vittorio
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giovedì 29 luglio 2010
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simpatico
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Bella commedia italiana, mai volgare riesce a strappare qualche risata....soprattutto all'inizio....
Film ideale per passare un paio d'ore in allegria...
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ghinos
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lunedì 26 luglio 2010
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si può vedere
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Questo è il commento che avevo letto sul giornale prima di andare al cinema: ecco, il mio giudizio può in fondo riassumersi in queste tre parole. Per chi è interessato a sapere qualcosa in più, mi dilungo un pò.
Positivi: Film leggero, piacevole da seguire, paesaggi incantevoli e incontaminati: è bello vedere rappresentato un sud fatto di panorami e paesi che pensi non esistano più e di persone serene e un pò sognatrici.
Negativi: Certe vicende al'interno della storia principale, appena abbozzate, potevano essere sviluppate un pò di più e trovare magari un intreccio comune per diventare più coinvolgenti, come il percorso di Giovanna Mezzogiorno, giornalista alla ricerca di sè stessa, la buona azione di Max Briguglia, studente fuori corso in medicina che salva una vita con una forchetta (non poteva essere l'occasione per uno spot giornalistico?) e la storia d'amore di Max Gazzè che riprende a parlare (vicenda un pò autocompiaciuta e scontata per i miei gusti).
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Questo è il commento che avevo letto sul giornale prima di andare al cinema: ecco, il mio giudizio può in fondo riassumersi in queste tre parole. Per chi è interessato a sapere qualcosa in più, mi dilungo un pò.
Positivi: Film leggero, piacevole da seguire, paesaggi incantevoli e incontaminati: è bello vedere rappresentato un sud fatto di panorami e paesi che pensi non esistano più e di persone serene e un pò sognatrici.
Negativi: Certe vicende al'interno della storia principale, appena abbozzate, potevano essere sviluppate un pò di più e trovare magari un intreccio comune per diventare più coinvolgenti, come il percorso di Giovanna Mezzogiorno, giornalista alla ricerca di sè stessa, la buona azione di Max Briguglia, studente fuori corso in medicina che salva una vita con una forchetta (non poteva essere l'occasione per uno spot giornalistico?) e la storia d'amore di Max Gazzè che riprende a parlare (vicenda un pò autocompiaciuta e scontata per i miei gusti).
Un film carino. Anche se mi aspettavo qualcosa in più nella sceneggiatura, diciamo quel guizzo che ti fa entrare nella storia anche dalla tua sedia, devo dire che Rocco Papaleo riesce ad essere divertente nella sua originalità e gradevole nel suo modo garbato di intendere la vita. Ad maiora, anzi alla prossima!
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antrace
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lunedì 26 luglio 2010
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un sapido film terrone
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A parte l'evocazione esotica del titolo , "Basilicata coast to coast " è un sapido film terrone . Rocco Papaleo offre in dono alla sua Terra una lunga , seducente sequenza di dirupi, boschi, laghi, villaggi pietrosi . La Lucania ha il meritato posto d'onore , la vicenda dei quattro avventurosi artisti itineranti dal Tirreno allo Ionio serve al regista per confezionare un sanguigno spot dell'incanto naturale dei luoghi e degli anfratti natii.
Il film, pure un poco monocorde , pure con qualche smagliatura , è un garbato racconto di un angolo quasi ignoto del Sud , misurato nei toni , disinibito negli argomenti , realista e concreto nelle valutazioni critiche , entusiasta ed appassionato nelle descrizioni dei personaggi .
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A parte l'evocazione esotica del titolo , "Basilicata coast to coast " è un sapido film terrone . Rocco Papaleo offre in dono alla sua Terra una lunga , seducente sequenza di dirupi, boschi, laghi, villaggi pietrosi . La Lucania ha il meritato posto d'onore , la vicenda dei quattro avventurosi artisti itineranti dal Tirreno allo Ionio serve al regista per confezionare un sanguigno spot dell'incanto naturale dei luoghi e degli anfratti natii.
Il film, pure un poco monocorde , pure con qualche smagliatura , è un garbato racconto di un angolo quasi ignoto del Sud , misurato nei toni , disinibito negli argomenti , realista e concreto nelle valutazioni critiche , entusiasta ed appassionato nelle descrizioni dei personaggi . Gli itineranti intendono portare a termine un viaggio a piedi attraverso la Lucania, con la speranza di potersi esibire in concerto a Scanzano Ionico, ma li muove una
brezza eroica più che l'ambizione del successo : essi sono spinti dal desiderio di provare
se stessi, di compiere un 'avventura cameratesca per rompere con le delusioni della vita quotidiana . Non inseguono miti, non sono scapigliati , non perdono di vista le famiglie ed il lavoro , ma avvertono il bisogno di immergersi nel cuore della loro Terra . Dietro la scena appare il ritorno ad Itaca piuttosto che la Weast Coast , è un nostos interiore che rimanda alla Grande Madre e non alle atmosfere di Kerouac , la California qui non c'entra nulla , il
realismo di Papaleo fa giustizia di ogni contaminazione , evita amarcord sessantottini .
