Il nastro bianco

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Un film di Michael Haneke. Con Christian Friedel, Leonie Benesch, Ulrich Tukur, Ursina Lardi, Burghart Klaußner.
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Titolo originale Das Weiße Band. Drammatico, b/n durata 144 min. - Austria, Francia, Germania 2009. - Lucky Red uscita venerdì 30 ottobre 2009. MYMONETRO Il nastro bianco * * * - - valutazione media: 3,40 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
oh dae soo mercoledì 24 marzo 2010
erano solo bambini Valutazione 5 stelle su cinque
55%
No
45%

Il Nastro Bianco è un film dalla portata difficilmente calcolabile. Vincitore della Palma D'Oro, dell' EFA come miglior film europeo e del Golden Globe come miglior film straniero la nuova pellicola di Haneke si infila senza discussioni nella ristretta cerchia dei capolavori cinematografici, di quei film che sembrano uscire dalla pellicola e impiantarsi nelle coscienze,quei film in cui il significato, il messaggio è molto più forte del significante,le immagini (malgrado la superba fotografia in bianco e nero). Paesino tedesco, anni 12/13 del '900. La tranquilla vita rurale e monotona del paese viene "movimentata" da uno strano incidente al dottore, disarcionato dal suo cavallo a causa di un filo teso tra 2 alberi. [+]

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kronos martedì 24 agosto 2010
algido affresco d'epoca Valutazione 2 stelle su cinque
51%
No
49%

L'aspetto a mio avviso più interessante de "Il nastro bianco" è la puntigliosa ricostruzione della società d'inizio '900: il tessuto economico essenzialmente agreste e latifondista, la rigidissima educazione imposta ai figli, le regole di comportamento improntate a un formalismo ipocrita che oggi mette i brividi. Un affresco sociale in cui, nonostante la lontananza geografica, si sarebbero identificati senza difficoltà i nostri nonni e bisnonni. La vicenda raccontata da Haneke è variamente interpretabile: chi c'ha visto un pamphlet contro l'educazione bigotta e repressiva, chi (addirittura) uno studio psico-entomologico sulla generazione che, vent'anni dopo le vicende narrate, avrebbe alimentato l'ascesa del Nazismo. [+]

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omero sala venerdì 2 dicembre 2011
tutti vittime, tutti carnefici Valutazione 5 stelle su cinque
75%
No
25%

Siamo nel 1913. In un villaggio di campagna sperduto nel nord della Germania accadono inspiegabili eventi: la caduta da cavallo del medico provocata da una corda tesa, la morte di una donna per un apparente incidente sul lavoro, i maltrattamenti inferti come per un rituale punitivo ad un bambino, un suicidio, le sevizie ad un piccolo disabile. Nella piccola comunità, rigorosamente retta dalla ferrea disciplina della fede e dai principi morali della tradizione, nascono sospetti, affiorano acredini, si manifestano atteggiamenti di implacabile disumanità, aleggia un livore amaro e penetrante; preme e trova sfoghi imprevedibili la violenza che nasce dalla repressione, dalle inibizioni, dai complessi di colpa, dal patologico bisogno di espiazione. [+]

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brando fioravanti mercoledì 17 dicembre 2014
molto bello ma niente di nuovo Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
0%

Haneke ripropone un film inquietante e pessimista. Stile eccelente, storia ben curata. Il problema è che si cade continuamente nel gia visto. Persone oppresse possono diventare perverse, padri che sono disposti a mentire per salvare i figli, scontri fra classe sociali, gialli risolti solo in parte, violenza ai limiti della sopportazione.Poco convincente l'allusione al nazismo

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filippo catani sabato 9 luglio 2011
laboratorio nazista Valutazione 4 stelle su cinque
56%
No
44%

Un piccolo villaggio rurale tedesco a cavallo degli anni della Prima Guerra Mondiale viene sconvolto da eventi misteriosi e violenti. Il maestro del paese cercherà di fare luce sulla vicenda tenendo in conto di scontrarsi con diversi personaggi del luogo.
Un film sicuramente angosciante ma che lascia una vivissima traccia interiore dopo averlo visto. Il film può essere una delle chiavi di lettura della domanda che tutti noi almeno una volta ci siamo posti: come è stato possibile l'avvento e il successo del nazismo?. In questo film abbiamo alcune risposte che ci vengono dalle descrizioni dei personaggi principali. Un burbero proprietario terriero che non esita a calare la scure della vendetta quando serve. [+]

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estonia giovedì 4 settembre 2014
le radici della violenza Valutazione 4 stelle su cinque
67%
No
33%

