lunetta
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venerdì 9 ottobre 2009
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intenso e realista
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Ho passato i 50 anni, e l'epoca in cui si svolge il film è di poco precedente a quella della mia adolescenza. Guardando il film, mi è sembrato di viaggiare con una macchina del tempo, perchè non solo l'ambiente e i costumi, ma anche le emozioni e i dialoghi raccontati sembravano usciti dalla nostra memoria. Il film, poi, è delicato e profondo nel rendere i sentimenti (rabbia, inadeguatezza, fede politica, ma anche amore, amore per il comunismo, amore per le conquiste nello spazio della URSS, amore tra i 2 fratelli, amore di madre,amore di un marito e patrigno mai accettato). L'emozione è un elemento fondamentale del film, che lo rende davvero splendido.
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sassolino
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mercoledì 30 settembre 2009
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il riscatto della fantasia
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Il cosmonauta è anche una delle mie poesie, scritta diversi anni fa, è una parola che ho sempre amato e che ho sempre visto come un rifugio della fantasia. Nauta del resto fa pensare a un nuotatore degli universi che si sia perduto in qualche galassia lontana o che voglia astrarsi alla ricerca di qualcosa di nuovo e misterioso. Il cosmo in qualche modo ci da una ragione d'esistere, evoca grandi spazi senza confini, barriere che si abbattono, orbite vuote ed enormi su cui planare.
Verrebbe da pensare che lo stesso titolo sia un'efficace metafora dei 2 adolescenti protagonisti del film; lui, il fratello maggiore, soffre di epilessia e i suoi sogni terreni sono frustrati da un'emarginazione ineluttabile, lei, sorella con relativo senso di colpa, trova rifugio nell'attivismo politico ma fatica a trovare un'identità affettiva gratificante perché in qualche modo diversa, aliena si direbbe.
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Il cosmonauta è anche una delle mie poesie, scritta diversi anni fa, è una parola che ho sempre amato e che ho sempre visto come un rifugio della fantasia. Nauta del resto fa pensare a un nuotatore degli universi che si sia perduto in qualche galassia lontana o che voglia astrarsi alla ricerca di qualcosa di nuovo e misterioso. Il cosmo in qualche modo ci da una ragione d'esistere, evoca grandi spazi senza confini, barriere che si abbattono, orbite vuote ed enormi su cui planare.
Verrebbe da pensare che lo stesso titolo sia un'efficace metafora dei 2 adolescenti protagonisti del film; lui, il fratello maggiore, soffre di epilessia e i suoi sogni terreni sono frustrati da un'emarginazione ineluttabile, lei, sorella con relativo senso di colpa, trova rifugio nell'attivismo politico ma fatica a trovare un'identità affettiva gratificante perché in qualche modo diversa, aliena si direbbe.
Un film dunque sulla perdita dell'infanzia che analizza con insolita malinconia gli spettri di una società fantasma dove gli unici appigli all'immaginazione sono quelli di un altro mondo, qualcosa di ultraterreno e straordinario in grado di cambiare le coscienze e frantumare l'ideologia dominante.
Interessante.
Voto 6/7
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claftia
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lunedì 28 settembre 2009
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il tempo dei sogni
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Colpisce di questo film la scelta dei tempi, la fine degli anni 50 e i primi anni 60, senz'altro meno studiati del 68, anche se in qualche modo sono tempi sicuramente preparatori. Questo film ricorda Spazio 1999, i telefim degli anni 70 sullo spazio, sogni che ormai sono stati del tutto abbandonati. La guerra fredda viene stemperata dalla corsa allo spazio, la prima cagnetta lanciata nello spazio, Laika,la prima donna cosmonauta, Valentina Tereskova. Tutto cio' si sposa con la storia di un' adolescente, Luciana, interpretata da una formidabile ragazzina, alla ricerca della sua identita', in opposizione con il mondo perbenista della madre, che dopo al morte del marito sposa un fascista. Luciana si appoggia al fratello maggiore, malato, alla sezione di partito, e alla presidente della sezione,interpretata da Susanna Nicchiarelli.