La narrazione è discreta , un minuto affresco della piccola imprenditoria locale , senza indulgere a lamenti , una saggia prospettiva per il futuro , venata da ironia, disincanto,e ottimismo . E' una virtù dei lucani lavorare in silenzio, operosi come le formiche , riservati
e tenaci , gelosi dei propri oggetti . Potremmo dire che è lo specchio dello stesso regista, che ha raggiunto traguardi notevoli nel cinema senza avere il volto di Alain Delon .
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ultimoboyscout
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sabato 24 luglio 2010
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credevo un pò meglio.
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Carino e godibile, scanzonato e spassoso ma non mi ha del tutto convinto. Che dire del musicista Gazzè? Fa una sola battuta e la fa bene ed è molto meglio di Gassman che attore dovrebbe esserlo! Papaleo è molto bravo sia come attore che come regista.
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extraterrestre
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mercoledì 14 luglio 2010
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pane e frittata di mamma
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Odio i voti sono riduttivi e per questo non lo esprimo. Basilicata cost to cost è una Chicca nel panorama cinematografico. Non sto parlando solo di quello italiano. Sono certa che i film migliori stranieri non riescono
"a farsi vedere"........(tutti i commenti socio-politici del caso non mi interessano, conta la cruda realtà).
Potrebbe sembrare un film sempliciotto ........ma solo ai "sempliciotti", in realtà ha implicazioni profonde e
citazioni della cultura generazionale a cui credo appartenga Rocco Papaleo........accostare il Che ai Briganti
significa conoscere radici storiche di un movimento, di un fenomeno sociale, oserei dire di classe.
E' il momento di riscattare il sud della penisola dalle troppe etichette di mafie, ignoranze, etc.
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Odio i voti sono riduttivi e per questo non lo esprimo. Basilicata cost to cost è una Chicca nel panorama cinematografico. Non sto parlando solo di quello italiano. Sono certa che i film migliori stranieri non riescono
"a farsi vedere"........(tutti i commenti socio-politici del caso non mi interessano, conta la cruda realtà).
Potrebbe sembrare un film sempliciotto ........ma solo ai "sempliciotti", in realtà ha implicazioni profonde e
citazioni della cultura generazionale a cui credo appartenga Rocco Papaleo........accostare il Che ai Briganti
significa conoscere radici storiche di un movimento, di un fenomeno sociale, oserei dire di classe.
E' il momento di riscattare il sud della penisola dalle troppe etichette di mafie, ignoranze, etc.......e questo film lo fa bene. Al sud ci vivono persone per bene come in ogni altra parte, colte, fantasiose, ingegnose, buone, corrette,filosofe, simpatiche.
Lo spessore del film è pari se non addirittura superiore, al film "Non ci resta che piangere" con il troppo presto scomparso, Massimo Troisi.
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andaland
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domenica 27 giugno 2010
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piacevole e scanzonato
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Ottima regia, interpretazioni azzeccate e una gran voglia di percorrere la Basilicata, suggestiva e festosa come solo il sud può essere. gran bel film
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copoja
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giovedì 24 giugno 2010
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un bel punto esclamativo
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In questa fase di assopimento mortifero o se volete di anestesia politologica, Rocco Papaleo ci regala un film dalle atmosfere suggestive ed emozionanti, rese surreali da un cast intelligente e e ben affiatato. Tutti bravi, con qualche picco di istrionica genialità e molta tenerezza in questo primo lavoro dell'attore regista. Corre l'obbligo soffermarsi anche sul tentativo (un grido) di riappropriarsi dell'immagine e il folklore di una regione affascinante, che offre panorami mozzafiato ammirati dalla telecamera e trasferiti all'occhio sensibile ed appassionato dei protagonisti, fino al pubblico in sala. Una storia, un viaggio interiore che, come in certe pellicole di Salvatores, riesce sempre a rendere giustizia delle bellezze autentiche del nostro paese (se ancora ce ne fosse il bisogno).
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In questa fase di assopimento mortifero o se volete di anestesia politologica, Rocco Papaleo ci regala un film dalle atmosfere suggestive ed emozionanti, rese surreali da un cast intelligente e e ben affiatato. Tutti bravi, con qualche picco di istrionica genialità e molta tenerezza in questo primo lavoro dell'attore regista. Corre l'obbligo soffermarsi anche sul tentativo (un grido) di riappropriarsi dell'immagine e il folklore di una regione affascinante, che offre panorami mozzafiato ammirati dalla telecamera e trasferiti all'occhio sensibile ed appassionato dei protagonisti, fino al pubblico in sala. Una storia, un viaggio interiore che, come in certe pellicole di Salvatores, riesce sempre a rendere giustizia delle bellezze autentiche del nostro paese (se ancora ce ne fosse il bisogno). Un film solare, che risplende sullo schermo con il sole forte e i piccanti scorci murali di una regione troppo spesso ignorata. Il film offre generosamente un omaggio ai grandi della nostra storia, senza dimenticare il presente artistico da difendere e soprattutto da far crescere e tutelare. Un bel punto esclamativo in mezzo alle splendide distese assolate del nostro meridione. Otto e mezzo.
