri. Sceglievano le case migliori, ça va sans dire, e ne diventavano ospiti imposti ma serviti e riveriti dalle famiglie che vi risiedevano, che pertanto diventavano schiavi a casa loro.
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Ai tempi nostri la trojka finanziaria teleguidata dai tedeschi costringe la Grecia – e altri stati dell’unione europea un po’ pigri - a “fare i compiti a casa”, nella seconda guerra mondiale gli ufficiali tedeschi si installavano nelle abitazioni dei greci sottomessi e diventavano padroni a casa d’altri. Sceglievano le case migliori, ça va sans dire, e ne diventavano ospiti imposti ma serviti e riveriti dalle famiglie che vi risiedevano, che pertanto diventavano schiavi a casa loro. La situazione ricorda quei “barbari” ufficiali tedeschi che attorniano Hitler all’inizio del film “La Rafle”, a Parigi, e diventano padroni di bellezze che non sanno apprezzare.
Questo è raccontato nel film di Ruggero Dipaola, tratto dal romanzo omonimo di Glenway Wescott: qui è il caso del capitano Kalter, il quale nell’appartamento della famiglia Helianos impone le proprie regole di uso delle stanze e perfino di educazione dei due bambini, Leda e Alex, con la stanza da bagno che diventa a suo uso personale e i membri della famiglia che in piedi come camerieri gli servono i pasti, ben preparati dalla cuoca moglie e madre Zoe (la splendida Laura Morante, invero un’andatura troppo elegante per la miseria di quella situazione). Nella Grecia culla di civiltà “Ora siamo noi a riscrivere la Storia”: di ciò è convinto il capitano. La famiglia palestinese del film Private di Saverio Costanzo, del 2005, reagì con minor spirito di sopportazione all’occupazione della loro casa da parte di soldati israeliani.
Di ritorno da due settimane in Germania dove viene richiamato, Kalter sembra aver abbassato le ali pure se è avanzato al grado di maggiore, non ha più la boria iniziale, da energico appare diventato mansueto e demoralizzato. Ricerca la compagnia del capo-famiglia, Nikolas (gli presta il volto paziente e sofferto l’attore Gerasimos Skiadaressis), uomo di molta cultura che era editore prima della guerra. Citano Nietzsche insieme; Kalter rivela il suo amore per la filosofia, le lettere, ma soprattutto per la musica (per puro caso l’attore dai tiranni occhi di ghiaccio Richard Sammel è nato a Heidelberg, nido universitario di grande fama), che “va oltre le idee e potrebbe esistere anche se il mondo non ci fosse”. Si dice stanco della guerra, che del resto per la Germania volgerà presto al peggio. L’orologio non conta più le ore per lui, sono sempre le 3:16 di due mesi prima, quando la sua famiglia è stata annientata: quell’uomo ha ora nella famiglia “occupata” gli unici rapporti umani. Esterna i suoi dubbi sul senso di quella guerra e del suo dramma al sig. Helianos: “Crede che l’accettazione di un dolore immenso porti davvero ad evolversi in un uomo nuovo, superiore?”. Da leggermente ubriaco poi sostiene tesi care al presunto spirito superiore di alcuni tedeschi o alla mancanza di timore di fronte alla morte: “l’esito della guerra non avrà nulla a che fare con la grandezza dell’impresa. Per noi tedeschi ci sarà sempre una guerra. Perderla non farà nessuna differenza, anzi lo smacco rafforzerà lo spirito della nazione e la nostra attitudine per la guerra” ….
Incoraggiato dalle confidenze Helianos gli pone la “grave” domanda che farà riassumere a Kalter il tono autoritario e violento, come di qualcuno toccato nelle sue supreme convinzioni e uso ad “obbedir tacendo” indiscutibilmente ai suoi capi, e che provocherà l’epilogo tragico di quel rapporto: “Non è intollerabile che tutto questo potere sia nelle mani di due soli uomini?”.
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Se pensiamo che il film è quasi tutto girato in interni ci stupisce ancor di più quanto sia scorrevole e avvincente.Anche la fotografia, virata su toni scuri e caldi, contribuisce ad esprimere il senso di oppressione vissuto dalla famiglia Helianos.Avvengono all'aperto, o comunque fuori dall'abitazione, solo i moti di ribellione che si esprimono anche in giochi volti a propiziare la sconfitta della Germania.
La vicenda si anima dopo il ritorno del Maresciallo,inaspettatamente mutato, triste, silenzioso, e, ciò che più stupisce l'affamata famiglia, inappetente.
Cautamente e poi prendendo sempre più confidenza quello che era stato prima della guerra un'editore di libri scolastici, comincia a passare sempre più tempo col tedesco , scambiando opinioni sulle reciproche letture con una perdita di freni inibitori sempre crescente dovuta al comune amore per la cultura e la musica.
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Se pensiamo che il film è quasi tutto girato in interni ci stupisce ancor di più quanto sia scorrevole e avvincente.Anche la fotografia, virata su toni scuri e caldi, contribuisce ad esprimere il senso di oppressione vissuto dalla famiglia Helianos.Avvengono all'aperto, o comunque fuori dall'abitazione, solo i moti di ribellione che si esprimono anche in giochi volti a propiziare la sconfitta della Germania.
La vicenda si anima dopo il ritorno del Maresciallo,inaspettatamente mutato, triste, silenzioso, e, ciò che più stupisce l'affamata famiglia, inappetente.
Cautamente e poi prendendo sempre più confidenza quello che era stato prima della guerra un'editore di libri scolastici, comincia a passare sempre più tempo col tedesco , scambiando opinioni sulle reciproche letture con una perdita di freni inibitori sempre crescente dovuta al comune amore per la cultura e la musica.