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Colpisce di questo film la scelta dei tempi, la fine degli anni 50 e i primi anni 60, senz'altro meno studiati del 68, anche se in qualche modo sono tempi sicuramente preparatori. Questo film ricorda Spazio 1999, i telefim degli anni 70 sullo spazio, sogni che ormai sono stati del tutto abbandonati. La guerra fredda viene stemperata dalla corsa allo spazio, la prima cagnetta lanciata nello spazio, Laika,la prima donna cosmonauta, Valentina Tereskova. Tutto cio' si sposa con la storia di un' adolescente, Luciana, interpretata da una formidabile ragazzina, alla ricerca della sua identita', in opposizione con il mondo perbenista della madre, che dopo al morte del marito sposa un fascista. Luciana si appoggia al fratello maggiore, malato, alla sezione di partito, e alla presidente della sezione,interpretata da Susanna Nicchiarelli. Ma scopre le prime delusioni, perche' anche la sezione di partito e' un mondo " bigotto" e con delle regole, che lei vuole infrangere. Viene quindi sospesa dalla scuola e severamente giudicata nella sezione di partito, per aver avuto una storia con un " compagno". Bellissima la scena quando lei irrompe nella notte nella sezione di partito, per danneggiarla, e li l'aspetta il " compagno" e fanno l'amore.
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emmeti
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venerdì 25 settembre 2009
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uno spaccato ben riuscito di anni inconcludenti
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Delicato nei toni ma mai troppo timido nelle sottolineature critiche ed ironiche, pur ricorrendo già nella trama ad elementi paradossali offre uno spaccato di raro equilibrio della tensione fra dimensione pubblica e privata in un'adolescenza che matura, lungo gli inconcludenti anni Sessanta, a ridosso di inquietudini politiche ed esistenziali che hanno fatto epoca. Chi ha fatto politica, in qualunque contesto, in quei tempi ci si ritroverà senza particolari deformazioni; per gli altri può essere un'utile occasione di conoscenza di una stagione contraddittoria, finalmente sfrondata degli eccessi retorici con cui troppo spesso il cinema ha raccontato il Sessantotto e i suoi dintorni. L'intreccio fra le infatuazioni ideologiche e i sentimenti amorosi è reso con eccellente realismo e con la capacità di andare ben oltre il microcosmo della sezione di partito in cui gran parte della vicenda narrata è ambientata.
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Delicato nei toni ma mai troppo timido nelle sottolineature critiche ed ironiche, pur ricorrendo già nella trama ad elementi paradossali offre uno spaccato di raro equilibrio della tensione fra dimensione pubblica e privata in un'adolescenza che matura, lungo gli inconcludenti anni Sessanta, a ridosso di inquietudini politiche ed esistenziali che hanno fatto epoca. Chi ha fatto politica, in qualunque contesto, in quei tempi ci si ritroverà senza particolari deformazioni; per gli altri può essere un'utile occasione di conoscenza di una stagione contraddittoria, finalmente sfrondata degli eccessi retorici con cui troppo spesso il cinema ha raccontato il Sessantotto e i suoi dintorni. L'intreccio fra le infatuazioni ideologiche e i sentimenti amorosi è reso con eccellente realismo e con la capacità di andare ben oltre il microcosmo della sezione di partito in cui gran parte della vicenda narrata è ambientata. Le recitazioni sono asciutte e riuscite. Davvero un bel film, se ancora si può usare, con la dovuta parsimonia, questa definizione.
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rorschach
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mercoledì 23 settembre 2009
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esordio con pollice (e pugno) alzato
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Film non perfetto ma con molte trovate originali e davvero apprezzabili. Attori tutti abbastanza nel ruolo, in particolare Miriana Raschillà (Luciana). Piacevole sorpresa il cortometraggio "sputnik 5" in stop-motion introduttivo al film.
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marezia
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venerdì 18 settembre 2009
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una delizia non di nicchia
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Per la gioia vostra e soprattutto mia sarò molto più breve di olgadik. Una sola parola basta rendere l'idea di quello che vedrete: originale. Uno sguardo lieve, ironico, leggero e commovente, tenero e divertente; una VERA PERLA che la Fandango PRODUTTRICE insieme a Rai Cinema dovrebbe promuovere meglio.
