olgadik
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lunedì 29 novembre 2010
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una donna per 4 uomini, anzi cinque
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Come nella migliore tradizione italica (da Plauto in giù) il racconto si basa sugli equivoci e sui segreti, per cui ogni “disvelamento” coincide con un momento divertente e allegro; qua e là ci si concedono anche brevi incursioni nel serio su cui riflettere. Quasi da subito è chiaro che, al di là dei bei fusti, a tirare le fila del racconto in positivo e in negativo sarà l’interprete meno giovane, Stefania Sandrelli, nel ruolo di una madre iperprotettiva e un tantino bugiarda. Vero deus ex-machina, la donna dirige con sorridente maternalismo gli eventi della vita non di due ma di quattro uomini, visto che ci sono anche un marito presente in casa e un ex-marito che parla dalla tv.
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Come nella migliore tradizione italica (da Plauto in giù) il racconto si basa sugli equivoci e sui segreti, per cui ogni “disvelamento” coincide con un momento divertente e allegro; qua e là ci si concedono anche brevi incursioni nel serio su cui riflettere. Quasi da subito è chiaro che, al di là dei bei fusti, a tirare le fila del racconto in positivo e in negativo sarà l’interprete meno giovane, Stefania Sandrelli, nel ruolo di una madre iperprotettiva e un tantino bugiarda. Vero deus ex-machina, la donna dirige con sorridente maternalismo gli eventi della vita non di due ma di quattro uomini, visto che ci sono anche un marito presente in casa e un ex-marito che parla dalla tv. E se compare una giovane donna (Valentina Lodovini)che ha un ruolo importante nella vita dei fratelli, alla fine la sensazione è che il vero elemento base nell’esistenza di tutti è ancora una mamma con la maiuscola. Né possiamo escludere che si prepari a gestire in proprio anche la vita del primo nipotino, come suggerisce l’ultima scena del film. Devo dire che dopo prove un po’ scontate, in questo film la presenza della Sandrelli è rilevante: senza la sua interpretazione disinvolta e lampeggiante la storia perderebbe in grazia ammiccante e leggerezza. Lo stesso regista sceglie chiaramente di valorizzare e sfruttare la presenza degli attori prescelti piuttosto che i suoi interventi di autore, fatta eccezione per i primi piani, numerosi, sia che puntino sulle facce levigate degli interpreti giovani, sia che indulgano sulle morbidezze e le pieghe degli interpreti anziani. La sceneggiatura affidata a due donne (anche l’idea viene da una Comencini figlia) non è particolarmente vivace e forse per questo la commedia brilla solo a tratti, volando ad altezza media. Anche i due avvenenti protagonisti non danno proprio il meglio di sé: Gassman ripete quello che sta diventando un suo cliché, Argentero nella parte iniziale è troppo impacciato e poco credibile, tanto più se lo si paragona alla trasformazione successiva del personaggio. In breve la trama. I due figli di mamma Alba non potrebbero essere più diversi. Giorgio medico e bravo professionista è ancora più bravo come sciupafemmine; Leonardino, che lavora nell’impresa del padre, sfortunato con le donne, è un insicuro sensibile tendente all’introversione. A un certo punto però scoppia la scintilla e per la prima volta il timido e represso pensa di aver trovato in Sara la donna della sua vita. Ben presto si scoprirà che la ragazza è stata una delle molte amanti del fratello, che il padre al di sopra di ogni sospetto ha un’amante, che la madre ha taciuto qualcosa di importante per le vite di tutti e che le cose non sono mai come sembrano!
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renato volpone
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lunedì 29 novembre 2010
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parata di tradimenti
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La storia è ambientata tra Milano e Roma e racconta di un'infinita serie di tradimenti affettivi fatti con leggerezza e superficialità dai componenti di una famiglia milanese. Gassman si salva nel ruolo dello sciupafemmine, ma è poco credibile come ravveduto innamorato. Luca Argentero si presenta nella peggior recitazione della sua vita...personaggio di pochissimo spessore, improbabile e finto sia nella parte dello sfigato che nello scoprirsi donnaiuolo. La Sandrelli è sempre uguale in tutti i film. Per altri la scarsa sufficienza. Un film di nessun valore dove vengono esaltati i risvolti peggiori di un rapporto di coppia , descrivendo come facile e appagante il tradimento, quasi ratificandolo come necessario per il bene di tutti.