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lucano
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domenica 6 giugno 2010
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basilicata coast to coast, lucania alla ribalta
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“La Basilicata è un po’ come il concetto di Dio, o ci credi o non ci credi. Io ho deciso di credere nella Basilicata”, queste le prime parole della canzone Basilicata on my mind di Rocco Papaleo, che rappresentano anche le primissime battute del suo primo film da regista, Basilicata coast to coast. Da buon lucano non posso mancare alla proiezione di questo film, che racconta il progetto professionale dell’artista lauriota che proprio qualche anno fa gli ha fatto attraversare la sua terra natia in una tourné di teatro-canzone.
Un gruppo musicale lucano, composto da quatto componenti decide, come ogni anno, di iscriversi al festival musicale Scanzonissima di Scanzano Jonico.
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“La Basilicata è un po’ come il concetto di Dio, o ci credi o non ci credi. Io ho deciso di credere nella Basilicata”, queste le prime parole della canzone Basilicata on my mind di Rocco Papaleo, che rappresentano anche le primissime battute del suo primo film da regista, Basilicata coast to coast. Da buon lucano non posso mancare alla proiezione di questo film, che racconta il progetto professionale dell’artista lauriota che proprio qualche anno fa gli ha fatto attraversare la sua terra natia in una tourné di teatro-canzone.
Un gruppo musicale lucano, composto da quatto componenti decide, come ogni anno, di iscriversi al festival musicale Scanzonissima di Scanzano Jonico. La band è formata da Nicola Palmieri (Rocco Papaleo) tastiere e voce, Franco Cardillo (Max Gazzè) contrabbasso, Salvatore Chiarelli (Paolo Briguglia) chitarra Rocco Santamaria (Alessandro Gassmann) percussioni, o, più esattamente, in ordine: professore di matematica idealista e sognatore, falegname romantico e stralunato, tabaccaio ex studente di medicina sensibile e introspettivo, attore non troppo talentuoso ma molto apprezzato nella sua terra. Per partecipare al festival musicale serve un nome al gruppo che, dopo un’intuizione del leader Palmieri, sarà Le Pale Eoliche. Mentre è in classe a fantasticare durante un compito in classe un’altra idea balena nella mente del brillante insegnante: Le Pale eoliche raggiungeranno Sanzano Jonico a piedi, seguendo percorsi alternativi, tanto da impiegarci 10 giorni. “La vita è una strada breve. A meno che non la allunghi”, questo il motto di Palmieri e i suoi compagni che li spingerà a scoprire (o meglio a riscoprire) la loro terra. Durante il viaggio vengono affiancati e ripresi con una telecamera da una giornalista piuttosto svogliata e in crisi d’identità, Tropea Limongi (Giovanna Mezzogiorno), che finirà per appassionarsi nuovamente al suo lavoro. Un finale a sorpresa e per nulla scontato garantiscono la genuinità di questo prodotto lucano.
Il regista esordiente ha anche il merito di aver mostrato una terra bella e ricca di contraddizioni. Dal film traspare tutta l’ironia, che poi è auto-ironia, di noi lucani, a volte così incapaci di prenderci sul serio che finiamo per dimenticare quanto di maestoso ha da offrire la nostra regione arrivando ad affermare che non c’è nulla. Quanto ci sbagliamo. Rocco Papaleo mostra quella qualità unica della Basilicata che è la duplicità: due coste, la tirrenica e la ionica, divise da tanta diversità e bellezza. In una regione in cui l’acqua, il petrolio, il terreno dove impiantare discariche vengono svenduti perché reputato di scarso valore guardare questo lavoro è importante perché trasmette davvero la voglia di attraversare la Lucania, se non altro per valorizzarla e per evitare che per l’ennesima volta venga svenduta al miglior offerente e deturpata.
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drake
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giovedì 3 giugno 2010
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funk trip!
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Per chi ancora non lo sapesse, ma ormai tutta Italia lo sa, il film Basilicata coast to coast è tratto dal mio racconto Funk trip! Ma il signor Rocco Papaleo dopo aver letto il mio racconto ha pensato di fare il furbone e di non citarlo nei credits.Ed è uno di quelli che si batte contro la pirateria! Ma vergognati e rendi pubblico il fatto se hai coraggio!
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(di andaland)
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