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alespiri
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domenica 23 maggio 2010
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il puzzle di federico..zabaglione
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Federico Zampaglione ha dichiarato recentemente di essere un cultore dell’ “horror” e di aver visto almeno 20000 films del genere. In questa pellicola ci sono tutti e ventimila tranne il suo. Praticamente un puzzle.
Il film sa di già visto e si potrebbe fare un gioco da “settimana enigmistica” tipo “aguzzate la vista” per poter trovare tutti gli spunti copiati da altri lungometraggi (es: le palpebre tagliate quali film vi ricordano? Ed i letti di tortura? ).
La storia è ambiguamente surreale e si svolge in un bosco misterioso posto tra la vita e la morte. Lui, David, tornanto da poco dalla guerra in Iraq è perseguitato dai ricordi e tenta di riconquistare la sua lbertà interiore dando libero sfogo alla suo hobby preferito: la bicicletta.
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Federico Zampaglione ha dichiarato recentemente di essere un cultore dell’ “horror” e di aver visto almeno 20000 films del genere. In questa pellicola ci sono tutti e ventimila tranne il suo. Praticamente un puzzle.
Il film sa di già visto e si potrebbe fare un gioco da “settimana enigmistica” tipo “aguzzate la vista” per poter trovare tutti gli spunti copiati da altri lungometraggi (es: le palpebre tagliate quali film vi ricordano? Ed i letti di tortura? ).
La storia è ambiguamente surreale e si svolge in un bosco misterioso posto tra la vita e la morte. Lui, David, tornanto da poco dalla guerra in Iraq è perseguitato dai ricordi e tenta di riconquistare la sua lbertà interiore dando libero sfogo alla suo hobby preferito: la bicicletta. Sprovvedutamente s’imbatte in due cacciatori, uomini violenti che minacciano una ragazza (Angeline) conosciuta in una baita lungo il percorso nei boschi. Per difenderla si caccerà in guai seri, soprattutto quando la ragazza, animalista convinta, salverà dal fucile dei due figuri una giovane famiglia di cervi.
Il film, dal ritmo sostenuto, tuttavia non riesce nel tentativo di creare il “transfer” dello spettatore che non si trova ad essere partecipe degli avvenimenti, ma resta al sicuro seduto in poltrona.
I risvolti politici e filosofici che il regista ci propone, inoltre, sono ingenuamente ambiziosi; la lotta con la morte, la personificazione del male, la critica alla politica americana, paradossalmente efficace solo quando, nella casa dell’efferato killer Mortis in cui s’imbatteranno(Nuot Arquint: molto bravo e unica figura originale nel film), il protagonista ritrova, in una galleria di quadri, l’uno accanto all’altro le foto incorniciate di Stalin, Hitler e…Bush….
La pellicola gioca il suo ruolo su troppi fronti mantenendosi in bilico tra il taglio realista e quello surreale dai risvolti paranormali. Gli interpreti sono scolastici mentre la regia è sicuramente migliorata rispetto al precedente e vacuo “Nero Bifamiliare” ed il finale (a sorpresa?..) ricorda ancora una volta un altro film. Vi sfido a capire quale..
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enotar 56
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mercoledì 19 maggio 2010
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classico bidone
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Accidenti "purghe inglesi" ne ho viste ,ma questo film che ho visto stasera al cinema le ha superate tutte, vedere per credere.
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blanco
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mercoledì 19 maggio 2010
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il nuovo incubo italiano.
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Ecco finalmente qualcosa che i cultori di genere stavano aspettando.
Zampaglione dirige un film riuscito, soprattutto nell' intento dichiarato dal regista stesso, di riportare in auge quel glorioso cinema horror italiano perso ormai da troppe decine di anni.
Ed è così Shadow, con una trama non articolata ma filante, con la musica sapientemente incastonata nelle scene spesso con un crescendo forte ma mai fastidioso, con echi lontani e nostalgici in stile Goblin dei film mito italiani che gli affezionati ricordano.