Proprio questa fiducia nella bontà di tutti gli esseri umani e nel valore della cultura come elemento di unione fra le varie mentalità e nazionalità porterà alla sua fine.
Come in altri film, "The reader" per esempio, si ripresenta l 'enigma di un attaccamento talmente grande alla patria o al senso del dovere, da andare oltre al valore dell'umanità.
Il protagonista pensa di avere davanti un uomo come lui, a cui è stato sottratto non solo un figlio ma tutta la famiglia da una guerra assurda (come tutte le guerre dove non ci sono vincitori ma solo vittime ).
Basta nominare Hitler e Mussolini per risvegliare nel tedesco la belva che trova valore nella sua esistenza solo in una fede cieca e assurda nella superiorità della propria razza che, come tale, ha diritto e dovere di dominare il mondo.
Il finale può essere letto in due modi: terribile pensare che l'ultimo ordine impartito prima di suicidarsi sia stata l'eliminazione di Helianos , ma rimane il dubbio che proprio questo ultimo ordine abbia causato il suicidio di un uomo che , perso ogni affetto e ogni ragione di vita si trovi costretto dalla propria "coscienza di militare integerrimo" ad eliminare anche l'unica persona con cui era riuscito ad instaurare un rapporto umano rimuovendo per breve tempo e inconsapevolmente il principio ferreo di non " mischiarsi" con esseri di razza inferiore.. Il dolore inespresso della moglie quasi a significare che fin dall'inizio quella non poteva che essere la conclusione, chiude in modo perfetto il film.
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Esordio riuscito per Ruggero Dipaola che presenta un film originale sia per il soggetto che per il modo in cui lo tratta. L’inflazionato argomento della follia nazista viene inquadrato da un diverso angolo visuale, da un appartamento di Atene dove un ufficiale decide di trasferirsi, incurante che nello stesso abiti la famiglia di Nikolas, un editore greco, che sfrutta la propria cultura per tollerare l’occupazione dell’intimità sua e della sua famiglia. La contrapposizione tra i caratteri della famiglia, la tolleranza di Nikolas, la capacità di Zoe, la moglie di cercare un punto di equilibrio, il figlio che si oppone alle angherie del capitano nazista che, invece, esercita attrazione sulla figlia è l’elemento di snodo di tutto il film.
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Esordio riuscito per Ruggero Dipaola che presenta un film originale sia per il soggetto che per il modo in cui lo tratta. L’inflazionato argomento della follia nazista viene inquadrato da un diverso angolo visuale, da un appartamento di Atene dove un ufficiale decide di trasferirsi, incurante che nello stesso abiti la famiglia di Nikolas, un editore greco, che sfrutta la propria cultura per tollerare l’occupazione dell’intimità sua e della sua famiglia. La contrapposizione tra i caratteri della famiglia, la tolleranza di Nikolas, la capacità di Zoe, la moglie di cercare un punto di equilibrio, il figlio che si oppone alle angherie del capitano nazista che, invece, esercita attrazione sulla figlia è l’elemento di snodo di tutto il film. Un gioco delle parti nella quali si inserisce il dolore del tedesco che nell’esercitare le sue angherie comprende l’assenza di morale delle sue condotte e il destino che attende di lì a poco lui e il suo popolo. Ottima la Morante, film meritevole di essere visto con attenzione perché fatto di particolari; come in un appartamento ad Atene. [-]
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Può un grande dolore cambiare un uomo? Ingenuità ed inganno, questi sono i grandi temi del film. Tratto da un romanzo di sicuro effetto la sceneggiatura pecca di superficialità e non riesce a far emergere sentimenti ed emozioni. Totalmente asettico nella recitazione diventa quasi fastidioso quando se ti il bambino filosofeggiare totalmente privo di ogni esercizio di dizione, finto greco e finto ribelle. Finto il film, finto il dolore del tedesco pentito, finto il padre greco che pecca di ogni ingenuità, finta la Morante, ben truccata, ma totalmente lontana dalla sua parte, finta nel dolore di aver perso un figlio, invedibile la scena al cimitero, finta la bambina che amoreggia, cresce, si sente abbandonata, ma senza una conclusione.
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Può un grande dolore cambiare un uomo? Ingenuità ed inganno, questi sono i grandi temi del film. Tratto da un romanzo di sicuro effetto la sceneggiatura pecca di superficialità e non riesce a far emergere sentimenti ed emozioni. Totalmente asettico nella recitazione diventa quasi fastidioso quando se ti il bambino filosofeggiare totalmente privo di ogni esercizio di dizione, finto greco e finto ribelle. Finto il film, finto il dolore del tedesco pentito, finto il padre greco che pecca di ogni ingenuità, finta la Morante, ben truccata, ma totalmente lontana dalla sua parte, finta nel dolore di aver perso un figlio, invedibile la scena al cimitero, finta la bambina che amoreggia, cresce, si sente abbandonata, ma senza una conclusione. C'è la guerra, ma il cattivo odore della guerra non si sente, c'è la povertà, ma il sapore amaro della povertà non si sente, c'è cultura, ma la profondità del pensiero non emerge. Triste, ma la tristezza è in vacanza. Peccato, davvero.
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[+] l'intensità del racconto (di lacitt�)[ - ] l'intensità del racconto
[+] e doloroso vedere un film così mal sceneggiato (di michele)[ - ] e doloroso vedere un film così mal sceneggiato
[+] la sceneggiatura? (di gambardella )[ - ] la sceneggiatura?
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