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sabato 22 ottobre 2022
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congratulazioni
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Congratulazioni per l'ottima recensione ??
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nigel mansell
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venerdì 14 gennaio 2011
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la sottile differenza tra cosmonauta ed astronauta
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La sottile differenza tra cosmonauta ed astronauta: il senso del film sta tutto qui. Racconto quasi onirico degli anni sessanta: gli idealismi, la gioventù, le illusioni i primi amori e le ribellioni adolescenziali; lasciando volutamente fuori le violenze e gli scontri che ci furono in quegli anni. Rubini è un grande attore e la Pandolfi continua a migliorare, favolosa poi la giovane protagonista.
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doni64
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domenica 21 novembre 2010
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film anni 70
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Film ambientato negli anni 70 interpretato da attori anche se giovani ma un po' preparati al ruolo.La trama e' discreta come l'intero film che non colpice completamente e nel complesso semplice e discreto.Voto 6
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lucky
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domenica 10 ottobre 2010
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delusi ma sognatori
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Commovente, storia intensa, finalmente adolescenti non stupidi, bravissimi interpreti, in particolare Miriana Raschillà. Si lascia seguire, avvolto com'è nelle contraddizioni degli anni 60, un paese nuovo ma ancorato ancora a vecchie tradizioni. Si sogna, si immagina che un futuro migliore può esserci, si rimane delusi, si piange, ma si lotta ancora, sognando la luna. L'ideologia forse ha perso, ma i sogni continuano a girare.
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algernon
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mercoledì 29 settembre 2010
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il miglior film del circa ultimo anno
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quando l'ho visto non frequentavo ancora mymovies. ma è uno dei film che ho apprezzato di più nell'ultimo anno. per la cronaca gli altri sono: la prima cosa bella, l'uomo che verrà, il nastro bianco, il segreto dei suoi occhi, about elly, north face. di cosmonauta mi è piaciuta l'originalità del tema, l'intreccio azzeccato fra gli ideali dei giovani comunisti dell'epoca e la momentanea supremazia sovietica nella corsa allo spazio, la fresca descrizione della comunità del Trullo, la recitazione, la regia. il cortometraggio di animazione è davvero spassoso.
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francesco2
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giovedì 26 agosto 2010
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un cinema che non cresce mai
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Tra chi abbia commentato questo film,anche negativamente, mi pare abbastanza diffusa un'impressione: il film può essre ciò che è, nonostante la prima scena, quella della comunione (Rifiutata),che fa pensare a qualcosa di diverso.
Chi scrive, invece, pensa che questa scena sia un manifesto di ciò che sono il nostro cinema, e questo film nello specifico: una grande didascalia infantile, per chi coltiva "Il grande sogno" che un film sappia raccontare gli anni '60 anche a chi, come me, sia nato una decina di anni dopo. Proprio la scena appena citata,guarda caso, somiglia a una dell'opera di Placido.
Dopo avere tra(sgre) dito i canoni precostituiti, la bambina torna a casa sua con lo sguardo rivolto verso il pubblico.
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Tra chi abbia commentato questo film,anche negativamente, mi pare abbastanza diffusa un'impressione: il film può essre ciò che è, nonostante la prima scena, quella della comunione (Rifiutata),che fa pensare a qualcosa di diverso.
Chi scrive, invece, pensa che questa scena sia un manifesto di ciò che sono il nostro cinema, e questo film nello specifico: una grande didascalia infantile, per chi coltiva "Il grande sogno" che un film sappia raccontare gli anni '60 anche a chi, come me, sia nato una decina di anni dopo. Proprio la scena appena citata,guarda caso, somiglia a una dell'opera di Placido.
Dopo avere tra(sgre) dito i canoni precostituiti, la bambina torna a casa sua con lo sguardo rivolto verso il pubblico. Paradigmatico del nostro cinema, appunto: infantile e didascalico. La Nicchiarelli, che ha tra i pochissimi meriti non giudicare la protagonista, non ci risparmia quasi nessuno dei luoghi comuni del "genere"(Appunto): oltre al patrigno zinzino e all'ambiente dei fighetti rossi, la cosa più irritante è il fratello- down.La refista, in perfetto "Stile"(?), della peggiore Archibugi, nel suo cinema "Progressita" ce lo dipinge come un tontolone cicciottello, che tuttalpiù è superiore agli altri quando ci regala spruzzate di poesia con la sorella, scrutando la luna dal basso.
Ecco, la cosa più irritante di questo film è come ti irriti a poco a poco. Si coglie subito che non è un capolavoro, ma all'inizio sembra giocato benino tra la realtà (La passione politica, che assume anche sfumature di ragazzate violente) ed il sogno (La luna,una nuova realtà verso la quale ci si protende, non solo nel senso "politico"). In più, quando il fratello si sente male, ci si può illudere che nel clima goliardico si abbia la sensibilità di non ignorare i suoi problemi; quella stessa (Parziale) sensibilità che si era vista in "Notte prima degli esami".
Ma basta (poco e) nulla per rendersi conto che queste promesse vengono disattese. Schematica com'è nel suo cinema falsamente trasgressivo e di sinistra, la Nichiarelli trasforma il giovane in un bersaglio dell'arroganza di un pur ottimo Rubini, (Non) padre-padrone: e per ciò che riguarda il confine, tra realtà e sogno, non si va oltre "Giulia non esce la sera", la poesia (?) e la dimensione onirica(?) del Piccioni di turno.