Ma non è solo richiamo al passato Shadow, anzi, si integra perfettamente nel presente, con un protagonista mountain biker amante della montagna e della natura, che permette allo spettatore di immedesimarsi nel suo fantastico sport e nei paesaggi altrettanto belli.
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Ecco finalmente qualcosa che i cultori di genere stavano aspettando.
Zampaglione dirige un film riuscito, soprattutto nell' intento dichiarato dal regista stesso, di riportare in auge quel glorioso cinema horror italiano perso ormai da troppe decine di anni.
Ed è così Shadow, con una trama non articolata ma filante, con la musica sapientemente incastonata nelle scene spesso con un crescendo forte ma mai fastidioso, con echi lontani e nostalgici in stile Goblin dei film mito italiani che gli affezionati ricordano.
Ma non è solo richiamo al passato Shadow, anzi, si integra perfettamente nel presente, con un protagonista mountain biker amante della montagna e della natura, che permette allo spettatore di immedesimarsi nel suo fantastico sport e nei paesaggi altrettanto belli.
Ma il cuore del film di Zampaglione è il male puro, personificato da un essere privo tanto della sua anima quanto di materia corporea, più simile alla morte, ossuta e scheletrica, che ad un uomo.
In balìa degli eventi ma soprattutto di questo folle omicida seriale, i protagonisti non potranno far altro che scivolare in un incubo senza fine, fatto di torture fini a se stesse, che nutrono la fame sanguinaria del padrone di casa, il quale per volontà del regista richiama in una scena del film quel capolavoro consacrato de "Il silenzio degli innocenti" nell apersona di Buffalo Bill.
In una parola, anzi due: vivamente consigliato.
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isolina60
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lunedì 17 maggio 2010
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un horror "intelligente" da non perdere
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La recensione data in home page di questo film stupendo, anche se difficile, è a mio avviso generica, fuorviante e anche poco originale, dato che è la copia conforme di quella che appare in inglese in altri siti. In realtà, come è chiaro dall'epilogo della storia, che si conclude in un ospedale da campo iracheno, il protagonista si risveglia da quello che appare perciò come un lungo incubo, che costituisce appunto la sostanza horror della pellicola. In essa infatti vengono fantasticamente e spaventosamente rielaborati gli elementi della realtà ospedaliera (il chirurgo reale è trasformato nell'oste buono e giusto della locanda; l'infermiera Angeline era l'eroina femminile dell'incubo,qui peraltro esperta di assistenza medica; i commilitoni cialtroni e sanguinari erano visti nello stesso incubo come potenziali assassini, e alla fine si ritrovano stesi sullo stesso tavolo d'ospedale nell'identica posa che avevano sopra il tavolo di tortura, collocato sullo sfondo della medesima vetrata dominata, nell'incubo,dalla sinistra figura del sadico maniaco).
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La recensione data in home page di questo film stupendo, anche se difficile, è a mio avviso generica, fuorviante e anche poco originale, dato che è la copia conforme di quella che appare in inglese in altri siti. In realtà, come è chiaro dall'epilogo della storia, che si conclude in un ospedale da campo iracheno, il protagonista si risveglia da quello che appare perciò come un lungo incubo, che costituisce appunto la sostanza horror della pellicola. In essa infatti vengono fantasticamente e spaventosamente rielaborati gli elementi della realtà ospedaliera (il chirurgo reale è trasformato nell'oste buono e giusto della locanda; l'infermiera Angeline era l'eroina femminile dell'incubo,qui peraltro esperta di assistenza medica; i commilitoni cialtroni e sanguinari erano visti nello stesso incubo come potenziali assassini, e alla fine si ritrovano stesi sullo stesso tavolo d'ospedale nell'identica posa che avevano sopra il tavolo di tortura, collocato sullo sfondo della medesima vetrata dominata, nell'incubo,dalla sinistra figura del sadico maniaco). Nel complesso si tratta di un horror sui generis, che sfugge in modo sottile e pregnante da ogni altro esperimento similare, solitamente zeppo di violenza gratuita e gonfiato da un immaginario orripilante fine a se stesso. Risulta inoltre stimolante da un punto di vista intellettuale, perché lasciando insolute apparenti contraddizioni e interrogativi, apre la mente dello spettatore più attento all'analisi e alla soluzione di essi.A questi ultimi, si consiglia perciò vivamente, la visione di questo film, coronato da una fotografia splendida e da un ritmo incalzante e mozzafiato.