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olgadik
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giovedì 17 settembre 2009
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ironico e sincero al punto giusto
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E’ bastata la introduzione iniziale in stile animazione anni ’60 a farmi pensare: questo deve essere un film simpatico e intelligente. Dopo averlo visto per intero aggiungo: ironico e sincero al punto giusto. Il merito va alla regista, una donna sui 30 anni, che ricostruisce un momento particolare della nostra società, gli anni ’60. C’era ancora la guerra fredda, i comunisti italiani erano duri e puri, dediti con autentica passione civile a discutere nelle sezioni e a impegnarsi nel quotidiano, le donne madri erano rispettose e dipendenti dai mariti, avere un figlio stralunato ed epilettico era vergogna. Parliamo insomma di quando l’Italia presentava un impasto di antiche consolidate tradizioni ma anche di desideri orientati verso la modernità.
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E’ bastata la introduzione iniziale in stile animazione anni ’60 a farmi pensare: questo deve essere un film simpatico e intelligente. Dopo averlo visto per intero aggiungo: ironico e sincero al punto giusto. Il merito va alla regista, una donna sui 30 anni, che ricostruisce un momento particolare della nostra società, gli anni ’60. C’era ancora la guerra fredda, i comunisti italiani erano duri e puri, dediti con autentica passione civile a discutere nelle sezioni e a impegnarsi nel quotidiano, le donne madri erano rispettose e dipendenti dai mariti, avere un figlio stralunato ed epilettico era vergogna. Parliamo insomma di quando l’Italia presentava un impasto di antiche consolidate tradizioni ma anche di desideri orientati verso la modernità. E’ presente una punta di malinconia, ma nel complesso vince la leggerezza. Infatti anche nelle parti che sfiorerebbero il drammatico la grazia della regia e del cast danno vita ad un’asciutta delicatezza di linguaggio, pur non mancando momenti di rabbia e dolore che invadono la vita della protagonista. Dopo le sequenze introduttive che dettano il filo conduttore sullo sfondo, vediamo quest’ultima abbandonare chiesa e parenti nel giorno della prima comunione. Cresciuta sotto l’influenza di un padre militante morto troppo presto e di un fratello epilettico innamorato delle gesta russe nello spazio, la quasi bambina delle prime scene, diventata adolescente, frequenta come altri ragazzi del Trullo (periferia rossa di Roma) la sezione del Pci. Qui Luciana (Miriana Raschillà) impara a confrontarsi con la realtà, a scontrarsi con il rigore eccessivo e le contraddizioni della sua ideologia, prima fra tutte l’assoluta insignificanza delle donne per i maschietti comunisti. E poi c’è il legame particolare con quel fratello grande e grosso che lei protegge ma da cui è anche oppressa perché deve seguirlo e non può fare la vita normale delle altre ragazzine. Né mancano le solitudini familiari: la madre si è risposata con un fascista (ottimo nel ruolo Sergio Rubini) che vorrebbe domare la ragazza a modo suo. Ma su tutto l’adolescente, sempre con sullo sfondo le immagini dei primi cosmonauti sovietici, tra cui la prima donna Valentina Tereskova, sperimenta le pene d’amore, visto che i suoi occhi sono puntati sul “bello” della sezione che però amoreggia con la smorfiosetta borghese di turno. Ribelle e ostinata com’è, lei non molla, è sincera, ferisce chi ama e poi si pente ma non perde se stessa.
In Luciana si adombra sotto lo sguardo pensoso della madre e dell’amica adulta modello della sezione, la donna emancipata del futuro prossimo, quasi un’avvisaglia di femminismo sessantottino. In quanto al linguaggio, semplice ed essenziale, esso si impreziosisce con gli spezzoni autentici sulle imprese spaziali russe che la Nicchiarelli mescola con cura alle scene importanti della narrazione. In quanto alla colonna sonora anch’essa è particolare perché è una somma di brani strumentali con canzoni cult degli anni ’60 riproposte in arrangiamenti moderni ad opera di Max Casacci dei Subsonica. I brani, rivitalizzanti con tale iniezione di modernità e privati di qualche melensaggine, sono adattissimi a sottolineare il clima di pensosità leggera che aleggia in questo bel piccolo film. Se ce ne fosse bisogno l’opera della Nicchiarelli conferma che si può fare cinema intelligente e colto con poca spesa e buoni ingredienti, senza bisogno di vertiginose produzioni.