Il nostro cinema, autoimbottigliandosi in questi schemi proprio quando vorrebbe raccontare rivoluzioni (Mancate), non si è ancora reso conto che, come scrisse una volta il compianto (spero) Buccheri,l'Arte può far politica in un solo modo: rinnovando le forme consuete. Esattamente l'opposto di quanto fanno questi travagli(?) adolescenziali, che non riescono a coinvolgere neanche dopo la sparizione del fratello. A questo proposito(La scomparsa di un personaggio), la regista sembra non aver mai visto neanche un piccolo ma curioso film come "I cinque sensi": piuttosto, per descrivere questo povero ragazzino, sembra ispirarsi a disastri come "Il grande cuore di Clara". Amelio, nelle sue "Chiavi di casa", al confronto toccava l'apice della sensibilità.
Dopo la sferzata femminista(Sic!) sul mancato viaggio a Mosca, propiziato da tabù difficili da sconfiggre a quell'epoca, i due virgulti si ritroveranno insieme a riflettere e sognare guardando la luna: sembra con quelle parole di recuperare la freschezza della primissima parte, rafforzando il sospetto che la Nicchiarelli abbia avuto delle intuizioni specifiche, ma abbia decisamente fallito nel raccontare una storia.
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ultimoboyscout
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lunedì 7 giugno 2010
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non ho parole!
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Si commenta da solo...osceno!
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luc66
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venerdì 18 dicembre 2009
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divertente
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film divertente, leggero, delizioso. Leggo che si tratta dell'opera prima di una giovane laureata in filosofia e si vede dalla freschezza della storia e dei personaggi. Racconta le vicende sentimental-politiche di una giovanissima militante del PCI negli anni '60 che va di pari passo con le conquiste spaziali della Russia sovietica. Film godibilissimo che ci riporta ad un'epoca di sogni e di passioni molto lontana dal nostro tempo dove tutto sembra già successo. E la regista riesce bene a rendere l'idea di questo grande fermento. Forza Susanna!
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cinenauta
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sabato 10 ottobre 2009
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partono i cosmonauti ma non parte cosmonauta!
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Partono i cosmonauti sovietici alla conquista dell spazio, partono i russi, partono i cani e i topi ma gli unici a non partire sono gli spettatori della pellicola!
Il film ha la pretesa di aprire una finestra nell'Italia anni 50', ma apre sono la finestra del quartiere dove è ambientato il film e quella della sezione del, mio caro, vecchio P.C.I
L'inizio del fim francamente promette bene, la protagonista da piccola decide non farsi la comunione e fugge, corre attraversando la campagna/ periferia romana, che tanto fu cara a Pasolini,arriva a casa si barrica nel bagno e adduce come motivo della sua ribellione il suo credo comunista.Ok mi piace, mi metto comodo sulla poltrona e aspetto. Intanto Luciana, la brava protagonista, cresce e diviene adolescente, con nessi e connessi, intorno a lei gravitano la madre, interpretata dalla Pandolfi (troppa fiction fa male!!), il padrigno, un mite Sergio Rubini e il fratello di Luciana, epillettico un pò intontito dai farmaci e dalla sua passione per i cosmonauti sovietici.
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Partono i cosmonauti sovietici alla conquista dell spazio, partono i russi, partono i cani e i topi ma gli unici a non partire sono gli spettatori della pellicola!
Il film ha la pretesa di aprire una finestra nell'Italia anni 50', ma apre sono la finestra del quartiere dove è ambientato il film e quella della sezione del, mio caro, vecchio P.C.I
L'inizio del fim francamente promette bene, la protagonista da piccola decide non farsi la comunione e fugge, corre attraversando la campagna/ periferia romana, che tanto fu cara a Pasolini,arriva a casa si barrica nel bagno e adduce come motivo della sua ribellione il suo credo comunista.Ok mi piace, mi metto comodo sulla poltrona e aspetto. Intanto Luciana, la brava protagonista, cresce e diviene adolescente, con nessi e connessi, intorno a lei gravitano la madre, interpretata dalla Pandolfi (troppa fiction fa male!!), il padrigno, un mite Sergio Rubini e il fratello di Luciana, epillettico un pò intontito dai farmaci e dalla sua passione per i cosmonauti sovietici.
Luciana è una vera donna comunista, ci crede, è militante, e cerca di farsi strada nella piccola sezione di quartiere.Ma è pure un'adolescente che vive le prime attrazioni sessuali con troppa rabbia, e come accade nei film di Moccia, s'innamora del più fico della sezione, l'unico che le dà l'apparenza(?) di trattarla alla pari. Amore non ricambiato, visto che il giovane dirigente della F.G.C.I preferisce a lei l'amica. E' cosi Luciana presa dalla rabbia abbandona tutti e tutto, i rapporti con il partito quelli con il fratello,facendosi terra bruciata intorno.
Intanto io ormai mi sono fatto convinto di essere caduto del trappola del trailer ben confezionato e aspetto ancora la partenza...insomma mi sono sentito come la cagnoletta Laica ma il mio viaggio non è stato intorno al globo terrestre ma quello sull sedile della mia poltrona.
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[+] decisamente acerbo.
(di radio rebelde)
[ - ] decisamente acerbo.
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