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La storia è ambientata tra Milano e Roma e racconta di un'infinita serie di tradimenti affettivi fatti con leggerezza e superficialità dai componenti di una famiglia milanese. Gassman si salva nel ruolo dello sciupafemmine, ma è poco credibile come ravveduto innamorato. Luca Argentero si presenta nella peggior recitazione della sua vita...personaggio di pochissimo spessore, improbabile e finto sia nella parte dello sfigato che nello scoprirsi donnaiuolo. La Sandrelli è sempre uguale in tutti i film. Per altri la scarsa sufficienza. Un film di nessun valore dove vengono esaltati i risvolti peggiori di un rapporto di coppia , descrivendo come facile e appagante il tradimento, quasi ratificandolo come necessario per il bene di tutti. La storia in sè rivela dei piccoli colpi di scena originali, che non salvano il film. L'unica scena in cui si ride di gusto è quando l'amante del padre svela il significato della scritta in cinese tatuata sul collo.
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davidestanzione
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lunedì 27 dicembre 2010
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il brioso fascino di una storia mutevole e garbata
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All'uscita dalla sala, magari riosservando con piglio più critico la locandina de "La donna della mia vita", ci si rende conto di quanto essa proponga una visione semplicistica e alquanto riduttiva del film di Luca Lucini. Confinare infatti l'ultima fatica del regista di "Solo un padre" e "Oggi sposi" entro gli occlusivi e spigolosi margini di una 'storia a tre' appare improprio già dai primi minuti, densi ed efficaci, girati con capillare originalità e grande padronanza, quasi come a voler preventivamente destare quanti si sono infilati in sala con l'idea di fagocitare (per poi dimenticare alla velocità della luce) l'ennesimo, intorpidito e trito prodotto del nostro cinema (peggiore).
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All'uscita dalla sala, magari riosservando con piglio più critico la locandina de "La donna della mia vita", ci si rende conto di quanto essa proponga una visione semplicistica e alquanto riduttiva del film di Luca Lucini. Confinare infatti l'ultima fatica del regista di "Solo un padre" e "Oggi sposi" entro gli occlusivi e spigolosi margini di una 'storia a tre' appare improprio già dai primi minuti, densi ed efficaci, girati con capillare originalità e grande padronanza, quasi come a voler preventivamente destare quanti si sono infilati in sala con l'idea di fagocitare (per poi dimenticare alla velocità della luce) l'ennesimo, intorpidito e trito prodotto del nostro cinema (peggiore). E invece no, perché si é subito accattivati da un'originalità sottesa e briosa, il vero collant stilistico del film: la sequenza iniziale (e finale) della Sandrelli che parla in camera, quasi un calco dei primi fotogrammi del recente "La passione" di Mazzacurati, la frizzante caratterizzazione del depresso e aspirante suicida Leonardo (Luca Argentero) e del suo incontro/innamoramento (?) con Sara (Valentina Lodovini), in bilico tra mossette e ticchettii nevrotici, tra ravvicinati primi piani e occhioni lacrimosi, sono solo le prime avvisaglie di una commedia (davvero) di qualità, venata di occasionali sfumature surreali e di un garbato umorismo situazionale che volge spesso e volentieri uno sguardo ammiccante alla gloriosa sophisticad comedy à la Cukor, per ammissione dello stesso Lucini. Senza dimenticare mai, però, il legame profondo con la tradizione della commedia all'italiana. Quel sostrato intimo e viscerale col quale é impossibile non confrontarsi e che Cristina Comencini, autrice del soggetto e figlia (naturale) di quei trascorsi indimenticati, tenta di riesumare ordendo una storia sorprendente, densa di colpi di scena e di virate radicali e sovversive, che non risparmiano neanche la psicologia dei personaggi. Con coraggio e dedizione, Lucini dilata al massimo la tensione derivante da una girandola così arroventata di equivoci taciuti, sovrappone due storie familiari generazionali e parallele e convoglia i palpiti e le arrabbiature represse in un salotto, scantonando perfino nella scazzottata. Da buon mestierante distilla un’azzeccata colonna sonora ma interseca anche le scene ‘giuste’ con la giusta tempistica, lasciando trapelare un implicito giudizio anche solo di natura contemplativa. Nel finale, tenerissimo, sopravvive solo l’amore vero, si legittima la bugia detta a fin di bene (familiare), e la Sandrelli, pilastro portante del film per spessore psicologico e naturalezza recitativa, finisce con l’affidare il segreto più occulto dell’intreccio al tanto atteso e strombazzato neonato Ludovico, l’unico ‘personaggio’ semimuto e ancora incapace di mentire. Sarcasmo (d’autore?) conclusivo a sormontare il tutto, per un film che quasi ci costringe a identificarci proponendoci una galleria di personaggi così (ir)reali proprio perché così cangianti e mutevoli.
