La banda dei Babbi Natale

Aldo, Giovanni e Giacomo sono tornati. Ed è un ritorno decisamente gradito, questo. Per diverse ragioni. Ci si aspettava tanto dalla loro nuova prova, dopo la mezza (o più?) delusione de "Il cosmo sul comò". Un'aspettativa dovuta al fatto che negli anni precedenti il trio era stato capace di mostrare al pubblico una vena narrativa in grado di far ridere ed emozionare al tempo stesso, ponendo l'intreccio davanti a (quasi) tutto il resto. Con "Chiedimi se sono felice" sembravano aver trovato proprio il meccanismo perfetto per far innamorare di loro e delle loro vicende una quantità immensa di spettatori. Ed è proprio sullo stile di quel film del 2000 che ci riporta questa "Banda dei Babbi Natale": per come è strutturato, a cominciare dall'uso del flashback e dal conseguente svolgimento in parallelo della vicenda sul piano del presente e su quello del passato; per la passione comune che lega i tre amici, quella che in "Chiedimi se sono felice" era rappresentata dal teatro e ora dalle bocce; per la colonna sonora, efficace e coinvolgente nei momenti giusti, con la voce di Mina ad emozionare il pubblico laddove un tempo un compito simile era toccato a Samuele Bersani. Ma ciò che ci riporta felicemente indietro di dieci anni è soprattutto la ritrovata voglia del trio di raccontare una storia. Lo fanno in modo semplice e diretto, portandosi dietro tutta quella bravura che, nonostante le varie sperimentazioni più recenti, non li ha mai abbandonati. In più, sono aiutati da una eccellente-come sempre- Angela Finocchiaro, bravissima ancora una volta a rendere magnetico il personaggio che interpreta: un'ispettrice che si ritrova a dover interrogare il trio proprio la notte della vigilia di Natale. Aldo, Giovanni e Giacomo tornano dunque, con questa prova, a quel tipo di cinema che è loro più congeniale, e lo fanno con la regia semplice e pulita di Paolo Genovese. E mentre le vicende dei tre amici scorrono, tra passato e presente, ci rendiamo conto che la storia funziona. Così è bello perdersi dietro agli isterismi improvvisi di un Giovanni playboy costretto ad una doppia vita; ci fa sorridere Aldo disoccupato per scelta e scommettitore sempre(o quasi) perdente; ci stordisce e stupisce Giacomo vedovo inconsolabile perso tra sogni che mescolano un po' di "Matrix" e un pizzico di "Inception". "La Banda Dei Babbi Natale" è un film che scorre veloce e senza inciampi, e allora non può che far piacere salutare il ritorno di Aldo Giovanni e Giacomo in una pellicola che funziona davvero, e in cui tutto è bilanciato con grazia e semplicità. Si passa infatti dall'ironia più immediata a situazioni comiche più studiate e profonde; si sfiora con efficacia la sfera dei sentimenti e si mette in primo piano ancora una volta l'amicizia, in tante sfumature differenti. Una specie di ritorno alle origini, dunque, questo film; un ritorno che mentre ci accompagna fuori dalla sala ci ritrova con il sorriso sul viso, e ci regala cento minuti di buon cinema. Senza eccessi, senza forzature e senza bisogno di strafare a tutti i costi; ma con la ritrovata voglia di trasmettere delle emozioni raccontando semplicemente, ancora una volta, la storia di tre amici come tanti.