La riduzione dell’individuo, fin dalla più tenera età, alla condizione disumana di totale obbedienza a regole rigide e inflessibili crea i futuri carnefici dei poteri forti.
In un remoto “Villaggio dei dannati” posto nel nord della Germania durante gli anni che precedono la prima guerra mondiale, nel silenzioso candore reso abbagliante dalla neve che tutto copre e nasconde, le giovani vittime di un sistema educativo estremamente repressivo e autoritario imparano presto ad adeguarsi a una disciplina aberrante fatta di minacce psicologiche e di feroci punizioni corporali e, apprendendo loro malgrado il distaccato disprezzo per la vita umana, acquisiscono l’impassibilità necessaria per essere a loro volta perpetratori di malvagità. [+]

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sassolino sabato 31 ottobre 2009
un incubo in bianco e nero Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

C'e' un bellissimo inizio nel film di Haneke, o forse dovremmo dire nell'infanzia di Haneke; un cavallo che corre soave e leggiadro in una gelida campgna austriaca, d'improvviso una fune invisibile ne rompe l'incanto, interrompendone la cavalcata felice e dando inizio a un vero e proprio incubo in bianco e nero. A poco a poco, nella neve agghiacciante e perenne si sbroglia la matassa di moralismi e perbenismi, si scopre che nel piccolo villaggio di fede luterana tutto non è come sembra. A partire dal subdolo dottore, padre incestuoso e amante cinico, proseguendo con il barone, incapace in tutta la sua aristocratica ricchezza di dare un affetto vero a moglie e figlio. Ma la figura più inquietante sembra essere quella del pastore, uomo complesso, costretto a una rigidità permanente, forse per nascondere problemi più grossi. [+]

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daniela venerdì 6 novembre 2009
il bene e il male. Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

Una violenza misteriosa s'insinua nelle casette del villaggio, levita nei cortili spogli e aleggia nelle radure, sale fino a lambire le fronde di alberi generosi, che incorniciano stupendamente un paesaggio luminoso e raggelato. Il film è tutto percorso da questa minaccia vibrante, gravida nelle premesse e con precisione matematica risolta in ogni scena. Poichè nessuna relazione umana all'interno del perimetro dato è esente da paure, rivalsa e sordida acquiescenza. Tutti, tranne il giovane maestro e la sua promessa sposa, recano i germi di una sopraffazione antica, che nasce solo in parte dalla necessità. Haneke ci dice che il male ed il bene, per quanto a volte difficili da distinguere, allignano nell'essere umano fin dalla primissima infanzia e sono un dato ontologico prima che ambientale. [+]

[+] che bel commento (di pipay)
[+] no (di i'para)
[+] no, i'para: haneke non ha dimostrato nulla (di pipay)
[+] a pipay (di marezia)
[+] pipay, (di marezia)
[+] marezia, (di luana)
[+] piccola precisazione. (di marezia)
[+] ma di che farnetichi? (di luana)
[+] dal forum de "il grande sogno" (di marezia)
[+] sei molto ingenua, marezia (di luana)
[+] amen. (di marezia)
[+] se credi che quella dulcinea ero io.. (di luana)
[+] sul grande sogno, hai appena ricevuto una proposta (di luana)
[+] da parte mia ti dedico due strofe della nannini (di luana)
[+] errore (di marezia)
[+] allora, apri le orecchie (di luana)
[+] mah... (di marezia)
[+] p.s. (di marezia)
[+] come una sola luana (di luana)
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paride86 lunedì 28 dicembre 2009
ottimo Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

Il colpo grosso di Michael Haneke. Oltre ad essere un ottimo ritratto della società del tempo, è un affresco generale sulle peggiori pulsioni umane. Il regista sa mettere a nudo il male che alberga negli uomini e la sua origine, e lo fa con precisione aritmetica, senza risparmiare nulla allo spettatore. I personaggi del medico e della sua giovane fidanzata evitano il pessimismo cosmico.

[+] lapsus (di marialop)
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angelo48 mercoledì 30 dicembre 2009
il villaggio dei dannati Valutazione 5 stelle su cinque
50%
No
50%

Le vicende narrate nel film di Haneke sono lo spunto per una riflessione sul male, sulle sue cause ed effetti. Nel villaggio prussiano vive una società dove, tra le quattro mura di casa o nei rapporti sociali, dominano gerarchie definite dal tempo e dalla storia. Il più forte impone il suo credo e la sua volontà al più debole. Nella fattispecie è soprattutto il dominio dei padri sui figli, esercitato anche con la forza, a scatenare una serie di reazioni violente, volte per lo più a colpire i soggetti maggiormente indifesi (l'uccellino nella gabbia, ed il bimbo handicappato assurgono a simbolo di questo fenomeno). Quel modello sociale fortemente gerarchico e repressivo, peraltro ampiamente diffuso in quel periodo storico, è tra i motori, non l'unico, delle immani tragedie che hanno caratterizzato la storia del secolo appena trascorso. [+]

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