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stefano73
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martedì 30 novembre 2010
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bravi ma scarso
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Luca Lucini consolidato bravo regista, tecnicamente e nel far recitare gli attori. Nel mettere insieme situazioni comiche e intricate. Purtroppo la commedia si trascina troppo in tradimenti e disastri famigliari in versione tragicomica. Bravi tutti ma il film poteva essere un pò più elaborato e convincente. Scarso.
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ultimoboyscout
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mercoledì 25 maggio 2011
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senza infamia e senza lode.
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Lucini è bravo (ha fatto di meglio comunque) e confeziona una commedia accettabile, carina complessivamente ma a tratti piatta e monotona. Brillano le protagoniste femminili, bravissime la Sandrelli assoluta primadonna e la Lodovini defilata quasi ma sempre al centro dell'attenzione in un ruolo fondamentale. Molto ben congegnati però sono tutti i personaggi, assolutamente funzionali allo svolgimento della storia con la grandissima sorpresa di un Colangeli intenso, profondo e delicatissimo come non mai. intrecci amorosi come se piovesse, il film si regge proprio su questo e su equivoci, tradimenti, mascalzonate, bugie, ritorni di fiamma e cambi direzionali sentimentali quasi vorticosi.
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Lucini è bravo (ha fatto di meglio comunque) e confeziona una commedia accettabile, carina complessivamente ma a tratti piatta e monotona. Brillano le protagoniste femminili, bravissime la Sandrelli assoluta primadonna e la Lodovini defilata quasi ma sempre al centro dell'attenzione in un ruolo fondamentale. Molto ben congegnati però sono tutti i personaggi, assolutamente funzionali allo svolgimento della storia con la grandissima sorpresa di un Colangeli intenso, profondo e delicatissimo come non mai. intrecci amorosi come se piovesse, il film si regge proprio su questo e su equivoci, tradimenti, mascalzonate, bugie, ritorni di fiamma e cambi direzionali sentimentali quasi vorticosi. Anche se a dirla tutta mancando il cambio di passo il film fatica a decollare. L'animo della commedia, nonostante una regia maschile, è totalmente femminile, ed è raccontata con gli occhi della Sandrelli, che nei ruoli da mamma sta vivendo una seconda splendida giovinezza.
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mr_mojo.risin86
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lunedì 7 febbraio 2011
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brillante ma non convincente fino in fondo
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Il regista Luca Lucini, già famoso per film premiati dal botteghino come Tre metri sopra il cielo e Amore, bugie e calcetto, propone per l’anno 2010 la divertente commedia sentimentale La donna della mia vita.
Il film racconta la storia di due fratelli molto diversi tra loro, Leonardo (Luca Argentero) e Giorgio (Alessandro Gassman). Tanto il primo è affidabile e sensibile, quanto il secondo è incostante e donnaiolo. E tuttavia i due sono sempre stati uniti.
Almeno fino al giorno in cui Giorgio scopre che la nuova fidanzata del fratello non è altri che Sara (Valentina Lodovini), con la quale ha avuto una delle sue turbolenti relazioni extraconiugali.
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Il regista Luca Lucini, già famoso per film premiati dal botteghino come Tre metri sopra il cielo e Amore, bugie e calcetto, propone per l’anno 2010 la divertente commedia sentimentale La donna della mia vita.
Il film racconta la storia di due fratelli molto diversi tra loro, Leonardo (Luca Argentero) e Giorgio (Alessandro Gassman). Tanto il primo è affidabile e sensibile, quanto il secondo è incostante e donnaiolo. E tuttavia i due sono sempre stati uniti.
Almeno fino al giorno in cui Giorgio scopre che la nuova fidanzata del fratello non è altri che Sara (Valentina Lodovini), con la quale ha avuto una delle sue turbolenti relazioni extraconiugali. Spetterà, quindi, alla madre Alba (Stefania Sandrelli) ripristinare l’ordine familiare e lo farà non senza sorprese e colpi di scena che provocheranno un grande scompiglio.
Punto di forza della commedia è la performance corale degli attori, che agiscono su un testo eminentemente teatrale, sui quali spicca Alessandro Gassman, non certo una novità, capace di smorfie e mimiche davvero irresistibili. Il film è senza dubbio brillante, piacevole e strappa più di qualche risata. Nell’idea del regista, ottimo nel “nascondersi” dietro la macchina da presa e nel dare libero sfogo all’estro degli attori, l’opera non vorrebbe però soltanto limitarsi a far ridere ma avrebbe anche la pretesa di far riflettere su diverse impegnate tematiche: l’incidenza dei genitori sulla personalità dei figli, l’amore di coppia, l’innocenza delle menzogne se dette a fin di bene. L’intento è certamente nobile ma questi spunti non riescono a sfociare in una tesi morale coerente e degna di nota, e il tutto rimane un po’ trattato solo in superficie, naufragando in un finale abbastanza deludente, corredato da diversi colpi di scena. L’unica certezza sembra essere quella dell’impossibilità di trovare nella vita reale il tanto ricercato e decantato amore eterno; infatti, la “donna della vita” del titolo, lungi dall’essere la fidanzata o moglie dei sogni, non è altro che la solita premurosa, ma non infallibile, mamma.