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minnie
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mercoledì 16 settembre 2009
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adolescenza età ingrata
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Ho trovato davvero originale il film della Nicchiarelli, ha ricostruito così bene un'epoca e mi sono stupita della giovane età della regista. Le donne di partito, prima del femminismo, sembrano e forse erano totalmente sceme, il padre o patrigno, interpretato dal magistrale Rubini, forse non è così brutale come sarebbe nella realtà e il pieno appoggio agli animali cavie nello spazio con quell'animazione così simile, per me che ricordo Carosello, agli spot di un famoso amaro realizzati con la plastilina, mi trova favorevolissima, con la ragna saggia poi...magari il legame tra i filmati d'epoca e la vicenda dei due fratelli non è poi così convincente, è piuttosto slegato ma la descrizione di quanto una ragazza possa essere fuori di testa per i primi amori e anche cattiva con un fratello pur amato è più che convincente e travalica le generazioni.
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Ho trovato davvero originale il film della Nicchiarelli, ha ricostruito così bene un'epoca e mi sono stupita della giovane età della regista. Le donne di partito, prima del femminismo, sembrano e forse erano totalmente sceme, il padre o patrigno, interpretato dal magistrale Rubini, forse non è così brutale come sarebbe nella realtà e il pieno appoggio agli animali cavie nello spazio con quell'animazione così simile, per me che ricordo Carosello, agli spot di un famoso amaro realizzati con la plastilina, mi trova favorevolissima, con la ragna saggia poi...magari il legame tra i filmati d'epoca e la vicenda dei due fratelli non è poi così convincente, è piuttosto slegato ma la descrizione di quanto una ragazza possa essere fuori di testa per i primi amori e anche cattiva con un fratello pur amato è più che convincente e travalica le generazioni. Bel film, complimenti?Vogliamo parlare poi della colonna sonora? Per una over cinquanta come me, semplicemente fantastica.
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clavius
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martedì 15 settembre 2009
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acerbo
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Film nato da un'idea originale che ha l'ambizione di raccontare un percorso di formazione personale innestandolo su un frammento di storia italiana, utilizzando come metafora la corsa alla conquista dello spazio con tutto il suo carico di propaganda, passione, illusione e sogno.
Nonostante le premesse il film non mi ha convinto. La ricostruzione dell'Italia dei tardi anni '50 (operazione per altro difficile)lascia a desiderare, la gran parte dei personaggi sulla scena appare bidimensionale come la qualità attoriale del resto. Basta soffermarsi sul lavoro di un buon attore come Rubini, costretto in un ruolo mal scritto, ad interpretare un personaggio improbabile. Qua e là si rileva qualche buona intuizione: dagli inserti di montaggio con repertorio d'epoca alla bellissima colonna sonora (vera chicca dell'intera pellicola).
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Film nato da un'idea originale che ha l'ambizione di raccontare un percorso di formazione personale innestandolo su un frammento di storia italiana, utilizzando come metafora la corsa alla conquista dello spazio con tutto il suo carico di propaganda, passione, illusione e sogno.
Nonostante le premesse il film non mi ha convinto. La ricostruzione dell'Italia dei tardi anni '50 (operazione per altro difficile)lascia a desiderare, la gran parte dei personaggi sulla scena appare bidimensionale come la qualità attoriale del resto. Basta soffermarsi sul lavoro di un buon attore come Rubini, costretto in un ruolo mal scritto, ad interpretare un personaggio improbabile. Qua e là si rileva qualche buona intuizione: dagli inserti di montaggio con repertorio d'epoca alla bellissima colonna sonora (vera chicca dell'intera pellicola). Ma non bastano. In sostanza un'idea pregevole sviluppata in maniera un po' dilettantesca. Un film riuscito a metà.
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lisbeth
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martedì 15 settembre 2009
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quando ancora si poteva sognare la luna
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E' il percorso di formazione di un’adolescenza datata inizi anni ’60.
Guardare oggi quei giovani, quelle sezioni di partito,quei modi di vivere in famiglia e fuori, dà la misura della frattura tra un prima e un dopo assolutamente privi di continuità.Il film ci parla di questo, e lo fa giocando su semitoni, suggerisce senza aver l’aria di proporre chiavi di lettura,percorsi interpretativi, analisi di costume.