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irenebi
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lunedì 17 maggio 2010
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shadow
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Non sono una fissata di genere horror, ma visto il film ieri sera, ed è tutto il giorno che ci penso!
Un film da vedere, il cattivo mi ha davvero impressionata!
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irenebi
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lunedì 17 maggio 2010
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shadow
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Ho visto il film ieri sera, è tutto il giorno che ci penso!! Da vedere.
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andaland
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domenica 16 maggio 2010
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non il solito lavoro italiano
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Guardando shadow, si ha l'impressione di essere di fronte ad un film di produzione estera. sorprende positivamente la regia di Zampaglione, con scelte originali ed azzeccate.
Quello che lascia un po' perplessi, è la trama in sè. Pur essendo realizzato in maniera discreta, il film non coinvolge mai appieno e a tratti sembra di aver già visto la stessa scena in qualche altro film.
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demone
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sabato 15 maggio 2010
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bel film
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Difficile vedere un bel horror, sta volta però ci siamo, da vedere. Bravo il regista e gli attori. Per fortuna non sembra un film italiano. Ci sta anche il finale (che giustifica qualche luogo comune e reazioni esagerate).
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opidum
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sabato 15 maggio 2010
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da vedere
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del film non si puo raccontare molto per non rovinare la sorpresa bravi attori formidabile il cattivo
zampaglione molla la musica e datti al cinema
sarebbe interessante ( con un milione di dollari ha fatto un gran film) vederlo alle prese con unbudget decente
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kronos
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martedì 4 maggio 2010
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mymovies.it: ovvero incontenibile amor di patria!
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da MyMovies.it
"Vero è che, a prima vista, Shadow sembra tutto fuorché un prodotto nazionale: interpreti stranieri – tra cui Jake Muxworthy, Karina Testa e Nuot Arquint - e troupe quasi tutta d'oltreoceano, dove spicca tra gli altri Eric Strand, già montatore di Donnie Darko. Shadow conserva comunque con fierezza elementi evidenti della propria "italianità": il regista e gli sceneggiatori, le location, il direttore della fotografia e un omaggio a un certo cinema dell'horror d'autore nostrano"
Davvero notevole l'amor di patria (e il buonsenso) dei redattori di MyMovies: non basta che produzione, sceneggiatura, regia, fotografia, musica, scenografia, ambientazione (...) siano italiane per far di un film un autentico prodotto italiano.
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da MyMovies.it
"Vero è che, a prima vista, Shadow sembra tutto fuorché un prodotto nazionale: interpreti stranieri – tra cui Jake Muxworthy, Karina Testa e Nuot Arquint - e troupe quasi tutta d'oltreoceano, dove spicca tra gli altri Eric Strand, già montatore di Donnie Darko. Shadow conserva comunque con fierezza elementi evidenti della propria "italianità": il regista e gli sceneggiatori, le location, il direttore della fotografia e un omaggio a un certo cinema dell'horror d'autore nostrano"
Davvero notevole l'amor di patria (e il buonsenso) dei redattori di MyMovies: non basta che produzione, sceneggiatura, regia, fotografia, musica, scenografia, ambientazione (...) siano italiane per far di un film un autentico prodotto italiano. Al contrario pare siano appena sufficienti ad offrire 'elementi' d'italianità! Davvero geniale...
Prima del cinema in Italia va riformata la testa di chi scrive di cinema.
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[+] se il dibattito è costruttivo benvenga
(di elisabetta pieretto)
[ - ] se il dibattito è costruttivo benvenga
[+] kubrick e antonio margheriti
(di kronos)
[ - ] kubrick e antonio margheriti
[+] correzione per kronos
(di edward teach)
[ - ] correzione per kronos
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