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allegria
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domenica 27 febbraio 2011
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bella commedia italiana,risate per tutta la durata
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La donna della mia vita è un film dove molti (secondo mè si sono fatti ingannare dal Trailer) avevano pregiudizi, o per gli attori o per il regista,la vicenda, il titolo... Stefania Sandrelli in una ottima interpretazione, bello il trucco, bravi i quattro protagonisti, poi il ruolo della mamma è fantastico, il regista fa solo film belli il più bello è Oggi Sposi,è una commedia semplice ma dolce e tenera soptatutto alla fine (avete visto i bambbino) scarsi i due mariti di Stefania Sandrelli e l' amante, ma in fin dei conti un film serve per rilassarci e questo film lo ha fatto più che bene.
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sullastrada
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martedì 7 dicembre 2010
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da una trama interressante ad un risultato scarso
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Le figure fondamentali del film, la mamma e l'amante ( la Sandrelli e la Lodovini ) sono poco valorizzate, quasi delle macchiette.
Tutto il film ruota attorno ad esse, ma loro ci sono poco, e quando ci sono sembrano quasi figure marginali.
Il film finisce per basarsi sulle irrequiete vicessitudini amorose dei figli, alle quali fanno un po da sfondo quelle dei genitori, solo accennate.
Tutto è conseguenza di un'inquietudine interiore maturata nei due fratelli all'interno dell'ambiente familiare ed in particolare a causa dell'influenza molto forte da parte dalla madre, che finisce per ingabbiarli dentro i suoi schemi. Similmente vale per il Marito.
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Le figure fondamentali del film, la mamma e l'amante ( la Sandrelli e la Lodovini ) sono poco valorizzate, quasi delle macchiette.
Tutto il film ruota attorno ad esse, ma loro ci sono poco, e quando ci sono sembrano quasi figure marginali.
Il film finisce per basarsi sulle irrequiete vicessitudini amorose dei figli, alle quali fanno un po da sfondo quelle dei genitori, solo accennate.
Tutto è conseguenza di un'inquietudine interiore maturata nei due fratelli all'interno dell'ambiente familiare ed in particolare a causa dell'influenza molto forte da parte dalla madre, che finisce per ingabbiarli dentro i suoi schemi. Similmente vale per il Marito.
E così le figure maschili di questo film non fanno altro che lottare per recuperare la loro vera identità, consciamente o inconsciamente scippata dalla figura materna....
Ma il tema è affrontato in modo un po' troppo superficiale, non c'è spazio per una riflessione più profonda ed ampia sui motivi e sulla genesi di questa influenza familiare, che indubbiamente c'è ed è reale.
Si fa fatica ad avere un quadro generale, e si finisce per seguire i singoli episodi che rischiano di essere un po' banali.
Buone le interpretazioni, di Argentero e Gasman in particolare.
L'idea è molto interessante, il risultato no.
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alexia62
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mercoledì 1 dicembre 2010
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mah.......
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Ancora una volta una commedia italiana assai deludente. Il film è troppo parlato, basato su equvoci ,fraintendimenti,segreti e scoperte è senz'altro più adatto ad una trasposizione teatrale piuttosto che cinematografica. Forse a teatro sarebbe stato più convincente ma al cinema no, questo discorso non regge.
Non è servito neanche la presenza di due bei ragazzi ,bravi ma improbabili nella parte,a salvare il film e nemmeno la Sandrelli ancora una volta in un ruolo materno riesce a convincere. Un merito va invece alla Lodovini che si riconferma dopo l'exploit di "Benvenuti al sud".
Peccato perchè l'idea era carina.
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Ancora una volta una commedia italiana assai deludente. Il film è troppo parlato, basato su equvoci ,fraintendimenti,segreti e scoperte è senz'altro più adatto ad una trasposizione teatrale piuttosto che cinematografica. Forse a teatro sarebbe stato più convincente ma al cinema no, questo discorso non regge.
Non è servito neanche la presenza di due bei ragazzi ,bravi ma improbabili nella parte,a salvare il film e nemmeno la Sandrelli ancora una volta in un ruolo materno riesce a convincere. Un merito va invece alla Lodovini che si riconferma dopo l'exploit di "Benvenuti al sud".
Peccato perchè l'idea era carina.....ma.... Lucini ritenta sarai più fortunato!
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