Eppure, da questo spaccato di vita così normale, dalla quotidianità piccolo borghese dei personaggi, emerge il tracciato lucido di un pezzo della storia del ‘900, capolinea oltre il quale nulla è stato più come prima.Per quelle vite qualsiasi di giovani e meno giovani la Storia stava preparando tutte le sorprese dei decenni successivi,ma allora era possibile essere ancora così,credere nel mito dell’uomo nello spazio,riempire scatole di ritagli di giornale e modellini di cosmonauti e stendersi a pancia in su per guardare le stelle di notte, dal terrazzo del condominio,e sognare.
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E' il percorso di formazione di un’adolescenza datata inizi anni ’60.
Guardare oggi quei giovani, quelle sezioni di partito,quei modi di vivere in famiglia e fuori, dà la misura della frattura tra un prima e un dopo assolutamente privi di continuità.Il film ci parla di questo, e lo fa giocando su semitoni, suggerisce senza aver l’aria di proporre chiavi di lettura,percorsi interpretativi, analisi di costume.
Eppure, da questo spaccato di vita così normale, dalla quotidianità piccolo borghese dei personaggi, emerge il tracciato lucido di un pezzo della storia del ‘900, capolinea oltre il quale nulla è stato più come prima.Per quelle vite qualsiasi di giovani e meno giovani la Storia stava preparando tutte le sorprese dei decenni successivi,ma allora era possibile essere ancora così,credere nel mito dell’uomo nello spazio,riempire scatole di ritagli di giornale e modellini di cosmonauti e stendersi a pancia in su per guardare le stelle di notte, dal terrazzo del condominio,e sognare.
E’quello che fanno Luciana, ragazzina acqua e sapone e Arturo, il fratello epilettico,adolescenti senza molta fortuna,orfani di un padre comunista di cui si sentono eredi ideali,con una madre mite e debole risposata ad un uomo autoritario che vorrebbe, senza riuscirci troppo, ricoprire il ruolo vacante del padre.
Il conflitto generazionale è larvato,si spegne prima di crescere,bisognerà aspettare qualche anno perché esploda.Le dinamiche perverse dello sviluppo,profeticamente denunciate da Pasolini, scavano già sotto la cenere e l’urlo del disagio giovanile monterà ben presto.Per ora i giovani “impegnati” si ritrovano nelle sezioni giovanili del partito,con discorsi che fanno tenerezza tanto sono fuori fase (si parla del compagno Stalin e del compagno Kruscev,delle imprese spaziali e dei socialisti “traditori”,si organizzano tranquilli attacchinaggi di manifesti senza che appaiano militanti di Forza Nuova all’orizzonte e si fa un raid,sempre nella sezione socialista,dove non ci scappa nessun morto, al massimo qualche vetro rotto)insomma l’impressione è di un mondo, se non sereno, certo non ancora uscito dai cardini e nevrotizzato.I rituali dell’iniziazione all’amore, al sesso, alle relazioni interpersonali restano nel solco della giusta misura,la regia dosa emozioni e reazioni con partecipazione mai corriva, segue attenta questa scoperta adolescenziale del mondo in anni in cui fu facile illudersi che fosse alle porte la nuova età dell’oro.In un mondo diviso in due, dove dire “astronauta” era americano, “cosmonauta” sovietico,la cagnetta Laika e Yuri Gagarin aprivano un’era e davano esca a fantasie adolescenziali che non avevano bisogno di molto di più.
Precede il film un corto di animazione 3 D sul lancio nello spazio della cagnetta sovietica e del suo corteo di animaletti (una citazione del Kubrik che mette in orbita le note di Strauss era di rigore e infatti accompagna il delizioso balletto dei topolini). Scorrono poi,a intervalli, filmati di repertorio, fino alla discesa di Armstrong sulla Luna e il contrappunto fra le immagini sfocate in bianco e nero e il colore del film, serve a tessere quel rapporto simbiotico tra reale e immaginario che sostanzia il linguaggio del cinema, facendo sì che diventi un modo retrospettivo rivelatore per capire come eravamo (e, di conseguenza, come siamo diventati).Canzoni che allora risuonavano da tutti i juke box sono lo sfondo sonoro del film, la rivoluzione copernicana del rock era di là da venire,in Italia.
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